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E l'Italiano?

Aperto da guest2069, 22 Dicembre, 2016, 12:18 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

guest2069

Premetto che parlo e scrivo italiano, inglese, francese, tedesco, portoghese e kriol, anche se penso, ragiono e sogno in dialetto veronese. Ma perche alcune aziende, di queste da noi citate, fanno siti internet completamente in inglese? In alcune addirittura il supporto tecnico c'è solo in inglese!
Vorrei citare anche IK multimedia, che offre app, software, ma anche interfacce e hardware molto interessanti e conosciute ovunque nel mondo che nel suo sito ha messo solo oggi l'italiano, dopo l'inglese, il giapponese, il portoghese (brasiliano), il tedesco? Ma da proprio fastidio vendere il made in italy anche agli italiani? E' davvero così controproducente? Costa così tanto in più una pagina per il sito? Non capisco e non capirò nessuna risposta del tipo "è il commercio". Secondo me è invece un terribile provincialismo di cui sono vittime queste aziende, che non pensano che se abbiamo a disposizione buoni marchi li compriamo!!! Fine OT, scusate il nazionalismo...

Elliott

Eh Leoelle....è il commercio  :etvoila:

  :D :D

L'argomento è interessante perciò divido il topic (e mi permetto di fare una piccola correzione al tuo post di apertura). Sentiti libero di modificare il titolo ::)


Il mercato interno, interessa sempre meno alle aziende manifatturiere italiane. I motivi sono diversi:

- L'italiano, tranne che in una restrittissima cerchia di settori, è esterofilo. A parità di prezzo (o meglio....a meno di divario importante) compra il made altrove. Il made in Italy è carisdimo ed allo stesso prezzo, trovi prodotto della concorranza blasonatissimi. La colpa è in primis degli stessi produttori che, nel passato hanno trascurato il valore della rete di assistenza e diffusione del marchio; cosa che i produttori internazionali hanno sempre considerato come aspetti prioritari.

- distribuire il prodotto in Italia è costosissimo. Basta vedere che le primarie compagnie di trasporto italiano  hanno fatto una brutta fine ed altre, stanno vivendo momenti drammatici. Redditi o SDA ( che è di proprietà delle Poste Italiane) e Bartolini (che è diventata di proprietà delle poste Francesi)

- Il made in italy del prodotto tecnologico ha perso il valore. Non è più riconosciuto.
Il motivo? Mentre ilmobdo innovava, noi ci cullavamo proprio del "tanto noi siamo made in Italy". Alle aziende italiane del settore non intetessa proprio evidenziare tale aspetto anzi, evidenzia proprio l'internazionalità.

- Costa tanto una pagina in più?
Sulsito no ma, sulle istruzioni si....sono costi che non danno valore aggiunto al prodotto (molti prodotti non hanno più il libretto di istruzioni cartaceo). Si limitano a fornire le avvertenze di sicurezza perché è obbligatorio fornirle nella lingua del paese dove il prodotto è destinato.

....continua....appena ho un po' di tempo ::)



aleroc

Per me è solo stupidità, perché se sei italiano fare una parte del sito nella tua lingua non ti costa NULLA.

E' come se si vergognassero un po' della loro nazionalità a dirla tutta.

Elliott

Citazione di: aleroc il 22 Dicembre, 2016, 06:22 AM
Per me è solo stupidità, perché se sei italiano fare una parte del sito nella tua lingua non ti costa NULLA.

E' come se si vergognassero un po' della loro nazionalità a dirla tutta.

Proprio perché non costa nulla, evidentemente la stupidità non è il motore che alimenta la decisione.
Rischierei di ripetermi  quindi, ti rimando a quanto ho scritto sopra e mi limito ad integrare il mio precedente intervento.

Alle aziende italiane del settore tecnologico (e non solo a dire il vero),  NON interessa il mercato interno (o meglio....devono presidiarloma non investono in quest'ottica). Puntano a mercati meno saturi e/o più redditizi. Nel settore dove il made in Italy non è un plus  (ossia tutti ad eccezione di moda, alimentare e design), quest'ultimo  viene visto  (dal mio punto di vista a ragion veduta) come una zavorra.  Paga più una immagine di internazionalitá perché,  è quello il mercato cui puntano e perché è quella la filosofia del mercato globale. Un produttore italiano fa più profitti vendendo il proprio prodotto in giro per il mondo che vedendolo in Italia.

Visito almeno 200 nuove aziende all'anno e, la cantilena è sempre la stessa.
Ed a giudicare i volumi di vendita delle suddette, penso che della stupidità li dentro ce ne sia davvero poca  :etvoila:

Aleter

Elliott condivido appieno il tuo punto di vista, solo una precisazione. Non considererei i produttori di effetti aziende tecnologiche. Il livello tecnologico è molto basso, basti vedere che in molti nemmeno si producono le board in casa e ne affidano la realizzazione a terzi. Inoltre eccezione fatta per alcuni produttori, la maggior parte non ha nemmeno a catalogo prodotti digitali o altri dispositivi che richiedono un livello tecnico elevato. Certo rimane il fatto che la scelta dell'inglese non è probabilmente dettata da stupidità ma da motivi ben precisi. Anche se non sempre sventolare il made in italy ripaga, specie se sotto manca la sostanza.

Elliott

Aleter, hai ragione ma ho le attenuanti (deformazione professionale). Tendo a dividere il mercato in settori, come avviene nel mio mondo lavorativo dove, il manifatturiero viene diviso in pochi sotto settori quali automotive, industriale, tecnologico, moda e design  :-[

...e li dentro ci finiscono tutti, dalla grande industria all'artigiano

Max Maz

Io credo si tratti soltanto di motivazioni commerciali.   :etvoila:
Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)



aleroc

per me "ripudiare" il mercato interno intelligente non è. La mia l'ho detta.

Aleter

Aleroc, non si tratta di ripudiare il mercato italiano. Anche perchè molti produttori hanno volumi talmente piccoli e prodotti con un livello di innovazione talmente basso che all'estero ben poco possono realmente fare. Come hanno detto giustamente Max e Elliott è solo un motivo commerciale, forse anche di immagine per far sembrare il tutto ad un livello di professionalità maggiore.
@Elliott si ci credo me lo immaginavo, del resto per lavorare con efficienza non si possono avere 200mila settori diversi. E' che in questo caso la barriera tecnologica è molto bassa (per capirci, un tecnico di quelli bravi che ripara TV e simili ha un livello di competenza maggiore o uguale a quello di molti produttori boutique). Si tratta di implementare tecnologie vecchie di 50 anni, chiunque con un minimo di manualità e un po di estro creativo potrebbe buttarsi sul mercato. Andando più nello specifico, nelle vere aziende ad alto contenuto tecnologico spesso l'inglese è una esigenza, i clienti potrebbero anche venire dal paesino italiano più sperso del pianeta, ma stai pure tranquillo che molto probabilmente chiederanno specifiche in inglese (se non quando l'intera trattativa). In generale poi l'alta tecnologia non ha più barriere fisiche, per cui parlare di italianità è una cosa che si limita al marketing, ma quando un cliente vuole vedere un prodotto gli interessano le specifiche e gli interessa che chi glielo vende sappia relazionarsi e magari fornire assistenza. E questo sia se la macchina finisce dall'altra parte del pianeta o dietro lo stabilimento che l'ha prodotta.

aleroc

Citazione di: Aleter il 22 Dicembre, 2016, 08:44 AM
Aleroc, non si tratta di ripudiare il mercato italiano. Anche perchè molti produttori hanno volumi talmente piccoli e prodotti con un livello di innovazione talmente basso che all'estero ben poco possono realmente fare. Come hanno detto giustamente Max e Elliott è solo un motivo commerciale, forse anche di immagine per far sembrare il tutto ad un livello di professionalità maggiore.

sì, ho capito. E non lo trovo molto sensato, io sono dell'opinione che un servizio in più sia sempre una cosa migliore e non viceversa.

Road2k

Anche per me una pura questione commerciale, quando parliamo di "Made in Italy" ci riferiamo a prodotti di "artigianato" di alta qualità con prezzi importanti, parlo di artigianato ma intendo tutta l'industria manifatturiera, alimentare e di design che hanno fatto la storia del nostro paese e lo hanno reso famoso in tutto il mondo.
Se si vuole immettere sul mercato prodotti a basso costo, ci si mette in concorrenza con paesi che hanno costi decisamente inferiori ai nostri, quindi un italiano che si accinge ad acquistare un prodotto made in italy a prezzo irrisorio storce un po' il naso e si chiede cosa c'è dietro, sempre che questo sia possibile, quindi il mercato internazionale da un po' più di sicurezza.

Poi ci sono le leggi che non aiutano, se faccio realizzare magliette in India, le importo in italia e ci metto una stampa, la maglia diventa Made in Italy, ma la differenza dovrebbe stare anche nel controllo di qualità, nell'assistenza post vendita e nelle garanzie.
"....c'è una ragione per aprire gli occhi sin dal primo mattino. Nella vita ci vogliono onestà, coerenza, professionalità, gentilezza, compassione, onore, decoro, riguardo, senso comune, orgoglio, responsabilità. Amore, fede e lealtà alla famiglia. Mettete più gioia e dedizione in ciò che fate. Ballate, ballate, ballate!"

The Heart Stoppin', Pants Droppin', Earth Shockin', Hard Rockin', Booty Shakin', Love Makin', Viagra Takin', History Makin', LEGENDARY E STREET BAND!

Well, I got this guitar and I learned how to make it talk

"Il distorsore è un RAT mentre l'ov

Max Maz

Dipende da tanti fattori, sono decisioni che credo prescindano dai ragionamento che possiamo fare spontaneamente.  ::)
Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)


Road2k

Citazione di: Max Maz il 22 Dicembre, 2016, 09:07 AM
Dipende da tanti fattori, sono decisioni che credo prescindano dai ragionamento che possiamo fare spontaneamente.  ::)

Questo è indubbio, ognuno sceglie la propria strategia, stiamo solo ipotizzando quali possono essere le ragioni a fare determinate scelte, senza conoscere i dettagli di ogni situazione possiamo fare solo congetture.
"....c'è una ragione per aprire gli occhi sin dal primo mattino. Nella vita ci vogliono onestà, coerenza, professionalità, gentilezza, compassione, onore, decoro, riguardo, senso comune, orgoglio, responsabilità. Amore, fede e lealtà alla famiglia. Mettete più gioia e dedizione in ciò che fate. Ballate, ballate, ballate!"

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Aleter

Non so, la mia esperienza si basa su quanto ho visto nell'azienda dove ho fatto la tesi e uno stage. In quel caso l'inglese era una necessità sia che le macchine prodotte venissero spedite a 20km (letteralmente) dalla sede, o che andassero a finire in Brasile piuttosto che in Cina. Parlo di una azienda ad alto contenuto tecnologico. Anche altre aziende che sto avendo la possibilità di conoscere ora, che lavorano nel campo dell'audio (speaker e DSP o software di elaborazione), hanno spesso e volentieri il sito unicamente in inglese. Poi magari li chiami e parli tranquillamente in italiano, ma a livello di schede tecniche e siti la lingua fondamentale è l'inglese. Ripensando ad IK, orgoglio a parte, la loro scelta non fa una piega: lavorando molto con l'estero puntano sull'inglese e sulle lingue dei potenziali clienti. Se l'Italia per loro non è un bacino di utenza primario, ha senso che la lingua non sia una loro priorità. Sinceramente preferisco questo, magari sapendo che IK è una azienda che ha sede e da lavoro in Italia, piuttosto che una azienda che si vende come "brand" italiano, e che se va bene qui ha lasciato 2 dipendenti in croce.

Moreno Viola

Attualmente non so quanto sia corretto parlare di mercato italiano.

Giusto o sbagliato che sia, esiste un unico mercato che la rete ha reso ancora più grande per dimensioni ma ha ridotto a livello di tempi e distanze e questo è un dato che va preso in considerazione.

Concentrare o comunque favorire un presunto mercato interno credo rischi di creare una nicchia che tra l'altro non mi sembra neanche tanto ricettiva.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


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