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JAMBLE Cafè => Chiacchere in libertà => Discussione aperta da: Pasquino il 12 Dicembre, 2019, 09:57 AM

Titolo: Catartica
Inserito da: Pasquino il 12 Dicembre, 2019, 09:57 AM
Spesso penso che la musica sia catartica, che aiuti il musicista a ricollegarsi con una parte intima di sè e lo depuri da ciò che di superfluo ogni giorno ci imponiamo di pensare. È una sensazione che è difficile da spiegare, uno stato alterato di coscienza, che anche chi ti ascolta percepisce e vive tanto quanto te che suoni.
Credo che nella didattica della musica questo aspetto sia del tutto ignorato, mentre andrebbe approfondito e conosciuto.
Cosa ne pensate?
Titolo: Re:Catartica
Inserito da: Max Maz il 12 Dicembre, 2019, 10:01 AM
Totalmente d'accordo.
:mypleasure:
Titolo: Re:Catartica
Inserito da: Santano il 12 Dicembre, 2019, 10:05 AM
La vedo come un fatto estremamente soggettivo, impossibile da applicare nella didattica
Titolo: Re:Catartica
Inserito da: Max Maz il 12 Dicembre, 2019, 10:14 AM
Si può insegnare ad ascoltare, ascoltare davvero ed anche a cercare.
Titolo: Re:Catartica
Inserito da: robland il 12 Dicembre, 2019, 06:22 PM
Citazione di: Pasquino il 12 Dicembre, 2019, 09:57 AM
Spesso penso che la musica sia catartica, che aiuti il musicista a ricollegarsi con una parte intima di sè e lo depuri da ciò che di superfluo ogni giorno ci imponiamo di pensare. È una sensazione che è difficile da spiegare, uno stato alterato di coscienza, che anche chi ti ascolta percepisce e vive tanto quanto te che suoni.
Credo che nella didattica della musica questo aspetto sia del tutto ignorato, mentre andrebbe approfondito e conosciuto.
Cosa ne pensate?

Caspita... Non ci avevo mai pensato. Insegnare una sensazione che tu stesso definisci "difficile da spiegare". Anche perché i gusti sono così disparati ed è anche difficile trovare persone giovani che non li contrappongano a quelli degli altri, ma abbiano una visione ampia.
Titolo: Re:Catartica
Inserito da: Pasquino il 12 Dicembre, 2019, 07:06 PM
Non credo sia una cosa solo soggettiva, ma sicuramente non è razionale come una scala, e per questo non si può insegnare con un metodo tipo "io dico, tu fai" ma servono capacità diverse da parte del maestro, empatia e maieutica, fare emergere quello che ognuno di noi ha dentro, e che, una volta espresso viene compreso anche dagli altri.

Alcune persone ci sono più portate, altre meno, ma se la musica ci unisce non è grazie allo spartito, ma al brivido sotto pelle, alle emozioni che ci suscita.

Forse al giorno d'oggi tendiamo a ritenere la musica troppo fine a se stessa, non come parte di un sentire comune che ci lega al mondo che ci circonda.

In alcune culture, tra le quali la nostra, la musica è terapia e religione, serve a farci crescere come persone
Titolo: Re:Catartica
Inserito da: Mimmolo il 12 Dicembre, 2019, 07:52 PM
È sulla maieutica che mi areno[emoji23][emoji23][emoji23]
Scherzo, ma non conosco questo termine.
Invece sul concetto di valvola di sfogo è una vita che la utilizzo.
Chissà insegnarla?
Magari insegnare a riconoscere le nostre emozioni e ciò che le scatena...
Interessante conoscere il parere di tutti
Titolo: Re:Catartica
Inserito da: Elliott il 12 Dicembre, 2019, 07:59 PM
La frase "fa' che la musica superi il rumore dei pensieri" è una frase che nasce in latino per cui, è aspetto noto da secoli

L'aspetto su cui invece ho qualche dubbio è che questa cosa arrivi a chi ascolta. L'ascoltatore, a differenza del musicista, è egoista e quando ascolta, è concentrato sulle proprie sensazioni di benessere. Ergo si, sono d'accordo dovrebbe essere elemento di didattica ma, andrebbe istituita una didattica anche per l'ascolto
Titolo: Re:Catartica
Inserito da: robland il 14 Dicembre, 2019, 12:40 AM
Pasquino, da quando hai aperto questo topic sono tornato più volte a ripensare a quanto hai scritto, ma ogni volta mi sento di sbattere contro un muro. Come se mi sfuggisse qualcosa. Questa catarsi di cui parli è così indefinita che non so se intendiamo la stessa cosa. E se è così indefinita, coma la si può insegnare?
Titolo: Re:Catartica
Inserito da: Pasquino il 14 Dicembre, 2019, 01:49 AM
Citazione di: robland il 14 Dicembre, 2019, 12:40 AM
Pasquino, da quando hai aperto questo topic sono tornato più volte a ripensare a quanto hai scritto, ma ogni volta mi sento di sbattere contro un muro. Come se mi sfuggisse qualcosa. Questa catarsi di cui parli è così indefinita che non so se intendiamo la stessa cosa. E se è così indefinita, coma la si può insegnare?

La frase che ha citato prima Elliott è interessante, perchè ci riporta a qualcosa che non è razionale ma ugualmente comprensibile.

Ci sono delle cose che sono indefinite, anzi, sono la maggior parte delle cose della vita, ma ugualmente noi da esseri umani ne seguiamo i dettami, ad esempio come comportarsi con le persone che non conosci, oppure come prestare attenzione quando sentiamo qualcuno che per strada grida.

Pensa a questa cosa: quando vedi una persona camminare, già solo da quello capisci se è rilassata, tesa, se ha fretta, se è in vacanza o sta andando a lavoro, eppure non te l'ha insegnato nessuno, e lui non sta facendo nessuno sforzo per insegnartelo. Lo capisci e basta.

Ecco, lo sforzo è uscire dalla dialettica insegnante-allievo forse, mettersi sul piano persona-persona, per essere ascoltatori e ascoltati allo stesso tempo, e insegnare allora diventa cogliere questi momenti nell'altra persona e farli uscire sempre più fuori, in modo che la persona stessa ne sia sempre più consapevole.

Per me la musica ha questo grande potere. Forse non a tutti, ma a molti "per Elisa" arriva e comunica sensazioni, emozioni di malinconia, intimità, insomma, non resti indifferente. Certo, non tutti siamo Beethoven...

Ma tu cosa intendi invece?
Titolo: Re:Catartica
Inserito da: Elliott il 14 Dicembre, 2019, 07:09 AM
Interessante quest'ultimo post, Pasquino. Mi chisrisce meglio in concetto e rinforza la mia convinzione circa la scarsa attitudine all'ascolto passivo. Che sia musica o dialogo, ascoltiamo mentre siamo concentrati su noi stessi...sulle sensazioni "che ci servono".

:thanks:
Titolo: Re:Catartica
Inserito da: robland il 14 Dicembre, 2019, 11:46 AM
Citazione di: Pasquino il 14 Dicembre, 2019, 01:49 AM
Citazione di: robland il 14 Dicembre, 2019, 12:40 AM
Pasquino, da quando hai aperto questo topic sono tornato più volte a ripensare a quanto hai scritto, ma ogni volta mi sento di sbattere contro un muro. Come se mi sfuggisse qualcosa. Questa catarsi di cui parli è così indefinita che non so se intendiamo la stessa cosa. E se è così indefinita, coma la si può insegnare?

Ma tu cosa intendi invece?

Io non lo so, Pasquino! Lo ammetto. È tutto così incredibilmente personale...
Ascolto musica da... trent'anni? E per me la passione dell'ascolto viene prima della passione del suonare uno strumento. Forse senza suonare potrei sopravvivere (quante volte avevo deciso di smettere!  :sarcastic:), ma non senza ascoltare musica.

Quindi sarei d'accordo con Elliott: l'educazione all'ascolto prima di tutto.

Come spiegare agli altri questa catarsi? Proprio non ne ho idea. La musica per alcuni è un evento che ha luogo a febbraio: il festival di Sanremo. Per altri è un format: X Factor.
Non c'è nessuna critica in questo che scrivo. Va benissimo il festival e il format. Ma di sicuro non so come possano alcuni vivere bene senza ascoltare musica tutto l'anno, anche e soprattutto al di fuori della tv.

O forse abbiamo torto io e Elliott? Magari è meglio affrontare questo tema tra musicisti, come dici tu nel primo post, quando almeno una passione comune già esiste e quindi un minimo comune denominatore c'è.

Io so solo che da trent'anni è come se in fondo non facessi altro che indagare e razionalizzare la mia prima sensazione, pre razionale, legata alla musica che ascoltai per la prima volta e che tanto mi fece esaltare! Da allora leggo tanto, ascolto tanto, suono, cerco strumenti: è una ricerca continua, un'indagine. Proprio questa ricerca mi ha portato ad invertire il metodo: anziché avere l'umanissima frettolosa ansia di giudicare, scelgo (fallendo spesso) l'umile ansia di non giudicare, l'entusiasmo della ricerca collocata prima della (in)cultura della diffidenza.

Come, dove e perché c'è questa catarsi non lo so, per questo sbatto contro un muro.