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Dare al blues un "colore" maggiore: la pentatonica maggiore

Aperto da robemazzoli, 25 Febbraio, 2021, 06:09 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

robemazzoli

Buonasera a tutti,
un po' di tempo fa mi sono messo a preparare delle pillole di 1 minuto in formato video da pubblicare su un famoso social, per testare quella che è la tendenza attuale a promuovere le proprie competenze nel mondo dell'insegnamento musicale.

Ho tenuto una frequenza costante per due settimane e poi ho deciso di interrompere per questioni personali che esulano dalla efficacia di tale progetto il quale, in termini di followers e commenti, aveva fin da subito avuto qualche piccolo segnale di incoraggiamento.

Ad ogni modo vorrei avere un parere, da chi avrà il desiderio di esprimerlo, sulla qualità comunicativa di tale esperienza.
Il video qui pubblicato giunge al termine di una serie di "music pills" rivolte ad affrontare il tema della improvvisazione sul blues partendo da una visione "maggiore", in coerenza con gli accordi che lo caratterizzano, in complemento alla stranota ed usata visione "minore", espressa dalla scala più famosa per la stragrande maggioranza dei chitarristi elettrici del mondo (la penta minore)

Quindi qui, a tempo rallentato, provo a far sentire il senso e il valore estetico della pentatonica maggiore, in particolare per l'importanza espressiva della 3a maggiore e della 6a maggiore.

Se vi va di darmi qualche feedback mi fa piacere, è un lavoro di ricerca  costante quello della corretta definizione dei percorsi didattici.

Grazie, roberto

roberto

"Libertà l'ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato"

Prosit

Ciao Roberto!  :reallygood:
Esprimere un parere su un lavoro di ricerca in metodologia didattica sulla base di un solo sample di due minuti è abbastanza difficile, si rischia di non centrare bene la questione.
Ma intanto grazie per aver condiviso un pezzo del tuo lavoro. Premetto inoltre che non sono un musicista, bensì solo un chitarraio che si diverte con quel poco che di musica riesce a capire e, qualche volta, a studiare. Perciò nulla potrei aggiungere o giudicare nel merito dei contenuti didattici del video: posso solo ascoltare e imparare, in religioso silenzio.
Sul piano della didattica (in altri campi del fare e del sapere) ho invece un'esperienza trentennale, sulla base della quale mi sono fatto una precisa opinione in merito a certi aspetti della metodologia di insegnamento: il destinatario finale della comunicazione (il discente, o l'allievo, o il follower di tutorials, il ricettore di lezioni, seminari, laboratori, etc) ricerca ed esige dal docente soprattutto "autorevolezza". Questa, per quella che è la mia esperienza, DEVE necessariamente e chiaramente palesarsi attraverso il canale/veicolo di comunicazione, a prescindere sia dalla bontà dei contenuti, sia dalla forma che il prodotto didattico assume. Il discente vuole certezze (certamente provvisorie), assiomi, vuole imparare l'assoluta fermezza delle regole e conoscere poche ma sicure tecniche applicative di quelle regole per poi, una volta completato quel piccolo passo di apprendimento, procedere oltre lungo la strada indicata o, anche, deviare consapevolmente verso strade meno battute, forse innovative.
Ma, se ancora brancola nel buio, allora ha una grande fame di certezze e garanzie che solo un comunicatore che Egli vede come autorevole, può saziare. Ciò non significa che simpatia, affabilità e disponibilità debbano essere bandite dal contenitore, tutt'altro. Piuttosto, affinché un prodotto didattico possa raccogliere più seguito possibile, a mio modo di vedere necessita che a queste indubbie e irrinunciabili qualità venga aggiunta (come predominante e costante del percorso comunicativo) quella della risolutezza e dell'autorevolezza: "per adesso si fa così e basta; io so come si fa; tu ancora no; se fai come io ti propongo imparerai a fare anche tu questo e (forse) altro; sì, a fine lezione magari andiamo a berci una birra allo stesso tavolo; adesso, però, io ho un ruolo e tu un altro; ...."  ;D
Ma mi fermo qui, perché poi ci son trattati sulle metodologie e le tecniche di insegnamento che non finiremmo più. Molto dipende anche dalla tipologia di utenza alla quale è destinato il prodotto didattico, dal contesto (istituzionale, privato etc.), dai tempi e dalla frequenza di somministrazione delle nozioni, dal fatto che la didattica abbia un costo per l'utenza, etc. Boh, spero solo di averti dato qualche piccolo utile suggerimento. Se così non fosse, fai finta di non aver letto, e buon lavoro!  :reallygood:
"Quello che hai visto ricordalo perché quello che non hai visto ritorna a volare nel vento" (proverbio Navajo)


robland

Io mi diverto spesso a guardare video didattici e personalmente (quindi non parlo per altri) scelgo sempre il canale di chi mi abitua ad una cosa: nel suo video non ci deve essere neanche una nota che non mi viene spiegata. Tutto quello che suonerà lui, mi deve essere spiegato. I video dei chitarristi che si mettono a suonare liberamente (con il sottoscritto che deve stare lì a guardare come un fesso) li abbandono subito.

Allo stesso tempo evito i video di chi parla tantissimo (ad esempio Justin). Mi distraggo, ho una chitarra in mano, non posso e non voglio stare lì a sentire un chiacchierone. Magari al bar sì, ma un tutorial o una lezione no.

Da questo punto di vista di vista ritengo eccellenti i video sul jazz di Jens Larsen, e i video di Paul Davids. Questi ultimi sono eccellenti perché pensati: ogni suo video ti fa capire che non l'ha fatto di impulso e come va va, ma è il risultato di un lavorone frutto di passione e tanta dedizione, che poi si traduce in un implicito rispetto verso il pubblico.

Premesse queste cose, non posso valutare il tuo video perché è la conclusione di un percorso che non ho visto.
Posso però apprezzare la lentezza con cui hai suonato. Se c'è una cosa terribile, è quando il chitarrista didatta suona velocemente e non c'è modo di capire cosa sta facendo. I chitarristi famosi che fanno video didattici ad esempio in questo sono pessimi perché suonano velocemente anche quando dicono "ora ve lo suonerò lentamente". È irritante.

Moreno Viola

Anche io non posso esprimere un giudizio sul metodo perché, oltre a non aver alcun titolo per farlo, non conosco il resto del percorso.

Apprezzo il fatto che il fraseggio sia teso sempre a sottolineare la melodia senza concessioni ad alcun tipo di esibizionismo che purtroppo noto spesso nei video su Youtube, là dove l'eterogeneità degli allievi a mio parere dovrebbe stimolare l'insegnante alla ricerca della quadra tra un percorso che sia accessibile a tutti ma non risulti noioso a chi ha già raggiunto un livello più avanzato.

Citazione di: Prosit il 25 Febbraio, 2021, 07:27 PM
Piuttosto, affinché un prodotto didattico possa raccogliere più seguito possibile, a mio modo di vedere necessita che a queste indubbie e irrinunciabili qualità venga aggiunta (come predominante e costante del percorso comunicativo) quella della risolutezza e dell'autorevolezza: "per adesso si fa così e basta; io so come si fa; tu ancora no; se fai come io ti propongo imparerai a fare anche tu questo e (forse) altro; sì, a fine lezione magari andiamo a berci una birra allo stesso tavolo; adesso, però, io ho un ruolo e tu un altro; ...."  ;D

Condivido pienamente. Se manca questa riconosciuta attribuzione dei ruoli, è diffcile ottenere dei risultati.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


Elliott

Io non ho esperienza in insegnamento, ne ho da relatore facendo ogni tanto qualche ora di aula e, benché mi limiti a parlare del mio lavoro, la responsabilità che sento addosso è enorme. So, che quei ragazzi diranno "lo ha detto Elliott" e gli daranno un valore specifico importante. Ecco, il tuo ruolo, in un video didattico, lo percepisco pressoché allo stesso modo...hai delle responsabilità sebbene, molti, se ne dimenticano o non si sono mai posti il problema prima di piazzarsi davanti ad una telecamera.
Questo senso di responsabilità da parte tua lo percepisco; lo percepisco perché mostri...non dimostri. Perché spieghi...non "insegni".
La scelta di pillole brevi la condivido in pieno. Non sopporto i tutorial da mezz'ora che mi chiedono di fare il pappagallo. Voglio spunti su cui lavorare non diteggiature da replicare. I tuoi video, vanno guardati senza chitarra in mano; li guardi, ascolti lo spunto, spegni a vai a metterlo in prstica. Non hai capito? Riguardi quei due minuti e ricominci a suonare.
Il mio ideale di video corso.


Ps
Un consiglio: escludi dall'inquadratura l'ampli che utilizzi. Sono riuscito a distogliere lo sguardo dalle mani, perchè la curiosità di scoprire ampli e settaggi mi consumava  :laughing:

AlbertoDP

Secondo me, è bella l'idea di suonare tutto lentamente, in modo che chiunque poi possa replicare quello che fai. Io aggiungerei dei sottotitoli in cui, in alcuni momenti, spieghi quello che stai facendo, tipo "accentuo la tonalità soffermandomi su terza e settima", " aggiungiamo qualche passaggio cromatico per dare colore". Così chi ascolta è portato a farlo in modo più attivo.

robemazzoli

Carissimi Prosit, Robland, Moreno, Elliot e Alberto,

vi voglio ringraziare di cuore per l'attenzione e, soprattutto, per le osservazioni che leggo nei vostri commenti.

Avete ragione a non giudicare, come sarebbe possibile? Dopotutto è solo una sintesi di diverse lezioni precedenti, volta alla dimostrazione della applicazione dei principi esposti in precedenza.
In effetti chiedevo solo un feedback, emotivo/razionale, che descrivesse un pochino (come è più che ampiamente accaduto) la prima impressione.

Una prima impressione relativa allo stile comunicativo, alla presentazione effettiva del tipo di argomento e sul modo di esporlo, almeno sul piano esecutivo.

Avete ragione su tutto e trovo i vostri suggerimenti preziosi e, non lo nascondo, sono felice che abbiate sottolineato alcuni aspetti a cui tenevo, 2 in particolare: la lentezza della esecuzione (che permette di carpire i fraseggi con più facilità, dal momento che io credo moltissimo nel "tirare giù ad orecchio" la musica, oltre alle tablature, partiture e tutorial vari, ma forse perché ho quasi 50 anni..) e il livello di difficoltà non troppo basso ne troppo alto (poiché non è ai principianti assoluti soltanto che dirigo il mio lavoro di insegnamento).

Verissimo che bisognerebbe essere più capaci con la tecnologia: mettere partiture, sottotitoli, tablature..etc... e questo è di certo un mio limite. Non ne sono ancora capace ma, soprattutto, non so se ne avrò mai realmente la motivazione a farlo.

Io credo davvero nella relazione socratica tra discente e alunno, che prevede un contatto empatico, una relazione affettiva e di fiducia, che si costruisce con un contatto umano.
Quindi questa breve esperienza mi è servita per capire molte cose e per vedere come ci si pubblicizza oggi. Ma non credo farà per me.
Ho scoperto, obtorto collo, che è possibile fare un buon lavoro di docenza anche in video lezione, da un anno a questa parte ho svariati alunni che non ho mai incontrato personalmente ma, con i quali, ho costruito un bel rapporto umano, che da risultati efficaci sul piano dell'apprendimento.

Insomma grazie ancora, avevo necessità di qualche impressione che non fosse solo un like o poco più.
Avrò ancora da riflettere.

Buona giornata a tutti. roberto
roberto

"Libertà l'ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato"


Max Maz

Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)


Bedrock

Possibile mi sia perso i tuoi video?  :-\
Questo era un argomento che abbiamo appena accennato e che avremmo dovuto approfondire.
Vediamo se ci riusciamo a rivedere.
Per dirti qualcosa mi devo andare a vedere le pills, mica si legge un libro dalla fine  :D
Lo sai che mi piaci, come divulgatore che avevo capito  :-\

nihao65

Seguo la discussione con molto interesse
Non mi esprimo, per incompetenza, sulla metodologia,  ma di sicuro andrò a guardare qualche tuo video. :reallygood:
Già il materiale che mi avevi gentilmente girato in precedenza è di grande aiuto  :thanks:

Ombra/luce

Diciamo che ci sono tutorial e tutorial e non è per forza detto che tutti i tutorial debbano essere adatti a tutti, chitarristi in erba compresi perchè certe spiegazioni obbligano ad avere delle basi dietro. Questo è un pò il problema dell'essere autodidatti basandosi sui tutorial su internet, per via che non è difficile imbattersi in cose che finiscono poi per riempire la testa di concetti, facendosi più male che bene.
Per quanto riguarda i video dipende da cosa sto guardando perchè certi video tutorial impongono degli zoom dettagliati su dove vanno le dita, tipo i tutorial su come suonare degli assoli o di certi lick particolari, altri no, perchè magari presuppongono delle basi che, quando le si hanno, portano a immediata comprensione di quel che l'insegnante sta facendo.
Il video in questione trovo che non richieda per forza zoom vari o spiegazione nota per nota, però richiede le basi per comprendere al meglio, non è per chiunque, è per chi sta dentro nella chitarra blues e cerca spunti per perfezionarsi.

Comunque sia, negli ultimi tempi sto iniziando ad amare le pause agli stessi livelli dei fraseggi, ebbene si, quei momenti in cui il plettro non suona perchè anche le pause sono forma di espressione, se valutate con cognizione di causa.
Ut queant laxis

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