Welcome to Jamble Forum. Please login or sign up.

23 Novembre, 2024, 01:18 AM

Login with username, password and session length

SUPPORTA JAMBLE

Attraverso il nostro store puoi supportare il forum e nel contempo, ottieni un simpatico gadget da poter utilizzare!




CLICCA QUI

utilizza il codice jb20
e ottieni subito uno
sconto del 20%
su tutti gli articoli!

Donazioni

Supporta Jamble!

Ti piace Jamble? Potresti aiutarci a rimanere online?

Donate with PayPal!
Obiettivo Anno 2024: €300.00
Data di scadenza: dic 31
Totale ricevute: €105.00
Tasse PayPal: €6.02
Saldo netto: €98.98
Manca all'obiettivo: €201.02
Valuta del sito: EUR
33% 

Un grandissimo grazie a chi ha donato in questo periodo.
ago-23 Anonimo EUR10.00
ago-22 LawHunter EUR30.00
giu-13 shezlacroi... EUR10.00
mag-22 marko61 EUR30.00
mar-20 Anonimo EUR10.00
mar-8 Anonimo EUR5.00
mar-2 Anonimo EUR10.00

PROMO

Topic Recenti

Come fanno a non piacerti?

Aperto da Elliott, 07 Aprile, 2016, 11:00 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

robland

Citazione di: robemazzoli il 15 Ottobre, 2020, 10:59 AM
Mi sono incuriosito a questo topic poiché, non so se intenzionalmente o meno, va a cogliere una delle questioni più dibattute fra gli amanti della musica, musicisti e non, professionisti e amatori: qual'è la differenza tra musica bella e musica brutta? (domanda assolutamente scivolosa... :-\)

Mi son letto più o meno tutti gli interventi sopra scritti ed ho avuto sensazioni ed emozioni molteplici, legate al mio personale coinvolgimento nei nomi e nei generi citati, che mica sono diverso dagli altri! ::)

Ma non voglio scrivere di questo, alcune prese di posizione sono un tantino pregiudiziali secondo me, quando investono un intero linguaggio musicale ma, per il resto, band o artisti, son gusti personali e quindi sono insindacabili...

Si potrebbero affrontare vari punti di vista, tipo: che cosa definisce un artista un "mostro sacro" o un "imprescindibile"?
Difficile rispondere: la quantità di dischi venduti? il numero dei suoi fans? la costruzione mediatica che lo ha celebrato? la lunghezza della sua carriera? o il suo contrario, la morte prematura?

Io credo che un artista vada "misurato" con il grado di influenzamento che ha nel suo pubblico (ascoltatori e appassionati) che si immedesima in quell'immaginario, che vibra forte nelle sue emozioni estetiche (il ritmo, le melodie etc..), che considera giuste le parole che canta (se queste ci sono). Per gli strumentisti va aggiunto il numero dei suoi imitatori o, meglio, di coloro che a lui/lei si ispirano per produrre musica.

Inoltre va letto il periodo storico: è certo che dai 60 ai 90 il mercato musicale era molto più diffusamente fervido che successivamente, c'erano molte più possibilità di essere visibili e di ottenere riconoscimento se si era validi: da un punto di vista capitalistico, girava molto più denaro e, di conseguenza, più ampio era il numero delle imprese e degli impresari interessati ad investire nella musica. Da 20 anni a questa parte la crisi economica è progressivamente peggiorata globalmente e questo ha una incidenza non da poco.

Poi ricordiamoci che questa è una epoca post.-ideologica, per cui non ci sono battaglie culturali/estetiche/etiche/politiche in atto particolarmente frizzanti, come invece accadeva nel dopoguerra novecentesco. C'era fermento, magari anche un sacco di balle, ma la musica era portatrice di idee e questo la rafforzava.

Infine, senza pretendere di essere esaustivo, cosa impossibile, direi che un grande artista che rimane, che lascia il segno (pensiamo a Bach ad es. non certo un contemporaneo, ma pure più o meno molti degli artisti che avete citato) è colui che riesce a sintetizzare un sentimento collettivo.
Non lo sa consapevolmente ma lo sa su piani più profondi della sua personalità e scrive e canta e suona e inventa qualcosa che prima non c'era e che sarà per sempre importante per il linguaggio culturale di cui fa parte.

Sul piano strumentale è colui o colei che fa suonare lo strumento come mai nessuno prima e apre la strada al futuro.

Scrivo questo per escludere le molteplici opzioni intermedie: i fortunati, i raccomandati, le meteore, i fenomeni esclusivamente commerciali, quelli raccontati bene dal marketing, i morti giovani, i sempreverdi...etc etc...

Grazie e scusatemi se sono il solito un po' pedante.
Abbracci Ro  :thanks:

Ma avresti dei nomi da fare di artisti che pur essendo noti e seguiti (sia dalle folle sia quelli che magari hanno un forte seguito nel loro ambito specifico) a te non piacciono per tuo gusto personale? Nomi per i quali qualcuno potrebbe dirti "come fanno a non piacerti?".
Non per scatenare una polemica, ma per confidare serenamente ciò che in fondo a tutti capita: non ascoltare o non gradire qualche nome, magari chitarristico ma anche no, che solitamente è apprezzato.

robemazzoli

Citazione di: robland il 15 Ottobre, 2020, 11:40 AM
Citazione di: robemazzoli il 15 Ottobre, 2020, 10:59 AM
Mi sono incuriosito a questo topic poiché, non so se intenzionalmente o meno, va a cogliere una delle questioni più dibattute fra gli amanti della musica, musicisti e non, professionisti e amatori: qual'è la differenza tra musica bella e musica brutta? (domanda assolutamente scivolosa... :-\)

Mi son letto più o meno tutti gli interventi sopra scritti ed ho avuto sensazioni ed emozioni molteplici, legate al mio personale coinvolgimento nei nomi e nei generi citati, che mica sono diverso dagli altri! ::)

Ma non voglio scrivere di questo, alcune prese di posizione sono un tantino pregiudiziali secondo me, quando investono un intero linguaggio musicale ma, per il resto, band o artisti, son gusti personali e quindi sono insindacabili...

Si potrebbero affrontare vari punti di vista, tipo: che cosa definisce un artista un "mostro sacro" o un "imprescindibile"?
Difficile rispondere: la quantità di dischi venduti? il numero dei suoi fans? la costruzione mediatica che lo ha celebrato? la lunghezza della sua carriera? o il suo contrario, la morte prematura?

Io credo che un artista vada "misurato" con il grado di influenzamento che ha nel suo pubblico (ascoltatori e appassionati) che si immedesima in quell'immaginario, che vibra forte nelle sue emozioni estetiche (il ritmo, le melodie etc..), che considera giuste le parole che canta (se queste ci sono). Per gli strumentisti va aggiunto il numero dei suoi imitatori o, meglio, di coloro che a lui/lei si ispirano per produrre musica.

Inoltre va letto il periodo storico: è certo che dai 60 ai 90 il mercato musicale era molto più diffusamente fervido che successivamente, c'erano molte più possibilità di essere visibili e di ottenere riconoscimento se si era validi: da un punto di vista capitalistico, girava molto più denaro e, di conseguenza, più ampio era il numero delle imprese e degli impresari interessati ad investire nella musica. Da 20 anni a questa parte la crisi economica è progressivamente peggiorata globalmente e questo ha una incidenza non da poco.

Poi ricordiamoci che questa è una epoca post.-ideologica, per cui non ci sono battaglie culturali/estetiche/etiche/politiche in atto particolarmente frizzanti, come invece accadeva nel dopoguerra novecentesco. C'era fermento, magari anche un sacco di balle, ma la musica era portatrice di idee e questo la rafforzava.

Infine, senza pretendere di essere esaustivo, cosa impossibile, direi che un grande artista che rimane, che lascia il segno (pensiamo a Bach ad es. non certo un contemporaneo, ma pure più o meno molti degli artisti che avete citato) è colui che riesce a sintetizzare un sentimento collettivo.
Non lo sa consapevolmente ma lo sa su piani più profondi della sua personalità e scrive e canta e suona e inventa qualcosa che prima non c'era e che sarà per sempre importante per il linguaggio culturale di cui fa parte.

Sul piano strumentale è colui o colei che fa suonare lo strumento come mai nessuno prima e apre la strada al futuro.

Scrivo questo per escludere le molteplici opzioni intermedie: i fortunati, i raccomandati, le meteore, i fenomeni esclusivamente commerciali, quelli raccontati bene dal marketing, i morti giovani, i sempreverdi...etc etc...

Grazie e scusatemi se sono il solito un po' pedante.
Abbracci Ro  :thanks:

Ma avresti dei nomi da fare di artisti che pur essendo noti e seguiti (sia dalle folle sia quelli che magari hanno un forte seguito nel loro ambito specifico) a te non piacciono per tuo gusto personale? Nomi per i quali qualcuno potrebbe dirti "come fanno a non piacerti?".
Non per scatenare una polemica, ma per confidare serenamente ciò che in fondo a tutti capita: non ascoltare o non gradire qualche nome, magari chitarristico ma anche no, che solitamente è apprezzato.

Certo che ci sono artisti che non ascolto o che, rapidamente, non catturano la mia curiosità ma, mio avviso, è la domanda che è mal posta: "Come fa a non piacerti?".
Poiché va a contestare le opinioni personali. Più corretta sarebbe "Perché non ti piace?, e allora la discussione avrebbe un senso di scambio.
Sarebbe come chiedere perché a qualcuno non piace il cioccolato...ma piace a tutti!!!
Sono già diventato pedante e un po' antipatico (e mi scuso x la seconda volta ;D) ma se vuoi dei nomi posso farne decine, ma questo non scalfisce di una virgola il valore artistico in questione, se io lo percepisco come significativo.

Che so, Steve Vai mi annoia dopo pochissimo ma come chitarrista lo trovo straordinario..
Spero di essermi fatto capire  :cry2: :D :abbraccio:
roberto

"Libertà l'ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato"


AlbertoDP

Citazione di: Moreno Viola il 14 Ottobre, 2020, 10:32 PM
Quando ero un ragazzino, diciamo ai tempi delle medie e dei primi anni di superiori, i Duran Duran per me erano il male incarnato (  :laughing: ), ma la loro "Ordinary World" entrerebbe certamente nella mia raccolta di brani pop preferiti.

Per me non erano il male, ma quasi  :laughing: Poco tempo fa mi sono riascoltato l'album Rio, ed ha dei gran bei pezzi (la linea di basso del pezzo omonimo è fantastica)  ::)

Invece, a furia di leggere dei Toto, ieri me li sono andati a riascoltare (i primi quattro album), per vedere se la mia avversione per loro si fosse affievolita nel tempo, ma nulla da fare  :etvoila: E' stata una violenza uditiva inutile  :cry2: Proprio non riesco ad apprezzarli, rappresentano il suono, il tipo di composizione, e il tipo di cantato all'opposto di ogni mio gusto musicale. Quando poi sono arrivato a "Turn back", con quei medi scavati e praticamente assenti, le mie orecchie mi hanno comunicato di aver raggiunto il punto più basso (e lo era, Toto IV, per quanto non sia di mio gusto, ha dei momenti ascoltabili). Alla fine mi son detto "sembrano gli ABBA senza il divertimento e il talento pop". Infatti, ho messo questa e, cavolo, questo si che è uno shuffle  :yeepy:


robland

Citazione di: robemazzoli il 15 Ottobre, 2020, 01:14 PM
Citazione di: robland il 15 Ottobre, 2020, 11:40 AM
Citazione di: robemazzoli il 15 Ottobre, 2020, 10:59 AM
Mi sono incuriosito a questo topic poiché, non so se intenzionalmente o meno, va a cogliere una delle questioni più dibattute fra gli amanti della musica, musicisti e non, professionisti e amatori: qual'è la differenza tra musica bella e musica brutta? (domanda assolutamente scivolosa... :-\)

Mi son letto più o meno tutti gli interventi sopra scritti ed ho avuto sensazioni ed emozioni molteplici, legate al mio personale coinvolgimento nei nomi e nei generi citati, che mica sono diverso dagli altri! ::)

Ma non voglio scrivere di questo, alcune prese di posizione sono un tantino pregiudiziali secondo me, quando investono un intero linguaggio musicale ma, per il resto, band o artisti, son gusti personali e quindi sono insindacabili...

Si potrebbero affrontare vari punti di vista, tipo: che cosa definisce un artista un "mostro sacro" o un "imprescindibile"?
Difficile rispondere: la quantità di dischi venduti? il numero dei suoi fans? la costruzione mediatica che lo ha celebrato? la lunghezza della sua carriera? o il suo contrario, la morte prematura?

Io credo che un artista vada "misurato" con il grado di influenzamento che ha nel suo pubblico (ascoltatori e appassionati) che si immedesima in quell'immaginario, che vibra forte nelle sue emozioni estetiche (il ritmo, le melodie etc..), che considera giuste le parole che canta (se queste ci sono). Per gli strumentisti va aggiunto il numero dei suoi imitatori o, meglio, di coloro che a lui/lei si ispirano per produrre musica.

Inoltre va letto il periodo storico: è certo che dai 60 ai 90 il mercato musicale era molto più diffusamente fervido che successivamente, c'erano molte più possibilità di essere visibili e di ottenere riconoscimento se si era validi: da un punto di vista capitalistico, girava molto più denaro e, di conseguenza, più ampio era il numero delle imprese e degli impresari interessati ad investire nella musica. Da 20 anni a questa parte la crisi economica è progressivamente peggiorata globalmente e questo ha una incidenza non da poco.

Poi ricordiamoci che questa è una epoca post.-ideologica, per cui non ci sono battaglie culturali/estetiche/etiche/politiche in atto particolarmente frizzanti, come invece accadeva nel dopoguerra novecentesco. C'era fermento, magari anche un sacco di balle, ma la musica era portatrice di idee e questo la rafforzava.

Infine, senza pretendere di essere esaustivo, cosa impossibile, direi che un grande artista che rimane, che lascia il segno (pensiamo a Bach ad es. non certo un contemporaneo, ma pure più o meno molti degli artisti che avete citato) è colui che riesce a sintetizzare un sentimento collettivo.
Non lo sa consapevolmente ma lo sa su piani più profondi della sua personalità e scrive e canta e suona e inventa qualcosa che prima non c'era e che sarà per sempre importante per il linguaggio culturale di cui fa parte.

Sul piano strumentale è colui o colei che fa suonare lo strumento come mai nessuno prima e apre la strada al futuro.

Scrivo questo per escludere le molteplici opzioni intermedie: i fortunati, i raccomandati, le meteore, i fenomeni esclusivamente commerciali, quelli raccontati bene dal marketing, i morti giovani, i sempreverdi...etc etc...

Grazie e scusatemi se sono il solito un po' pedante.
Abbracci Ro  :thanks:

Ma avresti dei nomi da fare di artisti che pur essendo noti e seguiti (sia dalle folle sia quelli che magari hanno un forte seguito nel loro ambito specifico) a te non piacciono per tuo gusto personale? Nomi per i quali qualcuno potrebbe dirti "come fanno a non piacerti?".
Non per scatenare una polemica, ma per confidare serenamente ciò che in fondo a tutti capita: non ascoltare o non gradire qualche nome, magari chitarristico ma anche no, che solitamente è apprezzato.

Certo che ci sono artisti che non ascolto o che, rapidamente, non catturano la mia curiosità ma, mio avviso, è la domanda che è mal posta: "Come fa a non piacerti?".
Poiché va a contestare le opinioni personali. Più corretta sarebbe "Perché non ti piace?, e allora la discussione avrebbe un senso di scambio.
Sarebbe come chiedere perché a qualcuno non piace il cioccolato...ma piace a tutti!!!
Sono già diventato pedante e un po' antipatico (e mi scuso x la seconda volta ;D) ma se vuoi dei nomi posso farne decine, ma questo non scalfisce di una virgola il valore artistico in questione, se io lo percepisco come significativo.

Che so, Steve Vai mi annoia dopo pochissimo ma come chitarrista lo trovo straordinario..
Spero di essermi fatto capire  :cry2: :D :abbraccio:

Sei stato chiarissimo. Però hai fatto solo il nome di Vai.  :D

Ci sono alcuni musicisti che dal vivo danno impressioni diverse che su album. Vai per me è stato uno di questi: mi piace anche su disco, ma dal vivo mi ha divertito di più.
Metheny! Lo trovavo noiosissimo. Quando l'ho sentito dal vivo mi è piaciuto talmente tanto che mi sarebbe piaciuto che quella serata non finisse più. Andai tra le prime file a chiedere bis su bis insieme a tantissimi altri, e li fece. Era insieme a Mehldau. Alla fine durò più di tre ore ma nessuno del pubblico era ancora andato via. Tutti incantati.
Ma rispetto ad allora sono anche evoluto (o involuto  :D) tanto: ho iniziato ad essere più attento nell'ascolto, ho espanso tantissimo l'ascolto di musica strumentale, ho iniziato a interessarmi a band e artisti che avevo snobbato. E soprattutto, questa cosa si è autoalimentata.

robemazzoli

Citazione di: robland il 15 Ottobre, 2020, 03:04 PM

Sei stato chiarissimo. Però hai fatto solo il nome di Vai.  :D

Ci sono alcuni musicisti che dal vivo danno impressioni diverse che su album. Vai per me è stato uno di questi: mi piace anche su disco, ma dal vivo mi ha divertito di più.
Metheny! Lo trovavo noiosissimo. Quando l'ho sentito dal vivo mi è piaciuto talmente tanto che mi sarebbe piaciuto che quella serata non finisse più. Andai tra le prime file a chiedere bis su bis insieme a tantissimi altri, e li fece. Era insieme a Mehldau. Alla fine durò più di tre ore ma nessuno del pubblico era ancora andato via. Tutti incantati.
Ma rispetto ad allora sono anche evoluto (o involuto  :D) tanto: ho iniziato ad essere più attento nell'ascolto, ho espanso tantissimo l'ascolto di musica strumentale, ho iniziato a interessarmi a band e artisti che avevo snobbato. E soprattutto, questa cosa si è autoalimentata.

Guarda, l'esempio che hai fatto sul rapporto col live è perfetto... se un musicista è bravo e preparato, o è straordinariamente espressivo (tipo Iggy Pop che vidi mille anni fa), io riesco ad apprezzarlo sempre.
Se è una farsa, tipo Fiorella Mannoia o Ligabue o il cosiddetto Indie nostrano, allora la noia e il fastidio sono immediati. 
Avete citato Steely Dan, Fletwood Mac, Stones, Hendrix, Duran Duran, Clapton, Dire Straits, Radiohead... di tutto e di più...la storia del rock e del pop, poi pure De Adrè e Guccini e gli Intillimani...non vi sto dietro!! ;D :lol:

Non ci riesco, perchè magari faccio un nome di quelli grossi che non mi ha mai coinvinto ma poi lo vado ad ascoltare e cambio idea!
Perdonami son fatto così. Instabile :sorry:

roberto

"Libertà l'ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato"

robland

"Non ci riesco, perchè magari faccio un nome di quelli grossi che non mi ha mai coinvinto ma poi lo vado ad ascoltare e cambio idea! Perdonami son fatto così. Instabile"

Ma infatti il forum va preso alla leggera e con spontaneità. Non è un seminario dove l'oratore viene rigorosamente seguito prendendo appunti e quindi l'opinione deve essere rigorosa. No, c'è tutta la libertà di dire una cosa per poi cambiare opinioni tornandoci anche il giorno dopo.

attca

Citazione di: robemazzoli il 15 Ottobre, 2020, 04:33 PM

Se è una farsa, tipo Fiorella Mannoia o Ligabue o il cosiddetto Indie nostrano, allora la noia e il fastidio sono immediati...


Un aneddoto su Ligabue. Ho lavorato al documentario per l'uscita del disco Made in Italy.
Non ho mai acquistato i sui dischi, non è un artista che seguo, ma ho rispetto per chiunque riesca a farlo per professione.
Montando il girato del regista mi arrivano le riprese fatte in sala prove di un paio di pezzi nuovi: rimango sorpreso, bei suoni rock accompagnati da un fender Rhodes, tutto scarno, diretto, un motivo stile funk-rock alla Donavon Frankereiter. Penso " accipicchia che svolta, se tutto il disco è così lo compro al volo!".
Dopo un mese arrivano le tracce mixate del disco... Il pezzo che avevo sentito registrato in diretta era sparito: era diventato pallido, le chitarre sottotono, tutto super prodotto e appiattito.
A volte ho l'impressioni che big nostrani si rifugino sempre nello stesso mondo musicale, paura che provare qualcosa di diverso gli faccia perdere fette di pubblico.


AlbertoDP

Citazione di: attca il 15 Ottobre, 2020, 06:06 PM
Citazione di: robemazzoli il 15 Ottobre, 2020, 04:33 PM

Se è una farsa, tipo Fiorella Mannoia o Ligabue o il cosiddetto Indie nostrano, allora la noia e il fastidio sono immediati...

A volte ho l'impressioni che big nostrani si rifugino sempre nello stesso mondo musicale, paura che provare qualcosa di diverso gli faccia perdere fette di pubblico.

Non solo nostrani! Senti la produzione degli ultimi pezzi di Bruce Springsteen...  :vomit:

Elliott

Citazione di: robemazzoli il 15 Ottobre, 2020, 01:14 PM
mio avviso, è la domanda che è mal posta: "Come fa a non piacerti?".
Poiché va a contestare le opinioni personali. Più corretta sarebbe "Perché non ti piace?, e allora la discussione avrebbe un senso di scambio.


La parola alla difesa :giudice:  :D

Correttissima la tua osservazione ma, la domanda aveva un indirizzo ben preciso ossia, parte dall'assunto che se un artista rappresenta un riferimento in un determinato contesto, allora piacerà senz'altro a tutti coloro che apprezzano quel contesto. Mi son trovato più volte a "dover quasi giustificare" il perché io, che pure amo quel filone, non ne apprezzi alcuni tra i principali esponenti.

Ricordo che aprii questa discussione, a seguito di un lungo  tragitto in auto con un collega che voleva a tutti i costi convincermi che, vista la musica che ascolto, è impossibile che non mi piacciano i Genesis. Il tutto, continuando a mettere brani, passaggi, parti di brani accompagnati da un puntuale "ma dai, come fanno a non piacerti, dai!?!"

Santano

Infatti è impossibile che non ti piacciano i Genesis!

Dico sul serio!

robland

Citazione di: attca il 15 Ottobre, 2020, 06:06 PM
Citazione di: robemazzoli il 15 Ottobre, 2020, 04:33 PM

Se è una farsa, tipo Fiorella Mannoia o Ligabue o il cosiddetto Indie nostrano, allora la noia e il fastidio sono immediati...


Un aneddoto su Ligabue. Ho lavorato al documentario per l'uscita del disco Made in Italy.
Non ho mai acquistato i sui dischi, non è un artista che seguo, ma ho rispetto per chiunque riesca a farlo per professione.
Montando il girato del regista mi arrivano le riprese fatte in sala prove di un paio di pezzi nuovi: rimango sorpreso, bei suoni rock accompagnati da un fender Rhodes, tutto scarno, diretto, un motivo stile funk-rock alla Donavon Frankereiter. Penso " accipicchia che svolta, se tutto il disco è così lo compro al volo!".
Dopo un mese arrivano le tracce mixate del disco... Il pezzo che avevo sentito registrato in diretta era sparito: era diventato pallido, le chitarre sottotono, tutto super prodotto e appiattito.
A volte ho l'impressioni che big nostrani si rifugino sempre nello stesso mondo musicale, paura che provare qualcosa di diverso gli faccia perdere fette di pubblico.

Più che altro, perdono le radio commerciali, che a sua volta significa perdere un buon contratto discografico, che a sua volta significa che passi in serie C con tutte le conseguenze in termini di visibilità, budget, tour, alberghi ecc.

robemazzoli

Citazione di: robland il 15 Ottobre, 2020, 05:30 PM
"Non ci riesco, perchè magari faccio un nome di quelli grossi che non mi ha mai coinvinto ma poi lo vado ad ascoltare e cambio idea! Perdonami son fatto così. Instabile"

Ma infatti il forum va preso alla leggera e con spontaneità. Non è un seminario dove l'oratore viene rigorosamente seguito prendendo appunti e quindi l'opinione deve essere rigorosa. No, c'è tutta la libertà di dire una cosa per poi cambiare opinioni tornandoci anche il giorno dopo.

Concordo pienamente, per questo sottolineavo l'importanza di scambiare opinioni e punti di vista, in opposizione alla tendenza alla comunicazione autoreferenziale "naturalmente" veicolata dai social,
A presto
roberto

"Libertà l'ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato"

robemazzoli

Citazione di: Elliott il 15 Ottobre, 2020, 06:42 PM
Citazione di: robemazzoli il 15 Ottobre, 2020, 01:14 PM
mio avviso, è la domanda che è mal posta: "Come fa a non piacerti?".
Poiché va a contestare le opinioni personali. Più corretta sarebbe "Perché non ti piace?, e allora la discussione avrebbe un senso di scambio.


La parola alla difesa :giudice:  :D

Correttissima la tua osservazione ma, la domanda aveva un indirizzo ben preciso ossia, parte dall'assunto che se un artista rappresenta un riferimento in un determinato contesto, allora piacerà senz'altro a tutti coloro che apprezzano quel contesto. Mi son trovato più volte a "dover quasi giustificare" il perché io, che pure amo quel filone, non ne apprezzi alcuni tra i principali esponenti.

Ricordo che aprii questa discussione, a seguito di un lungo  tragitto in auto con un collega che voleva a tutti i costi convincermi che, vista la musica che ascolto, è impossibile che non mi piacciano i Genesis. Il tutto, continuando a mettere brani, passaggi, parti di brani accompagnati da un puntuale "ma dai, come fanno a non piacerti, dai!?!"

Ma infatti Elliot, se leggi sopra, il mio contributo a questo topic non verteva su tale questione, bensì mi ha stimolato riflessioni di carattere più generale. Questa cosa che che citi delle mie parole è stata la risposta a Robland che voleva dei nomi, ma io ho sentito di dover spiegare la mia reticenza.
L'argomento è chiaro come è chiaro che a volte le discussioni tra le persone (come quel tuo collega) non sono scambi, bensì monologhi a volte un po' pretestuosi. Sempre legittimi per carità.  ::)
roberto

"Libertà l'ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato"


robemazzoli

Citazione di: AlbertoDP il 15 Ottobre, 2020, 06:11 PM
Citazione di: attca il 15 Ottobre, 2020, 06:06 PM
Citazione di: robemazzoli il 15 Ottobre, 2020, 04:33 PM

Se è una farsa, tipo Fiorella Mannoia o Ligabue o il cosiddetto Indie nostrano, allora la noia e il fastidio sono immediati...

A volte ho l'impressioni che big nostrani si rifugino sempre nello stesso mondo musicale, paura che provare qualcosa di diverso gli faccia perdere fette di pubblico.

Non solo nostrani! Senti la produzione degli ultimi pezzi di Bruce Springsteen...  :vomit:

Non l'ho ancora fatto, ho stima di Springsteen (anche se ascolto solo ogni tanto The Ghost of Tom Joad perchè Furore è uno dei miei romanzi di riferimento), ma ti credo.
roberto

"Libertà l'ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato"

robemazzoli

Citazione di: attca il 15 Ottobre, 2020, 06:06 PM
Citazione di: robemazzoli il 15 Ottobre, 2020, 04:33 PM

Se è una farsa, tipo Fiorella Mannoia o Ligabue o il cosiddetto Indie nostrano, allora la noia e il fastidio sono immediati...


Un aneddoto su Ligabue. Ho lavorato al documentario per l'uscita del disco Made in Italy.
Non ho mai acquistato i sui dischi, non è un artista che seguo, ma ho rispetto per chiunque riesca a farlo per professione.
Montando il girato del regista mi arrivano le riprese fatte in sala prove di un paio di pezzi nuovi: rimango sorpreso, bei suoni rock accompagnati da un fender Rhodes, tutto scarno, diretto, un motivo stile funk-rock alla Donavon Frankereiter. Penso " accipicchia che svolta, se tutto il disco è così lo compro al volo!".
Dopo un mese arrivano le tracce mixate del disco... Il pezzo che avevo sentito registrato in diretta era sparito: era diventato pallido, le chitarre sottotono, tutto super prodotto e appiattito.
A volte ho l'impressioni che big nostrani si rifugino sempre nello stesso mondo musicale, paura che provare qualcosa di diverso gli faccia perdere fette di pubblico.

Concordo! E' il pop italiano degli ultimi 20 anni ad essere così malridotto.... pensa al pop di Stevie Wonder o Sting... ma pure Rihanna o che so, Ivete Sangalo in Brasile....
roberto

"Libertà l'ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato"

Il forum di Jamble esiste ANCHE grazie alla visualizzazione delle pubblicità.


Ti preghiamo pertanto di disattivare il tuo ad blocker.