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Classifica difficoltá/facilitá chitarre

Aperto da shezlacroix, 03 Agosto, 2020, 10:35 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Bedrock

Citazione di: luvi il 04 Agosto, 2020, 02:55 PM
Non voglio dire che una Strato con manico 7.25 sia poco suonabile in assoluto (specie se monta corde sottili :sarcastic:), ma che possiede inevitabilmente un "tasso di comodità" inferiore a quello di una moderna superstrat, che non a caso è nata con altre caratteristiche e non a caso è la tipologia di chitarra preferita dalla gran parte dei velocisti...  :etvoila:

Aimèh, 7.25" sono 7.25" e l'action minima che richiedono è quella: è un fattore meccanico che non possiamo modificare né io, nè tu, né il liutaio...  :firuli:

Ma Luca io condivido appieno quanto scrivi, e ci mancherebbe pure, difatti la strato che mi son fatto fare è 12 :hey_hey:
Però, memore delle mie pregresse terribili esperienze con il 7,25, ricordo la voglia di buttare nel caminetto alcune telecaster, son rimasto a bocca aperta nel vedere quanto di bello in realtà sia possibile fare con delle buone mani ::)

Grom68

La mia strato ha radius 9.5, del 2004. Quindi ha una difficoltà media, diciamo così?


Santi

Ci sono caratteristiche oggettive che rendono uno strumento più o meno comodo, come giustamente osservano Luvi e B3st1a.
Poi, all'interno di queste caratteristiche, ci sono pro e contro. Per esempio una Gibson è molto più morbida da suonare rispetto a una Fender per diapason e radius (se si parla di strumenti col radius da 7,25 a 9). Però, di contro, trovo molto più ergonomica una Fender (Strato, Tele e soprattutto Jazzmaster).
Lì conta tanto come siamo fatti, in che posizione suoniamo ecc. Per me è così, per un altro magari è più comoda una Gibson.
Chitarre come PRS, Music Man, Ibanez, Suhr ecc. sono nate proprio per smussare questo tipo di asperità e, in teoria, dovrebbero essere più comode.
Ma anche lì esiste un'alea di soggettività: personalmente trovo più comodo un 7.25 di radius rispetto al 12. Il 12 è più morbido nei bending e la action bassa ti aiuta, ma il 7.25 me lo sento più "in mano" (non so come descrivere la sensazione).

Sul tirar fuori il suono, è vero che (con tutte le eccezioni del caso) l'humbucker ti aiuta leggermente, mentre il single coil necessita di più "pacca" per suonare come si deve.
Ma lì dipende anche da come e cosa si suona.

Jack White ha fatto una vita a suonare strumenti vintage molto offset ecome Eastwood. Ha costruito gran parte del suo sound e della sua immagine sull'uso di chitarre anche messe male.
Poi in tempi recentissimi ha rinnegato tutto e si presenta sul palco con una Music Man Van Halen signature. Ha persino rilasciato un'intervista in cui, riferendosi alle chitarre che usava prima, ha detto "non sapete quanto fosse dura suonare con quelle schifezze" (ho edulcorato la frase originale, più colorita  :D).

shezlacroix

Citazione di: Santi il 04 Agosto, 2020, 10:34 PM
Ci sono caratteristiche oggettive che rendono uno strumento più o meno comodo, come giustamente osservano Luvi e B3st1a.
Poi, all'interno di queste caratteristiche, ci sono pro e contro. Per esempio una Gibson è molto più morbida da suonare rispetto a una Fender per diapason e radius (se si parla di strumenti col radius da 7,25 a 9). Però, di contro, trovo molto più ergonomica una Fender (Strato, Tele e soprattutto Jazzmaster).
Lì conta tanto come siamo fatti, in che posizione suoniamo ecc. Per me è così, per un altro magari è più comoda una Gibson.
Chitarre come PRS, Music Man, Ibanez, Suhr ecc. sono nate proprio per smussare questo tipo di asperità e, in teoria, dovrebbero essere più comode.
Ma anche lì esiste un'alea di soggettività: personalmente trovo più comodo un 7.25 di radius rispetto al 12. Il 12 è più morbido nei bending e la action bassa ti aiuta, ma il 7.25 me lo sento più "in mano" (non so come descrivere la sensazione).

Sul tirar fuori il suono, è vero che (con tutte le eccezioni del caso) l'humbucker ti aiuta leggermente, mentre il single coil necessita di più "pacca" per suonare come si deve.
Ma lì dipende anche da come e cosa si suona.

Jack White ha fatto una vita a suonare strumenti vintage molto offset ecome Eastwood. Ha costruito gran parte del suo sound e della sua immagine sull'uso di chitarre anche messe male.
Poi in tempi recentissimi ha rinnegato tutto e si presenta sul palco con una Music Man Van Halen signature. Ha persino rilasciato un'intervista in cui, riferendosi alle chitarre che usava prima, ha detto "non sapete quanto fosse dura suonare con quelle schifezze" (ho edulcorato la frase originale, più colorita  :D).

Peró jack, il suo successo....lo DEVE a quelle schifezze:). MI sento di dire...che di schifoso ha fatto solo il suo ultimo album...ha iniziato da li con le chitarre "moderne"?:)
Fender Telecaster MiM Polar white, PRS 245 SE Tobacco burst, Ibanez AZES40 Purist Blue, Epiphone SG worn cherry, Squier Stratocaster 40Th Anniversary SFG, Harley Benton DC-DLX Gotoh Shell Pink
Rig2:Boss Katana MK2 100 watt, Rig3:NUX MG300, PositiveGrid Spark GO

Bedrock

Una chitarra non a posto si suona con fatica, per me tutto il trucco sta lì, nel setup e nella qualità dello strumento.
Anche la morbidezza, entro certi limiti, é una questione di preferenze.
Non fosse così daddario e le sue XL non avrebbero il successo galattico che hanno, in molti gradiscono un pelo più di resistenza sotto le dita, son preferenze.
Così come una Les Paul, un pochino più morbida di una strato non sta follia se la strato é settanta bene, può piacere di meno proprio per lo stesso motivo, io non la trovo più facile  :etvoila:
Di 6 strumenti che possiedo 4 sono a scala Fender, uno a scala prs, uno a scala corta.
Questo strumento é comodo per la action incredibile grazie alla costruzione eccellente e da un ottimo setup. Quello, a parer mio, fa la differenza, ma siamo sullo stesso livello della mia Valentine, scala lunga, anch'essa con costruzione eccellente e action e assetto fatti molto bene.

robland

Per me la Stratocaster è LA chitarra facile. Di facile non c'è niente nella musica suonata, ovviamente, ma tra tutte la Strato è sinonimo di comodità, approccio tranquillo, leggerezza. L'amico/a simpatico che sdrammatizza e con cui fai quattro chiacchiere spensierate.
(Non conosco la Tele, quindi non mi esprimo su di essa).

C'è un equivoco sulla Stratocaster. Blackmore nella sua biografia viene citato per un'opinione sulla Strato: è una chitarra difficile, dice.
E aggiunge: più facile sarebbe suonare con la 335, ma proprio lì trovo la mia sfida. Perché non tutti ne sono capaci, non tutti sanno far suonare bene una Strato perché è più difficile farla suonare bene nota per nota.
Queste grosso modo le sue parole.

Trovo che abbia perfettamente ragione. Perché c'è un equivoco: superato un certo livello, la classica Strato è una chitarra ostica. Essere "virtuosi" su una Strato è tostissimo perché non ha le caratteristiche adeguate. Non a caso i virtuosi suonano altro, a parte un pugno di eccezioni. In pratica è come chiedere all'amico simpatico di parlarti di ingegneria. È l'amico che sdrammatizza, non l'amico specializzato. La sfida di Blackmore era suonare veloce sulla Strato.

Quindi usata al mio umile livello è la chitarra facile. Ed è la chitarra ideale per essere lo strumento più diffuso, una media tra tutte le caratteristiche. Troppo peso sfianca, ma poco peso non convince (anche la sonorità diventa... di nicchia). E così il manico. E così i pick up: troppo poco suono non basta, ma suono troppo grosso (humbucker) evidenzia quanto si è scarsi. E a livello beginner/intermedio meglio non evidenziare ogni imprecisione.

Del resto la sfida di Blackmore era ben più improba di colui che vuole cimentarsi oggi con la Strato ai suoi livelli. All'epoca tasti vintage, radius 7,25 e pick up nè noiseless nè molto risonanti erano una sfida terribile per chi mirava a fare il virtuoso e non a gravitare sulle velocità degli Shadows. Infatti sperimentavano tanto: Blackmore provava i pick up Schecter FT500 per avere più suono e scavava la tastiera della Strato per ottenere dei tasti jumbo (togliendo il legno anziché sostituendo i tasti). Per non parlare degli amplificatori...
I primi cinque Vox acquistati dal ragazzino Blackmore erano stati riportati subito in negozio poiché danneggiati dai suoi esperimenti sulla distorsione naturale. All'ennesima riparazione il negoziante esasperato chiese al giovane di scomparire.




Grand Funk

Come dice Luvi, quando si possiede una buona tecnica non ci sono chitarre difficili da suonare, poi è anche un discorso personale, e siccome io possiedo una tecnica alquanto scarsa, metto la Telecaster al primo posto, al secondo la Stratocaster, le altre grosso modo a pari merito, magari le Ibanez per via del manico molto confortevole sono un poco più facili da suonare.


shezlacroix

Citazione di: robland il 07 Agosto, 2020, 09:29 AM
Per me la Stratocaster è LA chitarra facile. Di facile non c'è niente nella musica suonata, ovviamente, ma tra tutte la Strato è sinonimo di comodità, approccio tranquillo, leggerezza. L'amico/a simpatico che sdrammatizza e con cui fai quattro chiacchiere spensierate.
(Non conosco la Tele, quindi non mi esprimo su di essa).

C'è un equivoco sulla Stratocaster. Blackmore nella sua biografia viene citato per un'opinione sulla Strato: è una chitarra difficile, dice.
E aggiunge: più facile sarebbe suonare con la 335, ma proprio lì trovo la mia sfida. Perché non tutti ne sono capaci, non tutti sanno far suonare bene una Strato perché è più difficile farla suonare bene nota per nota.
Queste grosso modo le sue parole.

Tutto chiaro:) :quotone:

Trovo che abbia perfettamente ragione. Perché c'è un equivoco: superato un certo livello, la classica Strato è una chitarra ostica. Essere "virtuosi" su una Strato è tostissimo perché non ha le caratteristiche adeguate. Non a caso i virtuosi suonano altro, a parte un pugno di eccezioni. In pratica è come chiedere all'amico simpatico di parlarti di ingegneria. È l'amico che sdrammatizza, non l'amico specializzato. La sfida di Blackmore era suonare veloce sulla Strato.

Quindi usata al mio umile livello è la chitarra facile. Ed è la chitarra ideale per essere lo strumento più diffuso, una media tra tutte le caratteristiche. Troppo peso sfianca, ma poco peso non convince (anche la sonorità diventa... di nicchia). E così il manico. E così i pick up: troppo poco suono non basta, ma suono troppo grosso (humbucker) evidenzia quanto si è scarsi. E a livello beginner/intermedio meglio non evidenziare ogni imprecisione.

Del resto la sfida di Blackmore era ben più improba di colui che vuole cimentarsi oggi con la Strato ai suoi livelli. All'epoca tasti vintage, radius 7,25 e pick up nè noiseless nè molto risonanti erano una sfida terribile per chi mirava a fare il virtuoso e non a gravitare sulle velocità degli Shadows. Infatti sperimentavano tanto: Blackmore provava i pick up Schecter FT500 per avere più suono e scavava la tastiera della Strato per ottenere dei tasti jumbo (togliendo il legno anziché sostituendo i tasti). Per non parlare degli amplificatori...
I primi cinque Vox acquistati dal ragazzino Blackmore erano stati riportati subito in negozio poiché danneggiati dai suoi esperimenti sulla distorsione naturale. All'ennesima riparazione il negoziante esasperato chiese al giovane di scomparire.
Fender Telecaster MiM Polar white, PRS 245 SE Tobacco burst, Ibanez AZES40 Purist Blue, Epiphone SG worn cherry, Squier Stratocaster 40Th Anniversary SFG, Harley Benton DC-DLX Gotoh Shell Pink
Rig2:Boss Katana MK2 100 watt, Rig3:NUX MG300, PositiveGrid Spark GO

Santi

Citazione di: shezlacroix il 04 Agosto, 2020, 10:38 PM
MI sento di dire...che di schifoso ha fatto solo il suo ultimo album...ha iniziato da li con le chitarre "moderne"?:)

Si sono d'accordo, l'ultimo album non mi ha fatto impazzire.

Santi

Aggiungo che conta molto l'abitudine.

Il vecchio adagio "se hai imparato a suonare con la SG non sarai capace di suonare altre chitarre" è un luogo comune un po' iperbolico, ma c'è un fondo di verità.

Se si è switchato tra vari tipi di chitarra non ci sono problemi. Se si è stati per tanti anni solo su un tipo di chitarra è difficile abituarsi.

Poi c'è sempre la soggettività. Io non riesco proprio a farmi piacere le forme del Les Paul.

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