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Improvvisare melodicamente

Aperto da luvi, 30 Giugno, 2017, 03:13 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

Max Maz

Mi rendo conto chi non sono riuscito a spiegarmi.

Se canto NON improvviso ma canto soltanto ciò che già conosco e quindi non mio..... e mi deprimo.
Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)


Vu-meter

Ps :

Non vorrei sembrare quello che si sente arrivato... al contrario, io questi esercizi li faccio ancora e non sono neppure tanto bravo.
Quando sbaglio però, trovo divertente il fatto che debba cercare la strada per ritornare a ciò che avevo in mente oppure comunque per giustificare l'errore.
Anziché frustrante, lo trovo divertente.  :laughing:
"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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Vu-meter

Citazione di: Max Maz il 04 Luglio, 2017, 01:45 PM
Mi rendo conto chi non sono riuscito a spiegarmi.

Se canto NON improvviso ma canto soltanto ciò che già conosco e quindi non mio..... e mi deprimo.


Nella School ci sono esercizi per aiutarci proprio a produrre musica a livello mentale.. prov a darci un'occhiata..
"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
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Max Maz

Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)


futech

dopo non so quanti mesi che Vu me lo ripeteva una lezione si ed una pure, prima di riporre forzatamente la chitarra, feci una mezz'oretta di questo esercizio, e devo ammettere che fu molto divertente e soddisfacente.
Spesso frasi più lunghe non riuscivo a beccarle subito, ma in fondo era anche la prima volta che facevo questo esercizio.
Se adesso avessi tempo penso che mi butterei direttamente a fare questo, piuttosto che scale o altro.
Ovviamente quando in casa non ci sarà nessuno e pure i vicini saranno fuori :D :D :D


Qual

Vu-meter

Citazione di: futech il 04 Luglio, 2017, 02:53 PM
dopo non so quanti mesi che Vu me lo ripeteva una lezione si ed una pure, prima di riporre forzatamente la chitarra, feci una mezz'oretta di questo esercizio, e devo ammettere che fu molto divertente e soddisfacente.
Spesso frasi più lunghe non riuscivo a beccarle subito, ma in fondo era anche la prima volta che facevo questo esercizio.
Se adesso avessi tempo penso che mi butterei direttamente a fare questo, piuttosto che scale o altro.
Ovviamente quando in casa non ci sarà nessuno e pure i vicini saranno fuori :D :D :D

:abbraccio: :abbraccio: :abbraccio:
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futech

Citazione di: Vu-meter il 04 Luglio, 2017, 04:19 PM
Citazione di: futech il 04 Luglio, 2017, 02:53 PM
dopo non so quanti mesi che Vu me lo ripeteva una lezione si ed una pure, prima di riporre forzatamente la chitarra, feci una mezz'oretta di questo esercizio, e devo ammettere che fu molto divertente e soddisfacente.
Spesso frasi più lunghe non riuscivo a beccarle subito, ma in fondo era anche la prima volta che facevo questo esercizio.
Se adesso avessi tempo penso che mi butterei direttamente a fare questo, piuttosto che scale o altro.
Ovviamente quando in casa non ci sarà nessuno e pure i vicini saranno fuori :D :D :D

:abbraccio: :abbraccio: :abbraccio:

eh, vedremo a settembre quando riprenderemo se avrai voglia di abbracciarmi o bastonarmi  :-[


Qual


Vu-meter

Sempre abbracci !  :abbraccio: Sono un tenerone ...  :-[
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luvi

Cerco di chiarire meglio il mio punto di vista, a scanso di fraintendimenti...
Cantare ad alta voce le note è indiscutibilmente un buon sistema di studio, ma non è solamente a questo che mi riferisco.

Il grande maestro ed amico che tanti anni fa mi instradò verso questo approccio si chiama Randy Bernsen (chitarrista jazz-fusion americano che militò per alcuni anni nel Joe Zawinul Syndicate, sostituendo Scott Henderson...) e diceva molto semplicemente, con il simpatico pragmatismo che contraddistingue l'approccio americano a certe cose, "Man, think a note and play it!". Sottintesa era la parola "always", cioè "sempre".
Il processo, infatti, deve diventare una prassi dalla quale non ci si allontana più, tantomeno quando si suona dal vivo su un palco.

Lo scopo delle lezioni era proprio quello di creare le immagini sonore "mentali" di accordi, scale o frasi. Immagini che si devono materializzare nel nostro cervello un attimo prima di tentare di tradurle in ordini da inviare ai muscoli delle mani.

Il concetto alla base di tutto questo è che se io "so" come suona un accordo maggiore perché me ne sono fatto un'immagine sonora mentale, non ho bisogno che qualcuno me lo suoni per forza, ma posso addirittura suonarci "virtualmente" sopra.
Se posseggo l'immagine sonora della scala pentatonica non ho bisogno forzatamente di ripassarmi le sue diteggiature per suonarla ed ho molte meno difficoltà a suonarla al di fuori di tali logiche geometriche.
Se faccio cantare mentalmente una frase che mi piacerebbe sentire su un certo accordo o su una progressione, non devo fare altro che cercare di suonarla così come l'ho pensata e come la sento risuonare nella mia mente: motivo per il quale questo studio non è specificatamente rivolto ai chitarristi, ma a chiunque voglia strutturare la propria improvvisazione.

Si tratta in soldoni di creare le immagini sonore degli accordi e delle scale più diffuse (un po' alla volta, ovviamente, per gradi...) così come possediamo le immagini mentali di tante altre cose.
Per capirci, non abbiamo difficoltà a riconoscere una maglietta bianca tra altre di colori diversi, perché possediamo il concetto mentale (in questo caso visivo) dei vari colori e distinguiamo il bianco.
Magari non ce ne accorgiamo, ma mentalmente formuliamo un pensiero che riguarda il colore bianco appena prima di indicare la maglietta.

In musica il processo è meno intuitivo solo perché la musica non fa parte delle nostre necessità primarie ed istintive tanto quanto saper distinguere il bianco dal nero...  ::)
Non sempre la realtà dei fatti è affascinante, ma cercare di ignorarla è poco saggio.

Vu-meter

Tutto chiarissimo e sono d'accordo .  :mypleasure:

Ho dato per scontato che mi stessi riferendo agli esercizi per chi comincia, non per chi ha già consolidato mappe mentali di armonia e/o melodia.
Ecco forse perchè siamo sembrati più distanti di quanto non fossimo .. :beer:


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luvi

Citazione di: Vu-meter il 04 Luglio, 2017, 06:13 PM
Tutto chiarissimo e sono d'accordo .  :mypleasure:

Ho dato per scontato che mi stessi riferendo agli esercizi per chi comincia, non per chi ha già consolidato mappe mentali di armonia e/o melodia.
Ecco forse perchè siamo sembrati più distanti di quanto non fossimo .. :beer:

Avevo intuito anche io che stavamo parlando di fasi successive dello stesso percorso...
Per questo ho chiarito!  ::)
Non sempre la realtà dei fatti è affascinante, ma cercare di ignorarla è poco saggio.

AlbertoDP

Comunque, tutto molto interessante. Fa piacere leggere di persone che hanno dedicato molto del loro tempo a qualcosa e lo hanno fatto nel modo "giusto", cioè tenendo sempre la "musica" al centro dell'obbiettivo.

luvi

Vi descrivo la struttura di una tipica sessione di improvvisazione melodica (d'insieme, in questo esempio...) con Randy Bernsen.

Iniziava con l'esecuzione corale, lenta e scandita, di una scala prescelta su almeno tre ottave complete lungo tutto il manico (ognuno poteva eseguirla nel modo e sulle corde che riteneva più consone), ascendente e discendente. Il livello degli iscritti era eterogeneo, tenete conto, per cui la difficoltà di esecuzione era volutamente tenuta bassa. Note lente, quindi, con l'intento preciso di creare/rinfrescare l'immagine sonora della scala in ciascuno degli allievi.
Ad esempio: pentatonica minore di G, ripetendone l'esecuzione due o tre volte tutti assieme.

Seduti tutti quanti in cerchio con gli strumenti in mano, Randy faceva partire un semplice giro di Blues in G7 (12 battute, quindi, |G7|C7|G7|%|C7|%|G7|%|D7|C7|G7|D7|), lento, eseguendo alcune frasi della durata di quattro battute create usando la scala pentatonica minore di G.
L'allievo a seguire doveva fare altrettanto riprendendo la melodia delle frasi precedenti. Così via di 4 battute in 4 battute.

Lo scopo era da un lato imbastire frasi di senso compiuto e di intenzione melodica, dall'altro sviluppare l'interplay, cioè l'ascolto analitico di quel che il musico precedente stesse suonando per potersi relazionare con lui in maniera coerente, benché estemporanea.

Al "gioco" partecipavano chitarristi di diversa estrazione musicale e di differente preparazione teorico/tecnica, quindi le proposte e le risposte agli stimoli dati dal maestro erano decisamente diversi tra loro per tipologia e per capacità. Tuttavia ricordo che dopo un avvio difficile per chi non fosse abituato ad ascoltare o non avesse controllo tecnico sufficiente, più o meno tutti gli allievi hanno cominciato a respirare un'aria nuova, a pensare in modo diverso, ad avere una maggiore attenzione per ciò che musicalmente avveniva attorno a loro e per ciò che gli altri suonavano.

Non tutti riuscivano a dare facilmente senso melodico alle proprie frasi: in particolare chi aveva studiato a lungo le diteggiature faceva una gran fatica a staccarsene, mentre chi ne sapeva molto meno risultava più duttile e facilitato a scegliere le note con intento melodico, al di fuori delle geometrie "canoniche".

Questo mi fece riflettere parecchio ed al di là dei benefici stratosferici che ne derivarono per il sottoscritto, fu la causa principale della mia intenzione di trasferire questo approccio successivamente sui miei allievi. E' un sistema difficile da applicare, perché non prevedendo esercizi banali, implica uno studio molto responsabile... funziona certamente meglio con adolescenti ed adulti che non con i ragazzini molto giovani, ma contentiamoci... non si può avere tutto!  :laughing:
Non sempre la realtà dei fatti è affascinante, ma cercare di ignorarla è poco saggio.


AlbertoDP

Il passo successivo è trasformarlo in un esercizio collettivo on line, seppure "in differita", degli utenti jamble?  :firuli:

luvi

Citazione di: AlbertoDP il 05 Luglio, 2017, 11:36 AM
Il passo successivo è trasformarlo in un esercizio collettivo on line, seppure "in differita", degli utenti jamble?  :firuli:

Ma guarda un po'... proprio a questo stavo pensando...  :-[  ::)
Non sempre la realtà dei fatti è affascinante, ma cercare di ignorarla è poco saggio.

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