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Sensazioni ed influenze sull'acquisto di musica

Aperto da Elliott, 27 Aprile, 2016, 02:22 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

maestro ciminiera

Citazione di: Moreno Viola il 28 Aprile, 2016, 10:41 AM
Credo di avere ancora da qualche parte alcuni cataloghi di "Sweet Music" e "Nannucci", anche se ho approfittato molto più spesso delle offertissime che non dei prezzi pieni.
Anche io ho sempre preferito mettere mano sulle vaschette dei dischi nei negozi e nella maggior parte dei casi i miei acquisti avvenivano, dopo che qualche articolo su una rivista mi aveva incuriosito o perchè qualche "istruttore" (alle volte i negozianti stessi) mi aveva consigliato un determinato album.
Quindi diciamo che mi capitava raramente di fare acquisti totalmente al buio, però la copertina rivestiva una certa importanza e ad esempio una grafica stilisticamente riconoscibile poteva attrarmi in modo particolare.
Attualmente utilizzo anche io Spotify, (da buon genovese per il momento nella sua versione gratuita  ;D ) e ne apprezzo la vastità della proposta, ma mi lascia perplesso la compulsività, della quale mi riconosco vittima, con la quale si tende a cercare continuamente proposte nuove, finendo per non approfondire nulla.

Su Spotify, ma in genere sulla musica digitale, la penso come te. Per un certo periodo scaricavo quintali di musica che poi non sentivo se non molto distrattamente e che quindi non mi piaceva, e quel poco che era valido veniva trascurato alla ricerca di cose nuove. Per quanto riguarda l'argomento del topic, quando ero giovane, perché se si parla di acquisti da Nannucci si parla di tanto tempo fa, avevo pochi soldi e quindi ogni acquisto era totalmente ponderato e non acquistavo mai a caso.

Moreno Viola

Il mio discorso su Spotify è assolutamente generico e come detto anche io ne apprezzo la vastità della proposta pressochè infinita, oltre alla comodità di poter ascoltare quasi qualsiasi disco con un paio di clic, ma è innegabile che quando la musica aveva bisogno di un supporto solido per essere ascoltata, con i relativi costi per l'acquisto, lo stesso disco rimaneva sul piatto per giorni e si finiva per conoscerne anche le virgole.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.



Cold_Nose

Su Nannucci comprai anni fa qualche album progressive rock italiano. Nessuno di voi ha mai acquistato su Negative ?
If you make the same mistake 3 times, that becomes 'your arrangement'

Elliott


AlbertoDP

Citazione di: Moreno Viola il 28 Aprile, 2016, 12:54 PM
Il mio discorso su Spotify è assolutamente generico e come detto anche io ne apprezzo la vastità della proposta pressochè infinita, oltre alla comodità di poter ascoltare quasi qualsiasi disco con un paio di clic, ma è innegabile che quando la musica aveva bisogno di un supporto solido per essere ascoltata, con i relativi costi per l'acquisto, lo stesso disco rimaneva sul piatto per giorni e si finiva per conoscerne anche le virgole.

Devo dire che, invece, a me è rimasto il vecchio approccio da "roba solida": quando trovo un album che mi piace, lo lascio in playlist per mesi e finisco per conoscerne anche le virgole, come "ai vecchi tempi". In questo, lo ammetto, sono facilitato dal fatto che il 90% di quello che ascolto non mi piace e quindi lo scarto subito  ::)

Stevie J

Citazione di: Moreno Viola il 28 Aprile, 2016, 12:54 PM
Il mio discorso su Spotify è assolutamente generico e come detto anche io ne apprezzo la vastità della proposta pressochè infinita, oltre alla comodità di poter ascoltare quasi qualsiasi disco con un paio di clic, ma è innegabile che quando la musica aveva bisogno di un supporto solido per essere ascoltata, con i relativi costi per l'acquisto, lo stesso disco rimaneva sul piatto per giorni e si finiva per conoscerne anche le virgole.

Miii che ricordi... Con "Hey stoopid" di Alice Cooper c'ho fatto un inverno intero, ascoltandolo sull'autobus per il tragitto casa-scuola....!  :loveit: In questo hai ragione, ad oggi è molto più difficile fare le radici su di un disco.

Cold_Nose

Citazione di: Stevie J il 28 Aprile, 2016, 03:41 PM
Citazione di: Moreno Viola il 28 Aprile, 2016, 12:54 PM
Il mio discorso su Spotify è assolutamente generico e come detto anche io ne apprezzo la vastità della proposta pressochè infinita, oltre alla comodità di poter ascoltare quasi qualsiasi disco con un paio di clic, ma è innegabile che quando la musica aveva bisogno di un supporto solido per essere ascoltata, con i relativi costi per l'acquisto, lo stesso disco rimaneva sul piatto per giorni e si finiva per conoscerne anche le virgole.

Miii che ricordi... Con "Hey stoopid" di Alice Cooper c'ho fatto un inverno intero, ascoltandolo sull'autobus per il tragitto casa-scuola....!  :loveit: In questo hai ragione, ad oggi è molto più difficile fare le radici su di un disco.

Ma la difficoltà a "fare le radici" su di un disco, da cosa dipende: A) dalla qualità della musica ascoltata che non merita d'essere approfondita B) da una mentalità tutta moderna di avere novità ogni 5 secondi ?
If you make the same mistake 3 times, that becomes 'your arrangement'


Stevie J

Citazione di: Cold_Nose il 28 Aprile, 2016, 03:47 PM
Ma la difficoltà a "fare le radici" su di un disco, da cosa dipende: A) dalla qualità della musica ascoltata che non merita d'essere approfondita B) da una mentalità tutta moderna di avere novità ogni 5 secondi ?

Domanda da un milione di dollari...  :D

Per me tutte e due, da un lato la fruibilità delle nuove tecnologie ha permesso a chiunque di poter registrare un proprio disco e sdoganarlo ovunque. Ben venga, ma questo anche quando sarebbe meglio esercitarsi di più ed aspettare a registrare un album.

Dall'altro, è così bello scoprire nuova musica, che navigare su spotify, youtube, ecc, è come essere bambini in un negozio di giocattoli...  ::)

Moreno Viola

Citazione di: AlbertoDP il 28 Aprile, 2016, 02:57 PM
Citazione di: Moreno Viola il 28 Aprile, 2016, 12:54 PM
Il mio discorso su Spotify è assolutamente generico e come detto anche io ne apprezzo la vastità della proposta pressochè infinita, oltre alla comodità di poter ascoltare quasi qualsiasi disco con un paio di clic, ma è innegabile che quando la musica aveva bisogno di un supporto solido per essere ascoltata, con i relativi costi per l'acquisto, lo stesso disco rimaneva sul piatto per giorni e si finiva per conoscerne anche le virgole.

Devo dire che, invece, a me è rimasto il vecchio approccio da "roba solida": quando trovo un album che mi piace, lo lascio in playlist per mesi e finisco per conoscerne anche le virgole, come "ai vecchi tempi". In questo, lo ammetto, sono facilitato dal fatto che il 90% di quello che ascolto non mi piace e quindi lo scarto subito  ::)

E' esattamente quello che intendo.
Se un album non ti piace, passi subito ad un altro e questo ti permette di fare tranquillamente scelte sbagliate, mentre qualche anno fa, se avevi acquistato un album che poi si rivelava deludente era più opportuno dargli una seconda possibilità.

Citazione di: Cold_Nose il 28 Aprile, 2016, 03:47 PM
Ma la difficoltà a "fare le radici" su di un disco, da cosa dipende: A) dalla qualità della musica ascoltata che non merita d'essere approfondita B) da una mentalità tutta moderna di avere novità ogni 5 secondi ?

Io tendo a pensare che sia proprio per la tendenza odierna a consumare tutto velocemente e non alla poca qualità della musica.

Citazione di: Stevie J il 28 Aprile, 2016, 04:20 PM
Dall'altro, è così bello scoprire nuova musica, che navigare su spotify, youtube, ecc, è come essere bambini in un negozio di giocattoli...  ::)

Non sono tanto d'accordo. E' proprio poter avere tutto, che fa perdere il gusto di entrare nel negozio di giocattoli.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


Elliott

 :quotone: a tutti e tre i commenti di Moreno nel suo ultimo post

AlbertoDP

Stavolta non sono davvero d'accordo con Moreno, evvai  :yeepy:

Credo che sia una questione di "formazione" e non solo di mezzi. E' vero che, di primo acchito, Spotify o Deezer (o simili) possono spingerti a consumare tutto velocemente e con superficialità, ma poi, alla fine, io credo che il modo in cui li utilizziamo dipenda più da noi che dal mezzo. Per spiegarmi: in un altro topic avevo accennato alla "Grande raccolta del rock" che avevo da piccolo, cento dischi di musica varia dagli anni '50 a fine '70. Oltre a questa, avevo la raccolta del Jazz (altri 100 dischi, più o meno), quella della musica classica, e tanti altri dischi vari. Una scelta enorme che non mi ha impedito di scartare dischi che non mi piacevano (magari dandogli un paio di possibilità nel tempo, e non una sola) e consumarne letteralmente altri (la raccolta dei Bluesbreakers di John Mayall, "Expectations" di Jeith Jarrett e i "Quadri di un esposizione" Mussorgski erano veramente consumati!). Per me Spotify è stata la stessa cosa, ma in grande. Ho mantenuto lo stesso metodo di ascoltare quasi tutti almeno due volte, prima di scartare (a parte casi ovviamente irrecuperabili) e, quando capita l'album giusto, lo ascolto di fila decine e decine di volte, per mesi.

Quindi, per me è ancora un bel negozio di giocattoli  ::) Capisco che per altri possa non esserlo, ma non generalizzerei su questo. Che poi "il mondo moderno" sia fatto di playlist e non di album, ascolti fugaci e non approfonditi è un discorso, a mio avviso, a parte e completamente diverso.

Stevie J

Citazione di: AlbertoDP il 29 Aprile, 2016, 09:17 AM
Stavolta non sono davvero d'accordo con Moreno, evvai  :yeepy:

Credo che sia una questione di "formazione" e non solo di mezzi. E' vero che, di primo acchito, Spotify o Deezer (o simili) possono spingerti a consumare tutto velocemente e con superficialità, ma poi, alla fine, io credo che il modo in cui li utilizziamo dipenda più da noi che dal mezzo. Per spiegarmi: in un altro topic avevo accennato alla "Grande raccolta del rock" che avevo da piccolo, cento dischi di musica varia dagli anni '50 a fine '70. Oltre a questa, avevo la raccolta del Jazz (altri 100 dischi, più o meno), quella della musica classica, e tanti altri dischi vari. Una scelta enorme che non mi ha impedito di scartare dischi che non mi piacevano (magari dandogli un paio di possibilità nel tempo, e non una sola) e consumarne letteralmente altri (la raccolta dei Bluesbreakers di John Mayall, "Expectations" di Jeith Jarrett e i "Quadri di un esposizione" Mussorgski erano veramente consumati!). Per me Spotify è stata la stessa cosa, ma in grande. Ho mantenuto lo stesso metodo di ascoltare quasi tutti almeno due volte, prima di scartare (a parte casi ovviamente irrecuperabili) e, quando capita l'album giusto, lo ascolto di fila decine e decine di volte, per mesi.

Quindi, per me è ancora un bel negozio di giocattoli  ::) Capisco che per altri possa non esserlo, ma non generalizzerei su questo. Che poi "il mondo moderno" sia fatto di playlist e non di album, ascolti fugaci e non approfonditi è un discorso, a mio avviso, a parte e completamente diverso.

:quotone:

Sono d'accordo con quanto scrive Alberto, probabilmente siamo davanti a due linee di pensiero diverse.

Proprio stamattina, mi son messo a spulciare gli "artisti simili" a Rory Gallagher, ne avevo già ascoltati 8 su 10 e bene o male come nome li avevo già sentiti tutti, poi in fondo, compare quel "Roy Buchanan", che appunto, fino a prima di stamattina avevo sentito soltanto nominare in un paio di occasioni, quindi l'ho aperto ed ho provato ad ascoltarmi "when a guitar play the blues", è stato amore a prima vista... mi son salvato l'album intero ovviamente  ::)

Grand Funk

Oltre a Nannucci compravo sul catalogo di Top Ten, e usavo questo criterio

1) Genere di appartenenza
2) Nome Gruppo
3) Foto di copertina
4) Titolo


Moreno Viola

Non ho una posizione reazionaria nei confronti di Spotify, anzi tutt'altro e credo che sia proprio "l'invenzione" che ci voleva affinchè la musica e la rete potessero convivere senza guardarsi in cagnesco.
Anche io continuo a fruire della musica allo stesso modo di come facevo da ragazzo, ma credo che per le generazioni più giovani nate e cresciute in una fretta consumistica ancora peggiore della nostra, il vecchio adagio dell'epoca del download selvaggio "ho tutta la discografia di tizio" sia stato ulteriormente facilitato, dal fatto che adesso non occupa neanche più spazio nel disco fisso.
Contestavo invece l'esempio del negozio di giocattoli, perchè continuo ad essere affezionato al pensiero che desiderare qualcosa e magari conquistarselo, sia spesso più soddisfacente che riuscire ad ottenerlo con questa facilità, ma mi rendo conto che questa distinzione non può essere avvertita dai giovani per i quali la musica è quasi esclisivamente "liquida".
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


maestro ciminiera

Citazione di: Moreno Viola il 29 Aprile, 2016, 12:39 PM
Non ho una posizione reazionaria nei confronti di Spotify, anzi tutt'altro e credo che sia proprio "l'invenzione" che ci voleva affinchè la musica e la rete potessero convivere senza guardarsi in cagnesco.
Anche io continuo a fruire della musica allo stesso modo di come facevo da ragazzo, ma credo che per le generazioni più giovani nate e cresciute in una fretta consumistica ancora peggiore della nostra, il vecchio adagio dell'epoca del download selvaggio "ho tutta la discografia di tizio" sia stato ulteriormente facilitato, dal fatto che adesso non occupa neanche più spazio nel disco fisso.
Contestavo invece l'esempio del negozio di giocattoli, perchè continuo ad essere affezionato al pensiero che desiderare qualcosa e magari conquistarselo, sia spesso più soddisfacente che riuscire ad ottenerlo con questa facilità, ma mi rendo conto che questa distinzione non può essere avvertita dai giovani per i quali la musica è quasi esclisivamente "liquida".
La penso esattamente come te. Secondo me in questo discorso la vera discriminante è l'età

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