In questo periodo natalizio ho pensato di condividere con voi una storia e una mia riflessione. La storia l'ho sentita raccontare da un bravissimo jazzista, il clarinettista Gabriele Mirabassi in occasione di un suo concerto che ho ascoltato nell'estate 2016 in duo con un altrettanto bravo chitarrista brasiliano che lo accompagnava: Roberto Taufic.
Raccontava Mirabassi della sua esperienza di vita nel nord-est del Brasile, viaggiando tra villaggi poverissimi sperduti nella foresta amazzonica, distanti tra loro intere giornate di viaggio e dove, quando cala la notte, il buio si fa totalmente fitto e impenetrabile. Era rimasto impressionato da quel buio del quale qui in Europa raramente si fa esperienza. Nemmeno la più piccola luce per centinaia, migliaia di chilometri.
La gente che vive in quei luoghi è talmente povera che non ha nemmeno i soldi per le candele. E quando l'uomo è costretto a stare al buio affiorano le più ancestrali paure. Al buio si è fragili, si può essere sbranati da un animale, uccisi dai nemici... ; ci possono essere mille pericoli che non vediamo.
Ne abbiamo fatto tutti esperienza da bambini, conosciamo tutti quella paura del buio frutto di retaggi primordiali. Ma soprattutto era rimasto impressionato dal fatto che in quei villaggi di quattro case quando la notte cala, la gente si mette a cantare. Il loro modo di sconfiggere il grande buio è cantare. E' la musica l'unica arma che hanno. Solo la musica ha questo potere... non c'è pittura, scultura, poesia che tenga. La musica ha questo enorme, magico potere di toccare le corde più intime di ciascuno di noi e di lenire le paure più profonde. Non è forse la voce il primo strumento che l'uomo ha usato per la sua musica?
Dopotutto se ci siamo messi beatamente a dormire e non le abbiamo dato credito più di tanto non sarà perché ce l'hanno solo cantata l'agghiacciante promessa che ci avrebbero dato "all'uomo nero per un mese intero" ?
E non sarà forse anche per questo straordinario potere della musica che non possiamo fare a meno di suonare?
:goodpost:
Grazie Nemocap
Uhm .. mi sarebbe venuto da rispondere di getto, ma ... ci hai dato qualcosa su cui riflettere, o per lo meno, io farò così, grazie !!! :thanks:
Come è piccolo il mondo certe volte! ::)
Nel 95/96 ho conosciuto Gabriele Mirabassi a Perugia in una scuola di musica jazz che ho
frequentato. Una volta ci ho pure suonato due accordi.
Ritornando al post è verissimo che la voce è stato il nostro primo strumento con il quale la nostra
anima ed il nostro cuore si sono espressi.
Infatti rimango sempre affascinato dai cori e dai canti gregoriani che reputo terapeutici.
:goodpost:
Grazie per questa bellissima riflessione. Non riesco a rispondere meglio, se non con una citazione di un poeta Senegalese, Léopold Sédar Senghor
"Là dove senti cantare, fermati. Gli uomini malvagi non hanno canzoni..."
Mi fa molto piacere che questa storia vi sia piaciuta.
Citazione di: Elliott il 24 Dicembre, 2017, 12:03 PM
:goodpost:
Grazie per questa bellissima riflessione. Non riesco a rispondere meglio, se non con una citazione di un poeta Senegalese, Léopold Sédar Senghor
"Là dove senti cantare, fermati. Gli uomini malvagi non hanno canzoni..."
Bella, poetica, ma... assolutamente falsa.
Citazione di: nemocap il 24 Dicembre, 2017, 12:12 PM
Mi fa molto piacere che questa storia vi sia piaciuta.
Davvero, grazie di averla proposta
Citazione di: nemocap il 24 Dicembre, 2017, 12:12 PM
Mi fa molto piacere che questa storia vi sia piaciuta.
Molto bella, grazie per averla condivisa, sapevo della povertà di quella zona, un mio ex collega è sposato con una Brasiliana e mi ha raccontato della povertà in cui vivono.....
:thanks: