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Trìtono, a che serve nella pratica?

Aperto da Ombra/luce, 18 Ottobre, 2023, 03:06 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Ombra/luce

Ho più o meno, in linea di massima ma con molti punti interrogativi, idea di cosa sia ma non l'ho mai valutato poi nella pratica e forse avrei bisogno di una spiegazione in più sull'argomento, cosa sarebbe un trìtono? E' un intervallo che però conta tre toni interi, mi potresti Vu fare qualche esempio e magari spiegare che tipo di utilizzo se ne può fare, in che contesto magari? O che tipo di ulteriori concetti armonici può aprire la sua familiarizzazione, per capire se è un termine fine a sè stesso o se può aprire poi a finalità ulteriori di espressione. Perchè così mi sembra piuttosto nebuloso come concetto, io sono abituato a pensare agli intervalli classici.. Sento anche spesso parlare di sostituzione di trìtono, termine che mi mette un pò in soggezione.. vorrei un piccolo approfondimento sul discorso insomma, se fosse possibile.
Ut queant laxis

Santano

E io che pensavo che Tritone fosse il maschio della sirena!  :lol:


Ombra/luce

Ut queant laxis

Vu-meter

Il tritono è, come il nome suggerisce, un intervallo di tre toni. La distanza di tre toni è una distanza che è speculare nella scala cromatica, per cui se tu parti da qualunque nota e fai tre toni, ripartendo di nuovo dalla nota di arrivo e facendo altri tre toni ti ritrovi nella nota da cui sei partito. Quindi per ipotesi se io da SOL faccio tre toni arrivo a REb, e da REb, con un salto di tre toni, torno a SOL.

A cosa serve? Serve soprattutto in ambito jazzistico dove viene appunto utilizzata la sostituzione di tritono, cioè viene sostituito l'accordo di dominante soprattutto (ma non solo)  all'interno dei cicli II V I (che spesso troverai nel in ambito jazzistico) in molte salse diverse, tra cui appunto alcuni rielaborati grazie alla sostituzione di tritono. In sostanza, il V grado di questo piccolo ciclo, viene sostituito da un altro accordo di dominante costruito a tre toni di distanza dalla tonica.
Questo viene fatto sia a livello armonico, quindi a livello di progressione e accompagnamento, sia nell'improvvisazione; ovvero: a prescindere dal fatto che i miei colleghi che stanno suonando l'armonia facciano o meno la sostituzione, io, come solista posso farla provando ad "esprimermi" utilizzando la scala del tritono anziché la scala misolidia che sarebbe d'uopo nel contesto.

Perché esiste la sostituzione di tritono? Perché, come per altre possibilità di sostituzione, l'accordo sostituito e l'accordo sostituente, hanno delle note in comune. Nello specifico, in questo caso, la terza e la settima, che sono le note che per un jazzista sono diciamo "la carta d'identità" o le "colonne portanti" di un accordo. All'interno di una tetrade, infatti, le due colonne portanti dell'armonia sono il III grado e il VII grado, perché sono quelli che ti dicono rispettivamente se l'accordo è maggiore o minore e se l'accordo è di settima maggiore o di settima dominante. In entrambi i casi, modificare questi gradi significa modificare sostanzialmente l'accordo. Nello specifico, facendo l'esempio di cui sopra, nel SOL7 ho: SOL come I grado, SI al III grado maggiore e FA al VII grado minore. Sostituendo di tritono,  mi ritrovo ad avere REb7, ossia: REb come tonica, FA al III grado maggiore e DOb (che è l'omonimo di un SI) al VII grado minore. Nota lo "switch" delle due "colonne portanti" dell'accordo.
Il V grado sappiamo essere un grado neutro, che non apporta niente all'accordo. Quindi la quinta difficilmente la vedrai suonare dai jazzisti... quasi mai, a meno che non ne abbiano bisogno per motivi melodici.

La sostituzione di tritono normalmente la si fa perché è divertente, carina, appagante, interessante. Genera proprio quello che un jazzista va cercando: un po' di tensione.

Spero di essere riuscito a spiegarmi e di averti risposto.

Un abbraccio. :abbraccio:
"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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Ombra/luce

Citazione di: Vu-meter il 18 Ottobre, 2023, 05:21 PMIl tritono è, come il nome suggerisce, un intervallo di tre toni. La distanza di tre toni è una distanza che è speculare nella scala cromatica, per cui se tu parti da qualunque nota e fai tre toni, ripartendo di nuovo dalla nota di arrivo e facendo altri tre toni ti ritrovi nella nota da cui sei partito. Quindi per ipotesi se io da SOL faccio tre toni arrivo a REb, e da REb, con un salto di tre toni, torno a SOL.

A cosa serve? Serve soprattutto in ambito jazzistico dove viene appunto utilizzata la sostituzione di tritono, cioè viene sostituito l'accordo di dominante soprattutto (ma non solo)  all'interno dei cicli II V I (che spesso troverai nel in ambito jazzistico) in molte salse diverse, tra cui appunto alcuni rielaborati grazie alla sostituzione di tritono. In sostanza, il V grado di questo piccolo ciclo, viene sostituito da un altro accordo di dominante costruito a tre toni di distanza dalla tonica.
Questo viene fatto sia a livello armonico, quindi a livello di progressione e accompagnamento, sia nell'improvvisazione; ovvero: a prescindere dal fatto che i miei colleghi che stanno suonando l'armonia facciano o meno la sostituzione, io, come solista posso farla provando ad "esprimermi" utilizzando la scala del tritono anziché la scala misolidia che sarebbe d'uopo nel contesto.

Perché esiste la sostituzione di tritono? Perché, come per altre possibilità di sostituzione, l'accordo sostituito e l'accordo sostituente, hanno delle note in comune. Nello specifico, in questo caso, la terza e la settima, che sono le note che per un jazzista sono diciamo "la carta d'identità" o le "colonne portanti" di un accordo. All'interno di una tetrade, infatti, le due colonne portanti dell'armonia sono il III grado e il VII grado, perché sono quelli che ti dicono rispettivamente se l'accordo è maggiore o minore e se l'accordo è di settima maggiore o di settima dominante. In entrambi i casi, modificare questi gradi significa modificare sostanzialmente l'accordo. Nello specifico, facendo l'esempio di cui sopra, nel SOL7 ho: SOL come I grado, SI al III grado maggiore e FA al VII grado minore. Sostituendo di tritono,  mi ritrovo ad avere REb7, ossia: REb come tonica, FA al III grado maggiore e DOb (che è l'omonimo di un SI) al VII grado minore. Nota lo "switch" delle due "colonne portanti" dell'accordo.
Il V grado sappiamo essere un grado neutro, che non apporta niente all'accordo. Quindi la quinta difficilmente la vedrai suonare dai jazzisti... quasi mai, a meno che non ne abbiano bisogno per motivi melodici.

La sostituzione di tritono normalmente la si fa perché è divertente, carina, appagante, interessante. Genera proprio quello che un jazzista va cercando: un po' di tensione.

Spero di essere riuscito a spiegarmi e di averti risposto.

Un abbraccio. :abbraccio:

Intanto grazie per lo sforzo, immagino che col gesso sia stato un pò problematico scrivere un messaggio così articolato.
Veramente molto intressante la tua spiegazione, piano piano sto sempre più masticando l'argomento e mi trovo a capire il significato delle tue parole (a visualizzarle mentalmente), cosa che mi fa devo dire piacere, è un percorso, ci vuol tempo per arrivare a gestire con coscienza tanti concetti, ma piano piano diventa sempre più chiaro, certo, intanto dovrei mettermi un pochettino a valutare nella pratica la visualizzazione cosciente del trìtono, inoltre ho un limite per quanto riguarda gli usi nel jazz in quanto non è la mia branca, chissà, magari ampliando ancora di più gli orizzonti teorici lo capirò maggiormente ma ora come ora ancora un pò mi è nebuloso su certi aspetti, per via di una concezione teorica che viaggia su un binario forse differente dalla concezione classica (non è detto con sicurezza, è una mia sensazione da estraneo), però rispetto a prima certi aspetti li sto un pò più comprendendo, tuttavia ancora non da comprendere il jazz nel suo binario teorico!

Da questo tuo messaggio mi si aprono delle materie che vorrò sinceramente approfondire, io sto cercando di capire minuziosamente e poi, cruciale, inserire ciò che capisco nella pratica, perchè trovo sia l'unico vero modo per imparare a sfruttarli certi concetti, il discorso delle sostituzioni ad esempio penso di doverlo ancora approfondire un pò, perchè anche questo tende a lasciarmi qualche dubbietto, è da approfondire meglio. E' proprio la terminologia che deve diventare familiare perchè usata nella normalità, però capisco sempre con più facilità man mano che inserisco la teoria nella pratica!

Il tuo messaggio mi è comprensibile, non ho dovuto sforzare le meningi per capire, il complesso l'ho compreso, tuttavia ho come l'impressione che debba fare ancora un pò di strada per percepire certi usi legati a questo argomento al punto da trarne consiglio e di conseguenza provare, sono stadi un pò più avanzatini mi sa.. ::) il discorso dei cicli ( II V I) ad esempio fatico a comprenderlo per ora..

Ut queant laxis

Vu-meter

Hai perfettamente ragione, tutto diventa più chiaro (e con il tempo, perfino ovvio) SE messo in pratica. È in quel momento che capisci il valore di quanto appreso.

Coraggio, un passo alla volta e arriverai ad avere il quadro completo. :abbraccio:
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