Sto leggendo Ritchie Blackmore - La biografia non autorizzata di Jerry Bloom.
È un lavoro più approfondito di quanto mi sarei aspettato. Bloom si è preso la briga, non avendo la comoda collaborazione del protagonista del suo lavoro (strano :laughing:), di intervistare una quantità incredibile di personaggi con cui Blackmore è entrato in contatto. Oltre a servirsi delle tante interviste rilasciate, ma con una spinosa accortezza: quella di una selezione drastica delle interviste poiché è nota la passione di Blackmore di prendere in giro gli interlocutori raccontando solo sciocchezze e falsità fuorvianti.
Finora ho letto circa 150 pagine e sinteticamente ne emerge:
- la lunga gavetta che ha portato Blackmore a imparare ben prima dei Purple come interpretare il ruolo del guitar hero sul palco.
- l'ammirazione generale dei musicisti, in patria e negli Stati Uniti, per il suo talento.
- il ruolo chiave dello show e dei trucchi scenici appresi, quando era poco più di un adolescente, da un cantante showman col quale suonava, che Blackmore esibirà per gran parte degli anni Settanta.
- la sua fissazione per le sedute spiritiche.
- assoluto disinteresse per le droghe, sostituite con le donne, che un roadie ai tempi di Machine Head gli selezionata tra il pubblico.
- un carattere assai difficile e più egocentrico della norma delle rockstar.
Sto avviandomi a finirlo.
Altri elementi sparsi su Ritchie:
- ha sfasciato una quantità incredibile di strumenti, spesso per dramma scenico costruito, spesso per rabbia spontanea.
- molto attaccato ad alcune sue chitarre. Una persa ed una rubata, ma entrambe ritrovate subito.
- è un grande fan degli Abba! La sua band preferita però sono i Jethro Tull.
- ha ascoltato e studiato tantissima musica classica, in particolare è patito di Bach. Ma soprattutto emerge un'ottima preparazione teorica.
- ha una grande passione per fare scherzi forti, spesso assai pesanti, ma non gli piace subirli.
- ha licenziato una quantità abnorme di musicisti.
- stimatissimo da tutti i musicisti e chitarristi. Considerato quasi all'unanimità un genio, anche da chi non lo sopporta umanamente.
Ma la parte più importante del libro è il processo di composizione di ogni album. Sempre interessantissimo leggere come nasce un album e tutti i molteplici e sempre diversi fattori interni ed esterni che vi influiscono.
P.s. non avevo mai realizzato quanto Glover fosse importante per i Purple. Autore di tantissimi testi, altre volte di musiche, altre volte di entrambi, ma anche "consulente" sulla selezione dei migliori assoli di chitarra, sugli arrangiamenti, sulle registrazioni, e prezioso elemento per l'equilibrio interno ad una band (tanto nei Purple quanto nei Rainbow). Detto ciò, per ammissione di tutti, l'autore più prolifico e più importante nella storia dei DP è Blackmore.
- pare proprio assodato - per stessa ammissione di B. - che la reunion dei Purple MKII (Gillan, Glover, Blackmore ecc.) Negli anni ottanta sia stata determinata dalla necessità di rimpinguare le casse di Blackmore dopo un costoso divorzio (mi pare il terzo, se ho ben tenuto il conto).