In musica cos'è innovativo per voi? Cosa intendete con questo concetto?
Se io vi chiedessi "chi sono gli artisti più innovativi degli ultimi vent'anni?" voi che nomi mi fareste?
Innovativo può voler dire essenzialmente due cose per me: inventare qualcosa di davvero nuovo (cosa estremamente difficile, e molto più rara di quello che si pensa), rielaborare il noto in una maniera fresca e mai sentita prima, o che comunque renda subito chiaro, dopo poche note "questa è roba fatta da poco". Trovo innovatori sia quelli che creano nuove "mode", sia quelli che lavorano in maniera più pura sul linguaggio musicale
Negli ultimi 20 anni innovatori ce ne sono stati talmente tanti che la lista è lunghissima, anche perchè la frammentazione dei generi e la liquidità rendono davvero difficile focalizzare le cose, ma se devo restringere il campo a pochi nomi direi, in ordine sparso: J Dilla, Brad Mehldau, Thom Yorke, Robert Glasper, Erykah Badu, Michael League, Nai Palm, Jacob Collier, Plini, Brian Blade, Kurt Rosenwinkel
Ma sicuramente ce ne sono moltissimi altri, anche solo fermandosi a un singolo genere
Per me innovare vuol dire creare musiche mai ascoltate che non si rifacciano a niente di precedente e che generino però curiosità ed interesse e il cui messaggio, benché spiazzante, sia comunque percepibile.
Negli ultimi vent'anni per quella che è la mia magra cultura musicale non ho esempi marcati
Lo sono stati Hendrix per l'uso di sonorità psichedeliche, gli Area per la voce è i testi di Stratos, Elvis per la sua regalità. Poi Fripp, i Cure, i sex pistols, Janis, I Nirvana, I rhcp, etc
Per me è innovativo tutto ciò che crea una nuova tendenza. Non necessariamente , dal mio punto di vista, positivo e non necessariamente deve coinvolgere le masse. Anche le nicchie hanno le loro nuove tendenze mentre, come innovazione percepita negativamente dal sottoscritto ci vedo sia generi musicali (trap) che produzione (su tutte, l'incentivazione del brano usa e getta, della hit effimera a dispetto del lavoro strutturato, dell'album).
Nomi? Evito fermamente di farne perchè credo che finirà come il topic sull'espressività dove, ho letto robe assurde e talvolta pretensiose nel nome dell'interpretazione personale del concetto.
Innovazione non sempre è sinonimo di miglioramento, anzi.
Ascolto molto volentieri alcuni degli autori proposti da Mariano ma innovazione è anche, a mio avviso, un aspetto che riguarda ognuno di noi, quindi soggettivo.
Personalmente significherebbe ad esempio esplorare generi dai quali ho mantenuto, a varie ragioni, le distanze.
Per me vale quello che è già stato detto, ovvero chi è stato in grado di creare nuove tendenze e chi ha fatto qualcosa di diverso, per buttare la qualcosa di non ovvio direi John Oliva con la Trans Siberian Orchestra.
A livello personale approfondire qualsiasi cosa non abbia ancora mai suonato
Citazione di: Elliott il 13 Marzo, 2020, 07:44 AM
Per me è innovativo tutto ciò che crea una nuova tendenza. Non necessariamente , dal mio punto di vista, positivo e non necessariamente deve coinvolgere le masse. Anche le nicchie hanno le loro nuove tendenze mentre, come innovazione percepita negativamente dal sottoscritto ci vedo sia generi musicali (trap) che produzione (su tutte, l'incentivazione del brano usa e getta, della hit effimera a dispetto del lavoro strutturato, dell'album).
Nomi? Evito fermamente di farne perchè credo che finirà come il topic sull'espressività dove, ho letto robe assurde e talvolta pretensiose nel nome dell'interpretazione personale del concetto.
Che fai, ti autocensuri? Qui servono nomi. Forza forza!
Vi ringrazio. Ma, a parte Mariano, vi rendete conto che, messa così, non sembra esserci niente di innovativo considerato che non sono stati spesi dei nomi?
Citazione di: Mariano il 13 Marzo, 2020, 02:41 AM
Innovativo può voler dire essenzialmente due cose per me: inventare qualcosa di davvero nuovo (cosa estremamente difficile, e molto più rara di quello che si pensa), rielaborare il noto in una maniera fresca e mai sentita prima, o che comunque renda subito chiaro, dopo poche note "questa è roba fatta da poco". Trovo innovatori sia quelli che creano nuove "mode", sia quelli che lavorano in maniera più pura sul linguaggio musicale
Negli ultimi 20 anni innovatori ce ne sono stati talmente tanti che la lista è lunghissima, anche perchè la frammentazione dei generi e la liquidità rendono davvero difficile focalizzare le cose, ma se devo restringere il campo a pochi nomi direi, in ordine sparso: J Dilla, Brad Mehldau, Thom Yorke, Robert Glasper, Erykah Badu, Michael League, Nai Palm, Jacob Collier, Plini, Brian Blade, Kurt Rosenwinkel
Ma sicuramente ce ne sono moltissimi altri, anche solo fermandosi a un singolo genere
Secondo te perché Rosenwinkel è un innovatore?
E perché lo sarebbe Mehldau?
Terza domanda: Nir Felder secondo te lo è?
Non servono nomi per esprimere un concetto. Anche perchè, in alcuni dei nomi spesi non ci trovo nulla di innovativo e, non voglio essere psrtecipe di discussioni assurde dove di arriva a giudizi assurdi.
Se il mio contributo non è sufficiente, comprendo ma mi astengo dalla discussione.
Citazione di: robland il 13 Marzo, 2020, 10:01 AM
Citazione di: Mariano il 13 Marzo, 2020, 02:41 AM
Innovativo può voler dire essenzialmente due cose per me: inventare qualcosa di davvero nuovo (cosa estremamente difficile, e molto più rara di quello che si pensa), rielaborare il noto in una maniera fresca e mai sentita prima, o che comunque renda subito chiaro, dopo poche note "questa è roba fatta da poco". Trovo innovatori sia quelli che creano nuove "mode", sia quelli che lavorano in maniera più pura sul linguaggio musicale
Negli ultimi 20 anni innovatori ce ne sono stati talmente tanti che la lista è lunghissima, anche perchè la frammentazione dei generi e la liquidità rendono davvero difficile focalizzare le cose, ma se devo restringere il campo a pochi nomi direi, in ordine sparso: J Dilla, Brad Mehldau, Thom Yorke, Robert Glasper, Erykah Badu, Michael League, Nai Palm, Jacob Collier, Plini, Brian Blade, Kurt Rosenwinkel
Ma sicuramente ce ne sono moltissimi altri, anche solo fermandosi a un singolo genere
Secondo te perché Rosenwinkel è un innovatore?
E perché lo sarebbe Mehldau?
Terza domanda: Nir Felder secondo te lo è?
il Motivo per cui trovo Mehldau e Rosenwinkel innovatori è lo stesso. Se ripercorro la storia dei capiscuola pianistici dell'ultimo secolo, cronologicamente dopo Harbie Hancock, Chick Corea, Keith Jarret e Fred Hersh trovo Mehldau. È indubbio che nel post 2000, sia stato in assoluto il pianista NON classico più influente a livello linguistico. Non è solo la sua preparazione assoluta, è la sua capacità di aver creato una musica molto differente da quella dei decenni passati, che ha influenzato non solo i pianisti dal punto di vista tecnico, ma tutti i musicisti dell'area "jazz" nel senso più ampio del termine (comprende anche parte del pop, arrangiatori, autori di colonne sonore....)
Bastano pochi accordi per dire "o è Mehldau, o è qualcuno che imita Mehldau". Stessa cosa per Rosenwinke: quando ho iniziato a suonare nei primi anni 2000 (2004 o giù di li) tutti imitavano Pat Metheny. Tempo un paio d'anni, tutti imitavano e trascrivevsano Rosenwinkel, ed è un trend che non è mai passato. È indubbiamente il chitarrista jazz più influente nel nuovo millennio, più ancora di Pat Metheny, tanto che sono pochi i nomi grossi e giovani a distaccarsi dalla sua estetica. Julian Lage ad esempio, ma se penso ai nomi giovani che sono un pò sulla bocca di tutti gli appassionati di questa musica: Reiner Baas, Mike Moreno, Gilad Helckesman, Nir Felder e moltissimi altri più o meno "grandi", tutti risentono di Rosenwinkel, non solo nel fraseggio, ma anche nel suono. L'utilizzo di molti effetti diversi, di synth ecc... usati sempre con molta parsimonia nel jazz sono diventati d'uso dopo di lui (e ovviamenti altri, non è che si è inventato tutto lui, ma è stato un pò il portabandiera di un trend): il fatto che oggi la pedaliera di un chitarrista jazz o fusion sia indistinguibile da quella di un chitarrista rock o pop si deve in gran parte all'esempio di Rosenwinkel
Questo è un suo brano, neanche uno dei più sperimentali, inserito in un contesto di big band: certamente è identificabile come "jazz", ma ha alcuni elementi che lo rendono sicuramente diverso da brani simili di anni 70-80-90. E il suono, è quello che da vent'anni tutti nel jazz imitano, è diventato uno staple al pari di quello di Metheny. E si tratta comunque di un brano abbastanza "plain" nella produzione di Rosenwinkel
Zhivago - OJM + KURT ROSENWINKEL - YouTube (https://youtu.be/aiw8CTK2o_Q)
se ascolto questo brano di Mehldau è la stessa cosa: l'influenza avuta da tutta la musica "rock" di fine 90 inizio 2000, Radiohead in primis (a loro volta influenzati dalla scena jazz americana ed europea, sopratutto da Amnesiac e Kid A in avanti) gli ha permesso di fare qualcosa che è allo stesso tempo tradizionale e nuovo. Brani così nei decenni precedenti non ce ne sono, o quasi, ora sono il "mainstream"
When It Rains - YouTube (https://youtu.be/a8XRdY-JQnA)
Per quanto riguarda Nir Felder, attualmente più che innovatore lo vedo come uno dei migliori esponenti di quelli che potremmo definire eredi di Rosenwinkel: come mi disse un paio di anni fa un bravissimo chitarrista italiano appena ventenne, "siamo tutti figli di Kurt". Sicuramente ha tutti i numeri per essere ricordato come innovatore e caposcuola, vedremo dove va la sua produzione. Perchè alla fine l'importante è quello: la bravura e preparazione sono una cosa, quello che produci e lasci un'altra
Ovviamente considerazioni simili si possono fare per moltissimi musicisti di molti generi diversi. Io bazzico di più quell'area la, e quindi ho più nomi da quella parte. Ma sicuramente ci sono innovatori in tutti i generi musicali, dal pop al metal alla musica per orchestra alle musiche non occidentali
Ovvio che se parliamo di grammatica pura, finché si resta dentro un'ottava divisa in 12 semitoni, non c'è più niente di "nuovo" dagli anni 30 del 900. Si stanno rimpendo un pò i confini ora
Non capisco perché non puoi serenamente accettare le risposte che ricevi robland. :etvoila:
Ognuno porta il suo contributo come vuole e può.
Citazione di: robland il 13 Marzo, 2020, 09:35 AM
Vi ringrazio. Ma, a parte Mariano, vi rendete conto che, messa così, non sembra esserci niente di innovativo considerato che non sono stati spesi dei nomi?
Tieni presente che non tutti amano partecipare a queste discussioni che, pur essendo interessanti sul piano della conoscenza, spesso finiscono in flames e come dice giustamente Elliott, in "giudizi ASSURDI" (come già è capitato).
Il fatto che pochi pubblichino dei nomi, non significa che non è stato mai fatto niente di innovativo, ma solo che la discussione è ritenuta "a rischio" da alcuni, che saggiamente preferiscono non partecipare.
sebbene non segua troppo il genere, indubbiamente trovo innovativo quello che stanno facendo esponenti del "math rock" o giù di lì, tipo i Polyphia. Che però probabilmente sono solo le facce più "pop" di un movimento molto interessante. Idem per Plini. Stessa cosa mi viene da dire per molti musicisti neo-soul: il vecchio detto in maniera nuova e contemporanea.
Citazione di: Max Maz il 13 Marzo, 2020, 10:45 AM
Non capisco perché non puoi serenamente accettare le risposte che ricevi robland. :etvoila:
Ognuno porta il suo contributo come vuole e può.
Ci deve essere un equivoco, per cui colgo al volo l'occasione che mi offri di chiarire. Io le accetto con molta serenità e ringrazio. Porre altre domande non è la non accettazione di una risposta, ma la richiesta di approfondimento, la quale si può altrettanto serenamente rifiutare, come ha fatto Elliott. Amen.
Citazione di: Vu-meter il 13 Marzo, 2020, 10:47 AM
Citazione di: robland il 13 Marzo, 2020, 09:35 AM
Vi ringrazio. Ma, a parte Mariano, vi rendete conto che, messa così, non sembra esserci niente di innovativo considerato che non sono stati spesi dei nomi?
Tieni presente che non tutti amano partecipare a queste discussioni che, pur essendo interessanti sul piano della conoscenza, spesso finiscono in flames e come dice giustamente Elliott, in "giudizi ASSURDI" (come già è capitato).
Il fatto che pochi pubblichino dei nomi, non significa che non è stato mai fatto niente di innovativo, ma solo che la discussione è ritenuta "a rischio" da alcuni, che saggiamente preferiscono non partecipare.
E infatti chi non ama partecipare può astenersi. Viva la libertà e la pluralità dei topic.
Citazione di: Mariano il 13 Marzo, 2020, 10:53 AM
sebbene non segua troppo il genere, indubbiamente trovo innovativo quello che stanno facendo esponenti del "math rock" o giù di lì, tipo i Polyphia. Che però probabilmente sono solo le facce più "pop" di un movimento molto interessante. Idem per Plini. Stessa cosa mi viene da dire per molti musicisti neo-soul: il vecchio detto in maniera nuova e contemporanea.
Rispondo a questo post ma concordo anche con tutti gli altri che hai scritto. Se nomini i Polyphia in giro però sai cosa dicono? "Ma questo è metalcore già sentito e strasentito". Io purtroppo di metalcore non so nulla quindi mi è difficile replicare. A me risultano originalissimi, però non so per mia ignoranza.
Se ho capito bene, quando parli di due tipi di innovazione, Rosenwinkel rientrerebbe nel secondo? Correggimi se sbaglio.
E Felder sarebbe "semplicemente" un discepolo di Rosenwinkel, non un innovatore vero e proprio? Con tanto di virgolette dappertutto. :D
Perché mi rendo conto che ci muoviamo su un terreno in cui è più a proprio agio la critica musicale di quanto lo siano i musicisti.
Solo per chiarire Robla d, questo topic lo ritengo estremamente interessante e saono lieto di portare il mio conteibuto (interessante o meno). Il non voler fare nomi, è legato alla volontà di non dover discutere dei nomi in se.
Ne spendo tuttavia uno perché, sono certo non generi alcina discussione perché credo di essere l'unico o quasi a seguirlo sul forum: Aaron Parks (ho anche as perti un topic).
Lo faccio, perché mi permette di spiegare com un esempio cosa intendo io per innovazione. Aaron è un pianista, la sua musica è ricca di contaminazioni sonori, ritmici ed armonici
È un solista, che mette al centro il proprio strumento ma...non sono dischi pianistici. Tecnicamente, non so dirti esattamente perché lo ritengo innovativo ma, all'ascolto è ciò che percepisco: aria fresca.
Citazione di: Elliott il 13 Marzo, 2020, 02:02 PM
Solo per chiarire Robla d, questo topic lo ritengo estremamente interessante e saono lieto di portare il mio conteibuto (interessante o meno). Il non voler fare nomi, è legato alla volontà di non dover discutere dei nomi in se.
Ne spendo tuttavia uno perché, sono certo non generi alcina discussione perché credo di essere l'unico o quasi a seguirlo sul forum: Aaron Parks (ho anche as perti un topic).
Lo faccio, perché mi permette di spiegare com un esempio cosa intendo io per innovazione. Aaron è un pianista, la sua musica è ricca di contaminazioni sonori, ritmici ed armonici
È un solista, che mette al centro il proprio strumento ma...non sono dischi pianistici. Tecnicamente, non so dirti esattamente perché lo ritengo innovativo ma, all'ascolto è ciò che percepisco: aria fresca.
Ora me lo segno. Mai sentito prima.
Io purtroppo non so quanto possa contribuire perché ho una idea molto vaga di cosa sia innovazione. E uno che non sa, cosa fa? Chiede.
Una cosa è sicura. Intenderei discuterne (per questo ho aperto il topic) consapevole dei rischi e pur sapendo che ci muoviamo su un terreno franoso. Per quanto mi riguarda, se due utenti vogliono accapigliarsi per spaccare il capello in sedici parti finché non si trova chi ha ragione dei due, liberi loro di farlo e me di ignorarli cercando un approfondimento in altri post.
Se qualcuno ha un'idea di cosa voglia dire innovare e può fare dei nomi che siano esempi di tale idea, molto bene. Se ne può discutere in tranquillità. Pur nelle assurdità si possono pescare ottimi spunti. Il punto è concentrarsi sullo spunto, non sull'ssurdo.
Citazione di: robland il 13 Marzo, 2020, 01:23 PM
Citazione di: Max Maz il 13 Marzo, 2020, 10:45 AM
Non capisco perché non puoi serenamente accettare le risposte che ricevi robland. :etvoila:
Ognuno porta il suo contributo come vuole e può.
Ci deve essere un equivoco, per cui colgo al volo l'occasione che mi offri di chiarire. Io le accetto con molta serenità e ringrazio. Porre altre domande non è la non accettazione di una risposta, ma la richiesta di approfondimento, la quale si può altrettanto serenamente rifiutare, come ha fatto Elliott. Amen.
E allora potresti fare la cortesia di non commentare polemicamente. Grazie.
Citazione di: Max Maz il 13 Marzo, 2020, 03:08 PM
Citazione di: robland il 13 Marzo, 2020, 01:23 PM
Citazione di: Max Maz il 13 Marzo, 2020, 10:45 AM
Non capisco perché non puoi serenamente accettare le risposte che ricevi robland. :etvoila:
Ognuno porta il suo contributo come vuole e può.
Ci deve essere un equivoco, per cui colgo al volo l'occasione che mi offri di chiarire. Io le accetto con molta serenità e ringrazio. Porre altre domande non è la non accettazione di una risposta, ma la richiesta di approfondimento, la quale si può altrettanto serenamente rifiutare, come ha fatto Elliott. Amen.
E allora potresti fare la cortesia di non commentare polemicamente. Grazie.
E dove sarebbe la mia polemica? :-\
Anzi no, non rispondermi! Facciamo che faccio la cortesia così la chiudiamo qui e possiamo andare avanti. ::)
Io ascolto e in alcuni casi resto sorpreso, come quella versione di All night long che ha postato Mariano alcune settimane fa di un giovane ragazzo che mi ha a dir poco sbalordito... Mariano aiutaci per il nome, non me lo ricordo.
Ma mi adagio sulle parole di Mariano, quell'autore è innovativo, mi fido, perché chi segue le nuove tendenze come Mariano mi dice che lo è, per me potrebbe anche non esserlo in senso assoluto ma esserlo per me.
Bisogna conosce la musica troppo bene per definire l'innovazione, da ragazzo ero molto più attento e forse un giudizio potevo anche permettermelo, ora come ora mi rendo conto che non ne sono all'altezza :)
Magari robland se rileggi te ne accorgi.
Credo sia giusto in uno spazio condiviso esprimere le proprie opinioni e lasciare gli altri fare altrettanto, nel massimo rispetto delle norme di utilizzo e della buona educazione.
Voler sempre dire l'ultima, amen compresi, non mi sembra così virtuso. :etvoila:
Citazione di: Gian.luca il 13 Marzo, 2020, 03:17 PM
Io ascolto e in alcuni casi resto sorpreso, come quella versione di All night long che ha postato Mariano alcune settimane fa di un giovane ragazzo che mi ha a dir poco sbalordito... Mariano aiutaci per il nome, non me lo ricordo.
Ma mi adagio sulle parole di Mariano, quell'autore è innovativo, mi fido, perché chi segue le nuove tendenze come Mariano mi dice che lo è, per me potrebbe anche non esserlo in senso assoluto ma esserlo per me.
Bisogna conosce la musica troppo bene per definire l'innovazione, da ragazzo ero molto più attento e forse un giudizio potevo anche permettermelo, ora come ora mi rendo conto che non ne sono all'altezza :)
Era Jacob Collier.
E in effetti Gianluca hai ragione. Proprio qui sta il senso del topic. Richiede un aiuto reciproco. Io ad esempio posso ritenere Yorke molto innovativo, ma mi sento più confortato se c'è un utente che può dirmi di sì o di no, con una spiegazione (non è importante che si senta sicuro al cento per cento di questa sua spiegazione. Basta una timida teoria, su cui ragionare insieme). Magari questo utente ha non solo un'idea più precisa della mia di cosa sia innovare, ma potrebbe conoscere nomi che a me non dicono nulla per sostenere che Tizio è più innovativo di Yorke.
Non solo. Mi piacerebbe parlassimo degli ultimi vent'anni. E qui, essendo quasi tutti cresciutelli, mi sa che ci attestiamo in molti su innovatori del passato. Ho una speranza però: magari in base all'idea di innovazione di qualche utente, posso arrivare per analogia a individuare con più sicurezza l'innovazione che sta in qualche autore più recente.
Mi sento già di poter anticipare che non troveremo nulla di davvero condiviso tra tutti, ma per me non è questo il punto. Mi basta disporre di un mattoncino in più.
Mi trovo d'accordo col pensiero di Gianluca : per capire chi è l'innovatore bisogna prima conoscere approfonditamente la "musica" o perlomeno il "genere" in cui quell'artista bazzica.
Ascoltando alcuni artisti nominati da Mariano, io, veramente basico negli ascolti diciamo "jazz", non colgo le innovazioni: per me suonano come tantissimi altri pianisti e chitarristi jazz ascoltati in passato.
Per quel che mi riguarda, non ho nomi poiché non bazzico l'ultimo 20ennio musicale.
Avendo letto che Gary Clarke jr rappresenta per la critica il futuro del blues (affermazione, ricordiamocelo non scientifica! Non siamo nel campo scientifico), mi chiedo se questo sia essere innovatori. Dedurrei di sì. Qualcuno che fa da ponte tra la tradizione e possibili sviluppi futuri è comunque qualcuno che crea o tenta di creare nuove strade.
La prima volta che ho ascoltato i quartetti Razumovsky di Beethoven lo feci spinto da un capitolo su un libro di storia della musica che stavo studiando in quel periodo, dove c'era anche un aneddoto interessante dove uno dei primi ascoltatori disse a Beethoven una cosa del tipo "Lei non penserà davvero che queste cose siano musica", al che Beethoven rispose "Ma questi non sono per voi, sono per le persone che verranno un giorno".
Ovviamente dopo un uscita così la mia aspettativa era altissima su quanto "strani" o "innovativi" avrebbero suonato al mio orecchio. Risultato piuttosto deludente, ascoltandoli pensavo "questa è semplicemente musica classica". Al che sono tornato indietro, ho ascoltato i quartetti di Haydn, POI quelli di Mozart e POI quelli di Beethoven. Bum!! Aperto un mondo: in questo modo la progressione stilistica e storica era molto più evidente: una volta abituatosi al linguaggio di Haydn, Mozart sorprendeva molto di più, e cosi Beethoven ascoltato dopo Mozart, per il modo in cui suoni che non c'erano prima comparivano in un autore successivo. Questo mi ha fatto ripensare totalmente l'ascolto, e mi sono messo a ristudiare quel libro dall'inizio cercando di ascoltarmi tutto il materiale in ordine cronologico (ho la fortuna di aver avuto un nonno con una ricchissima collezione di vinili e dischi di musica classica, andiamo verso il migliaio complessivo), e allora risultava anche molto più evidente seguire quello che trovavo scritto, a livello di analisi
Purtroppo il nostro orecchio di uomo post moderno è abituato un pò a tutto: anche chi ascolta prevalente un genere è comunque abituato agli altri per via di colonne sonore, pubblicità, musica da film ecc......è davvero difficile trovare qualcosa che ci stupisca davvero. Se si vuole capire chi innova e chi no, oltre a poter giudicare le cose sono dopo decenni (già trent'anni sono pochi), bisogna davvero ascoltare le cose in ordine cronologico
Per me innovativo è una musica che non si è mai sentita prima, magari non solo a livello di tecnica musicale, ma di sonorità, voci, atmosfere ecc. purtroppo negli ultimi ventanni non ho seguito più la musica come facevo negli anni '70 e oltretutto sono sempre stato legato, sopratutto all' hard-rock ( genere musicale dove di innovazione sinceramente non se ne sentiva tanta..... ) comunque se posso...... ti cito un nome di un gruppo hard-rock degli anni '70 che secondo me è stato molto innovativo, perchè praticamente hanno messo le basi, meglio..... hanno creato un genere poi chiamato heavy-metal, in particolare con il terzo album, i Black Sabbath, l' album è " Master of Reality " del 1971 quell' album ha un sound, un impatto che ti arriva allo stomaco come un " pugno " mai sentito prima...... infatti dei gruppi heavy-metal hanno reso omaggio alla band con dei tribute ( es. Mettalica )
Citazione di: Grand Funk il 13 Marzo, 2020, 06:01 PM
Per me innovativo è una musica che non si è mai sentita prima, magari non solo a livello di tecnica musicale, ma di sonorità, voci, atmosfere ecc. purtroppo negli ultimi ventanni non ho seguito più la musica come facevo negli anni '70 e oltretutto sono sempre stato legato, sopratutto all' hard-rock ( genere musicale dove di innovazione sinceramente non se ne sentiva tanta..... ) comunque se posso...... ti cito un nome di un gruppo hard-rock degli anni '70 che secondo me è stato molto innovativo, perchè praticamente hanno messo le basi, meglio..... hanno creato un genere poi chiamato heavy-metal, in particolare con il terzo album, i Black Sabbath, l' album è " Master of Reality " del 1971 quell' album ha un sound, un impatto che ti arriva allo stomaco come un " pugno " mai sentito prima...... infatti dei gruppi heavy-metal hanno reso omaggio alla band con dei tribute ( es. Mettalica )
Sono d'accordo con te. Ho però il dubbio che più si torna indietro nel tempo e più è facile identificare gli innovatori. Per il semplice motivo che loro sono dei veri e propri pionieri. Prima non c'erano quelle sonorità. Poco prima non c'erano neanche gli amplificatori!
Leggendo il libro su Blackmore mi è diventato chiaro come i tempi della sua formazione musicale fossero quelli dell'età della pietra del rock distorto. Erano pionieri, ripeto, quindi hanno avuto un ruolo glorioso e facile per noi da identificare come tale.
Mettiti nei panni di chi fa musica negli ultimi vent'anni. Non credo possa inventare un bel niente (così credo, poi magari sbaglio). Può solo innovare nel senso di rielaborare, contaminare, riarrangiare, sforzarsi di essere personale e non mero clone.
Forse io sono troppo generoso, ma per me chi non è un clone è comunque una sorta di innovatore. La mia forse è una concezione non molto pretenziosa di innovazione, ma la calo negli ultimi due decenni, e vedo che già non essere un clone è uno sforzo non da poco.
Citazione di: Mariano il 13 Marzo, 2020, 05:21 PM
La prima volta che ho ascoltato i quartetti Razumovsky di Beethoven lo feci spinto da un capitolo su un libro di storia della musica che stavo studiando in quel periodo, dove c'era anche un aneddoto interessante dove uno dei primi ascoltatori disse a Beethoven una cosa del tipo "Lei non penserà davvero che queste cose siano musica", al che Beethoven rispose "Ma questi non sono per voi, sono per le persone che verranno un giorno".
Ovviamente dopo un uscita così la mia aspettativa era altissima su quanto "strani" o "innovativi" avrebbero suonato al mio orecchio. Risultato piuttosto deludente, ascoltandoli pensavo "questa è semplicemente musica classica". Al che sono tornato indietro, ho ascoltato i quartetti di Haydn, POI quelli di Mozart e POI quelli di Beethoven. Bum!! Aperto un mondo: in questo modo la progressione stilistica e storica era molto più evidente: una volta abituatosi al linguaggio di Haydn, Mozart sorprendeva molto di più, e cosi Beethoven ascoltato dopo Mozart, per il modo in cui suoni che non c'erano prima comparivano in un autore successivo. Questo mi ha fatto ripensare totalmente l'ascolto, e mi sono messo a ristudiare quel libro dall'inizio cercando di ascoltarmi tutto il materiale in ordine cronologico (ho la fortuna di aver avuto un nonno con una ricchissima collezione di vinili e dischi di musica classica, andiamo verso il migliaio complessivo), e allora risultava anche molto più evidente seguire quello che trovavo scritto, a livello di analisi
Purtroppo il nostro orecchio di uomo post moderno è abituato un pò a tutto: anche chi ascolta prevalente un genere è comunque abituato agli altri per via di colonne sonore, pubblicità, musica da film ecc......è davvero difficile trovare qualcosa che ci stupisca davvero. Se si vuole capire chi innova e chi no, oltre a poter giudicare le cose sono dopo decenni (già trent'anni sono pochi), bisogna davvero ascoltare le cose in ordine cronologico
:quotone:
Che poi, che libro era? Ho come l'impressione di averlo letto... Anche se la stessa cosa sarà riportata in più pubblicazioni, immagino.
Citazione di: Mariano il 13 Marzo, 2020, 05:21 PM
La prima volta che ho ascoltato i quartetti Razumovsky di Beethoven lo feci spinto da un capitolo su un libro di storia della musica che stavo studiando in quel periodo, dove c'era anche un aneddoto interessante dove uno dei primi ascoltatori disse a Beethoven una cosa del tipo "Lei non penserà davvero che queste cose siano musica", al che Beethoven rispose "Ma questi non sono per voi, sono per le persone che verranno un giorno".
Ovviamente dopo un uscita così la mia aspettativa era altissima su quanto "strani" o "innovativi" avrebbero suonato al mio orecchio. Risultato piuttosto deludente, ascoltandoli pensavo "questa è semplicemente musica classica". Al che sono tornato indietro, ho ascoltato i quartetti di Haydn, POI quelli di Mozart e POI quelli di Beethoven. Bum!! Aperto un mondo: in questo modo la progressione stilistica e storica era molto più evidente: una volta abituatosi al linguaggio di Haydn, Mozart sorprendeva molto di più, e cosi Beethoven ascoltato dopo Mozart, per il modo in cui suoni che non c'erano prima comparivano in un autore successivo. Questo mi ha fatto ripensare totalmente l'ascolto, e mi sono messo a ristudiare quel libro dall'inizio cercando di ascoltarmi tutto il materiale in ordine cronologico (ho la fortuna di aver avuto un nonno con una ricchissima collezione di vinili e dischi di musica classica, andiamo verso il migliaio complessivo), e allora risultava anche molto più evidente seguire quello che trovavo scritto, a livello di analisi
Purtroppo il nostro orecchio di uomo post moderno è abituato un pò a tutto: anche chi ascolta prevalente un genere è comunque abituato agli altri per via di colonne sonore, pubblicità, musica da film ecc......è davvero difficile trovare qualcosa che ci stupisca davvero. Se si vuole capire chi innova e chi no, oltre a poter giudicare le cose sono dopo decenni (già trent'anni sono pochi), bisogna davvero ascoltare le cose in ordine cronologico
Questo mi fa pensare che ho sempre fatto bene, ai tempi in cui copiavo cassette e anni dopo quando masterizzavo CD, a non dimenticare mai di scrivere l'anno di pubblicazione dell'album. ::)
E questo mi fa pensare un'altra cosa. L'innovazione è di difficile accettazione/comprensione al momento in cui si presenta al pubblico.
Citazione di: robland il 13 Marzo, 2020, 11:45 PM
E questo mi fa pensare un'altra cosa. L'innovazione è di difficile accettazione/comprensione al momento in cui si presenta al pubblico.
Secondo me, non è sempre così. Ci sono state cose innovative che hanno avuto subito il favore del pubblico, altre no.
Difficile dire il motivo. Non sembra sia legato a "quanto distante" fosse da ciò che c'era precedentemente, ma proprio ad una specie di "momento favorevole" per proporre quel qualcosa. Mi pare anche di capire che siano ambiti assai diversi: il jazz e la fusion accettano prima "la diversità" proprio in funzione del fatto che è la loro natura stessa che la cerca, mentre ambiti pop/rock/blues/musica leggera e quant'altro che ci mettono di più per il motivo inverso, ossia una chiusura su sè stessi e su dei canoni prestabiliti.
Se poi si pensa alla classica, lì si ha la chiusura più totale, ma forse è meglio così.
Citazione di: Vu-meter il 14 Marzo, 2020, 09:19 AM
Citazione di: robland il 13 Marzo, 2020, 11:45 PM
E questo mi fa pensare un'altra cosa. L'innovazione è di difficile accettazione/comprensione al momento in cui si presenta al pubblico.
Secondo me, non è sempre così. Ci sono state cose innovative che hanno avuto subito il favore del pubblico, altre no.
Difficile dire il motivo. Non sembra sia legato a "quanto distante" fosse da ciò che c'era precedentemente, ma proprio ad una specie di "momento favorevole" per proporre quel qualcosa. Mi pare anche di capire che siano ambiti assai diversi: il jazz e la fusion accettano prima "la diversità" proprio in funzione del fatto che è la loro natura stessa che la cerca, mentre ambiti pop/rock/blues/musica leggera e quant'altro che ci mettono di più per il motivo inverso, ossia una chiusura su sè stessi e su dei canoni prestabiliti.
Se poi si pensa alla classica, lì si ha la chiusura più totale, ma forse è meglio così.
:quotonegalattico:
Citazione di: Vu-meter il 14 Marzo, 2020, 09:19 AM
Citazione di: robland il 13 Marzo, 2020, 11:45 PM
E questo mi fa pensare un'altra cosa. L'innovazione è di difficile accettazione/comprensione al momento in cui si presenta al pubblico.
Secondo me, non è sempre così. Ci sono state cose innovative che hanno avuto subito il favore del pubblico, altre no.
Difficile dire il motivo. Non sembra sia legato a "quanto distante" fosse da ciò che c'era precedentemente, ma proprio ad una specie di "momento favorevole" per proporre quel qualcosa. Mi pare anche di capire che siano ambiti assai diversi: il jazz e la fusion accettano prima "la diversità" proprio in funzione del fatto che è la loro natura stessa che la cerca, mentre ambiti pop/rock/blues/musica leggera e quant'altro che ci mettono di più per il motivo inverso, ossia una chiusura su sè stessi e su dei canoni prestabiliti.
Se poi si pensa alla classica, lì si ha la chiusura più totale, ma forse è meglio così.
Vero.
Però è pieno di jazzisti che mal tollerano, ancora oggi, le commistioni/innovazioni. Vedi Branton Marsalis quando stronca del tutto Miles Davis nella sua seconda parte di carriera, perché ritiene che Davis dovesse continuare a fare ciò che sa fare meglio degli altri, non buttarsi in qualcosa in cui - secondo Marsalis - si rende solo ridicolo.
Ricordo quando, da fan del metal, comprai per curiosità un album dei Faith no more, band che proponeva innovazione pura nell'ambito del rock. Con tutta la mia curiosità e voglia di scoprire cose nuove (diversamente dai metallari chiusi nel recinto), non mi piacque per niente.
Semplicemente non avevo ancora gli strumenti per capire: erano cose troppo avanti per la mia cultura del momento.
Sono passati gli anni e le innovazioni continue di Mike Patton (che ha sposato un'italiana e oggi propone anche un album di cover di classici della musica leggera italiana :D), leader dei Faith no more, mi piacciono molto. Oppure, anche quando non mi piacciono, non le trovo spiazzanti. Sono passati gli anni e si capisce meglio cos'era quella roba lì.
Citazione di: robland il 14 Marzo, 2020, 01:27 PM
Vedi Branton Marsalis quando stronca del tutto Miles Davis nella sua seconda parte di carriera
Immagino tu ti riferisca a "Winton Marsalis" (trombettista), fratello maggiore di "Branford" (saxofonista) che con il Davis di quel periodo invece registrò l'album Decoy (1984)! ::)
Citazione di: Vu-meter il 14 Marzo, 2020, 09:19 AM
Secondo me, non è sempre così. Ci sono state cose innovative che hanno avuto subito il favore del pubblico, altre no.
Difficile dire il motivo. Non sembra sia legato a "quanto distante" fosse da ciò che c'era precedentemente, ma proprio ad una specie di "momento favorevole" per proporre quel qualcosa.
D'accordissimo su questo punto :quotone: Ci sono cose che accadono nel momento giusto e per molteplici ragioni mettono d'accordo (quasi) tutti.
Citazione di: Vu-meter il 14 Marzo, 2020, 09:19 AM
Mi pare anche di capire che siano ambiti assai diversi: il jazz e la fusion accettano prima "la diversità" proprio in funzione del fatto che è la loro natura stessa che la cerca, mentre ambiti pop/rock/blues/musica leggera e quant'altro che ci mettono di più per il motivo inverso, ossia una chiusura su sè stessi e su dei canoni prestabiliti.
Se poi si pensa alla classica, lì si ha la chiusura più totale, ma forse è meglio così.
Qui mi trovi meno d'accordo. Il Jazz in certi ambiti è "chiuso" quasi quanto la classica (che poi, nel contemporaneo, annovera autori apertissimi a tutto) e la fusion è, in parte, anche frequentata da musicisti pop/rock che si sono aperti ad altri generi. Più che dal genere, credo che tutto dipenda, come hanno detto anche altri, dalla capacita di "capire" gli altri generi, e questa capacità si acquista solo con l'ascolto ripetuto e approfondito (e, in parte, dipende anche dall'indole e dai gusti personali).
Conosco musicisti "fusion" che sono incapaci di apprezzare la musica pop, perché non la sanno leggere con gli strumenti giusti e musicisti rock, o pop, che faticano ad apprezzare il jazz perché (come diceva Luvi), non colgono il senso di tutte quelle parti nel mezzo senza melodia :laughing:
Nel blues, ad esempio, c'è chi potrebbe riassumere B.B. King come "una pentatonica, qualche bending e molte pause", senza apprezzarne la grandezza/bellezza. Ovvio che il senso di quello che fa non sia prettamente tecnico, né armonico, né melodico, ma si tratti un linguaggio che apprezzi solo se lo conosci.
Citazione di: luvi il 16 Marzo, 2020, 10:28 AM
Citazione di: robland il 14 Marzo, 2020, 01:27 PM
Vedi Branton Marsalis quando stronca del tutto Miles Davis nella sua seconda parte di carriera
Immagino tu ti riferisca a "Winton Marsalis" (trombettista), fratello maggiore di "Branford" (saxofonista) che con il Davis di quel periodo invece registrò l'album Decoy (1984)! ::)
Esatto. È Wynton. L'autore del bel libro Come il jazz può cambiarti la vita. Bel libro ma ha talmente dato addosso a Davis in un capitolo, che... quel capitolo non mi è piaciuto. Eccessivo attaccamento alla tradizione. Che diamine, magari non saranno i migliori album di Davis quelli della contaminazione, ma dire - per dirla in breve - che si è reso ridicolo... Esagerato.
al netto che Wynton Marsalis è un fantastico trombettista, non ho mai incontrato nella mia vita qualcuno con meno di 50 anni che prendesse anche solo lontanamente sul serio la sua posizione filosofica musicologica, che è letteralmente anti storica e anti-jazz
Mi sembra sbagliato citarlo come esempio di una sorta di "comune sentire" nel mondo del jazz quando tutti i punti di riferimento stilistici di chi studia questa musica vanno in tutt'altra direzione
Una volta dissi a un jazzista (sui 40 anni) che ascoltavo i Red Hot Chili Peppers. Gli si gelò il sorriso in volto. Al tavolo non mi rivolse più la parola. Se avessi detto "mi drogo regolarmente", l'avrebbe presa meglio.
Con questo non sto dicendo che tutti i jazzisti siano così.
Ah, una volta un amico (avrà avuto 27 anni) appassionato di jazz mi portò a un concerto (jazz appunto), e a fine serata mi chiese: toglimi una curiosità, visto che ascolti rock e metal. Ma gli assoli metal sono suonati a casaccio o esistono degli spartiti? :lol:
Innovativo, per me è qualcosa di nuovo che deve lasciare inevitabilmente un segno, negativo o positivo, se si tratta di musica qualcosa che prima non si era mai mai mai ascoltato.
Ti potrei fare un esempio ma dobbiamo andare indietro di ben 45 anni.
I Motörhead, ma non lo dico perché mi piacciono ma bensì perché secondo me sono stati degli innovatori assoluti e proprio per questo mi hanno colpito. E peccato che molti li considerano metal e che vengono sottovalutati tanto, troppo.
Tutt'ora nessuno riesce ad identificarli in un genere musicale. Hanno fuso blues (perché se prendete la maggior parte delle canzoni e le rallentate sono dei pezzi blues), rock'n'roll, punk, hard rock, in un unico genere.
E questa per me è una grande innovazione in quanto la loro musica, nonostante sia "datata", risulta moderna e al passo coi tempi di oggi.
Per quanto io apprezzi i motorhead, faccio veramente fatica a trovare della innovazione nella loro produzione.
Quanto da te citato Johnny, lo ritrovo facilmente in album precedenti al loro debutto In primis negli Who e nei Led Zeppelin. Ciò non toglie valore ai Motorhead che sono (stati) una grande band.
Io, l'innovazione nel rock di quegli anni la trovo nelle due band sopra citate, nei Can, negli Iron Butterfly, nei Quicksilver Messanger Service e, per certi aspetti anche nei Grand Funk ( per approccio ed interpretazione dei ruoli)
Ma poi, ampliando il discorso un attimo, l'innovazione spesso e purtroppo è filtrata dagli occhi di noi occidentali che in questa società abbastanza bacata decidiamo erroneamente quand'è che l'innovazione diventi l'INNOVAZIONE. Mi spiego : esce EDV nel '78 e tutti giù a parlare di innovazione di tecnica chitarristica & guitar hero ; quello che tutti (cioè gli Stati Uniti, che bene o male scrivono e riscrivono a loro piacimento la Storia umana) si dimenticano (e volutamente ignorano) è che c'era un tizio italiano che nel '65 era molto meglio di EDV, ma non figura da nessuna parte nelle riviste "specializzate" (vedi, riviste pop-olari) :
Vittorio Camardese ospite a "Chitarra Amore Mio" (RAI-1965) LA NASCITA DEL TAPPING - YouTube (https://www.youtube.com/watch?v=UmTQYquqxSY)
Citazione di: Elliott il 16 Marzo, 2020, 06:02 PM
Per quanto io apprezzi i motorhead, faccio veramente fatica a trovare della innovazione nella loro produzione.
Quanto da te citato Johnny, lo ritrovo facilmente in album precedenti al loro debutto In primis negli Who e nei Led Zeppelin. Ciò non toglie valore ai Motorhead che sono (stati) una grande band.
Io, l'innovazione nel rock di quegli anni la trovo nelle due band sopra citate, nei Can, negli Iron Butterfly, nei Quicksilver Messanger Service e, per certi aspetti anche nei Grand Funk ( per approccio ed interpretazione dei ruoli)
Led Zeppelin, Who e Motorhead sono band che fanno generi di rock completamente diversi. E, però, dimentichi un elemento fondamentale in quanto nei primi due che ho citato manca assolutamente l'elemento punk, e non è poco. Sta proprio qui l'innovazione portata con l'aggiunta dell'elemento punk: ritmo (inteso proprio come velocità), e potenza di ogni strumento (vedi Lemmy come suonava il basso, è stata una rivoluzione in quanto lo suonava come una chitarra ritmica, con bicordi e tricordi, Phil Taylor è stato forse il primo ad usare il doppio pedale a quella velocità mi rifierisco a Overkill, ti sembra poco?).
Giusto per farti qualche nome di band/artista che hanno ammesso (non lo dico io) di essere lì grazie all'influenza musicale innovativa portata dai Motorhead su di loro: Metallica, Megadeth, Slayer, Antrax, Dave Grohl. Che piacciano o non piacciano (a me non piacciono :laughing: ).
Perciò dire che non abbiano portato una ventata d'aria nuova in quegli anni non mi sembra assolutamente vero.
Citazione di: Cold_Nose il 16 Marzo, 2020, 06:13 PM
Ma poi, ampliando il discorso un attimo, l'innovazione spesso e purtroppo è filtrata dagli occhi di noi occidentali che in questa società abbastanza bacata decidiamo erroneamente quand'è che l'innovazione diventi l'INNOVAZIONE. Mi spiego : esce EDV nel '78 e tutti giù a parlare di innovazione di tecnica chitarristica & guitar hero ; quello che tutti (cioè gli Stati Uniti, che bene o male scrivono e riscrivono a loro piacimento la Storia umana) si dimenticano (e volutamente ignorano) è che c'era un tizio italiano che nel '65 era molto meglio di EDV, ma non figura da nessuna parte nelle riviste "specializzate" (vedi, riviste pop-olari) :
Vittorio Camardese ospite a "Chitarra Amore Mio" (RAI-1965) LA NASCITA DEL TAPPING - YouTube (https://www.youtube.com/watch?v=UmTQYquqxSY)
:quotonegalattico:
e tra l'altro mi sa che Camardese non era nemmeno il primo a fare uso di questa tecnica...
Infatti Nihao, è proprio quello il succo ! Anche secondo me non è stato il primo ma è certamente -ad oggi- un caso documentato con tanto di video e quindi incontrovertibile.
Per dire, lo stesso concetto di "world music" che abbiamo spesso "noi" occidentali (e quindi le disquisioni sui primi album con "quel" tipo di sonorità) è ridicolo ed ha pure un sottotesto vagamente razzista (per me). Centra poco con la discussione, però m'è venuto in mente e l'ho scritto ::)
Citazione di: johnny il 16 Marzo, 2020, 06:49 PM
Citazione di: Elliott il 16 Marzo, 2020, 06:02 PM
Per quanto io apprezzi i motorhead, faccio veramente fatica a trovare della innovazione nella loro produzione.
Quanto da te citato Johnny, lo ritrovo facilmente in album precedenti al loro debutto In primis negli Who e nei Led Zeppelin. Ciò non toglie valore ai Motorhead che sono (stati) una grande band.
Led Zeppelin, Who e Motorhead sono band che fanno generi di rock completamente diversi. E, però, dimentichi un elemento fondamentale in quanto nei primi due che ho citato manca assolutamente l'elemento punk, e non è poco. Sta proprio qui l'innovazione portata con l'aggiunta dell'elemento punk:
Credo che tutto il movimento punk derivi da un unico brano degli Who: My generation :etvoila:
Nel nostro mondo occidentale è innovativo suonare una scala minore su una progressione di accordi maggiori, il resto è tutto in discesa. ;D
Fatico a vedere nei Motorhead un gruppo innovativo, ma condivido il fatto che considerarli Heavy Metal sia fuorviante.
Citazione di: robland il 16 Marzo, 2020, 01:30 PM
Citazione di: luvi il 16 Marzo, 2020, 10:28 AM
Citazione di: robland il 14 Marzo, 2020, 01:27 PM
Vedi Branton Marsalis quando stronca del tutto Miles Davis nella sua seconda parte di carriera
Immagino tu ti riferisca a "Winton Marsalis" (trombettista), fratello maggiore di "Branford" (saxofonista) che con il Davis di quel periodo invece registrò l'album Decoy (1984)! ::)
Esatto. È Wynton. L'autore del bel libro Come il jazz può cambiarti la vita. Bel libro ma ha talmente dato addosso a Davis in un capitolo, che... quel capitolo non mi è piaciuto. Eccessivo attaccamento alla tradizione. Che diamine, magari non saranno i migliori album di Davis quelli della contaminazione, ma dire - per dirla in breve - che si è reso ridicolo... Esagerato.
C'è un topic dedicato a questo libro (https://forum.jamble.it/books-library/come-il-jazz-puo-cambiarti-la-vita-winton-marsalis/).
Premesso che anch'io non trovo nulla di innovativo nei Motorhead per come l'innovazione la intende Johnny, devo dire però, come ho ha già scritto, che è facile parlare di innovazione decenni fa: quasi tutti i nomi che oggi ricordiamo erano dei pionieri, nel senso che prima quei generi non esistevano affatto.
Ma ora l'innovazione cos'è? E chi sono negli ultimi vent'anni gli innovatori? È questo il punto arduo su cui vi pungolo (spero con garbo) dall'inizio.
Per me può essere Skryllex.
Hendrix, Beatles, Black Sabbath, Van Halen, Led Zeppelin, Charlie Parkes, Miles Davis sono pionieri, facilissimi da identificare come innovatori.
In realtà, per me l'innovazione non è fare qualcosa che nessuno ha mai fatto, perché non solo la vedo come una cosa utopistica (a meno che uno non venga da Marte), ma non c'è neanche più questa possibilità, se mai c'è stata, perché si è esaurita. Per me l'innovazione è il creare qualcosa anche piccolissima, da cui gli altri trarranno spunto o ispirazione, dando linfa nuova.
Questo "qualcosa" può non essere originale al cento per cento (vi si troveranno sempre echi o rimandi ad altro) ma avrà generato nuova musica e nuove idee, magari poco visibili, anche solo per rielaborare cose già fatte.
Da questo punto di vista, sì, i Motorhead per me sono innovativi.
Però secondo me, pioniere ed innovatore non è la stessa cosa. Considero il Clapton di "Blues Breakers with Eric Clapton" (e dei Cream) un pioniere ma non certo un innovatore.
Considero Hendrix un innovatore ma non certo un pioniere.
Così, giusto per buttare acqua sul fuoco ;D
No problem. È sempre bello il confronto!
Per me il pioniere - mi appoggio anche al dizionario - è lo scopritore di nuove possibilità. Quindi uno che trova nuove vie. Hendrix, Led Zeppelin e compagnia. Nuove vie = innovazione.
Ma non è questo il punto. Perché anzi la tua differenziazione forse mi aiuta. Mettiamo da parte i pionieri del rock, del jazz, del metal, del pop ecc. Io proprio questo voglio: mettiamoli da parte.
Oggi chi sta innovando?
I trapper :'( :cry2:
Citazione di: Elliott il 16 Marzo, 2020, 08:44 PM
I trapper :'( :cry2:
Mi hai anticipato di 10 secondi, lo stavo scrivendo io ed è apparso il messaggio che era stato inserito un nuovo messagio :laughing: :laughing:
Oggi (relativamente oggi, parliamo del 2000) trovo come innovatori i Mastodon, che io definisco come i jazzisti del metal, perchè riescono ad intersecare accordi e note che un rockettaro come me si può solo immaginare ma che invece potrebbe apprezzare un jazzista. Capitemi, è per fare un esempio. Non è il solito metal, ma qualcosa di davvero più melodico (mi riferisco alle parti strumentali non alle parti cantate).