Welcome to Jamble Forum. Please login or sign up.

24 Settembre, 2024, 07:23 PM

Login with username, password and session length

SUPPORTA JAMBLE

Attraverso il nostro store puoi supportare il forum e nel contempo, ottieni un simpatico gadget da poter utilizzare!




CLICCA QUI

utilizza il codice jb20
e ottieni subito uno
sconto del 20%
su tutti gli articoli!

Donazioni

Supporta Jamble!

Ti piace Jamble? Potresti aiutarci a rimanere online?

Donate with PayPal!
Obiettivo Anno 2024: €300.00
Data di scadenza: dic 31
Totale ricevute: €105.00
Tasse PayPal: €6.02
Saldo netto: €98.98
Manca all'obiettivo: €201.02
Valuta del sito: EUR
33% 

Un grandissimo grazie a chi ha donato in questo periodo.
ago-23 Anonimo EUR10.00
ago-22 LawHunter EUR30.00
giu-13 shezlacroi... EUR10.00
mag-22 marko61 EUR30.00
mar-20 Anonimo EUR10.00
mar-8 Anonimo EUR5.00
mar-2 Anonimo EUR10.00

PROMO

Topic Recenti

Il presente ed il futuro del Jazz in Italia

Aperto da Vu-meter, 12 Settembre, 2017, 11:30 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

Vu-meter

Una delle cose che ho sempre apprezzato del jazz ( ma anche del blues, del rock e di altri generi ) è la sua origine umile e popolare. Il jazz in special modo sembra aver perso in certi ambienti quella sua origine che gli dava un sapore davvero piacevole perchè lo rendeva avvicinabile da chiunque. Non ovunque, per fortuna. Se passi in certi luoghi , per certi locali o perfino per certe strade negli states (luogo di origine del jazz) questa cosa si avverte ancora e i musicisti non sono niente di più e niente di meno che musicisti di strada e/o artisti qualunque.

:jazzbass:

In italia ( ma forse anche in altri paesi europei ) abbiamo invece modificato il senso di questo genere rendendolo di nicchia :snob: , lontano e gustabile da pochi. Non è sempre stato così, ma certamente dagli anni 70/80 a venire ad oggi, il jazz è stato sempre più separato, allontanato, distanziato dalla gente comune, ma anche dai musicisti.

La persona comune pensa che il jazz sia troppo difficile da ascoltare, sgradevole e distante.
Il musicista pensa che sia troppo difficile da suonare, troppo colto, troppo avanti.

Niente di più falso, mi viene da dire.

Nel nostro paese poi, come se non bastasse, è stato inserito come materia di studio nei conservatori e qui, secondo me, c'è stata un'ulteriore distorsione dei significati, del gusto, dell'essenza del jazz.

Perchè dico tutto questo ?
Perchè ho notato come molti musicisti che suonano jazz uscendo dal conservatorio paiono aver assimilato lo stesso stile, la stessa fisicità, ma anche la stessa forma mentis del musicista classico e nel mio immaginario, questo mondi sono lontanissimi, oserei dire opposti. Il fatto che in qualche modo "si tocchino" mi preoccupa spaventosamente.
Il mondo del jazz vive di sperimentazione ed improvvisazione, di rifacimenti, riarrangiamenti, ecc... quello del musicista classico vive di rigore, di una forma precisa e inattaccabile.
I primi formatori del linguaggio jazz sono stati infatti dei meravigliosi sperimentatori e noi cosa abbiamo fatto ? Abbiamo studiato stili e modalità conferendo a ciò che trovavamo nelle loro composizioni la qualità di "regola". Abbiamo classificato, catalogato, archiviato informazioni su composizioni armoniche e melodiche ingabbiandole in una serie di "leggi del linguaggio" e questo ha portato ad un approccio meno "libero" ( cosa che invece personalmente sento come la struttura stessa del jazz, la sua anima ) e più "ingabbiato" in schemi, quasi a formare una sorta di 'tradizione' del jazz.


Ho paura e temo per il futuro di questa bella musica in Italia che pare sempre più destinata a diventare un genere rigoroso ricercato solo da pseudo-intellettuali che presto si recheranno a dei teatri 'sacri' come la Scala (non mi meraviglierei affatto :martini: ) vestiti di tutto punto con donne in fruscianti abiti da sera entrambi pronti a fischiare non appena il musicista non provveda loro lo standard ( o l'evergreen, se preferite ) suonato in modo da aderire a determinati canoni fissi, immutabili, intoccabili.

Non so se sono riuscito bene ad esprimere ciò che avevo in mente.
Volevo solo chiedere : cosa ne pensate , voi ?
"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



REGOLAMENTO | CONTATTI | MEDAGLIERE | BLOG



luigigi

Sarebbe un bel discorsone da affrontare... anche perchè abbraccia tutta la cultura e l'intelligenza dell'uomo. Sarà che il passato sembra sempre migliore, sarà che sto invecchiando di brutto brutto brutto, ma mi sembra che siamo entrati in un nuovo medioevo. Però forse ha ragione Baricco; i nuovi barbari in realtà sono solo diversi da noi... sarà. So che negli anni 70 Gaslini suonava Jazz nelle fabbriche e che i cral della grandi aziende mettevano a disposizione degli operai biglietti per la scala. La generazione di mia madre ballava anche con le musiche di Porter o Gershwin o Miller.... Non mi sembra che siamo andati molto avanti. Molte aspettative sono andate deluse; anche e soprattutto a livello politico (che poi condiziona un po' tutto). Certo abbiamo sprecato molte opportunità. E purtroppo anche se uscissimo dalla crisi, non credo vi sarà un'inversione di tendenza. E' un po' colpa di tutti. Certo che, ok canali in  chiaro dedicati ai qui, alle televendite, allo sport... ma un po' più di cultura? Solo Rai5 ? basta? Ci son decine di radio commerciali che si sentono benissimo. L'unico canale rai di classica alla radio si sente da schifo (da me). Io sono un po' drastico... obbligherei a dei test annuali di cultura. Chi non li passa, lavori socialmente utili. Perchè poi certe cose si riverberano tutti i giorni nella vita quotidiana.... Credo che anche i musicisti però siano delle vittime.... urca... che pippone... :sconvolto:
:goodpost:


AlbertoDP

Citazione di: Vu-meter il 12 Settembre, 2017, 11:30 AM


In italia ( ma forse anche in altri paesi europei ) abbiamo invece modificato il senso di questo genere rendendolo di nicchia :snob: , lontano e gustabile da pochi. Non è sempre stato così, ma certamente dagli anni 70/80 a venire ad oggi, il jazz è stato sempre più separato, allontanato, distanziato dalla gente comune, ma anche dai musicisti.

La persona comune pensa che il jazz sia troppo difficile da ascoltare, sgradevole e distante.
Il musicista pensa che sia troppo difficile da suonare, troppo colto, troppo avanti.



Bel topic  :reallygood: La questione che poni è ampia e complessa. Io dico la mia solo su una piccola parte, altrimenti rischierei di fare troppa confusione (già sono sicuro che ne farò con questa riposta parziale e anche un po' banale, lo ammetto  :-[)

Credo che ogni genere musicale (ma la stessa cosa si può applicare ad altre arti e/o mestieri) abbia una sua evoluzione che lo porta, per un po' di tempo, ad andare di pari passo coi gusti della gente (o meglio, di chi ascolta, senza avere una particolare preparazione in merito), e poi a "superarla" (se così si può dire) inevitabilmente, diventando sempre più di nicchia.

Ho l'impressione che questa cosa sia pressoché inevitabile, da una parte perché gli "artisti" vogliono sperimentare ed "andare avanti"  (:firuli:), dall'altra perché il gusto e la capacità di apprezzare una certa forma artistica non sono innate, ma si formano col tempo che vi si dedica e con la "cultura" che si ha in merito. E' successo per la musica classica, che nel corso del '900 è diventata completamente aliena all'ascoltatore medio. E' successo al jazz (molto più velocemente, ovviamente) ed è successo anche alla musica rock e pop, che sarebbero dovuti essere "popolari" per definizione.

Tutto quanto sopra, ovviamente, con mille sfumature ed eccezioni. Tuttavia, come trend generale, mi sembra abbastanza identificabile.

Detto questo, non so quale sarà il futuro di questi generi. Credo che rimarranno per sempre di nicchia, anche perché tornare indietro nel tempo delle conoscenze acquisite è pressoché impossibile. Ma potrei sbagliarmi, in fondo le innovazioni sono le cose che non si riescono a prevedere, no?  ::)

luigigi

Citazione di: AlbertoDP il 12 Settembre, 2017, 12:22 PM
Citazione di: Vu-meter il 12 Settembre, 2017, 11:30 AM


In italia ( ma forse anche in altri paesi europei ) abbiamo invece modificato il senso di questo genere rendendolo di nicchia :snob: , lontano e gustabile da pochi. Non è sempre stato così, ma certamente dagli anni 70/80 a venire ad oggi, il jazz è stato sempre più separato, allontanato, distanziato dalla gente comune, ma anche dai musicisti.

La persona comune pensa che il jazz sia troppo difficile da ascoltare, sgradevole e distante.
Il musicista pensa che sia troppo difficile da suonare, troppo colto, troppo avanti.



Ho l'impressione che questa cosa sia pressoché inevitabile, da una parte perché gli "artisti" vogliono sperimentare ed "andare avanti"  (:firuli:), dall'altra perché il gusto e la capacità di apprezzare una certa forma artistica non è innato, ma si forma col tempo che vi si dedica e con la "cultura" che si ha in merito. E' successo per la musica classica, che nel corso del '900 è diventata completamente aliena all'ascoltatore medio. E' successo al jazz (molto più velocemente, ovviamente) ed è successo anche alla musica rock e pop, che sarebbero dovuti essere "popolari" per definizione.


Si è vero... certi autori, sia nel jazz sia nella classica (soprattutto visto che è il genere che prediligo), li ascolto quando sono solo o mia moglie mi guarda storto e dice "puoi toglierlo" ? Essendo tutti noi musicisti
  :sarcastic: abbiamo preso l'abitudine ad ascoltare cose via via più complesse che non suonassero "già sentite". Stessa cosa succede nella letteratura e nel cinema. Il punto è che bisognebbe far si che tutti crescano e facciano un percorso. Porca puzzola ; se nel '700 i popolani andavano a sentire Mozart, non ci andiamo noi? Se ciò succedeva perchè allora era l'unica scelta, sterminiamo tutti i mediocri.  :angry2: (troppo cattivo ?  :laughing:)

nemocap

Il rischio di cristallizzazione del jazz in un ambito di nicchia fatto di pochi appassionati puristi legati ad una tradizione "classica" del genere esiste se ci si dimentica che il jazz è nato come contaminazione di diversi generi musicali: certi ritmi africani rimasti vivi nell'animo degli schiavi neri durante l' ottocento che incontrano forme varie di work songs, di ballate protoblues e poi di musica bianca. La trasmissione di questa musica non poteva essere che orale e l'improvvisazione estemporanea era il mezzo attraverso il quale viveva e si arricchiva di apporti sempre nuovi. Se ci si dimentica questo il rischio di impoverimento è forte.

Fidelcaster

Apprezzo molto quant'è stato scritto in questo thread, in particolare condivido totalmente il post di Alberto. Sono in disaccordo solo col post di Vu  :D, che mi sembra invocare un'età dell'oro e dell'innocenza che, se mai è esistita,  sicuramente è finita prima dell'ascesa della maggior parte dei jazzisti che ricordiamo oggi. Non erano musicisti "di strada" quelli che vivevano (e a volte morivano giovanissimi) per la propria arte, che affrontavano il repertorio classico dei quintetti e concerti di Mozart (Benny Goodman), prendevano a modello il neoclassicismo di Hindemith e Stravinsky (Charlie Parker), incidevano versioni jazz di composizioni di ?ajkovskij e Rodrigo (Duke Ellington e Miles Davis), studiavano su testi esoterici di teoria musicale (John Coltrane).
L'arte spesso, e forse nei migliori casi sempre, è radicata nella cultura popolare. Ciò non vuol dire che l'arte sia riducibile alla cultura popolare, che l'ultimo movimento della Sonata a Kreutzer non sia altro che una tarantella pugliese, o che Billie's Bounce non sia altro che il lamento di uno schiavo del sud.
:ditanaso:



Vu-meter

Forse non mi sono spiegato bene... non volevo dire che i jazzisti fossero buskers, ma solo che il jazz si può sentire nelle strade, intendendo anche bar, locali, ristoranti, club, ecc... e non serve essere Uto Ughi per poterlo suonare con soddisfazione.
I grandi jazzisti erano senza dubbio ottimi musicisti, ma ho sempre pensato che avessero una fotrma mentis meno 'accademica' dei colleghi classici e onestamente, penso che i risultati lo mostrino.. la classica in pratica non permette alcuna sperimentazione, salvo pochissime cose.

Il punto per me non è la cultura musicale dei musicisti coinvolti, ma il modo in cui intendano la musica in sé..
Ho paura che il jazz in Italia si sia instradato in un percorso che lo porterà nei templi e nei modi della classica.

Non so se sono riuscito a spiegarmi nemmeno stavolta...
"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



REGOLAMENTO | CONTATTI | MEDAGLIERE | BLOG



Max Maz

Temo anch'io che stia diventando sempre più musica di nicchia allontanandosi sempre di più dai veri appassionati.
Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)


Elliott

Io invece penso che il Jazz sia visto ultimamente come un modo ruffiano per distinguersi dalla massa.
Artisti di strada, locali, festival di band emergenti...affollati di duo, trio e quartetti jazz (o pseudo tali) che inondano il pubblico di riarmonizzazioni ovvie e ruffiane di brani popolarissimi.

Mi pare che venga visto come il genere alternativo per eccellenza.

Altro scenario(il futuro): lo studente di musica classica (conservatorio et similia) che vede nel jazz la via naturale...più consona e che maggiormente gratifica i propri studi e la propria formazione. Qua siamo ad un livello decisamente più elevato e...il pubblico preparato si riduce drasticamente riducendo il tutto ad una nicchia ristretta al punto da diventare e far diventare snob.

Picchiatemi pure...

nemocap

Io non frequento l'ambiente del jazz; mi limito ogni tanto  a curiosare su qualche sito specializzato o a leggere qualche rivista del settore e ho la sensazione che sia molto presente la consapevolezza del pericolo che il jazz rischi la cristallizzazione in forme culturali di nicchia. Trovo che la maggior parte delle recensioni critiche di nuovi dischi o di lavori di jazzisti di primo piano della scena italiana tendano a premiare i lavori in cui la componente sperimentale o di contaminazione con altri generi (anche e soprattutto popolari) sia ben presente. Che poi questo significhi allontanare i fruitori non culturalmente preparati è altro argomento che meriterebbe un approfondimento.

Fidelcaster

Citazione
non serve essere Uto Ughi per poterlo suonare con soddisfazione.

Non serve essere Uto Ughi neanche per suonare Bach o Beethoven, compositori che molte loro opere le composero per il pubblico dei dilettanti...
:ditanaso:

Vu-meter

Beethoven in effetti sembra più easy... Bach non lo avrei detto, sembrano un macello le sue composizioni (ma io ho per certo una conoscenza ridotta del grande compositore )..

"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



REGOLAMENTO | CONTATTI | MEDAGLIERE | BLOG




Fidelcaster

Per "dilettanti" intendevo musicisti non professionisti!  ::)
:ditanaso:

Vu-meter

Citazione di: Fidelcaster il 12 Settembre, 2017, 09:09 PM
Per "dilettanti" intendevo musicisti non professionisti!  ::)


Mi hai messo la voglia di cimentarmi con l'inno alla gioia...  :cheer:
"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



REGOLAMENTO | CONTATTI | MEDAGLIERE | BLOG



Il forum di Jamble esiste ANCHE grazie alla visualizzazione delle pubblicità.


Ti preghiamo pertanto di disattivare il tuo ad blocker.