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Ci lascia Eddie Van Halen

Aperto da robland, 06 Ottobre, 2020, 10:02 PM

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robland

Gran bel pezzo. Si inserisce in quella parte della carriera dei VH in cui i brani si fanno più lunghi, con una struttura più complessa e una produzione ancora più curata.
Grosso dalla metà degli anni novanta in poi.

robland

Un po' di stile EVH spiegato (no tapping) al pubblico interessato.

Per di più spiegato con una Telecaster.

https://www.youtube.com/watch?v=/zWLU5viILag


robland

Visto che in questi giorni c'è stata la triste ricorrenza della morte di questo Gigante, linko un brano con un assolo "jazz" che parte a 1.48, parte di un albjm il cui unico neo è stato uscire in periodo grunge.

https://www.youtube.com/watch?v=/0m1GY9qLQog


b3st1a

Citazione di: robland il 08 Ottobre, 2021, 10:38 AM
Visto che in questi giorni c'è stata la triste ricorrenza della morte di questo Gigante, linko un brano con un assolo "jazz" che parte a 1.48, parte di un albjm il cui unico neo è stato uscire in periodo grunge.

http://www.youtube.com/watch?v=/0m1GY9qLQog
E' stato il primo album dei VH che abbia avuto, perché all'epoca ero un giovane fanciullo nel pieno del suo apprendimento chitarristico (suonavo da un paio d'anni ed avevo acquistato la prima elettrica l'anno prima e suonato la prima volta live proprio in quel periodo) ed avevo una gran sete di novità chitarristiche! Col tempo, poi, sono andato a riscoprire i lavori più vecchi, come ho fatto anche per altre mie passioni giovanili (U2, Pink Floyd) in cui ho scoperto prima le nuove uscite (per gli U2 Achtung baby, per i PF A Momentary lapse of reason) e poi sono andato a scavare nel passato... Se penso oggi a qualche nuova uscita che attiri la mia attenzione...boh! Il vuoto assoluto!  :facepalm2:

robland

Citazione di: b3st1a il 25 Ottobre, 2021, 12:35 PM
E' stato il primo album dei VH che abbia avuto, perché all'epoca ero un giovane fanciullo nel pieno del suo apprendimento chitarristico (suonavo da un paio d'anni ed avevo acquistato la prima elettrica l'anno prima e suonato la prima volta live proprio in quel periodo) ed avevo una gran sete di novità chitarristiche! Col tempo, poi, sono andato a riscoprire i lavori più vecchi, come ho fatto anche per altre mie passioni giovanili (U2, Pink Floyd) in cui ho scoperto prima le nuove uscite (per gli U2 Achtung baby, per i PF A Momentary lapse of reason) e poi sono andato a scavare nel passato... Se penso oggi a qualche nuova uscita che attiri la mia attenzione...boh! Il vuoto assoluto!  :facepalm2:

Il tuo primo dei VH è stato esattamente il mio ultimo. Il mio primo è stato OU812, seguito da Van Halen II, 1984, 5150, Diver Down, Van Halen, Women and children first, F.U.C.K., Fair Warning, Van Halen III e infine Balance.
Per gli U2 il mio primo è stato The Joshua Tree. Per i Pink Floyd fu Ummagumma  :lol: che non capii assolutamente e restituii immediatamente a chi me l'aveva prestato. Per i Deep Purple fu Perfect Strangers. Per i Led Zeppelin fu il IV.

Oggi secondo me il piacere è azzerato soprattutto dal fatto che non c'è il gusto di mettere i soldi da parte e andare a comprarlo in negozio, e magari essere tentato da un altro album pur potendone comprare solo uno, guardarsi la copertina e darsi all'ascolto avido a casa.
Trovarsi già tutto su YouTube o su una piattaforma immateriale secondo cancella ogni tipo di piacere della scoperta.
Poi magari anche l'età e il disincanto incidono, boh. So solo che quando andavo a prendermi, raramente, un vinile nuovo, una cassetta, poi un cd sapevo che dentro c'era qualcosa da scoprire, e che fosse esaltante o deludente era parte del piacere stesso.

robland

In questo brano l'assolo è di Eddie Van Halen, ma non accreditato.
Com'è andata lo racconta Ted Templeman, che produceva in quel periodo di fine anni Settanta sia Nicolette Larson che i Van Halen. Templeman riteneva che quel brano richiedesse un assolo rock così si rivolse a EVH. Eddie accettò ma in seguito a consultazioni con la sua band chiese di non essere accreditato.

https://www.youtube.com/watch?v=/2rjURmjjxpA


elzeviro

grande Robland, stai leggendo qualche libro su EVH in inglese? io ho letto l'unico libro in italiano sui VH e belle curiosità come quelle che ogni tanto ci racconti su Mister Dieci-Dita (come lo chiamava Hagar) non ci sono, casso.

robland

Citazione di: Elzeviro il 23 Gennaio, 2023, 06:37 PMgrande Robland, stai leggendo qualche libro su EVH in inglese? io ho letto l'unico libro in italiano sui VH e belle curiosità come quelle che ogni tanto ci racconti su Mister Dieci-Dita (come lo chiamava Hagar) non ci sono, casso.

Sui VH lessi anni fa il libro di Ian Christie tradotto in italiano. Ultimamente mi è ricapitato Eddie in alcuni capitoli del libro "Shredders!" in inglese (libro un po' particolare per l'organizzazione del materiale).
Ma l'episodio che ho citato su quell'assolo viene dal libro più prezioso che finora mi sia capitato, ovvero l'autobiografia di Ted Templeman, mai tradotta in italiano ahimé. Per me è prezioso perché la produzione mi affascina più del suonare. E leggere tutto quello che sta dietro gli album mi piace molto, si scoprono un sacco di cose. Lo specifico perché magari a molti non interessa e potrebbero acquistare un libro che poi troverebbero noioso (e nel quale i VH occupano solo una parte).

robland


Visto che anche a te piacciono questi aneddoti:

"Nel gennaio del 1977 stavo lavorando nel mio ufficio di Burbank. La mia segretaria entrò e disse: C'è Marshall Berle per te al telefono. Dice di avere una band senza contratto da farti vedere.
A essere onesti, raramente mi prendevo la briga di rispondere al telefono a proposito di band locali sconosciute. Ma era un vecchio amico e aveva ingaggiato i Beach Boys, quindi sapevo che aveva occhio per i giovani talenti musicali. Così presi la chiamata.
Ted, ho una band per te. Si chiamano Van Halen, sono di Pasadena e il mese prossimo faranno due show allo Starwood.
Non sapevo niente di questa band. Mai sentiti nominare prima. Questo tipo di attività "sulla strada" non faceva neanche più parte del mio lavoro. Ma ero intrigato.
Così il 2 febbraio andai allo Starwood. C'era un tavolo prenotato a mio nome ma decisi di non sedermi lì. Me ne andai sulla balconata così avrei potuto seguire lo show senza essere notato, in modo che se la performance fosse stata scadente, sarei sgattaiolato via nell'ombra.
Una cosa mi colpì prima dell'inizio: non avevano radunato una folla. Il locale era quasi vuoto.
Ma quando i Van Halen arrivarono onstage sembravano essere stati sparati da una palla di cannone. La loro energia mi lasciò a bocca aperta, specialmente perché sembrava che si stessero esibendo in uno stadio invece che in un piccolo club di Hollywood. Così il mio interesse crebbe, anche se il loro cantante non mi impressionò. Ma in quel momento questo non mi interessava molto perché era il loro chitarrista che mi faceva impazzire. Sin da subito Ed Van Halen mi mise al tappeto. Incontrarlo fu come innamorarsi perdutamente di una ragazza al primo appuntamento. Avevo visto Miles Davis, Dave Brubeck, Dizzy Gillespie, tutti artisti straordinari, ma Ed era uno dei migliori mai visti. La scelta delle note, il modo in cui approcciava lo strumento mi ricordavano il sassofonista Charlie Parker.
Immediatamente decisi che li volevo alla Warner Bros". *

Ted Templeman

*La traduzione è mia così come i tagli rispetto all'originale.


Santano


elzeviro


robland

Sempre Templeman:

"Quando penso al concerto in cui lo vidi suonare per la prima volta, non era stata una sola cosa a colpirmi di lui. Era tutta la sua persona. Quando suonava sembrava completamente naturale e spontaneo. Era così disinvolto nella sua grandiosità. Stava lì, suonando le cose più incredibili, comportandosi come se fossero facili come uno schiocco di dita. Per esempio, quella sera fece del tapping a due mani. Lo fece solo una volta, credo. Ma il modo in cui lo fece era così innovativo. E di persona non avevo mai visto nessuno suonare così.
Quando me ne andai ero totalmente conquistato. Guidavo sotto la pioggia tornando a casa ma ero talmente gasato per quello che avevo visto che mi fermai presso due diverse cabine telefoniche per parlare con Donn [Landee, ingegnere del suono e fidato collaboratore di Templeman].
"Ho appena visto questo band, i Van Halen, allo Starwood. Dannazione, non ci crederai quando li ascolterai. Il ragazzo alla chitarra è incredibile!". Ero così eccitato che quella notte quasi non dormii.
Il giorno dopo chiamai Mo Ostin [presidente e CEO della Warner] chiedendogli di annullare i suoi impegni per quella sera perché c'era una band senza contratto che doveva vedere. Avrei potuto chiamare Lenny ma preferii chiamare Mo, che era un fan della musica heavy. Ascoltava gli Who e aveva ingaggiato alla Reprise i Kinks e Jimi Hendrix. E volevo agire velocemente, prima che qualche altra casa discografica sapesse del nostro interesse per la band.
Quella sera, io, Mo e il mio collega Russ Titelman andammo al club. Ci sedemmo alla balconata e guardammo l'esibizione. Ancora una volta la performance di Ed mi emozionò. Che suono!
Questa volta prestai più attenzione al cantante. Come performer e vocalist fu deludente. Il suo modo di stare sul palco e il suo cantato non erano granché. Temevo che Mo potesse essere colpito in negativo dalle stramberie di Roth e decidesse di lasciar perdere i Van Halen.
A dire il vero, il cantante mi rendeva davvero nervoso. Pensavo: che cosa dovrò fare con questa band se li ingaggiamo e poi il cantante non sarà in grado di fare la sua parte? Forse avrei potuto fare del chitarrista un artista solista. Oppure avrei potuto scaricare Roth per sostituirlo con un cantante più solido, come Sammy Hagar. Pensai: cavolo, potrebbe essere il cantante perfetto per i Van Halen".

[Hagar era stato il cantante dei Montrose fino al '75, una band prodotta proprio da Templeman]


Santano

Incredibile, David Lee Roth che si credeva onnipotente e si sentiva il leader della band, proprio lui fa una brutta figura

robland

Citazione di: Santano il 26 Gennaio, 2023, 06:05 PMIncredibile, David Lee Roth che si credeva onnipotente e si sentiva il leader della band, proprio lui fa una brutta figura

Alla figura di DL Roth nel libro viene dedicato tanto spazio. È una figura complessa e Templeman non mancherà di rimarcare più volte i suoi grandissimi pregi, tali da superare tutti i dubbi iniziali. Ma in fase di registrazione del primo album si rivelerà l'anello debole molto più che in quella prima performance, costringendo Templeman e Landee a fare ore e ore e ore di lavoro extra per arrivare a una performance vocale accettabile per la registrazione su album.
Questo nel 78.

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