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IL segreto di Pulcinella

Aperto da robemazzoli, 11 Gennaio, 2021, 04:57 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

febiuzz

Citazione di: Vu-meter il 11 Gennaio, 2021, 10:52 PM
Citazione di: Max Maz il 11 Gennaio, 2021, 09:17 PM
Citazione di: Vu-meter il 11 Gennaio, 2021, 08:47 PM
Citazione di: Max Maz il 11 Gennaio, 2021, 05:56 PM
Dovrò chiedere aiuto per picchiare anche te Vu.


Uhm.. perché ?  :-\

Perché a meno che non si tratti di una semiacustica si perde tutta la sensibilità sullo strumento.


Da me c'è un tale silenzio che anche una Stratocaster spenta si sente benissimo. E poi, io studio la maggior parte del tempo in bagno..  :toilettes:  :laughing:

Comunque è senz'altro meglio entrare nell'ampli.
Cos?

robland

Citazione di: robemazzoli il 11 Gennaio, 2021, 04:57 PM
Volete sapere come si fa a risolvere il problema archetipico della scelta della chitarra con cui suonare ed esprimersi?

Ecco, si sceglie uno strumento con cui si ha feeling, lo si setta alla perfezione e poi?

Poi ci si studia la TECNICA DA SPENTA: scale, arpeggi, sweep, tutti i tipi di picking, col metronomo crescente fino al limite relativo e poi si cala il time tornando indietro fino a velocità comoda.

Per mezz'ora al giorno per un paio di mesi.
Così quella chitarra diverrà talmente familiare alle nostre dita da divenire lo strumento ideale!

(Fino a che non ci si fa pigliare da una nuova GAS  :laughing: ma si può resistere!)

Abbracci e scusatemi, voglio essere ilare e serio al contempo!   :firuli:

Sebbene penso che suonare la chitarra ad alto volume, il massimo consentito dall'ambiente in cui si trova, sia non solo istruttivo per imparare a controllare tutti quei rumori indesiderati che una elettrica è in grado di produrre, ma anche godurioso perché i pick up ti fanno sentire la loro vera voce man mano che il volume va su... beh, capisco quello che vuoi dire.
Anch'io trovo un piacere molto intimo nel gustarmi la chitarra da spenta la sera o la mattina, quando davvero mi concentro sul manico e la tastiera coi miei esercizi e ripassi. Prendo la misura di tasti, radius e corde, ad esempio, quando suono con la chitarra spenta. Altro che mezz'ora al giorno, non staccherei più.
Se lo strumento ha delle qualità intrinseche, in quei momenti di silenzio circostante mi sembra che le tiri fuori e me le faccia sentire anche da spente, e pian piano si crea un attaccamento con la chitarra che ti ci fa un po' innamorare. E sebbene magari uno ne abbia altre, in quei momenti stai a posto così.
Però il giorno dopo ho voglia anche di fare la prova dell'ampli. In questo periodo ho trovato un suono che mi piace molto e non sto modificando l'equalizzazione di un millimetro da una settimana, mentre solitamente li modifico ogni seduta in base al mutevole gusto e mood del momento.

Ecco, il mio segreto di Pulcinella è che pretendo di avere entrambi i momenti, con le loro specificità, per essere soddisfatto.


robemazzoli

Bene! Si è aperta una bella discussione sul tema :lol:

Posto che ognuno ha la sua sensibilità che non si può metter in dubbio ci tengo a sottolineare una cosa importante:

Ho detto di farci ESERCIZI DI TECNICA faticosi e metodici col metronomo in questa modalità, nulla di divertente, godereccio, espressivo, no canzoni, improvvisazioni, soli: solo ed esclusivamente tecnica, di quella che ci si impone come quando si va in palestra o ad allenare la muscolatura!

E poi deve essere uno strumento di buona vestibilità e comodo sotto le dita.

Tutto qua! Non vi arrabbiate però!!! :guitar: :sorry:
roberto

"Libertà l'ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato"

Runner

So di dire una cosa scontata, ma io ritengo sia utile esercitarsi con la chitarra spenta (o il suono pulitissimo) perché le note, specie nei passaggi veloci, vengono confuse quando suonate con distorsioni ed effetti.
S'impara a controllare bene il tocco sia della mano destra che della sinistra.
Tuttavia è importante passare anche a volumi più alti, perché quel combina una chitarra amplificata lo senti solo quando lo provi: corde a vuoto che risuonano, armonici, fischi... tutte cose da imparare a controllare.
Ad esempio ora uno dei miei (tanti) problemi con lo sweep è proprio un rumore di fondo che sento quando lo faccio con il suono saturo, mentre col suono pulito mi pare tutto a posto.

robemazzoli

Citazione di: Runner il 12 Gennaio, 2021, 09:54 AM

Tuttavia è importante passare anche a volumi più alti, perché quel combina una chitarra amplificata lo senti solo quando lo provi: corde a vuoto che risuonano, armonici, fischi... tutte cose da imparare a controllare.


Certo Runner, per quanto riguarda la gestione del suono e della performance non vìè dubbio che dobbiamo provare in tutte le opzioni possibili ma il topic, da me avviato, volge su un aspetto particolare, quello della "relazione" positiva con lo strumento, una sorta di terapia "anti-Gas", quando il frequente cambio di strumentazione diventa controproducente nello sviluppo di un playing che migliora progressivamente.
E infatti non a caso vi affianco uno studio serio e faticoso della tecnica.
Grazie! :thanks:
roberto

"Libertà l'ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato"

AlbertoDP

Citazione di: Vu-meter il 11 Gennaio, 2021, 10:52 PM
E poi, io studio la maggior parte del tempo in bagno..  :toilettes:  :laughing:

Si sa che l'acustica dei bagni è insuperabile. Non a caso si canta sotto la doccia  ::)

Max Maz

Secondo me Roberto, questo non è un aspetto facile da capire.
Suonare lo strumento da spento mi è obbligatorio dopo le 22 ma in quella modalità riesco soltanto a tenere le mani in esercizio e a provare ad insistere sulla precisione.
A studiare un brano o anche semplicemente a giocare di rivolti no.
Ho bisogno di sentire un suono "completo" altrimenti mi confondo.
Per quanto riguarda l'espressività poi l'amplificazione almeno in ear monitor la trovo irrinunciabile.  ::)

Magari per un musicista vero come te cambia tutto.
Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)



robemazzoli

Citazione di: Max Maz il 12 Gennaio, 2021, 11:20 AM
Secondo me Roberto, questo non è un aspetto facile da capire.
Suonare lo strumento da spento mi è obbligatorio dopo le 22 ma in quella modalità riesco soltanto a tenere le mani in esercizio e a provare ad insistere sulla precisione.
A studiare un brano o anche semplicemente a giocare di rivolti no.
Ho bisogno di sentire un suono "completo" altrimenti mi confondo.
Per quanto riguarda l'espressività poi l'amplificazione almeno in ear monitor la trovo irrinunciabile.  ::)

Magari per un musicista vero come te cambia tutto.

Probabilmente hai ragione, per quanto riguarda la complessità del discorso.

Ho scritto nel post iniziale che era una considerazione tra il serio e il divertito, forse al limite della provocazione, leggendo alcune risposte.
Non era mia intenzione ne far "arrabbiare" nessuno ne, tantomeno, sottolineare chissà quali errori.

Tutto ciò che scrivo di musica e di chitarra è sempre il risultato delle mie esperienze personali e quindi, essendo la ricerca degli strumenti, le gas, i cambi, le permute, le curiosità, le voglie, fatti da me esperiti e dei quali conosco, almeno credo, le grandi controindicazioni, allora mi sento di elaborarne i vissuti per apprenderne.

Poi in questo ultimo anno il mestiere dell'insegnante di chitarra è diventato molto più importante per me, per sbarcare il lunario, e molte riflessioni sono nate.

Cosa voglio dire? Questo: ho fatto ricerca e speso soldi e (soprattutto) tempo, come quasi tutti, negli anni per trovare il gear: elettrico, classico, acustico, ampli, pedali..etc etc.

Mi ritengo soddisfatto ma so che ci sarà sempre dentro di me il "tarlo" della novità, il principio di una Gas. La cosa non mi scandalizza ne mi tormenta chissà quanto ma ci trovo dentro (per ciò che riguarda la mia esclusiva esperienza) qualcosa che non mi piace, che mi infastidisce un po'.

E allora rifletto molto su questi temi, sia per me che per gli allievi e, al netto di scelte di vita che ancora mi permettono di studiare seriamente tutti i giorni (come fosse una "formazione permanente") allora mi capita di trarre delle sintesi.

E una di queste è quella che ho cercato di esprimere, tentando di non essere saccente o presuntuoso (ma forse non ci son riuscito):
escludere l'aspetto "bellezza del timbro" facilita enormemente la pratica di studio.

Quando amplifichiamo lo strumento, che sia con un valvolare ad alto volume, a basso volume, un piccolo amp digitale, un software di simulazioni, senza cuffie, con le cuffie, etc etc. veniamo facilmente distratti dal suono che esce: ci mettiamo a settarlo, ci mettiamo il reverbero, il delay, il drive, poi li togliamo, ne mettiamo altri, cambiamo pick up, splittiamo, cambiamo chitarra perchè quel giorno "suona male"...insomma PERDIAMO UN SACCO DI TEMPO e di concentrazione e, spesso, finiamo per strimpellare e basta.

Naturalmente è SACROSANTO DIRITTO di ognuno di fare ciò che vuole con il proprio tempo e i propri strumenti ma, se ci si pone l'obiettivo di studiare e di migliorare, io credo che si stia percorrendo una strada non gratificante.

Se l'obiettivo è il diletto, allora che si faccia pure, ci mancherebbe, però io credo che sia importante non confondere i piani, altrimenti si rischia di trovarsi improvvisamente un po' abbacchiati, demotivati e insoddisfatti.

E qui scatta la Gas in pieno "soccorso antidepressivo": cambio strumento, trovo altra motivazione.

Ribadendo che sto PARLANDO DI ME STESSO, aggiungo che, di contro, fasi prolungate e costanti (regolari, nei limiti del tempo di ognuno) di studio tecnico ben organizzato, durante il quale ci si concentra esclusivamente sugli aspetti tecnici (postura, diteggiature, timing, picking, etc) trasformano radicalmente il rapporto fisico con lo strumento: esso viene "domato" dalle nostre dita, così aduse a frequentarlo con dovizia tecnica e si rende più "facile", ne diventiamo complici e lo "dirigiamo", non lo "subiamo".

Ovvio che questo poi si trasla anche agli altri strumenti che possediamo, e questo spiega il famoso motto "quel chitarrista riesce a far suonare anche un manico di scopa..."

Avere lo strumento spento facilita. Toglie una variabile determinante nel contesto della azione. Altrimenti si deve raggiungere una "indifferenza" nei confronti del suono che ci capita, e allora è sufficiente possedere oggetti economici e semplici e portatili, purchè siano adatti allo scopo.

Capisco che con una solid body si fa più difficile (ma è possibile), mentre una semiacustica magari facilita.

Questo ragionamento non pretende di avere alcuna assolutezza (per questo ho chiamato il topic Il segreto di Pulcinella) ma si sforza di fare un po' di chiarezza, di separare i momenti che dedichiamo allo strumento: lo studio dal piacere, la esecuzione corretta (che prevede il suono che cerchiamo) dalla ricerca timbrica.

Ecco, spero di essere stato più chiaro e mi scuso se non lo sono stato o se ho urtato qualche sensibilità.
Abbracci ro :guitar: :thanks:
roberto

"Libertà l'ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato"

robland

Citazione di: robemazzoli il 12 Gennaio, 2021, 12:07 PM
Tutto ciò che scrivo di musica e di chitarra è sempre il risultato delle mie esperienze personali e quindi, essendo la ricerca degli strumenti, le gas, i cambi, le permute, le curiosità, le voglie, fatti da me esperiti e dei quali conosco, almeno credo, le grandi controindicazioni, allora mi sento di elaborarne i vissuti per apprenderne.

Poi in questo ultimo anno il mestiere dell'insegnante di chitarra è diventato molto più importante per me, per sbarcare il lunario, e molte riflessioni sono nate.

Cosa voglio dire? Questo: ho fatto ricerca e speso soldi e (soprattutto) tempo, come quasi tutti, negli anni per trovare il gear: elettrico, classico, acustico, ampli, pedali..etc etc.

Mi ritengo soddisfatto ma so che ci sarà sempre dentro di me il "tarlo" della novità, il principio di una Gas. La cosa non mi scandalizza ne mi tormenta chissà quanto ma ci trovo dentro (per ciò che riguarda la mia esclusiva esperienza) qualcosa che non mi piace, che mi infastidisce un po'.

E allora rifletto molto su questi temi, sia per me che per gli allievi e, al netto di scelte di vita che ancora mi permettono di studiare seriamente tutti i giorni (come fosse una "formazione permanente") allora mi capita di trarre delle sintesi.

E una di queste è quella che ho cercato di esprimere, tentando di non essere saccente o presuntuoso (ma forse non ci son riuscito):
escludere l'aspetto "bellezza del timbro" facilita enormemente la pratica di studio.

Quando amplifichiamo lo strumento, che sia con un valvolare ad alto volume, a basso volume, un piccolo amp digitale, un software di simulazioni, senza cuffie, con le cuffie, etc etc. veniamo facilmente distratti dal suono che esce: ci mettiamo a settarlo, ci mettiamo il reverbero, il delay, il drive, poi li togliamo, ne mettiamo altri, cambiamo pick up, splittiamo, cambiamo chitarra perchè quel giorno "suona male"...insomma PERDIAMO UN SACCO DI TEMPO e di concentrazione e, spesso, finiamo per strimpellare e basta.

Naturalmente è SACROSANTO DIRITTO di ognuno di fare ciò che vuole con il proprio tempo e i propri strumenti ma, se ci si pone l'obiettivo di studiare e di migliorare, io credo che si stia percorrendo una strada non gratificante.

Se l'obiettivo è il diletto, allora che si faccia pure, ci mancherebbe, però io credo che sia importante non confondere i piani, altrimenti si rischia di trovarsi improvvisamente un po' abbacchiati, demotivati e insoddisfatti.

E qui scatta la Gas in pieno "soccorso antidepressivo": cambio strumento, trovo altra motivazione.

Ribadendo che sto PARLANDO DI ME STESSO, aggiungo che, di contro, fasi prolungate e costanti (regolari, nei limiti del tempo di ognuno) di studio tecnico ben organizzato, durante il quale ci si concentra esclusivamente sugli aspetti tecnici (postura, diteggiature, timing, picking, etc) trasformano radicalmente il rapporto fisico con lo strumento: esso viene "domato" dalle nostre dita, così aduse a frequentarlo con dovizia tecnica e si rende più "facile", ne diventiamo complici e lo "dirigiamo", non lo "subiamo".

Ovvio che questo poi si trasla anche agli altri strumenti che possediamo, e questo spiega il famoso motto "quel chitarrista riesce a far suonare anche un manico di scopa..."

Avere lo strumento spento facilita. Toglie una variabile determinante nel contesto della azione. Altrimenti si deve raggiungere una "indifferenza" nei confronti del suono che ci capita, e allora è sufficiente possedere oggetti economici e semplici e portatili, purchè siano adatti allo scopo.

Capisco che con una solid body si fa più difficile (ma è possibile), mentre una semiacustica magari facilita.

Questo ragionamento non pretende di avere alcuna assolutezza (per questo ho chiamato il topic Il segreto di Pulcinella) ma si sforza di fare un po' di chiarezza, di separare i momenti che dedichiamo allo strumento: lo studio dal piacere, la esecuzione corretta (che prevede il suono che cerchiamo) dalla ricerca timbrica.

Ecco, spero di essere stato più chiaro e mi scuso se non lo sono stato o se ho urtato qualche sensibilità.
Abbracci ro :guitar: :thanks:

Questo post sarebbe da incorniciare ed appendere, immacolato così com'è.

:goodpost: :thanks:

Max Maz

Io ho parlato di amplificato Roby, non di suono splendido.

Mi basta il preset clean di un qualsiasi software o di un ciaffo da studio.

È la sola vibrazione della corda sull tastiera che mi limita. Soltanto quella.

È smetti si scusarti  :occhiolino:
Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)


Santano

Citazione di: robland il 12 Gennaio, 2021, 12:20 PM
Citazione di: robemazzoli il 12 Gennaio, 2021, 12:07 PM
Citazione di: Max Maz il 12 Gennaio, 2021, 11:20 AM
Secondo me Roberto, questo non è un aspetto facile da capire.
Suonare lo strumento da spento mi è obbligatorio dopo le 22 ma in quella modalità riesco soltanto a tenere le mani in esercizio e a provare ad insistere sulla precisione.
A studiare un brano o anche semplicemente a giocare di rivolti no.
Ho bisogno di sentire un suono "completo" altrimenti mi confondo.
Per quanto riguarda l'espressività poi l'amplificazione almeno in ear monitor la trovo irrinunciabile.  ::)

Magari per un musicista vero come te cambia tutto.

Probabilmente hai ragione, per quanto riguarda la complessità del discorso.

Ho scritto nel post iniziale che era una considerazione tra il serio e il divertito, forse al limite della provocazione, leggendo alcune risposte.
Non era mia intenzione ne far "arrabbiare" nessuno ne, tantomeno, sottolineare chissà quali errori.

Tutto ciò che scrivo di musica e di chitarra è sempre il risultato delle mie esperienze personali e quindi, essendo la ricerca degli strumenti, le gas, i cambi, le permute, le curiosità, le voglie, fatti da me esperiti e dei quali conosco, almeno credo, le grandi controindicazioni, allora mi sento di elaborarne i vissuti per apprenderne.

Poi in questo ultimo anno il mestiere dell'insegnante di chitarra è diventato molto più importante per me, per sbarcare il lunario, e molte riflessioni sono nate.

Cosa voglio dire? Questo: ho fatto ricerca e speso soldi e (soprattutto) tempo, come quasi tutti, negli anni per trovare il gear: elettrico, classico, acustico, ampli, pedali..etc etc.

Mi ritengo soddisfatto ma so che ci sarà sempre dentro di me il "tarlo" della novità, il principio di una Gas. La cosa non mi scandalizza ne mi tormenta chissà quanto ma ci trovo dentro (per ciò che riguarda la mia esclusiva esperienza) qualcosa che non mi piace, che mi infastidisce un po'.

E allora rifletto molto su questi temi, sia per me che per gli allievi e, al netto di scelte di vita che ancora mi permettono di studiare seriamente tutti i giorni (come fosse una "formazione permanente") allora mi capita di trarre delle sintesi.

E una di queste è quella che ho cercato di esprimere, tentando di non essere saccente o presuntuoso (ma forse non ci son riuscito):
escludere l'aspetto "bellezza del timbro" facilita enormemente la pratica di studio.

Quando amplifichiamo lo strumento, che sia con un valvolare ad alto volume, a basso volume, un piccolo amp digitale, un software di simulazioni, senza cuffie, con le cuffie, etc etc. veniamo facilmente distratti dal suono che esce: ci mettiamo a settarlo, ci mettiamo il reverbero, il delay, il drive, poi li togliamo, ne mettiamo altri, cambiamo pick up, splittiamo, cambiamo chitarra perchè quel giorno "suona male"...insomma PERDIAMO UN SACCO DI TEMPO e di concentrazione e, spesso, finiamo per strimpellare e basta.

Naturalmente è SACROSANTO DIRITTO di ognuno di fare ciò che vuole con il proprio tempo e i propri strumenti ma, se ci si pone l'obiettivo di studiare e di migliorare, io credo che si stia percorrendo una strada non gratificante.

Se l'obiettivo è il diletto, allora che si faccia pure, ci mancherebbe, però io credo che sia importante non confondere i piani, altrimenti si rischia di trovarsi improvvisamente un po' abbacchiati, demotivati e insoddisfatti.

E qui scatta la Gas in pieno "soccorso antidepressivo": cambio strumento, trovo altra motivazione.

Ribadendo che sto PARLANDO DI ME STESSO, aggiungo che, di contro, fasi prolungate e costanti (regolari, nei limiti del tempo di ognuno) di studio tecnico ben organizzato, durante il quale ci si concentra esclusivamente sugli aspetti tecnici (postura, diteggiature, timing, picking, etc) trasformano radicalmente il rapporto fisico con lo strumento: esso viene "domato" dalle nostre dita, così aduse a frequentarlo con dovizia tecnica e si rende più "facile", ne diventiamo complici e lo "dirigiamo", non lo "subiamo".

Ovvio che questo poi si trasla anche agli altri strumenti che possediamo, e questo spiega il famoso motto "quel chitarrista riesce a far suonare anche un manico di scopa..."

Avere lo strumento spento facilita. Toglie una variabile determinante nel contesto della azione. Altrimenti si deve raggiungere una "indifferenza" nei confronti del suono che ci capita, e allora è sufficiente possedere oggetti economici e semplici e portatili, purchè siano adatti allo scopo.

Capisco che con una solid body si fa più difficile (ma è possibile), mentre una semiacustica magari facilita.

Questo ragionamento non pretende di avere alcuna assolutezza (per questo ho chiamato il topic Il segreto di Pulcinella) ma si sforza di fare un po' di chiarezza, di separare i momenti che dedichiamo allo strumento: lo studio dal piacere, la esecuzione corretta (che prevede il suono che cerchiamo) dalla ricerca timbrica.

Ecco, spero di essere stato più chiaro e mi scuso se non lo sono stato o se ho urtato qualche sensibilità.
Abbracci ro :guitar: :thanks:

Questo post sarebbe da incorniciare ed appendere, immacolato così com'è.

:goodpost: :thanks:

Hai spiegato benissimo il concetto, Ro. E mi trovi perfettamente d'accordo in tutto e per tutto

Perciò  :goodpost:

robland

Santano, il bello è che prescindo da se sono d'accordo o meno con Rob Mazzoli. Trovo proprio la profondità del ragionamento a essere degno di cornice.
Potrei suonare con l'ampli tutti i giorni ed ammirare lo stesso il suo ragionamento.
Sono quelle cose che vanno al di là delle proprie abitudini personali. Quando un professionista spiega un concetto in questo modo, allora 1- alzo le mani, 2- capisco perché è professionista.

robemazzoli

Citazione di: Max Maz il 12 Gennaio, 2021, 12:25 PM
Io ho parlato di amplificato Roby, non di suono splendido.

Mi basta il preset clean di un qualsiasi software o di un ciaffo da studio.

È la sola vibrazione della corda sull tastiera che mi limita. Soltanto quella.

È smetti si scusarti  :occhiolino:

Promesso!

Bro, l'importante è il succo: non farsi distrarre, puntare sull'obiettivo, poi ognuno suona come si sente più a suo agio! :thanks:
roberto

"Libertà l'ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato"


robemazzoli

Citazione di: robland il 12 Gennaio, 2021, 12:42 PM
Santano, il bello è che prescindo da se sono d'accordo o meno con Rob Mazzoli. Trovo proprio la profondità del ragionamento a essere degno di cornice.
Potrei suonare con l'ampli tutti i giorni ed ammirare lo stesso il suo ragionamento.
Sono quelle cose che vanno al di là delle proprie abitudini personali. Quando un professionista spiega un concetto in questo modo, allora 1- alzo le mani, 2- capisco perché è professionista.

Grazie Robland, in questo tuo post completi perfettamente il mio ragionamento, e per questo ti ringrazio molto!  :goodpost:
roberto

"Libertà l'ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato"

Bedrock

Citazione di: robemazzoli il 12 Gennaio, 2021, 12:07 PM
.....
Quando amplifichiamo lo strumento, che sia con un valvolare ad alto volume, a basso volume, un piccolo amp digitale, un software di simulazioni, senza cuffie, con le cuffie, etc etc. veniamo facilmente distratti dal suono che esce: ci mettiamo a settarlo, ci mettiamo il reverbero, il delay, il drive, poi li togliamo, ne mettiamo altri, cambiamo pick up, splittiamo, cambiamo chitarra perchè quel giorno "suona male"...insomma PERDIAMO UN SACCO DI TEMPO e di concentrazione e, spesso, finiamo per strimpellare e basta.
....

Ecco, è la cosa che ripeto da ieri in una chat in cui si discuteva proprio di questo argomento.
Lo studio a me viene bene da spento.
Il suono ieri dicevo, provocatoriamente ma fino ad un certo punto, che per me è fonte di distrazione, e il per me non è per mia convinzione generale, è inteso per la mia persona.
Esempio di questi giorni devo studiare per la band Spain, probabilmente ci vedremo nel 2022 ma per tenerci un pò in contatto qualcosa si fa.
Mi ci metto domenica pomeriggio davanti al pc con Native, risultano non ho fatto na mazza tutto il pome.
Ieri sera io e chitarra, tempo un'ora tema portato a casa.
E questo vale sempre per me, se devo studiare devo essere da solo col mio strumento.
Sento dire: senza suono mi annoio. Io no, mi piace suonare a prescidnere.
Sento dire: non senti il controllo. Con un pò di immodestia, e sicuramente sbagliando, dire che ho sufficiente controllo per permettermi di non star sempre a pensare a quello ma a concentrarmi sul resto. Poi te Robè che me conosci smentiscimi, e io te ce mando  :D
Si tratta di un mix tra obiettivo che si ha, tempo a disposizione e qualità di questo tempo.
Il mio obiettivo è migliorarmi come musicista, per farlo serve tempo di qualità. Tempo ne ho pochissimo e di qualità scarsissima, quindi qualcosa devo tagliare perchè in quel poco tempo sono anche stanco, con la stanchezza ci si distrae e ci si siede sulle proprie pigrizie: a chi non piace mettersi davanti a 10 pedali e passare due ore a girare manopoline? Come bimbi, non c'è nulla di male, è estremamente piacevole, ma poi che mi resta? Nulla.
Quindi non riuscendo a restare a fuoco, quel tempo non è di qualità, per me è fondamentale togliere tutto.
Ripeto, è questione strettamente personale, e mi permetto di farla consapevole di avere un bagaglio tecnico sufficiente, da dover essere affinato di certo, ma sufficiente e tale che sia per me più proficuo uno studio fatto in questo modo.

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