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Saper improvvisare è una priorità?

Aperto da robland, 05 Aprile, 2020, 04:32 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

robland

Credo che il titolo del topic sia piuttosto chiaro. Leggevo gli ottimi consigli di luvi e dark guitar su un altro topic e mi sono chiesto, andando a monte piuttosto che guardando a valle:
L'improvvisazione è una capacità da sviluppare subito per un chitarrista?
Non è che vi sto chiedendo "ditemi cinque cose che un chitarrista deve necessariamente saper fare e ditemi dove mettereste l'improvvisazione", ma qualcosa del genere.
Mi spiego ancora meglio: ovvio che saper improvvisare sia fondamentale! MA... se arrivasse un chitarrista neofita che vi chiedesse a cosa dare la priorità, cosa rispondereste? Sarebbe saggio metterlo il prima possibile in grado di improvvisare o puntare prima su altro?

Dark Guitar

Innanzitutto grazie per aver definito il mio un buon consiglio :D

Riguardo alla tua domanda credo sia molto soggettivo, io da quando ho iniziato a suonare ho sempre pensato di voler raggiungere almeno un livello che mi permettesse di alzarmi una mattina, prendere la chitarra e divertirmi, suonare e basta, senza nessun vincolo, lo ritengo molto più soddisfacente di suonare qualcosa di già scritto che vuoi o non vuoi ti "limita". In più è uno dei modi che ti permette di esprimere quello che senti in quel momento, un'improvvisazione fatta sulla stessa traccia in momenti diversi, se il tuo stato d'animo è diverso, non suonerà mai uguale.

Inoltre io la uso spessissimo come base per scrivere, molte composizioni non è un segreto che siano nate da improvvisazioni. In composizione, personalmente, la uso tanto.

Aggiungo ancora che è sempre un'arma in più da tenere nel proprio arsenale, ad esempio in live a me è tornata spesso utilissima, che sia una suonata non prevista con amici o una tua esibizione dove puoi avere un vuoto di memoria o semplicemente sbagliare, saper improvvisare può permetterti di trasformare un errore in qualcosa di voluto.

Citazione di: robland il 05 Aprile, 2020, 04:32 PM
MA... se arrivasse un chitarrista neofita che vi chiedesse a cosa dare la priorità, cosa rispondereste? Sarebbe saggio metterlo il prima possibile in grado di improvvisare o puntare prima su altro?

Se per neofita intendi che non conosce il giro di do, non sarebbe sicuramente la priorità. Se già sapesse usare un po' di scale e volesse migliorare dal punto di vista della chitarra solista può essere un ottimo metodo per migliorare anche un sacco di altre cose, come il timing, il fraseggio o semplicemente sviluppare il proprio gusto musicale.

Tutto secondo me eh ::)


Vu-meter

Dipende dal livello e dagli obbiettivi.  :etvoila:
"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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Bebbo

Citazione di: robland il 05 Aprile, 2020, 04:32 PM
se arrivasse un chitarrista neofita che vi chiedesse a cosa dare la priorità, cosa rispondereste?

Grande Robland, volevo aprire un thread e chiedere esattamente questa cosa, mi interessa parecchio avere una vostra opinione su una sorta di road map delle basi obbligatorie al di la degli obiettivi

leggo con interesse  :goodpost:

robland

Citazione di: Vu-meter il 05 Aprile, 2020, 06:15 PM
Dipende dal livello e dagli obbiettivi.  :etvoila:

Livello: neofita che conosce solo la pentatonica e gli accordi maggiori e minori sui classici primi tre tasti.

Obiettivo: ignoto. Penso ad esempio a due amici a cui diedi qualche lezione di chitarra in amicizia perché volevano imparare. Entrambi, una volta appresi gli accordi e una pentatonica in croce, vennero da me chiedendo: e ora?
Immagino volessero andare al di là del canzoniere ma nemmeno loro sapevano dove. Non mi hanno detto: voglio scrivere canzoni. O: voglio suonare il blues. Oppure: voglio essere un chitarrista veloce come Paul Gilbert.
Per cui mi sono chiesto da solo: quali altri strumenti gli devo mettere in mano affinché possano poi procedere da soli ovunque vogliano andare in futuro? Chiedevano a me quale fosse la priorità. Da qui la mia domanda.

Vu-meter

Be' il fatto che conoscano la scala pentatonica, qualcosa ci dice.
Tocca per forza parlare di improvvisazione. Altrimenti, perché l'avrebbero imparata ?  :etvoila:
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robland

Citazione di: Vu-meter il 05 Aprile, 2020, 06:54 PM
Be' il fatto che conoscano la scala pentatonica, qualcosa ci dice.
Tocca per forza parlare di improvvisazione. Altrimenti, perché l'avrebbero imparata ?  :etvoila:

Infatti gliel'ho proposta proprio per dar loro almeno l'alfabeto.
Quindi dove altro avrei potuto portarli dopo secondo te? Avrei potuto ritenere sufficiente la pentatonica sul lato improvvisazione, per portarli ad apprendere un po' di brani famosi in modo da migliorare la velocità nel cambio accordi/ sviluppare l'abilità di cantare e suonare insieme/disporre di un repertorio minimo in caso di suonata al parco, oppure invece avrei dovuto condurli verso l'acquisizione di un ulteriore step nella via dell'improvvisazione?


Dark Guitar

Citazione di: robland il 05 Aprile, 2020, 06:43 PM
Livello: neofita che conosce solo la pentatonica e gli accordi maggiori e minori sui classici primi tre tasti.

Obiettivo: ignoto. Penso ad esempio a due amici a cui diedi qualche lezione di chitarra in amicizia perché volevano imparare. Entrambi, una volta appresi gli accordi e una pentatonica in croce, vennero da me chiedendo: e ora?
Immagino volessero andare al di là del canzoniere ma nemmeno loro sapevano dove. Non mi hanno detto: voglio scrivere canzoni. O: voglio suonare il blues. Oppure: voglio essere un chitarrista veloce come Paul Gilbert.
Per cui mi sono chiesto da solo: quali altri strumenti gli devo mettere in mano affinché possano poi procedere da soli ovunque vogliano andare in futuro? Chiedevano a me quale fosse la priorità. Da qui la mia domanda.

Credo che più si vada avanti nello studio e più devi tendere a specializzarti in qualcosa, anche con i soli accordi in primo manico e la pentatonica si può fare molto, dipende da questi strumenti come vengono usati.

Ho appena sentito la registrazione "James" di luvi, come ho scritto nel suo topic, quello è un caso in cui non vengono solo utilizzate delle tecniche ma sono padroneggiate, messe nel momento e nel modo giusto, è uno step molto complesso, poi l'insieme ti da' il risultato. Ovvio che per arrivare lì c'è molto lavoro dietro, per questo scrivevo che l'improvvisazione non sempre deve essere fine a se' stessa.
Se io volessi migliorare, che so, nel bending, posso mettermi ad improvvisare utilizzando valanghe di bendings...nel momento in cui andrò a registrare una traccia di 10 minuti in cui c'è anche solo un bending, beh lì quell'improvvisazione con valanghe di bendings mi sarà tornata molto utile. Che è diverso dal fare l'esercizio SOLO sul bending, perchè al tempo stesso improvvisando ho pensato ad altro (scale, musicalità, fraseggi, tempo), non solo, rende anche il tutto molto meno noioso. Tornando alla registrazione di 10 minuti con quel solo bending, sarò più preparato anche sul timing ecc ecc...sempre grazie all'improvvisazione, cose che il solo esercizio sul bending non mi avrebbe dato.

Risposta secca sugli strumenti da dare ai ragazzi che iniziano a suonare dopo accordi e pentatonica:
Scala diatonica, minore naturale (che sono uguali...cambia il punto di vista diciamo :eheheh: ), minore armonica e melodica. Poi passi alle derivate da queste scale.
Sugli accordi dopo i maggiori e minori, a patto che sia chiaro come siano costruiti, quelli di settima così puoi introdurre il discorso delle tetradi.
A questo punto il ragazzo sarà già lui a cercare quello che preferisce, altrimenti ha già abbandonato lo strumento :eheheh:

Comunque si, è mooolto soggettivo. Scusate se mi dilungo un po' troppo ::)

EDIT: dato che ho scritto poco :laughing: ho visto ora gli ultimi post, in molti partono dalla pentatonica proprio per i motivi che tu hai giustamente citato, subito ti puoi divertire...ma secondo un percorso di studio la pentatonica fa' parte delle scale derivate, andrebbe fatta dopo la minore naturale, armonica, melodica e secondo me (molti non saranno d'accordo) anche dopo la cromatica. :reallygood:

Vu-meter

Secondo me è meglio assimilare ciò che si è iniziato. Ci sono un mare di cose sia nell'accompagnamento, sia nell'improvvisazione, sia nella conoscenza del manico, note, intervalli, suoni, così come nella teoria, su cui concentrarsi.
Conoscono le triadi, i rivolti, gli arpeggi ? Come sono messi in il tempo e il ritmo? Suonano discretamente ? Hanno una base teorica ? Se gli canto un motivetto, lo sanno trovare sulla tastiera?
C'è troppa roba da tirare in ballo.. non si può fare in un post ..
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Moreno Viola

Dovessi dare una risposta secca, minimamente argomentata, direi che saper improvvisare è il fine ultimo di chi si esprime tramite una forma d'arte e quindi si, lo ritengo fondamentale ma in quanto punto di arrivo non una priorità.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


Cold_Nose

Dal mio punto di vista, appena si hanno le basi per improvvisare, non vedo perché esimersi dal farlo (seppur in modo impacciato inizialmente).

Sarebbe come se, studiando una lingua, dovessimo aspettare di conoscere metà vocabolario prima di provare a creare frasi con ciò che già conosciamo.
If you make the same mistake 3 times, that becomes 'your arrangement'

Moreno Viola

Citazione di: Cold_Nose il 05 Aprile, 2020, 11:22 PM
Dal mio punto di vista, appena si hanno le basi per improvvisare, non vedo perché esimersi dal farlo (seppur in modo impacciato inizialmente).

Sarebbe come se, studiando una lingua, dovessimo aspettare di conoscere metà vocabolario prima di provare a creare frasi con ciò che già conosciamo.

Esattamente il mio punto di vista.
Si parla molto prima di saperlo fare correttamente e sbagliare è la base di tutti i miglioramenti.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


robland

Citazione di: Cold_Nose il 05 Aprile, 2020, 11:22 PM
Dal mio punto di vista, appena si hanno le basi per improvvisare, non vedo perché esimersi dal farlo (seppur in modo impacciato inizialmente).

Sarebbe come se, studiando una lingua, dovessimo aspettare di conoscere metà vocabolario prima di provare a creare frasi con ciò che già conosciamo.

Quindi, se capisco bene, tu dici: andare a tempo, curare la pulizia delle note, prendere gli accordi con una certa velocità, conoscere i rivolti, apprendere e praticare ulteriori tipi di scale, avere un repertorio di brani con cui impratichirsi e apprendere lo stile di altri chitarristi (lick, riff ecc.), migliorare la propria manualità ecc. sono cose che vanno o in secondo piano o che vanno conosciute e praticate dopo che si siano appresi i rudimenti dell'improvvisazione. Al massimo contestualmente (anche se contestualmente è impossibile perché non si può imparare tutto insieme).
Solo allora, sviluppando l'improvvisazione, si cura tutto quello che ho elencato su.
Ho capito bene? Lo chiedo per non equivocare.

P.s. ho scritto prima di leggere il nuovo post di Moreno, che leggo ora che concorda con te anche se io all'inizio avevo capito l'opposto del suo post. E cioè che, non essendo una priorità ma un punto d'arrivo, non dovrebbe essere il punto primo da insegnare, ma il culmine. Evidentemente non ho capito.

Ripeto il quesito del topic: che improvvisare sia fondamentale è chiaro e pure ovvio. Ma viene prima l'apprendimento dei rudimenti dell'improvvisazione o viene dopo? Se è una priorità, va da sé che viene prima. Se non lo è...


Cold_Nose

Ma guarda, io ti parlo da perfetto ignorante autodidatta quindi sicuramente non sono in grado di poter fare un elenco di cosa è meglio "prima" e "dopo".

Gli esercizi da te elencati sono tutti giustissimi e molti, volendo, sono integrati col concetto di improvvisazione (imparare fraseggi altrui, concentrarsi sulla pulizia note, saper prendere accordi) mentre altri, come lo studio delle scale sono esercizi che -sempre secondo me- sono studi che puoi prendere in mano con più calma (ma non tralasciare!) poiché sono (non mi vorrei spiegare male ma non so come farlo capire bene) immutabili.
If you make the same mistake 3 times, that becomes 'your arrangement'

Moreno Viola

Sono un convinto sostenitore del "play before you can" in qualsiasi disciplina.

Semplicemente distinguo la capacità di improvvisare, che è il risultato di un percorso più o meno lungo di studio e approfondimento, dal praticare l'improvvisazione sulla base delle proprie conoscenze anche minime che è sempre un buon esercizio.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


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