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E poi arriva Rick Beato

Aperto da Davids, 02 Luglio, 2024, 10:12 PM

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Vu-meter

Da mobile non riesco.. odio digitare. Appena approderò ad un PC, mi spiegherò meglio. Scusate. :sorry:
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Ombra/luce

Anche io sono su mobile adesso, quindi rimando a domani la risposta vera, però il discorso è complesso e le vie di interpretazione sono tante, sicuramente la fruibilità commerciale, anche su internet, che è ormai nelle mani di tutti ed una costante, ha influito sulla banalizzazione della musica stessa, anche le modalità di ascolto sono cambiate e non in meglio, se una enorme fetta di giovani come unico mezzo di riproduzione hanno gli speakers dello smartphone, cio contribuisce alla sua banalizzazione. La pirateria dagli albori di internet, l'ascolto e la vendita di brani singoli su internet ha contribuito a cambiare le modalità di produzione e ascolto, il marketing oppressivo e massivo del mondo di oggi, la musica bombardata nelle pubblicità e tanto altro, alcune sono cause, altre concause, è un discorso di una complessità enorme, che apre a un sacco di interpretazioni
Ut queant laxis


Donatello Nahi

Citazione di: robland il 07 Luglio, 2024, 12:15 PMSecondo me, Donatello, stai descrivendo le conseguenze, non le cause.


Peró Rob, quando dico che siamo noi ad esser cambiati, che non ci prendiamo piú il tempo di comprare un vinile sederci un ora in salotto per ascoltarlo, senza fare altre mille cose... non mi sembra una conseguenza, ma la causa di tutto. La causa per cui la musica non ha piú l'importanza di prima... è un intrattenimento come ce ne sono altre decine... è uno show a cui andare ad assistere... come dicevamo prima, molti concerti sono sold out, a prezzi folli.... non credo che Gilmour non faccia soldout, per dire... ma quanti compreranno il disco?

Vu-meter

A me c'è qualcosa che non torna.. Se fosse vero che l'abbassamento qualitativo della musica in generale fosse dovuto al fatto che l'ambiente discografico non produce più le moli di denaro di prima in quanto non si vendono più dischi, non dovrei vedere invece stelle del pop del calibro di Taylor Swift, Harry Styles, Ed Sheeran, Billie Ellish ecc, ecc, ecc... c'è gente che non ho nemmeno idea di chi sia sfondata di soldi, nella musica.
Se è vero che non si vendono più i vinili o i cd, è anche vero che si guadagna attraverso altri canali, compresi i social e ricordiamo comunque che i veri soldini li si faceva (sempre) nei live, più che dalle vendite dei dischi; che è il motivo per cui si organizzavano tour mondiali per le star internazionali.

Quindi, secondo me la cosa è molto più complessa di così e penso la percezione con cui giudichiamo l'abbassamento della qualità sia la stessa percezione con cui la giudicavano prima i nostri nonni, che si sono visti passare dall'opera alla canzone e poi i nostri padri che dalla canzone in stile "bel canto" sono passati agli urlatori.
Temo che sia SOPRATTUTTO un cambiamento sociale il vero fenomeno che ci appare come un peggioramento (e forse lo è, non lo nego, tenendo conto che anche se in modi diversi la vivo anche io come cosa, ma ancora prima di voi, perché per me la musica bella era già morta alla fine degli anni '70). Il cambiamento di costumi (e qui potrebbe partire l'analisi sociologica di perché questi cambiamenti avvengano e come) dovuto ai tanti motivi che non affronterò, ha portato ad un cambiamento in tutti i settori della nostra vita, certamente anche nell'arte e nella musica, ma non solo.

Insomma, senza allungarmi troppo, personalmente non credo che sia una questione economica alla base del mutamento di "qualità percepita" legata alla musica, ma un vero fenomeno sociale molto complesso e relativamente difficile da analizzare.
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Donatello Nahi

Ecco, appunto.... io son d'accordo con @Vu-meter

robland

Sembra un commento lungo, ma in realtà è sintetico, perché è ovvio che ho dovuto semplificare tutti i passaggi. Ci vorrebbe un libro.

Un artista molto affermato può fare tanti soldi tramite la sola attività live? Certamente sì, fiumi di denaro. Vedi i Metallica, vedi Taylor Swift, vedi Garth Brooks.
Ma l'artista non nasce affermato. Dunque come si afferma? E qui viene il dramma.

A un certo punto della nostra storia la tecnologia ha permesso al pubblico di aggirare il problema dei diritti d'autore tramite piattaforme che consentivano la condivisione gratuita dei file musicali. Niente più rotalties per gli artisti perché non era più necessario comprare l'album. Rubinetto sgocciolante per tutti, affermati o meno.
Dice Kirk Hammett:
"È successo. E non potevamo fermarlo perché era una cosa più grande di tutti noi: una tendenza che ha affondato l'industria della musica, ca**o. All'improvviso, tutti noi siamo stati riportati all'epoca dei menestrelli, dove l'unica fonte di reddito dei musicisti è il live."

Quindi fine del reddito proveniente dalla musica incisa. Devi andare per forza a suonare live. Ok, ma chi mi finanzia? Ah, non si sa. Se sei già affermato e popolare gli sponsor li trovi facilmente. Ma se hai appena realizzato il tuo primo album? Ah beh, arrangiati, nessuno ti anticiperà nulla. Anche perché prima ci pensava la casa discografica a promuovere l'album appena inciso, qualunque genere tu facessi, mica solo la musica più commerciale. E ci pensava la casa discografica a farti affiancare da professionisti in grado di estrarre il meglio dalle tue qualità di creativo acerbo e di musicista acerbo facendoti crescere. Ripeto, Dweezil Zappa quest'anno si è venduto la strumentazione per suonare dal vivo. Non è che il suo problema sia il cambiamento sociale. È che gli servono i soldi per finanziare un tour, mentre prima era garantito dalla casa discografica, perché questa doveva quanto meno promuovere l'album che gli aveva fatto incidere dandogli pure il supporto dei professionisti e una strumentazione di prim'ordine.

Ergo, possiamo chiederci:
Se oggi incido un album come un qualunque esordiente sconosciuto, come faccio i soldi?
Con le visualizzazioni o con i live. Per le visualizzazioni ti danno 4000 dollari in media per ogni milione di visualizzazioni. Quindi non ti sosterrai con quelle. Né ti puoi permettere tanto facilmente un tour perché chi investe se non sa che ne ricaverà un profitto?

Di qui i talent della tv, che fanno il lavoro di generare un pubblico e un seguito per degli esordienti, in modo che poi convenga investire un po' di denaro per mandarli in tour almeno una volta e vedere cosa ne esce in termini di riscontri.
Sinceramente possiamo aspettarci che questo generi qualità? No. Questo uccide la qualità e moltiplica le formule per estrarre quanto più denaro possibile dalla mediocrità, spremuta tra l'altro a breve termine.

Eh, ma esiste Taylor Swift. Certo, esiste lei e ce ne sono altri che ce l'hanno fatta. Soprattutto nella musica più commerciale dicevamo, che può fare soldi attraverso la pubblicità in tv o l'uso di un ritornello sui social o il brano che mettono allo stadio.

La domanda chiave però è questa:
Quale sistema oggettivamente ha consentito finora la massima espansione del mercato musicale, il che produce sia immondizia che qualità? Il mercato discografico basato sul contratto azienda-artista, in base al quale l'azienda investe su uno sconosciuto se immagina che potrà ricavarne un profitto. E no, il primo profitto non verrà dai live perché ai concerti dello sconosciuto andranno in pochi, quindi è molto probabile che si partirà con un debito reso possibile dall'investimento di un'azienda. Intanto l'artista aveva le royalties. E le royalties lo proteggevano pure se improvvisamente decideva di non fare più un concerto ma di stare a casa a guardare la tv. I diritti erano suoi e se la musica la volevi te la dovevi comprare. E se la la compravi lui ci guadagnava sempre qualcosa (anche poco), pure senza sponsor, senza live, senza merchandising.

Se togli quel reddito mi spiegate come fa un esordiente ad attrarre uno sponsor o vendere merchandising, che sono tutte cose che richiedono che il nome dell'artista sia un brand affermato? Risposta: con le visualizzazioni. Se c'è un numero elevato, uno sponsor lo trovi e il live si può fare. Solo che prima la promozione te la garantiva la casa discografica, mentre oggi quanti possono sperare di fare milionate di visualizzazioni da esordienti? Pochi. Talmente pochi che conviene andare a fare la fila per entrare in un talent e sperare nel miracolo. Uno su un milione ce la fa.
E ci meravigliamo se la qualità si è un tantinello abbassata?

Quel sistema lì, dai Beatles agli anni novanta (guarda caso, la crisi è iniziata proprio quando è arrivato Napster), ha garantito floridità.
Esempio: i Nirvana hanno sfondato? Bene, allora io azienda vado ad investire su decine di band simili in tutto il globo perché ne trarrò dei profitti: Screaming Trees, Smashing Pumpkins, Alice in Chains, Soundgarden (in realtà esistevano già, ma i soldi veri li hanno avuti con l'esplosione dei Nirvana) ecc. ecc.
Milioni e milioni di copie vendute. Poi se volevano suonare live, bene. Ma se non volevano, intanto le case discografiche avevano fatto dei bei gruzzoli. Da reinvestire nel prossimo fenomeno: il post grunge.

I Radiohead hanno provato a dire: sentite, qui di diritti sui brani non ne guadagniamo più, quindi proviamo a offrire gratis l'album online sul nostro sito chiedendo una somma volontaria, stai a vedere che guadagniamo comunque tanti soldi!
Esperimento fallito: la maggior parte della gente l'ha scaricato gratis. Fine della possibilità delle band serie di provare a trarre denaro dall'album senza l'investimento delle case discografiche.

Poi che ci siano stati tanti cambiamenti sociali nessuno può negarlo. Alcuni generi possono aver stancato. Ma guardate che di cambiamenti sociali ce n'erano stati già parecchi dai tempi dei Beatles a quelli dei Nirvana, eh. Sono mondi completamente differenti eppure c'era una costante: lo vuoi l'album? Compratelo.

La vera novità intervenuta è stata: lo vuoi l'album? Scaricatelo gratis o fatti un abbonamento che consente solo al proprietario della piattaforma di fare soldi.
Questo è stato il più grosso cambiamento che ha decretato la morte artistica e che consente solo a Taylor Swift e simili di vivere nella floridità.
Conclude Lars Ulrich:
"Ovviamente è molto, molto più difficile per le band più giovani oggi perché non hanno il supporto delle case discografiche per delle cose basiche".


Vu-meter

Io sarò stupido e/o forse anche cattivo, ma detto molto francamente, a me non importa granché se l'artista non può più guadagnare le cifre da capogiro che faceva quando c'erano i dischi o i cd. Che il Sig. Mc Cartney possa acquistare uno stato, se vuole, non è che lo veda una cosa giusta o positiva. Che il Sig. Clapton può comprarsi 12 Ferrari e/o 180 ville nel mondo, non è che la cosa mi faccia poi così piacere.

Che la casa discografica del Sig. Mc Cartney e/o del Sig. Clapton abbiano i soldi da reinvestire in altri artisti, sinceramente, non è che mi interessi tanto.

Ci sono ambiti musicali in cui questo non è mai stato possibile. Ci sono artisti straordinari che pur suonando dall'epoca dei Beatles, non si sono arricchiti, né hanno fatto arricchire case discografiche e sono musicisti NETTAMENTE SUPERIORI  a quelli che invece, in molti casi , ci sono riusciti.

In ambito musica classica, opera, jazz, la ricchezza è bannata e solo alcuni talentuosissimi sono potuti accedere diciamo ad un comunque notevole benessere economico. Per il resto, il panorama musicale di queste realtà è popolato da gente che campa. Che male c'è?
Ami la musica? Suona dal vivo e guadagnati il pane (ATTENZIONE, spesso "il pane" del musicista equivale a moneta sonante anche per i più ignoti (lo zio di mia moglie ci ha comprato alcune porche e varie case, suonando nelle balere ed è un signor nessuno)).

La qualità secondo me prescinde gli investimenti. Nel mondo ci sono talentuosissimi musicisti che guadagnano dal web e dai live anziché dalle vendite di dischi, non ci vedo tutta questa differenza. Guadagnano meno di prima? Sinceramente, mi sembra anche giusto, considerando ciò che accadeva.

Il sistema degli anni 1960-2000 in cui abbiamo reso delle superstar straricche (loro e i loro discografici) dei musicisti (spesso anche abbastanza scarsi), secondo me era il vero sistema malato.

A mio parere (e resta tale, per carità) si è abbassata la qualità perché si è dato spazio di critica a che non ne capiva assolutamente niente. Se vogliamo parlare di qualità alla massima espressione, tocca tornare a Bach (per citare un nome) e compagnia bella, gli altri fanno scappare da ridere, compresi i beniamini che io stesso ho amato tanto da piccolo e da grande, salvo alcune rare eccezioni. Se metto un Mozart e un che so ... Mick Jagger di fianco e valuto con coscienza la qualità espressiva della musica (ATTENZIONE, NON quello che mi piace di più, NON quello più orecchiabile, NON quello che mi fa battere il piede), davvero pensi ci sia un paragone, riguardo alla QUALITÀ musicale? C'è lo stesso salto (anzi no, molto maggiore) che c'è tra Led Zeppelin e Sfera Ebbasta.

Io adoro (non in senso religioso, ovviamente) i grandi del jazz, ma mi rendo perfettamente conto che sono relativamente ridicoli rispetto ai nomi che hanno fatto musica di assoluta qualità, tranne rarissimi casi, tipo Gershwin, che reggeva relativamente il confronto, ma si è giustamente dato alle canzonette, che gli facevano guadagnare di più.

Sarebbero discorsi interminabili e peraltro non riflettono che la mia personalissima opinione, ma secondo me, la qualità è scesa di livello (ed era già scesa da tempo) perché è sceso sempre più il livello generale dei musicisti, di chi scriveva musica, di chi la criticava e ne scriveva su giornali, riviste e quant'altro, e logicamente, di conseguenza, di chi la ascoltava. Il tutto, generalizzando, ovviamente. Poi ci sarebbe il discorso: come mai si è abbassato il livello qualitativo di queste persone? E si apre un'analisi interminabile del perché oggi andiamo in giro (pure io) con le camice scozzesi fuori dai jeans e non più con il cappello con la piuma.. e lì ci perdiamo..

Ovviamente, il tutto IMHO.


Ps: il tutto se si parla di "qualità" della musica. Altrimenti basta spostare la domanda verso: "perché non producono più la musica che piace a me e con cui sono cresciuto?" .. che poi, le risposte restano le stesse .. :laughing:
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robland

Il fatto che degli artisti abbiano fatto i milioni non è il punto centrale del mio (ahimé lungo) commento.
Il punto centrale è che quel sistema garantiva la massima espansione di tutti i generi e la sussistenza alla più ampia quota di artisti possibile. Sussistenza che consente di continuare a far musica, di investire in strumentazione e di ingaggiare musicisti migliori, mica solo a comprare la villa.

Se John Scofield funzionava, discograficamente parlando, si correva a cercarne altri, alcuni dei quali magari avrebbero fatto tanti soldi e magari altri no, ma il punto è che avevano la chance di pubblicare nel miglior modo possibile, di organizzare un tour con i migliori musicisti possibile dato il budget.
Pensa alle band di Chick Corea negli anni ottanta-novanta: si è investito sulla sua bravura facendo diventare noti dei musicisti davvero ostici da comprendere, e grazie a quei soldi ha allevato quelli che sono diventati tra i migliori musicisti fusion. Al punto che tutti loro hanno potuto persino pubblicare una caterva di album solisti (Patitucci, Gambale, Weckl, Henderson). Io oggi ho in casa alcuni dei loro album solisti grazie a quel mercato.
Oggi un Greg Howe non può avere alcuna visibilità, mentre in quel contesto ha avuto la chance di incidere un sacco di album.
Arrivava la moda del tapping? Bene, investiamo sul tapping, fino all'estremo: Stanley Jordan.

Oggi i corrispettivi li trovi su YouTube. Se cresciuti nelle mani giuste, sarebbero diventati come Scofield, Howe, Jordan. Invece vivono nel deserto musicale, allo stato brado (come un cavallo selvaggio che non verrà mai trasformato in un cavallo da corsa, cosa che richiede investimenti da parte di qualcuno che trarrà dei profitti dalle corse) e lì rimarranno.

Non è che Govan non sa scrivere. È che non gliene frega niente a nessuno di investire su di lui, perché tanto non generebbere sufficiente profitto se non puoi vendere la sua musica. Ergo, campa di clinic, didattica e un po' di concertini. Ben impacchettata, la sua musica sarebbe stata contenuta in diversi album nella nicchia della musica strumentale. Non avrebbe comprato le Ferrari, ma una bella discografia da ascoltare l'avremmo avuta e chissà con che musicisti di livello.

Donatello Nahi

Comunque ragazzi... io credo che in questo topic siano state dette tante veritá... la matassa non la districheremo noi, nè prevederemo il futuro della musica... secondo me ci sono tante concause, ed io continuo a mettere al centro di tutto il cambiamento sociale, e soprattutto dell'uomo nella societá contemporanea.... la musica conta meno

Ombra/luce

Una cosa però è indicativa, lo vedo dai nipoti e dai tanti ragazzini con cui ho a che fare anche dal posto di lavoro: sono disinteressati dalla musica, la mettono dagli speaker dello smartphone quando stanno in gruppo, musica dalla struttura imbarazzantemente basilare e non denotano avere alcuno stimolo di interesse vero e proprio, fuori dal contesto sociale, gli parli di musica e lo trovi completamente annoiati dal discorso. Nei giovanissimi denoto proprio un disinteresse reale dalla musica, che non può essere valorizzata ascoltandola dagli speaker di uno smartphone.

Adesso non voglio cadere in discorsi da boomer però quando eravamo bambini/ragazzini noi, io ho 40 anni e sono nato e cresciuto parte dell'adolescenza in piena era analogica, proprio per via della mancanza di tanta tecnologia come oggi, a casa nel tempo libero lo zapping in radio, il registrare musica dalla radio su cassette vergini, i video musicali erano la normalità di qualsiasi famiglia, al di fuori della musica a casa cosa c'era? La televisione, qualche gioco da tavolo, i primissimi e limitati computer (Amiga, Commodore etc) che, primitivi com'erano e senza internet, non ce la facevano a soppiantare l'ascolto della musica, che era una delle attività più svolte nei momenti di piacere delle persone, libri, fumetti.. che altro?

Oggi tra internet, smartphone, social, i giovani non hanno più la musica al centro delle attività per semplice cambio di epoca tecnologica. Oggi le cose da fare, vedere, la quantità di informazioni reperibile, il modo per passare il tempo, cose a cui appassionarsi grazie alla condivisione in tempo reale da ogni parte del mondo data da internet, che è una rivoluzione epocale, ha portato, come altra faccia della medaglia, anche il rendere la musica una passione su tantissime altre da poter scegliere, stesso è toccato alla lettura, oggi di giovani che non hanno aperto un libro in vita loro è pieno.
Ricordiamoci che il nostro stile di vita dipende moltissimo dallo stadio dell'umanità dell'epoca, ai tempi dei miei genitori gli studenti delle prime superiori pensavano a ideali politici, nell'800 i giovaniandava a teatro magari, per generalizzare, oggi i ragazzini fanno vandalate e si sfondano di social e videogiochi, è perché l'umanità, per motivi che ignoro, ha fatto nascere generazioni nuove di esseri umani più stupidi? La risposta è no, la risposta sta nella possibilità e dallo stile di vita a cui  l'allora tecnologia portava, e quello a cui l'attuale tecnologia e progresso porta. Noi siamo quel che impariamo e le informazioni a cui veniamo a contatto, è ovvio che il progresso dell'epoca in cui si vive abbia un gigantesco nesso nelle nostre azioni ed interessi, siamo passati da un mondo dove le uniche notizie che arrivavano erano da giornali cartacei, telegiornali e tra gruppi ristretti di persone, ad una in cui tutto il mondo condivide all'istante qualsiasi cosa. È un mondo completamente diverso rispetto che a trent'anni fa.

PS: sto con il telefono, scusatemi per eventuali errori di scrittura, correggere con questo telefono lentissimo che mi ritrovo è un delirio..
Ut queant laxis

Vu-meter

Concordo sia con Donatello che con Ombra. :quoto:
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AngeloANC


Citazione di: Vu-meter il 08 Luglio, 2024, 04:19 PMIo sarò stupido e/o forse anche cattivo, ma detto molto francamente, a me non importa granché se l'artista non può più guadagnare le cifre da capogiro che faceva quando c'erano i dischi o i cd. Che il Sig. Mc Cartney possa acquistare uno stato, se vuole, non è che lo veda una cosa giusta o positiva. Che il Sig. Clapton può comprarsi 12 Ferrari e/o 180 ville nel mondo, non è che la cosa mi faccia poi così piacere.

Come non quotarti... Chi era un ragazzo negli anni 80 90 si ricorda sicuramente l'avidità estrema di quella gente, delle "crociate" che i poveri musicisti (guidati dai metallica) fecero.

Napster ecc (io sono stato un utente e ne sono fiero) è nato per buona parte a causa loro.

Riguardo alla qualità, a me pare che sia uno dei ciclici periodi di bassa, sono abbastanza certo che qualcosa succederà, cos London is drowing and I live by the river

La grande musica è sempre nata dal basso, e io onestamente non vedo come una cosa negativa che il prossimo SRV possa emergere da YouTube invece che dalla Decca Records

Santano

Illuminante la parabola di John Mayer: senza il Tubo non sarebbe emerso così facilmente


Donatello Nahi

Citazione di: Santano il 09 Luglio, 2024, 11:08 AMIlluminante la parabola di John Mayer: senza il Tubo non sarebbe emerso così facilmente

Ma dai... non lo sapevo... ma si, infatti oggi la storia è questa... prima, come diceva Robland, emergevi se le case discografiche investivano su di te... ed oggi ci sono altri modi... è positivo?... è negativo?.... boh... di certo c'era una certa selezione alla fonte... anche se chissá quanti bravi non hanno avuto la possibilitá di farsi conoscere

robland

Tutta la buona musica nasce dal basso, magari dai banchi di scuola o da amicizie nel quartiere. Dopodiché occorre un supporto.
Il prossimo SRV secondo me già esiste da un bel pò, si chiama Philip Sayce, ma i suoi album non se li calcola nessuno, perché non ha soldi.

Io spero ovviamente che qualcuno spunti dal tubo (sicuramente accadrà ed accade, ma sono pochi rispetto alla manna che prima pioveva dal cielo grazie a chi investiva). Intanto però che mi limito a sperare, ringrazio il cielo che SRV sia stato pubblicato dalla Epic Records, una controllata della Sony. Così ho avuto la possibilità di conoscerlo facilmente perché i suoi album erano ovunque, senza bisogno di andarlo a cercare nel pub in cui probabilmente sarebbe rimasto confinato (come Philip Sayce).

@Santano, interessante. Raccontaci di Mayer. Io sapevo che ha fatto il boom grazie ai passaggi in radio, però non so altro.

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