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Quanto jazz c'è?

Aperto da Elliott, 07 Luglio, 2019, 01:05 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Mimmolo

Anche noi cinquantenni ormai sembriamo ragazzini... [emoji2]

Moreno Viola

Citazione di: Vu-meter il 13 Luglio, 2019, 12:16 PM
Citazione di: Moreno Viola il 13 Luglio, 2019, 12:13 PM
Con me sfondi una porta aperta.

Non ho mai creduto che la musica, tutta la musica, sia questione di "teste grigie".

Momento .. cos'hai contro le teste grigie ?  :cry2: :'(


:laughing: :laughing: :laughing: :lol: :lol: :lol:

:abbraccio: :abbraccio: :abbraccio: :abbraccio: :abbraccio:

Ci mancherebbe, io sono testa grigia e pure sulla via della desertificazione.  :laughing:
Chi semina vento, raccoglie tempesta.



guest2683

Citazione di: Mariano il 13 Luglio, 2019, 12:02 PM
Come primo messaggio sul forum mi intrometto in questa discussione che mi tocca da vicino.

Io suono principalmente jazz e fusion, per cui di jazz ne ascolto un sacco. Sono particolarmente amante della produzione più recente della quale sono avidissimo consumatore, e vado un pò controcorrente rispetto ad alcuni messaggi che ho letto. Ai concerti della maggior parte dei jazzisti del nuovo millennio, gente giovane, vedo sopratutto giovani ascoltatori interessati, anche in contesti piuttosto ampli (es parco della musica di roma, anche 5 6 mila persone di pubblico per un singolo concerto), e nel mio piccolo noto poco questa sorta di presenza costante di "teste grigie" che molti sembrano rilevare. 

Il jazz contemporaneo, che è quasi sempre "fusion" nel senso più amplio del termine, cioè jazz unito a qualcos'altro, è un ambito molto ricco e variegato, e ci sono un sacco di giovani che lo fanno e ascoltano

Benvenuto. Però non posso che essere in disaccordo. Al parco della musica troverai pure giovani e meno giovani in qualche migliaio, ma se il jazz stesse in ottima salute avremmo a Roma il club La Palma (storica location di grandiosi concerti jazz) ancora aperto, invece è chiuso. Il Blue note di Roma ho fatto appena in tempo a vederlo ed ha chiuso subito dopo. E La casa del jazz ha un cartellone piuttosto povero.
C'è villa celimontana.... c'è ancora? Non me ne sono neanche accorto...
L'anno scorso un mio amico ha tenuto un concerto jazz in un locale: c'eravamo io, il fratello, lo zio e la cugina: successone. Nel locale accanto, 15 metri di distanza, storico luogo di aperitivi, una folla enorme senza musica.
E se si parla di musica live (ma di qualunque genere) a Roma non dimentico tutti gli sguardi di tristezza, desolazione e ormai rassegnazione sulle facce dei miei amici che ancora ci provano.
Rock in Roma quest'anno aveva un cartellone PA-TE-Ti-CO.
Ci vogliamo illudere che il paziente gode di ottima salute? Ok, basta crederci.

Mariano

Dipende di cosa si sta parlando, io più che dei piccoli locali parlo degli eventi in cui il musicista è anche abbastanza conosciuto.

Quest'anno ho visto: Snarky Puppy due volte, Cory Henry and the funk apostole, Shaun Martin trio, Bred Mehldau, Lionel Loueke, Julian Lage per rimanere solo agli stranieri. Tutti sold out, sia nei parchi che nei teatri. Ho saputo del teatro di rovigo totalemente pieno per Chris Potter, e anche per Paolo Fresu con la big band del conservatorio. La rassegna Fano jazz by the sea ha visto nomi parecchio grossi quest'anno, e quando ha suonato Jacob Collier nel 2017 era pieno da scoppiare.

Sicuramente il jazz sta cambiando faccia, principalmente perché i giovani che lo fanno, lo fanno in maniera molto diversa da come si faceva una volta, e le cose che vanno di moda sono anche profondamente diverse. Sicuramente i jazz club che hanno la solita programmazione che sembra copiata dagli anni 70, sia come musicisti che come stili proposti, stentano, ma sinceramente mi risulta davvero difficile credere che musicisti come Chris Dave o Robert Glasper se venissero a fare un concerto in Italia non farebbero sold out. Il discorso della musica dal vivo nel piccolo locale in italia è un discorso a parte secondo me, poco legato al jazz nello specifico ma alla musica in generale

Non è un caso che negli states si parli di new jazz reinassance


guest2683

È che si sono ridotti gli spazi. Se si riducono gli spazi, va da sé che si riducono le occasioni. Non è che uno Scofield non trovi spazio, ma solo una decina d'anni fa, mentre c'era Scofield da una parte, pochi giorni dopo c'era un altro dello stesso calibro in un altro locale. Ho visto Abercrombie a La Palma ed è stato il concerto jazz più bello che abbia mai visto. Era tutto pieno, però se un anno dopo chiude... E non è che, per uno che chiude, se ne apra un altro.
Ho visto Albert Lee a Stazione Birra (così come Marty Friedman ed altri, sempre lì) ma ho parlato con il proprietario e mi diceva che era parecchio dura. E parliamo di grandi nomi.
Comunque visto che sei in attività, la pianto qui perché non ti voglio deprimere  :laughing: e mi auguro che abbia ragione tu.

Dove hai visto Julian Lage?

Mimmolo

In effetti gran parte dello spazio occupato dal jaz è stato         prestato   al  rap
Qui una lezione che ne spiega alcuni canoni
https://www.youtube.com/watch?v=/y4GRDybqFu8

BlackStrat

Il declino che vive il jazz, come quello che vivono altri generi meno datati ma altrettanto impegnati, è a livello comunicativo.

Hendrix e soci hanno avuto il successo che hanno avuto negli anni '60 e '70 perchè hanno saputo intercettare gli umori di una intera generazione che voleva cambiare il mondo, emanciparsi, dire NO alla guerra in Vietnam e all'imperialismo USA.
Il punk negli anni '80 ha saputo catturare i giovani col suo anticonformismo e nichilismo. Mi riferisco a gruppi come Ramones, Sex Pistols, The Clash, che hanno rappresentato la voce di una intera generazione che era stata privata del suo futuro e di qualsiasi sicurezza, e che voleva ribellarsi alla allora classe dirigente inglese rappresentata dalla ministra Thatcher. Giovani che se ne fregavano delle prodezze musicali fini a sè stesse, purchè ci fosse chiasso e rumore.
La New wave of British heavy metal, e parlo dei vari Iron Maiden, Motorhead, Judas Priest, Saxon, ecc..., ha avuto successo perchè è riuscita a intercettare anch'essa il malcontento di quella generazione, fornendo loro intrattenimento ed evasione con testi che trattavano temi di varia natura: fantasy, mitologia, occultismo, guerra, rivoluzione, donne, sesso.
Il grunge e il post-grunge negli anni '90 (Nirvana, Soundgarden, Alice in Chains, Pearl Jam, Offspring) prende piede perchè parla di tematiche molto sentite nel mondo occidentale di quel periodo, come povertà, problemi di droga, disoccupazione. La cosiddetta Generazione-X caratterizzata dalla mancanza di ottimismo nel futuro, dallo scetticismo, dalla sfiducia nei valori tradizionali e nelle istituzioni.

Se dovessi stabilire una caratteristica che serve per avere successo (dove per "successo" intendo vendere milioni di copie e/o realizzare delle hit che passano alla storia...non riempire la piazzetta con 3mila spettatori paganti), questa è l'essere connessi col mondo con cui ci si andrà a relazionare.

Il jazz nasce in un luogo e in un periodo distanti migliaia di anni luce dall'epoca storica che viviamo adesso. Nell'epoca e nel luogo in cui è nato ha avuto un successo fenomenale perchè rappresentava la colonna sonora degli schiavi afroamericani che lavoravano nelle piantagioni, evolutosi poi nelle sue mille incarnazioni, compreso lo swing che ha preso piede anche in Italia.

Ma al 20enne medio contemporaneo, di sentire un quartetto col contrabbassista 50enne brizzolato che fa popopon e il chitarrista panzone diplomato al Conservatorio che prova quasi piacere fisico nello sbrodolare le sue complesse scale e giri di accordi frutto di decenni di studi, non frega un tubo.

Non perchè i gestori dei locali sono dei figli di buona donna che non lasciano spazio ai musicisti bravi, o perchè tutto è monopolizzato da quei puzzoni dei trapper, ma perchè il jazz è assolutamente disconnesso dalla realtà in cui vivono e operano i giovani, che da sempre sono i maggiori fruitori della musica.
I sempre minori spazi dedicati al jazz e il successo dilagante dei trapper e del loro auto-tune, sono la conseguenza di questo, non la causa.
Se non si comprende questo, si andrà avanti all'infinito con questa storiella dell'élite, del genio incompreso che ha studiato una vita ma non trova spazio per proporre la sua musica per colpa del mondo che è brutto e cattivo.

Lo stesso dicasi di altri generi meno datati, ma che oggi sono altrettanto old-fashioned e di difficile fruizione come il prog. Proporre un pezzo di 15 minuti che parte in 6/8 e presenta cambi di ritmo e di tempo ogni 3 minuti, è un'impresa, sia che si tratti di musica inedita, sia che si tratti di cover o tribute band.

Il problema come dicevo è comunicativo, perchè l'arte è comunicazione, indipendentemente che sia un brano musicale, un quadro, una scultura o una poesia.
Il jazz non comunica nulla al ragazzo "medio" del 2020.
E non solo perchè formato da un linguaggio mediamente più complesso del classico brano in 4/4, ma perchè a livello di messaggio è assolutamente vuoto e disconnesso dalla realtà che viviamo.
Funzionava benissimo col 25enne che vedeva girare i vaporetti sul Mississippi e rispondeva "Zi Badrone", ma non col 25enne odierno, che vive in una distesa di cemento dove non fa altro che dormire, nutrirsi, lavorare, ogni giorno per anni e anni in un loop infinito da cui non si esce. Un 25enne che è angosciato da insicurezze e nevrosi di ogni sorta.
Ma non funziona neanche con lo spensierato 15enne, che proprio perchè spensierato vive la musica come evasione, svago, divertimento. Non come "mi devo prima studiare l'armonia per capire cosa sto ascoltando".


Il minimalismo che si condanna, e che non piace neanche a me, ha avuto il merito di riuscire a intercettare le tendenze dei giovani attuali. Oggi ha più successo un qualcosa che, indipendentemente dalla forma musicale con cui viene presentato (pop, leggera, hiphop), parla di amori e viaggi piuttosto che di New Orleans o di come "Prendere il treno-A". Sempre se ne parla, perchè buona parte del jazz vecchia maniera è strumentale, e questo decuplica la difficoltà di ascolto.
In tal senso, la difficoltà nell'ascoltare jazz classico non è inferiore a quella nel sentire un notturno di Chopin.

Il jazz che oggi sopravvive e ha successo, è quello che a partire dagli anni '60 e '70 ha dato il via al funk e alla fusion prima, e all'acid-jazz e al funk-rock dopo.
Parlo di gente come come Miles Davis, James Brown, Chic, e che oggi ha passato il testimone a gruppi come Red Hot chili Peppers, Jamiroquai, Daft Punk.



Se proprio si vogliono cercare tracce di jazz nella musica contemporanea, è lì che bisogna puntare la lente di ingrandimento.
Perhè il jazz, o per meglio dire quello che sopravvive del jazz, è questo. Il jazz fatto coi sequencers, i sintetizzatori, le drums-machine e le bass-lines incalzanti. Piaccia o meno.
Se si pensa che i fruitori contemporanei della musica debbano stare a sentire il jazz anni '40 fatto col pianoforte e il contrabbasso, o comprare i dischi dell'orchestrina di 30 elementi con trombe e sax, stiamo freschi...


guest2683

Blackstrat, se ci pensi bene, hai parlato di un lato della faccenda: come avvicinare la musica al pubblico, ovvero come gli artisti entrano in sintonia col grande pubblico.
Io invece ho focalizzato la mia attenzione sull'altro lato della questione: come portare più pubblico verso la musica, non viceversa.
Se migliori il sistema di istruzione musicale, migliori la capacità di un ragazzo di ascoltare musica, di avere più strumenti per capire cosa sta ascoltando. Il maestro che se ne sta in casa ad aspettare che il papà benestante e appassionato di musica gli porti suo figlio, farà sì la sua parte ma sostanzialmente è solo uno, un solo minuscolo anello della catena. Un sistema pensato per accrescere la propria capacità di ascolto e comprensione invece cambia di molto la visione. Poi ovviamente il pubblico sarà libero di ascoltarsi il rap, la trap o quello che gli pare perché parla di problemi in cui si identificano, ma ascolteranno la migliore trap e non qualsiasi trap.
Per questo insistevo nel dire che sbagliano di grosso gli appassionati di jazz e fusion che pensano che YouTube (che attira vagonate di giovani) sia uno strumento troppo frammentato per diffondere informazioni utili alla comprensione anche di un linguaggio cosi complicato come lo sono jazz e fusion.
C'è questo spazio? Esperti di jazz sfruttatelo!
Quattro nozioni in croce saranno meglio di niente.

Poi, se vogliamo guardare l'altro lato, quello di cui ha parlato Blackstrat, beh è un'altra storia, la storia della musica, di ciò che fa successo, del perché fa successo ecc. Io invece sono più fissato sul dotare più gente possibile di un dizionario musicale ampio, poi decidano loro cosa vogliono ascoltare, ma almeno avranno gusti più selettivi e meno superficiali.

BlackStrat

Citazione di: JourneyMan il 15 Luglio, 2019, 01:06 AM
Blackstrat, se ci pensi bene, hai parlato di un lato della faccenda: come avvicinare la musica al pubblico, ovvero come gli artisti entrano in sintonia col grande pubblico.
Io invece ho focalizzato la mia attenzione sull'altro lato della questione: come portare più pubblico verso la musica, non viceversa.
Se migliori il sistema di istruzione musicale, migliori la capacità di un ragazzo di ascoltare musica, di avere più strumenti per capire cosa sta ascoltando. Il maestro che se ne sta in casa ad aspettare che il papà benestante e appassionato di musica gli porti suo figlio, farà sì la sua parte ma sostanzialmente è solo uno, un solo minuscolo anello della catena. Un sistema pensato per accrescere la propria capacità di ascolto e comprensione invece cambia di molto la visione. Poi ovviamente il pubblico sarà libero di ascoltarsi il rap, la trap o quello che gli pare perché parla di problemi in cui si identificano, ma ascolteranno la migliore trap e non qualsiasi trap.
Per questo insistevo nel dire che sbagliano di grosso gli appassionati di jazz e fusion che pensano che YouTube (che attira vagonate di giovani) sia uno strumento troppo frammentato per diffondere informazioni utili alla comprensione anche di un linguaggio cosi complicato come lo sono jazz e fusion.
C'è questo spazio? Esperti di jazz sfruttatelo!
Quattro nozioni in croce saranno meglio di niente.

Poi, se vogliamo guardare l'altro lato, quello di cui ha parlato Blackstrat, beh è un'altra storia.

In quanto soggetto direttamente coinvolto, ti chiedo: ma quante cose dovrebbe fare la scuola?
Quante, in quelle 5 ore risicate di lezione?

Non solo devi spiegare a quella massa di bonobo decerebrati come esprimersi correttamente in italiano, la poetica del Petrarca, chi era Marx e perchè è importante nel mondo attuale, cosa sono i gas serra e le plastiche biodegradabili, non solo devi fargli l'educazione civica, alimentare, sessuale, ambientale, non ultimo il il laboratorio di scrittura creativa e il progetto automazione e robotica, ma devi pure fargli la lezione apposta per spiegargli il jazz!!
Io negli anni avrò sentito almeno una decina di importanti obiettivi che dovrebbe porsi la scuola, che se dovessero essere realizzati tutti, si dovrebbero teneri i ragazzi chiusi 16h al giorno dentro l'edificio scolastico, peggio degli operai cinesi della Foxconn.
Tra questa moltitudine di obiettivi, io dò molta più importanza per la formazione e il futuro professionale dei ragazzi alla conoscenza approfondita dell'inglese (almeno di livello B2) e dell'informatica, che non allo spiegargli gli accordi di settima diminuita. Perchè l'obiettivo della scuola non è formare dei musicisti in erba o dei melomani che ascoltano vinili fumando la pipa, ma degli invidui funzionali alla società e al mondo del lavoro.

Senza dimenticare che negli ultimi 10 anni, complici voti dati con eccessiva benevolenza e bocciature che ormai sono rare come trovare un biondo in Nigeria, il livello di preparazione degli studenti è colato a picco, e lo testimoniano sia i test di ingresso alle facoltà universitarie, sia gli scritti e gli orali sostenuti dagli aspiranti laureati che contengono strafalcioni degni della migliore della Commedia dell'Arte.
Devi sapere che in giro abbiamo fior di agronomi che oggi fanno consulenze per aziende, che pensano che l'acqua bolle a 50°C, e questo, permettimi, è molto più grave del non conoscere la differenza tra lo swing e la bossanova.
Se proprio avessi 2h extra alla settimana, io le spenderei sul potenziamento delle abilità logiche e linguistiche, piuttosto che sullo spiegare chi era Stan Getz.

Mariano

Il jazz che piace ai giovani oggi esiste, e banalmente è quello fatto dai giovani operativi oggi sul mercato (20-40 anni o poco più), i millennials. E' un jazz molto diverso dallo swing tipicamente associato al jazz club, perchè questi giovani, nati dalla metà degli anni 80 in poi, sono cresciuti con una popular music molto diversa da quella con cui sono cresciuti i musicisti nati negli anni 20 del 900, divenuti popolari una volta adulti nell'era dello swing, del bebop o dell'hard bop. E il jazz si è sempre nutrito di popular music, quindi il jazz che riesce ad avere più mercato è quello che si nutre della popular music degli anni in cui si vive. Un trentenne di oggi ha iniziato ad ascoltare musica a partire del primo decennio del nuovo millennio, e ha potuto ascoltare un enormità di generi differenti e si è trovato in mezzo a un mercato che aveva già completato il suo processo di dissoluzione e frammentazione, un mercato liquido. Ciononostante le cose popolari di massa sono riscontrabili in una serie di filoni come l'hip hop, l'rnb, un certo tipo di rock (Radiohead, Coldplay ecc....) e metal, la musica elettronica. Cresciuti ascoltando queste cose, il loro jazz le riflette, e la produzione ha esempi come questi

"Kid" (live) - Aaron Parks Little Big - YouTube
Robert Glasper - Packt Like Sardines In A Crushd Tin Box (1 Mic 1 Take) - YouTube
Snarky Puppy - Lingus (We Like It Here) - YouTube
ANOMALIE - NOTRE-DAME OUEST (LIVE PERFORMANCE) - YouTube

questi sono solo alcuni esempi tra tanti. Gente che vince grammy awards, vive perennemente in tour facendo sold out, e vende molti dischi. Ovviamente i numeri di vendita non sono come quelli delle pop star, ma l'obbiettivo di chi fa musica del genere non è quello, e lo sa in partenza, e fa una scelta precisa musicale, e di vita. Esistono certamente giovani estremamente preparati che propongono ancora bebop e hardbop o fusion anni 80 fatta bene, ma questi hanno pochissimi spazi, nonostante la qualità della musica che producono, anche e semplicemente perché è musica di un altra epoca. Come il classic rock: ai concerti degli esponenti principali (quelli ancora in vita), ci va principalmente chi era giovane quando il rock lo era

Cold_Nose

Domanda stupida : oggi nel 2019, quanto è "fuori moda" o "fuori contesto" o "quanto peso viene dato al" - per la massa popolare - suonare uno strumento in Italia?

Lo chiedo proprio da ignorante perché quelle poche volte che mi capita di vedere qualche nuova proposta italiana, o è rap / trap o i suonatori mi paiono relegati a figure d'accompagnamento attorno al vocalist. Cioè a me pare che ci stiamo livellando ad una mediocrità imperante spacciata per eccellenza musicale.

If you make the same mistake 3 times, that becomes 'your arrangement'

Elliott

Io dico solo che trovo assurda la pretesa/aspettativa che l'educazione dei prori figli venga delegata alla scuola.
Alla scuola va delegata la formazione, non l'educazione. Diamo un'educazione ai figli  e la scuola li formerà a dovere.

Mimmolo

Io tutt'e queste educazioni o formazioni le capisco poco, sono cresciuto anarcoide e presto ho imparato che i vincoli che ci impone  una formazione spesso distruggono i benefici che la stessa ci dà. E questo perché chi insegna ci impone un suo programma formativo ma ognuno è differente e cerca risposte differenti.
E così dei giovanotti (smidollati e perennemente autosocial) mi importa poco, che ascoltino la musica che vogliono e stiano pure a margine quando il contrabbasso popopon diffonde le note nell'aria.
Se qualcosa non la capisci non devi per forza sorbirtela, nè per apparire, nè perché comprenderla ti renderà un uomo migliore.
Gli uomini migliori, imho, sono quelli che danno esempi migliori, che trasmettono gioia ed emozione.
Cosa fare per far comprendere questo jazz ai giovani?
Solo goderne e cercare di far partecipare gli altri a questa gioia. Così si capisce. Sarà magari una cosa che appartiene al mondo delle scimmie ma io non penso di essermi evoluto poi tanto da lì.
I sentimenti alla base della vita ci sono tutti, anzi peraltro credo che spesso noi uomini ci chiudiamo in gabbie da cui fingiamo di proteggerci dal mondo.
Non credo che ci siano altri animali così stupidi [emoji2]


guest2683

Citazione di: BlackStrat il 15 Luglio, 2019, 01:18 AM
In quanto soggetto direttamente coinvolto, ti chiedo: ma quante cose dovrebbe fare la scuola?
Quante, in quelle 5 ore risicate di lezione?

La domanda più facile che mi abbiano mai fatto nella vita.
Quante cose? Le stesse che si fanno oggi!
Non si tratta di fare più cose, ma di far evolvere i programmi scolastici e la classe docente. Semplice. Tutti i sistemi scolastici cambiano col tempo a seconda delle mutate esigenze. Tutta la classe docente viene selezionata in base ad un obiettivo da raggiungere.
Musica già c'è come materia, ma viene insegnata come lo si faceva cinquant'anni fa: devi imparare la vita di Mozart e suonare il flauto.  :lol:
Storia. Ma ti pare che abbia un senso oggi studiare la guerra dei sette anni e la guerra di successione spagnola?
Sulle lingue straniere siamo patetici.
Vogliamo poi continuare con le versioni di latino di Catullo?
(Sono domande retoriche, concentriamoci sulla musica)

Quindi le materie restano le stesse, le ore le stesse. Cambia la qualità. Oggi è richiesta una qualità diversa per stare al passo con una società che a quella di cinquant'anni fa non assomiglia per niente.
Come dicevo, ho un amico chitarrista che insegna musica alle medie. Mi sta spiegando come e cosa ha introdotto a scuola per cercare di portare i ragazzi a un livello diverso. Gli parla di Rovazzi ma ascoltando le sue canzoni cerca di far comprendere loro le componenti della struttura di un brano, il ritmo ecc. Questo per dare loro la possibilità di "leggere" meglio qualunque brano si trovino davanti, qualunque genere. Al primo anno.
Al terzo anno passeranno verso concetti più complessi.
Oggi si esce dalle medie senza saper battere le mani a tempo e senza distinguere il battere dal levare.
Tu dai loro gli strumenti, il resto lo fanno da sé, come è sempre stato. Ma il problema "quali strumenti" (la qualità, appunto) è determinante ed è una cosa se perfettibile.

Vu-meter

Bellissimi spunti in questo topic !
Peccato essere da mobile..
Ripasso più tardi. Nel frattempo, vi leggo con interesse.

"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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