Cosa ne pensate della polemica innescata dell'intervista fatta ad Alex Britti che in buona sostanza afferma di non aver studiato musica per non perdere l'istinto del bluesman?
Ho visto l'intervista su Instagram, purtroppo su YouTube ci sono parti tagliate e non rendono giustizia al ragionamento del cantautore
non perderà l'istinto del bluesman ma si è perso e si perderà tante altre bellissime e importantissime cose dell'universo chitarra. Più sta e più mi sta antipatico..., come è successo con Vasco, anche lui sempre più antipatico
Io Britti non lo conosco bene, per ora... sembra bravo...
Quanto al tema, non è che abbia detto nulla di nuovo... se parliamo di blues, tanti grandi hanno imparato, diciamo, per strada... Robert Johnson mica ha studiato a scuola... che poi bisognerebbe pure mettersi d'accordo su cosa significhi studiare musica... saper leggere o scrivere una partitura... bè allora tanti musicisti non sono in grado...
Detto questo, mi sembra pure una stupidaggine che se uno studia troppo, perde l'istinto... ma dai, la musica nasce nel nostro cervello, e lo studio non puó far altro che aprirti nuove strade, in piú
Ho pensato di dedicare un topic apposito all' argomento, per questo ho diviso.
Al momento non posso partecipare, ma più tardi ripasserò...
ho letto , visto video , tutto quanto riguardante l'argomento
è stato montato su un polverone
Britti , che è un gran manico con un sacco di gavetta con la G maiuscola , è stato fatto passare per gradasso o arrogante
invece è tutt'altro , tant'è che lui chiude dicendo .... " di essere non il chitarrista più bravo, ma il più bravo a suonare come Alex Britti "
tanto di cappello
Citazione di: Andy_Azz il 19 Giugno, 2024, 03:07 PMho letto , visto video , tutto quanto riguardante l'argomento
è stato montato su un polverone
Britti , che è un gran manico con un sacco di gavetta con la G maiuscola , è stato fatto passare per gradasso o arrogante
invece è tutt'altro , tant'è che lui chiude dicendo .... " di essere non il chitarrista più bravo, ma il più bravo a suonare come Alex Britti "
tanto di cappello
Polverone è il termine esatto ma forse oggi come oggi è l'unico modo per finire sui giornali! Spiace che non abbiano pubblicato l'intervista integrale, perché lì capisci l'intenzione di Alex. Il quale infatti alla fine chiosa: i 100 metri saremmo tutti in grado di correrli col tempone. Ma a me non interessa il risultato, mi interessa il modo di scegliere come arrivare al traguardo.
Alla fine ricordo che, perlomeno per quanto riguarda il blues, quasi tutti i grandi non hanno studiato. Persino nomi che non sospettereste..
Il vero problema non è tanto Britti ma è lo scopo per cui si usano le sue parole.
Quanti chitarristi avete incontrato che vi abbiano confessato "mannaggia, ho proprio sbagliato a studiare"? Quanti a cui invece avete sentito dire "mannaggia, se solo avessi studiato un po' di più"?
Perché lo dico? Perché molti usano questi discorsi per sostenere che tutti si possa suonare essendo ignoranti totali e tutti si possa, nonostante ciò, avere ottimi risultati, magari nello stesso arco di tempo.
Ora, se io dicessi a un gruppo di bluesmen "sapete cosa sono i chord tones?", magari ne beccherei qualcuno che, pur non sapendo cosa siano, suona finendo ogni frase su determinate note che compongono l'accordo. Non ha studiato ma ha dedotto da solo una regola che aiuta molto. Purtroppo non tutti sono in grado di dedurla, quindi lo studio serve a garantire che più persone possibile arrivino a capire un concetto che potrebbero non saper dedurre mai o forse dopo anni "sprecati". Quando invece potrebbero acquisirlo in una settimana.
Per molti usare un Mi7 significa aver studiato e se tu menzioni questo accordo ti guardano come se volessero dirti: così perdo la mia spontaneità. Ma spontaneità significa davvero buttare le dita a caso sulla tastiera?
Mi sfugge poi come si possano praticare tecniche come il tapping senza avere ben chiari determinati presupposti teorici.
Per un soggetto che vuole conoscere più generi e più tecniche studiare, in qualunque modo lo si faccia, è d'obbligo. Ma se uno vuole solo divertirsi con poco, come ho fatto io per tanti anni con la chitarra, basta anche solo conoscere gli accordi maggiori e minori col barrè.
1) Non è vero che Britti non ha studiato. Ha studiato in maniera non convenzionale ma, a modo suo, ha passato ore e ore al giorno per decenni a cercare di decifrare cosa suonavamo i suoi idoli nei dischi.
2) Nel blues intenzione, tocco, suono e "cazzimma" contano tanto quanto le note che si suonano.
3) Britti parla di se, delle sue esigenze (é un artista solista, non un turnista) e delle sue aspirazioni, in nessun punto del podcast (su YouTube c'è la versione integrale) si ha l'impressione che voglia mandare il messaggio che il suo metodo sia giusto anche per altri.
4) Ciò premesso, io capisco bene il discorso di Britti, ma sono tra quelli che dicono "mannaggia al piffero, perché non ho studiato?", rendendomi conto che quelle pochissime volte che ho provato a comprendere qualcosa di teoria o di tecnica in maniera più convenzionale mi sono ritrovato arricchito e di certo non penalizzato.
Non posso che quotare chi mi ha preceduto, è stato detto tutto, secondo me.
Trovo buffo che lui pensi di essere rimasto spontaneo, creativo e "libero" quando tutto ciò che sa è stato copiato da altri. Lui ha compiuto sforzi per cercare di tirar giù ad orecchio e rifare le frasi dei big e cercare poi di produrne delle personali e questo, fa certamente parte di un percorso di studi, ma non è certo quello che ti rende libero e creativo, anzi! Di norma, è un'attitudine, la creatività. Se avesse studiato teoria musicale sarebbe esattamente identico e anzi, più probabilmente potrebbe essere stato rivoluzionario e creativo.
Di norma, è l'esatto contrario: se conosco le regole posso romperle. Penso a Davis, Coltrane, Parker e compagnia. Erano musicisti fatti e finiti e proprio per quello si sono chiesti cose tipo: ma sei io limito il numero degli accordi anziché aumentarli di continuo, cosa succederà? E se io modulo verso tonalità distantissime tra loro, cosa succederà? E se io applico i modi a questa mia composizione creando un percorso in cui tocco vari dorici, cosa succederà? Se prendo una scala minore melodica e la faccio a partire dal quarto grado di una dominante, che effetto fa? E se immagino un accordo che in realtà non c'è, ma lo uso come se ci fosse per introdurre scale, arpeggi o un fraseggio a questi consono, cosa succederà all'accordo che suona realmente sotto? e molto, molto altro...
Come faccio a sperimentare cose del genere senza un'adeguata teoria musicale? Personalmente lo trovo impossibile.
Certo, potrei mettermi lì e sperimentare senza sapere ciò che sto facendo, ma mi ci vorrebbe molto più tempo e sforzi sinceramente, stento a credere che uno che non ha "perso tempo" (dal suo punto di vista) a studiare una scala maggiore, faccia poi uno sforzo del genere senza avere alcun tipo di guida.
Il suo timore di perdere spontaneità conoscendo la teoria musicale è certamente infondato. La creatività prescinde queste cose, se lo sei, lo sei tanto da ignorante che da dotto. Lui è un bravissimo chitarrista con una tecnica invidiabile, ma non ha inventato niente di nuovo. Uno come Van Halen non ho idea di che cultura musicale teorica avesse, ma si è concentrato in special modo su una tecnica e l'ha portata all'eccellenza, pur non inventando niente, l'ha sviluppata e contestualizzata. Britti non ha fatto niente di tutto questo. Ha copiato questo e quello. Bravissimo e da parte mia lo ammiro, ma lungi dall'essere stato creativo.
Citazione di: Santano il 19 Giugno, 2024, 09:37 PMPersino nomi che non sospettereste..
EVH!... :acci:
Fermo restando che tutto il discorso si riferisce al solo blues, sono proprio tanti i chitarristi che non hanno studiato in maniera canonica. Il primo che mi viene in mente è BB King il quale più volte ha candidamente ammesso che non sa un accidente di teoria musicale
Nel blues sostanzialmente non serve alcuna conoscenza teorica. È un genere istintivo e sulla carta, semplice. Le cose fondamentali sono la sensibilità musicale, il tocco, il coinvolgimento emotivo; cose in cui conoscere una scala lidia di dominante non ti serve, a meno che tu non voglia iniziare a sperimentare cose nuove e diverse, e c'è chi lo ha fatto, trasformando il blues in altri mille generi come il rhythm and blues, il rock blues, il jazz, ecc..
Ma lo sappiamo, chiunque può fare musica e/o scrivere una canzone senza neanche conoscere una nota. In un certo senso, il bello della musica è anche quello.
Citazione di: Santano il 20 Giugno, 2024, 09:24 AMFermo restando che tutto il discorso si riferisce al solo blues,
delle hit milionarie di Britti non ce ne è una che sia blues
Citazione di: elzeviro il 20 Giugno, 2024, 12:33 PMdelle hit milionarie di Britti non ce ne è una che sia blues
Ok, ma il discorso di Britti era sul suo stile chitarristico, non sulla scrittura dei suoi brani. Le sue hit (almeno quelle più note) sono squisitamente pop, seppure anche in quei brani l' arrangiamento delle chitarre é di stampo blues.
Io non conosco niente di Britti se non due o tre brani di musica leggera. Ma non ha mai registrato neanche mezzo brano blues?
Io non conosco la musica di Britti, ma 7000 caffè è un blues, alla fine.. con ritmo e sapore pop, ma pur sempre un giro blues. Forse ce ne sono altre, io però ho sentito solo quella e stop. :etvoila:
Citazione di: b3st1a il 20 Giugno, 2024, 04:03 PMLe sue hit (almeno quelle più note) sono squisitamente pop
pop ("canzonette") e blues non sono in contraddizione, vedi (in Italia) molti pezzi di Zucchero. Britti solo nei live fa venti minuti e passa di rotture di castagne blues prima di iniziare ogni sua canzonetta, tant'è che molti nel pubblico non ne possono già più e gli gridano: "sì sì , la chitarra se sente, mo però prova pure er microfono peppiacere...!"
Citazione di: robland il 20 Giugno, 2024, 04:09 PMIo non conosco niente di Britti se non due o tre brani di musica leggera. Ma non ha mai registrato neanche mezzo brano blues?
Non sono fan di Britti e non so se ha fatto altro del genere in passato, ma l'ultimo album, Mojo, é interamente strumentale con diversi brani blues ed altri più contaminati. Nulla di particolarmente originale, non si grida certo al miracolo ma, di questi tempi, per un artista come lui famoso per i ritornelli pop é un gesto piuttosto coraggioso...
Io negli anni ho sempre visto questa specie di leggenda metropolitana che sosterrebbe che la teoria musicale non renda liberi, non vorrei sembrare polemico e non si offenda nessuno, ma è una emerita, colossale, sciocchezza, l'ennesimo alibi per evitarla.
Se a un pittore gli aggiungi formazione e tanti colori in più, questo si trova bloccato o gli si espandono gli orizzonti, rispetto che a dipingere con 3 colori e senza formazione? Se si trova bloccato evidentemente non è un bravo pittore oppure ha studiato male.
Queste cose che Britti dice, le dice proprio perchè non sa cos'è la teoria musicale, per dire una cosa del genere vuol dire che, proprio perchè non ci ha mai messo il naso, non ha esperienza diretta e personale di cosa sia e delle migliorie a cui porti e che quindi parla per stereotipi, per sentito dire.
Dispiace che un'uscita del genere arrivi da un musicista noto e non dal commentatore di facebook qualunque, di cui tra l'altro non ho nemmeno un'opinione negativa, non lo seguo molto ma non ne ho mai avuto opinione negativa, lo ritengo anche bravo con la chitarra, con sicuramente un vissuto nel suo campo, per quanto non abbia mai approfondito veramente col suo repertorio.
Il fatto è questo, la teoria è una cosa che dal momento che si inizia ad assimilarla e inserirla nel proprio training, quindi che non rimane un concetto effimero al di fuori del lato pratico, allora si iniziano a vedere i tanti frutti che dà, al punto che diventa una cosa ovvia e anche istintiva in quanto linguaggio, quando scriviamo e parliamo lo facciamo ormai in maniera anche istintiva, la teoria funziona alla stessa maniera, col tempo, con il training, diventa ovvia ed anche istintiva, se invece non si fa questo passo, non si può capire per davvero le migliorie a cui porta, nel caso di Britti, le sue parole sono dovute proprio al fatto che non ci si è immesso, non ha fatto il passo e il percorso per arrivare a renderla naturale, non avendola assimilata, parla per stereotipi e sentito dire, ripeto, dispiace sentirlo da un musicista di certa fama a livello nazionale, me lo sarei aspettato di più dall'utente social che parla senza sapere di cosa sta parlando.
Citazione di: b3st1a il 20 Giugno, 2024, 06:45 PMNon sono fan di Britti e non so se ha fatto altro del genere in passato, ma l'ultimo album, Mojo, é interamente strumentale con diversi brani blues ed altri più contaminati. Nulla di particolarmente originale, non si grida certo al miracolo ma, di questi tempi, per un artista come lui famoso per i ritornelli pop é un gesto piuttosto coraggioso...
In effetti mica male...
a proposito di pezzi blues, Graziani ne ha fatti tantissimi, posto questo che ha anche un testo fortissimo
Citazione di: b3st1a il 20 Giugno, 2024, 06:45 PMNon sono fan di Britti e non so se ha fatto altro del genere in passato, ma l'ultimo album, Mojo, é interamente strumentale con diversi brani blues ed altri più contaminati. Nulla di particolarmente originale, non si grida certo al miracolo ma, di questi tempi, per un artista come lui famoso per i ritornelli pop é un gesto piuttosto coraggioso...
Ma dai, non ne avevo proprio idea. Non vedo l'ora di ascoltarlo. Sarà l'unico album di Britti che avrò ascoltato! :D
Grazie.
su wikipedia si legge che britti è di estrazione blues e jazz...quindi come direbbe pino scotto (...si è fatto cagare in testa dai piccioni per fare musica di facile ascolto da classifica fino ad ora...) xche il pezzo imsomnisa sembra ben suonato
Non mi piace come lo dice ma nella sostanza non va molto distante dall'argomento che avevamo affrontato in un altro topic (https://forum.jamble.it/scale-accordi-improvvisazione/scale-i-box-non-servono-a-nulla/).
Dal mio punto di vista fa l'errore (è una mia interpretazione e quindi non è detto che corrisponda effettivamente al suo pensiero) di considerare la consapevolezza di cosa si sta suonando anche da un punto di vista teorico e la ripetizione di schemi imparati a memoria come due cose indistinte.
Per utilizzare i soliti parallelismi che mi piacciono tanto (;D), anche in campi diversi dalla musica, ci sono tantissimi presunti eruditi che magari possono sventolare titoli e riconoscimenti ma in realtà hanno assimilato a memoria nozioni delle quali possono fare sfoggio all'occorrenza e non saprebbero formulare un pensiero proprio neanche dopo il quarto amaro.
Credo, e ripeto, rimane una mia interpretazione, che l'obbiettivo della "critica" di Alex Britti fosse più un certo tipo di individuo più attento a suonare complesso ma in realtà prigioniero di uno schema mentale che per quanto ampio rimane confinato, che il musicista "completo" che grazie allo studio ha acquisito la consapevolezza necessaria a suonare esattamente quello che vuole e saperlo analizzare anche da un punto di vista teorico.
Citazione di: Moreno Viola il 21 Giugno, 2024, 10:01 PMCredo, e ripeto, rimane una mia interpretazione, che l'obbiettivo della "critica" di Alex Britti fosse più un certo tipo di individuo più attento a suonare complesso ma in realtà prigioniero di uno schema mentale che per quanto ampio rimane confinato, che il musicista "completo" che grazie allo studio ha acquisito la consapevolezza necessaria a suonare esattamente quello che vuole e saperlo analizzare anche da un punto di vista teorico.
Penso che il vero problema non siano le parole di Britti. È legittimato a dire quel che vuole. Forse il problema è chi usa queste interviste per sostenere che tutti si possa raggiungere grandi risultati senza "studiare" (leggasi suonando solo a istinto). L'argomentazione in sintesi è: Britti c'è riuscito! Hendrix c'è riuscito! Perché io non potrei riuscirci?
Corollario: studiare ammazza la spontaneità.
A me questo tipo di argomentazioni fa tanta tenerezza.
Citazione di: robland il 21 Giugno, 2024, 10:14 PMPenso che il vero problema non siano le parole di Britti. È legittimato a dire quel che vuole. Forse il problema è chi usa queste interviste per sostenere che tutti si possa raggiungere grandi risultati senza "studiare" (leggasi suonando solo a istinto). L'argomentazione in sintesi è: Britti c'è riuscito! Hendrix c'è riuscito! Perché io non potrei riuscirci?
Corollario: studiare ammazza la spontaneità.
A me questo tipo di argomentazioni fa tanta tenerezza.
Ho saputo dell'intervista ad Alex Britti leggendo questo topic e ho scelto di vedere esclusivamente l'intervista, e non video di commentatori, proprio perché mi aspettavo una certa strumentalizzazione ad uso e consumo personale nel tentativo di tirare acqua al proprio mulino.
Rimango convinto che lo studio, nel suo significato più ampio e che quindi comprende anche l'esperienza, sia nella sua natura essenziale un mezzo di arricchimento e non possa in nessuna maniera privare di alcunché.
Chi dice il contrario sbaglia.
Citazione di: Moreno Viola il 22 Giugno, 2024, 12:53 AMHo saputo dell'intervista ad Alex Britti leggendo questo topic e ho scelto di vedere esclusivamente l'intervista, e non video di commentatori, proprio perché mi aspettavo una certa strumentalizzazione ad uso e consumo personale nel tentativo di tirare acqua al proprio mulino.
Rimango convinto che lo studio, nel suo significato più ampio e che quindi comprende anche l'esperienza, sia nella sua natura essenziale un mezzo di arricchimento e non possa in nessuna maniera privare di alcunché.
Chi dice il contrario sbaglia.
Non posso escludere nulla, magari esisterà qualche caso di persona che avrà perso della spontaneità, boh. Lo stesso Varini, uno che per sua ammissione preparava molte cose a tavolino, dice di aver imparato molto dalla spontaneità di Grignani quando quest'ultimo gli chiedeva ciò che voleva avere (come parti di chitarra) e come fare.
Però ll fatto è che molti amatoriali credono che persino conoscere la differenza tra una terza minore e una terza maggiore in un accordo sia chissà quale pesante nozione teorica capace di reprimere la freschezza delle idee.
Per me si tratta di nozioni pari a conoscere il verbo essere o avere. Mai sentito di qualcuno che si sia fatto inibire dall'aver letto il sussidiario o aver fatto 5 anni di scuole elementari.
In sostanza, sto dicendo che anche sul concetto di "studio" bisognerebbe intendersi. Il fatto che dei pro non sappiano leggere uno spartito o fare un'analisi armonica complessa non significa che, ad esempio, non conoscano i rivolti. Anche i più selvaggi, come ad esempio un Angus Young, conoscono (basta ascoltarsi anche solo i loro primissimi brani) il linguaggio blues e le triadi su tutta la tastiera.
Guitar Zen è sempre riflessivo e mai banale nelle sue considerazioni e nei suoi video pieni di sostanza e pochi effetti speciali. Anche questa volta si conferma, affrontando i temi del rapporto tra studio e creatività (nel vero senso della parola, ovvero creazione di brani originali) e raccontando il suo percorso e le sue difficoltà.
Lui è veramente bravo ed un grande
Non avrà solfeggiato o studiato teoria, ma la chitarra l'ha studiata eccome :
Ps: l'anello con il teschio è la chiave del superpotere? :sarcastic:
Citazione di: Vu-meter il 01 Luglio, 2024, 10:58 AMNon avrà solfeggiato o studiato teoria, ma la chitarra l'ha studiata eccome :
Non ho dubbi.
Secondo me si fa l'errore di pensare all'atto di studiare, come ad una sorta di resa all'indottrinamento, ma in realtà anche l'ambiente circostante è un veicolo di studio.
Se si nasce in un contesto dove tutti parlano come Pasolini, sarà più semplice imparare a coniugare i verbi correttamente anche se non si è a conoscenza della teoria che ne regola la grammatica.
Allo stesso modo se ci si immerge in un determinato contesto musicale si interiorizza la sua grammatica, pur non avendo conoscenza della teoria.
Quel Re minore con voicing "estesissimo" a 2:19, è la dimostrazione lampante che Alex Britti studia eccome, perché non posso credere che a quella posizione ci sia arrivato istintivamente, ma penso invece che lo abbia avvertito durante l'ascolto e sia andato a cercarlo sulla tastiera.
Eccone un altro che lo ribadisce alla romana..
È passato quasi un anno, ma solo oggi youtube mi ha proposto questo video di risposta di Fabio Mariani ad Alex Britti che sostanzialmente diceva che lo studio potrebbe essere controproducente al suonare ilblues, essendo questo un genere "istintivo", a suo giudizio.
Se avete fretta, andate a 6:20 (anche se contestualizzare, in questo caso è abbastanza importante).
Visto. Ovviamente Mariani ha ragione, in generale. Ma nel caso specifico di Britti, Britti ha ragione per sé stesso. Come gli si può dire che abbia torto visti i risultati? Ma anche se non avesse prodotto risultati avrebbe avuto lo stesso ragione per sé stesso. Con la musica non ci si può forzare troppo, altrimenti si uccide il proprio entusiasmo e la propria motivazione. Troppi ragazzi smettono di suonare perché hanno provato a fare qualcosa per cui in quel momento non erano pronti.
Quindi se Britti dice che nel suo caso lo studio lo avrebbe inibito, beh ok, buon per lui.
Sbaglia casomai chi pensa che siccome Britti che è bravo ha detto una cosa, allora quella cosa è universale.
Aggiungo una cosetta: una cosa è se uno che non ha studiato passa mesi interi a suonare a tutte le ore perché ha un'enorme passione; un'altra cosa è se uno pretende di diventare bravo senza studiare e suonando un'oretta al giorno come un hobbista.
Io sinceramente ho visto davvero di tutto: da gente studiare come pazza e non riuscire a gente che fa il minimo sindacale e diventano dei fenomeni, con tutto quello che c'è in mezzo.
Ho visto gente con una tecnica strepitosa non avere alcun orecchio musicale e gente che suonava solo ad orecchio e pure bene. Insomma, non si può generalizzare, PERÔ c'è una sorta di "media", ossia la maggioranza delle persone.
La maggioranza delle persone che si avvicinano alla musica e alla chitarra ha un minimo di intonazione, un minimo di senso del tempo, un minimo di senso melodico e tutto questo MIGLIORA con lo studio.
Il caso di Britti, che forse può essere il caso di pochi, pochissimi altri, può invece contorcere la cosa e purtroppo fa credere a tutti indistintamente che quello che dice sia vero, ovvero: se studio, rischio di ingabbiarmi. Anzitutto bisognerebbe capire come, cosa e con chi studi. Se lo studio ti ingabbia, probabilmente c'è qualcosa o qualcuno nella tua filiera che è responsabile di questa cosa. Lo studio NON può ingabbiare se è collocato dove deve stare. Probabilmente, Britti si conosce e conosce la propria forma mentis e sa che se si mette a fare certe cose, si fisseranno solo quelle nella sua mente. Io ho la stessa cosa per il gioco d'azzardo, so benissimo che se dovessi mai iniziare, mi giocherei anche le mutande, ecco perché non inizio proprio.
Però il suo è un caso davvero raro.
Qui da me sono circolati davvero moltissimi che si sentivano Hendrix e messi davanti ad un esercizio, una scala, un arpeggio recalcitravano perché minavano la loro creatività, però anni dopo sono ancora al giro di DO e/o agli accordi da spiaggia. Se questo è il loro obbiettivo, va benissimo, ma la maggioranza o pensa di suonare come Hendrix e vi garantisco che non la fa, oppure non capisce dove ha sbagliato. Guai a dirgli : "sai, forse..", recalcitrano immediatamente. E allora fate come volete, che vi devo dire .. quando uno non vuole una mano e non riconosce di avere un problema, è egli stesso il suo problema e fautore della propria sconfitta. "Piz par te", si dice dalle mie parti. :laughing:
Citazione di: Vu-meter il 19 Aprile, 2025, 09:43 AMProbabilmente, Britti si conosce e conosce la propria forma mentis e sa che se si mette a fare certe cose, si fisseranno solo quelle nella sua mente
Secondo me è semplicemente per via che, non avendoci mai familiarizzato, si trova a guardarla "da fuori" con dubbi e convinzioni errate che soltato iniziando ad approcciarla potrebbero sciogliersi. La teoria è qualcosa su cui girano molte leggende metropolitane e dicerie, se non la si affronta personalmente, la si comprende e la si applica coscientemente, è qualcosa che non si può comprendere altrimenti. Non è nemmeno possibile dire che faccia o meno per noi senza capirla ed applicarla, non si può, perchè ci si baserebbe su informazioni mancanti.
Piuttosto, mi è sempre suonato strano che abbia fatto successo con canzoncine dove la chitarra il più delle volte non è proprio presente!
Citazione di: Santano il 19 Aprile, 2025, 10:19 AMPiuttosto, mi è sempre suonato strano che abbia fatto successo con canzoncine dove la chitarra il più delle volte non è proprio presente!
Be', quello è ovvio. Se vuoi raggiungere il grande pubblico, tocca fare pop, mica altro. :etvoila:
Citazione di: Vu-meter il 19 Aprile, 2025, 11:30 AMBe', quello è ovvio. Se vuoi raggiungere il grande pubblico, tocca fare pop, mica altro. :etvoila:
no,
tunnel of love, dire straits
stairway to, led zep
Johnny B. Good
hey Joe
cocaine
etc...
le canzoncine di britti a cfr. non possono essere neanche considerate musica ma scioglilingua/esercizi per bambini contro la balbuzie tipo il coccodrillo come fa
Citazione di: Santano il 19 Aprile, 2025, 10:19 AMPiuttosto, mi è sempre suonato strano che abbia fatto successo con canzoncine dove la chitarra il più delle volte non è proprio presente!
non è strano, al grosso della gente va bene tutto indipendentemente dalla qualità: qualsiasi cosa gli proponi LO INGURGITA, sta poi al singolo dotato di BUONGUSTO saper gettare subito nel cesso le novità/mode/deiezioni
Citazione di: Vu-meter il 19 Aprile, 2025, 09:43 AMSe lo studio ti ingabbia, probabilmente c'è qualcosa o qualcuno nella tua filiera che è responsabile di questa cosa. Lo studio NON può ingabbiare se è collocato dove deve stare. Probabilmente, Britti si conosce e conosce la propria forma mentis e sa che se si mette a fare certe cose, si fisseranno solo quelle nella sua mente.
Questo che hai scritto individua secondo me il punto centrale della questione. Il fatto è che la filiera non è mai perfetta, può esserlo solo in un mondo ideale. Già le scuole
dell'obbligo vengono fatte da ciascuno in una situazione imperfetta, figuriamoci l'apprendimento di un qualcosa che è un hobby. Tanto più si è disposti a pensare che non serva chissà quale metodo se si è fatto successo (quindi non è più un hobby) rimanendo istintivi.
Al netto del fatto che pochi artisti sono disposti ad ammettere di aver studiato (fa più figø dire il contrario), quindi vai a capire chi dice il vero e chi no, io stesso ho voluto suonare per qualche decennio ripudiando lo studio. Già stavo studiando troppo altre materie, ci mancava pure lo studio musicale. Se mi avessero forzato, non ho dubbi su cosa sarebbe accaduto: al 100% avrei smesso.
Non ci si può forzare.
La voglia di studiare m'è venuta dopo. E sono in pace così. È ovvio che, non avendo nessun talento musicale particolare, con lo studio sono assolutamente migliorato.
Citazione di: Vu-meter il 19 Aprile, 2025, 09:43 AMQui da me sono circolati davvero moltissimi che si sentivano Hendrix e messi davanti ad un esercizio, una scala, un arpeggio recalcitravano perché minavano la loro creatività, però anni dopo sono ancora al giro di DO e/o agli accordi da spiaggia. Se questo è il loro obbiettivo, va benissimo, ma la maggioranza o pensa di suonare come Hendrix e vi garantisco che non la fa, oppure non capisce dove ha sbagliato. Guai a dirgli : "sai, forse..", recalcitrano immediatamente. E allora fate come volete, che vi devo dire .. quando uno non vuole una mano e non riconosce di avere un problema, è egli stesso il suo problema e fautore della propria sconfitta. "Piz par te", si dice dalle mie parti. :laughing:
Più in generale io però cambierei la parola "studio". A molti scommetto che fa venire in mente i banchi di scuola o gli spartiti e il solfeggio.
Il punto è che andrebbe fatto capire che conoscere le note sulla tastiera, le note che compongono gli accordi, i principali accordi e i loro rivolti, gli intervalli che caratterizzano le principali scale non è che sia sto grande sforzo: è come aver conseguito la licenza elementare, al massimo le scuole medie. Quindi non c'è da averne paura.
Citazione di: robland il 19 Aprile, 2025, 08:09 AMTroppi ragazzi smettono di suonare perché hanno provato a fare qualcosa per cui in quel momento non erano pronti.
Questa è una gran veritá.... peró io non sono neanche cosí convinto che Britti non abbia studiato la "teoria", o che non abbia avuto un certo tipo di approccio... bisognerebbe chiedergli di specificare meglio... a volte le parole sono usate male...
Che poi, se parliamo di teoria musicale... non è mica meccanica quantistica... non è nemmeno paragonabile alla preparazione di un esame universitario.... chiunque è in grado di avere un approccio teorico alla musica ed alla chitarra, dai
Citazione di: Donatello Nahi il 19 Aprile, 2025, 03:12 PMChe poi, se parliamo di teoria musicale... non è mica meccanica quantistica... non è nemmeno paragonabile alla preparazione di un esame universitario.... chiunque è in grado di avere un approccio teorico alla musica ed alla chitarra, dai
Infatti dicevo che certi concetti basici equivalgono alla licenza elementare.
Credo però che, proprio pensando agli altri studi, molti non ci pensino proprio a voler aggiungere altro. Come appunto facevo io.
C'è magari chi sente la parola "tonica" e già si irrigidisce. O terza, quinta, settima, intervallo di sesta. O quando si tratta di capire che note sono quelle della pentatonica.
Credo che grandi problemi di approccio nascano già quando si pone il problema di conoscere le note sulla tastiera!
Citazione di: elzeviro il 19 Aprile, 2025, 12:33 PMno,
tunnel of love, dire straits
stairway to, led zep
Johnny B. Good
hey Joe
cocaine
etc...
le canzoncine di britti a cfr. non possono essere neanche considerate musica ma scioglilingua/esercizi per bambini contro la balbuzie tipo il coccodrillo come fa
Eh, figlio mio ma tu hai toccato tutta roba anglofona. Il panorama italiano, fino ad Elisa, ti guardava molto storto se ti azzardavi a fare musica rock in inglese, in Italia. La dance era ben accetta (anche perché i testi .. :sarcastic: ), ma mica potevi uscirtene con Stairway to heaven, in Italia. Cona "La vasca", invece sì. :laughing:
Citazione di: robland il 19 Aprile, 2025, 03:02 PMQuesto che hai scritto individua secondo me il punto centrale della questione. Il fatto è che la filiera non è mai perfetta, può esserlo solo in un mondo ideale. Già le scuole dell'obbligo vengono fatte da ciascuno in una situazione imperfetta, figuriamoci l'apprendimento di un qualcosa che è un hobby. Tanto più si è disposti a pensare che non serva chissà quale metodo se si è fatto successo (quindi non è più un hobby) rimanendo istintivi.
Al netto del fatto che pochi artisti sono disposti ad ammettere di aver studiato (fa più figø dire il contrario), quindi vai a capire chi dice il vero e chi no, io stesso ho voluto suonare per qualche decennio ripudiando lo studio. Già stavo studiando troppo altre materie, ci mancava pure lo studio musicale. Se mi avessero forzato, non ho dubbi su cosa sarebbe accaduto: al 100% avrei smesso.
Non ci si può forzare.
La voglia di studiare m'è venuta dopo. E sono in pace così. È ovvio che, non avendo nessun talento musicale particolare, con lo studio sono assolutamente migliorato.
Più in generale io però cambierei la parola "studio". A molti scommetto che fa venire in mente i banchi di scuola o gli spartiti e il solfeggio.
Il punto è che andrebbe fatto capire che conoscere le note sulla tastiera, le note che compongono gli accordi, i principali accordi e i loro rivolti, gli intervalli che caratterizzano le principali scale non è che sia sto grande sforzo: è come aver conseguito la licenza elementare, al massimo le scuole medie. Quindi non c'è da averne paura.
Eh, bisognerebbe forgiare una parola apposta, ma io sono convinto che "studio" non vada male, perché non gli do una sfumatura negativa, personalmente, anzi!
Mi hai fatto venire in mente che la maggioranza delle volte, quello incrinato nella filiera, sei proprio tu. Non tu Robland, il "tu" studente che pensa di essere Hendrix e non lo è. I limiti sono spesso nella nostra mente e se ti spaventa imparare una pentatonica, o sei un genio creativo assoluto, oppure rimarrai sempre quel chitarrista che sente che gli manca qualcosa. Se poi ci si diverte, va sempre e comunque bene.
Citazione di: Vu-meter il 19 Aprile, 2025, 04:43 PMMi hai fatto venire in mente che la maggioranza delle volte, quello incrinato nella filiera, sei proprio tu. Non tu Robland, il "tu" studente che pensa di essere Hendrix e non lo è. I limiti sono spesso nella nostra mente e se ti spaventa imparare una pentatonica, o sei un genio creativo assoluto, oppure rimarrai sempre quel chitarrista che sente che gli manca qualcosa. Se poi ci si diverte, va sempre e comunque bene.
Io conosco un sacco di gente che non si sente Hendrix e che non ha difficoltà ad ammettere di non aver voglia di
studiare. Parlo di gente con lauree, dottorati, persino cattedre; persone che si svegliano presto o vanno a dormire tardi o rinunciano ai weekend pur di studiare ancora (altre materie) ma che se gli menzioni la possibilità di conoscere meglio la tastiera... hanno un blocco. Manco gli accordi di settima. Evidentemente per loro la chitarra non è uno strumento del quale conoscere più degli accordi maggiori e minori, qualche pezzo di pentatonica e gli assoli memorizzati dei loro chitarristi preferiti. Gli basta questo, continuano a suonare così per tutta una vita e non gli occorre altro.
Né riesco a criticarli, perché io stesso ho i miei forti limiti.
Poi ho incontrato anche gente che invece aveva il diploma del conservatorio, aveva una magnifica conoscenza della tastiera e della teoria, anche ottima tecnica, ma poca adattabilità a suonare con gli altri, per cui gli venivano preferiti musicisti molto meno istruiti ma più abili a stare dentro una band ed essere credibili nel restituire lo spirito dei brani da suonare.
Ecco perché penso, visti i limiti che ciascuno di noi ha, che in fondo Britti ha ragione: pur con i suoi limiti, aveva comunque una certa creatività, tanta passione, tante ore passate a suonare ciò che voleva e del talento. Ed ha realizzato il suo sogno, quindi nel suo caso lo studio non è stato essenziale. Quindi lui ha ragione per sé stesso. Caso mai il problema è di chi pensa di essere Britti, non ha voglia di far nulla ma non lo ammette, non ha creatività ma non se ne accorge, non ha talento ma pensa di averlo.
Il fatto è che molte persone ignorano una cosa che secondo me cambierebbe le carte in tavola a molti scettici/svogliati, ovvero che la teoria è nulla, inutile, senza che questa venga implementata nella pratica. Non serve a niente impararsi due concetti teorici qua e là, entrano ed escono da un orecchio all'altro e anzi, sono pure noiosi da apprendere e in men che non si dica dimenticati per tornare a suonare a orecchio. Molta gente si fa il filmino mentale di dover studiare formule matematiche complesse sui libri di scuola, ficcandosi in un percorso di studio tipo topi da biblioteca o percorsi accademici, cosa che è priva di alcun riscontro nella realtà, si parte da concetti basici e nel contesto pratico, strumento alla mano, li si capiscono, da quelli, se si vuole, se c'è l'interesse, ci si prova ad inoltrare passetto per passetto, sempre prove alla mano. La teoria senza che venga capita con la pratica è semplicemente vana, non porta ad alcun frutto, per questo anche soltanto il concetto "voglio suonare, non studiare" è semplicemente errato. Tutto è finalizzato alla pratica con lo strumento. Quando provi gli intervalli, le scale e qualsiasi altro concetto teorico, tu stai con lo strumento in mano a suonare, quello stai facendo, ti stai impratichendo con un concetto teorico finalizzato a suonare lo strumento con cognizione, non stai studiando geografia o storia dell'arte per cultura fine a sè stessa.
Citazione di: Ombra/luce il 22 Aprile, 2025, 10:11 AMIl fatto è che molte persone ignorano una cosa che secondo me cambierebbe le carte in tavola a molti scettici/svogliati, ovvero che la teoria è nulla, inutile, senza che questa venga implementata nella pratica. Non serve a niente impararsi due concetti teorici qua e là, entrano ed escono da un orecchio all'altro e anzi, sono pure noiosi da apprendere e in men che non si dica dimenticati per tornare a suonare a orecchio. Molta gente si fa il filmino mentale di dover studiare formule matematiche complesse sui libri di scuola, ficcandosi in un percorso di studio tipo topi da biblioteca o percorsi accademici, cosa che è priva di alcun riscontro nella realtà
Hai ragione, ma se non superi il primo scoglio di imparare le note sulla tastiera, beh è impossibile fare anche un minimo progresso. E io vedo che già lì gli sguardi diventano smarriti. Se tu dici: "vedi quell'accordo di Sol maggiore che stai prendendo col barrè, che note sono?". Addio, vedi proprio il cervello che si chiude a riccio. E sicuramente c'è una vocina interiore che suggerisce: che mi frega, tanto suono lo stesso senza saperlo e sono pure più bravo di tizio che sa tutte queste cose.
Citazione di: robland il 22 Aprile, 2025, 10:26 AMHai ragione, ma se non superi il primo scoglio di imparare le note sulla tastiera, beh è impossibile fare anche un minimo progresso. E io vedo che già lì gli sguardi diventano smarriti. Se tu dici: "vedi quell'accordo di Sol maggiore che stai prendendo col barrè, che note sono?". Addio, vedi proprio il cervello che si chiude a riccio. E sicuramente c'è una vocina interiore che suggerisce: che mi frega, tanto suono lo stesso senza saperlo e sono pure più bravo di tizio che sa tutte queste cose.
E' vero e sulla chitarra è pure più complicato rispetto ad altri strumenti più propedeutici sotto questo punto di vista, tipo il pianoforte dove hai davanti agli occhi, spiattellate, tutte le ottave, però il problema secondo me non è da imputare alla difficoltà dello strumento quanto alla mancanza di una figura guida, ovvero un insegnante, che ci guidi e ci sciolga dei dubbi o errate percezioni. Imparare tutte le note sul manico non è affatto una cosa immediata e anche quel traguardo richiede un approccio step by step (cioè ti impratichisci a riconoscere le note, i gradi, gli intervalli su una posizione alla volta magari, fai le tue prove su una sola e continui fino a che non è tutto chiaro, poi passi ad un'altra senza fare tutto insieme che poi vai in tilt), step che vanno compresi e che diventino limpidi. Naturalmente, per uno che non ha questa guida, che salta un pò di qua e di là da autodidatta e si trova proprio agli inizi inizi, posso ben comprendere che possa trovarsi spaventato dalla mole di lavoro che percepisce di avere, senza una guida, ma anche qui, è una percezione errata perchè appunto è un percorso fatto di piccoli passi dove, passetto dopo passetto, si arriva a una comprensione maggiore. Il problema di fondo è la mancanza di una figura guida, ovvero di un insegnante che prepari un percorso personalizzato e guidato. Alla fine se ci pensi bene, la pratica funziona alla stessa maniera, ti compri il primo strumento, impari le prime cose, le suoni male, gli accordi non suonano bene, i barrè non li sai fare, ti fanno male le dita e pian piano tutto diventa naturale, la teoria è uguale, solo servirebbe qualcuno che ci guidi in maniera graduale, si può pure provare da soli ma è un pò un terno a lotto (nel trovare informazioni giuste, in base al nostro livello e anche spiegate bene) ed è sicuramente più complicato da gestire.