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Quanto jazz c'è?

Aperto da Elliott, 07 Luglio, 2019, 01:05 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Mimmolo

C'è molto jazz.
C'è il jazz delle origini mischiato a blues, sudore, gospel, schiavitù, c'è  il jazz ballabile, lo swing l'America del proibizionismo etc, c'è il bebop le big band, i mostri sacri, gli standard da jazz pub, c'è il free e la fusion e poi c'è anche tutto quello che stentiamo a digerire, fatto di aumentate, diminuite ed alterazioni di accordi.
Io ho iniziato 30 anni fa e forse più ad ascoltarlo e non è mai stato facile, giravano grandi artisti italiani nel jazz club dove andavo, Cifarelli, Mussolini, Gaslini,  De Piscopo erano di casa ma tantissimi altri pure, fiati ed ottoni bravissimi e chitarre strozzate a gogo.
Ascoltarlo e goderne non è facile, ci vuole complicità e simbiosi, memoria e cultura musicale perché se un'artista si lancia in una improvvisazione epica su un tema di standard ma tu questo standard non lo conosci, spesso ti sembreranno accozzaglie di note.
In definitiva ascoltare e suonare jazz non è per uomini migliori o che ti rende migliore, è cercare quella magia che stenti a trovare nella vita di tutti i giorni

Elliott

A me, per tutta quella roba li, basta ascoltare Immigrants song  ;D




Vu-meter

È tutta una questione di ascolti. Se nasci a New Oeleans, probabilmente jazz e blues sono i tuoi ascolti quotidiani e tu amerai quei generi a prescindere dalla tua conoscenza musicale. Uno che non suona e non sa cosa sia un Do maggiore, ma nasce in quel contesto, non ha bisogno di nulla per apprezzare il jazz.

Nascendo in Italia, i tuoi ascolti spazieranno in ben altre cose, a partire dal liscio, alla musica leggera, all'opera, al poppettino leggero, ecc..
È abbastanza difficile, a meno di una tua naturale inclinazione, che Giant Steps faccia breccia nel tuo cuore. Per i Led Zeppelin o gli AcDc è decisamente più facile: basta un bel riffone per adulare le tue orecchie, perché quella composizione, è più vicina al tuo cuore.
Ed è naturale che, a meno di uno sforzo cosciente, che il linguaggio jazzistico non ti si confà e ti annoi fino ad arrivare a  fastidio puro.

Ecco perché, mediamente, per apprezzare il jazz serve uno sforzo in più e magari qualcuno che ti spieghi i perché e i 'per come' del genere..
"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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luvi

Citazione di: Vu-meter il 10 Luglio, 2019, 08:04 AM
Ecco perché, mediamente, per apprezzare il jazz serve uno sforzo in più e magari qualcuno che ti spieghi i perché e i 'per come' del genere..

:quotonegalattico:

Tra l'altro, non vorrei che la mia posizione fosse stata interpretata come "talebana" o "purista", perché tutto è fuorché questo... più che di jazz sono un appassionato di fusion e le contaminazioni sono una costante di tutta la musica che abbia mai composto e suonato. Per di più rifuggo le forme musicali troppo riverse su sé stesse e poco votate alla comunicazione...

Ciononostante, l'apprezzamento del jazz e dei generi ad esso limitrofi è evidentemente più alla portata delle persone che abbiano una certa "cultura di ascolto", pur non essendo musicisti. Certamente chi non ha studiato musica la vive e la ascolta in una dimensione diversa, spesso meno analitica rispetto a quella di un musicista e certamente con indole meno disponibile ad appassionarsi al puro linguaggio espressivo dell'improvvisazione. Ricordo un amico non musicista, appassionatissimo di Pat Metheny di cui non si perdeva un live, che una volta mi disse: "ma tu che sei musicista, mi spieghi a cosa servono quelle parti dei pezzi dove non succede praticamente niente, ma in cui alcuni musicisti continuano a suonare?" Si riferiva ovviamente alle improvvisazioni, che non capiva a cosa servissero dal momento che la melodia del brano (unica cosa che ovviamente si potesse ricordare) fosse finita. Emblematico esempio di come la fruizione possa funzionare a diversi livelli: Pat Metheny è uno dei pochi jazzisti (per questo criticato dai puristi, non per niente) che sia riuscito a far convivere l'anima melodica del pop con il linguaggio jazzistico compositivo ed espressivo più compiuto e complesso... per questo gode di un notevole gradimento anche tra i non musicisti.  :bravo2:

P.S. riflettevo... Giant Steps suona lle mie orecchie come uno dei pezzi più brutti della storia:  sa lontano un miglio di ricerca a tavolino, di dimostrazione matematica, più che di passione creativa...

Non sempre la realtà dei fatti è affascinante, ma cercare di ignorarla è poco saggio.

Vu-meter

Citazione di: luvi il 10 Luglio, 2019, 12:45 PM

P.S. riflettevo... Giant Steps suona lle mie orecchie come uno dei pezzi più brutti della storia:  sa lontano un miglio di ricerca a tavolino, di dimostrazione matematica, più che di passione creativa...



Per carità, era solo il primo titolo che mi è venuto in mente... Era solo un esempio..
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zap

C'è stato un periodo nella vita in cui ho ascoltato solo jazz,praticamente solo quello che andava dal 1939 al 48-50,aveva quella particolare sonorità (quello troppo Hi Fi molto meno).
In particolare,le interpreti femminili,con quelle voci vellutate,mi hanno preso sempre più e qualsiasi altro genere musicale l'ho accantonato,era tutto lì quello che mi serviva.Piu lo ascoltavo e più mi piaceva,ci si bisogna educare piano piano,ma ti rimane dentro.

AlbertoDP

Citazione di: Vu-meter il 10 Luglio, 2019, 08:04 AM
È tutta una questione di ascolti. Se nasci a New Oeleans, probabilmente jazz e blues sono i tuoi ascolti quotidiani e tu amerai quei generi a prescindere dalla tua conoscenza musicale. Uno che non suona e non sa cosa sia un Do maggiore, ma nasce in quel contesto, non ha bisogno di nulla per apprezzare il jazz.

Nascendo in Italia, i tuoi ascolti spazieranno in ben altre cose, a partire dal liscio, alla musica leggera, all'opera, al poppettino leggero, ecc..
È abbastanza difficile, a meno di una tua naturale inclinazione, che Giant Steps faccia breccia nel tuo cuore. Per i Led Zeppelin o gli AcDc è decisamente più facile: basta un bel riffone per adulare le tue orecchie, perché quella composizione, è più vicina al tuo cuore.
Ed è naturale che, a meno di uno sforzo cosciente, che il linguaggio jazzistico non ti si confà e ti annoi fino ad arrivare a  fastidio puro.

Ecco perché, mediamente, per apprezzare il jazz serve uno sforzo in più e magari qualcuno che ti spieghi i perché e i 'per come' del genere..

Sono perfettamente d'accordo  :quotone: La musica è un linguaggio e, per apprezzarla, bisogna prima conoscerne i meccanismi. In seguito, entrano in gioco i gusti personali, che ci fanno preferire un musicista/autore/genere ad un altro, esattamente come accade con altri generi musicali (e, secondo la mia opinione, con tutto ciò che in qualche modo è cultura: pittura, cinema, letteratura, cibo...)  ::)


guest2683

Detto ciò, diventa di primaria importanza che coloro che conoscono questa lingua si diano una mossa per fare in modo che non diventi una lingua morta.

Vu-meter

Citazione di: JourneyMan il 10 Luglio, 2019, 02:23 PM
Detto ciò, diventa di primaria importanza che coloro che conoscono questa lingua si diano una mossa per fare in modo che non diventi una lingua morta.

Si va un po' a periodi e un po' a zone geografiche. In certe zone degli USA non è affatto morta, anzi. In altre vive il country, in altre il country western, in altre il blues e così via... poi ci sono artisti che ogni tanto se ne escono e "rilanciano" il genere, ad esempio, è quello che è successo qualche anno fa ( forse più di qualche ) a Diana Krall che pur essendo canadese, suona un buon jazz vecchio stampo e lo fa molto bene e a livello mondiale.

Qui da noi è molto di nicchia (non so se devo dire purtroppo o per fortuna) ..  :laughing:
In Francia è piuttosto apprezzato... insomma, non è di certo morto.
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guest2683

Ovviamente io mi riferivo al nostro contesto. Mi rendo conto che spesso il discorso della nicchia può presentare dei vantaggi (quando qualcosa si diffonde, inevitabilmente decollano anche iniziative, progetti, tentativi per niente condivisibili), ma secondo me ogni fenomeno troppo ristretto finisce per essere fine a se stesso, e se davvero il fine ultimo dell'arte è comunicare, allora ricercare l'estensione a un pubblico più vasto sembra doveroso.
Tutti coloro che parlano la lingua, in questo senso, hanno una responsabilità.

Elliott

Il Jazz è bello, perché si può psrlare a gesti  ;D

Mimmolo

Citazione di: JourneyMan il 10 Luglio, 2019, 02:33 PM
Ovviamente io mi riferivo al nostro contesto. Mi rendo conto che spesso il discorso della nicchia può presentare dei vantaggi (quando qualcosa si diffonde, inevitabilmente decollano anche iniziative, progetti, tentativi per niente condivisibili), ma secondo me ogni fenomeno troppo ristretto finisce per essere fine a se stesso, e se davvero il fine ultimo dell'arte è comunicare, allora ricercare l'estensione a un pubblico più vasto sembra doveroso.
Tutti coloro che parlano la lingua, in questo senso, hanno una responsabilità.
Io ti posso dare solo questo consiglio:
Ascolta per una settimana un disco di standard, che non sono altro che brani celebri.
Questo per memorizzare delle melodie assunte ormai a canone del genere.
Poi attendi un'altra settimana ascoltando altro per liberare le orecchie, poi la terza settimana cerca di nuovo questi standard ma interpretati da altri jazzisti.
E qui dovrebbe scattare la magia...
All the thing you are
Take the a train
Round midnight
A night in Tunisia
Summertime
Take five
Autumn leave
As times goes by
Over the rainbow
Cry me a river
Hit the road jack

Sono titoli a caso che portano nel jazz mainstream ma dai quali è facile prendere nuovi sentieri ascoltandoli in altre versioni

Max Maz

Citazione di: Elliott il 10 Luglio, 2019, 02:36 PM
Il Jazz è bello, perché si può psrlare a gesti  ;D

Il Jazz è bello perchè comunica su tanti livelli.  :loveit:
Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)



Elliott

E perché con me ha scelto il seminterrato?

Fidelcaster

You were born under a bad sign!
:ditanaso:

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