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Tant'è...

Aperto da Elliott, 02 Febbraio, 2020, 04:45 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Seventytwo

A distanza di anni passati a fare cover cercando di mettere su una scaletta "proponibile" per un live in locali non necessariamente dediti alla musica "ricercata", le cose che mi sento dire sono sempre le stesse.

Negli anni ho tentato di mettere in scaletta pezzi nemmeno troppo ricercati ma che mi davano davvero soddisfazione  tipo: Aqualung, Kayleigh (Marillion), On the turning away, Young lust....niente di alieno o particolarmente di nicchia e...niente vedi l'attenzione del pubblico calare clamorosamente, poi fai Jumpin Jack Flash o Should I say or should I go e si rianimano

Addirittura il nuovo bassista che mi entra a gamba tesa dicendo: "certo se facessimo più pezzi italiani....sono quelli che tirano"

Continuo per la mia strada... non mi sono mai tirati indietro di fronte a pezzi abbastanza commerciali e conosciuti, ma devo potere suonare anche qualcosa che mi stuzzichi l'appetito.

johnny

Grazie del giovanissimo, anche se propriamente non lo sono da un po'  :D Quindi non voglio farmi ragioni in merito a cosa si sentiva in radio/tv negli anni 60-70-80 perchè non posso. Se mi dite che mi sbaglio ci credo, perchè voi avete vissuto quel periodo!

Mi permetto, però, di affermare, che è normale che chi non mastica musica, a differenza di noi musicisti, non andrà mai ad arricchire la propria biblioteca musicale, lasciandosi così influenzare da ciò che "offre la casa". E prima più di oggi, per ovvi motivi legati alla tecnologia.

Succo del discorso: se ci fossi stato io a Milano centro mi sarei fermato ad ascoltare volentieri ciò che proponeva quel trio (magari per "rubare" qualche arrangiamento particolare) e invece sarei scappato davanti ad un Smoke on the water o ad un Jump  ::)


"Home is in here [toccando le tempie]. Where you live is just a geographical preference." Lemmy Kilmister.



Max Maz

Non è normale ma facciamo finta che lo sia.  :etvoila:
Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)


robland

Però è anche normale che in Italia il patrimonio musicale più conosciuto sia quello italiano. Non ne sono felice (perché ho gusti differenti) ma non posso che accusare me di esterofilia, più  precisamente di angloamericanismo. Non so quanto posso pretendere dai miei concittadini che conoscano - e apprezzino! - gli AC DC...
Alla fine conoscono smoke on the water, starway to heaven, Money for nothing, Born in the Usa ecc. Ossia i maggiori successi mondiali.
È strano? Se sì, perché?

Elliott

Citazione di: johnny il 03 Febbraio, 2020, 12:13 PM

Succo del discorso: se ci fossi stato io a Milano centro mi sarei fermato ad ascoltare volentieri ciò che proponeva quel trio (magari per "rubare" qualche arrangiamento particolare) e invece sarei scappato davanti ad un Smoke on the water o ad un Jump  ::)

Io invece ero li prima e sono rimasto anche per i due brani in questione. Poi si son fatte le 15,30 e sono andato ad ascoltare mia figlia  ::)

johnny

Citazione di: robland il 03 Febbraio, 2020, 01:17 PM
Non so quanto posso pretendere dai miei concittadini che conoscano - e apprezzino! - gli AC DC...
Alla fine conoscono smoke on the water, starway to heaven, Money for nothing, Born in the Usa ecc. Ossia i maggiori successi mondiali.
È strano? Se sì, perché?


Signori aspettate. Il mio messaggio sta passando come critico, e così non deve essere! Vi prego di cogliere bene il significato di ciò che ho scritto: una sorta un'analisi dal mio personale punto di vista.
Non obbligo nessuno ad ascoltare nè ad apprezzare gli ACDC o altri, era solo un esempio. Tra l'altro gli ACDC non sono neanche il mio gruppo preferito  :laughing:
Ma vi prego che non ne venga fuori una discussione inutile.  :thanks: ::)
"Home is in here [toccando le tempie]. Where you live is just a geographical preference." Lemmy Kilmister.


Seventytwo

Citazione di: robland il 03 Febbraio, 2020, 01:17 PM
Però è anche normale che in Italia il patrimonio musicale più conosciuto sia quello italiano. Non ne sono felice (perché ho gusti differenti) ma non posso che accusare me di esterofilia, più  precisamente di angloamericanismo. Non so quanto posso pretendere dai miei concittadini che conoscano - e apprezzino! - gli AC DC...
Alla fine conoscono smoke on the water, starway to heaven, Money for nothing, Born in the Usa ecc. Ossia i maggiori successi mondiali.
È strano? Se sì, perché?

C'è anche un altro dettaglio. Spesso quelli che fanno molto casino, quindi sembrano interessati più di tutti, non sono necessariamente hanno un'idea di cosa sia fare "musica live".
Fanno solo più casino di altri.
Alcuni ascoltano con più attenzione, apprezzano o meno ma non te lo vengono normalmente a dire.
All'estero non è così, semplicemente c'è una cultura diversa della musica live, che è più vicina alla dimensione dei musicisti.

A me è capitato, mentre suonavo un pezzo, che un tipo mi chiedesse all'orecchio " Ao' fanne almeno una di Pino Daniele però..." con fare quasi scocciato..
La mia concezione di "palco" (sia che di palco si tratti, che di un angolo della strada) è che quello è territorio sacro dell'artista che si esibisce.
In Italia spesso mi è sembrato di suonare a compleanni o matrimoni quando invece ero in locali, perché "siamo poco educati dal punto di vista musicale" come lo siamo per la strada...non c'è niente da fare.

Allora perché dovrei necessariamente suonare per fare contente queste persone?


robland

Dipende. Se suoni per vivere, il pubblico lo devi conquistare. Almeno UN pubblico, una fascia, un target.
Se suoni per hobby, puoi fare come vuoi. Ci sono musicisti per hobby che non si divertono se non riescono a coinvolgere le persone che hanno davanti. Io per tanti ho suonato con un attitudine selettiva: ovvero, che il pubblico fosse contento o no, non m'interessava. M'interessavano due cose: che il gestore del locale ci richiamasse; e che nel pubblico ci fosse qualcuno, anche una sola persona, che avesse più o meno gli stessi gusti e che quindi fosse rimasto soddisfatto della serata. E per fortuna dei soggetti di questo genere ce ne sono sempre stati: gente che anziché chiedere roba nazionalpopolare mi veniva a chiedere un altro brano di una delle band che coverizzavamo.

Oggi invece suono soprattutto per me stesso: cerco di mettere in pratica le cose che studio, di sperimentare qualcosa, di provare l'attrezzatura, di calarmi in un determinato pezzo, di ascoltare ancora più intensamente che in passato gli altri con cui suono, di godermi la serata.

Pasquino

Io ho una bimba e la maestra alla materna fa ascoltare ai bimbi maledetta primavera e mamma Maria.
Questa cosa le resterà a vita. Per fortuna io bilancio con qotsa e Alanis morissette, ma ormai il danno è fatto
pensavo è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra. (Amico Fragile - F. De Andrè)

AlbertoDP

Citazione di: Pasquino il 03 Febbraio, 2020, 03:10 PM
Io ho una bimba e la maestra alla materna fa ascoltare ai bimbi maledetta primavera e mamma Maria.
Questa cosa le resterà a vita. Per fortuna io bilancio con qotsa e Alanis morissette, ma ormai il danno è fatto

Ho dovuto googlare qotsa.

robland

Citazione di: AlbertoDP il 03 Febbraio, 2020, 03:15 PM
Citazione di: Pasquino il 03 Febbraio, 2020, 03:10 PM
Io ho una bimba e la maestra alla materna fa ascoltare ai bimbi maledetta primavera e mamma Maria.
Questa cosa le resterà a vita. Per fortuna io bilancio con qotsa e Alanis morissette, ma ormai il danno è fatto

Ho dovuto googlare qotsa.

Ma non li conoscevi proprio o non avevi mai visto l'abbreviazione?
A proposito di Josh Homme, straconsiglio il dvd documentario American Valhalla insieme a Iggy Pop. Bellissimo!

Seventytwo

Citazione di: robland il 03 Febbraio, 2020, 02:12 PM
Dipende. Se suoni per vivere, il pubblico lo devi conquistare. Almeno UN pubblico, una fascia, un target.
Se suoni per hobby, puoi fare come vuoi. Ci sono musicisti per hobby che non si divertono se non riescono a coinvolgere le persone che hanno davanti. Io per tanti ho suonato con un attitudine selettiva: ovvero, che il pubblico fosse contento o no, non m'interessava. M'interessavano due cose: che il gestore del locale ci richiamasse; e che nel pubblico ci fosse qualcuno, anche una sola persona, che avesse più o meno gli stessi gusti e che quindi fosse rimasto soddisfatto della serata. E per fortuna dei soggetti di questo genere ce ne sono sempre stati: gente che anziché chiedere roba nazionalpopolare mi veniva a chiedere un altro brano di una delle band che coverizzavamo.

Oggi invece suono soprattutto per me stesso: cerco di mettere in pratica le cose che studio, di sperimentare qualcosa, di provare l'attrezzatura, di calarmi in un determinato pezzo, di ascoltare ancora più intensamente che in passato gli altri con cui suono, di godermi la serata.

Non ho la pretesa di piacere a tutti, prima di tutto poi viene il prodotto finale, fare qualcosa di credibile per il nostro livello musicale.
Suonare in una band è un esercizio di squadra soprattutto.
Mi piace quando il prodotto finale complessivo è convincente.

Soddisfare il locale e guadagnarsi date future passa invece da tanti altri fattori.
Mentalità del gestore soprattutto.
Molti sono del tutto inconsapevoli ma, il locale è loro, non si può entrare in conflitto.

Discorso infinito legato a fattori che superano la qualità del prodotto proposto.

AlbertoDP

Citazione di: robland il 03 Febbraio, 2020, 03:23 PM
Citazione di: AlbertoDP il 03 Febbraio, 2020, 03:15 PM
Citazione di: Pasquino il 03 Febbraio, 2020, 03:10 PM
Io ho una bimba e la maestra alla materna fa ascoltare ai bimbi maledetta primavera e mamma Maria.
Questa cosa le resterà a vita. Per fortuna io bilancio con qotsa e Alanis morissette, ma ormai il danno è fatto

Ho dovuto googlare qotsa.

Ma non li conoscevi proprio o non avevi mai visto l'abbreviazione?
A proposito di Josh Homme, straconsiglio il dvd documentario American Valhalla insieme a Iggy Pop. Bellissimo!

Non avevo mai visto l'abbreviazione, probabilmente perché li conosco poco  ;D


Elliott

Non trascuriamo però l'elemento di base: si parla di "artista di strada" ed avventore casuale, non di live nei locali. Ci passa un mondo tra le due situazioni e che non sono comparabli. Diverso è rivolgersi ad una utenza che entra in un locale per ascoltare della musica rispetto allo rivolversi a tutti e nessuno, nello specifico. Ed ancora diverse sono le dinamiche retributive

AlbertoDP

Citazione di: Elliott il 03 Febbraio, 2020, 03:40 PM
Non trascuriamo però l'elemento di base: si parla di "artista di strada" ed avventore casuale, non di live nei locali. Ci passa un mondo tra le due situazioni e che non sono comparabli. Diverso è rivolgersi ad una utenza che entra in un locale per ascoltare della musica rispetto allo rivolversi a tutti e nessuno, nello specifico. Ed ancora diverse sono le dinamiche retributive

In effetti, suonando per strada ad un pubblico generico (non potrebbe essere altrimenti) il fenomeno che hai riscontrato è più che normale  ::)

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