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Come studiare? Alcuni consigli

Aperto da Vu-meter, 30 Dicembre, 2022, 05:41 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Jakmon

Vado un po' alla rinfusa, come mi vengono in mente le cose.
Sono tutte riflessioni molto semplici, ma spesso, purtroppo, si confonde semplice con banale e non si dà il giusto peso alle cose,

QUI ED ORA
Forse questa è la "scoperta" più potente di tutte.
Per anni (e anni e anni e anni e anni... e ancora oggi) mi è stato detto che ciò che conta nell'allenamento è la consapevolezza. Avere coscienza di sè e di ciò che si sta facendo, della motivazione per cui si fa, dell'intenzione con cui si fa qualcosa.
Bisogna essere presenti e annotare mentalmente come ci si sente mentre ci si allena. Bisogna vivere il momento senza farsi sfuggire nulla. Avere la sensazione dell'energia che fluisce in ogni millimetro del corpo per poterlo gestire e muovere a nostro piacimento.

Detto così suona un po' un concetto da "infoiati" già nelle arti marziali, figurarsi nella musica.
Inizialmente non ho collegato tanto le cose. Poi ho seguito alcuni video online di base e praticamente ogni insegnante insisteva sul concetto di pratica costante (cosa buona e giusta) e di "almeno 15 minuti al giorno, ma meglio un'ora".
All'ennesima volta che ho sentito questa frase, mi si è accesa la lampadina. Ho rivisto l'immagine del mio Maestro che mi cazziava perchè avevo confessato di essermi allenato a casa per un'ora... DAVANTI ALLA TV!
Mi aveva guardato con una faccia che definire disgustata è dire poco  :-[

Lì ho fatto 2+2 ed ho realizzato che non è importante QUANTO tempo si dedica allo studio dello strumento, ma QUALE tempo vi si dedica.
Ho capito perchè le millemila ore spese strimpellando "a muzzo" da universitario hanno reso meno della mezz'ora (almeno) che quotidianamente cerco di strappare agli impegni della vita.
Quella mezz'ora è così "sacra" che lì dentro ci siamo solo io e la strumentazione.
Non esistono figli/mogli/lavoro/amici/impegni/soldi/fame.

Esiste l'esercizio che mi sono impegnato a fare e lo devo fare al meglio. Esiste un obiettivo e la concentrazione è tutta lì.
Non mi interessa cosa ho fatto fino al secondo prima. Non ho bisogno di sapere che dopo potrò/dovrò fare altro. Quando mi esercito sono lì, in quel momento e cerco di sentire tutto il mio corpo, mano destra e mano sinistra, testa e schiena. Annoto ciò che sentono le orecchie, ciò che vedono gli occhi e ciò che mi restituisce il tatto.

Quando suono, suono.
QUI ED ORA.

Jakmon

Altra cosa fondamentale è l'IMMAGINAZIONE, quella che nel primo post Vu ha definito il film.

Il Maestro diceva: se non riesci a immaginare te stesso che esegui una tecnica, quella tecnica non riuscirai mai ad eseguirla nemmeno nella realtà.
Per anni non sono stato in grado di eseguire una tecnica semplice, quella di cadere sulla schiena e tornare in piedi con un colpodi reni. La vedevo fare, facevo ogni tipo di esercizio, ma nulla. Decisi di assegnarmi come esercizio quotidiano quello di immaginarmi mentre eseguivo la tecnica, dovevo sentire le sensazione del corpo "come se" riuscissi ad eseguirla.
Per oltre un anno l'ho fatto tutti i giorni in ogni momento libero, finchè un giorno -TAAAC!- nella mia mente eseguo la tecnica!!!  :yeepy:
Vado in palestra e mi riesce con una facilità incredibile... e ancora... e ancora... perfetto. La tecnica è mia!!!

Ecco, a lezione di chitarra spiego al mio Maestro che ho difficoltà su un passaggio, che non capisco l'intonazione di un bending, non colgo la sequenza di note ad orecchio.
Sapete che risposta mi ha dato?
Mi ha detto: "Cantala o fischiala. Se riesci a cantarla, riuscirai a suonarla. Se non riesci a cantarla non ce la fai".

Già qui mi sono sentito un fesso, ma non è finita  :lol:

Gli dico che ho difficoltà con un cambio di accordi.
Risposta: "cerca di immaginare come mettere le dita sul prossimo accordo, vedrai che la mano si muoverà da sola".

KO tecnico per me, ma ho capito.
Adesso sto cercando di applicare e il frutto pur lentamente sta maturando.


Jakmon

Terza scoperta dell'acqua calda, poi chiudo per oggi: il riscaldamento.

In palestra, ogni lezione, senza eccezioni, inizia con una ginnastica preparatoria, una serie di esercizi che preparano il corpo all'esecuzione delle tecniche di combattimento, ma ancora di più preparano la mente ad essere calma, rilassata e pronta ad "accogliere" ciò che arriva, un insegnamento, un attacco, un contatto.

Nella mia arroganza di principiante, con la chitarra pensavo che "chi se ne frega" del riscaldamento, devo solo mettere le dita sul manico della chitarra.
Il problema è stato per un po' di tempo che, mentre a volte tutto scorreva fluido, altre volte era proprio tutto faticoso e difficile.
Mi sono fermato e ho riavvolto il nastro.
Cosa succedeva quando era tutto facile? Cosa succedeva quando era tutto difficile?
La differenza erano i cromatismi.
2 minuti di cromatismi erano -e sono tutt'ora- la mia cerimonia di inizio allenamento. Un esercizio semplice, ma che richiede attenzione per essere praticato correttamente.
Dopo i cromatismi la mente entra in modalità "addestramento" e si fa ricettiva, posso passare alle scale. Almeno 2 volte per box per fare abituare le dita al movimento e far "fondere" il corpo con la chitarra, entrare in comunione con lo strumento e da qui avere piacere di esercitarsi e sentire il gusto e il divertimento fino alla fine.
Il tempo scorre veloce, i dolori scompaiono, l'attenzione diventa totale.

Così ho scoperto la vera importanza (per me) dei fondamentali nella musica.

Vu-meter

Bella condivisione, complimenti. :abbraccio:
Devo dire che mi ritrovo in tutto quello che hai detto e sono informazioni che ho sempre cercato di passare agli altri, ma spesso non sono creduto o vengono prese sotto gamba. Mi fa davvero piacere che nel tuo caso, invece, abbiano un valore fondamentale. :beer:
"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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robland

Citazione di: Jakmon il 18 Settembre, 2024, 10:07 PMVado un po' alla rinfusa, come mi vengono in mente le cose.
Sono tutte riflessioni molto semplici, ma spesso, purtroppo, si confonde semplice con banale e non si dà il giusto peso alle cose,

QUI ED ORA
Forse questa è la "scoperta" più potente di tutte.
Per anni (e anni e anni e anni e anni... e ancora oggi) mi è stato detto che ciò che conta nell'allenamento è la consapevolezza. Avere coscienza di sè e di ciò che si sta facendo, della motivazione per cui si fa, dell'intenzione con cui si fa qualcosa.
Bisogna essere presenti e annotare mentalmente come ci si sente mentre ci si allena. Bisogna vivere il momento senza farsi sfuggire nulla. Avere la sensazione dell'energia che fluisce in ogni millimetro del corpo per poterlo gestire e muovere a nostro piacimento.

Detto così suona un po' un concetto da "infoiati" già nelle arti marziali, figurarsi nella musica.
Inizialmente non ho collegato tanto le cose. Poi ho seguito alcuni video online di base e praticamente ogni insegnante insisteva sul concetto di pratica costante (cosa buona e giusta) e di "almeno 15 minuti al giorno, ma meglio un'ora".
All'ennesima volta che ho sentito questa frase, mi si è accesa la lampadina. Ho rivisto l'immagine del mio Maestro che mi cazziava perchè avevo confessato di essermi allenato a casa per un'ora... DAVANTI ALLA TV!
Mi aveva guardato con una faccia che definire disgustata è dire poco  :-[

Lì ho fatto 2+2 ed ho realizzato che non è importante QUANTO tempo si dedica allo studio dello strumento, ma QUALE tempo vi si dedica.
Ho capito perchè le millemila ore spese strimpellando "a muzzo" da universitario hanno reso meno della mezz'ora (almeno) che quotidianamente cerco di strappare agli impegni della vita.
Quella mezz'ora è così "sacra" che lì dentro ci siamo solo io e la strumentazione.
Non esistono figli/mogli/lavoro/amici/impegni/soldi/fame.

Esiste l'esercizio che mi sono impegnato a fare e lo devo fare al meglio. Esiste un obiettivo e la concentrazione è tutta lì.
Non mi interessa cosa ho fatto fino al secondo prima. Non ho bisogno di sapere che dopo potrò/dovrò fare altro. Quando mi esercito sono lì, in quel momento e cerco di sentire tutto il mio corpo, mano destra e mano sinistra, testa e schiena. Annoto ciò che sentono le orecchie, ciò che vedono gli occhi e ciò che mi restituisce il tatto.

Quando suono, suono.
QUI ED ORA.

Questo passaggio che hai scritto mi riporta a una famosa dichiarazione di Malmsteen, molto spesso equivocata. Quando gli si chiedeva che tipo di pratica svolgesse o avesse svolto per raggiungere quell'alto livello tecnico che gli consente non solo di andare veloce ma di rendere chiara, intelligibile e precisa ogni singola nota sempre affermato: io non faccio pratica.
Molti hanno pensato a una sbruffonata perché è inconcepibile che non abbia fatto pratica.
Ma lo chiarisce lui stesso, il concetto: io non facevo pratica perché mi annoiava. Io suonavo come se fossi sempre in concerto, sempre davanti a un pubblico.

In pratica intendeva dire che non faceva mere ripetizioni, ma performance coinvolgenti, concentrato e convinto di ogni nota suonata.

Ovviamente facile a dirsi ma nella realtà...
Diciamo che occorre una fortissima motivazione che si può avere solo se si ha una fortissima passione.
Lo youtuber didatta Stefano Rossi la chiama senza mezza termini "ossessione".

Vu-meter

Citazione di: robland il Oggi alle 10:38 AMLo youtuber didatta Stefano Rossi la chiama senza mezza termini "ossessione".



Citazione di Kurt Rosenwinkel.. mariuolo.  :sarcastic:
"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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robland

Citazione di: Vu-meter il Oggi alle 11:06 AMCitazione di Kurt Rosenwinkel.. mariuolo.  :sarcastic:

Eh sì, le dichiarazioni dei jazzisti sono molto popolari.  :D  :sarcastic:


elzeviro

Citazione di: Vu-meter il Oggi alle 11:06 AMKurt Rosenwinkel
non lo conoscevo: sto ascoltando con grande piacere Berlin Baritone
 :thanks:  :thanks:  :thanks:

elzeviro

@Vu-meter
se hai tempo per rispondermi, quella fantastica sequenza di doppi accordi da 0:43 a 0:53 che , è del tutto evidente,  lui decide di far terminare lì ma potrebbe continuare all'infinito, c'è un modo logico-musicale per ricavarsela e prolungarsela appunto all'infinito? e sempre se hai tempo: che accordi sono?

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