Una delle cose che ho sempre apprezzato del jazz ( ma anche del blues, del rock e di altri generi ) è la sua origine umile e popolare. Il jazz in special modo sembra aver perso in certi ambienti quella sua origine che gli dava un sapore davvero piacevole perchè lo rendeva avvicinabile da chiunque. Non ovunque, per fortuna. Se passi in certi luoghi , per certi locali o perfino per certe strade negli states (luogo di origine del jazz) questa cosa si avverte ancora e i musicisti non sono niente di più e niente di meno che musicisti di strada e/o artisti qualunque.
:jazzbass:
In italia ( ma forse anche in altri paesi europei ) abbiamo invece modificato il senso di questo genere rendendolo di nicchia :snob: , lontano e gustabile da pochi. Non è sempre stato così, ma certamente dagli anni 70/80 a venire ad oggi, il jazz è stato sempre più separato, allontanato, distanziato dalla gente comune, ma anche dai musicisti.
La persona comune pensa che il jazz sia troppo difficile da ascoltare, sgradevole e distante.
Il musicista pensa che sia troppo difficile da suonare, troppo colto, troppo avanti.
Niente di più falso, mi viene da dire.
Nel nostro paese poi, come se non bastasse, è stato inserito come materia di studio nei conservatori e qui, secondo me, c'è stata un'ulteriore distorsione dei significati, del gusto, dell'essenza del jazz.
Perchè dico tutto questo ?
Perchè ho notato come molti musicisti che suonano jazz uscendo dal conservatorio paiono aver assimilato lo stesso stile, la stessa fisicità, ma anche la stessa forma mentis del musicista classico e nel mio immaginario, questo mondi sono lontanissimi, oserei dire opposti. Il fatto che in qualche modo "si tocchino" mi preoccupa spaventosamente.
Il mondo del jazz vive di sperimentazione ed improvvisazione, di rifacimenti, riarrangiamenti, ecc... quello del musicista classico vive di rigore, di una forma precisa e inattaccabile.
I primi formatori del linguaggio jazz sono stati infatti dei meravigliosi sperimentatori e noi cosa abbiamo fatto ? Abbiamo studiato stili e modalità conferendo a ciò che trovavamo nelle loro composizioni la qualità di "regola". Abbiamo classificato, catalogato, archiviato informazioni su composizioni armoniche e melodiche ingabbiandole in una serie di "leggi del linguaggio" e questo ha portato ad un approccio meno "libero" ( cosa che invece personalmente sento come la struttura stessa del jazz, la sua anima ) e più "ingabbiato" in schemi, quasi a formare una sorta di 'tradizione' del jazz.
Ho paura e temo per il futuro di questa bella musica in Italia che pare sempre più destinata a diventare un genere rigoroso ricercato solo da pseudo-intellettuali che presto si recheranno a dei teatri 'sacri' come la Scala (non mi meraviglierei affatto :martini: ) vestiti di tutto punto con donne in fruscianti abiti da sera entrambi pronti a fischiare non appena il musicista non provveda loro lo standard ( o l'evergreen, se preferite ) suonato in modo da aderire a determinati canoni fissi, immutabili, intoccabili.
Non so se sono riuscito bene ad esprimere ciò che avevo in mente.
Volevo solo chiedere : cosa ne pensate , voi ?
Sarebbe un bel discorsone da affrontare... anche perchè abbraccia tutta la cultura e l'intelligenza dell'uomo. Sarà che il passato sembra sempre migliore, sarà che sto invecchiando di brutto brutto brutto, ma mi sembra che siamo entrati in un nuovo medioevo. Però forse ha ragione Baricco; i nuovi barbari in realtà sono solo diversi da noi... sarà. So che negli anni 70 Gaslini suonava Jazz nelle fabbriche e che i cral della grandi aziende mettevano a disposizione degli operai biglietti per la scala. La generazione di mia madre ballava anche con le musiche di Porter o Gershwin o Miller.... Non mi sembra che siamo andati molto avanti. Molte aspettative sono andate deluse; anche e soprattutto a livello politico (che poi condiziona un po' tutto). Certo abbiamo sprecato molte opportunità. E purtroppo anche se uscissimo dalla crisi, non credo vi sarà un'inversione di tendenza. E' un po' colpa di tutti. Certo che, ok canali in chiaro dedicati ai qui, alle televendite, allo sport... ma un po' più di cultura? Solo Rai5 ? basta? Ci son decine di radio commerciali che si sentono benissimo. L'unico canale rai di classica alla radio si sente da schifo (da me). Io sono un po' drastico... obbligherei a dei test annuali di cultura. Chi non li passa, lavori socialmente utili. Perchè poi certe cose si riverberano tutti i giorni nella vita quotidiana.... Credo che anche i musicisti però siano delle vittime.... urca... che pippone... :sconvolto:
:goodpost:
Citazione di: Vu-meter il 12 Settembre, 2017, 11:30 AM
In italia ( ma forse anche in altri paesi europei ) abbiamo invece modificato il senso di questo genere rendendolo di nicchia :snob: , lontano e gustabile da pochi. Non è sempre stato così, ma certamente dagli anni 70/80 a venire ad oggi, il jazz è stato sempre più separato, allontanato, distanziato dalla gente comune, ma anche dai musicisti.
La persona comune pensa che il jazz sia troppo difficile da ascoltare, sgradevole e distante.
Il musicista pensa che sia troppo difficile da suonare, troppo colto, troppo avanti.
Bel topic :reallygood: La questione che poni è ampia e complessa. Io dico la mia solo su una piccola parte, altrimenti rischierei di fare troppa confusione (già sono sicuro che ne farò con questa riposta parziale e anche un po' banale, lo ammetto :-[)
Credo che ogni genere musicale (ma la stessa cosa si può applicare ad altre arti e/o mestieri) abbia una sua evoluzione che lo porta, per un po' di tempo, ad andare di pari passo coi gusti della gente (o meglio, di chi ascolta, senza avere una particolare preparazione in merito), e poi a "superarla" (se così si può dire) inevitabilmente, diventando sempre più di nicchia.
Ho l'impressione che questa cosa sia pressoché inevitabile, da una parte perché gli "artisti" vogliono sperimentare ed "andare avanti" (:firuli:), dall'altra perché il gusto e la capacità di apprezzare una certa forma artistica non sono innate, ma si formano col tempo che vi si dedica e con la "cultura" che si ha in merito. E' successo per la musica classica, che nel corso del '900 è diventata completamente aliena all'ascoltatore medio. E' successo al jazz (molto più velocemente, ovviamente) ed è successo anche alla musica rock e pop, che sarebbero dovuti essere "popolari" per definizione.
Tutto quanto sopra, ovviamente, con mille sfumature ed eccezioni. Tuttavia, come trend generale, mi sembra abbastanza identificabile.
Detto questo, non so quale sarà il futuro di questi generi. Credo che rimarranno per sempre di nicchia, anche perché tornare indietro nel tempo delle conoscenze acquisite è pressoché impossibile. Ma potrei sbagliarmi, in fondo le innovazioni sono le cose che non si riescono a prevedere, no? ::)
Citazione di: AlbertoDP il 12 Settembre, 2017, 12:22 PM
Citazione di: Vu-meter il 12 Settembre, 2017, 11:30 AM
In italia ( ma forse anche in altri paesi europei ) abbiamo invece modificato il senso di questo genere rendendolo di nicchia :snob: , lontano e gustabile da pochi. Non è sempre stato così, ma certamente dagli anni 70/80 a venire ad oggi, il jazz è stato sempre più separato, allontanato, distanziato dalla gente comune, ma anche dai musicisti.
La persona comune pensa che il jazz sia troppo difficile da ascoltare, sgradevole e distante.
Il musicista pensa che sia troppo difficile da suonare, troppo colto, troppo avanti.
Ho l'impressione che questa cosa sia pressoché inevitabile, da una parte perché gli "artisti" vogliono sperimentare ed "andare avanti" (:firuli:), dall'altra perché il gusto e la capacità di apprezzare una certa forma artistica non è innato, ma si forma col tempo che vi si dedica e con la "cultura" che si ha in merito. E' successo per la musica classica, che nel corso del '900 è diventata completamente aliena all'ascoltatore medio. E' successo al jazz (molto più velocemente, ovviamente) ed è successo anche alla musica rock e pop, che sarebbero dovuti essere "popolari" per definizione.
Si è vero... certi autori, sia nel jazz sia nella classica (soprattutto visto che è il genere che prediligo), li ascolto quando sono solo o mia moglie mi guarda storto e dice "puoi toglierlo" ? Essendo tutti noi musicisti
:sarcastic: abbiamo preso l'abitudine ad ascoltare cose via via più complesse che non suonassero "già sentite". Stessa cosa succede nella letteratura e nel cinema. Il punto è che bisognebbe far si che tutti crescano e facciano un percorso. Porca puzzola ; se nel '700 i popolani andavano a sentire Mozart, non ci andiamo noi? Se ciò succedeva perchè allora era l'unica scelta, sterminiamo tutti i mediocri. :angry2: (troppo cattivo ? :laughing:)
Il rischio di cristallizzazione del jazz in un ambito di nicchia fatto di pochi appassionati puristi legati ad una tradizione "classica" del genere esiste se ci si dimentica che il jazz è nato come contaminazione di diversi generi musicali: certi ritmi africani rimasti vivi nell'animo degli schiavi neri durante l' ottocento che incontrano forme varie di work songs, di ballate protoblues e poi di musica bianca. La trasmissione di questa musica non poteva essere che orale e l'improvvisazione estemporanea era il mezzo attraverso il quale viveva e si arricchiva di apporti sempre nuovi. Se ci si dimentica questo il rischio di impoverimento è forte.
Apprezzo molto quant'è stato scritto in questo thread, in particolare condivido totalmente il post di Alberto. Sono in disaccordo solo col post di Vu :D, che mi sembra invocare un'età dell'oro e dell'innocenza che, se mai è esistita, sicuramente è finita prima dell'ascesa della maggior parte dei jazzisti che ricordiamo oggi. Non erano musicisti "di strada" quelli che vivevano (e a volte morivano giovanissimi) per la propria arte, che affrontavano il repertorio classico dei quintetti e concerti di Mozart (Benny Goodman), prendevano a modello il neoclassicismo di Hindemith e Stravinsky (Charlie Parker), incidevano versioni jazz di composizioni di ?ajkovskij e Rodrigo (Duke Ellington e Miles Davis), studiavano su testi esoterici di teoria musicale (John Coltrane).
L'arte spesso, e forse nei migliori casi sempre, è radicata nella cultura popolare. Ciò non vuol dire che l'arte sia riducibile alla cultura popolare, che l'ultimo movimento della Sonata a Kreutzer non sia altro che una tarantella pugliese, o che Billie's Bounce non sia altro che il lamento di uno schiavo del sud.
https://m.youtube.com/watch?v=SlkhkF3etWo (https://m.youtube.com/watch?v=SlkhkF3etWo)
Forse non mi sono spiegato bene... non volevo dire che i jazzisti fossero buskers, ma solo che il jazz si può sentire nelle strade, intendendo anche bar, locali, ristoranti, club, ecc... e non serve essere Uto Ughi per poterlo suonare con soddisfazione.
I grandi jazzisti erano senza dubbio ottimi musicisti, ma ho sempre pensato che avessero una fotrma mentis meno 'accademica' dei colleghi classici e onestamente, penso che i risultati lo mostrino.. la classica in pratica non permette alcuna sperimentazione, salvo pochissime cose.
Il punto per me non è la cultura musicale dei musicisti coinvolti, ma il modo in cui intendano la musica in sé..
Ho paura che il jazz in Italia si sia instradato in un percorso che lo porterà nei templi e nei modi della classica.
Non so se sono riuscito a spiegarmi nemmeno stavolta...
Temo anch'io che stia diventando sempre più musica di nicchia allontanandosi sempre di più dai veri appassionati.
Io invece penso che il Jazz sia visto ultimamente come un modo ruffiano per distinguersi dalla massa.
Artisti di strada, locali, festival di band emergenti...affollati di duo, trio e quartetti jazz (o pseudo tali) che inondano il pubblico di riarmonizzazioni ovvie e ruffiane di brani popolarissimi.
Mi pare che venga visto come il genere alternativo per eccellenza.
Altro scenario(il futuro): lo studente di musica classica (conservatorio et similia) che vede nel jazz la via naturale...più consona e che maggiormente gratifica i propri studi e la propria formazione. Qua siamo ad un livello decisamente più elevato e...il pubblico preparato si riduce drasticamente riducendo il tutto ad una nicchia ristretta al punto da diventare e far diventare snob.
Picchiatemi pure...
Io non frequento l'ambiente del jazz; mi limito ogni tanto a curiosare su qualche sito specializzato o a leggere qualche rivista del settore e ho la sensazione che sia molto presente la consapevolezza del pericolo che il jazz rischi la cristallizzazione in forme culturali di nicchia. Trovo che la maggior parte delle recensioni critiche di nuovi dischi o di lavori di jazzisti di primo piano della scena italiana tendano a premiare i lavori in cui la componente sperimentale o di contaminazione con altri generi (anche e soprattutto popolari) sia ben presente. Che poi questo significhi allontanare i fruitori non culturalmente preparati è altro argomento che meriterebbe un approfondimento.
Citazione
non serve essere Uto Ughi per poterlo suonare con soddisfazione.
Non serve essere Uto Ughi neanche per suonare Bach o Beethoven, compositori che molte loro opere le composero per il pubblico dei dilettanti...
Beethoven in effetti sembra più easy... Bach non lo avrei detto, sembrano un macello le sue composizioni (ma io ho per certo una conoscenza ridotta del grande compositore )..
Per "dilettanti" intendevo musicisti non professionisti! ::)
Citazione di: Fidelcaster il 12 Settembre, 2017, 09:09 PM
Per "dilettanti" intendevo musicisti non professionisti! ::)
Mi hai messo la voglia di cimentarmi con l'inno alla gioia... :cheer:
Per quello però ti servono un'orchestra e un coro! :D (O un pianoforte, per la trascrizione di Liszt della Nona.)
Sono d'accordo con Vu nel considerare il jazz come un genere che presto diverrà sempre piu di nicchia. Ma Non credo sia possibile dargli la medesima connotazione della musica classica perché chi fa jazz è fondamentalmente alla ricerca di aperimentazioni e non di licenze di esecuzione. I punti di vista sono talmente opposti che non credo si troveranno mai analogie. Ne nei musicisti ne negli ascoltatori.
Il fatto che oggi il jazz, contrariamente alle proprie origini, sia diventato la musica dei "'colti e degli snob e del culturalmente preparati e dei musicisti" ..... beh concordo con nemocap è un altra storia altrettanto interessante e particolare.
Incredibile come una misica nata per il popolo sia diventata quella per gli "eletti"
Buona sera a tutt*.
Mi permetto di intervenire per affermare um solo mio convincimento: il jazz è "solo" un linguaggio, come molti altri in musica e nell"arte in generale.
Ed è un linguaggio che, come altri, ha un percorso storico, fatto di molteplici rivoli. Anche la musica classica è un universo amplissimo.
La sperimentazione è presente in entrambi, non facciamoci fuorviare dalle sovrastrutture.
Gli aspetti formali, conseguenze del percorso evolutivo di ogni linguaggio, mutano e si complicano e assumono abiti particolareggiati.
Il jazz è figlio dell'incontro tra la musica classica europea e la cultura afroamericana, ed esso si caratterizza per una necessaria preparazione tecnica, inevitabile, naturale, soprattutto per chi non nasce e cresce nel suo contesto culturale.
Il discorso della nicchia o dell'elite è sovrastrutturale, è legato al vizio umano della competizione, sgradevole e artisticamente inutile.
Il jazz fa parte di quei linguaggi che donano importanza alla improvvisazione, che funziona bene solo in un contesto di grande rispetto reciproco e di umiltà, fatica e preparazione.
Esso non è lontano dal popolo se non per una culturale disabitudine, per una educazione musicale scarsa.
Null'altro.
Abbracci
Citazione
Esso non è lontano dal popolo se non per una culturale disabitudine, per una educazione musicale scarsa.
Null'altro.
:quotonegalattico:
Anche se non è certo poca cosa... :cry2: Citando quello che ha appena detto Salvatore Accardo su La7, "in Italia si diventa appassionati di musica per folgorazione divina o per tradizione familiare, mai per educazione [scolastica]".
Stesso discorso per la presunta "elitarietà" della musica sinfonica/cameristica/lirica, nozione insensata quale sarebbe quella dell'elitarietà di Shakespeare o di Michelangelo.
Citazione di: Fidelcaster il 13 Settembre, 2017, 12:01 AM
Citazione
Esso non è lontano dal popolo se non per una culturale disabitudine, per una educazione musicale scarsa.
Null'altro.
:quotonegalattico:
Anche se non è certo poca cosa... :cry2: Citando quello che ha appena detto Salvatore Accardo su La7, "in Italia si diventa appassionati di musica per folgorazione divina o per tradizione familiare, mai per educazione [scolastica]".
Stesso discorso per la presunta "elitarietà" della musica sinfonica/cameristica/lirica, nozione insensata quale sarebbe quella dell'elitarietà di Shakespeare o di Michelangelo.
Concordo pienamente
:goodpost:
Citazione di: Fidelcaster il 13 Settembre, 2017, 12:01 AM
Citazione
Esso non è lontano dal popolo se non per una culturale disabitudine, per una educazione musicale scarsa.
Null'altro.
Citando quello che ha appena detto Salvatore Accardo su La7, "in Italia si diventa appassionati di musica per folgorazione divina o per tradizione familiare, mai per educazione [scolastica]".
Posso non essere d'accordo con Accardo?
Se una cosa da salvare c'è nella riforma Giannini, è proprio quella di aver inserito il percorso musicale già nelle scuole medie avviando appunto gli indirizzi musicali ed i licei musicali.
Nelle medie ad indirizzo musicale, strumento e musica hanno le stesse ore di Italiano e Storia. Nei licei addirittura più di Italiano, Latino/greco e matematica messe insieme (essendoci anche materie come composizione ed arrangiamenti, montaggio ed editing digitale, storia della musica, direzione orchestra etc...
A questo si aggiunge la promozione ad università dei conservatori.
Il vero problema?
Tutti gli anni vengono fatti dei test di ammissione (anche molto severi per i licei) e rimangono fuori degli aspiranti studenti perché manca il numero per comporre una nuova classe. Ciò significa che manca l'educazione alla musica proprio in famiglia e, mi prende il nervoso (talvolta non sono riuscito a star zitto ) quando so che molti alunni manco toccano lo strumento e...sono stati spinti dai genitori perché le classi sono composte da persone selezionate (leggasi, no extracomunitari, disagiati etc...).
La scuola ci sta provando...solo in Lombardia ci sono più di 130 scuole medie ad indirizzo musicale; nel resto d'italia ce n'é almeno uno per comprensorio oltre ad 1 liceo musicale per provincia con i grossi centri che ne hanno più di uno.
La scuola ha il dovere di formare ma, l'educazione va data dai genitori. Se affidi ad un contadino un terreno incolto, pieno di sassi e flora selvatica, non puoi aspettarti che garantisca i raccolti nei tempi, nelle quantità e della qualità di chi gli affida un terreno pronto per la semina :etvoila:
Citazione di: robemazzoli il 12 Settembre, 2017, 11:51 PM
.
Esso non è lontano dal popolo se non per una culturale disabitudine, per una educazione musicale scarsa.
Null'altro.
Concordo. Disabitudine dovuta, secondo me, principalmente al fatto di essere nati e vissuti in Italia, non certo patria del jazz (anche se qui il jazz ha trovato terreno fertile fin dall'inizio). Uno nato e vissuto a New Orleans avrebbe respirato jazz da sempre e se avesse preso in mano uno strumento qualsiasi non avrebbe potuto che suonare jazz.
Citazione di: Elliott il 13 Settembre, 2017, 07:10 AM
Citazione di: Fidelcaster il 13 Settembre, 2017, 12:01 AM
Citazione
Esso non è lontano dal popolo se non per una culturale disabitudine, per una educazione musicale scarsa.
Null'altro.
Citando quello che ha appena detto Salvatore Accardo su La7, "in Italia si diventa appassionati di musica per folgorazione divina o per tradizione familiare, mai per educazione [scolastica]".
Posso non essere d'accordo con Accardo?
Se una cosa da salvare c'è nella riforma Giannini, è proprio quella di aver inserito il percorso musicale già nelle scuole medie avviando appunto gli indirizzi musicali ed i licei musicali.
Nelle medie ad indirizzo musicale, strumento e musica hanno le stesse ore di Italiano e Storia. Nei licei addirittura più di Italiano, Latino/greco e matematica messe insieme (essendoci anche materie come composizione ed arrangiamenti, montaggio ed editing digitale, storia della musica, direzione orchestra etc...
A questo si aggiunge la promozione ad università dei conservatori.
Il vero problema?
Tutti gli anni vengono fatti dei test di ammissione (anche molto severi per i licei) e rimangono fuori degli aspiranti studenti perché manca il numero per comporre una nuova classe. Ciò significa che manca l'educazione alla musica proprio in famiglia e, mi prende il nervoso (talvolta non sono riuscito a star zitto ) quando so che molti alunni manco toccano lo strumento e...sono stati spinti dai genitori perché le classi sono composte da persone selezionate (leggasi, no extracomunitari, disagiati etc...).
La scuola ci sta provando...solo in Lombardia ci sono più di 130 scuole medie ad indirizzo musicale; nel resto d'italia ce n'é almeno uno per comprensorio oltre ad 1 liceo musicale per provincia con i grossi centri che ne hanno più di uno.
La scuola ha il dovere di formare ma, l'educazione va data dai genitori. Se affidi ad un contadino un terreno incolto, pieno di sassi e flora selvatica, non puoi aspettarti che garantisca i raccolti nei tempi, nelle quantità e della qualità di chi gli affida un terreno pronto per la semina :etvoila:
Mi sa che più che altro sei in disaccordo con me, che stavo pensando solo alla scuola per come l'ho conosciuta ai miei tempi, e perciò ho posto l'enfasi su di essa posponendo l'aggettivo "scolastica" a "educazione". Lo stesso Accardo stava parlando segnatamente di scuola (di tutta la scuola italiana, senza distinzione di indirizzo), ma forse sarebbe d'accordo con te; la mia esperienza di bambino cresciuto in una casa senza musica senz'altro coincide con la situazione che descrivi.
Citazione di: nemocap il 13 Settembre, 2017, 08:11 AM
Citazione di: robemazzoli il 12 Settembre, 2017, 11:51 PM
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Esso non è lontano dal popolo se non per una culturale disabitudine, per una educazione musicale scarsa.
Null'altro.
Concordo. Disabitudine dovuta, secondo me, principalmente al fatto di essere nati e vissuti in Italia, non certo patria del jazz (anche se qui il jazz ha trovato terreno fertile fin dall'inizio). Uno nato e vissuto a New Orleans avrebbe respirato jazz da sempre e se avesse preso in mano uno strumento qualsiasi non avrebbe potuto che suonare jazz.
Da frequentatore di jazzguitar.be, i cui utenti in larga maggioranza sono statunitensi, devo dire che la situazione che ho tante volte visto descritta è ben diversa: il jazz si suona e si ascolta ancora a New York (anche se molti club hanno chiuso ed è molto più difficile trovare delle jam a cui prendere parte, specie se non si è supercompetenti); fuori da New York si suonano e ascoltano country, metal (i bianchi), rap, r'n'b (i neri), e blues, ma pochissimi ascoltano e suonano jazz. Tant'è che in quel forum (e anche nel video di Rick Beato che ho postato sopra) si favoleggia dell'Europa (e dell'estremo Oriente) dove il jazz sarebbe ancora vivo!
Se poi a New Orleans ci sono ancora le marching band ecc. si tratta senz'altro di una circoscritta tradizione locale.
Citazione di: Fidelcaster il 13 Settembre, 2017, 09:39 AM
Citazione di: nemocap il 13 Settembre, 2017, 08:11 AM
Citazione di: robemazzoli il 12 Settembre, 2017, 11:51 PM
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Esso non è lontano dal popolo se non per una culturale disabitudine, per una educazione musicale scarsa.
Null'altro.
Concordo. Disabitudine dovuta, secondo me, principalmente al fatto di essere nati e vissuti in Italia, non certo patria del jazz (anche se qui il jazz ha trovato terreno fertile fin dall'inizio). Uno nato e vissuto a New Orleans avrebbe respirato jazz da sempre e se avesse preso in mano uno strumento qualsiasi non avrebbe potuto che suonare jazz.
Da frequentatore di jazzguitar.be, i cui utenti in larga maggioranza sono statunitensi, devo dire che la situazione che ho tante volte visto descritta è ben diversa: il jazz si suona e si ascolta ancora a New York (anche se molti club hanno chiuso ed è molto più difficile trovare delle jam a cui prendere parte, specie se non si è supercompetenti); fuori da New York si suonano e ascoltano country, metal (i bianchi), rap, r'n'b (i neri), e blues, ma pochissimi ascoltano e suonano jazz. Tant'è che in quel forum (e anche nel video di Rick Beato che ho postato sopra) si favoleggia dell'Europa (e dell'estremo Oriente) dove il jazz sarebbe ancora vivo!
Se poi a New Orleans ci sono ancora le marching band ecc. si tratta senz'altro di una circoscritta tradizione locale.
Uh, che tristezza ...
Citazione di: Fidelcaster il 13 Settembre, 2017, 09:39 AM
Citazione di: nemocap il 13 Settembre, 2017, 08:11 AM
Citazione di: robemazzoli il 12 Settembre, 2017, 11:51 PM
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Esso non è lontano dal popolo se non per una culturale disabitudine, per una educazione musicale scarsa.
Null'altro.
Concordo. Disabitudine dovuta, secondo me, principalmente al fatto di essere nati e vissuti in Italia, non certo patria del jazz (anche se qui il jazz ha trovato terreno fertile fin dall'inizio). Uno nato e vissuto a New Orleans avrebbe respirato jazz da sempre e se avesse preso in mano uno strumento qualsiasi non avrebbe potuto che suonare jazz.
Da frequentatore di jazzguitar.be, i cui utenti in larga maggioranza sono statunitensi, devo dire che la situazione che ho tante volte visto descritta è ben diversa: il jazz si suona e si ascolta ancora a New York (anche se molti club hanno chiuso ed è molto più difficile trovare delle jam a cui prendere parte, specie se non si è supercompetenti); fuori da New York si suonano e ascoltano country, metal (i bianchi), rap, r'n'b (i neri), e blues, ma pochissimi ascoltano e suonano jazz. Tant'è che in quel forum (e anche nel video di Rick Beato che ho postato sopra) si favoleggia dell'Europa (e dell'estremo Oriente) dove il jazz sarebbe ancora vivo!
Se poi a New Orleans ci sono ancora le marching band ecc. si tratta senz'altro di una circoscritta tradizione locale.
In effetti intendevo la New Orleans prima della chiusura del quartiere Storyville e dell'esodo in massa dei musicisti neri a Chicago.
Per quanto riguarda il jazz europeo, forse non a torto si favoleggia se penso alla situazione per esempio del jazz scandinavo e segnatamente della Norvegia dove dagli anni sessanta in poi la musica si è evoluta attraverso mille rivoli e si è connotata in modo molto specifico e riconoscibile al punto che per identificarla si usa spesso il termine "suono del nord".
Citazione di: Fidelcaster il 13 Settembre, 2017, 09:24 AM
Citazione di: Elliott il 13 Settembre, 2017, 07:10 AM
Citazione di: Fidelcaster il 13 Settembre, 2017, 12:01 AM
Citazione
Esso non è lontano dal popolo se non per una culturale disabitudine, per una educazione musicale scarsa.
Null'altro.
Citando quello che ha appena detto Salvatore Accardo su La7, "in Italia si diventa appassionati di musica per folgorazione divina o per tradizione familiare, mai per educazione [scolastica]".
Posso non essere d'accordo con Accardo?
Se una cosa da salvare c'è nella riforma Giannini, è proprio quella di aver inserito il percorso musicale già nelle scuole medie avviando appunto gli indirizzi musicali ed i licei musicali.
Nelle medie ad indirizzo musicale, strumento e musica hanno le stesse ore di Italiano e Storia. Nei licei addirittura più di Italiano, Latino/greco e matematica messe insieme (essendoci anche materie come composizione ed arrangiamenti, montaggio ed editing digitale, storia della musica, direzione orchestra etc...
A questo si aggiunge la promozione ad università dei conservatori.
Il vero problema?
Tutti gli anni vengono fatti dei test di ammissione (anche molto severi per i licei) e rimangono fuori degli aspiranti studenti perché manca il numero per comporre una nuova classe. Ciò significa che manca l'educazione alla musica proprio in famiglia e, mi prende il nervoso (talvolta non sono riuscito a star zitto ) quando so che molti alunni manco toccano lo strumento e...sono stati spinti dai genitori perché le classi sono composte da persone selezionate (leggasi, no extracomunitari, disagiati etc...).
La scuola ci sta provando...solo in Lombardia ci sono più di 130 scuole medie ad indirizzo musicale; nel resto d'italia ce n'é almeno uno per comprensorio oltre ad 1 liceo musicale per provincia con i grossi centri che ne hanno più di uno.
La scuola ha il dovere di formare ma, l'educazione va data dai genitori. Se affidi ad un contadino un terreno incolto, pieno di sassi e flora selvatica, non puoi aspettarti che garantisca i raccolti nei tempi, nelle quantità e della qualità di chi gli affida un terreno pronto per la semina :etvoila:
Mi sa che più che altro sei in disaccordo con me, che stavo pensando solo alla scuola per come l'ho conosciuta ai miei tempi, e perciò ho posto l'enfasi su di essa posponendo l'aggettivo "scolastica" a "educazione". Lo stesso Accardo stava parlando segnatamente di scuola (di tutta la scuola italiana, senza distinzione di indirizzo), ma forse sarebbe d'accordo con te; la mia esperienza di bambino cresciuto in una casa senza musica senz'altro coincide con la situazione che descrivi.
:reallygood: Chiarissimo
Rick continua il suo discorso sull'impopolarità del jazz negli USA, individuandone due cause: l'affermazione dello smooth jazz, a partire dagli ultimi dischi di Wes e dalle hit di Benson, e il declino dell'educazione musicale nelle scuole. La seconda causa mi sembra inoppugnabile, la prima non saprei dire.
http://m.youtube.com/watch?v=wjX8f3TmuO8 (http://m.youtube.com/watch?v=wjX8f3TmuO8)
Accenna comunque al sorprendente successo degli Snarky Puppy o di fenomeni nati sul web come Jacob Collier; ma si tratta comunque di artisti che il jazz lo contaminano molto con elementi di musiche pop, e/o che al talento e alla bravura indiscutibili uniscono un look e un "atteggiamento" pop.
Io temo sempre molto le incomprensioni date dalle nomenclature. Per me il termine "jazz" non comprende, come per alcuni, soltanto il genere fino agli anni '50 o poco più, quando ha iniziato a contaminarsi e ad ingurgitare altri generi a volte anche distanti.
Molti direbbero che Scofield è Fusion ed io cerco di rispettare la "regola", ma più spesso mi viene da codificarlo "jazz" perchè per me il linguaggio è quello, a prescindere dalle contaminazioni funk che il nostro ha inserito oramai da decadi nelle sue produzioni.
Sulla base di questi qui pro quo, alcuni possono sostenere che il jazz sia morto quando Benson si è messo a fare Give the night e forse restano delusi da quello che vivono come un tradimento. Per me non è così, per me ci sono parentesi commerciali in gente come Benson o altri, ma restano comunque dei grandi perchè hanno fatto ben altro nella carriera ed alcuni di loro sono dei veri capiscuola in termini di linguaggio e/o sonorità.
Ammetto di essere alieno alla scena attuale e se non fosse per te, non avrei conosciuto molti nomi che apprezzo e che vediamo girellare anche qui da noi.
Non so come pormi davanti ad affermazioni del genere ( non ho però visto il video ) perchè credo che si cavilli sul significato di "jazz" e per certi versi, credo di capire ciò che venga inteso, ma per altri o più semplicemente per me, le cose non sono come vengono proposte ..
Non so se sono riuscito a spiegarmi .. :-\
Non ho ben capito perché, secondo lui, il jazz "commerciale" avrebbe allontanato il pubblico dal jazz "artistico". Comunque non è che ce l'abbia con Wes e Benson, dice che sono due chitarristi superlativi e che il loro è smooth jazz fatto da grandi strumentisti e orchestratori. Fa comunque sentire vari esempi di quello che ritiene essere il "vero" jazz, quello diventato impopolare.
Ho visto solo i primi 10 minuti per motivi di tempo e ... non sono molto d'accorso con lui.
Concordo su Kenny G ( :lol: :lol: :laughing: :laughing: :laughing: ) e senza dubbio concordo con il fatto che il pezzo che fa sentire intorno ai 9:25 sia senza dubbio un bel brano jazz, ma come ogni altra cosa, anche il jazz si è evoluto in altre cose e non trovo sensato negare che siano comunque jazz. Vogliamo dargli un altra etichetta ? Per me va bene lo stesso . Vogliamo definire alcuni lavori di Benson 'smooth jazz' ? Ok . Vogliamo definire Stern come 'fusion' ? Per me è ok.
Ma tutti loro, nella mia personale collocazione mentale, finiscono nel grande calderone del 'jazz' e credo sia la cosa giusta perchè sono in qualche modo accomunati dal linguaggio che forse si è evoluto, ma ... resta di base quello.
Da parte mia intendo il jazz unicamente come un linguaggio atto a creare delle tensioni e risolverle, tutto qui. Quanto perdurerà nel tempo la tensione e se e come si risolverà dipende solo dalla scelta dell'artista per cui hai artisti meno "violenti", meno "intensi" nell'uso della tensione ( come ad esempio Metheny ) , altri "mediamente" ( Stern, ad esempio ) ed altri di più ( Scofield ad esempio ) . Uno come Oz Noy ondeggia tra i mediani e gli intensi a seconda del brano e del momento, secondo me.
Ma tutti, davvero tutti, hanno lo stesso scopo e seguono lo stessa forma di linguaggio che io amo tanto e che alla fine, PERSONALMENTE etichetto con il nome "jazz".
Non so se non considererebbe quello di Stern jazz. Mi pare che ne faccia una questione di groove, interplay, sofisticazione armonica e qualità del fraseggio, tutte cose che a Stern non mancano. Del resto fa ascoltare anche Metheny in trio.
:quotone: x mastro Vu.
Citazione di: Fidelcaster il 23 Settembre, 2017, 12:08 PM
Non so se non considererebbe quello di Stern jazz. Mi pare che ne faccia una questione di groove, interplay, sofisticazione armonica e qualità del fraseggio, tutte cose che a Stern non mancano. Del resto fa ascoltare anche Metheny in trio.
Anzi, per l'esattezza (il video l'ho ascoltato qualche giorno fa...) ne fa più in concreto una questione di aderenza al linguaggio (ritmico-armonico-melodico) boppistico.
Citazione di: Fidelcaster il 23 Settembre, 2017, 12:37 PM
Citazione di: Fidelcaster il 23 Settembre, 2017, 12:08 PM
Non so se non considererebbe quello di Stern jazz. Mi pare che ne faccia una questione di groove, interplay, sofisticazione armonica e qualità del fraseggio, tutte cose che a Stern non mancano. Del resto fa ascoltare anche Metheny in trio.
Anzi, per l'esattezza (il video l'ho ascoltato qualche giorno fa...) ne fa più in concreto una questione di aderenza al linguaggio (ritmico-armonico-melodico) boppistico.
Anche io amo il bebop, ma dire che il jazz si ferma lì.. non concordo.
Comunque, non ne faccio una questione di principio, se vogliamo dargli un'altra etichetta, per me va bene lo stesso.
Anche a me stanno a cuore quelle che considero altre forme di jazz, come ad esempio quello orchestrale di Ellington e Basie (che peraltro Beato menziona), che non sono riconducibili al bebop. D'altra parte non si può considerare "jazz" semplicemente come sinonimo di "musica improvvisata", altrimenti il jazz esisterebbe da sempre in tutti i continenti.
Ma quando pure si voglia riformulare la domanda di Beato come "perché la gente odia il bebop", rimane il fatto che quella che mi sembra essere la sua prima risposta ("lo smooth jazz ha disabituato la gente all'ascolto del bebop") non mi convince molto, mentre penso che la seconda ("la scuola non mette in grado le persone di fruire di musiche complesse") sia vera da noi come, a quanto dice, negli USA.
Per quanto mi riguarda penso che la sua prima risposta sia persino troppo ottimistica, perché mi pare che ci sia una diffusa disabitudine all'ascolto - se non una vera e propria avversione nei confronti - della musica strumentale in generale.
Ad esempio, delle 15 colonne sonore cinematografiche più vendute di tutti i tempi, mi pare non ce ne sia nessuna che non contenga delle canzoni: The 15 best-selling movie soundtracks of all time (http://www.independent.co.uk/arts-entertainment/music/the-15-best-selling-movie-soundtracks-of-all-time-a7225321.html?amp)
Citazione di: Fidelcaster il 23 Settembre, 2017, 03:05 PM
Anche a me stanno a cuore quelle che considero altre forme di jazz, come ad esempio quello orchestrale di Ellington e Basie (che peraltro Beato menziona), che non sono riconducibili al bebop. D'altra parte non si può considerare "jazz" semplicemente come sinonimo di "musica improvvisata", altrimenti il jazz esisterebbe da sempre in tutti i continenti.
Ma quando pure si voglia riformulare la domanda di Beato come "perché la gente odia il bebop", rimane il fatto che quella che mi sembra essere la sua prima risposta ("lo smooth jazz ha disabituato la gente all'ascolto del bebop") non mi convince molto, mentre penso che la seconda ("la scuola non mette in grado le persone di fruire di musiche complesse") sia vera da noi come, a quanto dice, negli USA.
Per quanto mi riguarda penso che la sua prima risposta sia persino troppo ottimistica, perché mi pare che ci sia una diffusa disabitudine all'ascolto - se non una vera e propria avversione nei confronti - della musica strumentale in generale.
Concordo assolutamente con te. Io stesso ho dovuto fare un percorso per potermi davvero godere questo genere e, in questo percorso, ho anche dovuto abituare la mente alla musica strumentale che non amavo particolarmente.
Sto seguendo....... ma sulla materia sono poco preparato, e sinceramente ciò capito poco e niente...... :smiley-shocked031:
Figurati noi! :-[
:laughing: :laughing: :laughing:
No dai, voi siete dei maestri della materia...... :reallygood:
Maddeché! (Io no.)
Bella la tua umiltà..... ma sei sempre un grande ! :reallygood:
Citazione di: Fidelcaster il 24 Settembre, 2017, 11:29 AM
Figurati noi! :-[
Mi associo ! :laughing: :laughing: :laughing:
Citazione di: Grand Funk il 24 Settembre, 2017, 02:40 PM
Citazione di: Vu-meter il 24 Settembre, 2017, 02:30 PM
Citazione di: Fidelcaster il 24 Settembre, 2017, 11:29 AM
Figurati noi! :-[
Mi associo ! :laughing: :laughing: :laughing:
Idem come Fidel, bella umiltà..... :reallygood:
No, davvero .. ci stiamo interrogando su cose che non hanno nemmeno senso ... non c'è nessuno che possa davvero dire di aver capito .. io poi mi spiego sempre male .. :lol: :laughing:
Torniamo a suonare, và ... che il tema di Elliott mi intriga ... :guitar:
:lol: :lol: :lol:
Beh, allora se suoni posso dirlo per certo, sei un GRANDE !!!!! :bravo2:
Sei un tesoro, Mauro. :loveit:
Concordo con tutti quanti ritengono che l'educazione musicale sia fondamentale. L'ho già detto nel primo intervento, ma ribadisco che il gusto musicale e la capacità di apprezzare la musica (specie se complessa) non è innato, ma si acquisisce con l'esperienza e la conoscenza ::)
Citazione di: Vu-meter il 23 Settembre, 2017, 11:55 AM
Concordo su Kenny G ( :lol: :lol: :laughing: :laughing: :laughing: )
Pat Metheny col dente avvelenato contro Kenny G, da non perdere: JazzOasis.com - Pat Metheny on Kenny G (http://www.jazzoasis.com/methenyonkennyg.htm)
Citazione di: Fidelcaster il 08 Novembre, 2017, 06:41 PM
Citazione di: Vu-meter il 23 Settembre, 2017, 11:55 AM
Concordo su Kenny G ( :lol: :lol: :laughing: :laughing: :laughing: )
Pat Metheny col dente avvelenato contro Kenny G, da non perdere: JazzOasis.com - Pat Metheny on Kenny G (http://www.jazzoasis.com/methenyonkennyg.htm)
Capperi... :o
Fantastico ::)
(Magari Bonamassa, mi lego ad un altro thread, voleva dire una cosa del genere ma non ne è capace :laughing:)
Su Larry Coryell, anche, non ha tutti i torti. Ho letto alcune sue interviste ed un po della sua storia, e l'arroganza fa certamente parte di lui.
p.s. Aspettiamo Allevi che sovraincide un duetto con con Glenn Gould :laughing:
Citazione di: AlbertoDP il 09 Novembre, 2017, 09:40 AM
Aspettiamo Allevi che sovraincide un duetto con con Glenn Gould :laughing:
Non escluderei che l'abbia già fatto! :laughing: :laughing:
JazzOasis, un sito poco pacifista. :-\
Citazione di: Fidelcaster il 09 Novembre, 2017, 11:05 AM
Citazione di: AlbertoDP il 09 Novembre, 2017, 09:40 AM
Aspettiamo Allevi che sovraincide un duetto con con Glenn Gould :laughing:
Non escluderei che l'abbia già fatto! :laughing: :laughing:
tu vuoi che io muoro???
Sonny rimane comunque ottimista, dall'alto dei suoi 87 anni e pur avendo dovuto smettere di suonare:
Citazione di: http://www.vulture.com/2017/12/jazz-icon-sonny-rollins-on-giving-up-playing-and-his-legacy.html
How has jazz's place in the culture changed over the course of your career?
It's still very important. People today might say there's not as much jazz as there was back in the '50s, or that it's not as popular, but to me it seems like jazz has gotten almost deified now. A lot of people look at jazz with a level of respect that it didn't have before. The idea of jazz is so spiritual, and it has such great qualities, that it will always withstand whatever the larger culture is.
Citazione di: Fidelcaster il 08 Novembre, 2017, 06:41 PM
Citazione di: Vu-meter il 23 Settembre, 2017, 11:55 AM
Concordo su Kenny G ( :lol: :lol: :laughing: :laughing: :laughing: )
Pat Metheny col dente avvelenato contro Kenny G, da non perdere: JazzOasis.com - Pat Metheny on Kenny G (http://www.jazzoasis.com/methenyonkennyg.htm)
Eh sì .. anche qui non è proprio carino. Ho quasi il dubbio che non sia reale ma doppiato ..
Pat Metheny on Kenny G - YouTube (https://www.youtube.com/watch?v=X-mjt1ypiF8)
Sharks prefer jazz over classical music; are probably super chill | Big Think (http://bigthink.com/ned-dymoke/study-sharks-like-jazz-over-other-genres-of-music)
What's Behind the New Jazz Resurgence? – Rolling Stone (https://www.rollingstone.com/music/music-news/whats-behind-the-new-jazz-resurgence-703853/amp/)
Citazione di: Fidelcaster il 01 Agosto, 2018, 01:45 PM
What's Behind the New Jazz Resurgence? – Rolling Stone (https://www.rollingstone.com/music/music-news/whats-behind-the-new-jazz-resurgence-703853/amp/)
Vorrei avere tempo di leggerlo, ma ... :cry2:
Tra il presente io ho vista la settimana scorsa "the Italian trio"
Notevolissimi
Scale, arpeggi, altre scale. "Nuove" scale, nuove applicazioni, nuovi licks & tricks. Modi, possibilità, divieti. Divieti ? :facepalm2: :sconvolto:
Mi domando ( ma forse sono io che sono fuorviato dai miei stessi ragionamenti ) :
com'è possibile che non ci si renda conto che tutto ciò che studiamo oggi in termini di armonia jazz e lo istituiamo come "legge" ( tipo : non puoi usare la superlocria se l'accordo è di settima ma non nel ruolo di dominante ..) non sia MAI stato legge per chi ha creato il linguaggio ed ha contribuito a formarlo. Probabilmente prima di Davis, Coltrane, Parker e altri, alcune cose erano impensabili, improponibili NON fattibili. Poi però qualcuno l'ha fatto ( :idea: ..e se suonassi la terza minore su un accordo di settima ? ) ed è piaciuto.
Fatto e piaciuto = legge. Non si può più prescindere, non si può più non fare o non si può più fare diversamente. Mah ?! :shocking:
Le cose che studiamo come fossero legge sono state esperimenti di rottura. Perchè non continuare in tal senso ? Perchè spiegare come SI USA una scala Bebop ? Dimmi di suonarla, di familiarizzarci, di interiorizzare intervalli e suoni e poi di integrarla nel mio linguaggio come preferisco .. perchè mi devi dire cosa devo metterci dopo ? Perchè ? Perchèèè ?? :overreaction:
Io ad esempio spesso suono dorico sull'accordo di dominante. Che vogliamo fare, vado direttamente in prigione senza passare dal via ?
E' vero, il web ha aperto a tantissima informazione, ma se l'informazione è mal pensata, mal fatta, fuorviante, falsa, cosa me ne faccio ?
Scusate lo sfogo. Dopo l'ennesimo video di "come usare e quando la scala di .." ho avuto un'esplosione interna che non ho saputo contenere. il Napalm51 che era sopito in me, ha chiesto di uscire .. :laughing:
:laughing:
Vi ma cosa mi scrivi??!?
Ho sempre vissuto senza regole convinto che l'istinto mi bastasse poi nella vita conosci persone che fanno dello studio una ragione di vita e sostegno ed io ne ammiro i frutti, dubitando delle mie certezze e tu che fai, dai un calcio un leggio?
Bravo, ti stimo perché sei sempre in grado di mettere in discussione le certezze, almeno io la intendo così...
Citazione di: Mimmolo il 23 Agosto, 2018, 12:51 PM
Vi ma cosa mi scrivi??!?
Ho sempre vissuto senza regole convinto che l'istinto mi bastasse poi nella vita conosci persone che fanno dello studio una ragione di vita e sostegno ed io ne ammiro i frutti, dubitando delle mie certezze e tu che fai, dai un calcio un leggio?
Bravo, ti stimo perché sei sempre in grado di mettere in discussione le certezze, almeno io la intendo così...
Per carità, lungi da me l'idea di sottovalutare la preparazione e lo studio. Quello che dico è solo che dovremmo studiare per familiarizzare, per poter ascoltare con calma certi suoni, certi abbinamenti, certi passaggi ed è più che giusto sapere ciò che si sta facendo, ma .. dovremmo poi dimenticarlo e tentare tutto il tentabile.
Pensate a prima della nascita del blues : se qualcuno avesse proposto sulla carta un breve giro armonico con 3 soli accordi tutti di settima, sarebbe stato come minimo segnato come "il matto del villaggio" . Il tritono era proibito nel passato .. questo chiede di farne addirittura 3 , uno per ogni accordo ? :sconvolto:
Alla gogna, come minimo, se non al patibolo.
Meno male che la storia è andata diversamente e qualcuno ha pensato di continuare a farlo finchè non è entrato nelle orecchie e nelle menti di tutti. Adesso guai a levarglielo. :laughing:
Studiamo il più possibile, ma sperimentiamo anche fuori dalle norme, se vogliamo approdare a qualcosa ..
O no ? Sono io che sono pazzo ?