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Cambio corde: consigli per il Set Up

Aperto da Grix, 21 Marzo, 2014, 02:38 PM

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Grix

Citazione di: Vigilius il 23 Marzo, 2014, 05:59 PM
Già, se vuoi gli ultra-bending... oppure una compound che inzia con un radius e si appiattisce più vai avanti lungo il manico.
Le Yamaha hanno un radius anche di 16" che è di una tale piattezza da sembrare persino concavo a chi è abituato ad altro.

devo dire che mi trovo meglio con la fender rispetto alla yamaha ::) parlando del manico.. la mano la sento più veloce e comoda. Vabbò alzarò le corde e vedo di risolvere! grazie per l'aiuto!

mimmo

Citazione di: Duccio_71 il 23 Marzo, 2014, 09:51 AM
Citazione di: mimmo il 22 Marzo, 2014, 11:38 PM
Allora per il cambio delle corde:
ho sempre preso per buona questa tradizione senza pormi troppe domande.
Pensavo avesse a che fare con eventuali attriti con il truss rod o che il levarle tutte insieme creasse un ritorno del manico, che, se molto secco, si sarebbe potuto crepare.
Capisco che ci sono molti se, ma in fondo è una tradizione che mi piace rispettare.
Tutto qui.

Il ragionamento sulle deformazioni è interessante e altamente scientifico, ma il legno, per me, mal si adatta perchè mette in gioco essenze, taglio, stagionatura, umidità...
e così anche se esoterico, preferisco fidarmi delle leggende metropolitane.

E poi se ci sono i liutai un motivo c'è, ma non mi ha mai impedito di sperimentare.

E' vero, talvolta, pur la scienza essendo di un'altra opinione, è anche bello conservare le proprie tradizioni e i propri riti! ::)

Ma ti posso assicurare che essenze, taglio e umidità sono elementi che possono essere anch'essi studiati (e di fatto lo sono) da un punto di vista scientifico.

Continuo a concordare con te sul fatto che, comunque, il legno è un materiale assolutamente affascinante, anche se studiato da un punto di vista tecnico (che per definizione dovrebbe essere più arido).
Ma che lavoro fai?
Un approccio così scrupoloso mi affascina.

io sono geometra capocantiere, o meglio lo ero, visto che lavoro ne è rimasto ben poco. I materiali li uso un pò tutti, ma il legno è il più affascinante.
La butto lì: che ne dici di un manico in lamellare, potrebbe aiutare nella resistenza oppure, al contrario non avendo struttura in fibra unica, non risuonerebbe. E stagionare artificialmente il legno per invecchiarlo di 30 anni servirebbe a creare chitarre vintage?
E una chitarra in cristallo? O in ottone?
Secondo me ci siamo fermati nella sperimentazione dei materiali legata alle chitarre e alle sue forme e deleghiamo all'elettronica il nostro futuro.
Certo dietro di noi ci sono strumenti, anche ampli e stomp box, che sono dogmi, e naturalmente io sono grato a chi li ha creati, ma per me è arrivato il momento di crearne altri.


Duccio_71

Non sono un esperto di legno, purtroppo, sono un ingegnere strutturista ed ho seguito, appena lo scorso anno, un corso di specializzazione sul calcolo delle strutture in legno. Gli aspetti generali sono validi per qualsiasi struttura, compresa una chitarra.

L'approccio sperimentale che tu proponi è senza dubbio interessante.

Mi risulta, ad esempio, che le ultime chitarre di Govan (non so se la charvell le ha pure in produzione, ma ritengo di sì) abbiano il manico "roasted", ovvero trattato ad alte temperature per un certo periodo al fine di ottenere un prodotto praticamente insensibile alle variazioni termo igrometriche. (e l'aspetto è appunto... "roasted")
Questo per dire che l'approccio "innovativo" può essere tentato, come dici tu, anche rispetto a soluzioni e aspetti ormai dati per scontato.

Dalle mie parti, ancora in esempio, c'è qualcuno (Alusonic, vedi youtube) che si è prodigato nell'utilizzo dell'alluminio, con risultati assolutamente interessanti specie per i bassi (parola di un musicista amico comune con i ragazzi di Alusonic che ha provato i prodotti).

Insomma, il tema è affascinante, ma mi sa che siamo clamorosamente OT!!! :-\

PS l'approccio scrupoloso è una mia deformazione professionale  :-[

zap

Un consiglio che mi sento di dare,sopratutto per chi cambia corde molto spesso,è quello di non far scorrere la corda nel suo alloggiamento all'altezza del capotasto,durante l'avvolgimento della stessa addosso al pirolino della meccanica,ma piuttosto sul capotasto stesso,almeno finchè non si arriva alla tensione regolare,in seguito forzarla dentro l'alloggiamento.
Perché mi direte voi?
Semplicemente perché soprattutto la quarta,quinta e sesta corda sono parecchio abrasive e lo scorrere in quel canaletto a lungo andare lo fa abbassare di livello,creando poi problemi nel suonarle.

Ad un mio amico è successo ed ha dovuto far sostituire il capotasto alla sua Charvel,spero di aver fatto cosa gradita.

Grix

non sapevo questa cosa! bella dritta grazie! ::)

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