Compromessi

[Cris Valk]

@Max:io temo di si...ovviamente certi si e certi no...

@Vu:Su conto terzi concordo,pero' dalla parte del'artista la vedo un po' utopistica come cosa...ma magari mi sbaglio...

[thebluesman]

Compromesso...

bé, se per un live ad una mia richiesta di 20.000 euro, me ne offrissero 15.000 lo considererei un compromesso e chiuderei un occhio... 

Il massimo che sarei disposto a fare è cantare in italiano nonostante io voglia smettere se non diminuire sensibilmente...

[Grand Funk]

Non ho mai pensato in grande Elliott,   proprio non mi appartiene. 

Figurati che ho sempre fatto poca attività live proprio per non scendere al compromesso di esguire musica commerciale, suono in saletta, ma suono la musica che mi piace, al successo non ci ho mai pensato.... ti ho risposto sopra 

[Cold_Nose]

Io, per come sono abituato, non scenderei a compromessi. Se una casa discografica mi vuole, deve fare anche il mio gioco. Sono molto Phish come mentalità : suono prima di tutto per me, il resto - se ci sarà mai "un resto" - è tutto da goderselo, non farselo imporre.
Anni fa lavoravo con un tizio che a 20 suonava cover dei metallica o guns 'n' roses mentre a 34 anni, pur di cercare un minimo di successo si era ridotto (secondo me) a suonare becero (per me) pop italiano. Ecco, mi scuso in anticipo con chi la pensa diversamente, io ho finito per guardarlo con un misto di pena e sconforto (per lui ed il suo gruppo).

Ho visto chitarristi italiani bravissimi suonare in contesti, sempre per me, al limite dell'imbarazzante. Buon per loro (magari ci trovano anche piacere nel farlo); io se dovessi campare così farei altro.

[Grand Funk]

Io, per come sono abituato, non scenderei a compromessi. Se una casa discografica mi vuole, deve fare anche il mio gioco. Sono molto Phish come mentalità : suono prima di tutto per me, il resto - se ci sarà mai "un resto" - è tutto da goderselo, non farselo imporre.
Anni fa lavoravo con un tizio che a 20 suonava cover dei metallica o guns 'n' roses mentre a 34 anni, pur di cercare un minimo di successo si era ridotto (secondo me) a suonare becero (per me) pop italiano. Ecco, mi scuso in anticipo con chi la pensa diversamente, io ho finito per guardarlo con un misto di pena e sconforto (per lui ed il suo gruppo).

Ho visto chitarristi italiani bravissimi suonare in contesti, sempre per me, al limite dell'imbarazzante. Buon per loro (magari ci trovano anche piacere nel farlo); io se dovessi campare così farei altro.

[Moreno Viola]

Se il mio scopo fosse esclusivamente quello di soddisfare la mia ambizione artistica, credo che non sarei disposto ad accettare nessun tipo di compromesso e preferirei essere libero di scegliere qualsiasi percorso io volessi intraprendere senza permettere agli ingranaggi dello show business di modellarmi per centrare un target preciso o per mantenere aspettative che non mi appartengono.
Però farei un distinguo, se si parla di vivere di musica, dove bisogna portare a casa la pagnotta e allora certi scrupoli bisogna per forza di cose lasciarseli alle spalle.
Per fare un esempio, un session man non decide quasi mai con chi suonare, ma sfrutta i suoi studi per soddisfare le necessità dei musicisti con i quali collabora in un'ottica esclusivamente professionale.

[AlbertoDP]

Quoto quello che ha detto Moreno.

Personalmente, quando ancora avevo qualche possibilità di scegliere la musica come professione, mi sono accorto che fare musica che non fosse esattamente quella che volevo, non solo non mi piaceva affatto, anzi, mi infastidiva. Paradossalmente, mi sono accorto di riuscire ad accettare molti più compromessi in lavori di cui mi interessa relativamente, piuttosto che nella musica, dove riesco a fare solo ciò che mi entusiasma.
In realtà, e rispondendo alla domanda, mi sarebbe piaciuto riuscire ad accettare dei compromessi e vivere di musica, ma devo adeguarmi al fatto che se la musica non mi entusiasma, la trovo meno interessante di un foglio di lavoro di excel 

Quanto sopra, ovviamente, senza tener conto del fatto che potrei non aver avuto il talento sufficiente a farcela 

[mimmo]

Credo che avrei accettato di far musica diversa da quella che mi piace, non avrei accettato di ridurmi a veicolo della volontà di altri.
Neanche per ricchi guadagni.
Il mio pensiero deve trasparire