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Chitarra: Resoconto col senno di poi

Aperto da Ombra/luce, 08 Dicembre, 2020, 08:33 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

Ombra/luce

Vorrei aprire un topic, diario personale, dove elenco col senno di poi ciò che ho appreso da chitarrista autodidatta, non sarebbe male se elencaste anche voi, anche nel tempo, ogni volta che sentite di aver appreso qualcosa o qualche errore, i vostri punti. Ciò potrebbe rimanere come documento per chi si trova nella nostra stessa condizione, sta iniziando con la chitarra e brancola nel buio.

Durante il mio percorso con la chitarra ho imparato i seguenti aspetti. Avviso che scrivo un messaggio lungo, so che ciò da leggere possa essere un peso quindi non è obbligatorio addentrarsi nella lettura, è un mio resoconto che volevo condividere:

1. La voglia di arrivare a una meta non deve escluderne un'altra se fondamentale. Spieghiamoci meglio, io, anzichè iniziare come tutti con gli accordi, il primo anno ebbi solo ed esclusivamente la voglia di imparare a fare assoli ed improvvisarli, scale, pentatoniche, licks, etc etc col risultato che, dopo le prime gioie l'impacciatezza e la monotonia sono arrivate più o meno in fretta. Non mi interessavano gli accordi, solo pentatoniche e improvvisazione su backing track varie. Al punto che non avevo più alcun progresso iniziai a intraprendere quelle branche che avevo tralasciato e mi si aprì un mondo anche assai gratificante. Tornando tempo dopo all'improvvisazione, mi scoprii assai più competente del primo anno, seppur non mi fossi quasi più esercitato su quell'aspetto, questo perchè le branche tralasciate mi avevano istruito e migliorato su tutti gli aspetti, anche legati alla destrezza generale perchè la riuscita degli accordi impone per forza di cose anche di imparare a dosare bene la forza impressa delle dita, il movimento del polso, della mano, porta ad attuare stratagemmi al fine di arrivare a una diteggiatura nel modo più sciolto possibile, a migliorare la tecnica con le singole dita come ad esempio negli abbellimenti degli accordi, tutti aspetti assolutamente fondamentali poi anche per altre branche, come appunto l'improvvisazione solistica.
Insomma, ci sta che uno abbia un traguardo personale ma non ci si può arrivare senza affrontare e impratichirsi sulle altre branche fondamentali dello strumento perchè sono tutte concatenate, senza destrezza e competenza sugli accordi sara gravemente penalizzata anche quella legata all'improvvisazione solistica, mancheranno delle basi fondamentali. E' come pensare di imparare a guidare bene focalizzandosi solo su come funziona il volante.

2. Apprezzare i piccoli passi, prendere consigli da chi ne sa di più ed è più avanti ma che ciò non diventi un ostacolo. Ho visto parecchie persone e un periodo ci sono cascato pure io, perdere di mordente per via della tendenza a confrontarsi con gente molto più avanzata con lo strumento, non riuscendo poi ad apprezzare i piccoli passi del proprio percorso, proprio perchè il metro di giudizio era gente assai più avanzata. Apprezza ciò che sei tu prima di tutto, apprendi dagli altri più avanti ma mantieni la lucidità di apprezzare le tue piccole migliorie, ridicole forse per chi è tanto avanti ma fondamentali per te e impara ad apprezzare ciò che fai, anche se semplice e didattico, perchè è il percorso che ti porterà ad arrivare alle mete che ti sei prefissato.

3. Comprensione dell'importanza della gavetta, la gavetta non è una cosa degli inizi del percorso ma sarà un aspetto a cui ci dovremo confrontare spesso nel nostro percorso perchè apprendere un brano porta a gavetta, apprendere e migliorarsi su qualsiasi aspetto porta a gavetta, la gavetta è quella condizione dove le cose si fanno male e in maniera impacciata, se fai vincere la paura di essere incompetente e di sbagliare, pensando che la gavetta sia indignitosa, ti troverai a non crescere mai. Sii disposto ad accettare che hai bisogno di fare gavetta, sappi che impari sbagliando e migliorando i tuoi errori. Ho un amico che dopo 6 mesi non riesce a fare nemmeno un giro di DO, questo perchè non è disposto a fare gavetta, a suonare piano, a isolare ciò che non gli riesce bene, a provare e riprovare perchè parte già mentalmente sconfitto, della serie "quella cosa non mi esce bene quindi nemmeno ci provo a migliorarla", oppure si sente annoiato dal fare cose semplici al punto che proprio le tralascia, col risultato poi che non migliora di una virgola.
Così non si va da nessuna parte secondo me.









Ut queant laxis

zap

Da autodidatta apprezzo il topic,letto a sprazzi perché stò andando al lavoro,ma ci tornerò su appena possibile.


Max Maz

Credo che la chitarra sia uno strumento talmente iconico ed al tempo stesso così facile da trovare in casa che il percorso di apprendimento slegato da qualsiasi metodo sia un'esperienza che condividiamo in tanti.
Molti hanno continuato questo tipo di "approfondimento" dopo essere naufragati dal viaggio attraverso lezioni di maestri veri o presunti che tanta confusione e frustrazione hanno aggiunto alla nostra ambizione di riuscire a suonare almeno decorosamente.
Naturalmente in molti hanno fatto in modo che la passione superasse l'ostacolo del metodo classico ed i risultati si sentono ma in tantissimi di più ci siamo un po' arenati qua e la.
Umiltà e dedizione si possono pero' imparare e mettere a frutto. :sisi:
Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)


Elliott

Credo di condividere alcuni aspetti del tuo resoconto soprattutto per la parte iniziale del percorso sebbene io, iniziai quasi sin da subito con un maestro seppur per pochi mesi e via skype.
Io ho iniziato tardi a suonare (45 anni) ed alle ovvie difficoltà anagrafiche (testa impegnata con i pensieri, poco tempo, manualità da costruire etc...) ho la consapevolezza su cosa voglio e dove posso arrivare: abbozzare un brano e divertirmi.

Questo, non esclude lo studio ma, mi ha liberato di un dovere. Dovere che noto essere sfociato in ossessione per molti al punto che questi, arrivano a criticare chi invece di studiare..."perde tempo a giocare con i suoni, effetti e pedali". Insomma, ho voluto scongiurare di scivolare nel decadimento e la follia. :fool:

Dunque, il mio resoconto con il senno di poi, si riepiloga in pochi puntib

- C'è gente che dopo 4 anni suona infinitamente meglio di me, ne sono consapevole e so di essere indietro. Ma non mi crea ansie e non mi fa sentire in colpa...quando mi diverto.

- Ho scelto il percorso libero, con obiettivi chiari ma con tempi e modi assolutamente non vincolanti.

- Ho lasciato alle spalle gli obblighi, il dovere e le ossessioni ed ho privilegiato l'appagamento. Con buona pace di chi si preoccupa del modo in cui "spreco" il tempo invece che studiare.
Il risultato? Credo di esser cresciuto più in questo ultimo anno rispetto a quando il dovere mi imponeva di farlo.

- Unico diktat: comprendere sempre, sempre, sempre ciò che sto suonando ed evitare di replicare 1:1 a memoria. Se so variare in corso d'opera...vuol dire che ho capito.

Conclusione: se hai un obiettivo in testa fallo seguendo un percorso assolutamente coerente con l'obiettivo. Per dire, se il tuo obiettivo è quello di divertirsi...perchè annoiarsi per anni per raggiungerlo?  :sarcastic:

Ombra/luce

Citazione di: Elliott il 08 Dicembre, 2020, 10:07 AM
Credo di condividere alcuni aspetti del tuo resoconto soprattutto per la parte iniziale del percorso sebbene io, iniziai quasi sin da subito con un maestro seppur per pochi mesi e via skype.
Io ho iniziato tardi a suonare (45 anni) ed alle ovvie difficoltà anagrafiche (testa impegnata con i pensieri, poco tempo, manualità da costruire etc...) ho la consapevolezza su cosa voglio e dove posso arrivare: abbozzare un brano e divertirmi.

Questo, non esclude lo studio ma, mi ha liberato di un dovere. Dovere che noto essere sfociato in ossessione per molti al punto che questi, arrivano a criticare chi invece di studiare..."perde tempo a giocare con i suoni, effetti e pedali". Insomma, ho voluto scongiurare di scivolare nel decadimento e la follia. :fool:

Dunque, il mio resoconto con il senno di poi, si riepiloga in pochi puntib

- C'è gente che dopo 4 anni suona infinitamente meglio di me, ne sono consapevole e so di essere indietro. Ma non mi crea ansie e non mi fa sentire in colpa...quando mi diverto.

- Ho scelto il percorso libero, con obiettivi chiari ma con tempi e modi assolutamente non vincolanti.

- Ho lasciato alle spalle gli obblighi, il dovere e le ossessioni ed ho privilegiato l'appagamento. Con buona pace di chi si preoccupa del modo in cui "spreco" il tempo invece che studiare.
Il risultato? Credo di esser cresciuto più in questo ultimo anno rispetto a quando il dovere mi imponeva di farlo.

- Unico diktat: comprendere sempre, sempre, sempre ciò che sto suonando ed evitare di replicare 1:1 a memoria. Se so variare in corso d'opera...vuol dire che ho capito.

Conclusione: se hai un obiettivo in testa fallo seguendo un percorso assolutamente coerente con l'obiettivo. Per dire, se il tuo obiettivo è quello di divertirsi...perchè annoiarsi per anni per raggiungerlo?  :sarcastic:
Concordo, anch'io ho lasciato gli obblighi alle spalle e infatti, conscio, mi sono dato all'improvvisazione al primo anno che è folle, però mi dava emozioni, fino a che, come ho scritto più su, non mi sono trovato in stallo e ho dovuto intraprendere quelle strade che ho tralasciato, che poi si sono rivelate essenziali per la crescita.

Io suono per piacere personale e il traguardo a cui volevo arrivare sin da subito era quello di comprendere a fondo lo strumento, i tasti e tutto ciò che concerne il manico, percepirla come una mappa a me familiare, cosa che penso di aver raggiunto, inoltre volevo una padronanza tale da poter riuscire a districarmi ottenere una certa scioltezza complessiva  e quando ti accorgi che ormai molti accordi li suoni bene anche se ti approcci la prima volta ad un brano, perchè ormai hai memoria muscolare e comprensione, penso sia un buon punto per trarre giovamento dallo strumento.
Poi si, mi sono sempre trovato esaltato dall'improvvisazione nel blues, ma tanto proprio e quella è una cosa che vorrei tanto imparare ma qui mi sa che bisogna far pace col cervello perchè a volte credo che le aspirazioni siano troppo più in là con la realtà, quindi mi vien difficile trarne per ora giovamento, penso sempre che si possa fare di più e che ancora non vado bene.. poi suono davanti a qualche altro chitarrista e vedo che si esalta mentre improvviso, solo che io ho ancora da far pace col cervello e non mi sento soddisfatto ancora.
Ut queant laxis

CrisCris

Concordo in tutto e per tutto. Aggiungo una considerazione: a prescindere dal livello tecnico, chi si diverte suonando è sulla giusta strada, chi non si diverte suonando è su quella sbagliata.
Blues e Rock'n'Roll, ma sempre con Soul

Ombra/luce

Citazione di: CrisCris il 08 Dicembre, 2020, 10:52 PM
Concordo in tutto e per tutto. Aggiungo una considerazione: a prescindere dal livello tecnico, chi si diverte suonando è sulla giusta strada, chi non si diverte suonando è su quella sbagliata.
Più che altro è tortuosa la strada per arrivare a divertirsi suonando, è un percorso tortuoso quanto anche però soddisfacente. Almeno parlando per me, perchè per divertirmi devo poter suonare in maniera decente secondo i miei canoni, suonare in maniera decente porta a qualche annetto buono di esercitazione. Però devo dire che l'esercitazione stessa mi diverte, dev'essere una deformazione che mi ha lasciato il pianoforte, isolare una parte, mettermi al metronomo, pensare e ragionare mentre lo faccio, sono cose che non mi annoiano.
Una cosa che mi ha annoiato tremendamente è il CAGED, che leggo qua e là che è fondamentale, io l'ho sempre tralasciato per noia nell'apprenderlo, per trovare le note mi sono creato uno schema mentale ricordando a memoria l'ubicazione delle toniche delle varie box delle pentatoniche minori e maggiori che mi va benissimo uguale.
Ut queant laxis


Runner

Citazione di: Ombra/luce il 09 Dicembre, 2020, 08:31 AM
Una cosa che mi ha annoiato tremendamente è il CAGED, ...

Pari pari a quel che o fatto io, poi alla prima lezione che ho preso un mese fa circa, nel tentativo di migliorare, il maestro mi ha chiesto se o conoscevo e mi ha suggerito di impararlo, giusto per automatizzare certi gesti.
Conoscendo già le scale e le posizioni delle note non ci o messo molto e devo dire che da una parte aiuta (forse specie chi è agli inizi) dall'altra parte "lega" un po' a schemi e posizioni.

Nel mio percorso personale da autodidatta sono arrivato alla conclusione che ad un certo punto l'orecchio è essenziale. Io, avendone poco, ho cercato di sviluppare la tecnica, la l'orecchio è essenziale.
Sapere trovare gli accordi al volo, suonare le note giuste d'istinto, sentire i cambi di accordi e sapere sempre in che punto del giro ci si trova... dop magari sai fare due note in croce, ma saranno quelle giuste e al momento giusto.

io purtroppo l'orecchio non l'ho. HO cercato per anni di svilupparlo, ma niente: non ce l'ho proprio!  :'(

Ombra/luce

Citazione di: Runner il 09 Dicembre, 2020, 09:52 AM

Nel mio percorso personale da autodidatta sono arrivato alla conclusione che ad un certo punto l'orecchio è essenziale. Io, avendone poco, ho cercato di sviluppare la tecnica, la l'orecchio è essenziale.
Sapere trovare gli accordi al volo, suonare le note giuste d'istinto, sentire i cambi di accordi e sapere sempre in che punto del giro ci si trova... dop magari sai fare due note in croce, ma saranno quelle giuste e al momento giusto.

io purtroppo l'orecchio non l'ho. HO cercato per anni di svilupparlo, ma niente: non ce l'ho proprio!  :'(
L'orecchio è importante, molto ma è anche una virtù a volte dell'individuo, ci si può lavorare certo ma c'è chi parte che ce l'ha già di suo come attitudine.
L'orecchio aiuta anche capire velocemente come approcciarsi a un brano, a seguirne i tempi giusti anche senza esercitarvisi miratamente, viene spontaneo.
Io, con la chitarra, gli esercizi sui tempi proprio li ho saltati in quanto già fatti e rifatti in 10 anni col piano, su questo devo dire che il venire da altro strumento mi ha aiutato molto a saltare degli step poi con la chitarra, perlomeno quelle cose legate alla teoria musicale generica.

In quanto all'orecchio nel mio caso non saprei, riesco molto bene già al primo colpo a suonare il brano nei tempi giusti, alcuni li ho imparati a suonare nel modo giusto in pochi minuti, imparati gli accordi, proprio perchè li avevo impressi nella mente, inoltre mi viene facile cantare mentre suono, mi viene facile, relativamente, capire quand'è il cambio di accordi in base al canto, solitamente in poche prove capisco, dall'altra parte fatico a riconoscere al volo la tonalità, qualche volta ci ho azzeccato ma il più delle volte va a tentoni, se voglio provare a suonare un brano appena sentito, senza che vado a cercarmi gli accordi e le tonalità, tocca andarci a tentoni finchè non ci prendo quella giusta ma qui si parlerebbe di orecchio assoluto, che è una rarissima virtù per pochi fortunati.. pochissimi.
Ut queant laxis

robland

Citazione di: Ombra/luce il 09 Dicembre, 2020, 08:31 AM
Più che altro è tortuosa la strada per arrivare a divertirsi suonando, è un percorso tortuoso quanto anche però soddisfacente. Almeno parlando per me, perchè per divertirmi devo poter suonare in maniera decente secondo i miei canoni, suonare in maniera decente porta a qualche annetto buono di esercitazione. Però devo dire che l'esercitazione stessa mi diverte.

"Più che altro è tortuosa la strada per arrivare a divertirsi suonando".

Ti isolo questa frase perché secondo me è un concetto chiave, del topic e non solo, su cui riflettere.

robland

Citazione di: Ombra/luce il 09 Dicembre, 2020, 08:31 AM
Una cosa che mi ha annoiato tremendamente è il CAGED, che leggo qua e là che è fondamentale, io l'ho sempre tralasciato per noia nell'apprenderlo, per trovare le note mi sono creato uno schema mentale ricordando a memoria l'ubicazione delle toniche delle varie box delle pentatoniche minori e maggiori che mi va benissimo uguale.

Io mi sono fatto l'idea, non so se giusta o sbagliata, che più cose si capiscono sulla tastiera della chitarra e meglio è.

Tempo fa ho insegnato note, accordi, pentatonica e scala blues a un amico che iniziava con la chitarra e mi aveva chiesto una mano. A un certo punto mi ha fatto presente che aveva imparato tutto e se potevo passare da lui a vedere. Abbiamo preso la chitarra e gli ho chiesto: nel primo box della pentatonica dov'è la terza minore della nota fondamentale?
E ovviamente nessuna risposta.

Seconda domanda: mi fai vedere un box della scala blues? Nessun problema. Ma quando gli ho chiesto: nella scala blues la blue note è quella nota che sta tra quali note? Niente.
Ovvio che non lo sapesse, del resto fino all'anno prima non lo sapevo neanche io.
Mi ha chiesto: ma tu quando hai fatto tutte le serate live le sapevi ste cose?
Risposta negativa: manco per idea.
"Però ti sei divertito o no?".
Risposta mia: tantissimo! Ma a sapere ste cose ci si diverte ancora di più!

Ombra/luce

Citazione di: robland il 09 Dicembre, 2020, 01:07 PM
Citazione di: Ombra/luce il 09 Dicembre, 2020, 08:31 AM
Una cosa che mi ha annoiato tremendamente è il CAGED, che leggo qua e là che è fondamentale, io l'ho sempre tralasciato per noia nell'apprenderlo, per trovare le note mi sono creato uno schema mentale ricordando a memoria l'ubicazione delle toniche delle varie box delle pentatoniche minori e maggiori che mi va benissimo uguale.

Io mi sono fatto l'idea, non so se giusta o sbagliata, che più cose si capiscono sulla tastiera della chitarra e meglio è.

Tempo fa ho insegnato note, accordi, pentatonica e scala blues a un amico che iniziava con la chitarra e mi aveva chiesto una mano. A un certo punto mi ha fatto presente che aveva imparato tutto e se potevo passare da lui a vedere. Abbiamo preso la chitarra e gli ho chiesto: nel primo box della pentatonica dov'è la terza minore della nota fondamentale?
E ovviamente nessuna risposta.

Seconda domanda: mi fai vedere un box della scala blues? Nessun problema. Ma quando gli ho chiesto: nella scala blues la blue note è quella nota che sta tra quali note? Niente.
Ovvio che non lo sapesse, del resto fino all'anno prima non lo sapevo neanche io.
Mi ha chiesto: ma tu quando hai fatto tutte le serate live le sapevi ste cose?
Risposta negativa: manco per idea.
"Però ti sei divertito o no?".
Risposta mia: tantissimo! Ma a sapere ste cose ci si diverte ancora di più!
Beh, step dopo step ci arriva il tuo amico, soprattutto con un buon maestro ad istruirlo! Io inizialmente le blue note le usavo in maniera sistematica e meccanica, nel senso che sapevo dove stavano nelle varie box ma senza la parte teorica dietro, ovvero il sapere tra quali note stanno, mi divertivo alla grande uguale però devo dire una cosa, che l'espandere la propria conoscenza è piacevole e può essere un aiuto ad affinarsi, non obbligatoria ma può aiutare.
Anche il circolo delle quinte, che ho imparato casualmente mentre seguivo un metodo e che può essere una buona alternativa al CAGED, quando lo imparai (e poi dimenticai, sarebbe da ripassare qualche volta) mi sentii contento perchè apprendere mi fa sentire bene. Nei limiti del possibile perchè nella vita ho scelto altre vie, altrimenti da pischello mi sarei iscritto al conservatorio, nonostante ciò la possibilità di espandere il bagaglio è sempre ben accetta.
Ut queant laxis

robland

Citazione di: Ombra/luce il 09 Dicembre, 2020, 01:21 PM
mi sentii contento perchè apprendere mi fa sentire bene. Nei limiti del possibile perchè nella vita ho scelto altre vie, altrimenti da pischello mi sarei iscritto al conservatorio, nonostante ciò la possibilità di espandere il bagaglio è sempre ben accetta.

Sottoscrivo, dal notaio se vuoi, ogni parola della citazione. La vedo esattamente così.


Elliott

Espandere la conoscenza è sempre appagante. Imparare e capire ciò che faccio, come detto sopra, è primario.

Ma difficilmente troveremo qualcuno che non concordi in ciò. Il difficile, è saperlo collocare correttamente nella scala dei valori e delle priorità ma, soprattutto, ruuscire a capire e quindi discernere ciò che realmente è utile da ciò che è superfluo e ridondante.

Sapere e fare, richiedono equilibrio

robland

Citazione di: Elliott il 09 Dicembre, 2020, 02:32 PM
Il difficile, è saperlo collocare correttamente nella scala dei valori e delle priorità ma, soprattutto, ruuscire a capire e quindi discernere ciò che realmente è utile da ciò che è superfluo e ridondante.

Io la vedo così: la priorità per un musicista amatoriale è sempre divertirsi. Perché non ci sono mica scadenze o roba del genere: questo è appannaggio del mondo professionale.
Una volta che si conoscono tre accordi si può già iniziare a divertirsi, anche con un rottame di chitarra e un miniamp.
Il problema può venire poi da quello che si diceva su: man mano, la strada per imparare a divertirsi suonando può diventare tortuosa e ci si può annoiare o sentire insoddisfatti.
Lì tocca trovare il rimedio giusto: per alcuni sarà più teoria, per altri più pratica di musica suonata e manualità, oppure suonare altri generi, o trovare una band o imparare un altro strumento, comprarsi qualche effetto o imparare a utilizzare meglio quelli che si hanno ecc. (O imparare a registrare  :lol:).
Oggi però esistono mille stimoli, anche online, quindi dovrebbe essere possibile trovare una via per mantenere vivo il divertimento.
I forum sono anche un modo per tenere accesa la passione e superare le diverse fasi, ed imparare un sacco rilassandosi.

Invece sul superfluo e il ridondante al momento non mi viene in mente niente. Esempi?

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