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Quanto jazz c'è?

Aperto da Elliott, 07 Luglio, 2019, 01:05 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

guest2683

Citazione di: Max Maz il 15 Luglio, 2019, 03:36 PM
Quindi, come sempre, che ognuno ascolti ciò che preferisce senza imporre nulla a nessuno.

Imporre?
Chi ha parlato di "imporre" in questo topic?
Devo essermi perso qualche passaggio nel fiume di post.

Citazione di: BlackStrat il 15 Luglio, 2019, 03:28 PM
Finchè l'atteggiamento del jazzista medio sarà elitario, da professorino che sbrodola la sua tecnica e snobba tutto il resto, hai voglia di inculcare la cultura dell'ascolto e assumere bravi insegnanti di musica a scuola. Finiremo sempre a dire che il jazz è oro, tutto il resto cacca, e chi non lo ascolta un incompetente.

La penso anch'io come te. Ma ritengo errato, completamente errato, allargare troppo l'ambito considerato. Secondo me, non possiamo inserire i Metallica o i Queen in questo ambito, perché non se ne esce. Tra l'altro io non sono neanche d'accordo con te sul metal e sul rock (perché vengo in ritirata anche questi generi, sebbene meno vistosamente che in altri). La fusion non sarà mai, mai apprezzata da un numero vasto di persone quanto riscontreranno altre band.
Nè a me basta che per vedere del jazz si inserisca una tromba nella band di Sting e si suoni in modo più jazzato qualche passaggio. Ottiene un mare di pubblico, ok (e bravo Sting, ovviamente), ma a me non basta. E non mi interessa che il gruppo medio jazz abbia chissà che riscontri. Mi basta - e non poco - che esistano spazi adeguati e un pubblico sempre più colto. Diffondere cultura è una bellissima cosa, non significa imposizione di nulla, e migliora la qualità della società. Più musica fa bene alla società. Nè la cosa può partire dalle case e dall'educazione del bravo papà, perché se si parla di "sistemi" la singola famiglia non c'entra. Un sistema ha un'impostazione data da un'istituzione e le istituzioni nascono per accrescere il benessere delle persone, quindi è giusto che ci si interroghi su come fare il meglio a livello di educazione scolastica (e spero che si lasci da parte la sterile questione educazione-formazione), perché è ovvio che la scuola dell'obbligo faccia educazione (fisica, tecnica ecc,), altrimenti non sarebbe obbligatoria.

Mariano

CitazioneFinchè l'atteggiamento del jazzista medio sarà elitario, da professorino che sbrodola la sua tecnica e snobba tutto il resto, hai voglia di inculcare la cultura dell'ascolto e assumere bravi insegnanti di musica a scuola. Finiremo sempre a dire che il jazz è oro, tutto il resto cacca, e chi non lo ascolta un incompetente.
Il punto che questo "jazzista medio", NON esiste nella realtà, se non in qualche bocciofila con jam session annessa il giovedì sera. I professionisti jazz di oggi sono i primi a interessarsi di hip hop, rnb, musica elettronica, rock. I giovani che studiano jazz nei conservatori sono cresciuti con l'hip hop, il rap e il rock come i jazzisti degli anni 50 sono cresciuti con il delta blues e il great american songbook. Sono i tuoi (pre) giudizi sul jazzista medio a essere scollati dalla realtà, perché la realtà del diciottenne che si interessa al jazz oggi è la realtà di qualcuno che va ad ascoltare un concerto rap di Kendrick Lamar o di Rancore, e poi va a studiare e all'esame al conservatorio si presenta con la sua Strato e il suo Proco Rat

E questa cosa l'ho vista coi miei occhi per un decennio
CitazionePer capire come non far morire il paziente, bisognerebbe capire come mai altri individui godono di ottima salute (torniamo all'analisi sociologica e psicologica di cui sopra).
anche questo non rispecchia la realtà. Chi fa jazz, neppure quelli che vincono i grammy, si illude di poter mai fare i numeri del pop. Ma non è un obbiettivo che si prefigge. Il punto è: c'è più gente o meno che ascolta jazz rispetto a 5-10 anni fa? Si vendono più dischi o no? Si vendono più biglietti o no?

Se si il problema dove sarebbe? E' evidente che la strada è quella giusta, perché nessuno ha come obbiettivo di riempire gli stadi. Davvero pensi che Michael League dopo aver vinto tre Grammy e aver passato gli ultimi 10 anni in tour costante e pubblicato svariati dischi, si senta male la sera perchè non riempie uno stadio suonando musica strumentale con pezzi anche da 15 minuti l'uno? Quando magari riempie un anfiteatro da 2000 posti, location assolutamente meravigliosa dove suonare, una sera dopo l'altra?


Max Maz

Citazione di: JourneyMan il 15 Luglio, 2019, 03:41 PM
Citazione di: Max Maz il 15 Luglio, 2019, 03:36 PM
Quindi, come sempre, che ognuno ascolti ciò che preferisce senza imporre nulla a nessuno.

Imporre?
Chi ha parlato di "imporre" in questo topic?
Devo essermi perso qualche passaggio nel fiume di post.

Si, penso proprio di si

Comincio a pensare che questo topic vada chiuso visto che non sembra portare da nessun parte, a tratti sembra un dialogo tra tifosi di opposte fazioni.
Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)


BlackStrat

Citazione di: Mariano il 15 Luglio, 2019, 03:14 PM
CitazioneVa beh, ci rinuncio.
Sembra quasi che il sottolineare l'ovvio, ovvero che un jazzista fa numeri nettamente inferiori rispetto a una rockstar, equivalga a sminuirne la tecnica. Non mi spiego diversamente questo tono indispettito dei tuoi ultimi reply.
Ho solo provato a spiegare PERCHE' fa 1/1000 dei numeri di certe band, perchè non ha la presa che hanno avuto le correnti musicali degli ultimi 50 anni, ed è relegato a una posizioni di nicchia.
Forse prima o poi ci arriverai anche tu...
No, tu non hai spiegato, hai detto come la pensi sull'argomento. Io rifiuto in toto la tua spiegazione, perché ritengo che la musica strumentale, o prevalentemente strumentale, sopratutto se di forma estesa e linguaggio complesso, muova intrinsecamente meno numeri di una comunicazione immediata, semplificata ed elementare, e questo non perché le persone che se ne occupano sono scollegate dalla realtà come insinui, ma perché è implicito nelle forme di comunicazione complesse e stratificate.

banalmente, un articolo scientifico con appendici di esperimenti per 200 pagine, venderà e raggiungerà meno persone di un romanzetto rosa, così come farà una riflessione sociologica sulla realtà contemporanea scritta da una grande mente rispetto all'ultimo romanzo fantasy del momento. e questo non è un demerito dello scienziato o del filosofo, ma è intrinseco nel tipo di riflessione

Secondo il tuo ragionamento una Shine On you Crazy Diamond, non sarebbe dovuta esistere.
E nemmeno tutta la discografia dei Dream Theater.
Come è possibile che ci sono gruppi che fanno musica estremamente complessa, eppure all'epoca muovevano milioni di fans, e tutt'oggi ci si ricorda di questi pezzi?
Forse perchè, pur nella loro complessità, riuscivano a toccare nell'animo l'ascoltatore, cosa che ad altri, pur nei loro linguaggi complessi e ricercati, non riesce?

Dark Side of The Moon è rimasto nella top 200 di Billboard per ben 741 settimane, e non parliamo certo di canzoni da spiaggia da suonare con la chitarra acustica.
Firth of Fifth, nonostante la sua lunghezza e complessità, è una pietra miliare del rock che tutti conoscono e amano.


Ripeto: emozione, comunicazione, intrattenimento.
Questa è la formula.
Se la musica parte dall'anima e viene fatta per veicolare un messaggio, il pezzo può essere complesso quanto vuoi. Avrà successo e sarà apprezzato.
Se invece la musica viene fatta solo per sciorinare la proprie conoscenze teoriche, e per sbrodolare scale e arpeggi fini a sè stessi (illuminante in tal senso il fatto che a te interessa solo la musica nuda e cruda priva di qualunque connotazione extra-musicale), non avrà mai appeal.
O meglio ce l'avrà, ma limitatamente a quel gruppo di persone che ricercano le armonie, il linguaggio formale, il fluire delle note.
E non sono molte.

guest2683

Citazione di: Max Maz il 15 Luglio, 2019, 03:46 PM
Citazione di: JourneyMan il 15 Luglio, 2019, 03:41 PM
Citazione di: Max Maz il 15 Luglio, 2019, 03:36 PM
Quindi, come sempre, che ognuno ascolti ciò che preferisce senza imporre nulla a nessuno.

Imporre?
Chi ha parlato di "imporre" in questo topic?
Devo essermi perso qualche passaggio nel fiume di post.

Si, penso proprio di si

Comincio a pensare che questo topic vada chiuso visto che non sembra portare da nessun parte, a tratti sembra un dialogo tra tifosi di opposte fazioni.

Io penso che non vada chiuso e che chi ha tentazioni di censura potrebbe andarsi a leggere altri topic.
Se i toni sono sotto controllo e non ci si scalda, per me ogni opinione è importante e mi fa riflettere. Come è stato finora. Se l'educazione viene meno, la questione cambia: quindi, non perché qualcuno voglia imporre qualcosa ad altri, ma per mancanza di rispetto.
Auspico che il rispetto venga tenuto in considerazione da tutti i partecipanti e che si vada avanti così all'infinito.
Ad averne, di topic così vivi!
Anzi, mando un abbraccio a Mariano e Blackstrat, perché si dilungano sempre tanto, si spendono molto, hanno tanti argomenti (non mi interessa se li condivido, ma se mi fanno riflettere). Ed io ne sto beneficiando. Quindi vi ringrazio davvero.

Vu-meter

Vedi JourneyMan, si tratta di scelte, sempre di scelte.
Noi abbiamo sempre fatto lascelta di tutelare l'ambiente ( è per quello che Jamble è così). Il rispetto lo dobbiamo a tutti e non è certo la chiusura di un topic a farlo decadere. ma se ci accorgiamo che aumenta il malumore, preferiamo spostare la conversazione altrove.

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Mariano

CitazioneSecondo il tuo ragionamento una Shine On you Crazy Diamond, non sarebbe dovuta esistere.
E nemmeno tutta la discografia dei Dream Theater.
Come è possibile che ci sono gruppi che fanno musica estremamente complessa, eppure all'epoca muovevano milioni di fans, e tutt'oggi ci si ricorda di questi pezzi?
Forse perchè, pur nella loro complessità, riuscivano a toccare nell'animo l'ascoltatore, cosa che ad altri, pur nei loro linguaggi complessi e ricercati, non riesce?

Dark Side of The Moon è rimasto nella top 200 di Billboard per ben 741 settimane, e non parliamo certo di canzoni da spiaggia da suonare con la chitarra acustica.
Firth of Fifth, nonostante la sua lunghezza e complessità, è una pietra miliare del rock che tutti conoscono e amano.
E' evidente che abbiamo idee diverse su cosa sia musica "estremamente complessa". Non considero complesso ciò che è "strumentalmente complesso", come molta musica metal, molto difficile da suonare, ma molto semplice da capire, ne musica "lunga" cioè che dura molti minuti, come Shine on your crazy dimond. ma la musica che è concettualmente complessa, ovvero le cui soluzioni sono difficili o inusuali da capire, perchè si discostano dalle regolette da manuale di conduzione dell'armonia, ad esempio

Davvero shine on your crazy diamond ti risulta complessa da capire? perché la sto ascoltando in questo momento e sento una progressione tonale piuttosto comune di accordi maggiori e minori, in 3/4 (o 6/8 a seconda di come vuoi contarla), con organico ridotto e melodia consonante. Sulla bellezza o meno del brano non si può questionare perchè che piaccia o meno e comunichi qualcosa è totalmente soggettivo (non ha nulla di quello che cerco nella musica, ma ovviamente è il mio sentire), ma non è proprio quello che definirei un brano complesso.

Mi scuso con tutti se ho dato l'impressione di aver alzato i toni su un argomento che tocca da vicino la mia vita, non intendo farlo più. Diciamo che dissento totalmente su alcune affermazioni


guest2683

Citazione di: Vu-meter il 15 Luglio, 2019, 04:04 PM
Vedi JourneyMan, si tratta di scelte, sempre di scelte.
Noi abbiamo sempre fatto lascelta di tutelare l'ambiente ( è per quello che Jamble è così). Il rispetto lo dobbiamo a tutti e non è certo la chiusura di un topic a farlo decadere. ma se ci accorgiamo che aumenta il malumore, preferiamo spostare la conversazione altrove.

E noi cerchiamo di mantenere l'umore sempre buono, invitando gli altri a fare lo stesso.  ::)
Poi, se non aderiscono all'invito e l'ambiente viene turbato da ripetute mancanze, fosse solo di uno dei partecipanti, credo anch'io sia buona cosa moderarlo. Dalla moderazione alla chiusura ce ne passa.
L'idea della chiusura mi sembra un tantinello precoce. Anzi, propongo l'introduzione anche sul forum del reato di procurato allarme!  :laughing:

luvi

Senza voler esacerbare gli animi, noto però che in questa discussione si è delineata una concezione dalla quale vorrei dissociarmi e che sintetizzo in quelli che a mio parere sono i tre errori di fondo più macroscopici che la caratterizzano:

1) le mode di qualunque genere, per di più fagocitate e gonfiate artatamente dai media e dall'industria dell'intrattenimento, non sono di per sè "cultura"

2) il jazz non è una moda, nè un modo di far musica nato ad uso e consumo di alcuna politica di tipo commerciale. Tanti tra i più grandi jazzisti sono nati, vissuti e morti senza un centesimo in tasca!

3) la cultura di una società non è espressione di ciò che l'industria dell'intrattenimento impone. Casomai è ciò che l'industria diffonde a costituire proverbiamente una sottocultura imposta per ragioni di profitto e passivamente accettata come dominante da una massa sempre più anestetizzata e priva di spirito critico, anche a causa di un'inefficace ruolo formativo della scuola.

Vorrei insomma che il Jazz non venga trattato alla stregua di ciò che NON è: non è (più) un semplice modo di suonare, non è una moda, non è (più) un movimento underground e non è (mai stato) musica abituata a seguire squallide dinamiche tipiche della musica di intrattenimento!
Alcune escursioni storiche andate in tale direzione, semmai, proprio le big band "bianche" dell'era dello swing che intendevano svilirlo a mero fenomeno da ballo, sono giustamente passate alla storia come la parte più deleteria e meno significativa...

Il Jazz è oggi un linguaggio espressivo complesso ed articolato (concettualmente e percettivamente parlando) che ha alle spalle una storia di oltre un secolo (come ha giustamente osservato Mariano) e radici che affondano nella più importante rivoluzione musicale assieme alla musica cosiddetta "classica" (ma non più tale) del Novecento e cioè la musica afroamericana.
Il Jazz ha subito e continua a subire un'evoluzione costante in mille correnti dal sapore armonico e ritmico differente e non sta affatto vivendo un periodo di declino a livello mondiale!

La mancanza di educazione dei giovani (e non solo) al suo ascolto e conseguentemente alla sua comprensione è un problema particolarmente "italiano" (anche se non solo tale) poiché il nostro paese è stato per lungo tempo refrattario all'evoluzione ufficiale della didattica diffusasi invece da più tempo, con maggiore lungimiranza ed apertura mentale, in altri paesi europei.

La scarsità di spazi per suonare Jazz è dovuta certamente alla pochezza del livello culturale di chi fa le scelte, non certo alla mancanza di pubblico, che in piena sintonia con Mariano concordo nel dire che non è numeroso, non lo è mai stato in termini di stadi da riempire e non si pretende che lo sia, anzi... ma esiste ed è semmai frammentato, disorientato e deluso perché cronicamente orfano di occasioni di fruizione in tante parti del paese!
Non sempre la realtà dei fatti è affascinante, ma cercare di ignorarla è poco saggio.

AlbertoDP

Mi permetto qualche breve riflessione (che sicuramente andrà perduta in questo fiume di interventi  :laughing:).

Punto uno.
Tutti i generi finora citati hanno avuto un periodo in cui erano mainstream e quindi erano percepiti dalla maggioranza della popolazione come toccanti, emozionanti e così via... Per restare a ciò che conosciamo meglio, un brano come "Strawberry fields", che nel '67 ha scalato le classifiche di mezzo mondo (perché l'altro mezzo ascoltava tutt'altro  ::)) ora scalerebbe (forse) le classifiche dei dischi indie. E' un pezzo che emoziona oppure no? Evidentemente è un pezzo che emoziona se lo sai capire, se sei nella "predisposizione per", e così via.
Perché succeda che le popolazioni siano allineate su questo o quel genere, in determinati periodi, e per quale ragione a volte, quasi casualmente, succeda che qualche artista venga considerato "unanimemente" (si fa per dire, non c'è unanimità nemmeno sui Beatles, Mozart o Miles Davis, figuriamoci su altri) qualcuno a cui "affidare le proprie emozioni", non lo so spiegare. Ma è evidente che la notorietà non spiega in modo esaustivo la capacità di "toccare" di un brano.

Punto due.
Giudicare la quantità di persone che apprezza un genere/brano come inversamente proporzionale alla sua complessità è ugualmente fuorviante. Da una parte, occorrerebbe chiarire cosa sia la complessità. E' complesso ciò che si discosta "dalle regolette da manuale di conduzione dell'armonia", oppure è complessa la creazione che, pur utilizzando delle regolette semplici (o, a volte, utilizzandole volutamente) crea qualcosa che stupisce ed emoziona? Personalmente, trovo molte composizioni apparentemente complicate fusion/jazz (ma anche classiche, ma anche prog, e così via...) molto più semplici da capire (a volte pure banali, ma ciò dipende dall'autore, non dal genere) di altre in cui l'emozione (ormai abbiamo adottato questo termine) è ottenuta in modo così apparentemente semplice da lasciarmi senza fiato. Chiunque abbia provato a comporre un pezzo pop (o rock) sa che è altrettanto difficile che comporre un pezzo strumentale "complesso".
Chi vince, in questo caso? Chi fa un pezzo "bello", al di là della complessità  ::) (essendo il bello altamente soggettivo, ovviamente, ma fino a un certo punto. Nihil umanum mihi alienum est, diceva Terenzio, qualcosa che ci accomuna e possiamo tutti capire, c'è sempre. Cambia il substrato culturale per poterlo apprezzare. Ma questo è un altro discorso).

p.s. ci tengo a dire che io amo jazz e classica.



Moreno Viola

Citazione di: JourneyMan il 15 Luglio, 2019, 02:49 PM
Citazione di: Moreno Viola il 15 Luglio, 2019, 02:45 PM
La visione dei diversi tipi di musica con un preciso periodo storico, è radicalmente sbagliata, perché la musica è espressione dell'essere umano e per sua natura l'uomo è costantemente in movimento e di conseguenza lo sono tutte le forme di espressione che utilizza.

Moreno, questa cosa che hai scritto è parecchio bizzarra! Se così fosse, non si potrebbe mai scrivere un libro di storia. Oltre al fatto che, se consideri un periodo di tempo determinato, un intervallo di tempo delimitato, la dinamica è bella che morta, non c'è più nessun movimento e puoi considerarlo, valutarlo, analizzarlo, scomporlo e giudicarlo benissimo. E' il presente che è in movimento, mica il passato.

Non so dove tu abbia letto nel mio intervento i concetti all'origine della tua risposta, ma probabilmente sono io che non ho una sufficiente abilità espositiva (al netto di un parola mancante perché la frase intera doveva essere "legata ad un preciso periodo storico").
Ribadisco che per me definire il Jazz come musica degli anni xx o l'Heavy Metal, musica di altri anni xx è sbagliato, perché significa non tenere conto che esistono realtà che, come dimostra l'esperienza viva di Mariano hanno fatto tesoro della storia, l'hanno studiata e compresa e sono andati avanti.
Fortuna che ci sono menti aperte in questo senso che invece di denigrare quanto, volenti o nolenti, è parte integrante della loro esistenza e dei loro tempi, ne colgono il meglio e lo fanno loro.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


guest2683

Citazione di: luvi il 15 Luglio, 2019, 04:17 PM
La mancanza di educazione dei giovani (e non solo) al suo ascolto e conseguentemente alla sua comprensione è un problema particolarmente "italiano" (anche se non solo tale) poiché il nostro paese è stato per lungo tempo refrattario all'evoluzione ufficiale della didattica diffusasi invece da più tempo, con maggiore lungimiranza ed apertura mentale, in altri paesi europei.

La scarsità di spazi per suonare Jazz è dovuta certamente alla pochezza del livello culturale di chi fa le scelte, non certo alla mancanza di pubblico, che in piena sintonia con Mariano concordo nel dire che non è numeroso, non lo è mai stato in termini di stadi da riempire e non si pretende che lo sia, anzi... ma esiste ed è semmai frammentato, disorientato e deluso perché cronicamente orfano di occasioni di fruizione in tante parti del paese!

Non posso che quotare l'importanza di questi due ultimi concetti.
Ho però una perplessità e ne parlo per allargare la questione e continuare il confronto (civile), non per provocare, quindi chiedo: a cosa ti riferisci quando parli di "pochezza del livello culturale di chi fa le scelte"?

Per il resto, spero non ci sia nulla da esacerbare. Parlare di musica è uno delle cose più belle (dopo il suonarla ed ascoltarla  :D).

BlackStrat

Citazione di: luvi il 15 Luglio, 2019, 04:17 PM
Senza voler esacerbare gli animi, noto però che in questa discussione si è delineata una concezione dalla quale vorrei dissociarmi e che sintetizzo in quelli che a mio parere sono i tre errori di fondo più macroscopici che la caratterizzano:

1) le mode di qualunque genere, per di più fagocitate e gonfiate artatamente dai media e dall'industria dell'intrattenimento, non sono di per sè "cultura"

2) il jazz non è una moda, nè un modo di far musica nato ad uso e consumo di alcuna politica di tipo commerciale. Tanti tra i più grandi jazzisti sono nati, vissuti e morti senza un centesimo in tasca!

3) la cultura di una società non è espressione di ciò che l'industria dell'intrattenimento impone. Casomai è ciò che l'industria diffonde a costituire proverbiamente una sottocultura imposta per ragioni di profitto e passivamente accettata come dominante da una massa sempre più anestetizzata e priva di spirito critico, anche a causa di un'inefficace ruolo formativo della scuola.
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La mancanza di educazione dei giovani (e non solo) al suo ascolto e conseguentemente alla sua comprensione è un problema particolarmente "italiano" (anche se non solo tale) poiché il nostro paese è stato per lungo tempo refrattario all'evoluzione ufficiale della didattica diffusasi invece da più tempo, con maggiore lungimiranza ed apertura mentale, in altri paesi europei.

La scarsità di spazi per suonare Jazz è dovuta certamente alla pochezza del livello culturale di chi fa le scelte, non certo alla mancanza di pubblico, che in piena sintonia con Mariano concordo nel dire che non è numeroso, non lo è mai stato in termini di stadi da riempire e non si pretende che lo sia, anzi... ma esiste ed è semmai frammentato, disorientato e deluso perché cronicamente orfano di occasioni di fruizione in tante parti del paese!

Per alcuni cultura è solo ciò che si fa dentro gli auditorium e nelle sale di lettura, ma per altri cultura è anche ciò che muove la coscienza di milioni di persone e accompagna i cambiamenti epocali nella società. Se è esagerato dire che i Nirvana e i Saxon siano cultura, non si può negare che Elvis Presley e i Beatles lo siano a pieno titolo.
Cultura popolare almeno, perchè in fondo anche il jazz (e il blues) nascono come musiche popolari.

il paragone con altre musiche, spesso commerciali, deriva dal fatto che con queste il jazz oggi condivide canali di comunicazione e spazi di fruizione, quindi è lecito chiedersi come mai certi musicisti (o presunti tali) raggiungano una popolarità che al jazz manca.


Quindi tu pensi che la colpa sia dei gestori dei locali che non danno spazio sufficiente a questa musica, e gli preferiscono il classico tributo a Vasco e a Ligabue?
Ma questo, che è un problema che sento anche io, è dovuto all'ottusità di chi mette a disposizione gli spazi per suonare, o alla mancanza di interesse verso forme musicali diverse da quelle che propongono le radio e le TV commerciali?


AlbertoDP

Citazione di: BlackStrat il 15 Luglio, 2019, 04:45 PM

Quindi tu pensi che la colpa sia dei gestori dei locali che non danno spazio sufficiente a questa musica, e gli preferiscono il classico tributo a Vasco e a Ligabue?
Ma questo, che è un problema che sento anche io, è dovuto all'ottusità di chi mette a disposizione gli spazi per suonare, o alla mancanza di interesse verso forme musicali diverse da quelle che propongono le radio e le TV commerciali?

Credo che Luvi si riferisse all'educazione "di base", che crea il substrato culturale (ma anche le connessioni neuronali necessarie) per poter apprezzare altro, oltre a quello che i canali mainstream propongono. Non ai locali  ::)

Mariano

CitazioneGiudicare la quantità di persone che apprezza un genere/brano come inversamente proporzionale alla sua complessità è ugualmente fuorviante. Da una parte, occorrerebbe chiarire cosa sia la complessità. E' complesso ciò che si discosta "dalle regolette da manuale di conduzione dell'armonia", oppure è complessa la creazione che, pur utilizzando delle regolette semplici (o, a volte, utilizzandole volutamente) crea qualcosa che stupisce ed emoziona? Personalmente, trovo molte composizioni apparentemente complicate fusion/jazz (ma anche classiche, ma anche prog, e così via...) molto più semplici da capire (a volte pure banali, ma ciò dipende dall'autore, non dal genere) di altre in cui l'emozione (ormai abbiamo adottato questo termine) è ottenuta in modo così apparentemente semplice da lasciarmi senza fiato. Chiunque abbia provato a comporre un pezzo pop (nella sua accezione originale, non il pop "musica leggera") sa che è altrettanto difficile che comporre un pezzo strumentale "complesso".
Chi vince, in questo caso? Chi fa un pezzo "bello", al di là della complessità  ::) (essendo il bello altamente soggettivo, ovviamente, ma fino a un certo punto. Nihil umanum mihi alienum est, diceva Terenzio, qualcosa che ci accomuna e possiamo tutti capire, c'è sempre. Cambia il substrato culturale per poterlo apprezzare. Ma questo è un altro discorso).
Hai senz'altro ragione e ognuno definisce la complessità a suo modo. Io posso solo parlare per me, quando ascolto musica voglio essere stupito. O meglio, provare quel senso di stupore che avevo da piccolo quando mettevo le cassette dei Bon Jovi o dei REM o della Disney dei miei fratelli più grandi nel mangianastri e sentivo suoni mai sentiti prima e pensavo "esistono persone che possono fare queste cose??? MAGIA!!". Molta di quella musica ora è totalmente fuori dai miei orizzonti e la trovo naif, ma cerco quel senso di stupore e meraviglia. Non esiste la ricetta per la progressione armonica, l'arrangiamento e men che meno la melodia perfetta. Ognuno, consciamente e inconsciamente, si crea il proprio canone

Non c'è da stupirsi quindi se cose che noi o tanta altra gente amiamo risultano "inutili" a qualcun altro, neanche se la nostra opinione è condivisa da milioni di persone
CitazioneQuindi tu pensi che la colpa sia dei gestori dei locali che non danno spazio sufficiente a questa musica, e gli preferiscono il classico tributo a Vasco e a Ligabue?
Ma questo, che è un problema che sento anche io, è dovuto all'ottusità di chi mette a disposizione gli spazi per suonare, o alla mancanza di interesse verso forme musicali diverse da quelle che propongono le radio e le TV commerciali?
In Italia, i discorsi su cultura o la sua mancanza nascondono un problema molto più concreto, squisitamente fiscale

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