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Musica leggera e cantautorale italiana

Aperto da Vu-meter, 03 Agosto, 2017, 07:21 PM

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Elliott

Citazione di: Max Maz il 04 Agosto, 2017, 09:56 AM
A me allontana il genere non la limgua che, al contrario, mi interessa moltissimo perché credo che,  per una parte importante della produzione musicale,  il testo conti più della musica.

Un esempio lampante?
Il primo Guccini che sul panorama internazionale posso avvicinare a Dylan.
Brani sovente, per me,  noiosi pur con le dovute eccezioni.
Voce fastidiosa.
Testi molto interessanti.
Alla fine lo ascolto per i testi.  :-[

Io concordo per la parte cantautorale.

LA mia è stata una divagazione...rock  ;D

PaoloF

Un mondo che è stato, ed è tuttora distante dai miei ascolti abituali. Chissà un domani...


AlbertoDP

Come in diversi qui, ho ascoltato anch'io molta musica di cantautori. L'ho anche suonata: De André, Paolo Conte, Tenco, Dalla, Battisti, De Gregori, Ivan Graziani, Bennato, Branduardi, Cocciante, Battiato, e altri che ora non ricordo, li ho fatti dal vivo tante volte. Di questi, De André, Battisti, Paolo Conte e Battiato li ritengo una spanna sopra tutti (mia opinione personale, ovviamente  ::)), all'altezza dei più grandi artisti internazionali.
Certo, è difficile dare un'opinione "generale", considerato che il termine "cantautore" mette insieme un po' di tutto, segno di quanto fosse arretrata l'Italia in questo campo, quando i "cantautori" si sono affacciati nel mercato musicale.

Concordo con quello che dice Max su Guccini ma, per le stesse ragioni, non sono mai riuscito ad acoltarlo. La musica senza musica per me è... quasi nulla  ::) Anzi, scendendo sul tecnico, trovo che scrivere un testo in italiano "rispettando" la musica sia la cosa più difficile, molto più che farlo in inglese. De André, che in quanto a testi non è pinco pallo, diceva che spesso ha dovuto cambiare il senso di una canzone, perché le parole non suonavano bene ed era impossibile rendere quello che aveva in testa.

Sulla parte di Elliott dei gruppi...  :-\ Stavolta mi trovo meno d'accordo. Trovo i gruppi italiani molti più indietro dei cantautori. Principalmente, attribuisco questo fatto al tentativo di fare musica rock, senza averne la "sostanza" (come direbbe Keith Richards, c'è il rock, ma non c'è il roll  :laughing:) Ci sono le chitarre, la struttura del gruppo rock, testi non banali, ma tutto mi suona irrimediabilmente "provinciale". Ci sono eccezioni ovviamente  ::) (opinioni personalissime eh  ::))

Moreno Viola

Anche io appartengo alla categoria di quelli che vengono attratti principalmente dalla musica e solo in un secondo momento dalle parole, ma guardando alle discografie dei cantautori italiani, spesso è un'esigenza stessa dell'artista quella di equilibrare l'importanza di musica e parole.
Rispetto al periodo d'oro del cantautorato, gli arrangiamenti degli album di Guccini negli anni novanta erano certamente più curati e dal vivo Bandini/Tavolazzi/Tempera facevano faville per non parlare di De André o Fossati.
A mio parere la figura del cantautore di oggi però è molto più maturo in questo senso e ha orecchie molto più tese verso la musica in genere rispetto ai padri putativi, anche perché spesso viene da esperienze diverse.

Riguardo ai gruppi, io credo invece che esista una tradizione di tutto rispetto, ma paradossalmente le band nostrane iniziano con proposte che destano interesse per poi appiattirsi nella banalità quando tentano di sfondare ad un livello superiore.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


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