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Mantenere pieno e carico il suono

Aperto da Alpha, 22 Marzo, 2016, 03:52 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Alpha

Ciao a tutti,
non so se sia la sezione giusta...
Domandona... in teoria dovrei iniziare a far parte di un TRIO composto da chitarra basso e batteria. Ok fi qui tutto ok... solo che non capisco una cosa?
Oltre a tutti i gruppi che hanno questi tre strumenti più voce (che farei io ed il bassista a turno) ho guardato su YouTube un po' di cover...
Alcuni quando la chitarra suonava dei riff o degli assoli i suono rimaneva comunque pieno... in altri si sentiva che il tutto si "svuotava"...
Ho notato che dove il suono rimaneva carico il basso faceva dei giri più complessi... è questo il segreto? Far fare al basso dei riff o comunque dei giri che riempiono, o serve altro?
Grazie a tutti!
Non è detto che tutto ciò che conta può essere contato. E non è detto che tutto ciò che può essere contato conta! - A.Einstein

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Stevie J

Secondo me la questione è un po' più complessa e non si risolve solo con il "far fare dei giri al bassista". IMHO per un tappeto sonoro bello pieno ci sono varie cose da tenere in considerazione, non ultime l'ambiente in cui si suona e la qualità della strumentazione. Poi serve anche una buona mano, dei musicisti con un ottimo orecchio (e una buona preparazione) e forse più di tutto un'ottima amalgama del gruppo. Mai sentito frasi tipo "quella band ha un bel groove", ecco, quella è un'altra cosa da sviluppare. Chiaro che una seconda chitarra aiuterebbe a riempire, ma se i musicisti non son bravi l'effetto vuoto è inevitabile.

Non so a che livello tu ti trovi, né tanto meno gli altri della band, ma con un po' di lavoro e dedizione non c'è limite quindi, buon lavoro!  ::)

PS
Dipende anche dal pezzo in questione, se originariamente era stato pensato come brano per due chitarre, trasporlo ad una chitarra sola potrebbe facilmente portare a questo rischio, sta ai musicisti di turno studiare qualcosa per sopperire a questo effetto vuoto. Io ad esempio, in un vecchio trio rock, mi appoggiavo spesso alla loop station: quando il solo era sugli stessi accordi del ritornello, campionavo la chitarra ritmica nel giro prima che iniziasse e poi lo mandavo in loop.


Moreno Viola

Credo che il segreto per avere una presenza costante all'interno del mix sia quello di fare in modo di coprire costantemente tutto lo spettro di frequenze, ovviamente con l'aiuto degli altri componenti della band, lavorando sui toni e quindi sulla banda che deve occupare ogni singolo strumento in ogni fase del brano.
Tendenzialmente è un lavoro che in un ambito strettamente rock riguarda più il chitarrista che occupa un range più ampio e che ha più facilità di elaborare la propria eq per mezzo dei pedali, ma può interessare anche il bassista.
Purtroppo è più facile attaccare il jack e iniziare a suonare ma dedicare un quarto d'ora a questo aspetto, porterebbe solo a grandi soddisfazioni.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


Grand Funk

Io sono un amante della formazione a tre ( chitarra, basso e batteria ) puoi vedere dall' avatar il mio gruppo di riferimento, negli anni '70 per quanro riguarda l' hard rock e rock-blues era la più diffusa, non c' era l' elettronica di ora ad aiutarti, al limite un distorsore e un wah-wah, come dice Moreno cercate di curare bene il mixaggio degli strumenti, ma un aspetto fondamentale è l' approccio allo strumento singolo, tutti dovete ( come si suol dire ) " pedalere !!! " e tanto.... dovete dare tutto grinta e tecnica, il batterista deve usare molto i piatti, il bassista deve avere un suono pieno al limite della saturazione e la chitarra deve lavorare sia di spada che di fioretto, deve avere un suono diretto e pieno senza tanti effetti ( che  " mangiano " il suono e basta ) un paio di distorsori e basta.... è solo un parere di un vecchio rokkettaro  :oldguitar: 

mimmo

Amo anche io i trio, però non ritengo fondamentale la botta, quello che conta per me é l'interazione e l'intreccio basso-batteria e basso-chitarra con fini diversi.
Nel primo é fondamentale il tiro, nel secondo il discorso e l'alternanza-raddoppio tra i due.
I miei 2 cent

Moreno Viola

Credo che quella sensazione di vuoto alla quale si riferisce Alpha, non abbia a che fare con la capacità dei singoli musicisti di "compensarsi" dal punto di vista armonico/melodico, anzi una cosa spesso sorprendente è che un buon trio funziona anche suonando "poco".
A mio parere questo è proprio dovuto alla concezione della formazione ristretta in funzione quasi orchestrale, dove non è importante riempire lo spartito, ma coprire l'intero spettro uditivo posizionando ogni strumento nel posto giusto, eventualmente alternandosi nel riempire gli spazi vuoti.
Mi ripeto, ma sono piuttosto sicuro che l'equalizzazione "corretta" abbia un ruolo fondamentale per raggiungere questo obbiettivo.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


attca

Penso che suonare in trio sia la sfida perfetta per il chitarrista. Ti obbliga a ragionare sulla forma "canzone" ed inizi a cercare il modo migliore per arrangiarla per far si che il pezzo giri bene ed abbia un bel groove. Iniziare ad ascoltare e studiare chitarristi che sappiano accompagnare in trio è un esercizio fondamentale. Hendrix con la sua capacità di "espandere" gli accordi con le scale e arpeggi, Robben Ford e i vari bluesman che usano accordi senza tonica per arricchire la parte armonica... sono i primi esempi che mi vengono in mente. Non esiste una ricetta standard per trovare ciò che cerchi: a volte funziona doppiare all'unisono il riff di basso, a volte funzionano gli slash cords, a volte un arpeggio... Ed è proprio questa la parte più bella di suonare in trio! Stare in sala prove e dannarsi finché tutto non funziona.


maestro ciminiera

Dico la mia? Io ho suonato pochissimo in trio basso, batteria e chitarra, ma la pienezza del suono dipende moltissimo da due fattori, sezione ritmica e repertorio. Primo fattore, la sezione ritmica non può essere piatta, se basso e batteria non sottolineano i diversi momenti del brano la sensazione di vuoto che si prova quando la chitarra non fa la ritmica ma il solo, diventa enorme. Seconda cosa, se i brani prevedono che a chitarra suoni accordi piuttosto che riff il problema diventa evidente. Come dice Moreno una giusta equalizzazione aiuta, così come il controllo del volume della chitarra, ma non risolve.

PaoloF


Vu-meter

"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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Moreno Viola

Fondamentalmente ho detto la mia, ma mi metto in coda dietro al gruppo di quelli che seguono con interesse.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


mimmo

Ribadisco l'importanza del dialogo tra strumenti che deve essere percepito dal quarto strumentista, il pubblico.
Ritengo più importante far crescere questo interesse, quasi fosse teatro, piuttosto che concentrarsi troppo su concatenazioni e frequenze.
Senza negarne ovviamente l'importanza

maestro ciminiera

Mimmo quello che dici è giusto, ma vale per qualunque formazione e qualunque genere. Tuttavia il problema posto da Alpha,  per me, riguarda il fatto che quando la chitarra suona dei riff o degli assoli spesso il suono si "svuota". Secondo la mia esperienza diretta questo dipende molto dal modo di suonare della sezione ritmica. Recentemente ho avuto modo di suonare alcune volte in trio, un paio con il mio solito gruppo, dove di solito siamo due chitarre, e in effetti il suono durante i soli era spesso vuoto; questo perché siamo abituati a suonare in quattro e la batteria suono molto piatta, sempre uguale, e il bassista si appoggia molto sulle chitarre. un paio di altre volte ho suonato in trio, in sostituzione di un altro chitarrista, con gente abituata a questo tipo di formazione, e la sensazione di vuoto durante i soli era meno presente, per la loro capacità di variare il tiro durante i soli e per il fatto che il bassista era molto presente con giri armonici più estesi. Aggiungo anche che in trio il chitarrista deve fare dei soli "ritmici", evitando note lunghe, almeno nei brani veloci.
Ovviamente è la mia opinione e non c'è polemica. :cheer:


Grand Funk

Citazione di: maestro ciminiera il 23 Marzo, 2016, 02:50 PM
Mimmo quello che dici è giusto, ma vale per qualunque formazione e qualunque genere. Tuttavia il problema posto da Alpha,  per me, riguarda il fatto che quando la chitarra suona dei riff o degli assoli spesso il suono si "svuota". Secondo la mia esperienza diretta questo dipende molto dal modo di suonare della sezione ritmica. Recentemente ho avuto modo di suonare alcune volte in trio, un paio con il mio solito gruppo, dove di solito siamo due chitarre, e in effetti il suono durante i soli era spesso vuoto; questo perché siamo abituati a suonare in quattro e la batteria suono molto piatta, sempre uguale, e il bassista si appoggia molto sulle chitarre. un paio di altre volte ho suonato in trio, in sostituzione di un altro chitarrista, con gente abituata a questo tipo di formazione, e la sensazione di vuoto durante i soli era meno presente, per la loro capacità di variare il tiro durante i soli e per il fatto che il bassista era molto presente con giri armonici più estesi. Aggiungo anche che in trio il chitarrista deve fare dei soli "ritmici", evitando note lunghe, almeno nei brani veloci.
Ovviamente è la mia opinione e non c'è polemica. :cheer:

:quotonegalattico:

Io invece, ho suonato ( e suono ) molto nella formazione in trio come chitarrista e come bassista, perciò ritengo di avere una certa esperienza in merito..... ( senza presunzione ) il punto cruciale della questione è proprio quando il chitarrista esegue degli assoli, il bassista e il batterista devono " pedalare " più forte ( o remare.... come preferite ) devono creare un tappeto sonoro più compatto, nel gruppo dove suono il basso questo avviene sistematicamente, ormai con il batterista c'è un ottimo affiatamento ( suoniamo insieme da molti anni ) come ho segnalato all' inizio del post concordo totalmente con " maestro ciminiera " sul modo di suonare del chitarrista al momento dell' assolo, deve essere sopratutto un assolo molto ritmico magari " sporcato " ogni tanto con dei bicordi, " grattate " ecc. chi più ne ha più ne metta
Ripeto il mio gruppo di riferimento in merito come compattezza e ritmica d' insieme, sono i Grand Funk R. più dei mitici Led Zeppelin e Black Sabbath ( che amo ! ) tecnicamente non erano dei mostri ( anzi... ) ma avevano un ritmo pazzesco e il loro sound era " sporco " molto garage ( basta ascoltare il suono della chitarra di Mark Farner ) Alpha l' ascolto del loro " Live Album " del 1970 è d' obbligo, infatti proprio dal vivo riuscivano a dare il meglio di loro, anche il " Live Tour 1971 " non è male, metto questo ritaglio di critica su di loro, secondo me è molto esplicito e inerente al topic.  ::)

La tecnica (?): hard, soul, blues e basso profundus



Grand+Funk+Railroad+GrandFunkDiciamolo subito così da toglierci il pensiero: per chiunque suoni il basso e/o ami il suono di questo strumento, l'ascolto dei GFR è assolutamente imprescindibile. E non tanto per le qualità tecniche di Mel Schacher, buone ma non particolarmente eccelse, bensì per il ruolo di presenza dominante che il trio del Michigan è riuscito a ritagliare per questo strumento, che pur non assurgendo mai a un ruolo veramente solista riesce ad essere mostruosamente invadente con il suo timbro "spugnato" e macinante, diventando il tratto caratteristico dominante delle eccessività sonore della band. Don Brewer è invece un batterista preciso e "picchiatore" come si addice ad una formazione di hard rock triangolare. A volte indugia troppo sulle rullate veloci che infila dappertutto risultando un pò stucchevole, ciò nonostante è il batterista giusto per il gruppo giusto, essenziale per l'economia sonora dei tre. Inoltre Brewer è anche un ottimo cantante, con corde vocali impregnate di soul, anche se il suo contributo come singer sarà ovviamente sempre molto limitato di fronte allo strapotere vocale di Mark Farner. Quest'ultimo, oltre a cantare, è il compositore principale del gruppo, suona le chitarre, e occasionalmente armonica e tastiere. Come strumentista anch'egli non spicca per virtuosismo nè per un gusto originale o particolare; la sua chitarra è sferragliante, debordante ed eccessiva, in compenso come cantante possiede una delle voci più belle del rock di quegli anni. Voce di rara potenza e dalla dizione limpida e chiara, più calda e pastosa di quella di un Robert Plant, che riesce a raggiungere vette inarrivabili di estensione vocale con estrema facilità pur senza cadere nei gigionismi isterici di un Ian Gillan. Il miracolo è che i tre si amalgamano alla perfezione facendo sì che la somma sia infinitamente superiore alle parti che la compongono.

Grand Funk

Alpha, ascolta questo brano dei Grand Funk è abbastanza lungo ma nella parte finale secondo me c'è tutto il succo della questione, in particolare guarda il lavoro del batterista e l' assolo del chitarrista.... tutto ritmo, accordi qualche fraseggio e " zozzerie " varie..... considera che siamo nel 1970.....  :etvoila:


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