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JAMBLE Cafè => Chiacchere in libertà => Discussione aperta da: robland il 27 Giugno, 2023, 10:46 AM

Titolo: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: robland il 27 Giugno, 2023, 10:46 AM
Citazione di: LawHunter il 26 Giugno, 2023, 09:13 PMQuesta, per me, è una notizia agghiacciante un machete al Quore.
 :'(  :cry2:  :maio:

Mi viene da fantasticare su un'epoca futura ipotetica in cui tutti avranno un ampli digitale o un modeler ecc. (ma lo dico così per fantasia, senza sarcasmo o critica).
Un ragazzino dirà all'amico:
- Bello questo suono, che cos'è?
- È l'emulazione di un Fender Deluxe Reverb.
- Ah, ok! Senti, ma... tu sai mica com'era fatto il Deluxe Reverb?
- In che senso?
- Sì, intendo dire: che forma aveva? Era come un telecomando?
- Dicono che era più grande e pesante.
- Quindi come un televisore? 
- Cerchiamo su Google.

Scherzi a parte, la tragedia non è tanto l'analogico o il digitale che emula l'ampli strafamoso. La tragedia è che quando i Maiden chiuderanno i battenti, i Metallica pure, e così anche tutti gli altri nel rock e in altri generi ecc. rimarrà davvero poco da emulare...
Non si vendono gli album fisici, quindi non ci sono gli introiti per creare quel mercato florido che investiva in artisti, faceva emergere dei grandi talenti, che a loro volta creavano una tendenza, un sottogenere nuovo, e tutto ciò creava un indotto fatto anche di radio, riviste, fanzine, fanclub, locali e tutto ciò che creava un passaparola assai più consistente e capillare rispetto a quello che pure esiste oggi (ancora ci si trasmette i nomi alla ribalta del momento, ovviamente) e che poi generava un altro indotto in produzione e commercializzazione di strumenti e attrezzatura.
Ora diciamo: ehi sai che Murray usa Fractal, ma in futuro ci saranno sempre meno nomi importanti da menzionare. Sono vent'anni ormai che il numero dei nuovi arrivati (e la loro potenza "economica", quindi anche la fama e la visibilità) non bilancia quello di chi "esce" dal mercato e va in pensione. Il ricambio è totalmente inadeguato per le suddette cause.
A quel punto, cosa emuli?
Ehi sai che il tizio X del gruppo Y è passato al Marshall JCM900?
Ma chi è, chi lo conosce, chi se lo calcola.
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: LawHunter il 27 Giugno, 2023, 12:24 PM
Esatto un declino culturale ed antropologico .... e però io trovo peggiori i media che spingono per questo e chi fa finta di niente, compiacendosi del suo ruolo di consapevole inquinatore.
Non voglio fare moralismi, ovvio, tutto è per profitto anche minimo in questo settore, ma sono le proporzioni e gli spazi che si lasciano a passione ed all'ingegno ed all'approfondimento.
sigh ... sì sono un boomer vecchio .... il problema vero però è per chi non lo è ....  :firuli:
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: Vu-meter il 27 Giugno, 2023, 06:44 PM
Accettatelo, il mondo chitarristico morirà con noi... Che male c'è? Pazienza.
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: b3st1a il 27 Giugno, 2023, 11:09 PM
Mah...io, da "uomo di scienza", appassionato di tecnologia e "tifoso" del progresso scientifico, non sono così spaventato dai cambiamenti in ambito musicale: è sempre stato così e così sempre sarà, con le vecchie generazioni a rimpiangere "le cose di una volta", così come avvenne, qualche decennio fa, quando comparvero il rock e le chitarre elettriche. Ad ogni modo gli ampli valvolari, a mio parere, non scompariranno, ma verrano relegati alla riproduzione della "musica di una volta" o di generi molto specifici, come avviene ad esempio oggi con la chitarra classica, che esiste da secoli e che, seppur ridimensionata nel suo utilizzo, non è scomparsa con l'avvento dell'elettrica. Riguardo i modeler, a mio avviso la strada da seguire per sfruttare realmente le possibilità offerte dalle nuove tecnologie non è quella di continuare a riprodurre gli ampli reali, bensì di generare nuovi modelli ispirati ai vecchi ma non vincolati ad essi, come stanno già facendo oggi diversi produttori. Su Helix, ad esempio, gli ampli che sfrutto di più sono i modelli originali Line6 che, non dovendo emulare alcunché, sono sviluppati in maniera ottimale ed hanno una resa dinamica che (per il mio orecchio) è superiore a quella dei modelli di ampli esistenti!
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: robland il 27 Giugno, 2023, 11:54 PM
Citazione di: Vu-meter il 27 Giugno, 2023, 06:44 PMAccettatelo, il mondo chitarristico morirà con noi... Che male c'è? Pazienza.

In realtà non mi riferisco affatto al mondo chitarristico, ma proprio al mondo musicale quasi per intero, a parte il commerciale spinto e poco altro (che fa introiti attraverso altri canali).
Gli artisti più celebri e anziani stanno vendendo i loro cataloghi interi, i diritti sugli album perché sanno che non ci si guadagna più. Perché? Perché senza la vendita di copie fisiche gli introiti rimanenti sono le briciole.
E senza quegli introiti nemmeno i tour di un certo tipo sono più possibili.
È come un'estinzione. Non riguarda la chitarra ma tutti. Fare un album senza un produttore di un certo tipo significa fare un album povero, perché è il produttore che spesso ci mette i colpi di genio: conosciamo Another brick in the wall Part II nella forma in cui la conosciamo perché il produttore ebbe l'intuizione di darle un taglio disco. Waters non voleva, Gilmour non voleva. Ma il produttore ci lavorò a loro insaputa ed ecco il colpo di genio.
Lo stesso dicasi per il Black Album dei Metallica o per il primo dei Van Halen o per Michael Jackson ecc. ecc. ecc.
Oggi non ci sono i soldi per produrre un album con una certa qualità nemmeno se ti chiami Extreme.
Ma persino una persona di successo come Ed Sheeran deve arrangiarsi alla buona pur entrare nel budget durante i tour.
È un'estinzione di massa, che sembra colpire innanzitutto il concetto di "album" e poi gli artisti (a prescindere da quali strumenti suonano) e quindi interi generi popolari. Anche perché se vengono meno gli introiti che prima erano generati dalle grosse vendite dei big, vengono a mancare anche i soldi che prima permettevano alle etichette di finanziare gli artisti più piccoli, quelli che non avrebbero mai fatto grandi numeri ma che avevano comunque la loro platea di estimatori nel mondo o in un continente.
Ecco perché non capisco chi critica John Mayer o Bonamassa: stanno tenendo ancora in vita un mondo cadente (fatto anche di tastieristi, batteristi e bassisti) in un contesto in via di desertificazione.

Qui non si tratta di digitale o analogico, di tecnologia o tradizione. Se mancano gli artisti (e mancano, ce ne accorgiamo tutti), non c'è neanche più qualcuno da emulare col digitale se non guardando al passato.
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: LawHunter il 28 Giugno, 2023, 12:02 AM
 :'(  :'(  :'(  :'(  :cry2:
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: robland il 28 Giugno, 2023, 08:10 AM
Citazione di: LawHunter il 28 Giugno, 2023, 12:02 AM:'(  :'(  :'(  :'(  :cry2:

In parte questa faccenda è innegabilmente triste, ma guardiamo il lato positivo. Noi l'epoca d'oro l'abbiamo vissuta quindi siamo fortunati. Abbiamo vissuto certe band e certi successi contenuti nei loro album. Fondamentalmente ci hanno lasciato una miniera d'oro che in parte è ancora da scoprire (io ad esempio voglio ascoltare tutta la discografia dei Camel, per fare un solo esempio, e non me ne frega niente se sono album usciti ieri mattina o trent'anni fa: per me sono senza tempo). Ci si campa due vite con tutto quello che è stato prodotti dai '60 al 2000.

E poi magari stiamo solo vivendo un'epoca di transizione. Magari si troveranno nuove formule in futuro per tornare a una prosperità che al momento è stata interrotta.

Comunque è il topic sbagliato per parlarne. Il punto di partenza è che digitale o analogico è grosso modo uguale, non è problema di tool.
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: Vu-meter il 28 Giugno, 2023, 10:12 AM
Quella che ai nostri* occhi è stata "l'epoca d'oro" è, agli occhi dei giovani di oggi, una roba ridicola, sorpassata e inutile. Bonamassa, Mayer e compagnia suonano per un folto numero di boomer et similia e uno sparuto numero di "giovani" o pseudo tali. Ma in fondo, che male c'è che questa cosa termini? Sono terminate decine di cose prima e ancora ne termineranno in futuro, anzi, penso che il futuro brucerà le tappe sempre più velocemente.

Il rock, il blues, generi e sottogeneri, resteranno (ma forse neanche per tanto tempo) una musica di nicchia di qualche estimatore. Non ci trovo niente di strano o di male, forse perchè già vivo da decadi in una musica di nicchia.  :etvoila: Probabilmente tirerà avanti ancora un po' il metal e i suoi sottogeneri, ma anche quello, alla lunga ...

Sono solo opinioni ovviamente, ma vista l'esperienza pregressa ... Se ne parlò comunque ampiamente in un topic apposito che se ritrovo, forse farei bene a fare il taglia e cuci, perchè queste cose hanno poco o niente a che vedere con Fractal ..


*mi ci metto anche io seppur non faccia parte interamente del gruppo
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: elzeviro il 28 Giugno, 2023, 03:49 PM
Citazione di: Vu-meter il 28 Giugno, 2023, 10:12 AMProbabilmente tirerà avanti ancora un po' il metal
di questo son contentissimo (viva i Testament!); però Vu, perdonami, limitarsi a constatare una tendenza è piuttosto facile; non sarebbe più interessante tentare di spiegarsi il perché di questi tramonti o crepuscoli? certo è difficilissimo! tant'è che io riesco a spiegarmelo soltanto considerando queste parabole come mode: il che, ammetto, non è una vera spiegazione neanche questa...
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: LawHunter il 28 Giugno, 2023, 03:57 PM
Citazione di: Elzeviro il 28 Giugno, 2023, 03:49 PMdi questo son contentissimo (viva i Testament!); però Vu, perdonami, limitarsi a constatare una tendenza è piuttosto facile; non sarebbe più interessante tentare di spiegarsi il perché di questi tramonti o crepuscoli? certo è difficilissimo! tant'è che io riesco a spigarmelo soltanto considerando queste parabole come mode: il che, ammetto, non è una vera spiegazione neanche questa...

... e magari, ognuno nel proprio piccolo contrastare certe tendenze, invece di essere rassegnato? Soprattutto perchè anche nel settore musica le tendenze vengono create ad arte secondo gli interessi ed attraverso dei piccolo mercenari youtuber che per vivere si fanno promotori delle asserite novità o virtù del prodotto

Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: Vu-meter il 28 Giugno, 2023, 04:01 PM
Citazione di: Elzeviro il 28 Giugno, 2023, 03:49 PMdi questo son contentissimo (viva i Testament!); però Vu, perdonami, limitarsi a constatare una tendenza è piuttosto facile; non sarebbe più interessante tentare di spiegarsi il perché di questi tramonti o crepuscoli? certo è difficilissimo! tant'è che io riesco a spiegarmelo soltanto considerando queste parabole come mode: il che, ammetto, non è una vera spiegazione neanche questa...

Oddio, è roba da sociologi; che a dirla tutta, in genere studiano gli eventi dopo che sono successi..
Possiamo parlare in termini di pareri e niente più, penso.

Secondo me, ripeto, secondo me, è fisiologico. Quando nasci e cresci NON vuoi avere a che fare con le cose con cui hanno avuto a che fare i genitori o addirittura i nonni, penso che il rifiuto sia una sorta di "attivismo naturale". Magari qualcosa puoi apprezzare, ma comunque, il mondo del business ha già pronto per te qualcos'altro che apparentemente ti aiuta a creare la tua identità personale, distaccata da quelle dei tuoi progenitori. È già tutto pronto e non è neanche facile non lasciarsi trasportare perchè tutti i tuoi coetanei fanno a quel modo, ascoltano quelle cose, vestono a quel modo.

I miei ricordi di ragazzo, in una compagnia gigante di 57 individui tra maschi e femmine sono: io che ascolto roba vecchia e devo cercarla, un altro ragazzo che era già più moderno ma come me amava la musica datata e tutti gli altri che ascoltavano la radio, i brani del momento, i pezzi da disco music (convinti che i deejay suonassero), i tormentoni estivi e invernali e quant'altro passava il mondo in quel momento. Se parlavi dei Beatles qualcuno diceva "carini", ma poi passava oltre e ti guardava come fossi il poveraccio rimasto all'età della pietra, tanto per dire.

Penso sia fisiologico .. cambiano tutte le arti e la musica non è da meno per un motivo molto semplice: perché è business. Deve necessariamente rispecchiare i tempi. Se oggi tento di vendere un vecchio frullatore a mano, fatto salvo di trovare quel singolo amatore del genere, non farò una grande produzione. Se invece creo qualcosa di odierno: elettrico e magari anche con una parte software, che magari si collega ad internet e scarica ed esegue le ricette, magari anche con qualche forma di AI, quello sì che è un prodotto che potrò vendere. La musica, PURTROPPO, è messa sullo stesso piano da chi la produce. Che ci vuoi fare ?
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: Vu-meter il 28 Giugno, 2023, 04:03 PM
Citazione di: LawHunter il 28 Giugno, 2023, 03:57 PM... e magari, ognuno nel proprio piccolo contrastare certe tendenze, invece di essere rassegnato? Soprattutto perchè anche nel settore musica le tendenze vengono create ad arte secondo gli interessi ed attraverso dei piccolo mercenari youtuber che per vivere si fanno promotori delle asserite novità o virtù del prodotto




Non ne abbiamo il potere, secondo me.  :etvoila:
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: Vu-meter il 28 Giugno, 2023, 04:06 PM
Scusate se ho diviso, ma penso fosse d'uopo.
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: elzeviro il 28 Giugno, 2023, 04:09 PM
e forse ha ragione anche il buon @robland (molto stimolanti le sue riflessioni, sempre basate su innumerevoli dati e informazioni ben precisi), se ho capito bene il suo discorso: è, come sempre, tutta una questione di soldi: essendo collassata l'industria discografica, i produttori non ci guadagnano più e fanno prodotti 'musicali' usa e getta, di poco prezzo, come accade con gli utensili più vari: una volta ce li passavamo di generazione in generazione (non duravano semplicemente una vita!), ora durano poco, son di bassa qualità, ecc.ecc.
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: LawHunter il 28 Giugno, 2023, 04:11 PM
Citazione di: Vu-meter il 28 Giugno, 2023, 04:03 PMNon ne abbiamo il potere, secondo me.  :etvoila:

Siamo consumatori siamo quello che più interessa a loro, ergo abbiamo un'arma in mano. La nostra scelta secondo coscienza.
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: Vu-meter il 28 Giugno, 2023, 04:20 PM
Citazione di: LawHunter il 28 Giugno, 2023, 04:11 PMSiamo consumatori siamo quello che più interessa a loro, ergo abbiamo un'arma in mano. La nostra scelta secondo coscienza.

Caro Law, noi purtroppo non siamo considerati dal mercato. I consumatori di musica sono i giovani e giovanissimi. C'è un mercato anche per noi, ma è secondario, per dirla senza offendere.  :laughing:

Gli U2 sono quello che erano Bobby Solo e Little Tony per i miei genitori... :etvoila:
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: Vu-meter il 28 Giugno, 2023, 06:33 PM
@Elzeviro : ho riportato la tua risposta qui.. https://forum.jamble.it/index.php?msg=473252

Così fa parte del topic giusto.. :beer:
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: robland il 28 Giugno, 2023, 11:03 PM
Citazione di: Vu-meter il 28 Giugno, 2023, 10:12 AMQuella che ai nostri* occhi è stata "l'epoca d'oro" è, agli occhi dei giovani di oggi, una roba ridicola, sorpassata e inutile.

Ma non esiste una gioventù uniforme e omologata, così come omologati non lo siamo noi.
E inoltre non è che a loro debba piacere quel che piace(va) a noi. Il punto è che secondo la mia visione catastrofista rebus sic stantibus, il sostanziale declino della discografia - e non di un genere o di uno strumento - impedirà a nuovi artisti di avere le chance che gli altri talentuosi delle generazioni precedenti hanno avuto e di cui le nuove generazioni avrebbero volentieri goduto.
Faccio l'esempio di un tastierista compositore, così non parliamo di chitarristi: Derek Sherinian.
La prosperità generata da un mercato discografico in cui giravano soldi per tutti gli addetti ai lavori consentiva alle etichette di finanziare gli album solisti di un tastierista ambizioso. Oggi questa chance viene negata alle nuove leve, che quindi dovranno fare tutto in casa, con risultati oggettivamente più scadenti, perché l'album finanziato da una etichetta era impacchettato in un certo modo (quindi lavorato sotto molteplici aspetti da operatori del settore e non solo dall'artista) per aumentarne qualità, appetibilità e probabilità di successo (in modo da avere un ritorno dell'investimento e possibilmente un profitto).

Vent'anni fa un Guthrie Govan avrebbe avuto già una discografia di successo, sarebbe stato pompato da riviste, promozioni e tour con musicisti di qualità ingaggiati grazie agli introiti delle vendite. Oggi invece su un talentuoso così non può investire nessuno, perché le copie fisiche non si vendono (non è questione quindi di chitarra o di musica strumentale), quindi deve sostentarsi con qualche concertino minuscolo e tante clinic. È un peccato: la generazione che è cresciuta con Asato, Govan, Johnston ecc. avrebbe goduto di più se avesse avuto la chance di vederli esprimere al loro meglio in una discografia di album solisti. Invece niente album. Secondo me, visto che a me la musica ha dato tantissimo, è una perdita artistica incommensurabile.
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: robland il 28 Giugno, 2023, 11:36 PM
Citazione di: Elzeviro il 28 Giugno, 2023, 04:09 PMe forse ha ragione anche il buon @robland (molto stimolanti le sue riflessioni, sempre basate su innumerevoli dati e informazioni ben precisi), se ho capito bene il suo discorso: è, come sempre, tutta una questione di soldi: essendo collassata l'industria discografica, i produttori non ci guadagnano più e fanno prodotti 'musicali' usa e getta, di poco prezzo, come accade con gli utensili più vari: una volta ce li passavamo di generazione in generazione (non duravano semplicemente una vita!), ora durano poco, son di bassa qualità, ecc.ecc.

È una questione di soldi perché qualunque arte fiorisce meglio in un ambiente florido. Non vuol dire che non esistano eccezioni, ma il rinascimento, con la sua esplosione di diverse arti, è stata possibile in una Firenze ricca e con tante opportunità. E così l'arte fiamminga o il barocco.

L'esplosione di Elvis e dei Beatles avviene non a caso in una società occidentale in forte ripresa, con quasi tutte le famiglie che hanno i mezzi economici per acquistare un disco, che cominciano ad avere diffusamente la tv in casa oltre che la radio e un giradischi.
Girano soldi e nascono i giganti della discografia che possono produrre sempre più copie e fanno introiti tali da affidare ad alcuni impiegati l'incarico di fare i talent scout, da sguinzagliare nei locali per ingaggiare musicisti promettenti, nella speranza di trovarne venti su cento che permettessero, tramite le vendite, di non andare in perdita e finanziare altri progetti.
È grazie a queste possibilità che centinaia di milioni di persone hanno potuto ascoltare, vedere e magari ispirarsi e ambire a intraprendere la stessa via dei loro beniamini: poter vivere di musica, diventare star, mettere su delle band, conquistare ragazze, girare il mondo, fare casino e creare arte.
Dave Grohl scopre i Beatles e se ne innamora. Steve Lukather vede i Beatles all'Ed Sullivan Show, impazzisce e decide che anche lui vuol fare la stessa cosa. Malmsteen bambino vede in TV un'immagine fugace di Hendrix che brucia la chitarra e ha una folgorazione. Tutto vero, ma c'era un ambiente e delle "infrastrutture" che rendevano possibile coltivare quel tipo di ambizioni.

Ma se gli album non si vendono...

Da Napster in poi è iniziato il declino di quel mondo* che in quarant'anni ci ha regalato una valanga di gemme musicali, orde di musicisti fortissimi la cui creatività veniva esaltata da altri professionisti (quindi gente che vive di quel lavoro: giornalisti del settore, critici, fonici, roadie, addetti al marketing, discografici, tour manager, proprietari di club, di sale prove, di sale da concerto) e - perché no - anche la nascita di un mercato con una infinità di strumenti musicali che riproducono quelli con cui è stata fatta la storia della musica popolare.
*Perché impossessarsi della musica era diventato improvvisamente gratuito.

Forse con l'intelligenza artificiale sarà destinato tutto a cambiare ancora. Magari un giorno potrò dire a un software di studiarsi The Bends dei Radiohead, lo stile di ogni strumento e il tipo di produzione e mixing, e di sfornarmi cento brani simili. Magari 90 faranno schifo e 10 saranno super, e i Radiohead non li avranno nemmeno suonati: ci avrà pensato una macchina.
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: Vu-meter il 29 Giugno, 2023, 07:10 AM
Da parte mia non posso che risponderti: "pazienza" e fare spallucce..  :etvoila:
Forse perché non ho figli...  :-\
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: Ombra/luce il 01 Luglio, 2023, 01:40 AM
Ho valutato molto se rispondere o meno a questa discussione perchè non è semplice, quello che ognuno ha detto è condivisibile, la situazione qui va guardata in tante angolazioni diverse.
E' complicato da riassumere, anche per me farmi un quadro completo, però penso che tutta la storia ha visto cambi di usi, costumi e interessi con lo scorrere del tempo, anche la musica classica, che nei secoli scorsi spingeva i giovani ad interessarvici, oggi è una nicchia, ci sono certamente musicisti classici però non è che si vedano tanti giovani avvicinarsi alla classica così, non è che  vedi i ventenni che  vanno all'opera come prima fonte di piacere come magari succedeva nel 1700, ogni epoca, in base anche alla tecnologia tipica della propria epoca, ha avuto delle sue peculiarità che sono andate sempre più in disuso in quelle successive dal momento che la tecnologia permetteva nuove cose e nuovi stimoli.

Quello che è certo è che ormai siamo entrati in una nuova era tecnologica, ciò ha portato a nuovi usi e nuovi costumi di massa, poi si, le nicchie che ricercano certe sonorità ci saranno ancora, però siamo in una nuova era, uno spacco veramente netto rispetto al secolo scorso, rispetto allo stile di vita che c'era negli anni '80 ma lo  stesso  vale per gli anni 80 rispetto agli  anni 50. Poi chiaro, io che sono appassionato di certa musica me ne dispiaccio, però mi rendo conto che siamo in un'altra era e come tale ha cambiato usi e costumi dei giovani.

Mi è difficile spiegare per bene il concetto, spero si sia capito un pò, è un discorso troppo vasto per potermi spiegare al meglio. Comunque sia c'è tanta roba buona nella seconda metà del '900, musicalmente parlando ed è materiale che si è potuto registrare, rispetto alla musica classica dell'epoca di Mozart, dove per poterla ascoltare devi suonarla e devi farti pure un mazzo tanto per arrivare a suonarla ( o ascoltare chi può farlo, ed è proprio per questo motivo che oggi non è andata  dimenticata, per quanto anch'essa sia  di nicchia, ancora più di nicchia della musica della seconda metà del 900), quindi penso che non verrà dimenticata, ci saranno sempre giovani che possono attingervi, scoprirla, appassionarsene, ma saranno nicchie, come già lo sono ora. E comunque di musica valida ce n'è tanta ancora, solo che essendo più di nicchia, non  facendo girare il mercato più consistente, non è sulla bocca di tutti e bisogna andarsela a cercare coscientemente, rispetto ad altre epoche che faceva parte proprio degli usi e costumi della gente di quell'epoca e che quindi il giovane medio l'aveva alle orecchie nella normalità, adesso serve più coscienziosità e una ricerca valutata, però di giovani che queste ricerche le fanno per ora ne ho visti, per quanto sia una nicchia.
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: Davids il 01 Luglio, 2023, 01:55 PM
Ne avete messa di carne al fuoco, fijoli.
Andiamo in ordine.
Questione analogico/digitale, ampli/emulazione. Da qui ai prossimi 30 anni l'amplificatore valvolare per chitarra diventarà simile all'amplificatore hifi, un oggetto esoterico destinato a pochi appassionati che sono in grado di apprezzarne i vantaggi rispetto allo streaming su internet fatto con le Airpods. Voglio dire, quante persone conoscete oggi che hanno un vero e proprio impianto hifi per ascoltare musica? Non per forza quei sistemi super ricercati, ma anche un banale integrato Denon, lettore Marantz abbinati a due B&W o a due Focal. Pochi, davvero pochi. L'hifi andava forte negli anni 70-80-90, poi sono arrivati i compatti stereo, i CD, i lettori MP3 portatili e poi tutto l'impianto si è ridotto a un iPhone da tenere in mano collegato a due cuffie wirless e la musica anzichè essere gustata in ogni sua sfumatura in salotto è diventata un semplice riempitivo da ascoltare in metropolitana mentre ti rechi al lavoro.
Il valvolare per chitarra farà la stessa fine, e forse l'ha già fatta. Basti pensare che già oggi chi ha pedali e ampli belli, quando deve uscire a suonare si porta la Helix, e l'80% di chi imbraccia la chitarra per la prima volta è fermamente convinto che tra un Fractal e un ampli non ci sia alcuna differenza. Mi ricordo che quando ho iniziato io, la pedaliera digitale era il ripiego di chi non si poteva permettere il testata-cassa valvolare, non il suo sostituto.

Questione rock-civiltà.
Cliccate qui sotto.
https://www.instagram.com/olvroff/
Questo è il sacco di letame che un paio di giorni fa ha barbaramente ucciso una 17enne a Roma, l'ha infilata in un carrello della spesa e poi l'ha abbandonata vicino a un cassonetto dell'immondizia come fosse un rifiuto.
Se date una occhiata al suo profilo, troverete la summa di quello che piace ai giovani della fascia 13-23 anni: musica di m***a con testi di m***a tutti droga, soldi, violenza, narcisismo. Il classico maranza con comportamenti antisociali e autodistruttivi che suscita invidia e ammirazione nei coetanei e nelle coetanee. Non mi credete? Guardate quanti follower ha. Voi con gli scatti dei vostri gatti e delle vostre chitarre, a quanti followers siete arrivati? 200, se siete fortunati.
Su questa base, qualsiasi discorso artistico-musicale non può attecchire. Led Zeppelin? Roba da Mesozoico. Bonamassa e Mayer? Due snob che suonano una lagna con un bizzarro attrezzo a corda. Assoli di chitarra? Roba da trapassato remoto. La voce di Freddie Mercury? Si ok, sa cantare, ma dove è l'autotune?
Si, sembra di sentire gli stessi discorsi da dinosauro che faceva la mia prof d'arte a proposito dei Nirvana (rumore!!), gli  stessi che probabilmente facevano i genitori negli anni '60 a chi per la prima volta ascoltava i Rolling Stones e gli Zeppelin, tanto che li chiamavano "capelloni" in tono dispregiativo. In fondo anche questi musicisti parlavano di droga, soldi, notti folli, ma con due importanti differenze. La prima è che noi capivamo che quel tipo di vita era a pannaggio delle rockstar, non volevamo certo imitarli, e poi quel tipo di musica richiedeva un talento fuori dal comune. Oggi per fare musica bastano un microfono, la faccia piena di tatuaggi e un paio di jeans 3 taglie più grandi. A tutto il resto pensa l'autotune e il tipo che ti scrive il beat.

Vado oltre.
Di recente c'è stato un grande interesse per i Polyphia, quelli che in questo deserto artistico sembrano poter continuare la tradizione della musica suonata con strumenti veri, quella che richiede talento sul manico e capacità compositiva. Bravissimi, certo, ma dopo averli ascoltati cosa ti resta di una canzone dei Polyphia? Non c'è un motivo, un assolo, un ritornello che ti rimanga nella mente. Capriole sul manico che comunicano poco e nulla.
Scorro oltre e chi trovo? I Maneskin, prodotto commerciale frutto dei talent-show e asservito alle corporations nato per solleticare i timpani di borghesi annoiati fintoalternativi, e i Greta Van Fleet che dopo il clamore di qualche anno fa sembrano essere caduti nel dimenticatoio. Ma è comprensibile, se voglio sentire la voce e i riff dei Led Zeppelin, mi rivolgo agli originali.
Poi scorri ancora avanti nella playlist di Youtube e ti ritrovi un vecchio coi capelli bianchi che con 3 note ti dipinge un universo. Che ti porta in un viaggio che si sa dove inizia e non si sa dove finisce.
E quindi siamo intrappolati in questo, tra un vecchio mondo rimescolato e lucidato che finisce per essere l'anemica copia di ciò a cui si ispira, e un nuovo mondo su cui è meglio tenere la porta chiusa per non inorridire.
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: elzeviro il 01 Luglio, 2023, 02:31 PM
@Davids non c'è da cambiare una virgola :quotone:
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: Santano il 01 Luglio, 2023, 02:46 PM
Citazione di: Elzeviro il 01 Luglio, 2023, 02:31 PM@Davids non c'è da cambiare una virgola :quotone:

 :quotone:
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: Vu-meter il 01 Luglio, 2023, 03:00 PM
Citazione di: Davids il 01 Luglio, 2023, 01:55 PMOggi per fare musica bastano un microfono, la faccia piena di tatuaggi e un paio di jeans 3 taglie più grandi.


 :laughing:  :lol:  :sarcastic:

Quanta verità in poche parole che da un lato fanno davvero ridere, ma dall'altro...
Titolo: Re: Musica, società, costume. Si può davvero indirizzare il cambiamento?
Inserito da: Ombra/luce il 01 Luglio, 2023, 03:57 PM
@Davids Senza quotare, purtroppo nel tuo messaggio ci trovo tanta verità, hai purtroppo fatto un quadro molto amaro e veritiero di com'è attualmente la situazione dei giovanissimi. Pensate che il posto dove lavoro è perennemente preso di mira da orde di ragazzini, che variano tra i 13 ai 17/18 che perpetrano veri e propri vandalismi allo stabile, svuotano estintori, lanciano carrelli da altezze a rischio di ammazzare qualcuno, scassano a calci porte, quando ci chiamano per intervenire ci ridono letteralmente in faccia ma proprio nella città, è diventata una piaga difficile da contenere, fanno i gangster. Anche quando ero piccolo io c'erano i picchiatori, ci sono sempre stati, magari in altre epoche c'erano i picchiatori per fini politici (anche se ho sempre visto il fine politico una scusa per liberare una violenza di fondo), i picchiatori negli stadi, i bulli, questi ci sono sempre stati, ai tempi di  mio nonno, di mio padre, miei, però qui la situazione ha perso il controllo, mio padre da giovanissimo seguiva ideali e aveva nelle orecche musica di una certa caratura, anche sociale,  Dylan, Cohen, musica che accompagnava i giovani di quell'epoca nella lotta per i propri ideali, i giovani di quest'epoca invece purtroppo sono cresciuti a disinformazione, monnezza musicale, forte individualismo, maleducazione, social, canali youtube di videogiochi.. Ho sentito (e mi è stato confermato da genitori di teen agers) di ragazzine che scelgono i fidanzatini in base a quanti like e followers hanno nei social..

Il mondo è cambiato, a livello sociale purtroppo in peggio, io ho persone della mia età e anche più vecchie che ormai passano la vita con lo smartphone in mano, su whatsapp, ore ed ore, io ultimamente sto avendo un forte rigetto, entro a controllarlo una volta ogni due giorni, non mi va di spendere ore della mia giornata libera a dover rispondere a tutti quelli che scrivono, già ho poco tempo, per continuare a esercitarmi con la chitarra, il pianoforte e continuare le mie passioni, ci manca solo che annullo quel tempo per mettermi a chattare con whatsapp sulla sedia.. guardate, io preferisco che uno mi inviti a bermi una birra al bar,  che mi tenga 40 minuti su whatsapp, sarà pure comodo ma io la vita voglio viverla, assaporarla, stare a chattare ore e ore col sedere sulla sedia non è vivere, è semplicemente stare col sedere sulla sedia a buttare ore della propria vita, un conto è usare whatsapp per mettersi d'accordo su un'uscita o anche una cosa saltuaria, un altro è passare ore ed ore della vita a chattare, no, questo non mi deve sostituire la vita vissuta sulla propria pelle, io voglio guardarla neglio occhi la gente, gli amici.. ultimamente sto avendo un forte rigetto verso queste cose, dentro di me desidero prendere e buttare il telefono nel fiume, l'unica cosa che mi frena è che serve, però mi sto sempre più distaccando e credetemi che gente adulta, della mia età  o anche più vecchia, non capisce questa mia scelta, si offendono se non rispondi, se la prendono, ormai anche molti di quelli che sono nati e cresciuti in altre epoche vivono di social, si sfondano di social e la società non riesce più a comprendere chi non ci si vuole inserire.. La tecnologia è sana quando facilità la vita e amplia le possibilità, ma se diventa un'overdose che annulla i rapporti umani veri, quelli faccia a faccia, se porta a chiudersi con le chiappe sulla sedia per ammazzare il tempo , altrimenti ci si sente senza stimoli, allora no, io non ci sto.. non butto ore della mia vita a condividere freneticamente meme nelle chat degli amici o a chiacchierare sui social con amici che invece potrei vedere.. se si arriva a sostituire il vedersi dal vivo e fare cose con un mero stare a chiappe sulla sedia a chattare, sinceramente anche no, perchè potrebbe sembrare di stare avendo un colloquio con qualcuno ma sulla carta è stare in solitudine a casa con le chiappe sulla sedia, sostituendo il rapporto umano dal vivo con una chattata.. io ormai whatsapp lo uso solo per veloci informazioni, sul lavoro, per mettermi d'accordo su qualcosa, un botta e risposta di pochi secondo, però non non intendo sostituirlo al rapporto umano dal vivo, non spendo ore ed ore della mia vita a sostituire il rapporto dal vivo e annullare già il risicato tempo libero che ho per spendere ore a rispondere a decine di persone che ogni giorno, più volte al giorno, scrivono su whatsapp, per condividermi meme, foto e altre cose. Mi rifiuto.


Ma signori scusate.. questo topic può aprire a tutto, ce ne sarebbe così tanto da dire..

Sul discorso vinili e impianti, mi è capitato in passato che quando dicevo a qualcuno che sarei andato a fiere del vinile mi guardavano senza assolutamente capire di cosa stessi parlando, ma è una nicchia della nicchia della nicchia della nicchia oggi come oggi, sono cimeli bellici per residuati bellici come noi, è roba di altre epoche e altre condizioni tecnologiche, oggi il mondo è anni luce diverso.. e anche per me, che ho quarant'anni, io tendo a essere un caso piuttosto isolato perchè i miei coetanei hanno forse visto dai genitori i vinili, ma già sono di un'epoca dove questi erano ormai in disuso, io mi ci sono avvicinato per forte passione  ma trovare un mio coetaneo con impianto e vinili non è affatto semplice.. basti pensare che molti produttori si fanno  addirittura problemi e dubbi se far uscire il cd, che è anche quello è diventato una nicchia, figurarsi il vinile e l'impiantistica hi-fi. Nicchia della nicchia della nicchia..