Cari Jamblers, non so voi, ma secondo me quando ci approciamo alla chitarra elettrica, 9 volte su 10 lo facciamo da solisti. Lo studio e gli esercizi che facciamo sono quasi sempre improntati in quella direzione. Anche quando ci divertiamo con i nostri bellissimi suoni lo facciamo sempre ispirandoci ad un ipotetico assolo.
In realtà poi quando suoniamo per davvero con una band, specie in un live, le proporzioni si ribaltano completamente, e il tempo dedicato ai nostri soli è decisamente irrisorio. Ma allora tutto lo studio, l'esercizio (nel mio caso poco per entrambi... :eheheh:) e il tempo dedicato a preparare i suoni? E non solo, raramente troveremo da parte del nostro ipotetico pubblico un granchè di interesse, anche se siamo dei virtuosi. In realtà io devo stare attento anche a non annoiarmi da solo quando suono in casa.... :sarcastic:
Per contro invece se siamo bravi a fare la nostra parte sull'accompagnamento dei pezzi e sopratutto a distinguerci nella ritmica rendendo il pezzo coinvolgente, "vivo" e "vivace", sicuramente desteremo decisamente maggior interesse magari non nella nostra specifica figura di chitarristi, ma nella resa generale del pezzo che stiamo suonando.
Valutando la cosa a livello di musica che ascoltiamo, noi chitarristi siamo molto sensibili al bell'assolo, ma se ci caliamo nella massa che ascolta musica, sicuramente molti si ricordano del solo di Gilmour in Confortably Numb, di pezzi di Jimi Hendrix, certo di esempi ce ne sono, ma quello che fa muovere il piedino è la ritmica, il riff coinvolgente, tipo Satisfaction, Whole Whotta Love, Smoke On the Water....Addirittura vediamo che i chitarristi bravi in questo caso sono tutt'altro che dei virtuosi, l'esempio più eclatante Keith Richard! Oppure pensiamo al gran lavoro di The Edge con gli U2...:-\
E allora vengo alla domanda: esiste della metodologia per approcciarsi meglio alla chitarra ritmica? Non parlo solo degli accordi, certo è una componente importante, ma sapere tutta la complessità degli accordi e poi accompagnare spennando in stile chitarra da spiaggia non porta da nessuna parte.
Io intendo se esistono dei percorsi per imparare ad accompagnare in maniera non banale, rendendo più interessanti i nostri accompagnamenti, riuscire a creare dei riff e dei fraseggi ritmici, insomma "arrangiare" i pezzi che suoniamo.
Oppure è tutto demandato alle nostre doti di fantasia, estro e genialità, se presenti?
seguo interessato :cool:
Bella domanda!
Personalmente io trovo che molti guitar hero del rock siano molto sopravvalutati come solisti. Tra di essi, comunque ci sono dei chitarristi che probabilmente sono oggettivamente bravi o anche bravissimi, ma a mio avviso più per il solido (e fondamentale in una band) lavoro ritmico/armonico che per altro. Tanto per fare un esempio eccellente, trovo Blackmore molto migliore come accompagnatore che come solista.
Sul vecchio Leavitt ci sono tanti esercizi di accompagnamento in una varietà di ritmi.
Concordo sul valore di Blackmore in ritmica, per quanto da solista ha prodotto quello che per me è un capolavoro, l'assolo di Highway Star su Made in Japan.
Il suo modo di accompagnare i pezzi è proprio uno di quei modi di suonare che mi piacerebbe approfondire nello studio.
E mi andrò a vedere anche il Leavitt... :reallygood:
Sono d'accordissimo sul fatto che la maggior degli aspiranti chitarristi tende a mettere in secondo piano l'aspetto ritmico, rispetto a quello solista.
In realtà i grandi sono quasi sempre dei fantastici chitarristi ritmici, alcuni li avete già citati, ma vogliamo parlare di Eddie Van Halen e del suo "tiro" inarrivabile?
Citazione di: Moreno Viola il 27 Dicembre, 2015, 02:25 PM
Sono d'accordissimo sul fatto che la maggior degli aspiranti chitarristi tende a mettere in secondo piano l'aspetto ritmico, rispetto a quello solista.
In realtà i grandi sono quasi sempre dei fantastici chitarristi ritmici, alcuni li avete già citati, ma vogliamo parlare di Eddie Van Halen e del suo "tiro" inarrivabile?
Ero indeciso se menzionare ad esempio Blackmore o Van Halen!
Quoto Moreno
Ieri sera mi capitato di ascoltare Beat It di MJ.
Ritmica di Lukather e solo di Van Halen, non so quale scegliere tra i due. :bravo2:
Il topic é molto interessante e qualunque contributo aiuta a crescere.
Nel mio piccolo passo l'ottanta per cento del tempo a suonare da solo, ma il 20% accompagno la mia consorte nelle nostre serate a cantare in compagnia.
Ho messo alcuni punti fermi.
1 la chitarra che accompagna deve sostenere la voce ma rimanere sempre un po' indietro, affermazione scontata ma per me è difficile ritarare le orecchie.
2 lo studio di altri strumenti ritmici, basso e batteria, aiuta molto a sviluppare il senso del ritmo
3 le posizioni degli accordi devono essere semplici e facilmente convertibili e vanno conosciute, nelle declinazioni, a menadito
4 ascoltare e suonare su dischi di maestri del ritmo aiuta a creare un bagaglio di fraseggi utile
5 usare suoni semplici, poco effettati, spinti da buoni valvolari e nelle frequenze giuste permette di suonare più basso ma meglio amalgamato con gli altri e meno invadenti all'ascolto.
Un leggero chorus aiuta
6 cantare quando si accompagna sviluppa un senso armonico e del ritmo che ci fa sentire tutt'uno con la musica
Poi ci sono dei buoni metodi, ma suonare suonare é la cosa che conta
Tra i miei maestri:
Edoardo Bennato dei primi anni
Mauro Pagani (De André)
Gianluca Grignani per la trama armonica
Alex Britti e il bel libro con dvd
E poi come scordare Eric Clapton e Rory Gallagher meraviglioso mix di solismo e ritmi trainanti!
Citazione di: Caligarock il 27 Dicembre, 2015, 02:21 PM
E mi andrò a vedere anche il Leavitt... :reallygood:
D'altra parte il Leavitt è un metodo per chitarra in cui viene insegnato un po' di tutto, ma niente di specificamente orientato al rock. Probabilmente ci sono cose più recenti e mirate allo sviluppo di competenze teoriche e pratiche utili per il chitarrista ritmico (in ambito jazz c'è tanta roba).
Citazione di: Fidelcaster il 27 Dicembre, 2015, 07:08 PM
Citazione di: Caligarock il 27 Dicembre, 2015, 02:21 PM
E mi andrò a vedere anche il Leavitt... :reallygood:
D'altra parte il Leavitt è un metodo per chitarra in cui viene insegnato un po' di tutto, ma niente di specificamente orientato al rock. Probabilmente ci sono cose più recenti e mirate allo sviluppo di competenze teoriche e pratiche utili per il chitarrista ritmico (in ambito jazz c'è tanta roba).
Tantissima "roba" :sisi:
Per la mia esperienza attuale non posso che quotare quanto detto da Mimmo. Il mio metodo finora effettivamente è stato di ascoltare tanta musica e cercare di riprodurre i riff dei dischi, e quando creo degli accompagnamenti miei ispirarsi a cose conosciute aiuta.
Citazione di: Caligarock il 27 Dicembre, 2015, 11:52 AM
E allora vengo alla domanda: esiste della metodologia per approcciarsi meglio alla chitarra ritmica? Non parlo solo degli accordi, certo è una componente importante, ma sapere tutta la complessità degli accordi e poi accompagnare spennando in stile chitarra da spiaggia non porta da nessuna parte.
Io intendo se esistono dei percorsi per imparare ad accompagnare in maniera non banale, rendendo più interessanti i nostri accompagnamenti, riuscire a creare dei riff e dei fraseggi ritmici, insomma "arrangiare" i pezzi che suoniamo.
Oppure è tutto demandato alle nostre doti di fantasia, estro e genialità, se presenti?
Bellissimo topic !! :goodpost:
Sì, esistono dei percorsi possibili composti essenzialmente da :
- ascolto, riproduzione e studio* di cose edite ( riff , ritmiche ed altro purchè chitarristici )
- ascolto, riproduzione e studio* di cose edite ( miscelando le sezioni ritmiche )
- studio del ritmo con relativi esercizi ( occorre un piccolo sforzo nella lettura musicale, ma ne vale la pena )
Queste cose, proprio come per tutte le altre forme di studio, possono migliorare l'approccio ritmico di tutti, ma credo si possa dire in termini generali che, proprio come per qualsiasi altra cosa, in parte anche l'approccio ritmico è qualcosa che si ha relativamente di indole.
* intendo un'analisi vera e propria della cosa in questione
Vu :)
Io cerco di usare non più di 3/4 corde (ma spesso non dipende dalla mia volontà :sisi:) e usare rivolti e triadi per dare movimento!!!
Grazie Vu e Road.
@ Vu sicuramente, come già detto l'ascolto attento di dischi è fondamentale. E per ascolto attento intendo prestare attenzione specifica agli arrangiamenti di chitarra, in questo caso secondo me sono indispensabili le cuffie, senza le quali non è possibile un ascolto sufficientemente preciso.
Esercizi sulla ritmica credo di non averne mai fatti, finora ho usato il metronomo solo per esercitarmi sulla parte solistica. messo sulla lista delle cose da fare!
@road anch'io per variare gli accompagnamenti uso la tecnica di suonare 2 o tre corde e fare delle variazioni, senza però avere molta concezione di quello che sto facendo, provo e se mi piace, ripeto :eheheh:
Non è scientifico ma funziona quindi. :occhiolino:
Citazione di: Caligarock il 28 Dicembre, 2015, 01:02 PM
@road anch'io per variare gli accompagnamenti uso la tecnica di suonare 2 o tre corde e fare delle variazioni, senza però avere molta concezione di quello che sto facendo, provo e se mi piace, ripeto :eheheh:
Chiaro, il mio insegnante (un santo) dice: studia consapevolmente e suona inconsapevolmente!!!!
.... nel frattempo io continuo a studiare e suonare inconsapevolmente!!!!!
Citazione di: Caligarock il 28 Dicembre, 2015, 01:02 PM
Grazie Vu e Road.
@ Vu ....
.....Esercizi sulla ritmica credo di non averne mai fatti, finora ho usato il metronomo solo per esercitarmi sulla parte solistica. messo sulla lista delle cose da fare!
Non si tratta di usare il metronomo ( quello è dato per scontato ) ma di fare degli esercizi ritmici ( un po' come un batterista ) . Dovresti trovare qualcosa on line, credo. L'unico neo è la lettura musicale che è indispensabile, anche se non è richiesta una certa raffinatezza: alla fine si tratta di leggere unicamente il ritmo...
Vu :)
Accipicchia! io non so leggere! ...la musica intendo! :acci:
Citazione di: Caligarock il 29 Dicembre, 2015, 12:50 PM
Accipicchia! io non so leggere! ...la musica intendo! :acci:
Riservati un pomeriggio libero per imparare.
Citazione di: Fidelcaster il 29 Dicembre, 2015, 12:53 PM
Citazione di: Caligarock il 29 Dicembre, 2015, 12:50 PM
Accipicchia! io non so leggere! ...la musica intendo! :acci:
Riservati un pomeriggio libero per imparare.
Magari un pomeriggio non è sufficiente, ma comunque stiamo parlando di lettura ritmica, che è decisamente più semplice ...
Posso provare a interpretare la domanda di Cali?
Secondo me il problema non è tanto nella capacità di leggere o comprendere ad orecchio cosa fa il chitarrista che stiamo ascoltando, ma riuscire a comunicarlo alle nostre mani in modo da eseguirlo in modo fluido e di conseguenza "produrre" groove.
Immagino che per fare questo, siano relativamente importanti le nostre competenze di armonia e entrino in gioco invece caratteristiche come la coordinazione, ma anche la tendenza al movimento, che sono più legate alla danza.
Citazione di: Moreno Viola il 29 Dicembre, 2015, 02:40 PM
.......ma anche la tendenza al movimento, che sono più legate alla danza.
Oh mamma .... se è importante la danza ..... :acci:
Non ce la posso proprio fare. :acci: :acci:
No No No. :acci: :acci: :acci:
Caro Stefano,
ho letto dal telefonino rapidamente l'incipit di questo topic, e l'ho trovato estremamente interessante, poiché oltre ad allargare la consueta visuale sul ruolo del chitarrista e del suo valore, tocca un aspetto a me molto vicino, quello del "mestiere dell'accompagnatore".
E' cosa nota che essere un bravo strumentista non coincide, automaticamente, con l'essere un bravo accompagnatore.
Un accompagnamento muta la sua natura in relazione a diversi fattori, fra i quali i più importanti sono:
1) Il genere musicale;
2) il numero dei musicisti che suonano;
3) il tipo di strumenti presenti;
Per ciò che riguarda il primo punto, c'è poco da dire, si tratta di attraversare i linguaggi e di conoscerne le caratteristiche fondamentali, l'andamento ritmico, il timbro più consono, le caratteristiche armoniche, il ruolo che normalmente la chitarra svolge il quel contesto sonoro.
Il secondo punto ed il terzo sono altrettanto cruciali, poiché ci aiutano a comprendere quali gamme di frequenze è necessario coprire maggiormente e quali evitare maggiormente. Ad esempio se accompagniamo un solista (una voce o un fiato) e condividiamo il palco con un basso e una percussione avremo a che fare con una gamma sonora medio/alta, dal momento che gli estremi sono già coperti. Ma se siamo sempre in tre ed abbiamo una voce solista e una percussione, dovremo fare attenzione a far sentire bene le toniche degli accordi (magari non tutte ma la stragrande maggioranza) per consentire al solista di avere "terra sotto i piedi". Se abbiamo una formazione grande, con altra chitarra e/o pianoforte, sarà bene dividersi le fasce di frequenza per non far "sbattere" gli accordi e soprattutto le parti basse di questi fra gli strumenti.
Le regole sono quelle dell'orchestra, seppur non siamo musicisti classici o non sappiamo leggere la musica, dobbiamo immaginare che lo spettro sonoro vada coperto in maniera equilibrata.
Ed anche questo non in maniera statica si badi bene!
Il movimento dinamico tra piano e forte, gli accordi gravi e quelli acuti, le linee melodiche di contrappunto (come le frasi di risposta al canto della chitarra di Albert King o dell'armonicista di Muddy Waters ad es..) sono elementi fondamentali per rendere interessante e non monotono un accompagnamento.
E poi le pause, i silenzi, importanti esattamente quanto il resto.
Di base è necessario stare con LE ORECCHIE SPALANCATE, con metà cervello che attenziona il proprio playing e metà che ascolta TUTTO IL CONTESTO SONORO, per incastrarsi con esso in maniera efficace e divertente.
Per il resto, ci sono i libri con gli esempi che van benissimo, c'è la FONDAMENTALE PRATICA DI TIRARSI GIU' le parti dei chitarristi che ci piacciono. Esattamente come con i riff o gli assoli lo si fa anche con la ritmica.
Tendenzialmente però, alla luce della tua esperienza, della tantissima musica che suoni e che ascolti e che hai suonato ed ascoltato, non credo che sia il materiale a mancarti (se ti manca qualcosa amico mio) ma l'approccio complessivo è cruciale.
Per essere pratico, consigli lo studio dei RIVOLTI sugli accordi a 4 note (3a, 5a, 7a al basso) e delle TRIADI (anch'esse rivoltate).
Poi, più avanti, le estensioni degli accordi: 9a, 11a e 13a e le loro alterazioni.
Quando c'è un bassista, nella maggiorparte dei generi musicali, il chitarrista può inserire sempre le estensioni degli accordi, evitando la tonica. E già così si apre un mondo..
Lo so che scritto così può sembrare poco utile, però è da ieri che penso a come risponderti amico mio!
Per qualsiasi cosa, quelle due cose che so sono felice di condividerle, perciò se serve sono a disposizione.
Abbraccio, ro
Scusate per un pò non sono riuscito a connettermi.
@ moreno
Citazione di: Moreno Viola il 29 Dicembre, 2015, 02:40 PM
Secondo me il problema non è tanto nella capacità di leggere o comprendere ad orecchio cosa fa il chitarrista che stiamo ascoltando, ma riuscire a comunicarlo alle nostre mani in modo da eseguirlo in modo fluido e di conseguenza "produrre" groove.
Su questo sono d'accordo e condivido.
Citazione di: Moreno Viola il 29 Dicembre, 2015, 02:40 PM
Immagino che per fare questo, siano relativamente importanti le nostre competenze di armonia e entrino in gioco invece caratteristiche come la coordinazione, ma anche la tendenza al movimento, che sono più legate alla danza.
Su questo sono un pò meno d'accordo. A parte il paragone con la danza che per me è un pochino azzardato ;D, mi sto convincendo che la conoscenza della teoria musicale serve e non poco per comprendere meglio l'aspetto ritmico, forse più che nella solistica.
@ robemazzoli
grazie Ro, il tuo intervento è stato molto illuminante e, almeno per me, lo trovo interessantissimo. Purtroppo nella mia totale assenza di conoscenza di teoria musicale mi perdo un pò quando si parla di rivolti, mi sento un ignorante ma non ho idea di che cosa si tratta... :acci:
Stasera mi è capitato di sentire questo pezzo, lo condivido perchè alle mie orecchie rappresenta un esempio perfetto di chitarra ritmica, riff coinvolgente ma soprattutto per l'accompagnamento sul cantato e le variazioni sul ritornello.
Aerosmith - Walk This Way - Toys In The Attic - YouTube (https://www.youtube.com/watch?v=bKttENbsoyk)
Citazione di: Caligarock il 30 Dicembre, 2015, 10:25 PM
Purtroppo nella mia totale assenza di conoscenza di teoria musicale mi perdo un pò quando si parla di rivolti, mi sento un ignorante ma non ho idea di che cosa si tratta... :acci:
Stasera mi è capitato di sentire questo pezzo, lo condivido perchè alle mie orecchie rappresenta un esempio perfetto di chitarra ritmica, riff coinvolgente ma soprattutto per l'accompagnamento sul cantato e le variazioni sul ritornello.
Aerosmith - Walk This Way - Toys In The Attic - YouTube (http://www.youtube.com/watch?v=bKttENbsoyk)
Bene Ste, cercherò di attrezzarmi per pubblicare qualche file che possa essere di aiuto sui rivolti, che sono accordi che, senza dubbio in alcuni casi, usi già anche tu, ma non lo sai.
Per quanto riguarda il brano, non resta che tirarselo giù e farne tesoro.
A presto e un abbraccio,
ro
Ro sei un tesoro! :hug2:
Il brano infatti ho intenzione di tirarmelo giù e voglio farlo anche con altri pezzi che mi suscitano interesse proprio per la ritmica
Citazione di: Caligarock il 30 Dicembre, 2015, 10:25 PM
Citazione di: Moreno Viola il 29 Dicembre, 2015, 02:40 PM
Secondo me il problema non è tanto nella capacità di leggere o comprendere ad orecchio cosa fa il chitarrista che stiamo ascoltando, ma riuscire a comunicarlo alle nostre mani in modo da eseguirlo in modo fluido e di conseguenza "produrre" groove.
Su questo sono d'accordo e condivido.
Citazione di: Moreno Viola il 29 Dicembre, 2015, 02:40 PM
Immagino che per fare questo, siano relativamente importanti le nostre competenze di armonia e entrino in gioco invece caratteristiche come la coordinazione, ma anche la tendenza al movimento, che sono più legate alla danza.
Su questo sono un pò meno d'accordo. A parte il paragone con la danza che per me è un pochino azzardato ;D, mi sto convincendo che la conoscenza della teoria musicale serve e non poco per comprendere meglio l'aspetto ritmico, forse più che nella solistica.
Quello che intendo è che in entrambi i casi si ha bisogno di "interiorizzare" il ritmo per intervenire suonando o ballando in maniera armonica.
In un certo senso la stessa "Walk This Way" è un buon esempio di quello che volevo esprimere, perchè a mio parere ancora prima delle note che compongono le frasi, è particolarmente importante l'intenzione ritmica con la quale vengono suonate.
Certamente non volevo dire che per essere dei buoni musicisti, bisogna saper ballare ma sono piuttosto convinto che sia piuttosto appagante riuscire a far danzare chi ci ascolta, dove per danza intendo qualsiasi tipo di reazione che preveda un movimento.
Citazione di: Moreno Viola il 31 Dicembre, 2015, 12:37 AM
Citazione di: Caligarock il 30 Dicembre, 2015, 10:25 PM
Citazione di: Moreno Viola il 29 Dicembre, 2015, 02:40 PM
Secondo me il problema non è tanto nella capacità di leggere o comprendere ad orecchio cosa fa il chitarrista che stiamo ascoltando, ma riuscire a comunicarlo alle nostre mani in modo da eseguirlo in modo fluido e di conseguenza "produrre" groove.
Su questo sono d'accordo e condivido.
Citazione di: Moreno Viola il 29 Dicembre, 2015, 02:40 PM
Immagino che per fare questo, siano relativamente importanti le nostre competenze di armonia e entrino in gioco invece caratteristiche come la coordinazione, ma anche la tendenza al movimento, che sono più legate alla danza.
Su questo sono un pò meno d'accordo. A parte il paragone con la danza che per me è un pochino azzardato ;D, mi sto convincendo che la conoscenza della teoria musicale serve e non poco per comprendere meglio l'aspetto ritmico, forse più che nella solistica.
Quello che intendo è che in entrambi i casi si ha bisogno di "interiorizzare" il ritmo per intervenire suonando o ballando in maniera armonica.
In un certo senso la stessa "Walk This Way" è un buon esempio di quello che volevo esprimere, perchè a mio parere ancora prima delle note che compongono le frasi, è particolarmente importante l'intenzione ritmica con la quale vengono suonate.
Certamente non volevo dire che per essere dei buoni musicisti, bisogna saper ballare ma sono piuttosto convinto che sia piuttosto appagante riuscire a far danzare chi ci ascolta, dove per danza intendo qualsiasi tipo di reazione che preveda un movimento.
OK Moreno. È proprio ciò che intendevo nel post iniziale. Migliorarsi nell'accompagnamento per suscitare interesse in chi ci ascolta.
Le lezioni di danza le posso evitare allora? :occhiolino:
Citazione di: Caligarock il 31 Dicembre, 2015, 07:34 PM
Le lezioni di danza le posso evitare allora? :occhiolino:
Mica ci vorrai privare del piacere di vederti con il tutu' :etvoila:
Citazione di: Max Maz il 31 Dicembre, 2015, 07:35 PM
Citazione di: Caligarock il 31 Dicembre, 2015, 07:34 PM
Le lezioni di danza le posso evitare allora? :occhiolino:
Mica ci vorrai privare del piacere di vederti con il tutu' :etvoila:
:vomit:
Ciao Caliga
Mi permetto di intervenire in questo tuo topic in quanto ad un certo punto del mio percorso di chitarrista mi sono trovato ad affrontare il tuo stesso dilemma, ovvero perchè dare così importanza alla parte solista quando nel 99% del tempo in una band si eseguono delle parti ritmiche?
Ebbene a tal punto mi sono reso conto che la ritmica (quasi sempre sottovalutata dai chitarristi amatoriali come il sottoscritto) non è affatto più semplice o più banale della parte solista, anzi...
Ti riporto alcuni metodi che secondo me sono molto molto validi per lo sviluppo della parte ritmica:
Ross Bolton Funk guitar the essential guide: un must, questo sicuramente è uno dei metodi che maggiormente mi ha fatto progredire nella ritmica, anche se non suoni funk te lo consiglio vivamente.
Joachim Vogel Masters of rhythm guitar: Anche questo è un ottimo metodo anche se abbastanza tosto sopratutto nei capitoli avanzati.
I 2 metodi dedicati alla chitarra ritmica di Varini, molto bello sopratutto il secondo, puoi visionare dei video sample sul suo canale youtube
Spero possa esserti utile
Ciao
In ritardo intervengo. Innanzitutto hai ragione, la parte ritmica per un chitarrista è fondamentale e sottovalutata. Io purtroppo sono totalmente ignorante in teoria e quindi non so suggerirti un buon metodo se non, come è già stato detto di suonare le parti ritmiche più interessanti e provare a riprodurle. Distinguerei, come ha fatto già Rob, le diversi situazioni in cui la ritmica ha importanza; io suono in acustico con un trio voce, basso e chitarra e il tempo è portato soprattutto suonando accordi. Nel quartetto di blues elettrico (due chitarre, basso e batteria) si suonano soprattutto riff. Per non annoiare, e non annoiarti, è fondamentale l'interplay con gli altri strumenti e il giocare con pause e controtempi.
Buongiorno giovani!!!
Rispolvero questo topic appena scoperto per dire la mia su una questione a me molto cara, sperando di dar nel mio piccolo delle dritte a chi cerca una "via" da seguire nel meraviglioso mondo della chitarra ritmica ahahahah!!!
Sono un chitarrista quasi prettamente ritmico, un po' per gusto, un po' per indole (preferisco restare un po'in ombra ma curare ogni dettaglio spingendo il solista e il cantante... diciamo che, per far un esempio mi rivedo più in Malcom che in Angus Young).
Ecco...dopo questa piccola ma doverosa premessa, aggiungo che amo cercare sempre di scrivere miei riff e proporli alla band. Mi piace il lavoro di creazione, quella magia che si viene a creare PIANO PIANO nelle tue mani. Ecco, il mio approccio alla ritmica sicuramente non è ortodosso, ma mi muovo così: appena presa la chitarra, tiro giù un po di accordi o di note singole.
Appena una di queste solletica e stuzzica la mia mente, la scelgo e la suono...la suono all'infinito, girandola e rivoltandola nella ritmica. Appena trovato il groove giusto, ci aggiungo un'altra nota o un altro accordo, e così adesso suono e risuono questi due accordi per molto tempo, senza mai fermarmi, come un Mantra, cercando di trovare il giusto groove ed equilibrio ritmico.
Rare ma non poche sono le volte che aggiungo una o due note ancora, e su questi quattro elementi continuo a giocare e rigiocare, suonandoli solo ed esclusivamente pensando alla ritmica.
Quando questo mantra è entrato bene nella testa, e scorre bene nel sangue e nelle orecchie, può accadere che vengono inserite piccolissimi accenni di pentatonica tra un accordo e l'alto, quasi delle legature....anzi....dei legacci, delle corde che tengono tutto più 'insieme" e piu compatto.
Questo metodo, alla fine porta veramente ottimi risultati, e soprattutto fa conoscere a noi stessi il chitarrista, o comunque quel groove che ci appartiene e che poi contraddistingue ognuno di noi.
Grazie peppe :mypleasure:
Spero di esservi stato di aiuto con la mia esperienza!!! :guitar:
Sono felice che è ritornato fuori questo topic e soprattutto sono felice degli interventi che ci sono stati nel frattempo.
Grazie boyz! :thanks:
Sono curioso dei metodi indicati da erase_c, mi andrò a guardare qualcosa, in particolare quelli di Varini, che mi piace e mi ispira molto.
Dai vari interventi mi sembra di percepire però che, diversamente dalla chitarra solista dove esiste una abbondante metodologia ben precisa (scale armonia e quant'altro) lo sviluppo della tecnica chitarristica ritmica sia improntata su uno studio maggiormente basato sull'estro, sull'inventiva, sulla fantasia dell'esecutore. E questo pone secondo me una maggiore difficoltà.
Maggior difficoltà senza dubbio, ma posso assicurarti che affina anche l'estro e l'inventiva nei soli, la capacità di inserire del nostro in soli già famosi, fraseggi e altro, o anche nell'improvvisazione, proprio perche (parlo del mio modo di approcciarsi alla ritmica) la ricerca interiore del ritmo porta a una più forte consapevolezza di cosa ci piace e cosa non ci piace, di come ci piace suonare e come non ci piace suonare, di quello che ci piace inserire e di quello che togliamo e rimettiamo in base al nostro umore, senza "schemi" o moduli ritmici e solistici prestabiliti (lo so che sono poco ortodosso e questa mancanza di tecnica nella ritmica a qualcuno può far storcere il naso).
Citazione di: Peppe il 13 Settembre, 2016, 10:24 AM
Buongiorno giovani!!!
Rispolvero questo topic appena scoperto per dire la mia su una questione a me molto cara, sperando di dar nel mio piccolo delle dritte a chi cerca una "via" da seguire nel meraviglioso mondo della chitarra ritmica ahahahah!!!
Sono un chitarrista quasi prettamente ritmico, un po' per gusto, un po' per indole (preferisco restare un po'in ombra ma curare ogni dettaglio spingendo il solista e il cantante... diciamo che, per far un esempio mi rivedo più in Malcom che in Angus Young).
Ecco...dopo questa piccola ma doverosa premessa, aggiungo che amo cercare sempre di scrivere miei riff e proporli alla band. Mi piace il lavoro di creazione, quella magia che si viene a creare PIANO PIANO nelle tue mani. Ecco, il mio approccio alla ritmica sicuramente non è ortodosso, ma mi muovo così: appena presa la chitarra, tiro giù un po di accordi o di note singole.
Appena una di queste solletica e stuzzica la mia mente, la scelgo e la suono...la suono all'infinito, girandola e rivoltandola nella ritmica. Appena trovato il groove giusto, ci aggiungo un'altra nota o un altro accordo, e così adesso suono e risuono questi due accordi per molto tempo, senza mai fermarmi, come un Mantra, cercando di trovare il giusto groove ed equilibrio ritmico.
Rare ma non poche sono le volte che aggiungo una o due note ancora, e su questi quattro elementi continuo a giocare e rigiocare, suonandoli solo ed esclusivamente pensando alla ritmica.
Quando questo mantra è entrato bene nella testa, e scorre bene nel sangue e nelle orecchie, può accadere che vengono inserite piccolissimi accenni di pentatonica tra un accordo e l'alto, quasi delle legature....anzi....dei legacci, delle corde che tengono tutto più 'insieme" e piu compatto.
Questo metodo, alla fine porta veramente ottimi risultati, e soprattutto fa conoscere a noi stessi il chitarrista, o comunque quel groove che ci appartiene e che poi contraddistingue ognuno di noi.
In linea di massima concordo praticamente su tutto ed anche io ho un approccio molto 'poco ortodosso' allo studio sia della ritmica che solistica e sinceramente non mi ci trovo male,ho i miei tempi e metodi per capire le cose e credo che la consapevolezza su cosa si stia facendo,abbia una marcia in più.
a me la chitarra ritmica, soprattutto funky, mi ha da sempre affascinato molto più della solista :firuli: :firuli:
Mi rincuora non essere solo!!! :D Comunque più che prendersi il proprio tempo per capire cosa si stia facendo e soprattutto cosa e come si deve fare, direi che ognuno si prende il proprio tempo per perdersi nella ricerca di quello che si ha dentro, e non solo nella ricerca della nota perduta nello spartito/tabulato di chissà quale assolo
Citazione di: Peppe il 13 Settembre, 2016, 01:51 PM
... direi che ognuno si prende il proprio tempo per perdersi nella ricerca di quello che si ha dentro, e non solo nella ricerca della nota perduta nello spartito/tabulato di chissà quale assolo
Relativamente all'oggetto del topic, questo è più o meno quello che intendevo parlando di "danza interiore".
Bravo Peppe ! :goodpost:
Ahahah grazie grazie!!! Mi fa piacere che La mia piccola esperienza è condivisa da molti di voi!!! :thanks: :guitar:
Cito me stesso...so che non è elegante ma, non riesco a non essere d'accordo con me ;D
Citazione di: Elliott il 16 Luglio, 2016, 08:13 AM
c'è una abitudine alquanto diffusa di trascurare le parti di accompagnamento e/o ritmiche a favore delle melodie e dei soli.
"tutti si ricordano del chitarrista nel momento del solo ma, pochi notano che il chitarrista per 1/5 della canzone è protagonista ma per il resto...accompagna. Ed è in questi 4/5 che un chitarrista fa la differenza"
E come non darti ragione Elliott!!! :bravo2:
E nessuno si ricorda in nessun modo di quelli che cui non riesce bene ne l'uno ne l'altro. :facepalm2:
Ahahah ti assicuro che di chi non sa fare ne una cosa ne l'altra si ricordano molte più persone!!! :D
Ok, allora mi concentro sull'accompagnamento. ::)
Ci sono brani la cui chitarra ritmica è più difficile delle parti soliste.
Sono sempre stato ossessionato dal brano Single handed sailor dei Dire Straits. Ci sono tre o quattro strati di chitarra. Due ritmiche, una solista e forse una quarta che fa abbellimenti. Ho imparato la solista con un po' di pratica. Una delle due ritmiche è facile. Ma la seconda ritmica è tostissima e per me davvero intrigante.
Non ero mai riuscito a decifrarla quindi non potevo impararla. Solo ammirarla con gli ascolti in cuffia.
Ho finalmente beccato un video che la spiega lentamente, anche se richiede la tecnica particolare di Knopfler e quindi ci vuole un bel po' di pratica. Poi per farla come l'originale va molto più velocizzata.
Minuto 8,22.
@Donatello Nahi ho provato a cliccare su clip per andare direttamente alla parte ritmica che mi interessa, ma niente da fare. :D
Citazione di: robland il 27 Novembre, 2024, 09:24 PMCi sono brani la cui chitarra ritmica è più difficile delle parti soliste.
Sono sempre stato ossessionato dal brano Single handed sailor dei Dire Straits. Ci sono tre o quattro strati di chitarra. Due ritmiche, una solista e forse una quarta che fa abbellimenti. Ho imparato la solista con un po' di pratica. Una delle due ritmiche è facile. Ma la seconda ritmica è tostissima e per me davvero intrigante.
Non ero mai riuscito a decifrarla quindi non potevo impararla. Solo ammirarla con gli ascolti in cuffia.
Ho finalmente beccato un video che la spiega lentamente, anche se richiede la tecnica particolare di Knopfler e quindi ci vuole un bel po' di pratica. Poi per farla come l'originale va molto più velocizzata.
Minuto 8,22.
@Donatello Nahi ho provato a cliccare su clip per andare direttamente alla parte ritmica che mi interessa, ma niente da fare. :D
Mmm.... dunque, dopo aver selezionato il pulsante clip, si apre una schermata, in cui si assegna il titolo al video che si vuole creare ( tipo quello mio su Fanton 'voltagabbanismo') ... successivamente si preme condividi... poi io vengo qui e faccio incolla... vedi se ho beccato i minuti giusti che volevi mostrare
https://youtube.com/clip/UgkxJzHLfEmM5xED4LJiWj-lSR1pBX3KsAdF?si=h9w-qGXuQptaPwr7