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Cover, da che parte state?

Aperto da Elliott, 12 Aprile, 2016, 06:46 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

Buc

Citazione di: Pasquino il 23 Luglio, 2020, 09:40 PM
Citazione di: Buc il 23 Luglio, 2020, 08:30 PM
Citazione di: Vu-meter il 23 Luglio, 2020, 06:36 PM
Citazione di: Buc il 23 Luglio, 2020, 06:09 PM

Ok....via agli insulti in 3....2....1...

PS.. Ah...tirare fuori il Jazz o la musica classica non vale eh?!  :laughing: :laughing:
Jazz e classica vivono storie diverse.    :reallygood:



Lungi da me l'idea di insultarti.  :abbraccio: :abbraccio: :abbraccio:

Però non capisco perchè separare la classica e il jazz dal resto della musica.  :-\
La classica è pur vero che sostanzialmente il repertorio è oramai chiuso del tutto, ma per quanto riguarda il jazz è ancora in ampliamento e l'antico "real book" va espandendosi di brani recenti e recentissimi. E' una delle cose che amo del jazz: è un enorme calderone sempre in fermento.

Peraltro, ci sono cover NETTAMENTE più belle delle originali, quindi anche dal punto di vista artistico, secondo me, ci si guadagna ..
Ed ancora.... Non discuto sul fatto che la riproduzione potrebbe anche essere migliore dell'originale.. È il concetto di far cover che sto mettendo sotto giudizio.

Parlo di insulti.. Perché ogni volta che ho detto le parole. Che ho scritto qui.. Il risultato è sempre stato quello. [emoji38]
Quello che dici sulla classica è un punto di vista: il compositore e l'esecutore sono due concetti separati. Se accogli questo punto di vista allora fare cover è anche fare arte, perché, secondo me, per essere artista non devi essere per forza un creativo. De Andrè, per dirne uno, diceva di essere un artigiano, e forse per un musicista il senso di fare cover è anche quello.
Mettici poi che, come dice Vu, ci sono cover più belle dell'originale, e aggiungo, grazie ad alcune cover vengono alla luce dei pezzi altrimenti destinati all'oblio, ecco che il valore del fare una cover aumenta.
Secondo me non c'è sempre bianco o nero,   nel mio piccolo mi ritrovo a suonare e sentire miei alcuni pezzi altrui perché fanno parte della mia anima esattamente come quelli che ho scritto io, anzi si più, perché li ha scritti gente che sa suonare meglio di me.
Non distinguo professionisti, amatori, serie a, serie b, piede a banana, etc, perché l'importante è l'esigenza di comunicare qualcosa, e se l'ha scritta un altro non cambia nulla.

Sono invece d'accordo con te sulla possibilità di suonare dal vivo se fai cover piuttosto che se hai pezzi tuoi. È una cosa molto Italiana la tendenza ad apprezzare qualcosa di già sentito rispetto a qualcosa di nuovo. E i locali, quasi tutti, si adeguano.
Forse avere il festival di Sanremo come evento musicale che detta l'agenda main stream ha influenzato questo modo di vedere le cose, e "atrofizzato" le orecchie degli italiani. Ma questo è un altro discorso
Mmm... Anche no per me.
Nella classica c'era un compositore che assoldava turnisti per suonare le proprie composizioni.
I turnisti per me non sono artisti.. Sono esecutori.
Think jazzy, love bluesy and live rock !


Buc

Citazione di: Max Maz il 23 Luglio, 2020, 09:39 PM
Grande Buc, condivido molto del tuo ragionamento.

Io faccio, molto male, cover perché non sono un musicista e cerco soltanto di ricreare atmosfere, ma ammiro tantissimo chi ci mette del suo.

W Buc.   :cheer:
Max... Parlo solo davvero di pro e semi pro.
Perntutti gli altri è tutto concesso. Discorso diverso.
Io ho un sacco di amici che girano l'Europa militando in una tribute band.
Sono contento per loro..... ma quando mi chiamano a suonare a festival e mi tocca suonare alle 19 o alle 20 perché c'è la tribute band dei pink floyd che chiude la serata a me sale il sangue al cervello.
Cosa fai a fare un festival di musica Prog se poi metti come headliner una tribute band.? Che senso ha?

Poi arriva su gente che a malapena tira dritto un bending con  la custom shop che scimmiotta il guitar hero ed un artista muore. [emoji38]

Allora ti chiedi... Ma cosa accipicchia e cambiato??
Think jazzy, love bluesy and live rock !



Max Maz

Triste realtà.
Tu non demordere mai però. :abbraccio:
Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)


Pasquino

Citazione di: Buc il 23 Luglio, 2020, 10:38 PM
Citazione di: Pasquino il 23 Luglio, 2020, 09:40 PM
Citazione di: Buc il 23 Luglio, 2020, 08:30 PM
Citazione di: Vu-meter il 23 Luglio, 2020, 06:36 PM
Citazione di: Buc il 23 Luglio, 2020, 06:09 PM

Ok....via agli insulti in 3....2....1...

PS.. Ah...tirare fuori il Jazz o la musica classica non vale eh?!  :laughing: :laughing:
Jazz e classica vivono storie diverse.    :reallygood:



Lungi da me l'idea di insultarti.  :abbraccio: :abbraccio: :abbraccio:

Però non capisco perchè separare la classica e il jazz dal resto della musica.  :-\
La classica è pur vero che sostanzialmente il repertorio è oramai chiuso del tutto, ma per quanto riguarda il jazz è ancora in ampliamento e l'antico "real book" va espandendosi di brani recenti e recentissimi. E' una delle cose che amo del jazz: è un enorme calderone sempre in fermento.

Peraltro, ci sono cover NETTAMENTE più belle delle originali, quindi anche dal punto di vista artistico, secondo me, ci si guadagna ..
Ed ancora.... Non discuto sul fatto che la riproduzione potrebbe anche essere migliore dell'originale.. È il concetto di far cover che sto mettendo sotto giudizio.

Parlo di insulti.. Perché ogni volta che ho detto le parole. Che ho scritto qui.. Il risultato è sempre stato quello. [emoji38]
Quello che dici sulla classica è un punto di vista: il compositore e l'esecutore sono due concetti separati. Se accogli questo punto di vista allora fare cover è anche fare arte, perché, secondo me, per essere artista non devi essere per forza un creativo. De Andrè, per dirne uno, diceva di essere un artigiano, e forse per un musicista il senso di fare cover è anche quello.
Mettici poi che, come dice Vu, ci sono cover più belle dell'originale, e aggiungo, grazie ad alcune cover vengono alla luce dei pezzi altrimenti destinati all'oblio, ecco che il valore del fare una cover aumenta.
Secondo me non c'è sempre bianco o nero,   nel mio piccolo mi ritrovo a suonare e sentire miei alcuni pezzi altrui perché fanno parte della mia anima esattamente come quelli che ho scritto io, anzi si più, perché li ha scritti gente che sa suonare meglio di me.
Non distinguo professionisti, amatori, serie a, serie b, piede a banana, etc, perché l'importante è l'esigenza di comunicare qualcosa, e se l'ha scritta un altro non cambia nulla.

Sono invece d'accordo con te sulla possibilità di suonare dal vivo se fai cover piuttosto che se hai pezzi tuoi. È una cosa molto Italiana la tendenza ad apprezzare qualcosa di già sentito rispetto a qualcosa di nuovo. E i locali, quasi tutti, si adeguano.
Forse avere il festival di Sanremo come evento musicale che detta l'agenda main stream ha influenzato questo modo di vedere le cose, e "atrofizzato" le orecchie degli italiani. Ma questo è un altro discorso
Mmm... Anche no per me.
Nella classica c'era un compositore che assoldava turnisti per suonare le proprie composizioni.
I turnisti per me non sono artisti.. Sono esecutori.
Ok, io penso invece che Muti sia un musicista, e pure la PFM quando coverizzava De André lo sia, e anche Jeff Buckley quando suonava Liliac Wine.
Sono solo quello? No. Ma non sono nemmeno meri esecutori. La musica ad un certo punto trascende chi l'ha scritta, è un potenziale che ha solo la musica, non la pittura, né la scultura etc. E ce l'ha perché è comunicazione, contatto tra persone e rielaborazione.
In fondo i musicisti primitivi coverizzavano i suoni dell'ambiente in cui vivevano

pensavo è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra. (Amico Fragile - F. De Andrè)

robland

Citazione di: Buc il 23 Luglio, 2020, 10:32 PM
Se facessi musica tua sarebbe una battaglia che saresti disposto a combattere anche se fosse contro mulini a vento. Perderesti sicuramente come perdo io ma.. Perderesti felice di aver combattuto.
La musica in senso artistico  è sempre stata comunicazione.non esecuzione.

Cerco di spiegarmi meglio

Nulla in contrario agli amatori che vogliono coverizzare qualcuno ed attraverso questo fare live ci mancherebbe l'abbiamo fatto tutti.
Ognuno fa quello che vuole... Specie se è un divertimento

Ma se di semipro o pro stiamo parlando allora... Le cose cambiano.

Ti faccio una domanda .. secondo te perché negli anni settanta le cose erano diverse e gli artisti sperimentavano?

A mio avviso perché gli artisti avevano qualcosa da dire attraverso la musica ed il pubblico voglia di sentire..novita, lotte, dissenso sociale.. Ribellione. Il problema, è che oggi la commistione di questi 2 fattori che sono più sociali che artistici è venuta meno..
Oltre questo... Il territorio li appoggiava.. Era fertile.accogliente difronte a persone che avevano qualcosa da dire. .
Oggi abbiamo la trap ad esempio.. È sono pronto a dirti che i ragazzetti che fanno trap.. Da un punto di vista artistico sono più lodevoli di coloro che girano l'Europa facendo la tribute dei pink Floyd.

Londra.. Milano..o zone più deflate come Canterbury.. Negli anni 70 c'era fermento sociale.. Politico... È guarda caso.. Anche la musica era in fermento.

Se penso  alla musica come espressione artistica... Vedere professionisti che producono cover è una sconfitta a mio modo di vedere.

Forse è il modo in cui viene considerata la musica che è cambiato.. O il modo in cui la società la riceve.

Ma io non dico che fare musica propria sia una battaglia contro i mulini a vento. Affatto. Ci si esprime perché si sente l'esigenza di farlo. Quindi vale la pena.

Dico invece che è meglio concentrarsi sulla propria musica e sulla musica che piace (da cui farsi ispirare) che perdere troppo tempo a criticare quel sottobosco di professionisti che fanno le tribute. Se hanno un pubblico, vuol dire che c'è una domanda, quindi buon per loro. A me non piace, infatti non ci vado, stop.

Quante alle cover che ogni tanto qualche artista realizza, anche qui decide il pubblico. Per quanto mi riguarda, decido da me quali sono le band che lo fanno con intelligenza, stile e classe, e quali sono solo furbacchioni.

Quanto agli anni settanta, ho le mie idee ma preferirei parlarne in un topic apposito piuttosto che avviare qui un discorso complicato (musicale, ma anche sociologico e persino economico) che sarebbe solo dispersivo. Qui mi attengo al discorso cover. E ricordo che è inutile secondo me prendersela con l'offerta, se il problema è la domanda.

Buc

Citazione di: Pasquino il 23 Luglio, 2020, 11:07 PM
Citazione di: Buc il 23 Luglio, 2020, 10:38 PM
Citazione di: Pasquino il 23 Luglio, 2020, 09:40 PM
Citazione di: Buc il 23 Luglio, 2020, 08:30 PM
Citazione di: Vu-meter il 23 Luglio, 2020, 06:36 PM
Citazione di: Buc il 23 Luglio, 2020, 06:09 PM

Ok....via agli insulti in 3....2....1...

PS.. Ah...tirare fuori il Jazz o la musica classica non vale eh?!  :laughing: :laughing:
Jazz e classica vivono storie diverse.    :reallygood:



Lungi da me l'idea di insultarti.  :abbraccio: :abbraccio: :abbraccio:

Però non capisco perchè separare la classica e il jazz dal resto della musica.  :-\
La classica è pur vero che sostanzialmente il repertorio è oramai chiuso del tutto, ma per quanto riguarda il jazz è ancora in ampliamento e l'antico "real book" va espandendosi di brani recenti e recentissimi. E' una delle cose che amo del jazz: è un enorme calderone sempre in fermento.

Peraltro, ci sono cover NETTAMENTE più belle delle originali, quindi anche dal punto di vista artistico, secondo me, ci si guadagna ..
Ed ancora.... Non discuto sul fatto che la riproduzione potrebbe anche essere migliore dell'originale.. È il concetto di far cover che sto mettendo sotto giudizio.

Parlo di insulti.. Perché ogni volta che ho detto le parole. Che ho scritto qui.. Il risultato è sempre stato quello. [emoji38]
Quello che dici sulla classica è un punto di vista: il compositore e l'esecutore sono due concetti separati. Se accogli questo punto di vista allora fare cover è anche fare arte, perché, secondo me, per essere artista non devi essere per forza un creativo. De Andrè, per dirne uno, diceva di essere un artigiano, e forse per un musicista il senso di fare cover è anche quello.
Mettici poi che, come dice Vu, ci sono cover più belle dell'originale, e aggiungo, grazie ad alcune cover vengono alla luce dei pezzi altrimenti destinati all'oblio, ecco che il valore del fare una cover aumenta.
Secondo me non c'è sempre bianco o nero,   nel mio piccolo mi ritrovo a suonare e sentire miei alcuni pezzi altrui perché fanno parte della mia anima esattamente come quelli che ho scritto io, anzi si più, perché li ha scritti gente che sa suonare meglio di me.
Non distinguo professionisti, amatori, serie a, serie b, piede a banana, etc, perché l'importante è l'esigenza di comunicare qualcosa, e se l'ha scritta un altro non cambia nulla.

Sono invece d'accordo con te sulla possibilità di suonare dal vivo se fai cover piuttosto che se hai pezzi tuoi. È una cosa molto Italiana la tendenza ad apprezzare qualcosa di già sentito rispetto a qualcosa di nuovo. E i locali, quasi tutti, si adeguano.
Forse avere il festival di Sanremo come evento musicale che detta l'agenda main stream ha influenzato questo modo di vedere le cose, e "atrofizzato" le orecchie degli italiani. Ma questo è un altro discorso
Mmm... Anche no per me.
Nella classica c'era un compositore che assoldava turnisti per suonare le proprie composizioni.
I turnisti per me non sono artisti.. Sono esecutori.
Ok, io penso invece che Muti sia un musicista, e pure la PFM quando coverizzava De André lo sia, e anche Jeff Buckley quando suonava Liliac Wine.
Sono solo quello? No. Ma non sono nemmeno meri esecutori. La musica ad un certo punto trascende chi l'ha scritta, è un potenziale che ha solo la musica, non la pittura, né la scultura etc. E ce l'ha perché è comunicazione, contatto tra persone e rielaborazione.
In fondo i musicisti primitivi coverizzavano i suoni dell'ambiente in cui vivevano
No ma aspetta Pasquino.. Muti è un gra musicista ed un gran direttore di orchestra.. Chi ha detto il contrario.
La PFM non ha coberizzato de André ma ci ha fatto live insieme e gli hanno pure arrangiato i brani per una band e per iun albu.. . È ben diverso è una collaborazione non l'hanno coberizzato dai
Think jazzy, love bluesy and live rock !


Santi

Personalmente io preferisco sempre gli inediti.
Le cover mi piace suonarle (e suono in diverse coverband), ma non ascoltarle. Mi annoiano.

Adesso però tiro la bomba: è sempre meglio una coverband di qualità, piuttosto che una band di inediti mediocre.

È vero che per gli emergenti c'è poco spazio, specie se non sono musicisti-influencer.
Però, detto fuori dai denti, la maggior parte delle band di inediti che bazzicano le mie zone sono scarse. Basso livello dei musicisti e brani semiplagiati o scritti male.
Ecco, per quanto io sia per la musica originale, farei volentieri a meno di quest'orda di inediti fatti in modo approssimativo.


Buc

Citazione di: Santi il 23 Luglio, 2020, 11:16 PM
Personalmente io preferisco sempre gli inediti.
Le cover mi piace suonarle (e suono in diverse coverband), ma non ascoltarle. Mi annoiano.

Adesso però tiro la bomba: è sempre meglio una coverband di qualità, piuttosto che una band di inediti mediocre.

È vero che per gli emergenti c'è poco spazio, specie se non sono musicisti-influencer.
Però, detto fuori dai denti, la maggior parte delle band di inediti che bazzicano le mie zone sono scarse. Basso livello dei musicisti e brani semiplagiati o scritti male.
Ecco, per quanto io sia per la musica originale, farei volentieri a meno di quest'orda di inediti fatti in modo approssimativo.
Ma ti posso anche capire Santi.. Però li si parla della qualità del musicista non della bontà del l'inedito comparata alla cover.
Think jazzy, love bluesy and live rock !


Elliott

Io penso che, in certi casi, è nella cover che serve proprio spessore e creatività. Ci sono cover dove  l'artista sembra voler correggere un brano...sbagliato.

Un esempio su tutti, è hurt dei NIN. Cash sembra aver detto ai NIN...se tiri fuori un testo del genere, non ammazzarlo di condimenti inutili. Quel pezzo, va servito crudo.
Ecco, Cash in quel caso, ha dato potenza ad un brano che soffocava.

Insomma, la cover non è sempre una scorciatoia anzi, talvolta è vero l'opposto

Santi

Citazione di: Buc il 23 Luglio, 2020, 11:41 PM
Citazione di: Santi il 23 Luglio, 2020, 11:16 PM
Personalmente io preferisco sempre gli inediti.
Le cover mi piace suonarle (e suono in diverse coverband), ma non ascoltarle. Mi annoiano.

Adesso però tiro la bomba: è sempre meglio una coverband di qualità, piuttosto che una band di inediti mediocre.

È vero che per gli emergenti c'è poco spazio, specie se non sono musicisti-influencer.
Però, detto fuori dai denti, la maggior parte delle band di inediti che bazzicano le mie zone sono scarse. Basso livello dei musicisti e brani semiplagiati o scritti male.
Ecco, per quanto io sia per la musica originale, farei volentieri a meno di quest'orda di inediti fatti in modo approssimativo.
Ma ti posso anche capire Santi.. Però li si parla della qualità del musicista non della bontà del l'inedito comparata alla cover.

A parità di qualità, inediti tutta la vita.
Semplicemente rilevavo come, al netto del poco spazio  per la musica inedita, nell'underground (almeno nelle mie zone) ho sentito ben poche band scrivere belle canzoni o, quantomeno, avere musicisti di livello buono.

robland

Moreno ha citato questo brano e mi ha fatto ricordare questa strepitosa cover strumentale.
Sono solo due minuti e quaranta, concedetevela tutta.

King Crimson - Moonchild - guitar solo - YouTube

Quando metto questi video su questo topic in realtà esplicito... in modo implicito... come la penso sulle cover. Chi è bravo e creativo troverà il modo di incantare gli altri con una cover o con un brano originale, senza far danno alla musica (al contrario!). Un modo lo trova.

robland

Nel giugno del 67, Jimi sale sul palco del Seville in Inghilterra. Venuto a sapere che Mccartney ed Harrison erano tra il pubblico, decide di introdurre un brano non previsto in scaletta: Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, il brano che apre l'omonimo album pubblicato in Inghilterra solo quattro giorni prima.
Per questa ragione è stata definita la cover più veloce della storia.
E proprio Sgt. Pepper è l'album che toglie a Are you experienced di Hendrix il primato di disco più venduto d'Inghilterra di quell'anno.
Questo il ricordo di Mccartney:
"Era uno dei suoi primi concerti a Londra. Jimi era un tesoro, un ragazzo molto carino. Ricordo la sua apertura al Saville in una notte di Domenica del 4 giugno 1967. Jimi ha iniziato lo show, le tende si aprirono e lui camminò  in avanti, suonando Sgt. Pepper, che era stato pubblicato solo giovedi e per me era il complimento finale. (...)  Lo considerai come uno dei più grandi onori della mia carriera. Voglio dire, sono sicuro che non lo avrebbe mai pensato come se fosse un onore, sono sicuro che pensasse che fosse altro, ma per me è stato un grande stimolo".

Questa è la ricostruzione dell'esibizione di Hendrix al Seville contenuto in un film dedicato ad Hendrix:

Jimi Hendrix Sgt Peppers - YouTube

robemazzoli

Perdonatemi ma dico la mia esclusivamente sul tema delle cover band, poiché si tratta di una questione relativamente recente nel panorama musicale italiano.

E soltanto a quelle che IMITANO il più possibile, suoni, arrangiamenti, financo nell'abbigliamento e negli strumenti, le band che coverizzano: esse possono essere formati da ottimi musicisti, suonare musica eccellente e dar vita a forme di intrattenimento degne di questo nome.

Non rappresentano affatto, come si sente dire molto spesso dai professionisti perennemente insoddisfatti, "la morte della musica", affatto.
Far bene un repertorio implica studio e impegno e formazione.
E poi, soprattutto, ognuno ha il diritto di suonare ciò che desidera con la massima libertà.

Quello che, purtroppo però, segnalano, attraverso il dilagare della loro diffusione è un'altra cosa, che qui enuncio con una voluta esagerazione:
è la "morte del pubblico" della musica, della curiosità, della ricerca, della scoperta.
Non attribuisco alle cover band tale responsabilità, nel modo più assoluto.

Ma il successo commerciale e di ingaggi di tale scena, SECONDO LA MIA OPINIONE, è un emergente molto scoraggiante rispetto al clima culturale in cui si vive.

Gli spazi di creatività si restringono, e la musica, nella sua accezione di arte di rinnovamento, ne soffre.
E' un segnale di indisponibilità al nuovo, una fruizione senza fatica, soddisfatti al 100%, nessun rischio, nessuna sorpresa, come ti aspetti che sia sul banco del supermercato.
Come un americano che viaggia per il mondo e mangia solo da McDonald.

Qualcuno sopra diceva che "è colpa della domanda", e forse ha ragione, o forse no, io questo non lo so con certezza, ma è un segnale di qualcosa.

Non è mio interesse ne attaccare ne offendere nessuno ma la tematica, per quegli ingenui come me che di musica hanno provato a camparci, non può passare inosservata.

Buona notte.  :thanks:
roberto

"Libertà l'ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato"


Max Maz

Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)


Elliott

Hai fatto bene Roberto, a specificare ed isolare dal discorso le cover band perché, a mio avviso, c'è di mezzo un oceano tra questi ultimi e  chi reinterpreta, riarrangia e personalizza un brano (le cover cui facevo riferimento nel messaggio di apertura). Questi, oltre a metterci del loro, si mettono fortemente in gioco soprattutto, quando vai a toccare pezzi storici e/o divenuti di proprietà dell'ascoltatore.

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