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Didattica => Scale, Accordi & Improvvisazione => Discussione aperta da: voodoo9 il 19 Luglio, 2014, 02:12 AM

Titolo: Quali scale?
Inserito da: voodoo9 il 19 Luglio, 2014, 02:12 AM
Salve a tutti, sono un chitarrista ed ho sempre suonato ad orecchio, senza sapere cosa faccio. Non ho mai imparato alcuna scala, eppure sono molti anni che suono e ho acquisito una cerca manualità. Venendo a contatto con il jazz ho imparato molti nuovi accordi, il problema sorge quando improvviso, il mio fraseggio non mi soddisfa, sento che ha proprio qualcosa in meno rispetto a quelli che lo sanno fare. Diciamo che sono sempre stato convinto che tutti questi discorsi sulle scale e sulle note "limitino" un po e non servano quanto il sentire ciò che fai, io sono arrivato al punto nel quale immagino una melodia e la faccio alla chitarra, senza conoscere scale o arpeggi a memoria. ho capito, l'inghippo sta nel fatto che (se riesco a esprimermi) chi lo sa fare usa cose molto più "specifiche" e funzionali sull'accordo di fondo. Non conoscendo la musica (non voglio mettermi a studiare musica, dovrei partire davvero da zero) i miei dubbi sono su che scale usare su quali accordi, come riconoscere un accordo e come scegliere la scala o le note da usare sopra. E' davvero fondamentale imparare scale e roba varia per poter suonare bene? O è una cosa che viene dopo il suonare bene, per completare? Chiedo a voi qualche dritta in quanto mi sento un po perso, non so cosa imparare prima e che esercizi fare, internet è un infinita risorsa ma mi servirebbe qualche linea guida. Grazie in anticipo
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: zap il 19 Luglio, 2014, 07:21 AM
Ciao Sack,secondo me devi imparare come si costruisce un accordo usando le scale o meglio le diteggiature dei modi,misolidio,dorico,eolio etc.
Se hai un orecchio bello sviluppato e non tutti i musicisti che si buttano subito sulla teoria ce l'hanno,diventi un bravo musicista comunque.
Quindi,suonare ad orecchio non è 'il male'.
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 19 Luglio, 2014, 10:40 AM
 :goodpost:

Questo è un gran bel post, che ci dà modo di affrontare un argomento spinoso e che sta a cuore a molti : lo studio.
E' obbligatorio ? Cosa devo studiare ? Come ? Perchè ?

Cercherò di rispondere in base all'esperienza, il che significa che non è legge, ci mancherebbe, ma solo ciò che personalmente ho riscontrato nel tempo sia come chitarrista che come insegnante di chitarra/armonia/musica.

La musica in termini generali è qualcosa di istintivo, qualcosa che si basa soprattutto su ciò che si ascolta. Già decine di volte abbiamo fatto il paragone tra lingua parlata e musica e di come il bambino impari la lingua di ciò che sostanzialmente si parla in casa. Mia moglie non conosce dialetti , pur essendo cresciuta a pochi km da me, perchè in casa sua non si parlavano. Io conosco il dialetto della mia zona unicamente perchè in casa mia si parlava ).
Detto questo e quindi capita l'importanza dell'ascolto, c'è anche da dire che se non fossimo mai andati a scuola e non avessimo imparato le tecniche, le pronunce corrette, le coniugazioni dei verbi, le regole grammaticali e logiche, non avremmo mai parlato così bene.
E' vero che esprimersi è istintivo, ma è altrettanto vero che la conoscenza è per il nostro vantaggio.

Ora, moltissimi tirano in ballo presunti "ignoranti" musicali che sono diventati dei musicisti storici ( il più tirato in ballo è Hendrix ) additandoli come esempi del "ce la posso fare anche io" , ma questo è un ragionamento sbagliato, perchè sarebbe come se io tirassi in ballo il Caravaggio per dire che anche io posso dipingere così. Molto semplicemente, cedo ad una illusione che si rivela FALSA.
Ammesso e non concesso che Hendrix ( o chi per lui ) fosse ignorante ( ci sarebbe da aprire un altro topic solo su questo ) , la domanda che faccio a chi mi è davanti di solito è : " .. e tu sei Hendrix? " .
E' cattiva come domanda, non lo nego, ma immediatamente porta a ragionare sulle proprie effettive capacità e talenti.

Lo studio va visto per quello che è : UN VANTAGGIO.

A prescindere dal mio talento di comporre e di improvvisare anche senza nozioni, la conoscenza non spegnerà la mia creatività, SFATIAMO QUESTO MITO.

Ora, proiettiamoci per un attimo con la fantasia ad un presunto incontro Hendrix ed il suo insegnante e ascoltiamo cosa si dicono . Siamo in una stanzetta con i muri scrostati, nei bassifondi qualche parte del mondo non identificata. AL centro della stanza pende una lampadina priva di lampadario, che getta ombre lunghe e marcate di tutto ciò che gli sta intorno.. una specie di sala per gli interrogatori. Su una sedia, Hendrix con la sua Strato bianca in mano, sull'altra ( ma non lo vediamo perchè resta nell'oscurità ) il suo potenziale insegnante.

Pronti?

Insegnante: "Bello quel ritmo che fai, non so proprio come ti vengano certe cose, sei bravissimo. Me lo fai risentire ?"

Hendrix : "Certo". Dum dum sdrang, dum dum sdrang ...

Insegnante : "Davvero rivoluzionario. Grande carica. Ti mette in moto la voglia di contorcere il corpo. Bravo ! Sai qual'è l'accordo che fai?"

Hendrix: "No, non ne ho idea. Ho messo le mani così a caso e mi piaceva."

Insegnante: "E' un Mi7/9#."

Hendrix : "Non lo sapevo. Cosa significa?"

Insegnante : "Significa che hai preso un Mi maggiore, gli hai aggiunto la settima e poi anche la nona aumentata, cioè diesis. Questo ha dato vita a quel particolare suono che senti, un po' sospeso, ma compiuto, un po' invadente, che chiede di risolvere altrove, ma anche stabile in sè stesso. Davvero bello, non trovi?"

Hendrix: "Sì, a me è piaciuto subito."

Insegnante : "Sai quali scale puoi suonarci sopra a questo accordo?"

Hendrix : "No, io ci suono la pentatonica di Mi, così ad istinto e mi piace."

Insegnante "E puoi continuare a farlo, tu lo fai davvero splendidamente. Però sappi che su quell'accordo puoi suonare anche altre scale come il Mi misolidio oppure il Mi Frigio, in base alle sensazioni che vuoi comunicare."

Hendrix : "Io voglio comunicare la rabbia nera del blues, la tristezza dei campi di cotone, ma anche il ritmo del rock e il senso di rivoluzione e cambiamento che questo porta".

Insegnante: "Puoi farlo con la pentatonica come hai fatto fino ad ora, oppure integrando altre possibilità a tuo piacimento e scelta. Io ti faccio l'accordo sotto, tu prova a farci un Mi misolidio sopra."


Drang drang drang .. tin tin tin ..



Possibili fini della storiella.

Fine A:

Insegnante: "Hai sentito come ci sta bene? "
Hendrix : "Ma no, perchè me lo hai fatto sentire e mi hai dato istruzioni e nomenclature, ora non so più suonare, mannaggia a te ! Adesso che so che si chiama Mi7/9# e che ci sono altre scale possibili, ho perduto ogni creatività, la gioia di suonare e la mia vita non ha più senso. Che tu sia maledetto. "


Fine B:

Insegnante: "Hai sentito come ci sta bene ? "
Hendrix : "Devo dire che devo prenderci un po' confidenza, ma adesso ho più colori da poter usare. Ho mille nuove idee in mente."

Fine C:

Insegnante: "Hai sentito come ci sta bene ? "
Hendrix : "Devo dire che ci sta bene, ma continua di più a piacermi il suono grezzo della pentatonica. Grazie comunque, almeno ho potuto scegliere."



Non si tratta di scegliere la fine che ci piace di più o che ci fa più sorridere. Se siamo onesti, la fine A non è plausibile affatto. La B e la C sono entrambi possibili, ma nessuna delle due comprometterà la creatività del nostro studente.



Ora: quando si improvvisa, si "tira fuori dal cappello" ciò che ci abbiamo messo dentro. Se io ho fatto mia la pentatonica, la conosco bene, l'ho assimilata e "fa parte del mio vocabolario", la userò egregiamente MA non portò mai tirarci fuori qualcosa che la pura pentatonica non ha. Le sfumature dei modi e delle scale maggiori, ad esempio. Se la cosa non mi interessa, il mio studio può fermarsi qui, ma se io voglio invece avere quelle sfumature per poterle sfruttare , come faccio? C'è un unico modo: anche quelle devono far parte del mio bagaglio culturale e del mio linguaggio. Come? Con l'ascolto degli altri che le usano unito necessariamente allo studio di ciò che fanno, perchè lo fanno, come lo fanno, quando lo fanno. NON CI SONO SCORCIATOIE, devo per forza studiare.


Può sembrare che il mio post sia 'in negativo', al contrario , vorrei lasciarti con qualcosa di positivo.
Io studio da tutta la vita, ma non solo musica, tantissimi altri argomenti dallo scientifico al religioso, dal filosofico al letterario.
Tu dirai : "beato te, ti piace studiare. "

No.

Mi piace IMPARARE E SAPERE.

Questo è il motto che insegno sempre a tutti i miei studenti ( musicali e non ) : "Non mi piace studiare, mi piace imparare e sapere."


Se riuscirai a concentrarti su questo, lo studio scivolerà via senza che te ne accorgi e le ore spese a studiare diverranno secondi ..


Forza, puoi farcela, te lo assicuro.


A questo proposito è stata aperta la Jamble School, proprio per dare spunti di studio e motivazioni nuove a chi le va cercando.
Premettendo che al momento non è certo stracolma, ma ha già argomenti base da cui poter partire,  se può interessarti, ti invito a guardare  il video che trovi qui, che è una preview degli argomenti della nostra scuola e dà le indicazioni di come poter partecipare ai nostri per-corsi.

Improvvisazione : le Videolezioni di Jamble - Scale, Accordi & Improvvisazione - (http://forum.jamble.it/scale-accordi-improvvisazione/videolezioni-di-jamble-improvvisazione/)

Buona visione e buona lettura e ... scusate la lungaggine !  :sorry:


Vu :)
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 19 Luglio, 2014, 10:44 AM
Un'altra cosa che potresti vedere ( ok, il video è stato fatto per altri motivi, ma lo si può applicare anche alla tua domanda ) è qui :

Il suono del Jazz: il linguaggio - Chitarra Elettrica - (http://forum.jamble.it/chitarra-elettrica/il-suono-del-jazz-il-linguaggio/)



Inoltre, l'argomento, in senso diretto o trasversale è stato trattato molte altre volte, ad esempio qui :


http://forum.jamble.it/scale-accordi-improvvisazione/improvvisazione-un-po-di-'filosofia'-e-di-punti-fermi/ (http://forum.jamble.it/scale-accordi-improvvisazione/improvvisazione-un-po-di-'filosofia'-e-di-punti-fermi/)

http://forum.jamble.it/scale-accordi-improvvisazione/i-modi-cosa-significa-suonare-modale/ (http://forum.jamble.it/scale-accordi-improvvisazione/i-modi-cosa-significa-suonare-modale/)

http://forum.jamble.it/scale-accordi-improvvisazione/qualcuno-suona-modale-e-non-lo-sa-qualcuno-crede-di-suonare-modale-e-non-lo-fa/ (http://forum.jamble.it/scale-accordi-improvvisazione/qualcuno-suona-modale-e-non-lo-sa-qualcuno-crede-di-suonare-modale-e-non-lo-fa/)

http://forum.jamble.it/scale-accordi-improvvisazione/scale-modali-considerazioni-ed-utilizzi/ (http://forum.jamble.it/scale-accordi-improvvisazione/scale-modali-considerazioni-ed-utilizzi/)

Ancora :

http://forum.jamble.it/scale-accordi-improvvisazione/uso-costruttivo-delle-pentatoniche/ (http://forum.jamble.it/scale-accordi-improvvisazione/uso-costruttivo-delle-pentatoniche/)

http://forum.jamble.it/scale-accordi-improvvisazione/pentatoniche-modali/ (http://forum.jamble.it/scale-accordi-improvvisazione/pentatoniche-modali/)

http://forum.jamble.it/scale-accordi-improvvisazione/scale-modali-matematiche-oltre-il-concetto-modale/ (http://forum.jamble.it/scale-accordi-improvvisazione/scale-modali-matematiche-oltre-il-concetto-modale/)



Buona lettura/visione


Vu :)
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: nihao65 il 19 Luglio, 2014, 11:49 AM
 :quotonegalattico: x Vu e per i suoi consigli


"Dum dum sdrang, dum dum sdrang ..."
:inchino: :inchino: :inchino: :inchino: :inchino: :inchino: :inchino: :inchino:


Nihao
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 19 Luglio, 2014, 12:12 PM
Citazione di: nihao65 il 19 Luglio, 2014, 11:49 AM
:quotonegalattico: x Vu e per i suoi consigli


"Dum dum sdrang, dum dum sdrang ..."
:inchino: :inchino: :inchino: :inchino: :inchino: :inchino: :inchino: :inchino:


Nihao


:laughing: :laughing: :laughing: :laughing:

Dai, somiglia ..  :laughing: :laughing:
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: nihao65 il 19 Luglio, 2014, 12:22 PM
Citazione di: Vu-meter il 19 Luglio, 2014, 12:12 PM
Citazione di: nihao65 il 19 Luglio, 2014, 11:49 AM
:quotonegalattico: x Vu e per i suoi consigli


"Dum dum sdrang, dum dum sdrang ..."
:inchino: :inchino: :inchino: :inchino: :inchino: :inchino: :inchino: :inchino:


Nihao


:laughing: :laughing: :laughing: :laughing:

Dai, somiglia ..  :laughing: :laughing:

hai voglia che somiglia, l'ho sentita subito nella testa.....va beh ma io non faccio testo, Purple Haze la suonerei ai miei figli anche come ninnananna  :acci:

Nihao
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Tiziano66 il 19 Luglio, 2014, 12:37 PM
È per questo che Hendrix ha dichiarato, appena prima di morire, che voleva prendersi un'anno sabbatico per studiare la musica.
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: tyler85 il 19 Luglio, 2014, 01:12 PM
Questo thread finisce direttamente nei preferiti.
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 19 Luglio, 2014, 01:17 PM
Citazione di: tyler85 il 19 Luglio, 2014, 01:12 PM
Questo thread finisce direttamente nei preferiti.

:thanks: :thanks: :thanks:

Grazie, Tyler !  :-*
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: tyler85 il 19 Luglio, 2014, 01:19 PM
Devo dire che anche io sono un po' restio a studiare,  anche se come vu sono propenso alla conoscenza, in generale.
Suono da un anno e mezzo circa,  quasi due e a parte gli accordi maggiori e minori fondamentali per suonare e divertirsi, la scala maggiore,  la pentatonica minore e la costruzione delle scale maggiori e minori non ho studiato nient'altro.

Questo perché ovviamente è più divertente imparare sweet child o mine che studiare la scala minore di MI.

Però d'altra parte,  mi sono reso conto che quell'assolo troppo veloce mi è riuscito bene solo dopo aver studiato e preso confidenza con la pentatonica...  Un motivo ci sarà.

vu mi ha fatto venir voglia di riprendere i libri in mano :D
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 19 Luglio, 2014, 01:24 PM
Citazione di: tyler85 il 19 Luglio, 2014, 01:19 PM

vu mi ha fatto venir voglia di riprendere i libri in mano :D


E' questo il mio intento !!  :yeepy:

Vorrei tanto che chi legge potesse superare le difficoltà e l'apatia nello studiare, in funzione del risultato . Io cerco solo di alleggerire una immagine noiosa ( che poi, con un buon insegnante può diventare anche divertente ) perche eliminando l'alone pesante che la parola "studio" si porta dietro, venga a chi legge voglia di provarci !

Mi hai reso un uomo felice !!  :cheer: :cheer: :cheer:


:thanks: :thanks: :thanks: :thanks:
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Road2k il 19 Luglio, 2014, 02:05 PM
Vu, Vu, Vu, Vu..... che uomo.... ma che dico .... un Saggio.... secondo me ha tra 350 e i 620 anni.... ci sono, un highlander!!!!
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 19 Luglio, 2014, 03:49 PM
Road, non faCCi così, la prego ..  :'(

:-* :-* :-* :-*
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Cris Valk il 19 Luglio, 2014, 08:16 PM
Bravo Vu!quoto in toto tutto quello che hai detto! :bravo2: :bravo2: :bravo2:

Quello si che è un intervento 'MegaGalattico'! :reallygood: :ookk: :yyeess: :inchino:
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Grix il 19 Luglio, 2014, 09:32 PM
cavolo ma quanto hai scritto Vu?  :eheheh: quoto tutto!!!

Comunque io ormai è da qualche settimana quasi un mese che vado a lezione e tipo ieri ho iniziato a fare le triadi, armonizzazione di una scala maggiore.. e mi si è aperto un mondo  :o :o :o e sono sempre più curioso e invogliato a sapere di più! quindi quoto questa frase di Vu: "Non mi piace studiare, mi piace imparare e sapere."


Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 19 Luglio, 2014, 10:09 PM
Grazie Cris e Grix !!!  :thanks: :thanks: :thanks:
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Moreno Viola il 20 Luglio, 2014, 12:53 AM
Partendo dal presupposto che condivido a grandi linee l'intervento di Vu, riconosco che ci sono alcuni punti che affronterei in modo meno radicale, consapevole del fatto che nel contesto le mie precisazioni hanno un'utilità assolutamente relativa.
Abbiamo spesso utilizzato nelle nostre discussioni sull'argomento, l'amato parallelismo con il parlato.
I bambini imparano a parlare ascoltando e dall'ambiente acquiscono inflessioni, cadenze e perfino gli errori.
La stessa cosa può succedere ed anzi è sicuramente successa nell'apprendimento della musica, che può avvenire anche in maniera involontaria per non dire passiva, proprio come succede per la parola e in questo caso sarà l'ambiente a permetterci di acquisire quelle informazioni che ci daranno una preparazione più o meno elevata.
Io sono certo che mia figlia non potrà imparare a suonare bene la chitarra, soltanto ascoltando me, perchè le informazioni che sono in grado di trasmettere quando suono sono minime e fermandosi a quelle il suo linguaggio rimarrebbe certamente limitato.
Ma potremmo dire lo stesso della ipotetica prole di Scott Henderson? I suoi figli saranno stati costantemente sottoposti a un linguaggio infinitamente più "colto" del mio.
In quel caso siamo sicuri che conoscere la "grammatica" assumerebbe un ruolo così fondamentale?
Per non rischiare di essere frainteso, vorrei precisare che io ritengo lo studio importantissimo e sono il primo a consigliare a chi voglia imparare a suonare, di rivolgersi a un insegnante e perdere meno tempo possibile nell'illusione di fare grandi progressi da autodidatta, perchè finora nessuno dei figli di Scott Henderson (a dire il vero non so neanche se ne ha) è venuto a chiedermi consiglio.  :laughing:
Quello che intendo è che se potessimo formarci musicalmente già da molto piccoli, probabilmente svilupperemmo un linguaggio più o meno forbito esattamente come per il parlato nella nostra madre lingua.
Se da adulti però avessimo bisogno di imparare una lingua diversa allora non potremmo prescindere dallo studio e lo stesso discorso vale per la musica.
Sulla questione della creatività, credo che lo sforzo maggiore sia quello di non cercare di fare sempre le cose "matematicamente" giuste, ma di concentrarsi sulla comunicazione e quindi affrontare anche quello che apparentemente è sbagliato come fosse una sorta di "licenza poetica" che serve ad esprimere meglio quello che si vuole trasmettere.
Purtroppo però credo che spesso ci si lasci un po' ingabbiare dal come deve essere, piuttosto che lasciarsi andare (e a rischio di non essere compresi) e esprimersi come si vuole realmente, oppure scegliere il "termine" più difficile, quando magari ci starebbe meglio la parola più "popolare".
Scusate per l'intervento forse anche un po' fuori tema.
Non lo faccio più.  :laughing:

Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Road2k il 20 Luglio, 2014, 01:29 AM
Moreno il tuo discorso non fa una piega, ma credo che i figli di Scott Henderson la grammatica se la ritroverebbero cucita addosso senza saperlo e comunque sono casi eccezionali non la normalità!
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: zap il 20 Luglio, 2014, 01:40 AM
Insomma,l'importante è studiare,ogni uno di noi ha i suoi tempi,si vede a scuola chi è maggiormente stimolato a farlo anche a casa,per abitudine o anche per tradizione,va avanti prima...,mentre ragazzi meno aiutati per tanti motivi,anche per questioni sociali,rimane indietro,ma non vuol dire che sia meno acculturabile,anzi se si individua come prenderlo o come indirizzarlo,addirittura potrebbe riuscire meglio che nel primo esempio.
Io ho una mia teoria nello studio della chitarra,studio prima quello che mi serve o attira di più,una volta imparato quello mi butto su quello che c'è più direttamente collegato e così via.
In pratica mi costruisco come una specie di ragnatela di 'sapere' che parte da un punto e mano mano si allarga sempre più,invece non riuscirei a studiare un programma già schematizzato,arriverei alla cosa noiosa e che mi bloccherebbe del tutto.
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Grix il 20 Luglio, 2014, 09:59 AM
studiare e ascoltare moltissima ma proprio tanta musica! ti giuro che io lo faccio spesso e quando prendo la chitarra le idee negli assoli vengono da soli! Proprio ieri il mio maestro mi ha fatto improvvisare (lui faceva l'accompagnamento) e mi ha fatto i complimenti! prima mi ha chiesto: ma da quando suoni? (cosa che mi aveva chiesto il primo giorno  :eheheh:) poi mi ha detto che ho belle idee negli assoli e gli ho detto che ascolto moltissimi chitarristi/musica e poi mi ha fatto i complimenti anche per il mio tocco e niente questa cosa mi ha dato fiducia e motivato!
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Road2k il 20 Luglio, 2014, 10:05 AM
Bravo Zap, così facendo fai quello che ti pice, poi ti accorgi dei limiti e provi ad oltrepassarli, anche se, mi sono accorto sulla mia pelle, che così facendo procedi più lentamente perchè ogni volta ti trovi a fare qualche passo indietro per approfondire, è come se facendo un percorso a piedi facessi 3 passi in avanti e 2 indietro, arrivi lo stesso.... ma che fatica.... e comunque ti ripeto... anch'io faccio così e mi sarei quasi rotto!!!
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Moreno Viola il 20 Luglio, 2014, 11:15 AM
Non vorrei essere frainteso; il mio intervento non aveva lo scopo di mettere in discussioni l'importanza dello studio che come già precisato considero fondamentale e consiglio sempre, ma semplicemente restituire alla musica la sua identità di arte "primitiva".
Le convenzioni della musica occidentale, sono per l'appunto convenzioni e in quanto tali ci costringono all'utilizzo di schemi.
Che poi questi siano dieci o mille ha un'importanza secondaria, prima o poi il limite si metterà tra noi e la nostra necessità di espressione.
La modalità è un primo passo proprio verso questo abbattimento dei limiti e ci stimola a fare nostre sonorità che secondo le nostre convenzioni sarebbero da scartare, ma che in realtà recuperano proprietà che in un passato remoto erano la norma.
Se però una volta padroni del linguaggio modale ci fermassimo li, avremmo soltanto spostato il limite del recinto.
Questo è quello che intendevo quando ho scritto che se lo studio di un linguaggio nuovo ci appare come il solo giusto rischia di diventare una gabbia che limiterà nuovamente la nostra espressione.
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: zap il 20 Luglio, 2014, 12:43 PM
Si Road,hai ragione che si procede più lentamente...ma non mi corre nessuno dietro.Certo se dovessi farlo per professione,dovrei sicuramente cambiare metodo.
Ma non ci vedo solo svantaggi comunque ed in questo in qualche modo mi trovo daccordo anche con Moreno,in pratica mi vado a studiare quello che permette alla mia musica che ho dentro,di uscire fuori,tuto quello che mi aiuta in questo,lo divoro letteralmente e non mi pesa per niente farlo.
Gli schemi,gli studi di un programma preciso,servono molto ad uniformare più musicisti possibile,uniformare nel senso di...non si può suonare in orchestra di musica classica se si suona ad orecchio,per dire.
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Road2k il 20 Luglio, 2014, 01:34 PM
Infatti, mettersi a studiare a 40 e passa  anni.... perchè no però, il lavoro, i bambini, il tempo è pochissimo e devo fare delle scelte, se avessi continuato a studiare quando ho iniziato a suonare adesso potrei esprimermi, invece mi devo impegnare a capire che nota stò suonando, se suona meglio su questa o su quella corda, ad assimilare anzi capire un passaggio, individuare la scala giusta, suonare le corde giuste.... vabbè io mi sento molto principiante.
Porto come esempio un argomento che conosco meglio: un calciatore tecnicamente scarso deve pensare a come controllare un pallone per poterlo rigiocare e spreca tante energie fisiche e mentali per compiere correttamente il gesto inoltre impiega più tempo del necessario, poi deve vedere come e dove rigiocarlo, se è il caso di farlo altrimenti condurlo..... un calciatore tecnicamente valido ha solo il "problema" di sapere cosa fare una volta che ha ricevuto il pallone e può anticipare i tempi, può quindi esprimere liberamete il proprio talento, (poco o tanto che sia). Avere più conoscenze possibili da più possibilità al talento di esprimersi e ti da la possibiltità di spaziare in qualsiasi dimensione, imparare cose nuove solo in caso di necessità credo che ti faccia migliorare solo in una dimensione, quella che in quel momento ritieni necessaria.
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Tiziano66 il 20 Luglio, 2014, 01:40 PM

Citazione di: Road2k il 20 Luglio, 2014, 01:34 PM
Infatti, mettersi a studiare a 40 e passa  anni.... perchè no però, il lavoro, i bambini, il tempo è pochissimo e devo fare delle scelte, se avessi continuato a studiare quando ho iniziato a suonare adesso potrei esprimermi, invece mi devo impegnare a capire che nota stò suonando, se suona meglio su questa o su quella corda, ad assimilare anzi capire un passaggio, individuare la scala giusta, suonare le corde giuste.... vabbè io mi sento molto principiante.
Porto come esempio un argomento che conosco meglio: un calciatore tecnicamente scarso deve pensare a come controllare un pallone per poterlo rigiocare e spreca tante energie fisiche e mentali per compiere correttamente il gesto inoltre impiega più tempo del necessario, poi deve vedere come e dove rigiocarlo, se è il caso di farlo altrimenti condurlo..... un calciatore tecnicamente valido ha solo il "problema" di sapere cosa fare una volta che ha ricevuto il pallone e può anticipare i tempi, può quindi esprimere liberamete il proprio talento, (poco o tanto che sia). Avere più conoscenze possibili da più possibilità al talento di esprimersi e ti da la possibiltità di spaziare in qualsiasi dimensione, imparare cose nuove solo in caso di necessità credo che ti faccia migliorare solo in una dimensione, quella che in quel momento ritieni necessaria.
Non c'è etá nè per studiare che per imparare.
Io dopo oltre 35 anni che strimpello, studio ancora nuove tecniche e nuovi approcci. Imparo anche dai miei allievi a livello didattico e di comportamento.
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Road2k il 20 Luglio, 2014, 01:55 PM
Attenzione non fraintendermi, io sono per lo studio, sempre e comunque, sia metodico che estemporaneo e si impara da tutti, allievi e professionisti.
Dico solo che c'è un momento piu adatto e un'età migliore per approcciare lo studio in modo efficace ed efficiente.
Se poi uno a 40 anni ha la fortuna di avere 2/3 ore al giorno per fare quello che vuole.....
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 20 Luglio, 2014, 02:15 PM
Io Moreno, ti capisco benissimo, sei sempre chiarissimo ed anzi, ammiro la tua capacità di spiegarti così bene malgrado il mezzo non sia dei più semplici.
Sono d'accordissimo con te, fermo restando che a casa Henderson certamente non si limiterebbero ad ascoltare. Papà Scott per certo passerebbe ai figli tecniche e nozioni, non solo l'ascolto.  :eheheh:

Facciamo un esempio tipico: l'amico Sack che ha aperto il topic ammette di suonare ad orecchio ma malgrado i molteplici ascolti e tentativi, non riesce perfettamente a fare ciò che vorrebbe, perchè ? Perchè ciò che riesce a suonare e concepire viene da quello che lui ha "messo via" nel suo deposito di conoscenze, quello cioè con cui ha vera familiarità. Normalmente, il chitarrista medio ha familiarità con le Pentatoniche minori, a volte neppure con le scale maggiori e il 99%, se gli chiedessi di cantarmi una scala Dorica, non ce la farebbe.
Se non hai familiarità con certi vocaboli, è normale che nel linguaggio parlato non ti vengano. Se si vuole usare il termine "puerpera" in una frase, bisogna conoscerne il significato, come si usa, a quali verbi si coniuga e in che modo, ecc.. Come si fa ? Si studia ! CI si interessa di questa cosa, si vedono degli esempi, si fanno un paio di prove per vedere se la frase suona bene e ci si corregge nel caso ci si sbagliasse, ecc..
E' questo è studio ..

Parlando del limite musicale, in effetti il limite c'è. In occidente abbiamo dodici note ed il limite è dato proprio dalla musica dodecafonica, dove non vengono creati centri gravitazionali intorno ai quali le note si muovano, ma c'è la massima espressione possibile. E' chiaro che la dodecafonica può non piacere.
L'approccio ai modi che di solito propongo io è una sorta di mix tra il sistema modale antico e la dodecafonica, in quanto cerco di spezzare il centro tonale per "andarmene a spasso in altre tonalità e modi".
La musica modale antica aveva anch'essa moltissimi limiti ed anzi, non era previsto un cambio di modo nella composizione, che manteneva sempre il medesimo colore. L'armonia tonale moderna ha posto dei limiti semplicemente diversi spostando i concetti e creandone dei nuovi : una sorta di sistema solare.
Il sole è il centro tonale rappresentato dalla fondamentale, Mercurio è il terzo grado, Venere il quinto grado, la Terra è il Settimo grado e così via.

Questi equilibri possono essere spezzati con un USO CREATIVO del modale. Ho specificato uso creativo perchè i modi greci, essendo i padri della nostra musica attuale, sono "incastrati" nel sistema tonale e là dormono finchè qualcuno non li va a svegliare.
Quando suono in tonalità di Do maggiore ( cioè Do ionico ) sto suonando anche nei seguenti modi (ATTENZIONE: MODI, cioè gli ambienti, NON SCALE MODALI, perchè le scale partono da un'altra fondamentale, ossia la propria ) Re Dorico, in Mi Frigio, in Fa Lidio, Sol Misolidio, La Eolio, Si Locrio.

Quindi se suono in una scala di Do maggiore ( o Do ionico ) sto "toccando" anche altri modi ? Sì.
Ma essendo questi la natura stessa, la struttura della tua scala, tu non li senti, non li avverti. Per poterli avvertire occorre andarli a "svegliare".

Come posso "svegliarli" ?

Qui partirebbe tutto un discorso enorme che tratterò nella Jamble School con dei video, per praticità e ordine. Diciamo che ci sono vari gradi di "torpore".  :eheheh: In alcuni casi potresti volere solo che aprano gli occhi, in altri che si sveglino e bevano il caffè, in altri ancora che partecipino pienamente alle tue attività musicali. Quest'ultimo è il sistema che io propongo da sempre, anche perchè, se conosco quello, è più facile gestire gli altri due.

Un esempio del primo, tanto per capirci, è suonare una scala modale Dorica su un accordo di Minore settima, che è perfettamente lecito, anche nel sistema tonale. Cosa accadrà ? Accadrà che quella sesta maggiore tipica del Dorico andrà a "dar fastidio" al mio orecchio abituato ad ascoltare la scala minore naturale ( cioè modo Eolio ) , applicata ad un minore settima. Perchè ? Perchè nella scala minore naturale il sesto grado è Minore  ed è lontano dalla settima di un grado ( diciamo l'equilibrio tra terra e mercurio ). Se io invece affronto il Modo Dorico, la sesta si sposterà, innalzandosi di un semitono, avvicinandosi pericolosamente alla Settima ( come se Mercurio uscisse dall'orbita originale e ne creasse un'altra più vicina e alla terra ). La terra non si è certo spostata, ma i suoi equilibri ne sarebbero sconvolti.
Abbiamo ancora fatto poco : siamo solo andati a svegliare il Dorico, niente di più ; ed è anche lecito interpretare un minore settima come secondo grado di una scala maggiore, no ? Eppure, suona strano, specie se insisto su quella benedetta sesta minore.

Tutto questo per dire che se conosco queste cose le saprò gestire. La cosa che dà poi nuovamente ragione sia a Moreno che a Zap è che , una volta imparata la grammatica, quando parlo non ci penso più; per cui parlare diventa istintivo, pur avendo una base quasi "scientifica", quasi "matematica". La stessa cosa con la musica. Una volta che avrò fatto mio il suono del modo Dorico su una settima minore, saprò scegliere quando e perchè farlo sentire, in base a ciò che voglio comunicare ed al mio gusto. Mi dimenticherò delle "fredde regole che applicavo quando facevo gli esercizi", tutto diventerà naturale ed istintivo..

Spero di non aver confuso ancor di più l'argomento ..  :eheheh:


Vu :)
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: tyler85 il 20 Luglio, 2014, 02:28 PM
Scusate, ma io non sono convinto che sia necessario un maestro per imparare a suonare la chitarra.
E vero che con un maestro che si dedica a te magari acceleri i tempi, ma io gli accordi fondamentali, le scale minori e maggior con relativa teoria e la pentatonica minore le ho imparate lo stesso... E vero che forse ci ho messo il doppio del tempo... Ma è anche vero che nessuno mi corre dietro!

Alla fine oggi l'informazione non è relegata ai soli libri come dieci anni fa, ci sono video, DVD, cd audio, interi forum di discussione come questo che aiutano il musicista in erba... Le fonti di informazione sono tante a differenza dei tempi passati.

il maestro forse potrebbe servirmi per correggere eventuali errori di impostazione... Anche se poi, ognuno sviluppa la sua tecnica a seconda della propria fisiologia e delle proprie forme, quindi anche questo e relativo.

Qualche lezione via Skype sicuramente la prenderò ma appunto per valutare errori di impostazione. Via Skype perché spostarmi per una lezione considerando gli altri impegni sarebbe difficoltoso :D
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 20 Luglio, 2014, 02:33 PM
Citazione di: tyler85 il 20 Luglio, 2014, 02:28 PM
Scusate, ma io non sono convinto che sia necessario un maestro per imparare a suonare la chitarra.
E vero che con un maestro che si dedica a te magari acceleri i tempi, ma io gli accordi fondamentali, le scale minori e maggior con relativa teoria e la pentatonica minore le ho imparate lo stesso... E vero che forse ci ho messo il doppio del tempo... Ma è anche vero che nessuno mi corre dietro!

Alla fine oggi l'informazione non è relegata ai soli libri come dieci anni fa, ci sono video, DVD, cd audio, interi forum di discussione come questo che aiutano il musicista in erba... Le fonti di informazione sono tante a differenza dei tempi passati.

il maestro forse potrebbe servirmi per correggere eventuali errori di impostazione... Anche se poi, ognuno sviluppa la sua tecnica a seconda della propria fisiologia e delle proprie forme, quindi anche questo e relativo.

Qualche lezione via Skype sicuramente la prenderò ma appunto per valutare errori di impostazione. Via Skype perché spostarmi per una lezione considerando gli altri impegni sarebbe difficoltoso :D

Credo che il tuo pensiero sia quello di tutti noi, onestamente.
Il BUON insegnante ( perchè c'è di tutto un po', in giro ..) ti permette una accelerazione decisamente significativa però, non pensare ad un raddoppio, ma tranquillamente a decuplicare. Inoltre, è vero che c'è la rete, ma su certi argomenti, si trovano degli errori davvero grossolani. Anche qui da noi, ed anche io ne ho fatti. Per fortuna , pizzicato, ho potuto correggere.

Vu :)
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Road2k il 20 Luglio, 2014, 02:39 PM
Vu, chiarissimo come sempre!!!:D
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 20 Luglio, 2014, 02:46 PM
Grazie Road !!  :thanks: :thanks: :-* :-*

Ho sempre il timore di fraintendimenti ... spiegare digitando al PC per me, è una vera sfida .  :gonfia:


Vu :)
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: voodoo9 il 20 Luglio, 2014, 03:07 PM
Grazie a tutti per le risposte, mi son fatto un giro sul forum e ho visto i topic linkati da Vu. In generale è un po di tempo che spulcio ogni lezione che trovo su youtube o sulla rete (specialmente in ambito jazz). Ripeto, sto capendo che il segreto di un buon fraseggio jazz sta nel suonare cose diverse e "apposta" in base agli accordi sotto. Sto imparando molti accordi, molti licks e molte scale, anche se i discorsi di Vu continuano ad avere un senso relativo nella mia testa di musicista "ad orecchium". Pensavo che il prossimo passo sia trovare un libro con le diteggiature di tutti gli arpeggi e scale e imparare che arpeggi usare su quali accordi. Che ne dite? Questo per imparare a suonare le note "target" sull'accordo.
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Road2k il 20 Luglio, 2014, 03:15 PM
Da qualche parte ho letto una cosa del genere:
"Un errore è sopportabile, 2 errori cominciano ad essere preoccupanti, dal 3° errore è jazz".
:D
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 20 Luglio, 2014, 03:20 PM
Se parliamo di arpeggi, in sostanza parliamo di accordi.
Un ottimo esercizio da fare è prendere un brano che abbia dei passaggi armonici sufficientemente lunghi e anzichè suonare gli accordi, stare dietro alla base facendo gli arpeggi degli accordi che stanno scorrendo.
All'inizio, quando lo fai senza base, per trovare le diteggiature, concentrati sulle posizioni delle note ( dove è la tonica, dove la terza, la quinta, la settima, ecc.. ) . E' una manna per imparare gli intervalli sulla tastiera !

Permettimi una piccola nota, che non vuole essere assolutamente nè offensiva nè umiliante : forse stai affrontando le cose nella maniera non corretta. Mio nonno direbbe "stai facendo il passo più lungo della gamba".

Bisogna, se davvero vuoi capire, partire dall'inizio. Studia le scale maggiori, gli accordi che vi nascono, come si formano e perchè, le potenzialità che hanno. Già su questo forum trovi un mare di materiale. Ma parti dalla lezione 1, non dalla 10.
Perdonami ti prego se ti dico questo, ma ho avuto tanti studenti che avevano la tua stessa "visione" dell'approccio alla musica e finchè non si sono accorti che NON ci sono scorciatoie o tricks, ma bisognava iniziare con ordine e metodo, non hanno fatto grandi passi avanti, anzi, alcuni hanno proprio smesso, perchè la loro ricerca era semplicemente indirizzata in maniera sbagliata e quindi, il percorso era snervante, sfiancante e senza ( o con pochissimi ) risultati tangibili.

Cercare il modo di "saltare la fila" non ti farà bene, te lo dico con il cuore in mano, come ad un amico e senza giudicarti .


Vu :)
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 20 Luglio, 2014, 03:20 PM
Citazione di: Road2k il 20 Luglio, 2014, 03:15 PM
Da qualche parte ho letto una cosa del genere:
"Un errore è sopportabile, 2 errori cominciano ad essere preoccupanti, dal 3° errore è jazz".
:D

Lo disse un ragazzo simpaticissimo in un altro forum, da allora, in quel forum, ce l'ho in firma !!!  :laughing: :laughing: :laughing:
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Road2k il 20 Luglio, 2014, 03:25 PM
.. appunto, le parole forse non erano queste ma quel che conta è il concetto!!!!
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: voodoo9 il 21 Luglio, 2014, 02:29 AM
stiamo parlando ovviamente di emisfero destro (sentimento) ed emisfero sinistro (tecnica) del cervello, in questo caso come in qualsiasi altro vince chi padroneggia i due a più equal modo, ripeto io sono sempre stato più un "destro" diciamo  :D lungimirante il post di Vigilius nel topic sull'improvvisazione. quello che dici Vu è vero e lo so pure io, la mia è semplice procrastinazione. comunque, devo trovare le diteggiature degli arpeggi, e capire come usarli, è una cosa che davvero mi manca al momento.
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: zap il 21 Luglio, 2014, 08:37 AM
Credo di averli in contro fase questi due emisferi, di sicuro sono splittabili...ma io non faccio testo Sack.
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: voodoo9 il 23 Luglio, 2014, 11:18 PM
ho capito che quello che mi manca per improvvisare meglio è conoscere gli arpeggi degli accordi. dove posso trovare le diteggiature degli arpeggi? come faccio a capire a orecchio quale arpeggio devo usare? grazie a tutti
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 23 Luglio, 2014, 11:24 PM
Citazione di: sack il 23 Luglio, 2014, 11:18 PM
ho capito che quello che mi manca per improvvisare meglio è conoscere gli arpeggi degli accordi. dove posso trovare le diteggiature degli arpeggi? come faccio a capire a orecchio quale arpeggio devo usare? grazie a tutti


Bè, diteggiature di arpeggi online penso se ne trovino moltissime :

http://www.google.it/search?q=arpeggi+diteggiature&safe=active&es_sm=122&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=VSfQU7vMB6Wb0QXPmoCgCQ&ved=0CAgQ_AUoAQ&biw=1600&bih=775 (http://www.google.it/search?q=arpeggi+diteggiature&safe=active&es_sm=122&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=VSfQU7vMB6Wb0QXPmoCgCQ&ved=0CAgQ_AUoAQ&biw=1600&bih=775)

Altrimenti vai qui :

Free Guitar Chords, Guitar Scales & more. GuitaristsReference.com (http://www.guitaristsreference.com/)   e scegli "ARPEGGIOS" .


Gli arpeggi non sono altro che accordi che affronti una nota alla volta, per cui devi suonare l'arpeggio relativo all'accordo che sta suonando.

Permettimi una nota: non penso avrai molti benefici rispetto a ciò che chiedi, o meglio , non soltanto con gli arpeggi, che avrei relegato ad uno studio successivo; comunque , giustamente, come preferisci ..


Vu :)
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: voodoo9 il 23 Luglio, 2014, 11:49 PM
lo so Vu, infatti sono partito a studiare dalle basi, è che ora ci sto mettendo molto tempo a imparare come rappresentare nella testa concetti semplicissimi. cavolo questo sito che mi hai linkato è una meraviglia  :tapis_roulant:
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 24 Luglio, 2014, 09:57 AM
Citazione di: sack il 23 Luglio, 2014, 11:49 PM
lo so Vu, infatti sono partito a studiare dalle basi, è che ora ci sto mettendo molto tempo a imparare come rappresentare nella testa concetti semplicissimi. cavolo questo sito che mi hai linkato è una meraviglia  :tapis_roulant:

Eh, lo so che è faticoso, ma ti porterà un gran bene. Non capire correttamente le basi dell'armonia porta a non capire poi nulla di argomenti più complessi.

Coraggio !!  :hug2:
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Febius il 24 Luglio, 2014, 10:46 AM
Faccio anch'io i complimenti a Vu per il post "Dum dum sdrang, dum dum sdrang ..." che mi ha fatto sognare e tutti i preziosi consigli.
:fan:

Volevo chiedervi un parere approposito di armonia, improvvisazione e derivate: io sono entrato da poco nel mondo della scala minore armonica e di conseguenza delle tonalità parallele, con i modi e l'analisi armonica invece mi ci trovo bene da tempo.
Mi sono dato una regola quando improvviso: non copiare i licks.
Volevo chiedervi se secondo voi faccio bene oppure se trovandomi, giustamente, a corto di idee, farei meglio prima a copiare qualcosa, mettermi nelle mani una buona quantità di fraseggi oppure (come faccio ora) andare a rilentissimo e trovare un fraseggio che suona bene una volta ogni mai.

Forse è una carenza di creatività la mia, prima di mettermi a improvvisare mi studio bene gli accordi con una profonda analisi delle note caratteristiche, le note su cui appoggiarmi e le note da evidenziare. Solo che tutte le volte è come ripartire da zero.
La situazione diciamo che è fresca fresca, quindi non è che è un anno che va avanti così, anzi, forse devo solo darmi tempo e la capacità di individuare la nota giusta si velocizzerà da sola.

Il vostro inizio in tema di improvissazione, al di fuori delle penta senza stare a guardare note e gradi, qual è stato?
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 24 Luglio, 2014, 02:42 PM
Citazione di: Febius il 24 Luglio, 2014, 10:46 AM
Faccio anch'io i complimenti a Vu per il post "Dum dum sdrang, dum dum sdrang ..." che mi ha fatto sognare e tutti i preziosi consigli.
:fan:

Volevo chiedervi un parere approposito di armonia, improvvisazione e derivate: io sono entrato da poco nel mondo della scala minore armonica e di conseguenza delle tonalità parallele, con i modi e l'analisi armonica invece mi ci trovo bene da tempo.
Mi sono dato una regola quando improvviso: non copiare i licks.
Volevo chiedervi se secondo voi faccio bene oppure se trovandomi, giustamente, a corto di idee, farei meglio prima a copiare qualcosa, mettermi nelle mani una buona quantità di fraseggi oppure (come faccio ora) andare a rilentissimo e trovare un fraseggio che suona bene una volta ogni mai.



Personalmente sono assolutamente d'accordo con il tuo approccio "no licks, please". Ammetto che talvolta, se ne possa sottrarre una parte, uno spunto; per poi prendere però una nuova, diversa, personale idea nel fraseggio.
Trovo ottimo il tuo modo di studiare ed interfacciarti . Sarai più lento, ma sarai personale. I capiscuola sono quelli che i licks li impongono, non che li copiano.  :occhiolino:

Meriti una lode, bravo !  :bravo2:



Citazione di: Febius il 24 Luglio, 2014, 10:46 AM

Forse è una carenza di creatività la mia, prima di mettermi a improvvisare mi studio bene gli accordi con una profonda analisi delle note caratteristiche, le note su cui appoggiarmi e le note da evidenziare. Solo che tutte le volte è come ripartire da zero.
La situazione diciamo che è fresca fresca, quindi non è che è un anno che va avanti così, anzi, forse devo solo darmi tempo e la capacità di individuare la nota giusta si velocizzerà da sola.


Al contrario, è l'approccio corretto e professionale. Come diciamo sempre, l'analisi e la logia prima, per poi dimenticare ed andare a gusti, proprio come nel linguaggio parlato.

Certamente svilupperai velocità e nuove idee nel tempo ..

Bravo un'altra volta !  :bravo2:



Citazione di: Febius il 24 Luglio, 2014, 10:46 AM

Il vostro inizio in tema di improvissazione, al di fuori delle penta senza stare a guardare note e gradi, qual è stato?


Se mi bocci le Penta, non posso raccontarti l'inizio ..  eheheh: Io ho iniziato ad orecchio suonando sui dischi e poi, una volta prese le lezioni, siamo partiti proprio dalle Pentatoniche per poi andare avanti alle maggiori, minori, ecc..


Vu :)
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Febius il 24 Luglio, 2014, 03:13 PM
Devi dire bravo al mio maestro allora  :D

In ogni caso, vedo che le idee per qualche fraseggio le ho, ma raramente, anzi diciamo pure che non mi vengono MAI quando sto suonando, anche perché lì per lì mi sto s-cervellando a pensare "ok in sto passaggio da E a Amaj7 ci sta bene uno slide sul G# che è la III di E e la.." come faccio anche a cantarmi qualcosa? Già mi fuma il cervello così..
Piuttosto quando sono in macchina che ascolto della musica, mi canticchio un possibile fraseggio, ma poi chi se lo ricorda più alla sera?!

La mia domanda era riguardo a come avete iniziato a improvvisare, diciamo, consapevolmente, io ti/vi ho detto qual è il mio metodo, anche se non molto appagante per ora, volevo sapere come eravate maturati voi nel campo dell'improvvisazione, così magari avete qualche consiglio utile per me  :reallygood:
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 24 Luglio, 2014, 03:41 PM
Da parte mia con lo studio e l'esercizio.

Esempio: quando canti un possibile fraseggio, registrati e , quando avrai tempo, rifallo alla chitarra.

Hai notato ciò che hai detto ?

Citazione

lì per lì mi sto s-cervellando a pensare "ok in sto passaggio da E a Amaj7 ci sta bene uno slide sul G# che è la III di E e la.." come faccio anche a cantarmi qualcosa? Già mi fuma il cervello così..



Questa deve essere la parte dello studio, quando poi improvviserai, non dovrai più pensare a questa cosa dovrà venirti semi-automatico, o quantomeno, dovrai essere velocissimo nel realizzarlo.

Hai presente quando parli ? Non pensi a dove mettere il verbo o il soggetto, le idee fluiscono da sè. Dietro c'è però un grande studio e tantissimo esercizio, ma che hai dimenticato. Per improvvisare consapevolmente è la stessa cosa.

Sappi che nella nostra Jamble School, la cosa è stata trattata proprio con dei video. Ti rimando a vedere qui :

Improvvisazione: le video lezioni di Jamble (http://forum.jamble.it/comunicazioni-dallo-staff-di-jamble/videolezioni-di-jamble-improvvisazione/)

Per partecipare , vedi il regolamento (http://forum.jamble.it/index.php?page=Regolamento) , sezione 6.



Fai un giro anche qui : http://www.jamble.it/improvvisazione-come-iniziare-ad-improvvisare-introduzione/ (http://www.jamble.it/improvvisazione-come-iniziare-ad-improvvisare-introduzione/)


Vu :)
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Moreno Viola il 24 Luglio, 2014, 11:07 PM
Ribadisco che lo studio fornisce chiavi per aprire un mondo di creatività immenso e non è mia intenzione mettere in discussione questo.
Tra l'altro apprezzo in maniera particolare il parallelismo tra il suonare uno strumento e il parlato e comprendo in pieno cosa si intende quando li si mette in relazione.
Mi trovo però un po' in disaccordo su alcune considerazioni, ad esempio:

Citazione di: Vu-meter il 24 Luglio, 2014, 03:41 PM
Hai presente quando parli ? Non pensi a dove mettere il verbo o il soggetto, le idee fluiscono da sè. Dietro c'è però un grande studio e tantissimo esercizio, ma che hai dimenticato. Per improvvisare consapevolmente è la stessa cosa.

Non credo sia esattamente così; i bambini iniziano il loro percorso scolastico per imparare a leggere e scrivere (oltre a molte altre cose), ma fortunatamente parlano già più o meno bene da un pezzo e semmai la scuola può migliorarli e dargli una consapevolezza del mezzo che gli permetterà di esprimersi con un linguaggio più articolato e "colto".
Secondo me può accadere la stessa cosa quando si impara uno strumento e se si assorbono molte informazioni da piccoli è probabile che l'apprendimento della grammatica possa essere meno difficoltosa anche se si affrontano linguaggi divesi come il Jazz, rispetto a dover partire da zero qualche anno dopo.
Noi non parliamo perchè abbiamo studiato, ma perchè abbiamo necessità di comunicare. Studiare ci offre altre opportunità che magari da soli non avremmo mai scoperto, ampliando il nostro vocabolario e migliorando la forma.
A questo punto però arriva la fase più difficile, quando la tentazione di usare il "vocabolo" ricercato diventa più importante di quello che vogliamo comunicare e allora spunta il lick alla Satriani, alla Gambale e chi più ne ha più ne metta in contesti dove magari servirebbe essere più sintetici e immediati.
E in questa direzione quoto in pieno la scelta di Febius di lasciare da parte i licks per cercare di "parlare" con le proprie parole e il proprio stile.

Non vorrei apparire presuntuoso anche perchè sono l'ultimo che ha qualcosa da insegnare ma il ruolo della musica come forma di comunicazione e il suo parallelismo con il parlato sono argomenti che mi affascinano molto e mi fanno diventare insopportabilmente logorroico e come al solito sono sul filo dell'off topic.  :laughing:
Pardon...
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: zap il 25 Luglio, 2014, 07:14 AM
...e devo dire che il compare Moreno ha detto cose giuste,facendo il paragone con il linguaggio dei bambini.
Citazionee allora spunta il lick alla Satriana, alla Gambale e chi più ne ha più ne metta in contesti dove magari servirebbe essere più sintetici e immediati.
E in questa direzione quoto in pieno la scelta di Febius di lasciare da parte i licks per cercare di "parlare" con le proprie parole e il proprio stile.
...e qui invece ti 'abbatto' proprio le mani,non ho mai imparato licks preconfezionati,ma ho sempre cercato di crearli da solo senza andare a studiarli.
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 25 Luglio, 2014, 09:30 AM
Citazione di: Moreno Viola il 24 Luglio, 2014, 11:07 PM
Ribadisco che lo studio fornisce chiavi per aprire un mondo di creatività immenso e non è mia intenzione mettere in discussione questo.
Tra l'altro apprezzo in maniera particolare il parallelismo tra il suonare uno strumento e il parlato e comprendo in pieno cosa si intende quando li si mette in relazione.
Mi trovo però un po' in disaccordo su alcune considerazioni, ad esempio:

Citazione di: Vu-meter il 24 Luglio, 2014, 03:41 PM
Hai presente quando parli ? Non pensi a dove mettere il verbo o il soggetto, le idee fluiscono da sè. Dietro c'è però un grande studio e tantissimo esercizio, ma che hai dimenticato. Per improvvisare consapevolmente è la stessa cosa.

Non credo sia esattamente così; i bambini iniziano il loro percorso scolastico per imparare a leggere e scrivere (oltre a molte altre cose), ma fortunatamente parlano già più o meno bene da un pezzo e semmai la scuola può migliorarli e dargli una consapevolezza del mezzo che gli permetterà di esprimersi con un linguaggio più articolato e "colto".
Secondo me può accadere la stessa cosa quando si impara uno strumento e se si assorbono molte informazioni da piccoli è probabile che l'apprendimento della grammatica possa essere meno difficoltosa anche se si affrontano linguaggi divesi come il Jazz, rispetto a dover partire da zero qualche anno dopo.
Noi non parliamo perchè abbiamo studiato, ma perchè abbiamo necessità di comunicare. Studiare ci offre altre opportunità che magari da soli non avremmo mai scoperto, ampliando il nostro vocabolario e migliorando la forma.
A questo punto però arriva la fase più difficile, quando la tentazione di usare il "vocabolo" ricercato diventa più importante di quello che vogliamo comunicare e allora spunta il lick alla Satriani, alla Gambale e chi più ne ha più ne metta in contesti dove magari servirebbe essere più sintetici e immediati.
E in questa direzione quoto in pieno la scelta di Febius di lasciare da parte i licks per cercare di "parlare" con le proprie parole e il proprio stile.

Non vorrei apparire presuntuoso anche perchè sono l'ultimo che ha qualcosa da insegnare ma il ruolo della musica come forma di comunicazione e il suo parallelismo con il parlato sono argomenti che mi affascinano molto e mi fanno diventare insopportabilmente logorroico e come al solito sono sul filo dell'off topic.  :laughing:
Pardon...


Al contrario, Moreno .. mi trovi d'accordissimo !!!  :mypleasure:

E' del tutto vero ciò che dici ed il tuo esempio è assolutamente calzante ( l'ho usato anche io in altre occasioni  :hug2: ).

Però senza la scuola e senza uno studio più "dotto" non saresti mai riuscito ad esprimere pienamente e fluentemente le tue idee. Nello "studio" dobbiamo metterci anche la vicinanza ed il confronto con gli altri e con gli strumenti che abbiamo a disposizione.
Facciamo un esempio: un agricoltore disperso nella più selvaggia delle brughiere che ha potuto fare solo pochi giorni di scuola, come si esprimerà? malissimo.. e ogni tanto capita di sentirli. Non riesce a trovare le parole giuste per articolare un discorso ben fatto, anche quando le idee le avrebbe. Mia madre ha fatto pochi giorni di scuola anche lei, ma poi ha avuto un avita piena: ha letto tantissimo, si è informata, è stata in mezzo ad altri ed ha carpito modi di dire, parole più "importanti" che non conosceva, ecc.. Se senti parlare mia madre sembra una normale persona quantomeno diplomata.
E' la stessa cosa per tutto ciò che conosciamo poco: io non conosco il francese se non poche parole. Come faccio a descrivere ciò che sto pensando in francese ? Impossibile. Finchè si tratta di chiedere che ore sono forse ce la farei, ma se si tratta di tenere una conversazione su dei sistemi di lavorazione, sarebbe impossibile per me riuscire ad esprimermi.

Quindi nello studio sono presenti tante cose : il suonare con gli altri, il soffiargli qualche idea, tantissimo ascolto ( questa è la prima cosa ) e tanti tentativi ed esercizi.

Chi inizia a suonare spesso lo fa ad orecchio, proprio come il bimbo che parla ad orecchio. Però, quando vuole complicare il suo linguaggio, è costretto, oltre ad ascoltare altri più "forbiti" ad andare  a vedere sul vocabolario cosa voleva dire "quello là" quando ha detto "palindromo".
Questo è lo studio. Abbiamo portato esempi letterali, ma con la musica non è molto diverso: sento una cosa che mi piace ma che non so cos'è, che faccio ? Cerco di tirarla giù ad orecchio e poi analizzo: ma che scala è ? L'ha usata su questo accordo proprio perchè dà questo strano sapore ? Ecc...

La cosa straordinaria della musica è che va oltre le regole del normale linguaggio; così che se dico : "io ieri, no la montagna; le suole del cane con il bicchiere pulito" , non ho detto niente. Nessuno mi può capire e chi legge o ascolta è già lì con il telefonino in mano a chiamare la neuro.  :eheheh:

E in musica ?
Esercizio banale di "termini impropri" applicati a contesti apparentemente errati:
Suona un accordo di Do maggiore e poi suonaci una scala modale di Do Frigia. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Olè !  :yeepy:

Adesso prova la stessa scala modale Frigia sull'accordo di settima. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Salàm !

Questo esercizio io lo chiamo "globetrotter" . :eheheh:


Insomma, secondo me alla fine diciamo le stesse cose ...  :eheheh:


Vu :)
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Febius il 25 Luglio, 2014, 10:17 AM
Citazione di: Vu-meter il 25 Luglio, 2014, 09:30 AM
Esercizio banale di "termini impropri" applicati a contesti apparentemente errati:
Suona un accordo di Do maggiore e poi suonaci una scala modale di Do Frigia. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Olè !  :yeepy:

Adesso prova la stessa scala modale Frigia sull'accordo di settima. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Sal?m !

Questo esercizio io lo chiamo "globetrotter" . :eheheh:

Ehi ehi!! Piano con sti esempi che qua c'è gente che poi non ci dorme la notte!!  ;D
In teoria "non" si potrebbe fare, perà provo ad abbozzare un'analisi, poi magari mi becco una mega infamata:

Caso 1.
secondo me, in teoria, lasciando perdere la 2a e la 6a minore del frigio che tanto non sono nell'accordo a 3 voci di Do maggiore, la nota fuori sarà solo la 3a che mettendola minore su un accordo maggiore darà un sapore blues, quindi il "non si può fare" dipende dal contesto.

Caso 2.
idem, però su un accordo di settima è molto meglio, perché hai la 7a minore (che stavolta è "in") in più da sfruttare e non più da usare principalmente come nota di passaggio.

In pratica in entrambi i casi stai suonando una penta 5 ( una penta minore) con l'aggiunta della 2a e della 6a minore, su un accordo con la 3a maggiore. In alcuni contesti ci sta benissimo, in altri magari è veramente sbagliato da mettere.

Perché si chiama globetrotter?
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 25 Luglio, 2014, 10:25 AM
Citazione di: Febius il 25 Luglio, 2014, 10:17 AM

Ehi ehi!! Piano con sti esempi che qua c'è gente che poi non ci dorme la notte!!  ;D
In teoria "non" si potrebbe fare, perà provo ad abbozzare un'analisi, poi magari mi becco una mega infamata:

Caso 1.
secondo me, in teoria, lasciando perdere la 2a e la 6a minore del frigio che tanto non sono nell'accordo a 3 voci di Do maggiore, la nota fuori sarà solo la 3a che mettendola minore su un accordo maggiore darà un sapore blues, quindi il "non si può fare" dipende dal contesto.

Caso 2.
idem, però su un accordo di settima è molto meglio, perché hai la 7a minore (che stavolta è "in") in più da sfruttare e non più da usare principalmente come nota di passaggio.

In pratica in entrambi i casi stai suonando una penta 5 ( una penta minore) con l'aggiunta della 2a e della 6a minore, su un accordo con la 3a maggiore. In alcuni contesti ci sta benissimo, in altri magari è veramente sbagliato da mettere.




:eheheh:  Che carino, Febius !  :abbraccio:

Uh .. no, no .. :nono: .. devi proprio suonarle tutte; anzi, insisti sulla seconda minore del Frigio, in particolare risolvendo sulla tonica ed in particolare sull'accordo Maggiore. Provare per credere  ... e senza nessuna infamata !  :-*

Citazione di: Febius il 25 Luglio, 2014, 10:17 AM

Perché si chiama globetrotter?


Non lo saprai finchè non lo farai ...  :hey_hey:

Non è per cattiveria che non ti svelo questa cosa, ma per non bruciarti la sorpresa !  :abbraccio:


Dai, prova !!  :cheer:
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Moreno Viola il 25 Luglio, 2014, 12:35 PM
Concordo anche io Vu sul fatto che stiamo fondamentalmente dicendo le stesse cose, ma l'utilizzo della parola studio può essere fuorviante, perchè mentre tu ne dai un'interpretazione concettualmente ampia, che tiene conto dell'ascolto e del suonare con gli altri e che condivido in pieno, per molti significa esclusivamente piegarsi a testa bassa sui libri e imparare meccanicamenti degli schemi, un approccio che ovviamente in una pratica creativa e che ha a che fare con la comunicazione può soltanto essere limitante.

Citazione di: Vu-meter il 25 Luglio, 2014, 09:30 AM

La cosa straordinaria della musica è che va oltre le regole del normale linguaggio; così che se dico : "io ieri, no la montagna; le suole del cane con il bicchiere pulito" , non ho detto niente. Nessuno mi può capire e chi legge o ascolta è già lì con il telefonino in mano a chiamare la neuro.  :eheheh:

E in musica ?
Esercizio banale di "termini impropri" applicati a contesti apparentemente errati:
Suona un accordo di Do maggiore e poi suonaci una scala modale di Do Frigia. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Olè !  :yeepy:

Adesso prova la stessa scala modale Frigia sull'accordo di settima. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Salàm !

Questo esercizio io lo chiamo "globetrotter" . :eheheh:


Insomma, secondo me alla fine diciamo le stesse cose ...  :eheheh:


Vu :)

Mannaggia Vu tentatore! Riesco a ritagliarmi a malapena una mezz'oretta alla sera per suonare (si fa per dire) e tu mi stimoli con questi enigmi?
Stasera ci provo. e poi ti dico.
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Road2k il 25 Luglio, 2014, 01:33 PM
Che enigma..... vediamo se ci arrivo!!!! Prendo la scala lunga!!!! :D
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Moreno Viola il 25 Luglio, 2014, 01:41 PM
Citazione di: Road2k il 25 Luglio, 2014, 01:33 PM
Che enigma..... vediamo se ci arrivo!!!! Prendo la scala lunga!!!! :D

Road mi sa che ci tocca attaccare anche la prolunga!  :laughing:
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 25 Luglio, 2014, 02:31 PM
Citazione di: Moreno Viola il 25 Luglio, 2014, 12:35 PM

Concordo anche io Vu sul fatto che stiamo fondamentalmente dicendo le stesse cose, ma l'utilizzo della parola studio può essere fuorviante, perchè mentre tu ne dai un'interpretazione concettualmente ampia, che tiene conto dell'ascolto e del suonare con gli altri e che condivido in pieno, per molti significa esclusivamente piegarsi a testa bassa sui libri e imparare meccanicamenti degli schemi, un approccio che ovviamente in una pratica creativa e che ha a che fare con la comunicazione può soltanto essere limitante.


Ho sempre pensato allo studio in senso più "ampio" e devo chiedere scusa perchè ho dato per scontato che nel termine "studio" tutti noi ci inserissimo gli stessi concetti.

Da giovanissimo lessi un'intervista a George Benson dove, per rispondere alla domanda :

"Quale è il suo metodo di studio, come ha imparato a suonare la chitarra così bene?"

rispose :

"Ho suonato per dieci anni jazz con centinaia di musicisti." ( o qualcosa del genere )


Da allora non ho mai più inteso lo "studio" come qualcosa necessariamente abbinato ad un libro di testo .. Certo, ci può e ci deve essere anche quello, ma lo vedo in modo più ampio:

secondo me lo "studio" è una condizione mentale.

Potrei studiare perfino alle prove del gruppo, se ciò che la mia mente fosse impegnata a fare è IMPARARE qualcosa.
Certo, trovo più utile imparare le "leggi" che governano le cose anzichè le cose in sè, perchè compresi i meccanismi, poi posso gestirli ..


Citazione di: Moreno Viola il 25 Luglio, 2014, 12:35 PM

Mannaggia Vu tentatore! Riesco a ritagliarmi a malapena una mezz'oretta alla sera per suonare (si fa per dire) e tu mi stimoli con questi enigmi?
Stasera ci provo. e poi ti dico.




Dai, dai !!  :cheer:



Citazione di: Road2k il 25 Luglio, 2014, 01:33 PM
Che enigma..... vediamo se ci arrivo!!!! Prendo la scala lunga!!!! :D


Forza Road !!  :cheer:
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Moreno Viola il 25 Luglio, 2014, 10:36 PM
Citazione di: Vu-meter il 25 Luglio, 2014, 09:30 AM
E in musica ?
Esercizio banale di "termini impropri" applicati a contesti apparentemente errati:
Suona un accordo di Do maggiore e poi suonaci una scala modale di Do Frigia. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Olè !  :yeepy:

Adesso prova la stessa scala modale Frigia sull'accordo di settima. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Salàm !

Questo esercizio io lo chiamo "globetrotter" . :eheheh:


Insomma, secondo me alla fine diciamo le stesse cose ...  :eheheh:


Vu :)

Ho fatto qualche tentativo, anche se devo ammettere che un po' avevo capito dove volevi andare a parare e quegli "Olè" e "Salam" li ho colti come un suggerimento.  ;D
Devo dire che a occhio la scala frigia di Do e l'accordo di Do maggiore non si guardano neppure, pero è altrettanto vero che la frigia di Do e la triade Do/Mi/Sol hanno in realtà solo quel Mib che sembra cozzare vistosamente e in realtà suonando la scala sull'accordo effettivamente viene fuori quel sapore iberico che immagino volessi farci scoprire.
Con l'altro esercizio "guadagniamo" addirittura una nota consonante in più, il Sib che apparentemente rende tutto più "dentro" e infatti ad orecchio non mi sembra quella la nota che caratterizza il modo, però la sovrapposizione di accordo di 7 e scala frigia restituisce sapori arabeggianti soprattutto nelle prime note della scala.
Se ho compreso lo scopo del tuo esercizio e sopratutto se le mie conclusioni sono esatte, ci sarebbero da recuperare alcune discussioni di un paio di anni fa (sono già passati quasi due anni...) nelle quali affrontammo proprio un discorso sulla modalità e l'uso inconsapevole che ne fanno popoli di etnie diverse dalla nostra.
E già che ci sono provo anche a dare una motivazione al nome che hai dato all'esercizio. La modalità se usata correttamente può permetterci di visitare luoghi diversi in giro per il mondo proprio come fossimo dei globetrotters.
Dai c'è da dire che la fantasia non mi manca.  :lol:
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 25 Luglio, 2014, 11:29 PM
Citazione di: Moreno Viola il 25 Luglio, 2014, 10:36 PM
Citazione di: Vu-meter il 25 Luglio, 2014, 09:30 AM
E in musica ?
Esercizio banale di "termini impropri" applicati a contesti apparentemente errati:
Suona un accordo di Do maggiore e poi suonaci una scala modale di Do Frigia. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Olè !  :yeepy:

Adesso prova la stessa scala modale Frigia sull'accordo di settima. Sulla carta si può fare ? No. Fallo egualmente.
Cosa hai sentito ? Non ti svelo niente ti dico solo : Salàm !

Questo esercizio io lo chiamo "globetrotter" . :eheheh:


Insomma, secondo me alla fine diciamo le stesse cose ...  :eheheh:


Vu :)

Ho fatto qualche tentativo, anche se devo ammettere che un po' avevo capito dove volevi andare a parare e quegli "Olè" e "Salam" li ho colti come un suggerimento.  ;D
Devo dire che a occhio la scala frigia di Do e l'accordo di Do maggiore non si guardano neppure, pero è altrettanto vero che la frigia di Do e la triade Do/Mi/Sol hanno in realtà solo quel Mib che sembra cozzare vistosamente e in realtà suonando la scala sull'accordo effettivamente viene fuori quel sapore iberico che immagino volessi farci scoprire.
Con l'altro esercizio "guadagniamo" addirittura una nota consonante in più, il Sib che apparentemente rende tutto più "dentro" e infatti ad orecchio non mi sembra quella la nota che caratterizza il modo, però la sovrapposizione di accordo di 7 e scala frigia restituisce sapori arabeggianti soprattutto nelle prime note della scala.
Se ho compreso lo scopo del tuo esercizio e sopratutto se le mie conclusioni sono esatte, ci sarebbero da recuperare alcune discussioni di un paio di anni fa (sono già passati quasi due anni...) nelle quali affrontammo proprio un discorso sulla modalità e l'uso inconsapevole che ne fanno popoli di etnie diverse dalla nostra.
E già che ci sono provo anche a dare una motivazione al nome che hai dato all'esercizio. La modalità se usata correttamente può permetterci di visitare luoghi diversi in giro per il mondo proprio come fossimo dei globetrotters.
Dai c'è da dire che la fantasia non mi manca.  :lol:


Mio caro amico, hai azzeccato...... TUTTO !!!  :bravo2: :bravo2: :bravo2:

L'esercizio arriva a due scopi ( spero ) :  oltre che per farci prendere confidenza con il suono dei modi ( che già di per sè non è poco ), è anche un sistema che ci permette di capire come le nostre regole armoniche ( che si stringono sempre più, per altro ) NON sono 'la verità' o 'l'unica possibilità'; tanto meno 'la più bella'.
Dipende dalla cultura, dal linguaggio musicale e da molto altro. Quelle che da noi sono bestialità, sono la base per altri linguaggi musicali.

Non c'è nè 'giusto' , nè 'sbagliato' .. c'è soltanto mi 'interessa o piace' o 'non interessa o piace' ( spesso dettato più dall'abitudine degli ascolti che da altro ).

Prova a dirlo ad un fondamentalista della tonalità, tanto popolosi nei forum, di applicare un Frigio ad un accordo Maggiore e vedrai ..  :eheheh:


Consiglio finale :

provare tutte le scale modali greche su tutti i tipi di accordi che vi sovvengono ( sto preparando un topic sui tipi di accordi dove li vedremo nel dettaglio ) e ascoltate. Non dico che tutti vi piaceranno o vi serviranno, ma forse alcuni di questi potreste integrarli nelle vostre improvvisazioni, per dar vita a quelle tensioni che potrebbero arricchire il vostro fraseggio.


Olè !! No, cioè .. Salam !! ... Insomma : buon divertimento !


Vu :)


Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Moreno Viola il 27 Luglio, 2014, 12:33 PM
Grazie Vu.

Quanto è applicabile però il concetto ad una formazione chitarra/basso/batteria?

Mi spiego meglio: se io dico al bassista di suonare un accordo di do maggiore, probabilmente per inclinazione comincerà ad improvvisare sulla scala di do maggiore.

Se io invece mi lanciassi nel tentativo di dare quel sapore iberico che deriva dalla sovrapposizione della scala frigia di Do sull'accordo di Do maggiore, o meglio sulla scala suonata dal basso, così a naso direi che verrebbe fuori un pasticcio tutt'altro che armonioso.

In quel caso sarebbe giusto restringere l'improvvisazione del basso alle sole note della triade di Do maggiore, con al massimo un'unica licenza per l'utilizzo del quarto grado, il Fa condiviso da entrambe le scale?
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 27 Luglio, 2014, 03:07 PM
Citazione di: Moreno Viola il 27 Luglio, 2014, 12:33 PM
Grazie Vu.

Quanto è applicabile però il concetto ad una formazione chitarra/basso/batteria?

Mi spiego meglio: se io dico al bassista di suonare un accordo di do maggiore, probabilmente per inclinazione comincerà ad improvvisare sulla scala di do maggiore.

Se io invece mi lanciassi nel tentativo di dare quel sapore iberico che deriva dalla sovrapposizione della scala frigia di Do sull'accordo di Do maggiore, o meglio sulla scala suonata dal basso, così a naso direi che verrebbe fuori un pasticcio tutt'altro che armonioso.

In quel caso sarebbe giusto restringere l'improvvisazione del basso alle sole note della triade di Do maggiore, con al massimo un'unica licenza per l'utilizzo del quarto grado, il Fa condiviso da entrambe le scale?

A meno che tu non faccia del free jazz, improvvisare in due nel medesimo momento, sarebbe meglio evitare ..  :eheheh:

Meglio per il bassista rendere l'accordo di DO maggiore con arpeggi o giri carini sulla triade senza esporsi troppo , poi magari verrà il suo momento in cui tu gli starai sotto con un bel DO maggiore e lui si divertirà .. Io eviterei anche il quarto grado, altrimenti non avresti lo stesso effetto.. Il quarto grado come tutti sappiamo è un po' fetente e tende ad accentrare l'attenzione su di se...  potrebbe sembrare che la tonalità si sposti in Fa, modificando il sapore "flamencoso" che invece ti dà la pura triade ..

Certo, un bell'aiuto potrebbe dartelo un altro chitarraio o un pianista .. ma se si è in trio, meglio ruotare intorno alla triade, se si vuole mantenere il sapore.


Vu :)
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Moreno Viola il 27 Luglio, 2014, 09:13 PM
Grazie Vu.

Effettivamente ho usato impropriamente il termine "improvvisare".

L'ideale quindi è che l'attenzione del bassista sia concentrata sul groove e che la scala si restringa alle note della triade, giusto?
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 27 Luglio, 2014, 10:59 PM
Citazione di: Moreno Viola il 27 Luglio, 2014, 09:13 PM
Grazie Vu.

Effettivamente ho usato impropriamente il termine "improvvisare".

L'ideale quindi è che l'attenzione del bassista sia concentrata sul groove e che la scala si restringa alle note della triade, giusto?

Eh di che ? Figurati... siamo qui per confrontarci .  :abbraccio:

Per mantenere la sfumatura "flamenco" bella forte, direi di sì. Naturalmente sperimentare non fa mai male e potreste trovare delle alternative interessanti !  :reallygood:

Vu :)
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Moreno Viola il 28 Luglio, 2014, 10:05 AM
A questo punto direi che per attraversare lo Stretto di Gibilterra e "trasferirci" in Marocco, dovremmo chiedere al bassista di aggiungere ed ostinarsi su quel Sib che diventa un po' il nostro passaporto, giusto?
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 28 Luglio, 2014, 04:47 PM
Citazione di: Moreno Viola il 28 Luglio, 2014, 10:05 AM
A questo punto direi che per attraversare lo Stretto di Gibilterra e "trasferirci" in Marocco, dovremmo chiedere al bassista di aggiungere ed ostinarsi su quel Sib che diventa un po' il nostro passaporto, giusto?

E' una prova che non ho fatto , ma direi che è l'uovo di Colombo !  :reallygood: :bravo2: :bravo2: :bravo2:

Vu :)
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Kanguro il 06 Agosto, 2014, 05:21 PM
 :reading:
Caspita, io mi sa che sono fatto al contrario.
Sarà per pigrizia, ma non vado matto nell'imparare uno o più brani in particolare.
Cerco sempre di migliorare la tecnica e la consapevolezza di quello che tocco sui tasti.
Questa è una maggiore, questa una minore, ora ci provo la scala spagnola, ora un arpeggio su quella scala.
Su e giù, facendo tutto e niente in particolare.
Poi mi propongo una sfida personale: Suonare con quello che ho acquisito, sulla backing track di un brano, senza vedere la tablatura o meglio, guardando solo le parti per me ostiche da riprodurre a mente. Solo quelle.
E'bello, suonare su un brano e riuscure a fare un'assolo che si avvicina molto a quello originale, costruento, pezzo per pezzo, con la consapevolezza di metterci quella scala o quell'altra di quel modo.

Premetto che non posso andare da un'insegnante e studio (quando il poco tempo me lo permette), con le cuffie da solo in casa. Magari con un phrase looper o una backing track.

Domanda: E'deleterio per l'apprendimento da autodidatta? E' "propedeutico" o è giusto questo mio inusuale sistema?
Titolo: Re:Quali scale?
Inserito da: Vu-meter il 06 Agosto, 2014, 05:33 PM
Citazione di: Kanguro il 06 Agosto, 2014, 05:21 PM
:reading:
Caspita, io mi sa che sono fatto al contrario.
Sarà per pigrizia, ma non vado matto nell'imparare uno o più brani in particolare.
Cerco sempre di migliorare la tecnica e la consapevolezza di quello che tocco sui tasti.
Questa è una maggiore, questa una minore, ora ci provo la scala spagnola, ora un arpeggio su quella scala.
Su e giù, facendo tutto e niente in particolare.
Poi mi propongo una sfida personale: Suonare con quello che ho acquisito, sulla backing track di un brano, senza vedere la tablatura o meglio, guardando solo le parti per me ostiche da riprodurre a mente. Solo quelle.
E'bello, suonare su un brano e riuscure a fare un'assolo che si avvicina molto a quello originale, costruento, pezzo per pezzo, con la consapevolezza di metterci quella scala o quell'altra di quel modo.

Premetto che non posso andare da un'insegnante e studio (quando il poco tempo me lo permette), con le cuffie da solo in casa. Magari con un phrase looper o una backing track.

Domanda: E'deleterio per l'apprendimento da autodidatta? E' "propedeutico" o è giusto questo mio inusuale sistema?


Le cose da te elencate sono a dir poco Ottime. L'unica cosa che aggiungerei è una certa 'metodicità', che nello studio è funzionale.
Quindi direi che quello che tu fai è ottimo, ma da solo rallenta di molto il tuo percorso. Occorrerebbe coadiuvare con studi vari sia pratici che teorici.
Sarebbe "l'ideale" .

Vu :)