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Dillo con le tue note

Aperto da Moreno Viola, 11 Ottobre, 2012, 11:22 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

Moreno Viola

Ciao a tutti. Avrei bisogno di un consiglio.
Partiamo da un presupposto. Alla maggior parte di voi quello che sto per chiedere susciterà minimo un sorrisino, ma con le dovute proporzioni credo di poter dire che il problema che vorrei risolvere ostacola più o meno chiunque metta le mani su uno strumento.
Mi spiego:
ieri sera ho consumato il mio abituale appuntamento settimanale con il "mio" gruppo. Siamo in tre, chitarra, basso e batteria.
Proviamo da poco tempo anche se suoniamo insieme in esperienze diverse da anni.
Ma andiamo al punto.
Tutti i gruppi iniziano scegliendo delle cover da rifare studiandole nei minimi dettagli e fin qui pur con risultati magari non eccellenti non abbiamo grossi problemi, ma ad un certo punto è anche giusto mettere un po' di te all'interno del brano che sei riuscito a rifare. E qui sopraggiungono le difficoltà.
Se improvviso alla fine vengono fuori le solite cose, non dico nulla con le mie note.
Voi come affrontereste il problema?
Se conosco a memoria l'intero vocabolario (non è il mio caso) ma no so mettere insieme una frase, posso dire di saper parlare? Penso proprio di no. Mi affido ai vostri suggerimenti.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


Vu-meter

Grandissimo Moreno !!!  :bravo2: :bravo2: :bravo2:

Bellissimo topic che fa nascere 10.000 spunti di discussione ! :goodpost:


In parte avevo già personalmente tentato di partire con l'argomento improvvisazione , ma purtroppo il tempo mi ha costretto poi a ripiegare su altri argomenti che  "mi rubino" meno tempo .

Comunque, pur non essendo affatto esaustivo ( era un preambolo, figuriamoci quanto possa essere esaustivo ). se ti va di leggerlo, lo trovi QUI .

Stupendo il tuo parallelo con la lingua, lo uso sempre anche io perchè in effetti è proprio così : la musica è un linguaggio e i vari generi potremmo paragonarli a dei dialetti.


Se non ho capito male lo scoglio che vorresti superare è riuscire a dare qualcosa di tuo ai brani, che siano cover oppure no. Questo , fa parte dello studio dell'improvvisazione , che poi può essere usato anche per lo studio della composizione; in fondo quest' ultima non è che la prima " fatta a tavolino " . Improvvisare non è che comporti una difficoltà maggiore rispetto al comporre , perchè in verità si tratta della stessa cosa fatta con molta più calma . Anche qui subentra quello che definiamo "talento" naturale , ossia la predisposizione verso l'uno o verso l'alto o , in rarissimi casi, verso entrambi . Sembra un controsenso ciò che ho appena detto e meriterebbe approfondimenti, ma vorrei evitare di divagare , per adesso .

Torniamo alla "semplice" improvvisazione .

Cosa mi occorre per imparare ad improvvisare ? Le stesse cose che occorrono a chi studia una lingua :

1) studio della lingua a tavolino ( grammatica, analisi logica, ecc.. )
2) stare a contatto con chi la lingua la parla correttamente e fluentemente
3) tanta, tantissima buona volontà


3 ) Partiamo dal fondo : qui nessuno può aiutarti se non te stesso. Cerca e trova in te i motivi validi per fare questo "sacrificio" e non sto esagerando. Per studiare sacrifichi tempo che viene sottratto alle cose più disparate:  amici, famiglia, svago e chissà cos'altro. E' dunque un qualcosa che ha un prezzo, senza dubbio. Organizza il tempo che decidi di dedicare allo studio e attieniti al programma che hai fatto . NON E' facile, perchè tutti siamo portati a fare 2 minuti di esercizi e 58 di assoluto delirio , dietro a cose però, che non apportano nulla che non sia qualcosa che conosciamo già. Occorre lavorare su ciò che non conosci, è questa la sfida difficile e dura ed occorre una grande auto-disciplina per correggere l'indole a distrarsi .

2) Se devo studiare inglese e voglio parlarlo correttamente e fluentemente, devo andare in un paese dove si parla inglese, NON C'E' alternativa . Essere immerso in mezzo a chi parla la lingua, poter ascoltare ed essere obbligato a parlare in quella lingua sono gli stimoli che  daranno al mio percorso una accelerazione straordinaria, oltre a fornirmi un vero e proprio stimolo continuo. In musica questo è relativamente semplice , se non posso andare nella città del rock, nella città del blues, del jazz, o dove vuoi tu, posso però far venire a me quella città , grazie all'uso dei media, ossia ,posso immergermi nella città ascoltando musica che parli la lingua che voglio imparare.
Non è poco, è FONDAMENTALE .
MA come devo fare ? Devo auto-impormi di non "sentire" , ma di ascoltare .
Che faresti se fossi in un paese straniero e altri ti si rivolgessero parlando ?  Quanta attenzione presenteresti ad ogni singolo vocabolo , modo di dire, modo di costruire la frase, ecc ? Poco ? Impossibile. Tutta la tua concentrazione sarebbe proprio sulle parole , sulle frasi, sulle domande, sulla punteggiatura, ecc... dei dialoghi che chi ti sta di fronte ti propone.
Ecco il punto 2 : ASCOLTARE TANTISSIMO  e soprattutto ASCOLTARE !

1) Il primo 1 è quello che implica che hai già raggiunto con te stesso un perfetto accordo con il punto 3 ). Per questo esistono esercizi specifici che ci vengono in aiuto.
Senza dubbio uno di questi è lo studio di cose già fatte da altri, di brani altrui . Qui si integra perfettamente il punto 2 ) . Devo riuscire a ripetere ESATTAMENTE ciò che l'altro dice , nello stesso modo, con la stessa cadenza, accenti, modulazione , che sento fare .
Il "Denghiu" di Buiscardiana memoria non è sufficiente e non devo accontentarmi; devo riuscire a dire " Thank you " con il TH strisciato e senza ricorrere a sotterfugi ( una persona che conosco dice "Fenchiu", convinto di ingannare, ma inganna solo sè stesso ) .
Ci sono poi tutta una serie di esercizi per sviluppare l'arte della improvvisazione che dovevano in effetti lentamente subentrare nel topic che ti ho segnalato sopra. Purtroppo il tempo tiranno non mi ha permesso mai di cominciare a stilarne un elenco .

Anche ora, ho una fretta incredibile e mi accorgo che il tempo a mia disposizione è finito da parecchio . Solo per accennarti qualcosa comunque: sono esercizi atti a sviluppare un senso ritmico e melodico , le due sostanze di cui è fatto il virtuosismo.
Ci sono esercizi per il primo campo ed altri per il secondo .

Appena potrò avere tempo ( perchè credimi, ne occorre moltissimo ) , ne stilerò qualcuno .

Chiedo venia ma al momento sono in ritardo sulla tabella di marcia quotidiana ..



Vu :)
"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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Vigilius

Lo sapevo che VU sarebbe partito in quarta, questo è il suo argomento preferito!
Chitarre: Stratocaster (troppe!)
Amplificatori: un paio e tutti 'casinisti'!
Pedali ed effetti: troppi e spesso inutili!

Citazione di: luvi il 16 Ottobre, 2009, 06:35 PMIl problema è eleggere la strumentazione a "fine", anziché a "mezzo": questo è poco sano, perché l'unico elemento che si finisce per non migliorare siamo noi stessi.


Vu-meter

Perdonatemi l'essere prolisso ma è l'argomento che maggiormente ho approfondito da oltre 30 anni ; è il motivo per cui ho iniziato a suonare e "purtroppo" è molto ampio.

Il tempo è sempre troppo poco !!  :cry2:


Vu :)
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Vigilius

Non criticavo, ma sapevo che saresti 'andato a nozze' su questo argomento; tra l'altro è un argomento interessantissimo, ma anche inesauribile  :sconvolto:
Chitarre: Stratocaster (troppe!)
Amplificatori: un paio e tutti 'casinisti'!
Pedali ed effetti: troppi e spesso inutili!

Citazione di: luvi il 16 Ottobre, 2009, 06:35 PMIl problema è eleggere la strumentazione a "fine", anziché a "mezzo": questo è poco sano, perché l'unico elemento che si finisce per non migliorare siamo noi stessi.


Moreno Viola

Grandissimi voi!!!
Vu ho letto il tuo vecchio topic e condivido in pieno
La proprietà di linguaggio e dei "dialetti" come li hai definiti, secondo me in maniera assolutamente azzeccata, è la pietra angolare per fare il grande passo in avanti.
Eppure la maggior parte dei chitarristi anche molto preparati tendono ad approcciare la questione molto più da un punto di vista teorico, quella scala su quell'accordo, piuttosto che affidarsi alla propria sensibilità. Il problema che poi insegnano in questo modo con il risultato che ci sono tanti cloni spesso bravissimi di Hendrix, Satriani o Knopfler ma pochissimi chitarristi con una propria personalità.
L'abitudine ad attenersi a schemi precostituiti, per mantenere il parallelo con il linguaggio, mi fa venire in mente quelle situazioni dove per esprimere il tuo stato d'animo del momento ci starebbe bene una bella parolaccia e invece sei costretto a mantenere un contegno, però sei in.....to che è diverso dall'essere arrabbiato.
Sono molto interessato agli esercizi che hai intenzione di proporre ma non concordo totalmente con quello che scrivi in questo punto:
CitazioneDevo riuscire a ripetere ESATTAMENTE ciò che l'altro dice , nello stesso modo, con la stessa cadenza, accenti, modulazione , che sento fare .
Il "Denghiu" di Buiscardiana memoria non è sufficiente e non devo accontentarmi; devo riuscire a dire " Thank you " con il TH strisciato e senza ricorrere a sotterfugi ( una persona che conosco dice "Fenchiu", convinto di ingannare, ma inganna solo sè stesso ) .
Penso che sia vero che ci si deve impegnare a pronunciare "Thank you" correttamente e che dire "Fenchiu" sia una posa da sfoggiare e far bella figura con chi ne sa meno di te ma molto più spesso fa apparire presuntuosi e supponenti (e di chitarristi e musicisti in generale con questo atteggiamento ne conosco parecchi), ma siamo sicuri che il "Denghiu" di Biscardi sia così lontano dal concetto di libera interpretazione?
Voglio dire se ancora oggi ne parliamo, non vuol dire che in qualche modo quella cattiva pronuncia e diventata una specie di marchio distintivo?
Mi rendo conto che posto in questo modo il concetto può sembrare un po' forzato ma credo che sia giusto applicare una certa elasticità alla questione. Io vorrei riuscire alle volte a non vergognarmi di pronunciare "Denghiu" invece che sottostare a regole che limitano la creatività.
E' vero che un approccio del genere può portare a suonare un po' a caso perchè tanto si è giustificati dall'impeto creativo, ma sono sicuro che un orecchio ben allenato riuscirebbe a dosare le "licenze poetiche" in maniera gradevole.
L'importante, anzi fondamentale è avere quel minimo di orecchio che ci permette di giudicare se quello che stiamo facendo funziona o no.
Mi viene in mente un altro parallelo linguistico:
mia figlia quando cominciava a esprimere le prime parole, come ovvio non riusciva a pronunciarle correttamente. Se però ripetevo le parole allo stesso modo, lei mi correggeva ripetendo la parola a suo modo.
Secondo me il suo orecchio le permetteva di percepire la differenza ma il suo apparato vocale ancora poco allenato non le permetteva di pronunciare la parola anche se era convinta del contrario, tanto da correggermi.
Con il tempo però l'orecchio si affina, il mezzo vocale fa altrettanto e piano piano i bambini imparano a parlare correttamente (tranne Biscardi).
Nella musica credo che sia più o meno la stessa cosa. Inizialmente non si riconoscono gli intervalli, le radici degli accordi, per non parlare dei legati o dei bending, poi a forza di mettere mano allo strumento e orecchio all'altoparlante si migliora.
Però sarebbe bello quando serve concedersi la libertà espressiva di uscire dalla gabbia del "si deve fare così".
In questo senso per me la strada è lunga e in salita, ma mi trasmettete un entusiasmo che pensavo non sarebbe mai tornato.
Ve lo dico sinceramente: siete fantastici.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


Vu-meter

Citazione di: Moreno Viola il 12 Ottobre, 2012, 12:45 AM

Sono molto interessato agli esercizi che hai intenzione di proporre ma non concordo totalmente con quello che scrivi in questo punto:
CitazioneDevo riuscire a ripetere ESATTAMENTE ciò che l'altro dice , nello stesso modo, con la stessa cadenza, accenti, modulazione , che sento fare .
Il "Denghiu" di Buiscardiana memoria non è sufficiente e non devo accontentarmi; devo riuscire a dire " Thank you " con il TH strisciato e senza ricorrere a sotterfugi ( una persona che conosco dice "Fenchiu", convinto di ingannare, ma inganna solo sè stesso ) .
Penso che sia vero che ci si deve impegnare a pronunciare "Thank you" correttamente e che dire "Fenchiu" sia una posa da sfoggiare e far bella figura con chi ne sa meno di te ma molto più spesso fa apparire presuntuosi e supponenti (e di chitarristi e musicisti in generale con questo atteggiamento ne conosco parecchi), ma siamo sicuri che il "Denghiu" di Biscardi sia così lontano dal concetto di libera interpretazione?
Voglio dire se ancora oggi ne parliamo, non vuol dire che in qualche modo quella cattiva pronuncia e diventata una specie di marchio distintivo?



Mi rendo conto di essermi espresso male ( 'naggia la fretta !  :angry2: ) . In realtà lo studio dell' improvvisazione è proprio qualcosa come lo intendi tu : lasciami la massima libertà espressiva. E' proprio quello a cui puntare. Per poterlo fare, per poter scegliere al volo se dire "denghiu", "thank you" o "fenchiu", devo aver fatto a monte l'esercizio : ripetere ESATTAMENTE i tre termini , proprio come sono nella mia mente, cercando ( e qui la parte difficile ) di estrapolare tutte le info che il mi ocervello lega a qualla "parola" o frase musicale, senza accontentarmi di andarci vicino, ma copiando pari pari ciò che la mia mente crea come accenti, pause, tempo , modulazione, intonazione .
Se faccio questo avrò la massima libertà espressiva di scelta . Se invece sono legato solo a "denghiu" , perchè non so fare altro, mi perderò le altre possibilità. A me poi scegliere la parola che mi farà fare un discorso "spocchioso" ( pronuncia perfetta ) , simpatico ( biscardi's way ) oppure un po' goffo ( mio amico ) .

Quello che io intendeva era l'esercizio , prima di tutto mentale, di "ascoltare la frase musicale nella propria mente" molto attentamente per poi cercare di rifarla uguale dapprima, di modificarla a piacimento " scherzandoci su " e giocherellando, poi .

Esempio : se vado in un paese straniero ed ho una conoscenza limitata della lingua, non avrò modo di esprimere ESATTAMENTE i miei pensieri , mi affiderò a qui pochi vocaboli che ho conosciuto e cercherò di mettere insieme delle frasi che a volte risulteranno ridicole agli ascoltatori, a volte addirittura incomprensibili. Sarebbe molto diverso se potessi scegliere , come faccio nella mia lingua madre di storpiare una parola per renderla simpatica oppure giocare sul doppio senso di un termine. Per far questo ho dovuto acquistare una buona conoscenza di modi di dire , di parole , di frasi nel loro esatto senso compiuto; ora posso dedicarmi a "deturparle" per renderle personali e simpatiche . :laughing:

Per poter far questo, a monte ho avuto un insegnamento preciso, ricco di esercizi pratici e mentali dove ho imparato i significati, la corretta pronuncia, l'uso nel contesto , ecc.. di una certa parola.

Spero di essere riuscito a spiegare ( mamma miaquanto è difficile digitando e non parlando ) tra :
1 - l'esercizio
2- il parlare fluente

L'esercizio sembrerà limitante, ma in realtà è la chiave di volta per aprire il mondo alla personalizzazione .

Perchè ? Perchè l'esercizio mi permetterà di prendere la massima confidenza con la tastiera, le scale, la melodia e potrò arrivare a sapere ancor prima di far suonare una nota, come suonerà nel contesto ; che sapore avrà, che senso darà al mio discorso e dove lo porterà . Proprio come faccio con la lingua parlata senza doverci più pensare troppo.


Un primissimo esercizio è questo : suona perfettamente a come ce l'hai in testa ( e per avercela basta ascoltare qualcosa ) un semplice brano qualsiasi . Scegli tu : da " tre porcellini " alla nona di Beethoven , qualsiasi cosa ( io in questo periodo sto strippando con la sigla di casa vianello e mi manca ancora la parte finale, ad esempio  ).

Copialo in TUTTO. Pause, uso del tempo, dinamica , accenti devono essere identici . Fatto ? Adesso personalizzalo . Come potrebbe suonare più piacevole a te ? manca una pausa ? una nota ? un accento diverso ?

Fatto ? adesso fai l'analisi logica : cosa hai fatto ? in quali scale rispetto agli accordi ? Perchè ti è piaciuto ? Perchè suona quadrato o perchè suona strano ? Quale nota o passaggio ti sembra che sia il fulcro di tutto ? Come potresti usarlo in altri contesti e rendere la stessa sensazione ?


Questa la base dello studio dell'improvvisazione. Devo davvero fare l'esercizio così e devo davvero farmi le domande .


Citazione di: Moreno Viola il 12 Ottobre, 2012, 12:45 AM
L'importante, anzi fondamentale è avere quel minimo di orecchio che ci permette di giudicare se quello che stiamo facendo funziona o no.
Mi viene in mente un altro parallelo linguistico:
mia figlia quando cominciava a esprimere le prime parole, come ovvio non riusciva a pronunciarle correttamente. Se però ripetevo le parole allo stesso modo, lei mi correggeva ripetendo la parola a suo modo.
Secondo me il suo orecchio le permetteva di percepire la differenza ma il suo apparato vocale ancora poco allenato non le permetteva di pronunciare la parola anche se era convinta del contrario, tanto da correggermi.
Con il tempo però l'orecchio si affina, il mezzo vocale fa altrettanto e piano piano i bambini imparano a parlare correttamente (tranne Biscardi).
Nella musica credo che sia più o meno la stessa cosa. Inizialmente non si riconoscono gli intervalli, le radici degli accordi, per non parlare dei legati o dei bending, poi a forza di mettere mano allo strumento e orecchio all'altoparlante si migliora.
Però sarebbe bello quando serve concedersi la libertà espressiva di uscire dalla gabbia del "si deve fare così".


Esattissimo !!! :yeepy:  :bravo2:

Sentirai spesso dire ad alcuni chitarristi : "sono stonato" . In realtà la maggior parte di loro non è affatto stonata ( per stonato si intende una persona che non avverte i toni nè gli intervalli, che se gli suono Do non saprà rifarlo con la bocca e se gli suono un passaggio Do - Mi o se gli suono un Do - Sol , non avverte differenze. Questo è uno stonato e NON uno che non sa cantare, che è un altro discorso ) .

In realtà dicevamo , chi suona ha sviluppato l'orecchio e non può essere stonato . L' unico modo per essere stonato e poter suonare è affidare la musica agli occhi anzichè agli orecchi e suonare per schemi visivi . Ho avuto alunni realmente stonati ed ora non suonano più. Per forza, la parte divertente del suonare è data dall'ascolto . Se limito le mie conoscenze allo studio visivo della tastiera senza sviluppare l'intonazione, non saprò mai creare musica se non quella imparata a pappagallo con schemi e posizioni . Se poi mi bendano, sono rovinato . Chi suona non è così .



Citazione di: Moreno Viola il 12 Ottobre, 2012, 12:45 AM

In questo senso per me la strada è lunga e in salita, ma mi trasmettete un entusiasmo che pensavo non sarebbe mai tornato.


Lo studio dell'improvvisazione accenderà in te nuove passioni , divertimento e tanta voglia di sperimentare. te lo consiglio proprio . Un primo esercizio se così lo vogliamo definire ce lo hai già .

Attacca e fermati quando avrai finito le idee musicali !  :guitar:


Ps: grazie per i complimenti , tutto merito degli utenti di questo bello spazio.


:hug2:
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Moreno Viola

Sono daccordo su tutto. Purtroppo non sono mai stato abbastanza disciplinato e oggi me ne pento (pur perseverando con lo stesso identico atteggiamento), ma una certa tendenza al "play before you can" mi perseguita da sempre.
Aggiungi che sono un completo autodidatta e puoi immaginare quanto poco accademica sia la mia "preparazione".
Condivido pienamente il tuo intervento sull'orecchio musicale:
CitazioneSentirai spesso dire ad alcuni chitarristi : "sono stonato" . In realtà la maggior parte di loro non è affatto stonata ( per stonato si intende una persona che non avverte i toni nè gli intervalli, che se gli suono Do non saprà rifarlo con la bocca e se gli suono un passaggio Do - Mi o se gli suono un Do - Sol , non avverte differenze. Questo è uno stonato e NON uno che non sa cantare, che è un altro discorso ) .
Il fatto stesso di dire di essere stonato implica che tu non lo sia. Il vero stonato è quello che pur non prendendo una nota e convinto di suonare correttamente. Mi sono capitati anche dei cantanti che nonostante le critiche di chi li ascoltava, erano talmente presuntuosi (e sordi) da accusare chi esprimeva giudizi negativi di non capire niente di rock?!?!
Se ritieni di essere stonato vuol dire che il mezzo, che siano le tue dite o le tue corde vocali non sono ancora abbastanza allenate da permetterti di eseguire quella frase, e sicuramente con l'esercizio e la costanza supererai l'ostacolo. Effettivamente prima di essere dei buoni esecutori bsognerebbe essere dei buoni ascoltatori.
Prometto che stasera mi metterò ad esercitarmi seriamente. Quindi resisterò alla scimmia che mi è presa da qualche giorno di leggere e scrivere su questo forum (anche se mi hanno detto che ogni tanto bisognerebbe anche dormire).
A presto
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


Vu-meter

Citazione di: Moreno Viola il 12 Ottobre, 2012, 11:41 AM

Sono daccordo su tutto. Purtroppo non sono mai stato abbastanza disciplinato e oggi me ne pento (pur perseverando con lo stesso identico atteggiamento), ma una certa tendenza al "play before you can" mi perseguita da sempre.
Aggiungi che sono un completo autodidatta e puoi immaginare quanto poco accademica sia la mia "preparazione".


In questo forse il forum può aiutarti, un po' con le info della sezione didattica e un po' magari don qua,che domanda che risponda a qualche tuo dubbio, non vergognarti a chiedere , tutti abbiamo chiesto a qualcuno ieri o oggi . L'unica cosa che ti tocca fare da solo è il famoso punto 3 ) e lì dovrai essere severo con te stesso, io studio da 30 anni ed ancora devo disciplinarmi ...  :D


Citazione di: Moreno Viola il 12 Ottobre, 2012, 11:41 AM

Condivido pienamente il tuo intervento sull'orecchio musicale:
Il fatto stesso di dire di essere stonato implica che tu non lo sia. Il vero stonato è quello che pur non prendendo una nota e convinto di suonare correttamente. Mi sono capitati anche dei cantanti che nonostante le critiche di chi li ascoltava, erano talmente presuntuosi (e sordi) da accusare chi esprimeva giudizi negativi di non capire niente di rock?!?!
Se ritieni di essere stonato vuol dire che il mezzo, che siano le tue dite o le tue corde vocali non sono ancora abbastanza allenate da permetterti di eseguire quella frase, e sicuramente con l'esercizio e la costanza supererai l'ostacolo. 


Non sai quanto ti capisca .. anche a me è successo qualcosa di simile .. contenti loro .. D'accordissimo su tutto il resto !  :mypleasure:


Citazione di: Moreno Viola il 12 Ottobre, 2012, 11:41 AM

Prometto che stasera mi metterò ad esercitarmi seriamente. Quindi resisterò alla scimmia che mi è presa da qualche giorno di leggere e scrivere su questo forum (anche se mi hanno detto che ogni tanto bisognerebbe anche dormire).

A presto

:laughing: :laughing: :laughing:

Coraggio ! SI tratta di fare uno sforzo per te stesso, che ti porterà enormi benefici . Siamo con te !  :mypleasure: :hug2:




Vu :)
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