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Cover e metodo di approccio alle difficoltà tecniche

Aperto da Moreno Viola, 16 Ottobre, 2013, 11:01 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

Moreno Viola

Perdonatemi il titolo un po' cervellotico  :uhm: , ma semplicemente mi domandavo:
come affrontate le cover che suonate con il vostro gruppo?
Cercate di eseguirle perfettamente uguali o preferite un arrangiamento personale?
Io sono per la seconda opzione e so che buona parte di voi condivide questa scuola di pensiero.
Ultimamente però mi rendo sempre più conto che nel mio caso, essendo tutt'altro che preparato tecnicamente, sta diventando un po' un'arma a doppio taglio, nel senso che adattando i pezzi, spesso evito tutte le difficoltà che invece dovrei affrontare per crescere e sono anche costretto a scartare alcuni brani che magari mi piacerebbe rifare, ma che hanno parti troppo peculiari per poter essere evitate.
Voi cosa fate di fronte a difficoltà di questo genere?
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


Vu-meter

Secondo me dobbiamo dividere il discorso in due :

- come affrontare una cover in maniera "fotocopia"

- come affrontare una cover personalizzandola


Io sono più per la seconda opzione e sono abituato a riarmonizzare i brani, trovo che sia davvero la parte più divertente in assoluto.
Ecco perchè, è facile non ricalcare l'originale ...

Se ci sono delle parti che devo per forza rifare identiche ( per molti motivi ) , le rifaccio senza pensarci troppo su, altrimenti , se possibile, mantengo l'identità del passaggio, ma mi riservo di mettere mano anche a quelle parti che sarebbero quelle identificative del pezzo, fermo restando che lo "snaturamento" non deve inficiare sulla riconoscibilità .

Vu :)

"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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NitroDrift

io invece sono dell'idea che se si vuol fare una cover " personalizzata " bisogna conoscere " bene " l'originale ... una volta che si è imparato a suonar bene la versione " originale " ci può permettere di riarrangiarla con la consapevolezza dell'originale, se no appunto si rischia che invece di personalizzarla si fa solo una semplificazione della canzone

Vu-meter

Citazione di: NitroDrift il 16 Ottobre, 2013, 11:42 AM
io invece sono dell'idea che se si vuol fare una cover " personalizzata " bisogna conoscere " bene " l'originale ... una volta che si è imparato a suonar bene la versione " originale " ci può permettere di riarrangiarla con la consapevolezza dell'originale, se no appunto si rischia che invece di personalizzarla si fa solo una semplificazione della canzone

Sì, onestamente questo lo davo per scontato ..  :ookk:

Vu :)
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Moreno Viola

Sono d'accordo che conoscere perfettamente l'originale sia assolutamente obbligato, ma non che sia necessario imparare a suonarlo esattamente uguale, altrimenti manderemmo alle ortica quasi tutto il rock.
Credo che nessuno dei più grandi chitarristi o musicisti in generale si sia mai preoccupato di rifare un brano in modo identico all'originale. Poi nel jazz il concetto si estremizza ancora di più.
Però quello che mi interessava sapere è quali sono le misure che prendete quando in un brano che avete deciso di interpretare c'è una parte irrinunciabile ma magari eseguita con un tapping articolatissimo o con un sweep funambolico (sono esempi estremi tanto per rendere l'idea) che non rientra nelle vostre capacità.

Chi semina vento, raccoglie tempesta.


PaoloF

A mio avviso, se un chitarrista affronta una cover spesso (non sempre) lo fa perchè quel particolare brano gli piace, e probabilmente gli piacerà anche lo stile chitarristico di chi esegue il pezzo.
Quindi, partendo da questo presupposto, se il chitarrista in questione "evita" certi passaggi, o riarrangia certe parti per proprie mancanze, secondo me, sta perdendo un'occasione per migliorare; mentre se un chitarrista riarrangia un brano per farlo proprio, ma è padrone del pezzo e delle sue difficoltà, allora è totalmente un altro tipo di approccio.
In questi giorni sto studiando Cambio dei Negrita: devo far rendere il pezzo anche con una sola chitarra, ma mi sono imposto inizialmente di cercare di suonare le parti soliste il più fedele possibile, in modo da imparare nuove frasi, ed eventualmente superare certe barriere.
Poi una volta che avrò preso sicurezza nell'esecuzione, probabilmente ci metterò del mio.
In questo modo, dovrei sommare i benefici di entrambi gli approcci: "didattico" e "artistico".
Tutto ovviamente IMHO.

Vu-meter

Citazione di: Moreno Viola il 16 Ottobre, 2013, 01:52 PM
Sono d'accordo che conoscere perfettamente l'originale sia assolutamente obbligato, ma non che sia necessario imparare a suonarlo esattamente uguale, altrimenti manderemmo alle ortica quasi tutto il rock.
Credo che nessuno dei più grandi chitarristi o musicisti in generale si sia mai preoccupato di rifare un brano in modo identico all'originale. Poi nel jazz il concetto si estremizza ancora di più.
Però quello che mi interessava sapere è quali sono le misure che prendete quando in un brano che avete deciso di interpretare c'è una parte irrinunciabile ma magari eseguita con un tapping articolatissimo o con un sweep funambolico (sono esempi estremi tanto per rendere l'idea) che non rientra nelle vostre capacità.

Io se una parte non riesco a farla, ma mi rendo conto che non è fondamentale, semplicemente la rimpiazzo con qualcos'altro. Se invece il brano è totalmente poggiato su quella parte, mi sforzo di impararla per un certo periodo ragionevole.. nel caso non riuscissi perchè al di là delle mie capacità, a quel punto, non suono proprio il brano.
Ovviamente stiamo parlando di eseguire delle cose in pubblico ..

Il mio consiglio è : datti un tempo ragionevole per studiare . Trova l'equilibrio tra il dover fare a tutti i costi e il mollare subito perchè non ti viene.

Può darsi che un certo pezzo sia troppo complicato in quel momento, ma appianate certe cose tu sia in grado i suonarlo che so, tra 3 mesi. Prova diteggiature diverse dall'originale per facilitare il compito della sinistra e/o alternative alla pennata alternata per la destra ( potresti pensare di legare delle parti o di fare dei mini sweep picking o altro ).

Vu :)

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Moreno Viola

Condivido il vostro discorso sul compromesso tra creatività e ortodossia, la difficoltà sta nel trovare l'equilibrio tra le due.
Tendenzialmente penso che in generale un brano sia una tela quasi totalmente bianca dove possiamo dipingere quello che vogliamo e credo che grosso modo questo fosse il pensiero di Hendrix, di Page, di Beck, di Gilmour e chi più ne ha più ne metta.
Trovo invece che sia sbagliato quando questo approccio diventa un modo per rendersi la vita facile e evitare le difficoltà.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


nihao65

Premetto che il mio discorso si riferisce prevalentemente all'ambito rock e rockblues: non sono molto d'accordo sul fatto che bisogna conoscere "bene" l'originale, semplicemente perchè nessuno, nemmeno l'artista riesce a rifare un brano esattamente uguale per 2 volte, quindi bisognerebbe stabilire quale è la soglia al di sopra della quale il brano lo si conosce bene.
Io quando approccio un brano, o forse è meglio dire approcciavo  :lol:, l'ho sempre fatto a "orecchio" e questo, ovvio, ha i suoi limiti,che poi sono i miei, ma questo sistema mi ha allenato moltissimo l'orecchio e onestamente non mi sono mai preoccupato molto se nel tal solo faccio esattamente le stesse note nelle stesse posizioni.
Diverso è quando magari il tal brano ti piace, te lo senti suonare in testa continuamente; in questo caso sì, cerco di approfondirne la conoscenza fino a che il mio livello tecnico me lo consente; e poi lo sappiamo, ci sono brani o parti di brano che sono quasi obbligati.

Nihao 

Moreno Viola

Quoto Nihao.
Tutti i nostri beniamini si sono formati consumando le puntine dei giradischi per rifare a orecchio i brani che amavano con tutte le carenze tecniche del caso.
Rimane però il fatto che quando una parte è fondamentale per la riuscita di un pezzo, ci si deve mettere d'impegno e cercare di rifarla e se proprio l'ostacolo dovesse risultare insuperabile, allora è più sensato passare ad altro.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


Vu-meter

Citazione di: nihao65 il 16 Ottobre, 2013, 10:12 PM
Premetto che il mio discorso si riferisce prevalentemente all'ambito rock e rockblues: non sono molto d'accordo sul fatto che bisogna conoscere "bene" l'originale, semplicemente perchè nessuno, nemmeno l'artista riesce a rifare un brano esattamente uguale per 2 volte, quindi bisognerebbe stabilire quale è la soglia al di sopra della quale il brano lo si conosce bene.
Io quando approccio un brano, o forse è meglio dire approcciavo  :lol:, l'ho sempre fatto a "orecchio" e questo, ovvio, ha i suoi limiti,che poi sono i miei, ma questo sistema mi ha allenato moltissimo l'orecchio e onestamente non mi sono mai preoccupato molto se nel tal solo faccio esattamente le stesse note nelle stesse posizioni.
Diverso è quando magari il tal brano ti piace, te lo senti suonare in testa continuamente; in questo caso sì, cerco di approfondirne la conoscenza fino a che il mio livello tecnico me lo consente; e poi lo sappiamo, ci sono brani o parti di brano che sono quasi obbligati.

Nihao

Io posso parlare solo per me stesso, ma credo che con "conoscere bene" il brano non si intendesse la diteggiatura esatta dell'esecutore, ma essenzialmente la struttura esatta degli accordi e l'esatta sequenza di note nella melodia o negli assoli. Questo più che altro come esercizio che per necessità, perchè giustamente si può partire personalizzando direttamente senza conoscere a menadito l'originale.
Come esercizio però è straordinario sia per l'orecchio che per le mani .. Ammetto che spesso rinuncio anche io per motivi di tempo e di voglia e parto in diretta con personalizzazioni varie ..  :facepalm2:


Vu :)
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"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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PaoloF

Sono d'accordo sul fatto di darsi un limite temporale entro il quale riuscire ad imparare le parti ostiche: se proprio non si riesce a suonarle, meglio lasciare momentaneamente da parte il brano, e tornarci sopra una volta che le proprie capacità saranno aumentate.
Magari ogni tanto lo si può riprendere in mano, in modo da non scordare le parti, e in più può essere un buon metodo per "misurare" l'avanzamento dei lavori.
Poi, come detto, ci sono generi che si prestano maggiormente alla personalizzazione: i chitarristi citati, bene o male, si sono formati sul blues, e quindi in quel caso largo spazio alla fantasia.
In ogni caso i temi classici, più che essere rivisitati, venivano abbelliti con passaggi leggermente più complessi rispetto agli originali, mi viene in mente Hideaway nelle versioni di Clapton in "Beano" o di SRV. Difficilmente si faceva un passo indietro, semmai uno in avanti...
Tutto IMHO...

nihao65

Citazione di: Vu-meter il 18 Ottobre, 2013, 08:47 AM
Io posso parlare solo per me stesso, ma credo che con "conoscere bene" il brano non si intendesse la diteggiatura esatta dell'esecutore, ma essenzialmente la struttura esatta degli accordi e l'esatta sequenza di note nella melodia o negli assoli. Questo più che altro come esercizio che per necessità, perchè giustamente si può partire personalizzando direttamente senza conoscere a menadito l'originale.
Come esercizio però è straordinario sia per l'orecchio che per le mani .. Ammetto che spesso rinuncio anche io per motivi di tempo e di voglia e parto in diretta con personalizzazioni varie ..  :facepalm2:


Vu :)


Sì in effetti quando mi riferivo alla conoscenza del brano intendevo proprio quello che tu hai spiegato in modo diverso (più chiaro). :inchino:

Nihao





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