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Quali scale?

Aperto da voodoo9, 19 Luglio, 2014, 02:12 AM

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Febius

Devi dire bravo al mio maestro allora  :D

In ogni caso, vedo che le idee per qualche fraseggio le ho, ma raramente, anzi diciamo pure che non mi vengono MAI quando sto suonando, anche perché lì per lì mi sto s-cervellando a pensare "ok in sto passaggio da E a Amaj7 ci sta bene uno slide sul G# che è la III di E e la.." come faccio anche a cantarmi qualcosa? Già mi fuma il cervello così..
Piuttosto quando sono in macchina che ascolto della musica, mi canticchio un possibile fraseggio, ma poi chi se lo ricorda più alla sera?!

La mia domanda era riguardo a come avete iniziato a improvvisare, diciamo, consapevolmente, io ti/vi ho detto qual è il mio metodo, anche se non molto appagante per ora, volevo sapere come eravate maturati voi nel campo dell'improvvisazione, così magari avete qualche consiglio utile per me  :reallygood:

Vu-meter

Da parte mia con lo studio e l'esercizio.

Esempio: quando canti un possibile fraseggio, registrati e , quando avrai tempo, rifallo alla chitarra.

Hai notato ciò che hai detto ?

Citazione

lì per lì mi sto s-cervellando a pensare "ok in sto passaggio da E a Amaj7 ci sta bene uno slide sul G# che è la III di E e la.." come faccio anche a cantarmi qualcosa? Già mi fuma il cervello così..



Questa deve essere la parte dello studio, quando poi improvviserai, non dovrai più pensare a questa cosa dovrà venirti semi-automatico, o quantomeno, dovrai essere velocissimo nel realizzarlo.

Hai presente quando parli ? Non pensi a dove mettere il verbo o il soggetto, le idee fluiscono da sè. Dietro c'è però un grande studio e tantissimo esercizio, ma che hai dimenticato. Per improvvisare consapevolmente è la stessa cosa.

Sappi che nella nostra Jamble School, la cosa è stata trattata proprio con dei video. Ti rimando a vedere qui :

Improvvisazione: le video lezioni di Jamble

Per partecipare , vedi il regolamento , sezione 6.



Fai un giro anche qui : http://www.jamble.it/improvvisazione-come-iniziare-ad-improvvisare-introduzione/


Vu :)
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Moreno Viola

Ribadisco che lo studio fornisce chiavi per aprire un mondo di creatività immenso e non è mia intenzione mettere in discussione questo.
Tra l'altro apprezzo in maniera particolare il parallelismo tra il suonare uno strumento e il parlato e comprendo in pieno cosa si intende quando li si mette in relazione.
Mi trovo però un po' in disaccordo su alcune considerazioni, ad esempio:

Citazione di: Vu-meter il 24 Luglio, 2014, 03:41 PM
Hai presente quando parli ? Non pensi a dove mettere il verbo o il soggetto, le idee fluiscono da sè. Dietro c'è però un grande studio e tantissimo esercizio, ma che hai dimenticato. Per improvvisare consapevolmente è la stessa cosa.

Non credo sia esattamente così; i bambini iniziano il loro percorso scolastico per imparare a leggere e scrivere (oltre a molte altre cose), ma fortunatamente parlano già più o meno bene da un pezzo e semmai la scuola può migliorarli e dargli una consapevolezza del mezzo che gli permetterà di esprimersi con un linguaggio più articolato e "colto".
Secondo me può accadere la stessa cosa quando si impara uno strumento e se si assorbono molte informazioni da piccoli è probabile che l'apprendimento della grammatica possa essere meno difficoltosa anche se si affrontano linguaggi divesi come il Jazz, rispetto a dover partire da zero qualche anno dopo.
Noi non parliamo perchè abbiamo studiato, ma perchè abbiamo necessità di comunicare. Studiare ci offre altre opportunità che magari da soli non avremmo mai scoperto, ampliando il nostro vocabolario e migliorando la forma.
A questo punto però arriva la fase più difficile, quando la tentazione di usare il "vocabolo" ricercato diventa più importante di quello che vogliamo comunicare e allora spunta il lick alla Satriani, alla Gambale e chi più ne ha più ne metta in contesti dove magari servirebbe essere più sintetici e immediati.
E in questa direzione quoto in pieno la scelta di Febius di lasciare da parte i licks per cercare di "parlare" con le proprie parole e il proprio stile.

Non vorrei apparire presuntuoso anche perchè sono l'ultimo che ha qualcosa da insegnare ma il ruolo della musica come forma di comunicazione e il suo parallelismo con il parlato sono argomenti che mi affascinano molto e mi fanno diventare insopportabilmente logorroico e come al solito sono sul filo dell'off topic.  :laughing:
Pardon...
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


zap

...e devo dire che il compare Moreno ha detto cose giuste,facendo il paragone con il linguaggio dei bambini.
Citazionee allora spunta il lick alla Satriana, alla Gambale e chi più ne ha più ne metta in contesti dove magari servirebbe essere più sintetici e immediati.
E in questa direzione quoto in pieno la scelta di Febius di lasciare da parte i licks per cercare di "parlare" con le proprie parole e il proprio stile.
...e qui invece ti 'abbatto' proprio le mani,non ho mai imparato licks preconfezionati,ma ho sempre cercato di crearli da solo senza andare a studiarli.

Vu-meter

Citazione di: Moreno Viola il 24 Luglio, 2014, 11:07 PM
Ribadisco che lo studio fornisce chiavi per aprire un mondo di creatività immenso e non è mia intenzione mettere in discussione questo.
Tra l'altro apprezzo in maniera particolare il parallelismo tra il suonare uno strumento e il parlato e comprendo in pieno cosa si intende quando li si mette in relazione.
Mi trovo però un po' in disaccordo su alcune considerazioni, ad esempio:

Citazione di: Vu-meter il 24 Luglio, 2014, 03:41 PM
Hai presente quando parli ? Non pensi a dove mettere il verbo o il soggetto, le idee fluiscono da sè. Dietro c'è però un grande studio e tantissimo esercizio, ma che hai dimenticato. Per improvvisare consapevolmente è la stessa cosa.

Non credo sia esattamente così; i bambini iniziano il loro percorso scolastico per imparare a leggere e scrivere (oltre a molte altre cose), ma fortunatamente parlano già più o meno bene da un pezzo e semmai la scuola può migliorarli e dargli una consapevolezza del mezzo che gli permetterà di esprimersi con un linguaggio più articolato e "colto".
Secondo me può accadere la stessa cosa quando si impara uno strumento e se si assorbono molte informazioni da piccoli è probabile che l'apprendimento della grammatica possa essere meno difficoltosa anche se si affrontano linguaggi divesi come il Jazz, rispetto a dover partire da zero qualche anno dopo.
Noi non parliamo perchè abbiamo studiato, ma perchè abbiamo necessità di comunicare. Studiare ci offre altre opportunità che magari da soli non avremmo mai scoperto, ampliando il nostro vocabolario e migliorando la forma.
A questo punto però arriva la fase più difficile, quando la tentazione di usare il "vocabolo" ricercato diventa più importante di quello che vogliamo comunicare e allora spunta il lick alla Satriani, alla Gambale e chi più ne ha più ne metta in contesti dove magari servirebbe essere più sintetici e immediati.
E in questa direzione quoto in pieno la scelta di Febius di lasciare da parte i licks per cercare di "parlare" con le proprie parole e il proprio stile.

Non vorrei apparire presuntuoso anche perchè sono l'ultimo che ha qualcosa da insegnare ma il ruolo della musica come forma di comunicazione e il suo parallelismo con il parlato sono argomenti che mi affascinano molto e mi fanno diventare insopportabilmente logorroico e come al solito sono sul filo dell'off topic.  :laughing:
Pardon...


Al contrario, Moreno .. mi trovi d'accordissimo !!!  :mypleasure:

E' del tutto vero ciò che dici ed il tuo esempio è assolutamente calzante ( l'ho usato anche io in altre occasioni  :hug2: ).

Però senza la scuola e senza uno studio più "dotto" non saresti mai riuscito ad esprimere pienamente e fluentemente le tue idee. Nello "studio" dobbiamo metterci anche la vicinanza ed il confronto con gli altri e con gli strumenti che abbiamo a disposizione.
Facciamo un esempio: un agricoltore disperso nella più selvaggia delle brughiere che ha potuto fare solo pochi giorni di scuola, come si esprimerà? malissimo.. e ogni tanto capita di sentirli. Non riesce a trovare le parole giuste per articolare un discorso ben fatto, anche quando le idee le avrebbe. Mia madre ha fatto pochi giorni di scuola anche lei, ma poi ha avuto un avita piena: ha letto tantissimo, si è informata, è stata in mezzo ad altri ed ha carpito modi di dire, parole più "importanti" che non conosceva, ecc.. Se senti parlare mia madre sembra una normale persona quantomeno diplomata.
E' la stessa cosa per tutto ciò che conosciamo poco: io non conosco il francese se non poche parole. Come faccio a descrivere ciò che sto pensando in francese ? Impossibile. Finchè si tratta di chiedere che ore sono forse ce la farei, ma se si tratta di tenere una conversazione su dei sistemi di lavorazione, sarebbe impossibile per me riuscire ad esprimermi.

Quindi nello studio sono presenti tante cose : il suonare con gli altri, il soffiargli qualche idea, tantissimo ascolto ( questa è la prima cosa ) e tanti tentativi ed esercizi.

Chi inizia a suonare spesso lo fa ad orecchio, proprio come il bimbo che parla ad orecchio. Però, quando vuole complicare il suo linguaggio, è costretto, oltre ad ascoltare altri più "forbiti" ad andare  a vedere sul vocabolario cosa voleva dire "quello là" quando ha detto "palindromo".
Questo è lo studio. Abbiamo portato esempi letterali, ma con la musica non è molto diverso: sento una cosa che mi piace ma che non so cos'è, che faccio ? Cerco di tirarla giù ad orecchio e poi analizzo: ma che scala è ? L'ha usata su questo accordo proprio perchè dà questo strano sapore ? Ecc...

La cosa straordinaria della musica è che va oltre le regole del normale linguaggio; così che se dico : "io ieri, no la montagna; le suole del cane con il bicchiere pulito" , non ho detto niente. Nessuno mi può capire e chi legge o ascolta è già lì con il telefonino in mano a chiamare la neuro.  :eheheh:

E in musica ?
Esercizio banale di "termini impropri" applicati a contesti apparentemente errati:
Suona un accordo di Do maggiore e poi suonaci una scala modale di Do Frigia. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Olè !  :yeepy:

Adesso prova la stessa scala modale Frigia sull'accordo di settima. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Salàm !

Questo esercizio io lo chiamo "globetrotter" . :eheheh:


Insomma, secondo me alla fine diciamo le stesse cose ...  :eheheh:


Vu :)
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Febius

Citazione di: Vu-meter il 25 Luglio, 2014, 09:30 AM
Esercizio banale di "termini impropri" applicati a contesti apparentemente errati:
Suona un accordo di Do maggiore e poi suonaci una scala modale di Do Frigia. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Olè !  :yeepy:

Adesso prova la stessa scala modale Frigia sull'accordo di settima. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Sal?m !

Questo esercizio io lo chiamo "globetrotter" . :eheheh:

Ehi ehi!! Piano con sti esempi che qua c'è gente che poi non ci dorme la notte!!  ;D
In teoria "non" si potrebbe fare, perà provo ad abbozzare un'analisi, poi magari mi becco una mega infamata:

Caso 1.
secondo me, in teoria, lasciando perdere la 2a e la 6a minore del frigio che tanto non sono nell'accordo a 3 voci di Do maggiore, la nota fuori sarà solo la 3a che mettendola minore su un accordo maggiore darà un sapore blues, quindi il "non si può fare" dipende dal contesto.

Caso 2.
idem, però su un accordo di settima è molto meglio, perché hai la 7a minore (che stavolta è "in") in più da sfruttare e non più da usare principalmente come nota di passaggio.

In pratica in entrambi i casi stai suonando una penta 5 ( una penta minore) con l'aggiunta della 2a e della 6a minore, su un accordo con la 3a maggiore. In alcuni contesti ci sta benissimo, in altri magari è veramente sbagliato da mettere.

Perché si chiama globetrotter?

Vu-meter

Citazione di: Febius il 25 Luglio, 2014, 10:17 AM

Ehi ehi!! Piano con sti esempi che qua c'è gente che poi non ci dorme la notte!!  ;D
In teoria "non" si potrebbe fare, perà provo ad abbozzare un'analisi, poi magari mi becco una mega infamata:

Caso 1.
secondo me, in teoria, lasciando perdere la 2a e la 6a minore del frigio che tanto non sono nell'accordo a 3 voci di Do maggiore, la nota fuori sarà solo la 3a che mettendola minore su un accordo maggiore darà un sapore blues, quindi il "non si può fare" dipende dal contesto.

Caso 2.
idem, però su un accordo di settima è molto meglio, perché hai la 7a minore (che stavolta è "in") in più da sfruttare e non più da usare principalmente come nota di passaggio.

In pratica in entrambi i casi stai suonando una penta 5 ( una penta minore) con l'aggiunta della 2a e della 6a minore, su un accordo con la 3a maggiore. In alcuni contesti ci sta benissimo, in altri magari è veramente sbagliato da mettere.




:eheheh:  Che carino, Febius !  :abbraccio:

Uh .. no, no .. :nono: .. devi proprio suonarle tutte; anzi, insisti sulla seconda minore del Frigio, in particolare risolvendo sulla tonica ed in particolare sull'accordo Maggiore. Provare per credere  ... e senza nessuna infamata !  :-*

Citazione di: Febius il 25 Luglio, 2014, 10:17 AM

Perché si chiama globetrotter?


Non lo saprai finchè non lo farai ...  :hey_hey:

Non è per cattiveria che non ti svelo questa cosa, ma per non bruciarti la sorpresa !  :abbraccio:


Dai, prova !!  :cheer:
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Moreno Viola

Concordo anche io Vu sul fatto che stiamo fondamentalmente dicendo le stesse cose, ma l'utilizzo della parola studio può essere fuorviante, perchè mentre tu ne dai un'interpretazione concettualmente ampia, che tiene conto dell'ascolto e del suonare con gli altri e che condivido in pieno, per molti significa esclusivamente piegarsi a testa bassa sui libri e imparare meccanicamenti degli schemi, un approccio che ovviamente in una pratica creativa e che ha a che fare con la comunicazione può soltanto essere limitante.

Citazione di: Vu-meter il 25 Luglio, 2014, 09:30 AM

La cosa straordinaria della musica è che va oltre le regole del normale linguaggio; così che se dico : "io ieri, no la montagna; le suole del cane con il bicchiere pulito" , non ho detto niente. Nessuno mi può capire e chi legge o ascolta è già lì con il telefonino in mano a chiamare la neuro.  :eheheh:

E in musica ?
Esercizio banale di "termini impropri" applicati a contesti apparentemente errati:
Suona un accordo di Do maggiore e poi suonaci una scala modale di Do Frigia. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Olè !  :yeepy:

Adesso prova la stessa scala modale Frigia sull'accordo di settima. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Salàm !

Questo esercizio io lo chiamo "globetrotter" . :eheheh:


Insomma, secondo me alla fine diciamo le stesse cose ...  :eheheh:


Vu :)

Mannaggia Vu tentatore! Riesco a ritagliarmi a malapena una mezz'oretta alla sera per suonare (si fa per dire) e tu mi stimoli con questi enigmi?
Stasera ci provo. e poi ti dico.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


Road2k

Che enigma..... vediamo se ci arrivo!!!! Prendo la scala lunga!!!! :D
"....c'è una ragione per aprire gli occhi sin dal primo mattino. Nella vita ci vogliono onestà, coerenza, professionalità, gentilezza, compassione, onore, decoro, riguardo, senso comune, orgoglio, responsabilità. Amore, fede e lealtà alla famiglia. Mettete più gioia e dedizione in ciò che fate. Ballate, ballate, ballate!"

The Heart Stoppin', Pants Droppin', Earth Shockin', Hard Rockin', Booty Shakin', Love Makin', Viagra Takin', History Makin', LEGENDARY E STREET BAND!

Well, I got this guitar and I learned how to make it talk

"Il distorsore è un RAT mentre l'ov

Moreno Viola

Citazione di: Road2k il 25 Luglio, 2014, 01:33 PM
Che enigma..... vediamo se ci arrivo!!!! Prendo la scala lunga!!!! :D

Road mi sa che ci tocca attaccare anche la prolunga!  :laughing:
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


Vu-meter

Citazione di: Moreno Viola il 25 Luglio, 2014, 12:35 PM

Concordo anche io Vu sul fatto che stiamo fondamentalmente dicendo le stesse cose, ma l'utilizzo della parola studio può essere fuorviante, perchè mentre tu ne dai un'interpretazione concettualmente ampia, che tiene conto dell'ascolto e del suonare con gli altri e che condivido in pieno, per molti significa esclusivamente piegarsi a testa bassa sui libri e imparare meccanicamenti degli schemi, un approccio che ovviamente in una pratica creativa e che ha a che fare con la comunicazione può soltanto essere limitante.


Ho sempre pensato allo studio in senso più "ampio" e devo chiedere scusa perchè ho dato per scontato che nel termine "studio" tutti noi ci inserissimo gli stessi concetti.

Da giovanissimo lessi un'intervista a George Benson dove, per rispondere alla domanda :

"Quale è il suo metodo di studio, come ha imparato a suonare la chitarra così bene?"

rispose :

"Ho suonato per dieci anni jazz con centinaia di musicisti." ( o qualcosa del genere )


Da allora non ho mai più inteso lo "studio" come qualcosa necessariamente abbinato ad un libro di testo .. Certo, ci può e ci deve essere anche quello, ma lo vedo in modo più ampio:

secondo me lo "studio" è una condizione mentale.

Potrei studiare perfino alle prove del gruppo, se ciò che la mia mente fosse impegnata a fare è IMPARARE qualcosa.
Certo, trovo più utile imparare le "leggi" che governano le cose anzichè le cose in sè, perchè compresi i meccanismi, poi posso gestirli ..


Citazione di: Moreno Viola il 25 Luglio, 2014, 12:35 PM

Mannaggia Vu tentatore! Riesco a ritagliarmi a malapena una mezz'oretta alla sera per suonare (si fa per dire) e tu mi stimoli con questi enigmi?
Stasera ci provo. e poi ti dico.




Dai, dai !!  :cheer:



Citazione di: Road2k il 25 Luglio, 2014, 01:33 PM
Che enigma..... vediamo se ci arrivo!!!! Prendo la scala lunga!!!! :D


Forza Road !!  :cheer:
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Moreno Viola

Citazione di: Vu-meter il 25 Luglio, 2014, 09:30 AM
E in musica ?
Esercizio banale di "termini impropri" applicati a contesti apparentemente errati:
Suona un accordo di Do maggiore e poi suonaci una scala modale di Do Frigia. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Olè !  :yeepy:

Adesso prova la stessa scala modale Frigia sull'accordo di settima. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Salàm !

Questo esercizio io lo chiamo "globetrotter" . :eheheh:


Insomma, secondo me alla fine diciamo le stesse cose ...  :eheheh:


Vu :)

Ho fatto qualche tentativo, anche se devo ammettere che un po' avevo capito dove volevi andare a parare e quegli "Olè" e "Salam" li ho colti come un suggerimento.  ;D
Devo dire che a occhio la scala frigia di Do e l'accordo di Do maggiore non si guardano neppure, pero è altrettanto vero che la frigia di Do e la triade Do/Mi/Sol hanno in realtà solo quel Mib che sembra cozzare vistosamente e in realtà suonando la scala sull'accordo effettivamente viene fuori quel sapore iberico che immagino volessi farci scoprire.
Con l'altro esercizio "guadagniamo" addirittura una nota consonante in più, il Sib che apparentemente rende tutto più "dentro" e infatti ad orecchio non mi sembra quella la nota che caratterizza il modo, però la sovrapposizione di accordo di 7 e scala frigia restituisce sapori arabeggianti soprattutto nelle prime note della scala.
Se ho compreso lo scopo del tuo esercizio e sopratutto se le mie conclusioni sono esatte, ci sarebbero da recuperare alcune discussioni di un paio di anni fa (sono già passati quasi due anni...) nelle quali affrontammo proprio un discorso sulla modalità e l'uso inconsapevole che ne fanno popoli di etnie diverse dalla nostra.
E già che ci sono provo anche a dare una motivazione al nome che hai dato all'esercizio. La modalità se usata correttamente può permetterci di visitare luoghi diversi in giro per il mondo proprio come fossimo dei globetrotters.
Dai c'è da dire che la fantasia non mi manca.  :lol:
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


Vu-meter

Citazione di: Moreno Viola il 25 Luglio, 2014, 10:36 PM
Citazione di: Vu-meter il 25 Luglio, 2014, 09:30 AM
E in musica ?
Esercizio banale di "termini impropri" applicati a contesti apparentemente errati:
Suona un accordo di Do maggiore e poi suonaci una scala modale di Do Frigia. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Olè !  :yeepy:

Adesso prova la stessa scala modale Frigia sull'accordo di settima. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Salàm !

Questo esercizio io lo chiamo "globetrotter" . :eheheh:


Insomma, secondo me alla fine diciamo le stesse cose ...  :eheheh:


Vu :)

Ho fatto qualche tentativo, anche se devo ammettere che un po' avevo capito dove volevi andare a parare e quegli "Olè" e "Salam" li ho colti come un suggerimento.  ;D
Devo dire che a occhio la scala frigia di Do e l'accordo di Do maggiore non si guardano neppure, pero è altrettanto vero che la frigia di Do e la triade Do/Mi/Sol hanno in realtà solo quel Mib che sembra cozzare vistosamente e in realtà suonando la scala sull'accordo effettivamente viene fuori quel sapore iberico che immagino volessi farci scoprire.
Con l'altro esercizio "guadagniamo" addirittura una nota consonante in più, il Sib che apparentemente rende tutto più "dentro" e infatti ad orecchio non mi sembra quella la nota che caratterizza il modo, però la sovrapposizione di accordo di 7 e scala frigia restituisce sapori arabeggianti soprattutto nelle prime note della scala.
Se ho compreso lo scopo del tuo esercizio e sopratutto se le mie conclusioni sono esatte, ci sarebbero da recuperare alcune discussioni di un paio di anni fa (sono già passati quasi due anni...) nelle quali affrontammo proprio un discorso sulla modalità e l'uso inconsapevole che ne fanno popoli di etnie diverse dalla nostra.
E già che ci sono provo anche a dare una motivazione al nome che hai dato all'esercizio. La modalità se usata correttamente può permetterci di visitare luoghi diversi in giro per il mondo proprio come fossimo dei globetrotters.
Dai c'è da dire che la fantasia non mi manca.  :lol:


Mio caro amico, hai azzeccato...... TUTTO !!!  :bravo2: :bravo2: :bravo2:

L'esercizio arriva a due scopi ( spero ) :  oltre che per farci prendere confidenza con il suono dei modi ( che già di per sè non è poco ), è anche un sistema che ci permette di capire come le nostre regole armoniche ( che si stringono sempre più, per altro ) NON sono 'la verità' o 'l'unica possibilità'; tanto meno 'la più bella'.
Dipende dalla cultura, dal linguaggio musicale e da molto altro. Quelle che da noi sono bestialità, sono la base per altri linguaggi musicali.

Non c'è nè 'giusto' , nè 'sbagliato' .. c'è soltanto mi 'interessa o piace' o 'non interessa o piace' ( spesso dettato più dall'abitudine degli ascolti che da altro ).

Prova a dirlo ad un fondamentalista della tonalità, tanto popolosi nei forum, di applicare un Frigio ad un accordo Maggiore e vedrai ..  :eheheh:


Consiglio finale :

provare tutte le scale modali greche su tutti i tipi di accordi che vi sovvengono ( sto preparando un topic sui tipi di accordi dove li vedremo nel dettaglio ) e ascoltate. Non dico che tutti vi piaceranno o vi serviranno, ma forse alcuni di questi potreste integrarli nelle vostre improvvisazioni, per dar vita a quelle tensioni che potrebbero arricchire il vostro fraseggio.


Olè !! No, cioè .. Salam !! ... Insomma : buon divertimento !


Vu :)


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Moreno Viola

Grazie Vu.

Quanto è applicabile però il concetto ad una formazione chitarra/basso/batteria?

Mi spiego meglio: se io dico al bassista di suonare un accordo di do maggiore, probabilmente per inclinazione comincerà ad improvvisare sulla scala di do maggiore.

Se io invece mi lanciassi nel tentativo di dare quel sapore iberico che deriva dalla sovrapposizione della scala frigia di Do sull'accordo di Do maggiore, o meglio sulla scala suonata dal basso, così a naso direi che verrebbe fuori un pasticcio tutt'altro che armonioso.

In quel caso sarebbe giusto restringere l'improvvisazione del basso alle sole note della triade di Do maggiore, con al massimo un'unica licenza per l'utilizzo del quarto grado, il Fa condiviso da entrambe le scale?
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


Vu-meter

Citazione di: Moreno Viola il 27 Luglio, 2014, 12:33 PM
Grazie Vu.

Quanto è applicabile però il concetto ad una formazione chitarra/basso/batteria?

Mi spiego meglio: se io dico al bassista di suonare un accordo di do maggiore, probabilmente per inclinazione comincerà ad improvvisare sulla scala di do maggiore.

Se io invece mi lanciassi nel tentativo di dare quel sapore iberico che deriva dalla sovrapposizione della scala frigia di Do sull'accordo di Do maggiore, o meglio sulla scala suonata dal basso, così a naso direi che verrebbe fuori un pasticcio tutt'altro che armonioso.

In quel caso sarebbe giusto restringere l'improvvisazione del basso alle sole note della triade di Do maggiore, con al massimo un'unica licenza per l'utilizzo del quarto grado, il Fa condiviso da entrambe le scale?

A meno che tu non faccia del free jazz, improvvisare in due nel medesimo momento, sarebbe meglio evitare ..  :eheheh:

Meglio per il bassista rendere l'accordo di DO maggiore con arpeggi o giri carini sulla triade senza esporsi troppo , poi magari verrà il suo momento in cui tu gli starai sotto con un bel DO maggiore e lui si divertirà .. Io eviterei anche il quarto grado, altrimenti non avresti lo stesso effetto.. Il quarto grado come tutti sappiamo è un po' fetente e tende ad accentrare l'attenzione su di se...  potrebbe sembrare che la tonalità si sposti in Fa, modificando il sapore "flamencoso" che invece ti dà la pura triade ..

Certo, un bell'aiuto potrebbe dartelo un altro chitarraio o un pianista .. ma se si è in trio, meglio ruotare intorno alla triade, se si vuole mantenere il sapore.


Vu :)
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