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Quanto jazz c'è?

Aperto da Elliott, 07 Luglio, 2019, 01:05 PM

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zap

CitazioneNon dimentichiamo però il fantastico "suono" di Stan Getz, una delle incarnazioni storiche del sax tenore: soffiato, suadente, intimo...

Ed è proprio per questo che mi attira probabilmente.
Poi mi piacciono altre contaminazioni,tipo "No Hai Problema" di Art Blakey,ma sono tanti i brani e quasi sempre contaminati.
Probabilmente le contaminazioni sono le cose che rendono il jazz più fruibile rispetto che so...al blues.

BlackStrat

Citazione di: JourneyMan il 15 Luglio, 2019, 05:54 PM
Continuo a non rintracciare nei tuoi post qualcosa che mi faccia capire cosa dovrebbero fare allora i jazzisti. Lasci pensare - almeno a me - che il jazz sia proprio sbagliato e mal concepito.
Devono suonare come i Queen o i Porcupine Tree? Inserire sempre parti cantate? Puntare a riempire gli stadi con qualche espediente?
Per capirci meglio, mi faresti il nome di un jazzista vivente e suonante (possibilmente non vecchio bacucco) che reputi "virtuoso" nel discorso che stai facendo? Quindi intendo "virtuoso" non nel senso di capace tecnicamente, ma di virtuoso quanto al riscontro che ottiene, quanto alla capacità comunicativa e al non essere un professorino, che secondo te rappresenta un modello da seguire per gli altri jazzisti. Così capisco meglio qual è il jazz che tu pensi abbia le migliori speranze.

Ti dico il mio punto di vista, che penso sia anche lo stesso di chi mostra una certa refrattarietà al genere preferendo altro.

Il problema, come detto svariate volte, è a livello comunicativo.
Manca un messaggio di base, un'idea, un pensiero da condividere.
Perchè quello che vedo è che basta studiare tanti libri, memorizzare scale e accordi, e fai jazz. Ti formi il tuo trio/quartetto/band, te ne vai nelle sale concerti dedicate, se hai già una discreta fama, filmi il tuo concerto e lo piazzi su Youtube.
Benissimo.
Ma a parte questo cosa hai da offrirmi? Hai un pensiero da condividere? Un'idea, un ricordo, qualcosa in cui io mi possa riconoscere? Hai una riflessione sulla società o su un particolare evento? Hai un punto di vista alternativo rispetto a quello mainstream?
O per te la musica è solo memorizzare concetti, scale, accordi, e poi salire sul palco e ripresentare tutto questo filtrato dalle tue mani e dal tuo orecchio?

Perchè l'idea che ho vedendo un certo jazz moderno è proprio questa: delle dimostrazioni accademiche di bravura.
La dimostrazione fattuale che io ho studiato, che so leggere il pentagramma e conosco l'armonia, a differenza di quei caproni che suonano gli open chords e il giro di DO.
Come se fosse il reiterarsi di un esame sostenuto anni prima al conservatorio o presso la scuola di musica dove si è studiato.
Qualcuno diceva che chi fa/ascolta jazz lo fa per darsi un tono. Non so se questo sia vero, non ho la pretesa di leggere i pensieri e le intenzioni altrui. Io giudico solo il risultato finale, ed è indubbio che in molte composizioni ci sia un formalismo autoreferenziale e un gusto di suonare jazz solo perchè è jazz. Indipendentemente che si abbia qualcosa di significativo da dire.

Non si tratta di suonare come questo o quello, nè di salire sul palco con la giacca gialla, il pugno alzato in cielo e la corona in testa.
E non si tratta neanche di denigrare questo o quello, perchè nessuno mette in dubbio la bravura o la preparazione di chi lo fa, quanto di analizzare i motivi per cui la pancia del pubblico volge le proprie orecchie altrove.

Quanto senti gli ultimi album dei Queen, la senti quella vena di malinconia del vecchio leone ferito, quella sensazione che i tuoi giorno sono ormai agli sgoccioli e non c'è nulla che si possa fare.
Quando ascolti The Wall, ti immedesimi nella storia di Pinkey che rievoca tutto il suo passato e guarda al suo fallimentare presente (I've got a strong urge to fly, but I got nowhere to fly to), la senti l'assurdità della guerra (Did you hear the falling bombs? Did you ever wonder why we had to run for shelter when the Promise of a brave new world unfurled beneath a clear blue sky?)
Quando senti You've Got to be Crazy, ti arriva un pugno dritto faccia. Ti accorgi dell'assurdità della vita moderna (You gotta get you started early, Processed by the time you're thirty, Work like fuck 'till you're sixty five, And then your time's your own until you die), di quanto i rapporti umani siano dolci-amari (But you, you just keep on pretending, You can tell a sucker from a friend, But you still raise the knife to stranger, lover, friend and foe alike).
Quando ascolti tutto Metropolis pt.2 ti immedesimi nella vita passata di Nicholas e del suo amore per Victoria per quasi 80 minuti. La senti quella magia, senti vicino la loro storia d'amore tragicamente finita, pur non avendoli mai conosciuti.
Quando ascolti la trilogia di The Unforgiven, è come sfogliare l'album dei ricordi di un uomo. Le speranze, le ansie e le contraddizioni della gioventù (What I've felt, What I've known, Never shined through in what I've shown,) la consapevole amarezza della maturità (I'll take this key and I'll bury it in you, Because you're unforgiven too), i sogni infranti dell'età adulta:

How can I be lost?
If I've got nowhere to go?
Searched the seas of gold
How come it's got so cold?
How can I be lost
In remembrance I relive
How can I blame you
When it's me I can't forgive?


La senti questa tensione emotiva fortissima, JourneyMan? Questo misto di speranze, sogni, ansie, paure, desideri, ricordi.
Dov'è tutto questo in quei gruppi jazz postati pagine addietro?
Vedo tanti bravi strumentisti che meritano applausi, ma per il resto?

Qualcuno dirà che non amo le sonorità jazz, e non è questione di testi o messaggi o altro. Ma allora come è possibile che non riesco a digerire più di 1-2 brani dei vari Satriani, Vai, Gilbert, pur facendo tutti un genere a me molto vicino, e non ho mai comprato un loro album?

Io non so se sia impossibile o meno fare altrettanto col jazz, ma se chi faceva la bossanova cantava mentre suonava la sua chitarra, se tanti gruppi swing avevevano il/la cantante, non vedo perchè chi oggi fa jazz, componendo anche pezzi propri, non possa fare lo sforzo di attivare le corde vocali e i muscoli facciali e cantare.
Sempre che si abbia un messaggio, un'idea, un qualcosa di interessante che ti frulli in testa, a parte le progressioni e le scale studiate dai libri.

Fermo restando che c'è chi ama il genere ed è ben lieto di sentire 2h di fila di musica strumentale, ma quanti sono?
A vedere i numeri non tantissimi.
Di sicuro non io. Di sicuro non milioni e milioni di persone che preferiscono altro.


BlackStrat

Lo vedi quanto sono vicini nelle intenzioni che li animano, pur parlando un linguaggio molto diverso?








Mariano

CitazioneManca un messaggio di base, un'idea, un pensiero da condividere.
E' una tua opinione

Tutte le cose di cui hai parlato, come "assurdità della vita moderna" o "vena di malinconia" io le trovo in ogni genere di musica, jazz compreso che comprende un buon 60% dei miei ascolti.

Penso invece che molte dei messaggi a cui fai riferimento, espressi tradizionalmente della musica "popular", che mi piace molto per inciso (rock compreso) siano fumo per gli occhi, in particolare tutto quello che ha a che vedere con l'iconografia rock della "ribellione": a cosa si starebbe ribellando un bianco borghese occidentale che suona strumenti prodotti da multinazionali (Fender, Gibson, Marshall ecc......) davanti a un pubblico pagante dentro uno stadio di altri bianchi borghesi? Lui e chi lo ascolta sono prodotti e partecipi del mercato proprio come tutti gli altri.

Trovo molto più onesto in questo chi cerca di esprimere questo solo con la musica pura, senza iconografia extra-musicale, in gran parte afferente al consumismo: un Kenny Wheeler che scrive a 70 anni un disco come Other People per piano, tromba e quartetto d'archi, dove attraverso la musica e nient'altro mostra cosa significa essere fuori dalla sua confort zone e cosa siano la ricerca, il mistero e la scoperta
CitazionePerchè quello che vedo è che basta studiare tanti libri, memorizzare scale e accordi, e fai jazz.
Chi fa così non va lontano, perché fin da subito viene insegnato che la cosa importante quando si suona e improvvisa è "racconta la tua storia"
CitazioneDov'è tutto questo in quei gruppi jazz postati pagine addietro?
Il fatto che tu non lo senta, non significa che non ci sia. Altrimenti Robert Glasper non avrebbe vinto 3 grammy awards e non sarebbe uno dei produttori (oltre che musicista) più attivo sulla scena americana. Evidentemente persone che lo sentono ci sono

E di nuovo: raggiungere più persone possibili è un obbiettivo legittimo, ma NON è un obbiettivo obbligatorio. Ci sono persone che non vogliono scendere a compromessi, col mercato, la popolarità, vogliono solo suonare la musica che gli piace alla quale si dedicano con amore tutti i giorni della loro vita. L'enfasi che metti sul successo sembra farlo sembrare l'obbiettivo numero uno. Posso assicurarti che per molte persone non lo è. Pensi che Aaron Parks dopo un tour in 4 continenti vada a letto scontento perché lui ha riempito i teatri e una pop star uno stadio? Pensi sia quella la priorità per lui? Il suo target e obbiettivo sono proprio quel tipo di mercato e sensibilità

Liberissimo di non credermi, ma se dovessi scegliere preferirei riempire con la mia musica il teatro Bellini di Napoli piuttosto che lo stadio Euganeo di Padova. OVVIO che fare un concerto davanti a uno stadio intero è una esperienza positiva che mi piacerebbe fare nella vita e che probabilmente non farò mai. Ma se potessi scegliere 100 volte il luogo a scelta liberamente sceglierei probabilmente 2 volte uno stadio pieno di gente e le altre 98 il teatro o club giusto.

CitazioneLo vedi quanto sono vicini nelle intenzioni che li animano, pur parlando un linguaggio molto diverso?
Sinceramente, no. In ogni caso sono andato più volte a sentire i primi due, dei secondi faccio tranquillamente a meno, semplicemente perché nei primi due casi sento musica per me interessante, negli altri due casi no. Oltre a messaggi extra-musicali che non condivido

Vu-meter

Mettiamola così ( e poi magari chiudiamo perchè ... 'na noia ) : a Blackstrat non piace il jazz perchè non lo capisce . Per lui è solo una questione di sfoggio di conoscenza senza pathos.

Direi che è chiaro. Però direi anche di non soffermarci più di tanto, visto che sono opinioni personali.

Passiamo ad altro, perchè questo topic è completamente inutile ( se non per Journeyman che ... non so cosa ne trarrà).
"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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BlackStrat

Ribellione? Le ribellioni si fanno in piazza.
Il compito dell'artista è sempre stato quelli di sensibilizzare, emozionare, comunicare, denunciare. La rivolta è terreno d'elezione per la politica.
Quando Andy Warhol nel 1962 ha realizzato questo, mica se ne è andato di fronte ai cancelli di una multinazionale, o è sceso in piazza a gridare contro il consumismo. Il messaggio tuttavia era chiarissimo.



Comunque Mariano, non era uno scontro con te, nè voglio convincerti delle mie idee, figurati. Stavo solo rispondendo a Journeyman che mi chiedeva spiegazioni sui miei ultimi post.
Io sarò sempre quello che fa spallucce al tuo concerto e va sentire altro, ma pazienza. Siamo due mondi che non comunicano.
Dove tu vedi finto anticonformismo, io vedo emozioni, ricordi, vita vissuta.
Dove tu vedi pathos, io vedo un accademico rimescolare teorie e concetti mutuati dai libri.
L'importante è che ognuno trovi la dimensione e gli spazi per esprimersi.

BlackStrat

Citazione di: Vu-meter il 16 Luglio, 2019, 01:25 PM
Passiamo ad altro, perchè questo topic è completamente inutile ( se non per Journeyman che ... non so cosa ne trarrà).

Non meno di quanto sia inutile discutere per pagine e pagine di quali sono quelle poche note che ci esaltano, o chi sono i nostri chitarristi preferiti.

Secondo me sono venuti fuori spunti interessanti da tutti, nessuno escluso, e il fatto che ci siano utenti che la pensino diversamente non significa che il topic sia inutile o debba essere chiuso. Per quanto si sono confrontate idee e sensibilità diverse, non ci siamo presi pomodori in faccia.
Se poi vuoi chiuderlo...


guest2683

Passare ad altro? Scherziamo?!
Una volta tanto che qualche utente ha messo a nudo i propri orientamenti di fronte ad altri in profondità consentendo discussioni più dettagliate. Una volta tanto che ci si prenda la briga di mettere in discussione un intero genere, la sua validità, i suoi contenuti, consentendo ad altri di poterlo difendere, di raccontare ciò che invece vi si trova dentro e come ci si è arrivati.
Ora conosco molto meglio sia Blackstrat e Mariano, che tanto si sono spesi nel raccontarsi. Anzi, tornerò a rileggere più volte i loro post.
Un forum non è un posto di discussione e condivisione?


Citazione di: BlackStrat il 16 Luglio, 2019, 12:46 PM

Ti dico il mio punto di vista, che penso sia anche lo stesso di chi mostra una certa refrattarietà al genere preferendo altro.

Il problema, come detto svariate volte, è a livello comunicativo.
Manca un messaggio di base, un'idea, un pensiero da condividere.
Perchè quello che vedo è che basta studiare tanti libri, memorizzare scale e accordi, e fai jazz. Ti formi il tuo trio/quartetto/band, te ne vai nelle sale concerti dedicate, se hai già una discreta fama, filmi il tuo concerto e lo piazzi su Youtube.
Benissimo.
Ma a parte questo cosa hai da offrirmi? Hai un pensiero da condividere? Un'idea, un ricordo, qualcosa in cui io mi possa riconoscere? Hai una riflessione sulla società o su un particolare evento? Hai un punto di vista alternativo rispetto a quello mainstream?
O per te la musica è solo memorizzare concetti, scale, accordi, e poi salire sul palco e ripresentare tutto questo filtrato dalle tue mani e dal tuo orecchio?

Perchè l'idea che ho vedendo un certo jazz moderno è proprio questa: delle dimostrazioni accademiche di bravura.
La dimostrazione fattuale che io ho studiato, che so leggere il pentagramma e conosco l'armonia, a differenza di quei caproni che suonano gli open chords e il giro di DO.
Come se fosse il reiterarsi di un esame sostenuto anni prima al conservatorio o presso la scuola di musica dove si è studiato.
Qualcuno diceva che chi fa/ascolta jazz lo fa per darsi un tono. Non so se questo sia vero, non ho la pretesa di leggere i pensieri e le intenzioni altrui. Io giudico solo il risultato finale, ed è indubbio che in molte composizioni ci sia un formalismo autoreferenziale e un gusto di suonare jazz solo perchè è jazz. Indipendentemente che si abbia qualcosa di significativo da dire.

Non si tratta di suonare come questo o quello, nè di salire sul palco con la giacca gialla, il pugno alzato in cielo e la corona in testa.
E non si tratta neanche di denigrare questo o quello, perchè nessuno mette in dubbio la bravura o la preparazione di chi lo fa, quanto di analizzare i motivi per cui la pancia del pubblico volge le proprie orecchie altrove.

Quanto senti gli ultimi album dei Queen, la senti quella vena di malinconia del vecchio leone ferito, quella sensazione che i tuoi giorno sono ormai agli sgoccioli e non c'è nulla che si possa fare.
Quando ascolti The Wall, ti immedesimi nella storia di Pinkey che rievoca tutto il suo passato e guarda al suo fallimentare presente (I've got a strong urge to fly, but I got nowhere to fly to), la senti l'assurdità della guerra (Did you hear the falling bombs? Did you ever wonder why we had to run for shelter when the Promise of a brave new world unfurled beneath a clear blue sky?)
Quando senti You've Got to be Crazy, ti arriva un pugno dritto faccia. Ti accorgi dell'assurdità della vita moderna (You gotta get you started early, Processed by the time you're thirty, Work like fuck 'till you're sixty five, And then your time's your own until you die), di quanto i rapporti umani siano dolci-amari (But you, you just keep on pretending, You can tell a sucker from a friend, But you still raise the knife to stranger, lover, friend and foe alike).
Quando ascolti tutto Metropolis pt.2 ti immedesimi nella vita passata di Nicholas e del suo amore per Victoria per quasi 80 minuti. La senti quella magia, senti vicino la loro storia d'amore tragicamente finita, pur non avendoli mai conosciuti.
Quando ascolti la trilogia di The Unforgiven, è come sfogliare l'album dei ricordi di un uomo. Le speranze, le ansie e le contraddizioni della gioventù (What I've felt, What I've known, Never shined through in what I've shown,) la consapevole amarezza della maturità (I'll take this key and I'll bury it in you, Because you're unforgiven too), i sogni infranti dell'età adulta:

How can I be lost?
If I've got nowhere to go?
Searched the seas of gold
How come it's got so cold?
How can I be lost
In remembrance I relive
How can I blame you
When it's me I can't forgive?


La senti questa tensione emotiva fortissima, JourneyMan? Questo misto di speranze, sogni, ansie, paure, desideri, ricordi.
Dov'è tutto questo in quei gruppi jazz postati pagine addietro?
Vedo tanti bravi strumentisti che meritano applausi, ma per il resto?

Qualcuno dirà che non amo le sonorità jazz, e non è questione di testi o messaggi o altro. Ma allora come è possibile che non riesco a digerire più di 1-2 brani dei vari Satriani, Vai, Gilbert, pur facendo tutti un genere a me molto vicino, e non ho mai comprato un loro album?

Io non so se sia impossibile o meno fare altrettanto col jazz, ma se chi faceva la bossanova cantava mentre suonava la sua chitarra, se tanti gruppi swing avevevano il/la cantante, non vedo perchè chi oggi fa jazz, componendo anche pezzi propri, non possa fare lo sforzo di attivare le corde vocali e i muscoli facciali e cantare.
Sempre che si abbia un messaggio, un'idea, un qualcosa di interessante che ti frulli in testa, a parte le progressioni e le scale studiate dai libri.

Fermo restando che c'è chi ama il genere ed è ben lieto di sentire 2h di fila di musica strumentale, ma quanti sono?
A vedere i numeri non tantissimi.
Di sicuro non io. Di sicuro non milioni e milioni di persone che preferiscono altro.

Cercherò di stare sul pezzo, altrimenti divago troppo.
Per quanto riguarda le mie esperienze, ho due punti da evidenziare:
1- i miei gusti evolvono. Senza una schema fisso. Non posso prevedere come evolvono. Il jazz anni fa per me era un genere inconcepibilmente noioso. Prima ancora lo era il rock, troppo leggero e moscio rispetto all'hard rock e al metal. E quanto può tediare il blues quando non si prova passione per esso?
2- ho capito da tempo che non ci può piacere tutto, o comunque non tutto allo stesso modo. E la consapevolezza di questo mi ha fatto capire che non posso rendere oggettivi i miei gusti agli occhi di qualcun altro.

Metti a sistema questi due punti e vedrai quali cose bizzarre, inaspettate, sorprendenti ed eccitanti potranno accadere nella vita di un appassionato di musica che ascolta e suona!
Hai messo tanta carne a cuocere e vedo che Mariano ne ha messa altra, quindi per ora è inutile che io mi dilunghi a raccontarti quanta passione nutro per alcuni artisti, quante risposte io abbia trovato nella musica e nei testi di altri artisti.
Quindi ti dico solo:
Tra dieci anni potresti ritrovare ad adorare il jazz o qualcosa che sta nel jazz. Il jazz magari per te potrebbe non diventare il genere della tua vita ma una tappa verso qualcos'altro. Uno step, una pesca nel mare di conoscenze e di esperienze, che ti condurrà chissà dove. Non serve per forza che il jazz ti dica chissà cosa, ti comunichi chissà quali sensazioni, perché magari un giorno, grazie a quanto avrai imparato ad esempio suonando Joe Pass, potresti essere tu a scrivere nuova musica che comunichi qualcosa di fortissimo al tuo pubblico. Qualcosa che con Joe Pass non abbia proprio più nulla in comune. Eppure potresti ritrovarti a citarlo tra i tuoi riferimenti. E un tuo fan penserà: "ma cosa c'entra Pass con Blackstrat? Mi prende in giro?". Quando io leggo Scofield che dice "mi piacciono molto gli Iron Maiden" devo pensare che è ubriaco? Magari poi agli Iron Maiden ruba solo una piccola idea, un minuscolo dettaglio.

A me interessa solo mantenere viva la mia curiosità, non atteggiarmi dicendo in giro che ascolto jazz e fusion. A me interessa ricercare, studiare, scendere in profondità. Dovrò necessariamente fare una selezione, dovrò necessariamente scendere a patti con il mio umore, la mia forza ed energia. Quindi alcuni generi per me ora sono out. Ma non escludo che un giorno studierò anche quelli, anche se per ora non mi dicono proprio nulla e non voglio neanche provare a sentirli.

Max Maz

Citazione di: Vu-meter il 16 Luglio, 2019, 01:25 PM
Mettiamola così ( e poi magari chiudiamo perchè ... 'na noia ) : a Blackstrat non piace il jazz perchè non lo capisce . Per lui è solo una questione di sfoggio di conoscenza senza pathos.

Direi che è chiaro. Però direi anche di non soffermarci più di tanto, visto che sono opinioni personali.

Passiamo ad altro, perchè questo topic è completamente inutile ( se non per Journeyman che ... non so cosa ne trarrà).

Il problema è che questo post ha tanti contributi interessanti semi affogati in mezzo a prese di posizioni rigide e fuorvianti.
Se confronto si cerca, confronto si ascolta.
Altrimenti è perfettamente inutile continuare a tenere la propria posizione a prescindere.

Dimenticavo, lunga vita al Jazz
Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)


zap

Citazione di: Vu-meter il 16 Luglio, 2019, 01:25 PM
Mettiamola così ( e poi magari chiudiamo perchè ... 'na noia ) : a Blackstrat non piace il jazz perchè non lo capisce . Per lui è solo una questione di sfoggio di conoscenza senza pathos.

Direi che è chiaro. Però direi anche di non soffermarci più di tanto, visto che sono opinioni personali.

Passiamo ad altro, perchè questo topic è completamente inutile ( se non per Journeyman che ... non so cosa ne trarrà).
Non ho letto tutto ma gran parte ed lo trovato invece molto interessante da leggere e rifletterci,molto più interessante di tanti topic tipo 'un overdrive per...' dove su decine di pagine non si è mai giunti ad una soluzione chiara.

Moreno Viola

Rimango sorpreso nel leggere che per qualcuno il Jazz e la musica strumentale in genere (quindi anche la Classica) debba per forza di essere priva di potere comunicativo.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


Cold_Nose

Paradossalmente il Jazz è un tipo di musica che gradisco molto di più in assenza di chitarra.
If you make the same mistake 3 times, that becomes 'your arrangement'

BlackStrat

Citazione di: Moreno Viola il 16 Luglio, 2019, 02:47 PM
Rimango sorpreso nel leggere che per qualcuno il Jazz e la musica strumentale in genere (quindi anche la Classica) debba per forza di essere priva di potere comunicativo.

Forse rimarresti doppiamente sorpreso se ti dicessi che i notturni di Chopin mi emozionano maledettamente.
Così come Bach (Aria sulla Quarta corda ad esempio) e le sinfonie di Beethoven.





PS: immenso Arthur Rubinstein :inchino:


AlbertoDP

Citazione di: Moreno Viola il 16 Luglio, 2019, 02:47 PM
Rimango sorpreso nel leggere che per qualcuno il Jazz e la musica strumentale in genere (quindi anche la Classica) debba per forza di essere priva di potere comunicativo.

In effetti, teoricamente mi aspetterei il contrario: meno vincoli poni (il testo è chiaramente un "vincolo", nel senso che ti suggerisce, o impone, una direzione) più il "messaggio" ha potenzialmente potere comunicativo universale....

AlbertoDP

Citazione di: Cold_Nose il 16 Luglio, 2019, 03:06 PM
Paradossalmente il Jazz è un tipo di musica che gradisco molto di più in assenza di chitarra.

Anche io.

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