(https://forum.jamble.it/proxy.php?request=http%3A%2F%2Fi67.tinypic.com%2F6p493n.jpg&hash=37b822ac9b172c3c486e93af2e5ae653e81fb537)
Ciao Jamblers,
sono estremamente felice che sia stata attivata questa sezione bibliografica all'interno del sito, e che abbia già stimolato discussioni e proposte.
Io comincio con un testo che non parla di un chitarrista e non è stato scritto da un chitarrista, ma che parla della Musica e agli amanti della Musica, musicisti e non, strumentisti di qualsiasi genere, non esclusivamente di jazz.
Un libro in cui Winton si propone per ciò che negli anni è divenuto, oltre ad essere uno dei più preparati e pregevoli trombettisti contemporanei, è un vero e proprio divulgatore sociale della musica popolare americana, e per questa si intende principalmente la musica che nasce negli states e ne diviene il prodotto culturale di maggior pregio.
A mio avviso è un libro utilissimo, chiaro, onesto e aiuta a comprendere molte cose, è perfino divertente!
In poche parole se tutti noi musicisti utilizzassimo le categorie qui espresse il mondo della musica (e non solo sarebbe) un luogo migliore.
Vi lascio solo una citazione, tra le moltissime interessanti che mi porto con me:
"Uomini e donne di blues improvvisano le loro storie. Tristi o buffe, reali o immaginarie, arrapanti, maestose o perfino sdolcinate, il blues ci rassicura con l'imprevedibile inevitabilità della vita stessa. Per quanto le cose vadano male, potranno andare meglio; sarebbero comunque potute andare peggio, e i tempi non sono mai così duri da impedire di spassarcela. [...] Quell'incrollabile ottimismo fa parte di ciò che rende i blues così tipicamente americano. Il trionfo è il nostro forte. L'arte americana non finisce mai con un cataclisma come "La caduta degli dei" di Wagner. Alla fine dei nostri film il ragazzo conquista la ragazza e tutti quelli che pensavamo morti sono invece miracolosamente vivi. Preferiamo l'happy end. Il blues promette che "tutto andrà bene stamattina"; forse questa visione del mondo a qualcuno è parsa ingenua, ma non c'è nulla di ingenuo o superficiale nel blues. Nossignore. Il blues, in tutte le sue incarnazioni, nasce dal dolore" (p.59)
Buona lettura!
p.s. per chi non lo conoscesse già consiglio vivamente questo ascolto:
(https://forum.jamble.it/proxy.php?request=http%3A%2F%2Fi65.tinypic.com%2F9legwp.jpg&hash=2499b17ebaf2f730fb0926da62d6d915956ba429)
Caspita... non sapevo ci fosse una biografia italiana di Marsalis.
Questa mi incuriosisce. Musicalmente ho conosciuto Wynton tramite il live con Clapton. Sarei curioso di approfondire anche il suo dualismo con Miles Davis...
Grazie per la dritta !
Citazione di: thebluesman il 30 Novembre, 2015, 03:00 PM
Caspita... non sapevo ci fosse una biografia italiana di Marsalis.
Questa mi incuriosisce. Musicalmente ho conosciuto Wynton tramite il live con Clapton. Sarei curioso di approfondire anche il suo dualismo con Miles Davis...
Grazie per la dritta !
Caro Bluesman,
in realtà non si tratta di una biografia, è un piccolo saggio sociologico/musicale con inevitabili accenni autobiografici.
:hi:
Citazione di: robemazzoli il 30 Novembre, 2015, 03:02 PM
Citazione di: thebluesman il 30 Novembre, 2015, 03:00 PM
Caspita... non sapevo ci fosse una biografia italiana di Marsalis.
Questa mi incuriosisce. Musicalmente ho conosciuto Wynton tramite il live con Clapton. Sarei curioso di approfondire anche il suo dualismo con Miles Davis...
Grazie per la dritta !
Caro Bluesman,
in realtà non si tratta di una biografia, è un piccolo saggio sociologico/musicale con inevitabili accenni autobiografici.
:hi:
Meglio ancora ! :occhiolino:
:reallygood:
Quante meraviglie da leggere. :yeepy:
La mia Autumn Leaves preferita:
Wynton Marsalis - Autumn Leaves - YouTube (http://www.youtube.com/watch?v=4Xi-emWNePw)
Ho sentito Wynton tanti anni fa, impegnato a riproporre lo splendido repertorio ellingtoniano con l'orchestra del Lincoln Center. Gran concerto.
Mi hai incuriosito molto Rob, ancora di più per il fatto che la descrivi come un "saggio sociologico/musicale".
Citazione di: thebluesman il 30 Novembre, 2015, 03:00 PM
Sarei curioso di approfondire anche il suo dualismo con Miles Davis...
Infatti, ricordo che rimasi un po' perplesso riguardo alla sua visione un po' troppo "archivista" della musica e del Jazz in particolare contrapposta alla visione più aperta di Miles Davis, trovandola anche poco coerente con il fatto che poi abbia suonato con Sting, ma mi fermo qui perchè rischio di giungere a conclusioni affrettate su un argomento del quale non so quasi nulla.
Citazione di: Moreno Viola il 01 Dicembre, 2015, 12:59 AM
Mi hai incuriosito molto Rob, ancora di più per il fatto che la descrivi come un "saggio sociologico/musicale".
Citazione di: thebluesman il 30 Novembre, 2015, 03:00 PM
Sarei curioso di approfondire anche il suo dualismo con Miles Davis...
Infatti, ricordo che rimasi un po' perplesso riguardo alla sua visione un po' troppo "archivista" della musica e del Jazz in particolare contrapposta alla visione più aperta di Miles Davis, trovandola anche poco coerente con il fatto che poi abbia suonato con Sting, ma mi fermo qui perchè rischio di giungere a conclusioni affrettate su un argomento del quale non so quasi nulla.
Sì, se non ricordo male dovrebbe aver criticato il "Miles Davis elettrico". Non ne sono certo...
Citazione di: Moreno Viola il 01 Dicembre, 2015, 12:59 AM
Infatti, ricordo che rimasi un po' perplesso riguardo alla sua visione un po' troppo "archivista" della musica e del Jazz in particolare contrapposta alla visione più aperta di Miles Davis, trovandola anche poco coerente con il fatto che poi abbia suonato con Sting, ma mi fermo qui perchè rischio di giungere a conclusioni affrettate su un argomento del quale non so quasi nulla.
Meglio così, Morè ;D, che questa critica che gli viene rivolta in America secondo me è una boiata pazzesca, basta ascoltare la varia discografia di Marsalis per rendersene conto...
Se si divertisse anche a suonare la "Mazurca della nonna" chi potrebbe permettersi di criticare ?
Mondo di invidiosi. :occhiolino:
Citazione di: Max Maz il 01 Dicembre, 2015, 09:11 AM
Se si divertisse anche a suonare la "Mazurca della nonna" chi potrebbe permettersi di criticare ?
Mondo di invidiosi. :occhiolino:
Non è questione di invidia: Marsalis ha una visione "classicistica" del jazz, diciamo, e certi suoi critici (americani) sembrano non aver proprio alcuna nozione di cos'è un "classico". Chi lo critica (prevalentemente in quanto storico e teorico del jazz, penso) probabilmente criticherebbe anche Moreno perché dedica troppe righe a musicisti rock del passato (intesi meramente come "vecchi") a scapito dei contemporanei.
Avete ragione su molti punti, ma, da una parte, Winton e' stato un enfant prodige ed ha avuto visibilita' e e fama sin da molto giovane ed ha commesso molti errori legati alla sua esuberanza giovanile, e nel libro fa anche una severa autocritica per certe cose.
Dall'altra e' stato da sempre impegnato nella lotta per l'affermazione della minoranza afroanericana, anche in maniera radicale. Ora, con la maturita', si e' dato un ruolo di difensore della tradizione in un modo che a me non pare conservatore in senso nostalgico, bensi' la sua battaglia e' ora in nome del valore storico e culturale che la musica afroamericana, a partire dal blues, ha e ha avuto nella definizione di tutta la cultura statunitense.
Poi rispetto a Miles non so dire, ma che possano scattare scintille tra due personaggi come questi non mi sorprende affatto.
Abbracci ro
Francamente le critiche nel mondo dell'arte le ritengo spesso fine a se stesse e mi lasciano sempre infastidito sia perchè sono quasi sempre frutto di frustrazione ed ignoranza sia , soprattutto, perchè non sono costruttive.
Poi ogni caso ha la sua specifica peculiarità ma alla fine la sensazione non cambia.
Io credo vada sempre preso quanto c'è di buono e stimolato e quanto c'è di "non buono" vada prima capito e poi discusso.
:etvoila:
Citazione di: Moreno Viola il 01 Dicembre, 2015, 12:59 AM
Mi hai incuriosito molto Rob, ancora di più per il fatto che la descrivi come un "saggio sociologico/musicale".
Caro Moreno, io credo che sia la definizione più appropriata poiché, seppur scritto senza eccessive pretese didattiche, si pone come la testimonianza di uno dei protagonisti principali della scena della seconda metà del 900 e tutt'ora in forma smagliante. Figlio d'arte, ha conosciuto bene la discriminazione razziale, ha frequentato i Maestri ed ora, come diceva di se il giovane e già grande Pino Daniele, sente il dovere di essere un "operatore sociale", intendendo l'arte come una forma di costruzione dell'identità e di apprendimento delle regole sociali. Io apprezzo enormemente questo intento, poiché esce dal tipico individualismo del musicista di successo, del maestro che regale perle di saggezza e di sapienza musicale standosene sempre, però, lontano e quasi intoccabile, come ad esempio si poneva Miles.
Dalla quarta di copertina:
"IL JAZZ TI RICORDA CHE DEVI FAR FUNZIONARE LE COSE INSIEME AD ALTRI. E' DIFFICILE, MA SI PUO' FARE"
A presto, ro
Citazione di: Fidelcaster il 30 Novembre, 2015, 08:51 PM
La mia Autumn Leaves preferita:
Wynton Marsalis - Autumn Leaves - YouTube (http://www.youtube.com/watch?v=4Xi-emWNePw)
Ho sentito Wynton tanti anni fa, impegnato a riproporre lo splendido repertorio ellingtoniano con l'orchestra del Kennedy Center. Gran concerto.
Bellissima versione Fidel, super fast nei soli e con il tema tirato ad elastico!! :thanks:
Citazione di: robemazzoli il 01 Dicembre, 2015, 09:55 AM
Bellissima versione Fidel, super fast nei soli e con il tema tirato ad elastico!! :thanks:
Penso che Jonathan Kreisberg appia tratto ispirazione da questa versione di Marsalis per la sua (contenuta nel cd di chitarra sola
One) che ha un trattamento similmente elastico :eheheh: del tema.
Citazione di: Fidelcaster il 01 Dicembre, 2015, 10:04 AM
Citazione di: robemazzoli il 01 Dicembre, 2015, 09:55 AM
Bellissima versione Fidel, super fast nei soli e con il tema tirato ad elastico!! :thanks:
Penso che Jonathan Kreisberg appia tratto ispirazione da questa versione di Marsalis per la sua (contenuta nel cd di chitarra sola One) che ha un trattamento similmente elastico :eheheh: del tema.
Grande Fidel...ora mi procuro quel disco appena riesco!!
Grazie
Citazione di: robemazzoli il 01 Dicembre, 2015, 10:08 AM
CitazionePenso che Jonathan Kreisberg appia tratto ispirazione da questa versione di Marsalis per la sua (contenuta nel cd di chitarra sola One) che ha un trattamento similmente elastico :eheheh: del tema.
Grande Fidel...ora mi procuro quel disco appena riesco!!
Grazie
Non c'è
Autumn Leaves su
One! :acci: E' la sua versione di
Caravan che mi aveva ricordato la
Autumn Leaves di Marsalis.
Non importa!!
Sto gia' in download e sono ansioso di ascoltare minuziosamente il suo chitarrismo!
Grazie Fidel!
Citazione di: robemazzoli il 01 Dicembre, 2015, 10:32 AM
Non importa!!
Sto gia' in download e sono ansioso di ascoltare minuziosamente il suo chitarrismo!
Grazie Fidel!
Poi devi assolutamente farmi sapere che ne pensi!
Ovviamente!!
:thanks:
Da Fidelcaster:
Poi devi assolutamente farmi sapere che ne pensi!
Son due giorni che ascolto i due album che sono riuscito a scaricare: Solo e South of everywhere.
Jonathan Kreisberg è davvero notevole, incarna la tradizione di Wes e la modernità del fraseggio contemporaneo.
Sarà al centro delle mie ispirazioni di piccolo chitarrista.
Grazie Fidel :-)
Sono contento che ti sia piaciuto! :cheer:
Grazie Roberto Mazzoli per questa segnalazione di libro e a Fidel per Kreisberg che mi andrò a sentire quanto prima
Arrivato per Natale e in lista di attesa lettura .
Guido, abbiamo acquistato gli stessi testi??? :sisi:
Infatti ! Il merito e di tuo fratello per una per l altra avevo quella inglese ma facevo molta fatica a leggerla .
Poi segnalo un po di cose su Coltrane .
Citazione di: Fidelcaster il 01 Dicembre, 2015, 10:04 AM
Citazione di: robemazzoli il 01 Dicembre, 2015, 09:55 AM
Bellissima versione Fidel, super fast nei soli e con il tema tirato ad elastico!! :thanks:
Penso che Jonathan Kreisberg appia tratto ispirazione da questa versione di Marsalis per la sua (contenuta nel cd di chitarra sola One) che ha un trattamento similmente elastico :eheheh: del tema.
Roberto, a proposito di questo genere di cose, forse ti può interessare la masterclass di J. Kreisberg che verrà prossimamente pubblicata su https://www.mymusicmasterclass.com (https://www.mymusicmasterclass.com), e che verterà su "really cool rhythm exercises (displacement, polyrhythms, etc.)".
Citazione di: Fidelcaster il 13 Febbraio, 2016, 12:41 AM
Roberto, a proposito di questo genere di cose, forse ti può interessare la masterclass di J. Kreisberg che verrà prossimamente pubblicata su http://www.mymusicmasterclass.com (http://www.mymusicmasterclass.com), e che verterà su "really cool rhythm exercises (displacement, polyrhythms, etc.)".
Ecco i trailer:
https://www.mymusicmasterclass.com/premiumvideos/jonathan-kreisberg-polyrhythmic-guitar-lesson-1/ (https://www.mymusicmasterclass.com/premiumvideos/jonathan-kreisberg-polyrhythmic-guitar-lesson-1/)
https://www.mymusicmasterclass.com/premiumvideos/jonathan-kreisberg-polyrhythmic-guitar-lesson-2/ (https://www.mymusicmasterclass.com/premiumvideos/jonathan-kreisberg-polyrhythmic-guitar-lesson-2/)
Ho finalmente letto questo bel libro che mi aveva molto incuriosito quando ne parlò Roberto aprendo questo topic e sono contentissimo di averlo fatto.
Per quanto abbia trovato alcuni giudizi di Marsalis un po' troppo radicali, ho apprezzato le sue intenzioni di illustrare un approccio alla vita votato alla socialità, utilizzando il Jazz come argomento ma anche come pretesto per un discorso che in realtà abbraccia qualsiasi genere musicale ma soprattuto l'esistenza stessa degli essere umani che hanno il dovere di ascoltarsi per comprendersi reciprocamente e fare scelte rapide ma efficaci per il bene della collettività.
Ho anche più chiaro (e quasi condivido) il suo punto di vista su Miles Davis, che non avevo mai compreso nei termini in cui sono invece esposti nel capitolo che Wynton gli dedica tributandogli il giusto riconoscimento ma distruggendolo sotto altri aspetti.
Che ne dice?
Marsalis ha anche inciso roba modale chiaramente debitrice di quello che suonava Miles negli anni '60.
Sia chiaro che tutto fa parte di un intero paragrafo dove Wynton Marsalis si inchina letteralmente di fronte alla grandezza di quello che nonostante tutto considera un maestro senza nessun dubbio, ma parlando di alcune scelte di Davis ci va giù in maniera decisa ma a mio parere anche condivisibile.
Qualche estratto:
"Il secondo capitolo, dalla fine degli anni sessanta alla morte è storia di adulazione e mercantilismo"
"...possiamo tranquillamente riconoscere che non uno dei migliori jazzisti dell'era pre-rock riuscì mai a mettere insieme una band pop della bravura di Led Zeppelin, Parliament Funkadelic, Bruce Springsteen con la E Street Band, Commodores, U2 o nomi del genere."
"... la svendita di Miles Davis non avvenne nei confronti della musica funk nera. Non cercò di competere con Stevie Wonder o con Marvin Gaye. Si vendette al rock. Cercava di accaparrarsi i soldi e il grande pubblico del rock"
Che un puro calcolo sia stato una delle, se non la principale ragione delle passaggio alla fusion di Miles e tanti suoi allievi sul finire degli anni '60, secondo me è abbastanza evidente. Chiaramente ci saranno state anche altre motivazioni come il desiderio portare la propria musica in luoghi meno familiari degli standard degli anni '40 (ma questo del resto era già successo nel decennio precedente), ma è difficile non credere che quando Charles Lloyd suonava con i Jefferson Airplane, o Sonny Rollins incideva con i Rolling Stones o appunto Miles compiva la sua svolta elettrica, non fossero spinti dal desiderio di accedere al quel nuovo pubblico che affollava i concerti rock in masse umane mai viste prima (e certo in nessun jazz club).
Certamente, ma credo che quello che Marsalis intende condannare, sia la tendenza di Miles Davis a interpretare il personaggio della rockstar e non sia una critica alle scelte musicali in se.
:thanks:
Mr Moreno. :goodpost:
Citazione di: Moreno Viola il 27 Agosto, 2017, 05:53 PM
Certamente, ma credo che quello che Marsalis intende condannare, sia la tendenza di Miles Davis a interpretare il personaggio della rockstar e non sia una critica alle scelte musicali in se.
Leggendo il libro anche io tendo verso questa tua interpretazione Moreno.
Va detto che i due ( almeno da quello che si legge in giro) hanno caratteri molto differenti infatti Marsalis non e' mai stato uno showman.
Quale che sia stato l'insieme di motivazioni artistiche ed economiche che abbiano spinto Miles verso la commistione tra Jazz e Rock, fatto sta però che ha compiuto una vera e propria svolta stilistica, una rivoluzione che ha fuso linguaggi ritmici e di improvvisazione diversi in un modo nuovo ed ha introdotto un concetto struttura aperta del brano e della gestione delle dinamiche (sia pure di piglio molto... "autoritario") che è poi diventato un suo marchio di fabbrica negli anni a seguire. Per non parlare di quanti grandi talenti ha fatto emergere nella spasmodica ricerca di musicisti che potessero rivelarsi funzionali a tale progetto: Chick Corea, Keith Jarrett, Joe Zawinul, John McLaughlin, Mike Stern, Scott Henderson, Miroslav Vitous, Dave Holland, Marcus Miller, Bill Evans (il saxofonista, naturalmente...) Jack DeJohnette, per citarne soltanto alcuni... :sconvolto:
Alla fine dei conti, questo basta per me per ignorare gran parte delle critiche dei colleghi "puristi" spesso invidiosi dei grandi numeri di pubblico e di vendite di Miles con i quali dovettero confrontarsi.
E' la stessa critica che la stessa "lobby" dei puristi muove da sempre a musicisti come Pat Metheny, del resto... e per gli stessi motivi, in fondo... :etvoila:
:thanks:
Anche Scott Henderson ha suonato con Miles?
Forse la mia interpretazione è influenzata dalla simpatia che provo nei confronti di Marsalis (dopo la lettura di un libro che mi ha sorpreso parecchio), ma non ho percepito dell'invidia nella sua critica.
Citazione di: Fidelcaster il 03 Settembre, 2017, 01:15 PM
:thanks:
Anche Scott Henderson ha suonato con Miles?
Urca, hai ragione... svarione mio!!!
Mi è venuto in mente Henderson solo perché ascoltai proprio da lui stesso, durante un corso, la storia del suo scontro con Davis, quando Miles gli propose un ingaggio negli anni '90... doveva sostituire Robben Ford in uscita dalla band, ma preferì unirsi al gruppo di Joe Zawinul (che proponeva musica abbastanza simile, tra l'altro...) perché non poteva soffrire Davis e non ci voleva lavorare : in effetti, a detta di chiunque l'abbia conosciuto, Miles non era decisamente una persona "amabile" caratterialmente parlando...
Il suo rifiuto ebbe anche delle motivazioni artistiche che successivamente egli scrisse di suo pugno su un noto forum americano e che riporto qui virgolettate...
"
I was offered the Miles gig in the 90's after Robben Ford quit, but I turned it down because I wanted to play with Zawinul. At that time, Miles was performing Cyndi Lauper tunes, playing all night with his back to the audience, and pouring beer on his musicians on stage. He also had a front man who was running around like David Lee Roth - no thanks. At least I got to talk with Miles on the phone, but he told me he wanted to play some of my music from the Spears album - I guess that's where he heard me play. I thought if he wants to play my music, he must be really desperate for tunes.... Zawinul hadn't entered his one chord vamp period yet and was writing some brilliant compositions, so my decision was a no-brainer."
:thanks:
Il paradosso del jazzista che vuole suonare rock e del rockettaro che vuole suonare jazz! :laughing:
Forse i maggiori problemi di natura personale furono quelli che ebbe con Chick Corea, che lo portarono ad abbandonare la neonata Elektric Band. Al di là delle scelte artistiche e dell'atteggiamento verso il pubblico di Miles, che evidentemente a Henderson non andavano giù, ho letto che Miles era anche molto generoso con i suoi musicisti.
CREDO che più che altro, Davis avesse dei problemi di atteggiamento. Ho visto interviste in cui dimostrava molta umiltà, ma non con le espressioni facciali. Non so se fosse finta umiltà o se avesse ( da sempre, anche da giovane ) problemi con il linguaggio del corpo, che risultava sempre arrogante ed altezzoso.
Però a me la persona non sembrava così...
Chissà... forse qualcuno può illuminarmi.
Siamo sulla via dell'off topic...
Considerando l'ideale che Wynton Marsalis ha del Jazz, credo che per lui l'egocentrismo di Davis fosse inaccettabile.
E, sempre a proposito di jazzisti col dente avvelenato, Keith Jarrett su Marsalis: JazzOasis.com - Keith Jarrett on Wynton Marsalis (http://www.jazzoasis.com/jarrettonmarsalis.htm)