Quello delle progressioni è un mondo ampio ed aperto a tutto o quasi.
Molti tra i brani più famosi sono basati su esse a partire dalla più famosa II-V-I che farei terminare con la 6 più tutte le varianti.
Questo sia nel jazz che in altri generi.
Ma prendiamo come esempio quella citata tanto è uguale in questo caso.
Indipendentemente dal tempo suonare su progressioni così forte mi ritrovo come strozzato e tendo a non variare sia con la chitarra che con la bocca.
Questo è dovuto limiti miei che ci sono, e pure grossi , oppure alla monotonia ?
Con melodie più complesse di brani noti o meno con la bocca mi vengono un sacco di variazioni ,specie nel jazz e nel blues, poi la traduzione sulla chitarra e più lenta per mancanza tecnica e teoria.
Rispondete con sincerità vi prego .
Poi ditemi come vi trovate voi in questo casi.
Io non lo so fare e non so scendere nei dettagli, ma non a caso tanti improvvisatori utilizzano una molteplicità di modi diversi di interpretare armonicamente la progressione... Vedi ad esempio il thread che avevo aperto da qualche parte sul modo che ha Oz Noy di interpretare il II come estensione del V, che gli consente (quando vuole) di far virare il turnaround verso sonorità blues, più o meno "twisted" (che credo sia un po' il contrario di ciò che fa chi, come ad es. Robben Ford, "jazzifica" il blues).
Mi pare tra l'altro che Oz Noy dicesse che quello che fa lui è il contrario di ciò che fa Pat Martino, che (se non erro) interpreta il V come estensione del II e quindi ci suona sopra in minore.
Uh... si apre un discorso grande come una casa che da mobile non posso affrontare.
Appena sarò da pc, ripasserò
Eccomi qua ...
Allora, il II V I è la cellula classica del jazz ( la famosa cadenza perfetta "impreziosita" dal II grado ), ma non solo .
E' evidente già di per sè che se la si pensa in tonale, non c'è niente di strano sono gradi appartenenti alla medesima tonalità per cui, se sto in tonalità ci azzecco sempre.
Da qui posso poi passare a scomporre ( che in parte dipende anche dalla distanza dei cambi di accordi ) :ad esempio potrei pensarli come 3 accordi separati e suonare in Frigio sul II grado, in Misolidio sul V, in Lidio sul I. Oppure: Dorico sul II, Frigio sul V, Ionico sul I , ecc...
Oppure potrei ( se gli accordi lo prevedono ) utilizzare le tensioni per formulare altre scale: se ad esempio il V lo penso come alterato, subentrano le belle Scale diminuite, ecc...
Oppure potrei fare delle sostituzioni e giocare con i nuovi rapporti /accordi/scale che sono subentrati..
Insomma, diciamo che è una cellula musicale che dà tantissime possibilità espressive, dalla più semplice alla più complessa.
Mauro spiegazione eccellente.
Mi chiedevo però come mai essendo il cerchio così piccolo mi trovassi ad essere monotono senza varianti ripetendo molto.
Colpa solo delle mie mancanze o succede ad altri ?
Anch'io ho sempre trovato difficile "cantare" sul II-V-I, per il fatto che, a orecchio, tendo a finire più o meno sempre nelle solite note. Credo che esercitarsi nel modo descritto da Vu possa essere molto utile, perché piano piano cominci ad orecchiare frasi nuove e, col tempo, anche ad utilizzarle come soluzioni "intuitive" quando canti un fraseggio. Unica controindicazione: bisogna applicarsi con costanza perché le cose ti entrino in mente come se fossero naturali e diventino parte del tuo fraseggio (lo dico perché, non essendomi applicato abbastanza, io me le sono dimenticate :acci:)
Citazione di: AlbertoDP il 22 Maggio, 2017, 02:34 PM
Unica controindicazione: bisogna applicarsi con costanza perché le cose ti entrino in mente come se fossero naturali e diventino parte del tuo fraseggio.
:quotonegalattico:
Tocca provare e riprovare finche la cosa non ti appartiene...
Domanda per Guido : tu su questa progressione utilizzi le pentatoniche, le maggiori, o.... ?
Caro Mauro io ci provo a risponderti dicendo che uso qualcosa che assomiglia alle pentatoniche .
Più che altro tendi ad usare posizioni geometriche chevtraslo sulla tastiera.
Un modo difficile per dire vado ad orecchio calando o crescendo di quanto mi. Dice il mio orecchio e ciò che canto mentalmente.
Una cosa che voglio fare e specie con la hollow body sarà suonate in acustico cencando di seguire ciò che canto con la voce.
Cosa che mi piacerebbe proporre come sfida o esercizio in comune.
Anzi se torni presto già stasera provo.
Citazione di: Guido_59 il 22 Maggio, 2017, 03:22 PM
Caro Mauro io ci provo a risponderti dicendo che uso qualcosa che assomiglia alle pentatoniche .
Più che altro tendi ad usare posizioni geometriche chevtraslo sulla tastiera.
Un modo difficile per dire vado ad orecchio calando o crescendo di quanto mi. Dice il mio orecchio e ciò che canto mentalmente.
Una cosa che voglio fare e specie con la hollow body sarà suonate in acustico cencando di seguire ciò che canto con la voce.
Cosa che mi piacerebbe proporre come sfida o esercizio in comune.
Anzi se torni presto già stasera provo.
Hai detto niente , tu improvvisi davvero.
Però, per improvvisare variando il vocabolario, ho bisogno di conoscere nuovi vocaboli. E' per questo che si studiano scale diverse e si applicano ad accordi di versi, proprio per sentirne il suono, assorbirlo e poi utilizzare il tutto nel modo che fai tu : cantare e copiare.
In effetti la mancanza di conoscenza mi obbliga come dici tu molto gentilmente ad "improvvisare" o come direbbe mia moglie " a casaccio" .
Scherzi a parte mi accorgo che ho un limite che alle volte raggiungo ma non supero.
Ammesso do trovare il tempo non saprei come impostare un abbozzo di programma, dato che dovrei imparare tutto !
Potrei avvalersi della tua professionalità Mauro , non per delle vere e proprie lezioni che mi.piacerebbe fare ma non ho tempo, almeno per stabilire un programma che possa seguire da solo trovando il tempo.
Tutto ciò con giusto compenso e magari con aggiornamenti periodici..
Magari ne parliamo .
Prova questo ( trasponilo nella tonalità che vuoi ) :
II D-7 --> penta minore di La
V G7 --> penta minore di Sib
I C7+ -->penta minore di La
Ottimo consiglio .
Domani mi ci provo.
:thanks: