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Non mi serve altro

Aperto da Elliott, 20 Gennaio, 2020, 08:51 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Elliott

La difficoltà sta nel fare andare di pari passo concetti ed applicazione degli stessi. Nel mio caso, a cosa serve aggiungere ulteriori concetti se non ho l'automatismo di applicarli sullo strumento?

Io so di chi è la colpa. È mia perchè ho fame di concetti e fretta di scoprire cosa c'è oltre a ciò che so già, pensando chevil resto...è solo manualità. Non me ne sono mai preoccupato perchè "li, basta solo esercitarsi". Se non fossi stato costretto a sispendere per motivi familisri, non so se e quando mi fossi reso conto di quanta distanza ci fosse tra concetto ed applicazione.

Non ritengo inutile il maestro, figuriamoci. Lo ritengo sacrificabile in questa mia condizione.

Più avanti, se riuscirò a livellarni...è probabile che senta l'esigenza di andare oltre come anche no
Chissà?!?  :etvoila:

robland

Citazione di: Elliott il 21 Gennaio, 2020, 12:32 PM
La difficoltà sta nel fare andare di pari passo concetti ed applicazione degli stessi. Nel mio caso, a cosa serve aggiungere ulteriori concetti se non ho l'automatismo di applicarli sullo strumento?

Se hai tempo e voglia potresti approfondire questa parte?


fangetto

Costantemente, non ci trovo niente di strano, si dice spesso di non mettere troppa carne al fuoco..... lo stop dalle lezioni/studio di nuovi concetti ogni tanto ci vuole, quando poi quello che si è studiato si riesce a metterlo in pratica tranquillamente allora è il momento di studiare qualcosa di nuovo.

Con quello che conosci secondo me puoi già fare più o meno ciò che vuoi (se non vuoi suonare Jazz), soprattutto se l'obbiettivo è divertirsi.


zap

Citazione di: robland il 21 Gennaio, 2020, 09:00 AM
Citazione di: zap il 21 Gennaio, 2020, 08:00 AM
Sono d'accordo al 100% con il tuo ragionamento Elliott,anche se io ho il problema inverso,buona manualità (non potrebbe essere diversamente dopo più di 30 anni con la chitarra al collo),ma pochissima teoria (non so cosa sia il caged).
Come detto da Gianluca,anche a me bastano 4 amici in sala e non sopporto le pressioni dei compiti da riproporre nelle lezioni.

Queste righe descrivono esattamente quello che sono stato per anni e anni e anni.
Ma i gusti cambiano e di conseguenza le necessità. Diversi anni fa ho sentito l'esigenza di superare i miei limiti. Ho letto un libro di Marsalis (Wynton) e ho capito che volevo Sapere. Non volevo più guardare la tastiera come luogo in cui suonare delle scalette, ma come luogo di una assai maggiore consapevolezza espressiva.
Mi sono messo a studiare con maestro, libri ecc. e non ho mai più smesso di studiare perché mi piace troppo imparare e vedere i miglioramenti. Avessi fatto diversamente, sarei rimasto sempre uguale. Ma non mi bastava più. Del resto, a un certo punto non occorre più andare dal maestro ogni settimana. Lo chiami e prendi un appuntamento singolo per togliere eventuali dubbi o approfondire un argomento.

La sera, tornato dal lavoro, faccio come Andy: mi diverto ad esercitarmi, mi rilassa anche. Solo che, a differenza sua, metto tanta teoria dentro quegli esercizi.
Ho già cambiato sistema...ed è tanto,da quando mi sono iscritto a Jamble (e non finirò mai di ringraziarvi tutti),poiché ho imparato tantissimo in questi ultimi anni,più dei 30 iniziali.

zap

Citazione di: Santano il 21 Gennaio, 2020, 09:14 AM
Prova Elliott, al limite sei sempre in tempo a tornare sui tuoi passi.
Io sono autodidatta in quasi tutto quello che faccio. Ho cominciato con i manuali e sono andato avanti con libri e amici che mi hanno spiegato piccoli trucchi. Quando suono con altri riesco subito a integrarmi e mi diverto tanto. Unico mio limite è la solistica, lì sono molto indietro.
Però serve allenarsi sullo strumento, non dico tutti i giorni ma quasi. Ecco perché dico spesso che suono a chitarra spenta. Se mi metto ad apparecchiare l'ambaradan ciao, preferisco investire il tempo sullo strumento
Al contrario tuo invece Santano,grazie alle jamble-jam,ho iniziato a crescere anche li,era il mio ostacolo più grande.

Elliott

Citazione di: robland il 21 Gennaio, 2020, 01:57 PM
Citazione di: Elliott il 21 Gennaio, 2020, 12:32 PM
La difficoltà sta nel fare andare di pari passo concetti ed applicazione degli stessi. Nel mio caso, a cosa serve aggiungere ulteriori concetti se non ho l'automatismo di applicarli sullo strumento?

Se hai tempo e voglia potresti approfondire questa parte?

Lo faccio (ci provo) volentieri, perché è il fulcro di tutto il ragionamento.

Conosco la scala maggiore, gli intervalli che la caratterizzano, cosa nasce da essa...etc. Idem per la minore naturale.
Conosco le pentatoniche, quali gradi la compongono. Dove vanno usate le une e le altre. Dove vanno messi gli accenti, su quali accordi creare tensione e su quali risolvere. Insomma, per il traguardo che mi ero posto di raggiungere, posseggo addirittura più concetti.

Passando alla parte pratica, mi mancano gli automatismi. Devo pensare...proprio a quei concetti. Mi manca il ritmo, mi manca la dinamica, mi manca la velocità. Da qui la domanda "a che serve aggiungere ulteriori concetti, se non riesco a capitalizzare ciò che già possiedo?"

Per 2 anni, ho accumulato concetti. È arrivato il momento di farli produrre



Max Maz

E dopo averli definitivamente assimilati si riparte
Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)



robland

Citazione di: Elliott il 21 Gennaio, 2020, 02:19 PM
Citazione di: robland il 21 Gennaio, 2020, 01:57 PM
Citazione di: Elliott il 21 Gennaio, 2020, 12:32 PM
La difficoltà sta nel fare andare di pari passo concetti ed applicazione degli stessi. Nel mio caso, a cosa serve aggiungere ulteriori concetti se non ho l'automatismo di applicarli sullo strumento?

Se hai tempo e voglia potresti approfondire questa parte?

Lo faccio (ci provo) volentieri, perché è il fulcro di tutto il ragionamento.

Conosco la scala maggiore, gli intervalli che la caratterizzano, cosa nasce da essa...etc. Idem per la minore naturale.
Conosco le pentatoniche, quali gradi la compongono. Dove vanno usate le une e le altre. Dove vanno messi gli accenti, su quali accordi creare tensione e su quali risolvere. Insomma, per il traguardo che mi ero posto di raggiungere, posseggo addirittura più concetti.

Passando alla parte pratica, mi mancano gli automatismi. Devo pensare...proprio a quei concetti. Mi manca il ritmo, mi manca la dinamica, mi manca la velocità. Da qui la domanda "a che serve aggiungere ulteriori concetti, se non riesco a capitalizzare ciò che già possiedo?"

Per 2 anni, ho accumulato concetti. È arrivato il momento di farli produrre

Ora ho capito meglio, forse.
Come un medico che sta costantemente sui libri ad apprendere malattie su malattie ma che non ha ancora avuto nemmeno un numero sufficiente di pazienti col raffreddore e il mal di gola. Inutile che si metta a studiare il virus ebola.
Da questo punto di vista, avere una band fa miracoli. Svilupperesti solo quelle cose che dici che ora ti mancano. È una palestra formidabile e purtroppo insostituibile.
Ma non è d'obbligo, ovviamente. Direi che è arrivato per te il momento di dedicare a casa il 90% (del tempo che dedichi alla chitarra) a suonare le canzoni che ti piacciono. È ora di ripetere un breve assolo venti volte per acquisire scioltezza (e scioltezza è la strada per arrivare all'espressione). È ora di suonare un brano intero di fila senza soffermarti su come è fatto il singolo accordo.
La moviola la fai nel post partita.

È proprio suonando i brani che poi ti potrebbe venire voglia e necessità di studiare cose nuove.

futech

Citazione di: robland il 21 Gennaio, 2020, 03:54 PM
Direi che è arrivato per te il momento di dedicare a casa il 90% (del tempo che dedichi alla chitarra) a suonare le canzoni che ti piacciono. È ora di ripetere un breve assolo venti volte per acquisire scioltezza (e scioltezza è la strada per arrivare all'espressione). È ora di suonare un brano intero di fila senza soffermarti su come è fatto il singolo accordo.
La moviola la fai nel post partita.

È proprio suonando i brani che poi ti potrebbe venire voglia e necessità di studiare cose nuove.

:quotone:
e vale anche per me!


Qual

Elliott

Si, che poi è proprio ciò che dicevo  :thanks:

zap

CitazioneCome un medico che sta costantemente sui libri ad apprendere malattie su malattie ma che non ha ancora avuto nemmeno un numero sufficiente di pazienti col raffreddore e il mal di gola. Inutile che si metta a studiare il virus ebola.
:quotonegalattico:

Santano

Effettivamente avere una band fa miracoli perché impari anche oltre quello che studi a casa. A patto di metterci impegno. Se un passaggio non ti viene bene non hai alternative: testa bassa e provare provare provare. Perché se ti presenti impreparato alle prove torni a casa sfiduciato e col morale a terra. Serve l'onestà di dire "questo pezzo proprio non mi viene, ne parlo con gli altri e troviamo una soluzione". Voglio dire, siamo aldilà del discorso suoni, effetti, groove, che posso decidere in saletta con gli altri. Dedizione alla scaletta, al brano scelto, e se non riesci o non viene come pensavi, pace. Ti limiti al semplice accompagnamento.
Ossia cerchi il tuo limite per conviverci serenamente. Oppure ti ostini giorno dopo giorno a lavorarci sopra

Vu-meter

Io capisco perfettamente il discorso, però sono leggermente in disaccordo.

Secondo la mia esperienza, che comprende anche il percorso non soltanto mio, ma di altri soggetti a cui ho insegnato nonché altri ancora con cui ho suonato, sono entrato in contatto, ecc.. , esistono molteplici possibilità, ma che potrebbero essere divise in due grandi famiglie :

- gli istintivi
- gli studiosi

I primi comprendono tutti coloro che antepongono il suonare (anche con il gruppo) allo studio e alla conoscenza. Si divertono e vanno avanti così ma si sentono sempre in difetto perché avvertono che gli manca qualcosa.

I secondi comprendono parecchie sfumature, tra cui gli eccessivi della tecnica, che sparano tapping a 10 dita a 600 bpm senza conoscere il re maggiore e quante alterazioni abbia. Anche a questi manca moltissima conoscenza, ma se ne disinteressano. In genere non si divertono. Apparentemente crescono sullo strumento ma quello che non cresce è la loro musicalità, cosa che invece cresce spesso nei primi, i quali, però, potrebbero anche non crescere mai, se non stimolati adeguatamente da qualcuno (il membro di un gruppo, ad esempio, che gli passa info, Trucks e curiosità).

Il problema è che occorrerebbe, come sempre, un po' di equilibrio. Lo studio fa bene se ampio e coadiuvato dall'esperienza diretta col gruppo o da soli, ma deve anche essere "customizzato" sulle esigenze, sugli obbiettivi e sulle peculiarità dello studente.

La musica ha una crosta superficiale e si può suonare già solo scalfendo quella, ma se uno ha voglia di studiare, c'è n'è per decadi, perché ci sono percorsi di studio di stili, di altra musica, ecc..

Ognuno deve valutare i propri obbiettivi. Secondo me, studiare fa SEMPRE bene, a tutti i livelli. I professionisti studiano eccome e si esercitano ore ed ore, e c'è sempre qualcosa da scoprire di nuovo e di diverso, anche quando sei al top.

Noi comuni mortali dobbiamo fare i conti con molte cose e giustamente livelliamo il tempo da dedicare alle varie attività in base agli impegni.


Comunque, arrivando al punto, io penso che non studiare sia SEMPRE sbagliato. Magari ci si sposta a studiare cose diverse. Lo studio, dal mio punto di vista, è MOLTE cose. Non solo conoscenza e non solo tecnica. È analisi, è comprendere uno stile, i perché di certe scelte armoniche e/o melodiche ma anche il tocco, la pennata, lo swing, l'anticipo, il fraseggio, i ragionamenti a monte di una scelta, e tanto altro.

Personalmente non posso esimermi dal continuare a studiare con e senza altri. Ed è quello che auguro sempre a tutti : di trovare un metodo di studio che sia curioso e curi tutti gli aspetti e non solo la parte tecnica e teorica.
Allora si ha la 'quadratura del cerchio' : conoscenza (non limitata alla mera teoria) e capacità musicale.


PS : con tutto questo parlare potrebbe sembrare che io mi senta "arrivato" o che c'è l'abbia fatta. Al contrario, è proprio per quello che continuo a studiare.
"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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Elliott

Capisco Vu ma, provare a mettere in pratica i concetti teorici, lavorare su pennata, ritmo, fraseggio...ripassare tutto quello che hai acquisito, non è studiare anche quello?

Io ho creato una mia scaletta ideale fatta di brani che mi piacciono e che  voglio suonare sui quali, riversare tutto quanto sopra. Sarà questo lo studio dei miei prossimi (tanti) mesi

Max Maz

Secondo me sono i tempi il problema.
E' chiaro che un insegnante ha bisogno di strutturare i suoi impegni e di avere le sue lezioni.
Ogni "studente" pero' fa storia a se, non soltanto come tempi di apprendimento e  come dedizione allo strumento.

Bega complessa da risolvere.

Io mi sento vicino ad Elliott, accumulo informazioni, approfondisco quanto possibile poi ho bisogno di un periodo di dedizione senza che arrivino nuovi stimoli o proposte dall'insegnante.

Come sempre, ad ognuno il suo.
Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)


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