Prendo spunto da una frase di Grand Funk (che cito) riguardo all'improvvisazione per toccare un argomento che considero molto importante: la costruzione melodica del fraseggio.
"Io sono ignorante Max....... ma per me " buona la prima " è la migliore !"
Buona la prima è spesso difficile, ma l'improvvisazione costruita "a tavolino" non è nemmeno improvvisazione...
Improvvisare significa creare al momento linee di note che mantenendo una relazione con la musica creino su di essa un percorso tematico ed espressivo che prende vita ed importanza, catalizzando l'attenzione dell'ascoltatore.
Annoso problema, per i chitarristi, quello della costruzione delle frasi e del fraseggio: si studiano le scale e poi queste diventano delle gabbie dalle quali non si riesce più ad uscire, che lasciano la creatività imbrigliata in stilemi e geometrie ripetitive e monotone, dall'interno delle quali è difficile dare senso compiuto a ciò che si suona e delle quali ci si stanca molto presto.
Non c'è niente di peggio di una frase scontata e ripetuta, di un pattern che ci vediamo costretti a suonare troppo spesso o fuori luogo e che finiamo per odiare!
La costruzione melodica delle frasi è sempre e rigorosamente un processo estemporaneo, che tra l'altro poco ha a che fare di per sé con la conoscenza della teoria (che resta sempre cosa molto utile, beninteso)!
La chiave è cercare di prevedere il suono della nota che si sta per eseguire e scegliere di suonarla - e come suonarla - per una ragione espressiva precisa, mai perché "si passava da quelle parti". :lol:
Può essere una nota diversa dalla precedente oppure la sua ripetizione, può essere consonante o dissonante: non ci sono regole o divieti, purché si abbia il controllo di ciò che accade.
Tutto ciò che funziona nella nostra mente e ad orecchio funziona per certo anche per i testi di armonia, non ci sono problemi.
L'importante è cantare mentalmente i suoni e cercare di assemblarli in frasi di senso compiuto.
Tali frasi devono risuonare in testa mentre le si suona (o meglio, un attimo prima di suonarle), strutturando il solo come se seguissimo una sintassi linguistica. All'inizio pare difficile, occorre dilatare i tempi, dapprima pensando e poi suonando in momenti successivi.
Man mano che ci si allena i due procedimenti si fanno via via più ravvicinati, fino a dare l'illusione della contemporaneità, coadiuvati all'occorrenza da frammenti di scale, patterns ed intermezzi di frasi che possono essere anche studiati e che nella misura in cui ci piacciono e li si usa coscientemente entrano di diritto a far parte dello stile personale di ciascuno di noi.
Ovviamente vanno risolti di pari passo i problemi legati alla difficoltà di ricerca dei suoni sulle varie corde e nelle varie parti del manico: per raggiungere questo obiettivo un buon esercizio è costituito dal memorizzare melodicamente la scala in testa e cercare poi di eseguirla zigzagando per ogni dove senza altra logica che non la copertura totale della tastiera. L'importante è non ragionare per diteggiature, vera gabbia mentale ed ostacolo fisico al pensiero melodico.
Lo scopo finale è infatti "parlare" in musica con un andamento simile alla sintassi del linguaggio parlato, con esposizione dell'argomento, sviluppo dei concetti, accenti e pause: tutto fuorché leggere un componimento scritto o peggio ancora fare un collage insensato da componimenti diversi...
Per esemplificare meglio ciò che intendo pubblico un piccolo esempio di 60 secondi su un giro blues... registrazione unica senza riprese, "buona la prima", appunto! :etvoila:
:goodpost: :goodpost: :goodpost:
Hai perfettamente ragione, per esprimersi compiutamente e con soddisfazione è necessario non soltanto conoscere vocaboli, verbi, aggettivi e grammatica ma aver letto, ascoltato e provato tanto.
Improvvisare è piacevole ma farlo senza pensare può essere, alla lunga, frustrante.
PS
Complimenti per la lucidità a quell'ora della notte.
:goodpost:
Io ho un po' il problema inverso o meglio, 9 mesi (preziosi) di studio con Vu mi hanno inculcato l'approccio da te descritto. Infattio il mio approccio all'improvvisazione avviene proprio così. Io ho chiara in mente la melodia ma le mie mani non la conoscono. Non sanno applicarla sulla tastiera.
Mi ritrovo continuamente in strade senza uscita o peggio, che portano decisamente altrove rispetto a ciò che ho in mente. Eppure sono certo che la nota che mi manca sia proprio li intorno o peggio, sono certo di averla talvolta trovata ma, l'ho suonata "male"...senza l'intenzione che la nia mente ha creato.
Da li, sale la frustrazione ed abbandono la melodia e cedo il comando alle dita che si muovono come un tosaerba automatico all'interno di un recinto
Citazione di: Max Maz il 30 Giugno, 2017, 05:46 AM
:goodpost: :goodpost: :goodpost:
Hai perfettamente ragione, per esprimersi compiutamente e con soddisfazione è necessario non soltanto conoscere vocaboli, verbi, aggettivi e grammatica ma aver letto, ascoltato e provato tanto.
Improvvisare è piacevole ma farlo senza pensare può essere, alla lunga, frustrante.
Penso sia solo questione di esercizio e confidenza con la tastiera!!!!
Grazie Luvi!!!!
S.
CitazioneL'importante è cantare mentalmente i suoni e cercare di assemblarli in frasi di senso compiuto.
Tali frasi devono risuonare in testa mentre le si suona (o meglio, un attimo prima di suonarle), strutturando il solo come se seguissimo una sintassi linguistica. All'inizio pare difficile, occorre dilatare i tempi, dapprima pensando e poi suonando in momenti successivi.
Anche se non credo di riuscire ancora a trasmettere quello che canto a mente...alle mani,la vedo più come una 'brutta copia' (quello che mentalmente canto ed una 'bella copia' la frase intera che riesco ad assemblare in seguito.
:goodpost:
Citazione di: Elliott il 30 Giugno, 2017, 07:03 AM
:goodpost:
Io ho un po' il problema inverso o meglio, 9 mesi (preziosi) di studio con Vu mi hanno inculcato l'approccio da te descritto. Infattio il mio approccio all'improvvisazione avviene proprio così. Io ho chiara in mente la melodia ma le mie mani non la conoscono. Non sanno applicarla sulla tastiera.
Mi ritrovo continuamente in strade senza uscita o peggio, che portano decisamente altrove rispetto a ciò che ho in mente. Eppure sono certo che la nota che mi manca sia proprio li intorno o peggio, sono certo di averla talvolta trovata ma, l'ho suonata "male"...senza l'intenzione che la nia mente ha creato.
Da li, sale la frustrazione ed abbandono la melodia e cedo il comando alle dita che si muovono come un tosaerba automatico all'interno di un recinto
Il post di Luvi è da incorniciare ! :bravo2:
Secondo me l'unica cosa che si è dimenticato di dire è che la buona riuscita non è niente affatto semplice e richiede tempo.
Tu in 9 mesi, secondo me, hai fatto davvero dei passi da gigante. Quando facciamo lezione assieme per altro, bastano due parole per sentirti migliorare il fraseggio notevolmente in pochi istanti.
Il punto è che all'inizio non è naturale e ricordarsi 'tutto ciò che dobbiamo fare' per rendere melodico e con intenzione il nostro fraseggio, non è facile.
E' come quando prendi le prime lezioni di guida : gas, freno, frizione, il cambio, i cartelli stradali, lo specchietto, gli altri che rischiano di urtarti, i rumori, le strade .... aiuto !!!!! :sos:
Con il tempo però diventa tutto semplice e non solo riesci a fare tutto il richiesto, ma molto di più al punto che ti distrai e a volte, neanche sai come hai fatto a fare quel tratto di strada.
Fin dal primo giorno ti dissi : tu mi preoccupi per un motivo : la fretta.... te lo ricordi ? :sarcastic:
:laughing:
Purtroppo devo uscire per dei servizi, dopo rispondo, ma questo voglio dirlo subito, tutti i tuoi interventi sono delle " perle " stupende, gioielli da ammirare e di rara bellezza !
:thanks: Luca
:goodpost:
Citazione di: Vu-meter il 30 Giugno, 2017, 08:36 AM
Fin dal primo giorno ti dissi : tu mi preoccupi per un motivo : la fretta.... te lo ricordi ? :sarcastic:
:laughing:
:maio:
Citazione di: Road2k il 30 Giugno, 2017, 07:20 AM
Penso sia solo questione di esercizio e confidenza con la tastiera!!!!
Grazie Luvi!!!!
S.
E' una questione di approccio... il metodo di studio tradizionale (diteggiature ed esercizi meccanici sulle scale) applicato da migliaia di insegnanti (e mi fa molto piacere poter dire che Vu non sia tra questi...) va in altra direzione, purtroppo.
La scala diventa una forma geometrica (o meglio, un insieme di forme geometriche sparse per il manico) che una volta acquisita serve "a suonare sé stessa", ma ingabbia il pensiero e non lo organizza in frasi di senso compiuto, anzi spesso inibisce la formulazione del pensiero stesso facendo procedere per pattern mnemonici (anche la plettrata veloce a tutti i costi ottiene spesso lo stesso effetto deleterio, devo dire...).
Liberarsi dalle diteggiature significa praticare la scala ovunque sul manico in ragione di scelte espressive e melodiche, non di pattern geometrici.
La confidenza con la tastiera è quindi utile e necessaria in maniera incondizionata, ma anch'essa per essere raggiunta necessita di un approccio non "geometrico" o legato alle diteggiature.
Quindi non è solo questione di "quanto" si studia (è sottinteso sempre che più lo si può fare e meglio è...), ma di "come" lo si fa e con quale intenzione. :hey_hey:
Citazione di: zap il 30 Giugno, 2017, 07:25 AM
Anche se non credo di riuscire ancora a trasmettere quello che canto a mente...alle mani,la vedo più come una 'brutta copia' (quello che mentalmente canto ed una 'bella copia' la frase intera che riesco ad assemblare in seguito.
:goodpost:
Già il fatto che ragioni in questo senso dimostra che l'approccio è quello giusto. Per migliorare, c'è sempre tempo! ::)
Citazione di: Max Maz il 30 Giugno, 2017, 05:46 AM
:goodpost: :goodpost: :goodpost:
Hai perfettamente ragione, per esprimersi compiutamente e con soddisfazione è necessario non soltanto conoscere vocaboli, verbi, aggettivi e grammatica ma aver letto, ascoltato e provato tanto.
Improvvisare è piacevole ma farlo senza pensare può essere, alla lunga, frustrante.
E quel che è peggio, non porta a migliorare granché, né ad aumentare l'autostima!
Citazione di: Max Maz il 30 Giugno, 2017, 05:46 AM
PS
Complimenti per la lucidità a quell'ora della notte.
Sono un nottambulo incorreggibile, lo so... :laughing:
Citazione di: zap il 30 Giugno, 2017, 07:25 AM
CitazioneL'importante è cantare mentalmente i suoni e cercare di assemblarli in frasi di senso compiuto.
Tali frasi devono risuonare in testa mentre le si suona (o meglio, un attimo prima di suonarle), strutturando il solo come se seguissimo una sintassi linguistica. All'inizio pare difficile, occorre dilatare i tempi, dapprima pensando e poi suonando in momenti successivi.
Anche se non credo di riuscire ancora a trasmettere quello che canto a mente...alle mani,la vedo più come una 'brutta copia' (quello che mentalmente canto ed una 'bella copia' la frase intera che riesco ad assemblare in seguito.
:goodpost:
:quotone:
Condivido il pensiero di Zap, e qui hai risposto automaticamente anche a me.
Premetto che condivido anche il tuo pensiero riguardo lo studio dello strumento " più si studia e meglio è " è logico che sapere più cose equivale ad avere più " ingridienti " per le nostre improvvisazioni, e non è cosa da poco...... ma poi, come dici giustamente tu bisogna liberarsi dagli schemi geometrici ( blocchi delle scale, arpeggi ecc. ) e improvvisare in modo naturale e " intuitivo " il mio maestro diceva " l' improvvisazione è una dote, o ce l' hai o non ce l' hai, con lo studio si può migliorare, ma non imparare del tutto.....
Io ho premesso che sono ignorante in materia conosco due scale bene ( Pentatonica e Blues ) e un pochino il modo dorico, con queste suono, e di solito sia con il gruppo che quando registro per il forum, per me è di solito ( sempre ) buona la prima, se dopo un poco rimprovviso sulla stessa base il solo sarà abbastanza diverso, per esempio, l' ultima mia publicazione " Grand Funk style " il solo è cosi " buona la prima " c'è qualcosa da rivedere per carità, ma ho pensato, se lo rifaccio non lo faccio uguale e può darsi che mi piace meno ( ormai mi conosco..... ) allora l' ho lasciato cosi......
Ao..... io sò cosi, che ve devo fà ?...... :etvoila:
Citazione di: Max Maz il 30 Giugno, 2017, 05:46 AM
Complimenti per la lucidità a quell'ora della notte.
:laughing: :laughing: :laughing:
Secondo esempio con diversa ambientazione sonora e diverso tipo di armonia, ma stesso concetto alla base dell'improvvisazione, anche qui take unico e "buona la prima" (in realtà è la seconda, confesso)...
:goodpost: :goodpost: :goodpost:
Luca, questo post è una vera perla!
Parlando di teoria musicale io sono un alfabeta e suono molto "di istinto" e facendolo da molti anni (troppi... :oldguitar:) mi sono ormai fossilizzato sui box nei quali mi muovo con una certa confidenza, ma...se mi ascolto mi annoio da solo! ;D
Questo metodo mi ispira tantissimo. E mai nessun insegnante mi ha mai proposto niente del genere.
Grazie! :thanks:
Citazione di: Caligarock il 30 Giugno, 2017, 12:51 PM
:goodpost: :goodpost: :goodpost:
Luca, questo post è una vera perla!
Parlando di teoria musicale io sono un alfabeta e suono molto "di istinto" e facendolo da molti anni (troppi... :oldguitar:) mi sono ormai fossilizzato sui box nei quali mi muovo con una certa confidenza, ma...se mi ascolto mi annoio da solo! ;D
Questo metodo mi ispira tantissimo. E mai nessun insegnante mi ha mai proposto niente del genere.
Grazie! :thanks:
Grazie, Stefano! :thanks:
Fino a pochi anni fa ho insegnato e mi è capitato di instradare parecchi allievi in questo modo.
Certamente non si tratta di uno studio "entry level", funziona sopratutto con chi ha già praticato un minimo scale, accordi e relazioni armoniche.
Però l'approccio è efficace anche con chi sia alle primissime armi, perché è un modo diverso di vedere e concepire l'improvvisazione, non come risultato di un accumulo enciclopedico di nozioni armonico-scalari, ma come un linguaggio vero e proprio... e si sa che molte lingue possono essere in parte imparate empiricamente, anche quando ancora non se ne sia studiata la grammatica sui libri.
La sintassi, del resto, si deduce anche ascoltando chi parla, così come la struttura di un solo si deduce ascoltando analiticamente chi improvvisa.
Ascoltare i suoni e cantarli mentalmente dando loro un senso melodico (per poi risuonarli) sono quindi pratiche essenziali per ottenere lo scopo. ::)
A breve pubblicherò un terzo esempio che è la bestia nera dell'improvvisazione melodica... un solo accordo!! :sarcastic: :sarcastic:
È stato un vero piacere per le orecchie ascoltare le due improvvisazioni. (La backing track della seconda traccia, se non sbaglio, dovrebbe essere stata usata anche in una Jamble Jam, giusto? :-\ )
Approccio interessantissimo, e che sicuramente mi manca.
Ottimo spunto per avere un approcio differente e molto stimolante.
Grazie! :bravo2:
Citazione di: Caligarock il 30 Giugno, 2017, 12:51 PM
......... E mai nessun insegnante mi ha mai proposto niente del genere.
:sconvolto:
Citazione di: Vu-meter il 30 Giugno, 2017, 01:55 PM
Citazione di: Caligarock il 30 Giugno, 2017, 12:51 PM
......... E mai nessun insegnante mi ha mai proposto niente del genere.
:sconvolto:
Vu non ti perplimere, gli insegnanti marchigiani non cantano mai. ;D
Bellissime riflessioni ::) Condivido tutto, compresa l'aggiunta di Vu sul fatto che ci voglia tempo per fare si che mano e mente vadano sempre di pari passo.
E infatti, a me manca il tempo :laughing:
Fantastici anche gli esempi :bravo2:
Citazione di: Max Maz il 30 Giugno, 2017, 02:04 PM
Citazione di: Vu-meter il 30 Giugno, 2017, 01:55 PM
Citazione di: Caligarock il 30 Giugno, 2017, 12:51 PM
......... E mai nessun insegnante mi ha mai proposto niente del genere.
:sconvolto:
Vu non ti perplimere, gli insegnanti marchigiani non cantano mai. ;D
Ti assicuro, è terribile. :sisi:
Come dicevo, ecco il terzo esempio nel quale l'armonia consta di un solo accordo, per l'occasione Emin.
Il materiale dal quale attingere è molto semplice ed accessibile: scala pentatonica minore di E e qualche passaggio dal sapore diatonico e minore naturale.
In casi come questo l'organizzazione melodica delle frasi diventa vitale per dare movimento ad una situazione altrimenti del tutto statica.
Chiave di lettura importante anche l'accentuazione ritmica presente nel brano, abbastanza ricca di spunti.
Citazione di: Max Maz il 30 Giugno, 2017, 02:04 PM
Vu non ti perplimere, gli insegnanti marchigiani non cantano mai. ;D
Per quanto mi risulta, nemmeno gli altri cantano tanto spesso... :'(
Citazione di: luvi il 30 Giugno, 2017, 03:51 PM
Citazione di: Max Maz il 30 Giugno, 2017, 02:04 PM
Vu non ti perplimere, gli insegnanti marchigiani non cantano mai. ;D
Per quanto mi risulta, nemmeno gli altri cantano tanto spesso... :'(
Che sia una peculiarità Emiliano / Romagnola ? ;D
Della manina del Luvi ne vogliamo parlare ? :sbavv:
:bravo2: :bravo2: :bravo2: :bravo2: :bravo2: :bravo2:
Non è che mi tocca fare anche la medaglietta "Luvi Plays" ? :sconvolto:
Citazione di: luvi il 30 Giugno, 2017, 12:40 PM
Secondo esempio con diversa ambientazione sonora e diverso tipo di armonia, ma stesso concetto alla base dell'improvvisazione, anche qui take unico e "buona la prima" (in realtà è la seconda, confesso)...
[MODE OT ON]
ho quasi paura a chiederti questa cosa.... lo faccio!!
Cosa usi per ottenere questo suono?
:nolistening:
[MODE OT OFF]
Mi permetto di sparare una risposta, tanto abbiamo visto che nei blind test vale tutto, si sbaglia sempre :laughing: Per me, è un'altra emulazione digitale, almeno in parte.
E ora vai con la tranvata che ho sbagliato :laughing:
Citazione di: Vu-meter il 30 Giugno, 2017, 03:56 PM
Della manina del Luvi ne vogliamo parlare ? :sbavv:
:bravo2: :bravo2: :bravo2: :bravo2: :bravo2: :bravo2:
Non è che mi tocca fare anche la medaglietta "Luvi Plays" ? :sconvolto:
Eh....ad avercene...gran gran manina quella del luvi .
Grande Luvi!concordo praticamente su tutto!e dire che una volta (troppo tempo fa) lo sapevo fare,quando non avevo internet e suonavo dalla mattina alla sera :'(
Pero' a teoria e suoni ero a zero allora...come adesso :laughing;
C'è da passarci ore ad analizzare i tre differenti approcci, il terzo non sembra nemmeno un solo accordo, :bravo2:.
I passaggi veloci come li affronti, canti/immagini proprio il passaggio o canti la melodia e peschi dal background per arricchire? Spero sia chiaro!! :-\
:thanks:
Non posso che essere più che d'accordo con Luvi....quanto è vero quello che hai scritto.
Nel mio piccolissimo anche io preferisco nelle linee melodiche o solistiche il...."Buona la prima" che raramente si basa su una abile partita a tetris con diteggiature e lick predefiniti.
Tendo a cominciare....prendo una nota....la tiro e poi comincio a suonare ciò che il cervello ed il cuore mi raccontano in quel preciso momento. Cosi quando registro e cosi nei live.
Ti dirò di più ... dato che non sono quel granché....spesso la prima stesura ha qualche imperfezione che poi si può correggere ma....anche riproponendo quel solo o quella linea imparandosela per bene ...succede spessissimo che mi ritrovo a riprendere la prima stesura perché migliore in espressività rispetto a quella più precisa.
Boh...per me la musica è spesso improvvisazione...dovrebbe essere figlia di quel preciso istante.
Infatti spesso bisticcio con il mio cantante perchè ... ad ogni concerto....cambio i soli. Lui invece è della scuola rifacciamo tutti quello che c'è sul cd.
Ho avuto la fortuna di imparare a suonicchiare con chitarristi che mi hanno sempre detto ... fa quello che senti....se piace a te piace a tutti ma soprattutto se piace a te allora è giusto e punto ! ...e mi hanno sempre sconsigliato di portarmi in repertorio i lick dei "grandi" insegnandomi piuttosto a capirli....e farli miei.
Certo...lo studio dietro c'è ( non al mio livello ahimè ) ...ma quando una linea ( un solo ) viene fuori dal cuore e da ciò che canti nella testa....lo senti.
Citazione di: Road2k il 30 Giugno, 2017, 03:59 PM
[MODE OT ON]
ho quasi paura a chiederti questa cosa.... lo faccio!!
Cosa usi per ottenere questo suono?
:nolistening:
[MODE OT OFF]
Dunque:
il setup è... il mio PC!!
Simulazione digitale di Marshall JTM45 (Master e Pre all'incirca a ore 12) con un filo leggerissimo di chorus per dare spazialità, un po' di delay e riverbero.
La chitarra è meglio che non te la faccio vedere... diciamo che "suona come una buona strato d'epoca" (pickup in stile primi '50 per l'esattezza), ma non è altrettanto bella da guardare... :lol: :lol: :lol:
Citazione di: AlbertoDP il 30 Giugno, 2017, 04:02 PM
Mi permetto di sparare una risposta, tanto abbiamo visto che nei blind test vale tutto, si sbaglia sempre :laughing: Per me, è un'altra emulazione digitale, almeno in parte.
E ora vai con la tranvata che ho sbagliato :laughing:
Non sbagli affatto, come vedi... :D
Citazione di: Road2k il 30 Giugno, 2017, 04:07 PM
C'è da passarci ore ad analizzare i tre differenti approcci, il terzo non sembra nemmeno un solo accordo, :bravo2:.
In questo caso non ho spinto più di tanto questo aspetto, ma un trucco interessante da utilizzare sulle basi molto statiche è proprio quello di "pensare" il cambio di accordo che non c'è e di improvvisare come se ci fosse...
La base è in Emin, per cui il cambio più ovvio sarebbe sul V7 grado, cioè A7... suonando qualche nota che si appoggia su un ipotetico accordo di A7 si può dare ancora più movimento alle frasi, anche se l'accordo nel brano non esiste.
Per quanto riguarda il tempo, sì... è indubbiamente un percorso di studio che conduco da tanti anni e che non finisce mai.
Motivo per il quale continua ad appassionarmi! :yeepy:
Citazione di: Road2k il 30 Giugno, 2017, 04:07 PM
I passaggi veloci come li affronti, canti/immagini proprio il passaggio o canti la melodia e peschi dal background per arricchire? Spero sia chiaro!! :-\
:thanks:
Come accennavo più sopra, la velocità è nemica della riflessione e del progetto melodico. Sono pochissimi quei chitarristi ultra-velocisti i cui soli rallentati continuino a possedere identica attrattiva.
Personalmente quando voglio infilare un passaggio veloce (si fa per dire, non sono certamente uno shredder...) mi affido ad una progettualità più "modulare".
L'oggetto dell'attenzione creativa passa dalla singola nota ad un blocco collaudato, un passaggio melodico che mi appartiene o anche un semplice pattern creato su una scala e studiato in precedenza.
Un momentaneo passaggio in modalità "panoramica a blocchi" di quel che sto combinando, insomma.
L'importante è non perdere il filo del discorso e riprendere poi la creazione melodica delle frasi a passaggio finito! ::)
Anche se è una considerazione del tutto marginale nel contesto di questo thread, c'è una cosa che da non-improvvisatore (ahimè) mi preme dire su un punto relativo alla tecnica chitarristica che potrebbe forse essere propedeutico o complementare allo studio dell'improvvisazione, cioè sulle diteggiature delle scale: i box sono, secondo me, il modo peggiore per imparare le diteggiature delle scale sulla chitarra. I box portano a vedere la tastiera della chitarra come un oceano inospitale da cui affiorano delle isole sulle quali è possibile trovare salvezza, ma tra le quali è impossibile spostarsi, a meno di sorvolare in aereo i tratti di mare sconosciuti che le separano; il che spesso fa del chitarrista un naufrago che, confinato negli angusti confini dell'isola prescelta, si aggira in tondo sui suoi passi.
Su qualsiasi strumento di mia conoscenza esistono né più né meno di dodici diteggiature di ciascuna scala (maggiore, minore melodica ecc.), che permettono di suonare TUTTE le note appartenenti a quella scala, che lo strumento può produrre. Strumenti come la chitarra o il violino, poi, hanno il vantaggio di permettere, cambiando posizione sulla tastiera, di utilizzare la stessa "shape" o "pattern digitale" per suonare tutte le scale dello stesso tipo: cioè a dire, sulla chitarra non esiste che una sola "shape" per TUTTE le scale maggiori, una per TUTTE le scale minori melodiche ecc.
Ora, dato che però queste "shape" possono essere "percorse" in modi diversi (tipicamente suonando un certo numero di note della scala per corda: due note per corda, tre note per corda, quattro note per corda), la stessa "shape" può dar luogo a più diteggiature. Questo comunque vuol dire che se ci si prende la briga di imparare i nomi delle note sulla tastiera e i nomi delle note che compongono ogni data scala, diventa possibile, ad esempio suonare qualsiasi scala maggiore in qualsiasi posizione del manico, anzi, su tutto il manico, utilizzando non più di una o due diteggiature (tre note per corda e quattro note per corda - se si conoscono due diteggiature poi diventa possibile "switchare" continuamente tra l'una e l'altra). Ad esempio, la diteggiatura di QUALSIASI scala maggiore, suonata a tre note per corda a partire dalla tonica, su qualsiasi corda essa si trovi, è:
corda di partenza: indice-medio-mignolo (con stretching dell'indice)
corda successiva: indice-medio-mignolo (")
" : indice-medio-mignolo (senza stretching)
" : indice-medio-mignolo (")
" : indice-anulare-mignolo
" : indice-anulare-mignolo
" : indice-medio-mignolo (con stretching dell'indice)
e poi da capo come sulla corda di partenza, facendo naturalmente attenzione a salire di una posizione (avvicinarsi di un tasto al ponte) quanto si passa dalla terza alla seconda corda, e spostando l'indice due tasti più su (vicino al ponte) di dov'era il mignolo se si vuole rimanere su una stessa corda.
Penso che questo modo di vedere le diteggiature, semplificandole e rendendo possibile muoversi liberamamente lungo tutta la tastiera, possa essere utile come propedeutico allo studio dell'improvvisazione. Che ne pensate?
CitazioneI box portano a vedere la tastiera della chitarra come un oceano inospitale da cui affiorano delle isole sulle quali è possibile trovare salvezza, ma tra le quali è impossibile spostarsi, a meno di sorvolare in aereo i tratti di mare sconosciuti che le separano; il che spesso fa del chitarrista un naufrago che, confinato negli angusti confini dell'isola prescelta, si aggira in tondo sui suoi passi
Come mi piace questo tuo pensiero Fidel... :reallygood: è invece bellissimo sguazzare in lungo e largo senza sapere se si và a nord o sud piuttosto che ovest ed est,l'importante è sguazzare e stare freschi.
Purtroppo per allargare i miei orizzonti e sentire prima e meglio le differenze tra i modi (le famose fotocopie del manuale di un amico),mi hanno obbgligato per convenienza a studiare i box...però,forse per la vecchia abitudine di correre in lungo per la tastiera,modificai le diteggiature creando una specie di box di 'larghe vedute',scale che si sviluppavano su 6-7-8 tasti invece dei 4 abitudinari.
Citazione di: zap il 30 Giugno, 2017, 09:46 PMperò,forse per la vecchia abitudine di correre in lungo per la tastiera,modificai le diteggiature creando una specie di box di 'larghe vedute',scale che si sviluppavano su 6-7-8 tasti invece dei 4 abitudinari.
Come un novello Robinson Crusoe che cerca di andare oltre i limiti della sua isoletta! (Ma a lui non riuscì :D)
Citazione di: luvi il 30 Giugno, 2017, 03:51 PM
Citazione di: Max Maz il 30 Giugno, 2017, 02:04 PM
Vu non ti perplimere, gli insegnanti marchigiani non cantano mai. ;D
Per quanto mi risulta, nemmeno gli altri cantano tanto spesso... :'(
Il mio ci prova a farmi cantare.... ma mi sa che mi conviene tornare a studiare matematica.....
Molto pratico il pensiero di Fidel con il quale mi trovo parzialmente d'accordo, MA..... dato che all'atto pratico ciò che conta è la musicalità ( e come direbbe Aimee Nolte dovrebbe essere onesta, come musicalità ) , io penso che la cosa davvero importante, alla fine è CANTARE. Teoricamente ( e basta andare a new orleans per vederlo messo in pratica ) si può suonare senza conoscere nemmeno una scala.
Lo studio dei box o delle diteggiature delle scale DEVE essere coadiuvato dal 'dimentica il box e canta' per essere efficace. Il box o la diteggiatura deve servire unicamente per far sentire e memorizzare allo studente il suono delle note e soprattutto degli intervalli, non dovrebbe mai diventare (come invece troppo spesso accade) una mappa visiva a cui appoggiarsi.
Io do degli esercizi specifici per eliminare il box dalla sua natura tipica di isola, come diceva Fidel e in parte, ne trovate una traccia nel video 'chromatic lifestyle' presente nella school e anche se credo non sia stato del tutto capito ..
Domanda sciocca la mia: io amo particolarmente i fraseggi brevi e trovo altamente espressivo un fraseggio che sappia ospitare tantissimi momenti di silenzio (non a caso di Gilmour rappresenta per me uno dei massimi punti di riferimento).
Chiedo a Luvi ed a Vu: il silenzio, le pause...sono delle conseguenze delle frasi o le frasi le costruite per incastonarle tra un silenzio e l'altro?
Scusate la domanda sciocca ma credo (magari sbagliando) che se arriverò a dominare le pause, il mio fraseggio sarà esattamente come lo vorrei ::)
Citazione di: Elliott il 30 Giugno, 2017, 10:24 PM
Domanda sciocca la mia: io amo particolarmente i fraseggi brevi e trovo altamente espressivo un fraseggio che sappia ospitare tantissimi momenti di silenzio (non a caso di Gilmour rappresenta per me uno dei massimi punti di riferimento).
Chiedo a Luvi ed a Vu: il silenzio, le pause...sono delle conseguenze delle frasi o le frasi le costruite per incastonarle tra un silenzio e l'altro?
Scusate la domanda sciocca ma credo (magari sbagliando) che se arriverò a dominare le pause, il mio fraseggio sarà esattamente come lo vorrei ::)
Nel mio caso credo che le pause ( sia interne alla stessa frase che esterne ad essa ) siano la conseguenza del ciò che ho da comunicare ( è degno di nota che non ho detto 'ciò che ho da dire' e spiego il perchè ).
Potrei ripetere la stessa identica frase ( musicale o letterale ) che, spostando pause ed accenti, potrei modificare fino ad invertire il senso stesso della frase.
"Ma va a quel paese" può essere uno scherzo ma può essere anche seria fino a diventare una profonda offesa; ha almeno 3 facce, ma forse anche molte di più.
Abbiamo solo 12 note, diciamocelo, per cui trovare "la melodia che nessuna ha mai fatto" è pressochè impossibile. Ma se sposto l'accento, se modifico la dinamica ed il ritmo, se cambio l'accordo che ci suona sotto, ogni volta posso farla suonare anche MOLTO diversa.
Le pause nascono nella costruzione stessa non tanto della frase, ma DEL SENSO che voglio dare a quella frase.
"vai a quel paese" probabilmente sarebbe detta velocemente e senza accenti se si stesse scherzando. Subirebbe degli accenti e un certo rallentamento se si dicesse sul serio. Rallenterebbe e subirebbe un fortissimo impatti dinamico su alcune parole, se volesse diventare offensiva.
Provare per credere... E' nel momento in cui decidi NON quali parole usare, ma come usarle, che nasce l'idea di come usare le pause.
Il tutto, ovviamente, secondo me.
Citazione di: Elliott il 30 Giugno, 2017, 10:24 PM
Domanda sciocca la mia: io amo particolarmente i fraseggi brevi e trovo altamente espressivo un fraseggio che sappia ospitare tantissimi momenti di silenzio (non a caso di Gilmour rappresenta per me uno dei massimi punti di riferimento).
Trovo che l'utilizzo delle pause e la parsimonia di Gilmour siano geniali! Se pensi che nelle prime otto battute del solo di Time fa due note, eppure tutto è già chiaro... 😲
Quanto alla cantabilità, sui cui sono pienamente d'accordo, mi sento di spezzare una lancia a favore della geometria. Se da una parte "cantare" ci permette di esprimere quello che abbiamo in mente, lo studio di alcune forme geometriche ci può portare a suonare cose che non saremmo mai stati in grado di pensare. Il che, per me, e' ugualmente affascinante 😊
Citazione di: Vu-meter il 30 Giugno, 2017, 10:38 PM
Nel mio caso credo che le pause ( sia interne alla stessa frase che esterne ad essa ) siano la conseguenza del ciò che ho da comunicare ( è degno di nota che non ho detto 'ciò che ho da dire' e spiego il perchè ).
Potrei ripetere la stessa identica frase ( musicale o letterale ) che, spostando pause ed accenti, potrei modificare fino ad invertire il senso stesso della frase.
"Ma va a quel paese" può essere uno scherzo ma può essere anche seria fino a diventare una profonda offesa; ha almeno 3 facce, ma forse anche molte di più.
Abbiamo solo 12 note, diciamocelo, per cui trovare "la melodia che nessuna ha mai fatto" è pressochè impossibile. Ma se sposto l'accento, se modifico la dinamica ed il ritmo, se cambio l'accordo che ci suona sotto, ogni volta posso farla suonare anche MOLTO diversa.
Le pause nascono nella costruzione stessa non tanto della frase, ma DEL SENSO che voglio dare a quella frase.
"vai a quel paese" probabilmente sarebbe detta velocemente e senza accenti se si stesse scherzando. Subirebbe degli accenti e un certo rallentamento se si dicesse sul serio. Rallenterebbe e subirebbe un fortissimo impatti dinamico su alcune parole, se volesse diventare offensiva.
Provare per credere... E' nel momento in cui decidi NON quali parole usare, ma come usarle, che nasce l'idea di come usare le pause.
Il tutto, ovviamente, secondo me.
Sottoscrivo in pieno... :quotone:
Ok ho appena provato ed i momenti di silenzio mi vengono alla perfezione.
Il difficile sarà riuscire a fare la parte suonata
Citazione di: Elliott il 30 Giugno, 2017, 10:51 PM
Ok ho appena provato ed i momenti di silenzio mi vengono alla perfezione.
Il difficile sarà riuscire a fare la parte suonata
:laughing: :laughing: :laughing: :laughing:
Fai come esercizio : dì "vai a quel paese" modificando il senso negli almeno 3 significati di cui sopra. Ascoltati bene dove metti gli accenti , di come scorre la fluidità o meno della frase, a dove fai le pause, ecc.
Poi prendi la chitarra e decidi 4 note ( le sillabe della nostra frase ) da farsi e alle quali assegnare i 3 significati di cui sopra.
Farai le stesse 4 note, ma suoneranno assai diverse.
Quoto punto per punto la risposta di Vi,puoi dare al discorso diverse sfumature Elliott,Ci sono modi e modi per dire le cose soltanto spostando pause ed accenti.Parlare o cantare è fondamentale,poi sta a noi usare la tecnica per poter meglio esprimere musica con uno strumento extraumano.
Tra l'altro, stavo pensando che questi discorsi ci danno l'opportunità di affrontarne un altro . Uso una domanda per introdurre la cosa : come mai mediamente ( ossia, generalizzando, la maggioranza dei chitarristi ) è disponibile a spendere MOLTO tempo su box e questioni tecniche ( che spesso poi lo lasceranno sterilmente vuoto, dal punto di vista della musicalità ) e non è disponibile invece a spendere del tempo a curare la propria consapevolezza musicale attraverso il canto e la ripetizione sullo strumento ?
A livello propedeutico, un ora di "canta e suona" è infinitamente più utile ed istruttiva di 1 ora di scale a box ... Ecco allora che lo studente, diventa vittima di sè stesso ( ammesso che abbia un insegnante che lo incoraggi in tal senso , perchè da quello che abbiamo sentito in queste pagine, la situazione è drammatica ) .
Citazione di: Vu-meter il 30 Giugno, 2017, 11:42 PM
Tra l'altro, stavo pensando che questi discorsi ci danno l'opportunità di affrontarne un altro . Uso una domanda per introdurre la cosa : come mai mediamente ( ossia, generalizzando, la maggioranza dei chitarristi ) è disponibile a spendere MOLTO tempo su box e questioni tecniche ( che spesso poi lo lasceranno sterilmente vuoto, dal punto di vista della musicalità ) e non è disponibile invece a spendere del tempo a curare la propria consapevolezza musicale attraverso il canto e la ripetizione sullo strumento ?
Proprio a questo proposito mi era venuta in mente la digressione sulle diteggiature: i box rendono le diteggiature sulla chitarra più barocche e meno comprensibili, perciò mi sembra logico che ci si finisca per prestare tanta (troppa) attenzione.
Citazione di: Elliott il 30 Giugno, 2017, 10:51 PM
Ok ho appena provato ed i momenti di silenzio mi vengono alla perfezione.
Il difficile sarà riuscire a fare la parte suonata
:lol: :lol: :lol:
Cantare ad alta voce non è affatto semplice come sembra, io riesco a malapena a cantare nella mente.
Citazione di: Max Maz il 01 Luglio, 2017, 01:05 AM
Cantare ad alta voce non è affatto semplice come sembra, io riesco a malapena a cantare nella mente.
Cantare nella mente può essere fatto DOPO. Inizialmente , senza la dovuta pratica, è pressochè impossibile comprendere ciò che la mente produce senza farlo uscire dalla bocca e si cade MOLTO facilmente in errore.
Citazione di: Vu-meter il 01 Luglio, 2017, 08:03 AM
Citazione di: Max Maz il 01 Luglio, 2017, 01:05 AM
Cantare ad alta voce non è affatto semplice come sembra, io riesco a malapena a cantare nella mente.
Cantare nella mente può essere fatto DOPO. Inizialmente , senza la dovuta pratica, è pressochè impossibile comprendere ciò che la mente produce senza farlo uscire dalla bocca e si cade MOLTO facilmente in errore.
Ecco, questo è un motivo per cui non sarò mai in grado di improvvisare.
Di cantare ad alta voce non se ne parla :scared:
Citazione di: Elliott il 01 Luglio, 2017, 08:11 AM
Citazione di: Vu-meter il 01 Luglio, 2017, 08:03 AM
Citazione di: Max Maz il 01 Luglio, 2017, 01:05 AM
Cantare ad alta voce non è affatto semplice come sembra, io riesco a malapena a cantare nella mente.
Cantare nella mente può essere fatto DOPO. Inizialmente , senza la dovuta pratica, è pressochè impossibile comprendere ciò che la mente produce senza farlo uscire dalla bocca e si cade MOLTO facilmente in errore.
Ecco, questo è un motivo per cui non sarò mai in grado di improvvisare.
Di cantare ad alta voce non se ne parla :scared:
Mi cito :
Citazione di: Vu-meter il 30 Giugno, 2017, 11:42 PM
... Ecco allora che lo studente, diventa vittima di sè stesso ..
E' un po' off topic, perché non riguarda l'improvvisazione, ma avete mai provato a cantare un solo e poi tirarlo giù e risuonarlo con la chitarra? I risultati sono molto interessanti. A volte pare che il cantato tocchi chissà quali note"strane" poi, suonandolo, ci si accorge che sono normalissime, solo accentate e modulate in modo diverso da come faremmo con la chitarra. Forse questo aiuta anche a spiegare perché cantare mentre si suona migliora il fraseggio, pur suonando poche note 😊
Citazione di: Vu-meter il 01 Luglio, 2017, 08:46 AM
... Ecco allora che lo studente, diventa vittima di sè stesso ..
Sarò degno rappresentante della categoria.
Rispetto ad altri popoli noi italiani siamo in effetti svantaggiati perché a scuola da bambini non è che ci facciano cantare molto...
Citazione di: Elliott il 01 Luglio, 2017, 09:27 AM
Citazione di: Vu-meter il 01 Luglio, 2017, 08:46 AM
... Ecco allora che lo studente, diventa vittima di sè stesso ..
Sarò degno rappresentante della categoria.
Mi domando perchè . Cantare è una cosa naturale. Non si intende essere dei Pavarotti , ma solo cantare proprio come faresti sotto la doccia. :etvoila:
Citazione di: Vu-meter il 01 Luglio, 2017, 10:45 AM
Citazione di: Elliott il 01 Luglio, 2017, 09:27 AM
Citazione di: Vu-meter il 01 Luglio, 2017, 08:46 AM
... Ecco allora che lo studente, diventa vittima di sè stesso ..
Sarò degno rappresentante della categoria.
Mi domando perchè . Cantare è una cosa naturale. Non si intende essere dei Pavarotti , ma solo cantare proprio come faresti sotto la doccia. :etvoila:
Ma io sotto la doccia non canto perché se no mi entra l'acqua in bocca
Citazione di: Elliott il 01 Luglio, 2017, 11:15 AM
Citazione di: Vu-meter il 01 Luglio, 2017, 10:45 AM
Citazione di: Elliott il 01 Luglio, 2017, 09:27 AM
Citazione di: Vu-meter il 01 Luglio, 2017, 08:46 AM
... Ecco allora che lo studente, diventa vittima di sè stesso ..
Sarò degno rappresentante della categoria.
Mi domando perchè . Cantare è una cosa naturale. Non si intende essere dei Pavarotti , ma solo cantare proprio come faresti sotto la doccia. :etvoila:
Ma io sotto la doccia non canto perché se no mi entra l'acqua in bocca
Ma .. :sarcastic: :lol:
Citazione di: AlbertoDP il 01 Luglio, 2017, 08:50 AM
E' un po' off topic, perché non riguarda l'improvvisazione, ma avete mai provato a cantare un solo e poi tirarlo giù e risuonarlo con la chitarra? I risultati sono molto interessanti. A volte pare che il cantato tocchi chissà quali note"strane" poi, suonandolo, ci si accorge che sono normalissime, solo accentate e modulate in modo diverso da come faremmo con la chitarra. Forse questo aiuta anche a spiegare perché cantare mentre si suona migliora il fraseggio, pur suonando poche note 😊
Quotissimo....ci feci caso in una sessione di studio in cui canticchiavo delle piccole frasi e poi cercavo di riprodurle sulla chitarra.
A volte erano solo 2 note ma ritmate ed accentate in modo opportuno suonavano come la frase cantata
Beh se la frase cantata è "ta-ttá tatta-táaa ta-ttá tatta-táaa" ci credo...
Non è detto, per come hai scritto potrebbero anche essere 12 note distinte
Vi prego, non prendete sottogamba la questione e non datevi mai per vinti su questo punto, che è davvero essenziale!!! :please:
Il concetto è che in definitiva ognuno di noi suona SOLO quello che canta!!
Se riusciamo a suonare senza cantare (anche solo mentalmente), vuol dire che stiamo applicando delle geometrie meccaniche di movimento sulla tastiera.
Le geometrie, come tali, non sono frutto della creatività, ma dello studio mnemonico di forme che sono e restano identiche per tutti (e infatti non servono per sviluppare una personalità musicale, né per crearsi uno stile e risultano ripetitive, gìà sentite, banali, poco gratificanti). :noway:
Essere creativi (e quindi improvvisare) significa liberarsi da ogni tipo di geometria condivisa, creando semmai alcune geometrie "proprie", che sono tali perché frutto di rielaborazione e servono da intermezzo, da farcitura tra una frase e l'altra, per un passaggio veloce o semplicemente per supplire ad una momentanea carenza di di idee. :idea:
Se si investisse più tempo su questo, piuttosto che memorizzare scale, diteggiature in ogni tonalità e fiumi di regole di armonia (tutte cose necessarie, perbacco, ma più utili a "far vedere di sapere" che a "suonare", di fatto), credo si suonerebbe meglio e si trarrebbe maggior gratificazione sul campo. :tappetoelastico:
Il problema secondo me è che questo è un punto in cui spesso si fa qualche "salto" logico, affermando che cantare sia "naturale" e che tutti abbiamo la testa piena di melodie che uno studio meccanico dello strumento ci impedisce di tirar fuori. Secondo me invece tanti principianti sono tanto poco a loro agio a cantare che a suonare uno strumento, e ad esempio hanno difficoltà anche a descrivere verbalmente con accuratezza la "traiettoria" di una melodia. Forse ciò che a quelli come me servirebbe sarebbe tanto di cercare di suonare quel che cantano durante lo studio dell'improvvisazione, quanto di cantare quel che suonano (intervalli, arpeggi, scale) durante la studio della tecnica.
In tutto questo uno che fosse stonato come dovrebbe comportarsi?
S.
Citazione di: Road2k il 01 Luglio, 2017, 02:18 PM
In tutto questo uno che fosse stonato come dovrebbe comportarsi?
S.
Cantare in playback.
Citazione di: Road2k il 01 Luglio, 2017, 02:18 PM
In tutto questo uno che fosse stonato come dovrebbe comportarsi?
S.
Ti dirò, nella mia esperienza ho incontrato pochissime persone stonate, mentre ne ho conosciute tante che non fanno lo sforzo di intonare...
Sostanzialmente lo stonato autentico non sa affatto di esserlo, perché non distingue correttamente il "pitch" delle note e quindi non rileva nemmeno le stonature, quando le fa o dopo che le abbia fatte.
Coloro che affermano di essere stonati sono semplicemente... pigri e quindi assolutamente "curabili"! :sarcastic:
1-0 per Luvi [emoji23] [emoji23]
Citazione di: Road2k il 01 Luglio, 2017, 02:18 PM
In tutto questo uno che fosse stonato come dovrebbe comportarsi?
S.
Dovrà suonare jazz.
Non vi sono alternative :etvoila:
Citazione di: luvi il 01 Luglio, 2017, 05:51 PM
Coloro che affermano di essere stonati sono semplicemente... pigri e quindi assolutamente "curabili"! :sarcastic:
Se andiamo a cercare nelle discussioni di qualche anno fa qui su Jamble, sono sicuro che questo discorso sia stato affrontato molte volte negli stessi termini, ed è certamente motivo di soddisfazione che quella che se esposta da me può essere considerata solo un'opinione, riceva invece l'avvallo di una persona certamente più compotente.
Citazione di: luvi il 01 Luglio, 2017, 05:51 PM
Citazione di: Road2k il 01 Luglio, 2017, 02:18 PM
In tutto questo uno che fosse stonato come dovrebbe comportarsi?
S.
Ti dirò, nella mia esperienza ho incontrato pochissime persone stonate...
E solitamente vogliono fare i cantanti. ;D
Citazione di: Moreno Viola il 02 Luglio, 2017, 12:09 PM
E solitamente vogliono fare i cantanti. ;D
:lol: :lol: :lol: verissimo!
Sì ricordo la discussione, molti sono non educati al canto, ma volevo il parere di Luvi! !! Cmq vi farei sentire cantare la mi mamma e capireste che gli stonatoi esistono!!!!
S.
Citazione di: Road2k il 02 Luglio, 2017, 02:05 PM
Sì ricordo la discussione, molti sono non educati al canto, ma volevo il parere di Luvi! !! Cmq vi farei sentire cantare la mi mamma e capireste che gli stonatoi esistono!!!!
S.
Per gli stonati "veri", cioè coloro che sono affetti da "amusìa" temo non ci sia molto da fare...
A quanto si sa si tratta di un vero e proprio deficit neurologico, per cui in campo musicale non credo si possa fare granché, se non ascoltare a volontà. :'(
Vorrei aggiungere una mia considerazione che ai più apparirà banale.
Questo topic è arrivato in mezzo alle 2 lezioni di saluti con Vu. In queste 2 lezioni Vu mi ha fatto un summary dei 9 mesi ed ha puntato in maniera insistente dui concetti ivi espressi.
In questo week end ho dedicato molto spazio all'improvvisazione. Avevo le scale maggiori da approcciare ma son rimaste li dov'erano.
Mi sono ritrovato però, ad approcciare all'improvvisazione in maniera totalmente differente rispetto a prima, ed ho avuto la sensazione che sia quello giusto.
Il mio approccio era quello di pensare ad una melodia e cercare unabase adatta su cui stenderla. I risultati spesso sono non convincenti e le melodie alla fin fine sempre le stesse.
Ho fatto esattamente al contrario: ho selezionato alcune basi molto diverse fra loro e ci ho provato a cantare su mentalmente e/o mugugnando orima ancora che a suonarci . Riuscire a trasferire sulla tastiera ciò che ho in mente, è ancora arduo ma...ho scoperto di avere un mare di idee, direzioni, sapori ed...umori. Anche tornando sulla stessa base. Insomma far si che sia la base ad ispirare...
Ad oggi direi che ho fallito perché non sono riuscito a trasferire alle dita ciò che avevo in mente però, posso dire che ha guidato la mente e non la geometria. E quanto meno, mani e testa sembrano andare in medesima direzione
L'è dura...l'è longa ma l'è l'unica :maio:
Grande Elliott. :reallygood:
Secondo me, i due metodi da te te descritti sono due cose diverse : il primo è composizione (ammesso di creare noi l'armonia), il secondo è improvvisazione.
Quello che hai sperimentato Elliott è esattamente il mio approccio all'improvvisazione.Un'altra cosa che aiuta parecchio (invece di seguite i tutorial sul tubo) è quella di canticchiare i solo dei grandi nel limite del possibile,in genere melodie non troppo complicate e poi trasferire il risultato sulla tastiera,sicuramente risulterà più personale.
Citazione di: zap il 02 Luglio, 2017, 09:59 PM
(invece di seguite i tutorial sul tubo)
Credo di non aver mai seguito un solo tutorial sul tubo ::)
Citazione di: Elliott il 02 Luglio, 2017, 09:25 PM
Vorrei aggiungere una mia considerazione che ai più apparirà banale.
Questo topic è arrivato in mezzo alle 2 lezioni di saluti con Vu. In queste 2 lezioni Vu mi ha fatto un summary dei 9 mesi ed ha puntato in maniera insistente dui concetti ivi espressi.
In questo week end ho dedicato molto spazio all'improvvisazione. Avevo le scale maggiori da approcciare ma son rimaste li dov'erano.
Mi sono ritrovato però, ad approcciare all'improvvisazione in maniera totalmente differente rispetto a prima, ed ho avuto la sensazione che sia quello giusto.
Il mio approccio era quello di pensare ad una melodia e cercare unabase adatta su cui stenderla. I risultati spesso sono non convincenti e le melodie alla fin fine sempre le stesse.
Ho fatto esattamente al contrario: ho selezionato alcune basi molto diverse fra loro e ci ho provato a cantare su mentalmente e/o mugugnando orima ancora che a suonarci . Riuscire a trasferire sulla tastiera ciò che ho in mente, è ancora arduo ma...ho scoperto di avere un mare di idee, direzioni, sapori ed...umori. Anche tornando sulla stessa base. Insomma far si che sia la base ad ispirare...
Ad oggi direi che ho fallito perché non sono riuscito a trasferire alle dita ciò che avevo in mente però, posso dire che ha guidato la mente e non la geometria. E quanto meno, mani e testa sembrano andare in medesima direzione
L'è dura...l'è longa ma l'è l'unica :maio:
Bravo Elliott continui a crescere repentinamente !!
Il secondo è il giusto approccio e vedrai che poi andrai avanti e più non avrai bisogno di pensare molto perche' sarai in grado di sapere dove è sulla tastiera la nota che c'è nella tua mente ! Bravo
Prendiamo esempio da Pedro:
PIPOQUINHA E PEDRO MARTINS - 8ª EDIC?A?O FESTIVAL CHORO JAZZ - YouTube (https://www.youtube.com/watch?v=sejmJGJvqfE&t=317s)
Citazione di: Fidelcaster il 03 Luglio, 2017, 11:44 AM
Prendiamo esempio da Pedro:
Esempio di improvvisazione melodica a livello marziano!! :ookk: :inchino: :inchino: :inchino:
È davvero pazzesco, a quell'età! :sconvolto:
E anche lui, fa lo skat .. :bravo2: :bravo2: :bravo2:
Canta come se non ci fosse un domani!
Sarà timidezza, il mio sistema celebrarle si rifiuta di cantare note ad alta voce mentre cerco le mie note. :overreaction:
Citazione di: Max Maz il 03 Luglio, 2017, 02:06 PM
Sarà timidezza, il mio sistema celebrarle si rifiuta di cantare note ad alta voce mentre cerco le mie note. :overreaction:
E pensa che tu canti bene :beer:
Citazione di: Max Maz il 03 Luglio, 2017, 02:06 PM
Sarà timidezza, il mio sistema celebrarle si rifiuta di cantare note ad alta voce mentre cerco le mie note. :overreaction:
Be', puoi cantarle mentalmente, i tempi di apprendimento si allungano, ma la sostanza è la stessa
Mentalmente lo faccio sempre ma sembra non sia la stessa cosa. :-\
Citazione di: Max Maz il 03 Luglio, 2017, 03:23 PM
Mentalmente lo faccio sempre ma sembra non sia la stessa cosa. :-\
Anch'io ho sempre cantato soltanto mentalmente...
Ma tu intendi un attimo prima di provare a risuonare la stessa cosa sulla chitarra oppure in separata sede?
Mentre sto per suonarle.
Io canto mentre sono da solo in macchina e, mi fido della mia memoria per quando imbraccerò la chitarra :lol:
Citazione di: Max Maz il 03 Luglio, 2017, 03:53 PM
Mentre sto per suonarle.
Esattamente, allora... è solo questione di pazienza...
Provare e prendere l'abitudine a prevedere (mentalmente) quale nota verrà fuori conseguentemente al movimento delle dita! ::)
:thanks: luvi.
Per una volta sono in "disaccordo" con quanto detto dai due giganti Luvi e Alberto : secondo me non è affatto uguale cantare mentalmente o emettere il suono con la voce.
Nel primo caso infatti, si tende ad essere più imprecisi e spesso, nel caso la nota che si va a suonare non era quella che celebralmente avevamo pensato, il cervello si adatta e tiene per buona quella suonata, anche se la frase inizialmente era diversa.
Questo almeno succedeva ( e succede ancora ) a me e a diversi a cui ho insegnato.
Molto meglio emettere la nota e per altro, cercare anche di essere precisi ed intonati, per beneficiare dell'aiuto delle orecchie che SOLO in quel caso, possono entrare in gioco.
Citazionesecondo me non è affatto uguale cantare mentalmente o emettere il suono con la voce
Vero,benchè non sia ne bravo ne discreto...ma sotto lo scarso :laughing:
mi sforzo comunque di farlo a voce e non solo mentalmente.
Vai Zappino !! :guitar:
Citazione di: Vu-meter il 03 Luglio, 2017, 05:42 PM
quanto detto dai due giganti Luvi e Alberto :
Mi sento lusingato da quello che hai scritto ma, per rispetto e stima nei confronti tuoi e di Luvi (e anche per senso della realtà), mi dissocio fermamente da questa affermazione ::)
Su quello che dici sul cantare, invece, sono d'accordo :laughing:
Sei molto carino Alberto, ma ve l o meritate. :abbraccio:
Ho provato a seguire i vostri consigli riguardo al cantare e ballar.... emmm suonare e ho trovato 2 "problemi":
1 - non suono quello che canto ma canto quello che sto per suonare
2 - di conseguenza faccio sempre le stesse cose, mentre il box o veloci passaggi fuori box, dando alcune volte risultato inattesi, mi fa scoprire cose nuove!!!
:-\
Anche brevissimi passaggi Road di cantato/suonato ed anche cose semplici,l'importante è farlo diventare routine.
Citazione di: Road2k il 04 Luglio, 2017, 08:46 AM
1 - non suono quello che canto ma canto quello che sto per suonare
Sai che questo punto meriti un grande approfondimento?
Credo di mescolare anche io le due cose
Citazione di: Elliott il 04 Luglio, 2017, 10:22 AM
Citazione di: Road2k il 04 Luglio, 2017, 08:46 AM
1 - non suono quello che canto ma canto quello che sto per suonare
Sai che questo punto meriti un grande approfondimento?
Credo di mescolare anche io le due cose
Andrebbe meglio approfondito il concetto, ma se lo interpreto correttamente, significa che la mano ha la precedenza sulla musica, tipo : siccome mi viene comodo poggiare il dito lì, lo faccio e so che farà questo suono. Non è che vada male, anzi. Però sarebbe meglio ascoltare ( E PERTANTO CANTARE, CANTARE E ANCORA CANTARE A VOCE ) la melodia che si ha in mente per poi 'piegare le dita' affinchè producano quella cosa che ho cantato.
le provano tutte ma non si scappa....PRIMA si canta (a voce e non a mente) e POI si suona :D
Citazione di: futech il 04 Luglio, 2017, 11:45 AM
le provano tutte ma non si scappa....PRIMA si canta (a voce e non a mente) e POI si suona :D
Yeah !!! :yeepy: :yeepy: :yeepy: :yeepy: :cheer: :cheer: :cheer: :cheer: :cheer:
Lo dite voi, se canto prima mi viene spontaneo richiudere immediatamente lo strumento in custodia per non riascoltarmi ancora. :nea:
Citazione di: Max Maz il 04 Luglio, 2017, 01:24 PM
Lo dite voi, se canto prima mi viene spontaneo richiudere immediatamente lo strumento in custodia per non riascoltarmi ancora. :nea:
Come dico sempre, ci vuole molta umiltà per fare esercizi come questo. L'amor proprio genera la vergogna e la vergogna purtroppo è poi un potente freno a svolgere esercizi che ci 'sbattono in faccia' ciò che stiamo sbagliando.
Invece, basta cambiare ottica per guardare a quegli esercizi come 'amici che ci danno una mano', per apprezzarli e beneficiare dei risultati che restituiscono.
Basta davvero poco per cambiare ottica e godere di ciò che si fa. Restano esercizi, per cui un certo sforzo resta, ma con il tempo, diventano davvero divertenti.
Mi rendo conto chi non sono riuscito a spiegarmi.
Se canto NON improvviso ma canto soltanto ciò che già conosco e quindi non mio..... e mi deprimo.
Ps :
Non vorrei sembrare quello che si sente arrivato... al contrario, io questi esercizi li faccio ancora e non sono neppure tanto bravo.
Quando sbaglio però, trovo divertente il fatto che debba cercare la strada per ritornare a ciò che avevo in mente oppure comunque per giustificare l'errore.
Anziché frustrante, lo trovo divertente. :laughing:
Citazione di: Max Maz il 04 Luglio, 2017, 01:45 PM
Mi rendo conto chi non sono riuscito a spiegarmi.
Se canto NON improvviso ma canto soltanto ciò che già conosco e quindi non mio..... e mi deprimo.
Nella School ci sono esercizi per aiutarci proprio a produrre musica a livello mentale.. prov a darci un'occhiata..
Torno a guardare. :reallygood:
dopo non so quanti mesi che Vu me lo ripeteva una lezione si ed una pure, prima di riporre forzatamente la chitarra, feci una mezz'oretta di questo esercizio, e devo ammettere che fu molto divertente e soddisfacente.
Spesso frasi più lunghe non riuscivo a beccarle subito, ma in fondo era anche la prima volta che facevo questo esercizio.
Se adesso avessi tempo penso che mi butterei direttamente a fare questo, piuttosto che scale o altro.
Ovviamente quando in casa non ci sarà nessuno e pure i vicini saranno fuori :D :D :D
Citazione di: futech il 04 Luglio, 2017, 02:53 PM
dopo non so quanti mesi che Vu me lo ripeteva una lezione si ed una pure, prima di riporre forzatamente la chitarra, feci una mezz'oretta di questo esercizio, e devo ammettere che fu molto divertente e soddisfacente.
Spesso frasi più lunghe non riuscivo a beccarle subito, ma in fondo era anche la prima volta che facevo questo esercizio.
Se adesso avessi tempo penso che mi butterei direttamente a fare questo, piuttosto che scale o altro.
Ovviamente quando in casa non ci sarà nessuno e pure i vicini saranno fuori :D :D :D
:abbraccio: :abbraccio: :abbraccio:
Citazione di: Vu-meter il 04 Luglio, 2017, 04:19 PM
Citazione di: futech il 04 Luglio, 2017, 02:53 PM
dopo non so quanti mesi che Vu me lo ripeteva una lezione si ed una pure, prima di riporre forzatamente la chitarra, feci una mezz'oretta di questo esercizio, e devo ammettere che fu molto divertente e soddisfacente.
Spesso frasi più lunghe non riuscivo a beccarle subito, ma in fondo era anche la prima volta che facevo questo esercizio.
Se adesso avessi tempo penso che mi butterei direttamente a fare questo, piuttosto che scale o altro.
Ovviamente quando in casa non ci sarà nessuno e pure i vicini saranno fuori :D :D :D
:abbraccio: :abbraccio: :abbraccio:
eh, vedremo a settembre quando riprenderemo se avrai voglia di abbracciarmi o bastonarmi :-[
Sempre abbracci ! :abbraccio: Sono un tenerone ... :-[
Cerco di chiarire meglio il mio punto di vista, a scanso di fraintendimenti...
Cantare ad alta voce le note è indiscutibilmente un buon sistema di studio, ma non è solamente a questo che mi riferisco.
Il grande maestro ed amico che tanti anni fa mi instradò verso questo approccio si chiama Randy Bernsen (chitarrista jazz-fusion americano che militò per alcuni anni nel Joe Zawinul Syndicate, sostituendo Scott Henderson...) e diceva molto semplicemente, con il simpatico pragmatismo che contraddistingue l'approccio americano a certe cose, "Man, think a note and play it!". Sottintesa era la parola "always", cioè "sempre".
Il processo, infatti, deve diventare una prassi dalla quale non ci si allontana più, tantomeno quando si suona dal vivo su un palco.
Lo scopo delle lezioni era proprio quello di creare le immagini sonore "mentali" di accordi, scale o frasi. Immagini che si devono materializzare nel nostro cervello un attimo prima di tentare di tradurle in ordini da inviare ai muscoli delle mani.
Il concetto alla base di tutto questo è che se io "so" come suona un accordo maggiore perché me ne sono fatto un'immagine sonora mentale, non ho bisogno che qualcuno me lo suoni per forza, ma posso addirittura suonarci "virtualmente" sopra.
Se posseggo l'immagine sonora della scala pentatonica non ho bisogno forzatamente di ripassarmi le sue diteggiature per suonarla ed ho molte meno difficoltà a suonarla al di fuori di tali logiche geometriche.
Se faccio cantare mentalmente una frase che mi piacerebbe sentire su un certo accordo o su una progressione, non devo fare altro che cercare di suonarla così come l'ho pensata e come la sento risuonare nella mia mente: motivo per il quale questo studio non è specificatamente rivolto ai chitarristi, ma a chiunque voglia strutturare la propria improvvisazione.
Si tratta in soldoni di creare le immagini sonore degli accordi e delle scale più diffuse (un po' alla volta, ovviamente, per gradi...) così come possediamo le immagini mentali di tante altre cose.
Per capirci, non abbiamo difficoltà a riconoscere una maglietta bianca tra altre di colori diversi, perché possediamo il concetto mentale (in questo caso visivo) dei vari colori e distinguiamo il bianco.
Magari non ce ne accorgiamo, ma mentalmente formuliamo un pensiero che riguarda il colore bianco appena prima di indicare la maglietta.
In musica il processo è meno intuitivo solo perché la musica non fa parte delle nostre necessità primarie ed istintive tanto quanto saper distinguere il bianco dal nero... ::)
Tutto chiarissimo e sono d'accordo . :mypleasure:
Ho dato per scontato che mi stessi riferendo agli esercizi per chi comincia, non per chi ha già consolidato mappe mentali di armonia e/o melodia.
Ecco forse perchè siamo sembrati più distanti di quanto non fossimo .. :beer:
Citazione di: Vu-meter il 04 Luglio, 2017, 06:13 PM
Tutto chiarissimo e sono d'accordo . :mypleasure:
Ho dato per scontato che mi stessi riferendo agli esercizi per chi comincia, non per chi ha già consolidato mappe mentali di armonia e/o melodia.
Ecco forse perchè siamo sembrati più distanti di quanto non fossimo .. :beer:
Avevo intuito anche io che stavamo parlando di fasi successive dello stesso percorso...
Per questo ho chiarito! ::)
Comunque, tutto molto interessante. Fa piacere leggere di persone che hanno dedicato molto del loro tempo a qualcosa e lo hanno fatto nel modo "giusto", cioè tenendo sempre la "musica" al centro dell'obbiettivo.
Vi descrivo la struttura di una tipica sessione di improvvisazione melodica (d'insieme, in questo esempio...) con Randy Bernsen.
Iniziava con l'esecuzione corale, lenta e scandita, di una scala prescelta su almeno tre ottave complete lungo tutto il manico (ognuno poteva eseguirla nel modo e sulle corde che riteneva più consone), ascendente e discendente. Il livello degli iscritti era eterogeneo, tenete conto, per cui la difficoltà di esecuzione era volutamente tenuta bassa. Note lente, quindi, con l'intento preciso di creare/rinfrescare l'immagine sonora della scala in ciascuno degli allievi.
Ad esempio: pentatonica minore di G, ripetendone l'esecuzione due o tre volte tutti assieme.
Seduti tutti quanti in cerchio con gli strumenti in mano, Randy faceva partire un semplice giro di Blues in G7 (12 battute, quindi, |G7|C7|G7|%|C7|%|G7|%|D7|C7|G7|D7|), lento, eseguendo alcune frasi della durata di quattro battute create usando la scala pentatonica minore di G.
L'allievo a seguire doveva fare altrettanto riprendendo la melodia delle frasi precedenti. Così via di 4 battute in 4 battute.
Lo scopo era da un lato imbastire frasi di senso compiuto e di intenzione melodica, dall'altro sviluppare l'interplay, cioè l'ascolto analitico di quel che il musico precedente stesse suonando per potersi relazionare con lui in maniera coerente, benché estemporanea.
Al "gioco" partecipavano chitarristi di diversa estrazione musicale e di differente preparazione teorico/tecnica, quindi le proposte e le risposte agli stimoli dati dal maestro erano decisamente diversi tra loro per tipologia e per capacità. Tuttavia ricordo che dopo un avvio difficile per chi non fosse abituato ad ascoltare o non avesse controllo tecnico sufficiente, più o meno tutti gli allievi hanno cominciato a respirare un'aria nuova, a pensare in modo diverso, ad avere una maggiore attenzione per ciò che musicalmente avveniva attorno a loro e per ciò che gli altri suonavano.
Non tutti riuscivano a dare facilmente senso melodico alle proprie frasi: in particolare chi aveva studiato a lungo le diteggiature faceva una gran fatica a staccarsene, mentre chi ne sapeva molto meno risultava più duttile e facilitato a scegliere le note con intento melodico, al di fuori delle geometrie "canoniche".
Questo mi fece riflettere parecchio ed al di là dei benefici stratosferici che ne derivarono per il sottoscritto, fu la causa principale della mia intenzione di trasferire questo approccio successivamente sui miei allievi. E' un sistema difficile da applicare, perché non prevedendo esercizi banali, implica uno studio molto responsabile... funziona certamente meglio con adolescenti ed adulti che non con i ragazzini molto giovani, ma contentiamoci... non si può avere tutto! :laughing:
Il passo successivo è trasformarlo in un esercizio collettivo on line, seppure "in differita", degli utenti jamble? :firuli:
Citazione di: AlbertoDP il 05 Luglio, 2017, 11:36 AM
Il passo successivo è trasformarlo in un esercizio collettivo on line, seppure "in differita", degli utenti jamble? :firuli:
Ma guarda un po'... proprio a questo stavo pensando... :-[ ::)
Citazione di: luvi il 05 Luglio, 2017, 11:50 AM
Citazione di: AlbertoDP il 05 Luglio, 2017, 11:36 AM
Il passo successivo è trasformarlo in un esercizio collettivo on line, seppure "in differita", degli utenti jamble? :firuli:
Ma guarda un po'... proprio a questo stavo pensando... :-[ ::)
Urca !!! :mitico:
Citazione di: Vu-meter il 05 Luglio, 2017, 12:05 PM
Urca !!! :mitico:
Basta sapere il numero esatto dei partecipanti e si fa una base di giro blues (o se vogliamo anche altro) ripetendo il chorus di un numero coerente di battute.
Ognuno registra la sua parte e la riposta, in modo che la palla passi al partecipante successivo.
Se non vogliamo creare problemi di livello, si può anche postare la sola chitarra registrata (meglio ancora sarebbe con e senza base, così non si pongono problemi di errato sincronismo...), che può essere montata di volta in volta sulla base da un'unica persona. Dipende da come si può o si vuole procedere... ::)
Che paura! :toilettes:
Pourquoi pas?
:altalena:
Dunque, il giochino in cui vi cimenterete sarebbe...ad es.
1) Comincia Utente A che posta la prima frase
2) Utente B continua il discorso dell'utente A e dopo "N" giorni pubblica la propria fase
3) Utente C...Utenteee C? qualcuno ha visto l'utente C? (ecco...Elliott che si è defilato :acci: )
4) Utente D a questo punto continua la frase dell'utente B etc...etc...etc...?
Citazione di: Elliott il 05 Luglio, 2017, 02:54 PM
Dunque, il giochino in cui vi cimenterete sarebbe...ad es.
1) Comincia Utente A che posta la prima frase
2) Utente B continua il discorso dell'utente A e dopo "N" giorni pubblica la propria fase
3) Utente C...Utenteee C? qualcuno ha visto l'utente C? (ecco...Elliott che si è defilato :acci: )
4) Utente D a questo punto continua la frase dell'utente B etc...etc...etc...?
Sì, più o meno si tratta di questo...!! :lol: :lol: :lol:
A dire il vero la cosa avrebbe senso se fatta in maniera estemporanea, con un certo ritmo e frequenza di post... se ognuno si tiene la base per due settimane e posta il proprio 105esimo take avremo la versione finale minimo in sei mesi, temo... rischierebbe di non rappresentare più i primi che hanno registrato! :laughing:
A mio avviso dovreste darvi un termine che va da sabato a sabato o da domenica a domenica.
Mi spiego
1) Comincia Utente A che posta la prima frase domenica 1 Seiembre
2) Utente B continua il discorso dell'utente A e d entro domenica 8 Seiembre pubblica la propria frase
3) Utente C...Utenteee C? qualcuno ha visto l'utente C? (ah è vero che questo si è imboscato)
4) Utente D a questo punto continua la frase dell'utente B ed entro Domenica 15 Seiembre posta il proprio contributo etc...etc...etc...?
A conti fatti, se a partecipare sarete in 15 e cominciaste il 29 Luglio, diciamo che il quindicesimo completerebbe il gioco il 4 Novembre :sconvolto: a quel punto ripartire da capo in loop e...
Elliott, fatti vedere. :lol:
Per Aimee la chiave è l'ascolto consapevole (ipotizzo che a questo punto le neuroscienze abbiano già iniziato a fare luce su come gli stessi "neuroni specchio" possano essere implicati tanto nell'ascolto quanto nella "produzione" della musica)
Playing What You Hear: The Myth - YouTube (https://www.youtube.com/watch?v=RmFVX_Dmbxs)
Mi chiedo se Aimee imiti il modo di parlare di Taylor Schilling in Orange is the New Black, o se il suo sia un tipico modo di parlare ecc. delle donne WASP della sua età, a cui Schilling si rifà.
Cavolo, ora non riesco ad ascoltare, uff >:(
Ear training di base:
https://m.youtube.com/watch?v=f9O0jiolbP8 (https://m.youtube.com/watch?v=f9O0jiolbP8)
Citazione di: Fidelcaster il 15 Settembre, 2017, 12:18 PM
Ear training di base:
http://m.youtube.com/watch?v=f9O0jiolbP8 (http://m.youtube.com/watch?v=f9O0jiolbP8)
Al momento non posso vedere, ma sembra interessante e ripasserò . :thanks:
Dal poco che ho visto, niente di nuovo (riconoscimento e riproduzione vocale dei gradi delle triadi), ma può interessare qualcuno che anche uno shredder come Martin Miller dice che si tratta di un esercizio fondamentale, e che va fatto senza la chitarra.
Un altro aspetto di cui tenere conto: Hiram dice(va) che Metheny gli faceva cantare tutto quello che suonava, anche perché così doveva per forza fare delle pause nel suonare per riprendere fiato (come cantanti e suonatori di strumenti a fiato, appunto).
http://m.youtube.com/watch?t=1311s&v=Cuu70Xo5npg (http://m.youtube.com/watch?t=1311s&v=Cuu70Xo5npg)
Citazione di: Fidelcaster il 05 Gennaio, 2018, 03:34 PM
Un altro aspetto di cui tenere conto: Hiram dice(va) che Metheny gli faceva cantare tutto quello che suonava, anche perché così doveva per forza fare delle pause nel suonare per riprendere fiato (come cantanti e suonatori di strumenti a fiato, appunto).
http://m.youtube.com/watch?t=1311s&v=Cuu70Xo5npg (http://m.youtube.com/watch?t=1311s&v=Cuu70Xo5npg)
Lo trovo perfetto. :reallygood:
Citazione di: Fidelcaster il 05 Gennaio, 2018, 03:34 PM
Un altro aspetto di cui tenere conto: Hiram dice(va) che Metheny gli faceva cantare tutto quello che suonava, anche perché così doveva per forza fare delle pause nel suonare per riprendere fiato (come cantanti e suonatori di strumenti a fiato, appunto).
Splendido concetto... ::)
Una delle mie tante domande stupide: su mio cruccio, sarebbe quello di arricchire il mio fraseggio, alternando alle note singole suonate lungo la pentatonica, anche degli accordi per rendere più vario il fraseggio stesso.
Le mie difficoltà sono dettate dal fatto che, non sempre (più no che si a dire il vero) riconosco l'accordo che c'è sotto. Con la pentatonica è "facile": mi "basta" affidarmi alle sensazioni che la base in quel punto mi trasmette, sto dentro quelle note...magari aggiungo qualche cromatismo e comunque...ehm... "funziona". Ma andando ad inserire degli accordi credo sia più complicato o meglio, non credo proprio che aggirando l'ostacolo con metodo elementare di cui sopra :wall: il risultato sia altrettanto accettabile.
Su quali aspetti bisognerebbe lavorare? :(
:thanks:
Secondo me, AL MOMENTO, ciò su cui dovresti concentrare i tuoi sforzi è sull'eliminare quel "tutto sommato funziona" per arrivare a dire : "Hey, ho il controllo pieno di questa cosa!"
Prendere confidenza con l'uso delle pentatoniche è una questione onerosa perchè hai vari "parametri" che entrano in gioco:
- l'altezza della nota
- l'introduzione di quella nota
- l'aspetto ritmico
- l'aspetto dinamico
- la scelta di come usarla ( legato, staccato, vibrato, glissato ma soprattutto PERCHE' fare una certa scelta )
Queste cose, in soldoni, formano quello che l'ascoltatore percepisce come "intenzione" del musicista e non sono affatto scontate.
Se le svilupperai da subito, utilizzando una scala semplice che puoi arrivare a conoscere in tempi relativamente brevi per quanto riguarda le pure posizioni sul manico, allora poi avrai la strada spianata per gli studi che verranno dopo.
Come tu sai, cerco di essere sempre sincero perchè credo sia fondamentale. Da parte mia, penso che tu abbia ancora bisogno di crescere in tal senso.
Introdurre nuove cose al momento lo vedo controproducente e fuorviante. Credo che nella tua mente si sia formata l'idea che "manca qualcosa" perchè io possa crescere. Non è vero, non manca niente. Hai già gli strumenti per suonare come Clapton , Hendrix, SRV, Gilmour e 30000 altri. Adesso manca l'esercizio dei cinque aspetti illustrati sopra.
Concentrati su quelli e prima di aver bisogno di altro, passerà molto tempo.
Vai nel profondo, cerca di capire i perchè di una sensazione e di come ricrearla. Canta, canta, canta. Ascolta e ricanta. Canta e risuona. Fai cantare la chitarra che deve diventare la tua seconda voce. Se riuscirai a farlo divertirai l'uditorio e te stesso.
Grazie Vu :thanks:
Credevo che, saper piazzare l'accordo sull'accordo giusto fosse un passaggio obbligatorio per arrivare a quanto sopra da te indicato. Non lo vedevo come uno step successivo ma, come un buco che avevo creato causa la mia pigrizia con gli accordi (quando dico che da autoditatta sono un disastro, mi riferisco a queste cose; non so definire la cronologia e l'ordine degli step).
Ti ricordi l'esercizio "pensa un beat di batteria e riproducine gli accenti?"
Ecco, sappi che è diventato il mio esercizio quotidiano. Uso il trio...gran alleato ::)
Citazione di: Elliott il 12 Gennaio, 2018, 08:06 AM
Ti ricordi l'esercizio "pensa un beat di batteria e riproducine gli accenti?"
Ecco, sappi che è diventato il mio esercizio quotidiano. Uso il trio...gran alleato ::)
:yeepy: :yeepy: :yeepy: :yeepy: :cheer: :cheer: :cheer: :cheer:
Citazione di: Elliott il 12 Gennaio, 2018, 08:06 AM
Grazie Vu :thanks:
Credevo che, saper piazzare l'accordo sull'accordo giusto fosse un passaggio obbligatorio per arrivare a quanto sopra da te indicato. Non lo vedevo come uno step successivo ma, come un buco che avevo creato causa la mia pigrizia con gli accordi
E' importante identificare gli accordi su cui stai suonando, proprio per poter gestire la musicalità che si crea nel rapporto accordo/intervallo e il conseguente flusso melodico.
Forse ti ho mal interpretato. Ho dato per scontato che la tua domanda fosse una delle domande che a suo tempo trattammo insieme, non so se ti ricordi di avermi chiesto come inserire fraseggi a più voci nell'improvvisazione ... credevo si trattasse di quello, NON di identificare gli accordi su cui stai suonando e rimarcarli.
Citazione di: Vu-meter il 12 Gennaio, 2018, 12:01 PM
credevo si trattasse di quello, NON di identificare gli accordi su cui stai suonando e rimarcarli.
Esatto.
Il punto che per iscritto può essere difficile spiegarsi; figuriamoci poi se non si ha proprietà di linguaggio specifico ::)
Citazione di: Elliott il 12 Gennaio, 2018, 12:11 PM
Citazione di: Vu-meter il 12 Gennaio, 2018, 12:01 PM
credevo si trattasse di quello, NON di identificare gli accordi su cui stai suonando e rimarcarli.
Esatto.
Il punto che per iscritto può essere difficile spiegarsi; figuriamoci poi se non si ha proprietà di linguaggio specifico ::)
Allora mi rifaccio a quanto già detto.... :abbraccio:
Impara i rivolti delle triadi su tutto il manico. :etvoila:
Citazione di: Fidelcaster il 12 Gennaio, 2018, 02:52 PM
Impara i rivolti delle triadi su tutto il manico. :etvoila:
Che abbiamo anche trattato, peraltro ... :reallygood:
:firuli:
Interessantissimo questo argomento sull'improvvisazione melodica. Grazie a Luvi e a Vu per aver condiviso il loro approccio all'improvvisazione e ai quali chiederei lumi anche per quanto riguarda il loro approccio all'improvvisazione armonica per la quale immagino si seguano gli stessi principi, e cioè che la via più fertile sia quella dell' interiorizzazione mentale degli accordi allo stato fondamentale, rivoltato o con estensioni varie.
Citazione di: nemocap il 13 Gennaio, 2018, 11:09 AM
Interessantissimo questo argomento sull'improvvisazione melodica. Grazie a Luvi e a Vu per aver condiviso il loro approccio all'improvvisazione e ai quali chiederei lumi anche per quanto riguarda il loro approccio all'improvvisazione armonica per la quale immagino si seguano gli stessi principi, e cioè che la via più fertile sia quella dell' interiorizzazione mentale degli accordi allo stato fondamentale, rivoltato o con estensioni varie.
Non farei tale distinzione... l'improvvisazione può (per mio gusto personale, deve) essere sempre melodica... si può improvvisare melodicamente su qualsiasi tipo di armonia.
La melodia non è necessariamente consonante: è la struttura (o se preferisci la sintassi) del fraseggio che continua ad essere melodica anche se utilizza intervalli duri e dissonanti.
Per farti un esempio che probabilmente già conosci, Pat Metheny costruisce melodicamente le frasi perfino nel suo celebre album "Song X" con Ornette Coleman, dove suona sostanzialmente "free jazz", improvvisando su strutture prive di un impianto tonale di riferimento!! :cheer:
La mia considerazione nasce dalla necessità di inserire nei soli improvvisati delle sequenze accordali in modo da arricchire il fraseggio, come ad esempio possiamo vedere nel video postato precedentemente da Fidelcaster di Pedro Martins. Le sue improvvisazioni alternano sequenze puramente melodiche ad altre costituite da accordi. E mentre ho potuto appurare l'efficacia dell' interiorizzazione mentale degli schemi melodici e che questa mi risulti essere relativamente accessibile, sebbene sia in una fase non ancora completamente indipendente dai box o da schemi manuali, mi risulta difficile un approccio alle sequenze di accordi che non so come risolvere.
PIPOQUINHA E PEDRO MARTINS - 8ª EDIC?A?O FESTIVAL CHORO JAZZ - YouTube (https://www.youtube.com/watch?v=sejmJGJvqfE)
Citazione di: nemocap il 13 Gennaio, 2018, 01:25 PM
La mia considerazione nasce dalla necessità di inserire nei soli improvvisati delle sequenze accordali in modo da arricchire il fraseggio, come ad esempio possiamo vedere nel video postato precedentemente da Fidelcaster di Pedro Martins.
Capito!
Intendi quando il solista improvvisa "per accordi", utilizzando cioè gli accordi come blocchi melodico-armonici inframmezzati dalle singole note.
E' una tecnica tipicamente jazzistica, il cosiddetto "chord melody" e richiede una conoscenza e pratica approfondita dei rivolti dei vari accordi sparsi per tutta la tastiera, in modo da poter collegare melodicamente varie posizioni mentre le voci dell'armonia si muovono di conseguenza oppure per tener fissa una nota del canto muovendo l'armonia sotto di essa. C'è un po' da studiare e da impratichirsi, insomma... :sonocotto:
Citazione di: luvi il 13 Gennaio, 2018, 03:50 PM
Citazione di: nemocap il 13 Gennaio, 2018, 01:25 PM
La mia considerazione nasce dalla necessità di inserire nei soli improvvisati delle sequenze accordali in modo da arricchire il fraseggio, come ad esempio possiamo vedere nel video postato precedentemente da Fidelcaster di Pedro Martins.
Capito!
Intendi quando il solista improvvisa "per accordi", utilizzando cioè gli accordi come blocchi melodico-armonici inframmezzati dalle singole note.
E' una tecnica tipicamente jazzistica, il cosiddetto "chord melody" e richiede una conoscenza e pratica approfondita dei rivolti dei vari accordi sparsi per tutta la tastiera, in modo da poter collegare melodicamente varie posizioni mentre le voci dell'armonia si muovono di conseguenza oppure per tener fissa una nota del canto muovendo l'armonia sotto di essa. C'è un po' da studiare e da impratichirsi, insomma... :sonocotto:
:thanks: per i suggerimenti. Come immaginavo non resta che mettersi sotto di buona lena... :martellopneumatico:
Intendi fingerstyle come questo?
https://m.youtube.com/watch?v=0cuindvUKb4 (https://m.youtube.com/watch?v=0cuindvUKb4)
Qui c'è poca improvvisazione però..
Citazione di: Santano il 13 Gennaio, 2018, 04:08 PM
Qui c'è poca improvvisazione però..
Ascolta questo...
All Of Me Jazz Guitar Standard Chord Melody - YouTube (https://youtu.be/DfCadxIPDOQ)
Esattamente quest'ultima tecnica intendevo.
Ho letto l'introduzione molto interessante anche se la ricerca del proprio suono successivo secondo me è alla base di un utilizzo corretto dei box conosciuti
Vi spiego la mia esperienza: mio padre imho ha un orecchio favoloso, cioè ti trova accordi ecc con grande disinvoltura... cosa che io invece non riesco se non perdendoci tempo
Nell'improvvisazione però, i ruoli si invertono perché io la mia melodia la posso trovare perché conoscendo i box nella loro completezza no dinamica ho la possibilità di capire che quel tasto successivo o dopo 5 toni è ok, mentre mio padre no e quindi rischia di stonare o di azzardare la nota... ovviamente questo è un approccio legato a pura meccanica... non conosco le note che suono, so che si possono suonare stop... però, anche perché ho iniziato così con il mio primo maestro e la cosa mi avviliva da morire perché gira e rigira dopo 3 anni non sapevo improvvisare, il metodo di conoscere le note della tastiera e pensare che quel tasto lo posso suonare perchè è un Do#, nota che rientra nella scala ecc, non è cosa mia... mi stressa...
Per me improvvisare conoscendo le posizioni suggerite dai box rappresenta come un pavimento pieno di mattonelle, mattonelle che sono illuminate e che so che posso calpestare a mia piena indiscrezione
Però una cosa la devo sottolineare: complimenti Luca per l'assolo, onestamente l'ho trovato di gran classe e soprattutto, almeno per le mie conoscenze, molto più libero di quello che avrei pensato... ti posso chiedere fondamentalmente come sapevi nella creazione di quella melodia come quella nota ci stava? Quando improvvisi, come la vedi mentalmente la tastiera un momento prima di scegliere la nota? Quella melodia, ce l'avevi ben a fuoco in mente sin dal principio o guardando i tasti, rispolverando vecchi ascolti ecc, ti è venuta sul campo?
Caro KJ,io sono un ignorantone (nel senso buono) come tuo padre,la melodia me la costruisco in testa o cantando e poi la trasferisco alle mani provando le varie scale,affidandomi esclusivamente al mio orecchio (ne ho due in realtà :laughing: )
Altre volte invece mi affido alla 'meccanica' come la chiami tu ed in seguito,sfruttando la mia poca conoscenza teorica (conosco solo la diteggiatura delle varie scale,ma non tutte le note della tastiera),rifinisco l'obbrobbio :D
Citazione di: zap il 24 Gennaio, 2018, 10:58 AM
Caro KJ,io sono un ignorantone (nel senso buono) come tuo padre,la melodia me la costruisco in testa o cantando e poi la trasferisco alle mani provando le varie scale,affidandomi esclusivamente al mio orecchio (ne ho due in realtà :laughing: )
Altre volte invece mi affido alla 'meccanica' come la chiami tu ed in seguito,sfruttando la mia poca conoscenza teorica (conosco solo la diteggiatura delle varie scale,ma non tutte le note della tastiera),rifinisco l'obbrobbio :D
Guarda alla fine tirando le somme penso che l'unico reale ignorantone sono io che mi sono fossilizzato su questo metodo comodo e, nonostante 3 anni veramente avvilenti, non mi sono rimesso in gioco a voler capire la teoria... però ora è arrivato il momento di rifarlo, alla fine conoscendo i box ed imparando gli intervalli teorici penso che ne potrò solo guadagnare
Il segreto è... rigurgitare! :reallygood:
https://m.youtube.com/watch?v=hkQOtL6gzX4 (https://m.youtube.com/watch?v=hkQOtL6gzX4)
Citazione di: Fidelcaster il 14 Agosto, 2018, 01:09 PM
Il segreto è... rigurgitare! :reallygood:
Il modo di insegnare di questa donna riesce sempre ad illuminare le mie giornate! :abbraccio:
Citazione di: luvi il 14 Agosto, 2018, 01:23 PM
Citazione di: Fidelcaster il 14 Agosto, 2018, 01:09 PM
Il segreto è... rigurgitare! :reallygood:
Il modo di insegnare di questa donna riesce sempre ad illuminare le mie giornate! :abbraccio:
:quotonemegagalattico:
È straordinaria.
Vorrei sottoporvi un dubbio anche se l'ostacolo maggiore, sarà riuscire a spiegarlo.
Premessa: incontrando una tonalità maggiore, per l'improvvisazione, mi sono sempre riparato nella relativa minore che, di fatto, a livello di box...a livello di box...altro non è che la pentatonica maggiore della tonalità del brano.
Fin qua, dovrebbe essere tutto corretto quindi, mettiamo un attimino da parte questo aspetto.
In questo periodo, lo studio ha il focus sull'improvvisazione e nello specifico, prima ancora che lavorare sui tecnicismi (che vengono comunque portati avanti, seppure in misura minore) il maestro mi sta facendo lavorare sulla ricerca del...blues. La mia più grossa lacuna, prima ancora che la velocità e la fluidità, è che non riesco ad "ascoltare" gli accordi che ho sotto e quindi, non riesco a gestire e sfruttare le tensioni ed il mood in generale del brano.
Sto facendo esercizi elementari ossia, improvvisare valorizzando l'accordo che ho sotto e, viste le mie scarse capacità, il fraseggio gira intorno alla tonica del grado in cui mi trovo (es. di improvvisazion, e in LA sul primo grado accento/inizio/finisco la frase sulla tonica...stesso discorso sul quarto grado e sul quinto). Non si può certo dire che il fraseggio sia molto vario (non è nemmeno l'obbiettivo) ma, noto giorno dopo giorno...esercizio dopo esercizio che, non distribuisco più bending, legati o slide a caso ma, sento che è l'accordo sotto a chiamarmeli.
Oggi, ho preso una base in La e ci ho improvvisato su con la penta di Fa# e...qualcosa non mi quadrava ed in effetti, mi trovavo ad iniziare/chiudere la frase su Fa#, sul Si e sul Do# e...sono confuso.
C'è del senso in quello che ho scritto? :facepalm2:
Citazione di: Elliott il 15 Novembre, 2018, 08:39 PM
Vorrei sottoporvi un dubbio anche se l'ostacolo maggiore, sarà riuscire a spiegarlo.
Oggi, ho preso una base in La e ci ho improvvisato su con la penta di Fa# e...qualcosa non mi quadrava ed in effetti, mi trovavo ad iniziare/chiudere la frase su Fa#, sul Si e sul Do# e...sono confuso.
C'è del senso in quello che ho scritto? :facepalm2:
Se parliamo di blues e, dopo il La ti sposti sul Re7, il Fa# va benissimo visto che l'accordo di Re prevede questa nota. Se chiudi il giro col Mi7 stesso discorso : la nota Si si sposa con l'accordo finale e la nota Do# richiama il La7 che riparte. Semmai, in nessun caso negli esempi riportati, menzioni la nota blues che "colora" l'intenzione
Un consiglio da amico : dimentica per un po' scale, box e quant'altro e concentrati sugli accordi. Ascoltali, tirali giù, cerca i rivolti, suona a tempo, crea un ritmo interessante, insomma, accompagna BENE.
Concentrati sul suono degli accordi e sulle sensazioni del cambio accordo. Mettiti in condizione di sapere sempre dove sei senza dover contare le misure, ma ascoltando e percependo la posizione all'interno della progressione.
Non hai idea di quanto questo ti aiuterà per la solista e l'improvvisazione.
a me, tra i vari compiti assegnatemi c'è quello di crearmi una base con progressione IV-V-I-I, preferibilmente con looper in modo da suonarla io e soprattutto anche in stili diversi, e su questa improvvisare con frasi che si chiudano sulla terza o la quinta per i due accordi di tensione (IV e V) e risolvere su tonica sull'1 del primo accordo di tonica.
Mi ha anche detto di sperimentare e mischiare un po' le carte.
Il tutto condito il più possibilmente con variazioni ritmiche varie.
In secondo momento poi di inserire anche qualche abbellimento.
Citazione di: futech il 16 Novembre, 2018, 09:03 AM
a me, tra i vari compiti assegnatemi c'è quello di crearmi una base con progressione IV-V-I-I, preferibilmente con
Done somebody wrong bella versione live degli Allman Brithers, che sto ancora portando avanti perché ritmica bellissima ed accordi in posizioni diverse con cui accompagnare, chiude le 12 barre proprio con V - VI - I - I
Edit
IV - V la tua :acci:, sorry
stavo per aprire una discussione sull'argomento, poi il mio neurone ha avuto un attimo di vitalità ricordandomi che esisteva già questa.
L'ho riletta tutto d'un fiato ieri in quanto l'argomento è per me attualissimo.
Ho riletto con piacere le tantissime perle presenti nella discussioni, molti concetti sono a me 'conosciuti' in quanto inculcati dai vecchi ed attuali insegnanti.
Lasciamo perdere la mia pigrizia poi a non studiare come si deve applicandoli, ma il vero problema è a monte, e nella discussione non ho trovato la risposta.
Se la mente del presunto aspirante chitarrista non ha fantasia e non riesce a generare frasi da cantare e quindi poi da suonare?
Forse sarebbe il caso di mettere da parte l'improvvisazione e concentrarsi su altro?
Citazione di: futech il 10 Giugno, 2019, 11:28 AM
Se la mente del presunto aspirante chitarrista non ha fantasia e non riesce a generare frasi da cantare e quindi poi da suonare?
Forse sarebbe il caso di mettere da parte l'improvvisazione e concentrarsi su altro?
Se la metti così la risposta potrebbe sembrare... Sì.
Va invece messo in conto che il meccanismo del quale si parla è fortemente dipendente dall'ascolto e dall'abitudine a metterlo in atto.
A parte pochi casi di geni assoluti (che peraltro non fanno a meno di questo meccanismo, ma semmai lo sfruttano in modo più brillante di altri), le idee proverbialmente si "rubano" o per meglio dire, si "assorbono e si rielaborano".
Tutta la storia della musica è un susseguirsi di ascolto e rielaborazione di cose fatte da altri!
Se manca questo aspetto, invece, rischia di venir meno l'essenza stessa del far musica, che è sostanzialmente l'assecondare una propria esigenza espressiva.
Quindi la domanda vera è: sei certo di aver fatto ciò che sia utile a stimolare la tua creatività? Solo se la risposta è sinceramente positiva e non vedi alcun risultato, allora sì, potresti pensare che la musica basata sulla composizione estemporanea non sia adatta a te. ::)
Probabilmente avrà più problemi Futech,magari è solo bisogno di educazione,forse partire da cose semplici ma musicali e via via alzare il tiro,aiuterebbe nel percorso.
Citazione di: luvi il 10 Giugno, 2019, 11:46 AM
Va invece messo in conto che il meccanismo del quale si parla è fortemente dipendente dall'ascolto e dall'abitudine a metterlo in atto.
se per ascolto intendi ascolto di musica in genere, quello uff, asconto tantissima musica e molto variegata.
Se di altro non ho capito cosa itendi :-\ :-[
Sull'abitudine l'ho detto, l'esercizio di canticchiare quacosa e riprodurlo l'ho fatto veramente pochissime volte perché poi cado nel loop:
Mi vengono poche idee, quelle poche non sono tanto variegate e quindi subentra la noia e lo sconforto e passo ad altro.
Quando "tento di improvvisare" la mano va per fatti suoi, senza che la mente la guidi.
Sicuramente frutto di tanto tempo speso sui famigerati box di cui si straparla nella discussione e quasi zero a come si dovrebbe.
Citazione di: luvi il 10 Giugno, 2019, 11:46 AM
Quindi la domanda vera è: sei certo di aver fatto ciò che sia utile a stimolare la tua creatività? Solo se la risposta è sinceramente positiva e non vedi alcun risultato, allora sì, potresti pensare che la musica basata sulla composizione estemporanea non sia adatta a te. ::)
Sicuramente ho fatto pochissimo, vero...devo vincere la mia pigrizia verso le cose che mi danno più 'noia' e provare a praticare con più costanza l'esercizio di cantare e suonare. Sperando che basti a stimolare la mia creatività.
Citazione di: zap il 10 Giugno, 2019, 11:51 AM
Probabilmente avrà più problemi Futech,magari è solo bisogno di educazione,forse partire da cose semplici ma musicali e via via alzare il tiro,aiuterebbe nel percorso.
la mia mancanza di fantasia è generalizzata, non è solo in musica. :acci:
poi ci aggiungi la grande pigrizia ed hai un mix micidiale
Jamble school Is the answer. :snob:
Anche se a senso più che per esperienza, sono d'accordo con Luvi, e perciò penso che lo studio dei lick sia utile, soprattutto se finalizzato a coniugare in concreto ascolto (che frasi suonano i "maestri"?) tecnica (come si suonano quelle frasi) e teoria (perché quelle frasi suonano bene?).
Citazione di: Vu-meter il 10 Giugno, 2019, 12:23 PM
Jamble school Is the answer. :snob:
dici?
ci sono passato diverse volte, ci ripasserò ancora una volta.
io credo che sia decisamente più semplice un hack del firmware della mia sezione creativa del cervello :sarcastic:
Io, nel mio piccolo, mi esercito riproducendo melodie ad orecchio (spesso infischiandomene del ritmo e tonalità originario) . Una volta trovata, provo ad interagire con la stessa cercando di variarle mettendoci del mio
Citazione di: futech il 10 Giugno, 2019, 12:15 PM
se per ascolto intendi ascolto di musica in genere, quello uff, asconto tantissima musica e molto variegata.
Se di altro non ho capito cosa itendi :-\ :-[
Sì e no... quello a cui mi riferisco è il cosiddetto "ascolto analitico", che ti permette di smontare mentalmente un brano nelle sue singole componenti strumentali e ritmiche. Estrapoli un passaggio, una frase che ti piace (non necessariamente eseguita da una chitarra) e che ti colpisce. Se succede è perché non lo sai ancora, ma quella frase "ti appartiene"!
Fatto questo cerchi di risuonarla finchè ti quadra, provi a variarla (ritmo, accenti, note, quel che vuoi), cerchi di inserirla in contesti musicali diversi, la fai "tua"... tutto questo stimola il processo creativo che come dico raramente parte da solo.
Citazione di: futech il 10 Giugno, 2019, 12:15 PM
Sull'abitudine l'ho detto, l'esercizio di canticchiare quacosa e riprodurlo l'ho fatto veramente pochissime volte perché poi cado nel loop:
Mi vengono poche idee, quelle poche non sono tanto variegate e quindi subentra la noia e lo sconforto e passo ad altro.
Quando "tento di improvvisare" la mano va per fatti suoi, senza che la mente la guidi.
Sicuramente frutto di tanto tempo speso sui famigerati box di cui si straparla nella discussione e quasi zero a come si dovrebbe.
Ecco... vedi? Molte risposte le hai già e non dicono semplicemente che "non sei creativo"!
Citazione di: futech il 10 Giugno, 2019, 12:15 PM
Sicuramente ho fatto pochissimo, vero...devo vincere la mia pigrizia verso le cose che mi danno più 'noia' e provare a praticare con più costanza l'esercizio di cantare e suonare. Sperando che basti a stimolare la mia creatività.
Questo è l'approccio giusto, vai!! :bravo2:
Quando una decina di anni fa ero iscritto su Facebook, nella mia bio avevo una frase che recitava più o meno così:
L'artista originale è colui che riesce a mascherare bene le proprie fonti di ispirazione.
Nessuno è realmente originale, ogni artista attinge a un linguaggio musicale che trova affine "rubando" dei pezzi di quel linguaggio e poi rimescolandoli secondo il proprio gusto.
Quando ero adolescente e dovevo scrivere un tema di italiano andavo in crisi (io come molti miei compagni). La nostra prof.ssa di italiano allora ci consigliava di superare il nostro "blocco dello scrittore" leggendo, leggendo, e ancora leggendo. Leggendo tanto. Leggendo libri, giornali. A noi sembravano follie, ma se ci pensi un attimo ha senso: se hai la testa vuota, cosa vuoi produrre? E' come avere una dispensa deserta e voler cucinare una buona torta.
Senza ingredienti non si va da nessuna parte.
Con la musica è lo stesso. Devi riempire quella dispensa in qualche modo, metterci i pezzi degli artisti più famosi, i licks che trovi sui manuali, i fraseggi che trovi nelle lezioni Youtube. E solo quando la tua dispensa musicale sarà sufficientemente colma, e dotata di una solida base teorica, potrai prendere con cognizione di causa dei pezzi dai vari ripiani e costruire qualcosa di originale, musicale, creativo, piacevole.
L'errore che fanno molti (e facevo pure io) è quello di studiare le progressioni armoniche, i 5 box della pentatonica, e poi saltare subito all'improvvisazione.
Magari quando le uniche due cose che sanno suonare sono l'intro di Back in Black e il riff di Smoke on The Water.
I forum, i chitarristi navigati, lo stesso insegnante di musica che paghi profutamente ogni mese, scoraggiano il giovane chitarrista dall'uso delle tab, vorrebbero che suonasse a orecchio e leggesse dal pentagramma. La cover è bandita, guai a fare le cover. Bisogna saper improvvisare sui giri armonici, magari scrivere musica propria, non ripetere a pappagallo cose scritte da altri.
L'idea stessa di cover o tribute band oggi sembra quasi una bestemmia, un vilipendio nei confronti del musicista che volontariamente si svilisce al ruolo di mero esecutore. Un robottino piuttosto che un artista.
Non so se questo è il caso di futech, parlo in generale, ma se si posticipasse il momento dell'improvvisazione e si tornasse ai fondamentali, alle cover e all'analisi armonica delle stesse, al crearsi un repertorio sufficientemente ampio, a usare le famigerate tab per velocizzare l'arricchimento della nostra dispensa musicale, l'approccio all'improvvisazione risulterebbe meno traumatico.
Probabilmente non sentiremmo più frasi come non ho fantasia e non riesco a generare frasi da cantare e quindi poi da suonare, perchè quando in testa hai decine di armonie che ti risuonano in testa e che padroneggi, quando sai COSA suonare e sai PERCHE' suoni quelle note e non altre, di frasi da cantare e poi suonare ne avrai in abbondanza.
Perchè chi lamenta questo, non è tanto distante dal ME adolescente che non aveva fantasia per generare frasi con cui riempire il tema d'italiano.
PS: ho trovato idee molto interessati in questo articolo che parla in generale di creatività. Considerazioni valide per qualsiasi forma d'arte, dalla musica fino alla letteratura.
Creatività...10 idee per rubare come un artista (https://www.latuamappa.com/creativita-10-idee-rubare-un-artista/)
(https://robadadisegnatori.com/wp-content/uploads/2013/02/vallardi_kleon.jpg)
Citazione di: futech il 10 Giugno, 2019, 11:28 AM
stavo per aprire una discussione sull'argomento, poi il mio neurone ha avuto un attimo di vitalità ricordandomi che esisteva già questa.
L'ho riletta tutto d'un fiato ieri in quanto l'argomento è per me attualissimo.
Ho riletto con piacere le tantissime perle presenti nella discussioni, molti concetti sono a me 'conosciuti' in quanto inculcati dai vecchi ed attuali insegnanti.
Lasciamo perdere la mia pigrizia poi a non studiare come si deve applicandoli, ma il vero problema è a monte, e nella discussione non ho trovato la risposta.
Se la mente del presunto aspirante chitarrista non ha fantasia e non riesce a generare frasi da cantare e quindi poi da suonare?
Forse sarebbe il caso di mettere da parte l'improvvisazione e concentrarsi su altro?
Per un musicista questo è l'argomento degli argomenti, caspiterina. Tutta la tecnica e la teoria e lo strumento stesso sono finalizzati proprio a questo: esprimersi. E' una sola parola, ma racchiude tutta la storia umana. Come far uscire la propria voce? Qual è la propria voce? Io non canto neanche sotto la doccia! Ascolto tonnellate di musica, ma con orecchio diverso a seconda di cosa ascolto. Magari in un brano ascolto principalmente la batteria...
E non canto nulla di quello che ascolto.
Non ho idea alcuna di come imparare ad esprimersi in musica.
Nel mio infimo piccolo, mi alleno così: prendo il Ditto, ci registro sopra uno, due o tre accordi come base, e poi la ascolto soltanto. Ascolto e riascolto quei pochi accordi e senza cantare nulla metto le mani sulla chitarra e improvviso qualcosa di semplicissimo. Una melodia da nulla, come viene viene. Poi magari la ritocco, la rielaboro, la allungo ecc.
E poi si sa: in funzione delle proprie capacità tecniche, conoscenze teoriche, allenamento ad esprimersi e ispirazione interiore, verrà fuori un risultato più o meno elaborato e più o meno soddisfacente.
Ovviamente nel mio caso, sono sempre insoddisfatto. Ma questo da un lato mi piace perché mi spinge a studiare ancora e ad allenarmi ancora (nei giorni neri va diversamente e vorrei proprio smettere :laughing: ).
Citazione di: JourneyMan il 10 Giugno, 2019, 01:23 PM
...e senza cantare nulla metto le mani sulla chitarra e improvviso qualcosa di semplicissimo. Una melodia da nulla, come viene viene....
domanda, la melodia/frase o quello che sia, non la canti a voce ma almeno in mente ce l'hai un attimo prima di suonarla?
Citazione di: JourneyMan il 10 Giugno, 2019, 01:23 PM
Poi magari la ritocco, la rielaboro, la allungo ecc.
questo che hai scritto è ciò che faccio quando facciamo le jam qui sul forum, ma non è improvvisare. E' costruire (come detto anche nei post addietro) ;)
intanto grazie ai tanti spunti e incoraggiamenti che mi state dando (ma anche sputi che merito :D )
Canta Fabbri', canta. :shout:
Citazione di: futech il 10 Giugno, 2019, 02:07 PM
Citazione di: JourneyMan il 10 Giugno, 2019, 01:23 PM
...e senza cantare nulla metto le mani sulla chitarra e improvviso qualcosa di semplicissimo. Una melodia da nulla, come viene viene....
domanda, la melodia/frase o quello che sia, non la canti a voce ma almeno in mente ce l'hai un attimo prima di suonarla?
Citazione di: JourneyMan il 10 Giugno, 2019, 01:23 PM
Poi magari la ritocco, la rielaboro, la allungo ecc.
questo che hai scritto è ciò che faccio quando facciamo le jam qui sul forum, ma non è improvvisare. E' costruire (come detto anche nei post addietro) ;)
Quello di cantare secondo me è un suggerimento validissimo e andrebbe preso come regola generale. Ma purtroppo esistono le eccezioni e a me di cantare ciò che suono ancora non viene, per cui non mi forzo.
Dietro l'improvvisazione, come tutti sappiamo, c'è tanto lavoro.
Improvvisare in maniera soddisfacente secondo me è il punto più alto del suonare, quindi all'inizio non si può pretendere molto.
Come dicevo, c'è uno studio dietro e più hai studiato più le idee vaghe e nebulose prendono forma, e soprattutto più mezzi hai e più idee ti vengono! Se pratichi molto i diversi tipi di bending, sicuramente avrai più confidenza ad utilizzarli nell'improvvisazione; lo stesso col legato, la leva, le scale, lo slide, il tapping.
Ma siccome mi sono dilungato torno all'essenziale. Solitamente prendo un riff o un lick o uno stralcio di assolo che mi è piaciuto e lo studio, lo faccio in parte mio, cerco di personalizzarlo, cerco di svilupparlo. Questo lavoro spero che un giorno mi ripagherà con improvvisazioni più elaborate e soddisfacenti.
Citazione di: futech il 10 Giugno, 2019, 02:07 PM
questo che hai scritto è ciò che faccio quando facciamo le jam qui sul forum, ma non è improvvisare. E' costruire (come detto anche nei post addietro) ;)
Ottima osservazione.
Una definizione corretta dell'improvvisazione è quella che la considera una costruzione... estemporanea!
Passare dallo step di costruzione "ragionata" che descrivi, quindi, è a mio parere concettualmente e didatticamente valido per allenare la mente e l'orecchio, oliare il meccanismo ed arrivare pian piano all'obiettivo finale! ::)
Gran bel 3D! :thanks:
l'ho scoperto da poco e l'ho finito ora.
tanta roba!
Tra l'altro quesiti che volevo porre io da tempo o risposte a quesiti neanche pensati.
Dico le mie difficoltà:
- sicuramente non canto e dovrei imparare a farlo
- finché suono lento riesco a costruire frasi, se voglio andare veloce, cado nelle scale (o dalle scale ;D), mi sto sforzando di andare anche veloce
- il mio vocabolario è tristemente limitato, mi sto sforzando di ampliarlo, ma la monotonia, almeno per me è dietro l'angolo
Una cosa che ho notato:
A me piace scarabocchiare, disegnare... niente di che... spesso parto con un tratto sul foglio bianco poi a quello ci metto un altro segno, poi da quei due segni insignificanti ci aggiungo altre linee e pian piano ci salta fuori un qualcosa che mi ricorda altro e allora seguo quell'ispirazione per completare il disegno.
Faccio la stessa cosa quando improvviso (anche se, per dire, suonacchio un pianoforte): faccio una nota, poi ne faccio un'altra e pian piano la melodia esce fuori...
In pratica scarabocchio anche con la musica :acci:
Citazionequesto che hai scritto è ciò che faccio quando facciamo le jam qui sul forum, ma non è improvvisare. E' costruire (come detto anche nei post addietro) ;)
Se mi metto ad improvvisare veramente,uscirebbe fuori il "pizzica/jazz" oppure "classical/reggae",musica indefinita senza genere in pratica,non che fosse meno interessante,ma un minimo di costruzione per evitare la marmellata sulla pasta...devo farla.
Citazione di: Fidelcaster il 10 Giugno, 2019, 12:23 PM
Anche se a senso più che per esperienza, sono d'accordo con Luvi, e perciò penso che lo studio dei lick sia utile, soprattutto se finalizzato a coniugare in concreto ascolto (che frasi suonano i "maestri"?) tecnica (come si suonano quelle frasi) e teoria (perché quelle frasi suonano bene?).
Questo è quello che chiamo scherzosamente 'slips' (solo perché fa ridere il termine).
In genere, il concetto di lick è separato dall'analisi .. io l'ho sempre vissuto come qualcosa di automatico da imparare a memoria senza farsi domande di sorta.
Io seguo i bioritmi.
Ciclicamente ogni mese viviamo fasi positive o negative nella sfera emotiva, intellettuale, fisica.
Quindi se sono giù in una o due fasi normalmente sarò monotono o svogliato o comunque mi sentirò inadatto Pazienza.
Ci sono giorni migliori dove tutto riesce meglio, quindi inutile forzare o deprimersi per i magri risultati.
Citazione di: Vu-meter il 10 Giugno, 2019, 08:33 PM
Citazione di: Fidelcaster il 10 Giugno, 2019, 12:23 PM
Anche se a senso più che per esperienza, sono d'accordo con Luvi, e perciò penso che lo studio dei lick sia utile, soprattutto se finalizzato a coniugare in concreto ascolto (che frasi suonano i "maestri"?) tecnica (come si suonano quelle frasi) e teoria (perché quelle frasi suonano bene?).
Questo è quello che chiamo scherzosamente 'slips' (solo perché fa ridere il termine).
In genere, il concetto di lick è separato dall'analisi .. io l'ho sempre vissuto come qualcosa di automatico da imparare a memoria senza farsi domande di sorta.
Beh, certo, se ci si limita a ripetere a pappagallo ciò che dicono gli altri non si dirà mai niente di personale!
Citazione di: Fidelcaster il 10 Giugno, 2019, 09:35 PM
Beh, certo, se ci si limita a ripetere a pappagallo ciò che dicono gli altri non si dirà mai niente di personale!
Concordo in pieno ed è quello che intendo quando contesto l'uso dei lick esclusivamente come frasario tascabile da estrarre alla bisogna senza che se ne sia approfondito il come e il perché usarle.
Purtroppo però la rete è piena di "Impara a suonare come...".
Se si pensa al lick come una scorciatoia, certamente non porta molto a livello di autonomia.
Con il mio maestro abbiamo passato lezioni intere su un solo lick.
Ne cito uno in particolare: erano dei lick che si sviluppavano sulle note che componevano l'accordo che c'era sotto. Non ne ricordo nessuno a memoria ma capii la logica e mi ha aperto un mondo.
Dai lick, credo, si possa imparare davvero tanto se interessa. Come sempre, non è lo strumento; è l'uso
Citazione di: Elliott il 10 Giugno, 2019, 10:01 PM
Se si pensa al lick come una scorciatoia, certamente non porta molto a livello di autonomia.
Con il mio maestro abbiamo passato lezioni intere su un solo lick.
Ne cito uno in particolare: erano dei lick che si sviluppavano sulle note che componevano l'accordo che c'era sotto. Non ne ricordo nessuno a memoria ma capii la logica e mi ha aperto un mondo.
Dai lick, credo, si possa imparare davvero tanto se interessa. Come sempre, non è lo strumento; è l'uso
È il motivo per cui pur non amando particolarmente Mark Knopfler, credo che qualunque aspirante chitarrista dovrebbe dedicare mesi a studiarne il linguaggio.
Ah, futech, volevo dirti anche un'altra cosa. Ho sempre avuto una forte passione per gli arpeggi. A volte un modo in cui mi piace azzardare delle improvvisazioni è suonare una ritmica di accordi registrandola col pedale Ditto e poi improvvisare non una melodia a nota singola ma una serie di arpeggi.
Sin da adolescente alcuni arpeggi mi hanno sempre entusiasmato e a volte suggestionato: sono stati una delle mille vie attraverso le quali mi sono innamorato della musica.
Ad esempio l'arpeggio di My Michelle dei Guns n' Roses o quello dei Killer of Giants di Ozzy Osbourne (chitarrista Jake E. Lee, uno di quelli che più amo). Solo che anziché utilizzarli come incipit di un brano, io ci faccio tutta l'improvvisazione, introducendo magari qualche variazione.
Ci sono una marea di altri arpeggi che mi affascinano (uno in particolare nel mezzo di Private Investigations dei Dire Straits).
A volte anziché improvvisare a nota singola, improvviso ad arpeggi! Magari anche solo con due o tre note per accordo.