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2 chiacchiere senza pretese

Aperto da Vu-meter, 03 Ottobre, 2025, 09:09 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

Vu-meter

Stamattina il tubo mi ha proposto uno dei soliti video "reaction" di gruppo (nel senso che qualcuno si è messo lì, ha raccolto tantissime reaction dello stesso brano e le ha messe assieme in un'unica schermata) di Bridge over Troubled Water e niente, l'ho visto.
Poi mi ha proposto la stessa cosa con vari brani dei Pink Floyd, dei Led Zeppelin, dei Dire Straits, degli Eagles, di John Lennon, ecc...

E mi sono reso conto di quanta bellissima musica abbiamo avuto noi crescendo.
Ovviamente, si sono formati i nostri gusti musicali su canzoni di questo tipo e giudicare quelle di oggi è per noi estremamente difficile se non impossibile, ma vorrei che faceste uno sforzo sincero e vi chiedeste: i miei figli (o in alcuni casi i miei nipoti) hanno tutta questa disponibilità di buona musica, oggi ? (ovviamente tralasciando che anche loro possono accedere a queste cose, ma penso che la maggior parte di loro non lo faccia)

Che ne pensate? Siamo come i nostri genitori che non capivano perché ascoltassimo i Pink Floyd e ci consigliavano i Ricchi e Poveri, oppure in qualche modo qualcosa è davvero cambiato?
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robland

Per me la risposta è sempre la solita.
 
Se metti su un'industria, i prodotti buoni arrivano a tonnellate, perché c'è l'organizzazione dell'offerta (ovvero gli artisti in una società non mancano mai, mai, quindi bisogna solo cercarli e investire su di loro sapendo bene che genereranno un profitto, e questo può farlo solo l'industria, non il crowdfunding o altre forme di elemosina) e c'è per forza una domanda, perché di fronte a una buona offerta la domanda (ossia il pubblico) ha sempre una buona reazione, sparpagliandosi tra i vari generi, sottogeneri e artisti. Ovviamente il grosso si concentrerà sul pop mainstream (che comunque avrà anche momenti di forte qualità, sempre per via della macchina industriale che crea un effetto moltiplicatore virtuoso), ma in questo modo avranno spazio tutti i generi, ben identificati e identificabili, perché il pubblico di riferimento non è una macchia indistinta di visualizzatori scrocconi, ma uno zoccolo duro di veri appassionati (veri, nel senso di materialmente esistenti in quanto pagano e comprano un prodotto che resta in casa, non un'evanescenza). Tutti prospereranno perché si farà di tutto per far incontrare domanda e offerta, e ognuna delle due influenzerà l'altra. Dai Beatles fino a Napster è questo ciò che è successo.
Dopodiché il crollo perché se deprimi l'industria rimangono schegge, materiale grezzo, eccezioni in mezzo a desolazione e cacofonia. E quando viene meno quel tipo di macchina (ricerca artista, investimento, prodotto di qualità, promozione, tour, festival, appassionati incentivati ad appassionarsi), scompare anche progressivamente la rilevanza culturale di un'arte, la centralità sociale di un'arte, la visibilità di un'arte. Una branca artistica e intrattenitiva intera, la musica, svanisce. E la gente devierà su altre cose, a prescindere che siano anche artistiche o meramente intrattenitive: cinema, libri, videogames, sport, che pure esistevano già prima, ma che coesistevano accanto alla musica, e che resistono ancora perché, a differenza della musica, hanno ancora una industria alle spalle e non sono state massacrate da una mancata tutela legale del copyright.

Vu-meter

Quindi, se non ti ho frainteso, secondo te la qualità è scesa.
La ragione è nella macchina "discografia" e negli investimenti.

Ho capito bene? La cosa secondo me interessante (almeno per me al momento) è sopratutto la prima. Le motivazioni sono altrettanto interessanti, ma al momento cercavo di capire se io sono mio padre (o addirittura mio nonno) in ambito musicale oppure no.

Non so se mi sono spiegato...  :-\
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robland

No, secondo la mia opinione tu non sei tuo padre.   :laughing:
Ti sei spiegato benissimo.
Sì, la qualità è evaporata fino a prosciugarsi in un panorama desertico. Oggi il contratto (capestro, ma questo è un altro discorso) chiavi in mano te lo danno principalmente se vieni da un format tipo talent show, quindi col tuo pubblico come base di partenza (un po' la versione nobile del: ma quanta gente mi porti?) e il tuo viso già noto.
Un investimento quasi sicuro o comunque una spremitura di agrumi, per estrarre succo senza spenderci su troppo denaro, perché con le visualizzazioni non vi sarebbe ritorno sufficiente a ripagare. Infatti non hanno manco i soldi per farsi affiancare da musicisti bravi. Le basi striminzite se le fanno a casa. Altro che casa discografica chiama Quincy Jones perché ha un artista potenzialmente fortissimo e già promettente, tale Micheal Jackson, e Quincy chiama Lukather, il quale chiama Van Halen. Ci metti i soldi per investire per la distribuzione in tutto il mondo, e il successo è fatto: il talento c'è, i musicisti pure, il produttore c'è, la promozione è a tamburo battente, il pubblico è felice e paga. È tutto perfetto. Nella nicchia si formano case discografiche specializzate in altri generi, motown, bebop, r&b, thrash metal, guitar heroes ecc.
È il paradiso musicale in terra, la golden era. Non è esente da difetti (anzi, ne ha eccome), ma è il meglio possibile, almeno stando a quanto visto finora.
Se torniamo alla musica dei menestrelli o agli artisti dei jingle pubblicitari saranno contenti in tanti, ma sarà un'era meno golden. E i figli si andranno a comprare una racchetta o un videogame o addestreranno l'AI ecc.

Quindi, no, non sei tuo padre. La qualità è moribonda e le schegge rimaste sono atomizzate, grezze, coperte dalla cacofonia, potenziale inespresso.

Jessie_Greg_Music

Credo che ogni generazione viva la musica in modo diverso e personale.
Noi siamo cresciuti con canzoni che avevano un peso enorme nelle nostre giornate, mi ricordo i primi testi che raccontavano storie, melodie che ci restavano dentro, artisti che diventavano vere e proprie icone.
È normale che ci sembri di aver avuto più "fortuna" musicale.
Però i ragazzi di oggi ( e io non sono padre), hanno un mare sconfinato di musica a disposizione, forse troppo, e questo li porta a consumarla più velocemente e a viverla in modo meno "sacro" di come facevamo noi.
Detto questo, come diceva anche Robland riguardo gli artisti che non mancano mai, esistono artisti bravissimi, capaci di emozionare, ma magari non sono quelli che riempiono le classifiche.
Forse non è cambiata la qualità della musica in sé, ma il modo di fruirla e di cercarla.
Alla fine, probabilmente, sì: un po' siamo come i nostri genitori che non capivano i Pink Floyd. Ma la verità è che la musica che ti accompagna nell'adolescenza resta sempre "la più bella" della tua vita e sta cosa è sempre molto soggettiva.
"La tecnica non conta, io mi occupo di emozioni" (Jimmy Paige)

Donatello Nahi

Io sono abbastanza d'accordo con Robland, discorsi che qui e lá avevamo già affrontato... poi, sicuramente ci sono meno investimenti nella musica... tra i tanti motivi, uno, importante è che interessa meno rispetto a prima... oggi ci son tante cose da fare( ed un pó ci si perde...) figurati se i ragazzi trovano il tempo di appassionarsi ad uno strumento, riunirsi in un garage e passare ore a suonare... io vedo mio nipote che per lui la musica è la colonna sonora di un videogame... o del suo ultimo video da postare sui socisl... la musica non conta piú come qualche decina di anni fa... io ieri stavo giochicchiando con la chitarra e mi è venuta in mente Ti amo di Umberto Tozzi... che poi non è che ascoltassi Tozzi da bambino ragazzo... e son stato lí , con il looper ad inventar cose... ste robe le facciam noi... i giovani fanno altro

robland

Citazione di: Donatello Nahi il 03 Ottobre, 2025, 02:06 PMIo sono abbastanza d'accordo con Robland, discorsi che qui e lá avevamo già affrontato... poi, sicuramente ci sono meno investimenti nella musica... tra i tanti motivi, uno, importante è che interessa meno rispetto a prima... oggi ci son tante cose da fare( ed un pó ci si perde...) figurati se i ragazzi trovano il tempo di appassionarsi ad uno strumento, riunirsi in un garage e passare ore a suonare... io vedo mio nipote che per lui la musica è la colonna sonora di un videogame... o del suo ultimo video da postare sui socisl... la musica non conta piú come qualche decina di anni fa...

Ma con l'interesse per la musica mica ci si nasce (mica siamo Beethoven). L'interesse per la musica è in buona parte indotto. Da cosa è indotto? Dall'ambiente sociale e dal contesto culturale. Io mi sono messo in un garage con gli altri perché quello era ciò che si faceva allora. Tuo nipote non lo fa non perché sia svogliato, pigro, apatico ecc., ma perché quella cultura ha iniziato a morire a fine anni novanta del secolo scorso, e ora, decenni dopo, è in fase di decomposizione avanzata.

Qualcuno certamente si riunirà ancora in un garage, ma sono schegge appunto, eccezioni. L'ambiente sociale attuale non vede più la musica come elemento di rilievo, perché morta quella macchina (quella che io chiamo industria) è crollato pian piano tutto il resto. Perché mai uno oggi dovrebbe andare in un garage a suonare? Per replicare un'attività intrattenitiva del passato? È come se quando avevo la loro età avessero preteso che mi mettessi a costruire un telegrafo (ok, esagero, ma è per dare l'idea).

Indotto significa che c'era tutto un ambiente collegato: la cassetta girava di mano in mano e te la davano facendoti capire, a te tredicenne tabula rasa senza inclinazione musicale alcuna, che era importante, rilevante. Lo diceva la tale rivista, il tale programma tv, la tale radio, il tuo migliore amico. Lo dicevano i manifesti che vedevi dei concerti e i negozi di musica e le vetrine dei negozi di strumenti, le band amatoriali che imitavano gli artisti ecc.
Tutto messo su grazie all'attività economica di una industria che otteneva un profitto vendendoti arte incisa su supporto materiale. Tutto qua.

I nostri guitar hero sono stati allevati perché generavano un profitto, che senza la protezione del copyright è crollato. Quindi non conviene più allevarli. Ecco perché ascoltiamo ancora loro, che man mano muoiono: perché non c'è ricambio generazionale in quanto la macchina si è fermata. Un Guthrie Govan, se gli fosse stato messo a disposizione dall'industria lo stesso budget di Satriani, avrebbe avuto più o meno la stessa lunghissima discografia. Invece non si investe in lui, perché non si può vendere quel che fa e ottenerne un profitto: pochi minuti dopo è già gratis su YouTube. E allora Govan è lasciato da solo, a sè stesso. Come lui una marea di artisti, e quindi niente contesto sociale e culturale adatto a dare alla musica un risalto che porti tuo nipote a ritenere importante la musica. Ed ecco che appunto i ragazzi si trovano altro da fare. Non possono mica ascoltare quello che vogliamo noi per farci contenti. Manca la musica della loro generazione perché non si può vendere lucrosamente.

Ovviamente potrei sbagliarmi di grosso o cogliere solo parte della questione. Solo mie teorie, un po' apprese dai libri letti e un po' sviluppate da me nel tempo.

Donatello Nahi

Ma io son d'accordo con i tuoi discorsi, tra l'altro presi penso da fonti rilevanti... era per aggiungere delle sfumature... che è appunto il fatto che é crollato l'interesse in sè per la musica che è una delle concause per la mancanza degli investimenti da parte delle major... fermo restando che il punto centrale è che da Napster in poi, praticamente si ascolta la musica gratuitamente o pagando relativamente poco... ( abbonamenti vari...)

Naturalmente, ci fosse il buon Mariano non sarebbe d'accordo con questa visione che la qualitá é crollata... c'è da dire comunque che oggi le case discografiche stesse non sono piú indispensabili... ci si puó tranquillamente autoprodurre e pubblicare tutto su spotify o social vari... ma manca appunto una coordinazione, un filtro... un lavoro d'equipe...

Vu-meter

 :-\

Non so quanto quello che ha presentato @robland sia "il motivo" del crollo qualitativo, personalmente temo di no. Credo anzi che il crollo dell'industria sia un effetto collaterale del fatto che sia calata la "qualità generale" e che siano cambiati i mezzi di fruizione, come accennavate con il fenomeno YouTube, cosa che ha modificato la percezione del valore della musica nelle nostre vite.

Perché dico questo? Perché vedo ancora stadi pieni per alcuni artisti e vedo che la gente si muove per poter vedere dal vivo quello che noi chiamavano concerto, ma che oggi forse dovrebbe essere definito in altro modo perché più che altro è una coreografia di gente che si struscia su una musica di bassa qualità e dal dubbio gusto.
Anche l' andazzo che ha preso la musica italiana (anzi , credo sia quella maggiormente toccata rispetto al passato) devo dire che personalmente non lo apprezzo e mi dispiace proprio. Io già criticavo gli artisti del mio tempo e non ascoltavo molto, ma adesso sembra che stiamo scivolando in una sorta di "macchietta popolare" terribile.

Non so... non voglio rientrare in quel personaggio di vecchio nostalgico che impreca contro le novità o i cambiamenti. Non mi sento così. Tuttavia.. temo sia proprio così, almeno sul fronte musicale. :old:

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robland

Citazione di: Donatello Nahi il 03 Ottobre, 2025, 06:01 PMNaturalmente, ci fosse il buon Mariano non sarebbe d'accordo con questa visione che la qualitá é crollata... c'è da dire comunque che oggi le case discografiche stesse non sono piú indispensabili... ci si puó tranquillamente autoprodurre e pubblicare tutto su spotify o social vari... ma manca appunto una coordinazione, un filtro... un lavoro d'equipe...

Ovviamente nessuno dei nostri commenti è esaustivo, cogliamo una parte di realtà. Mariano ad esempio fa benissimo a ricordarci che il talento esiste ancora e si esprime in tanti album coperti dalla valanga di pubblicazioni attuali. E qui arrivo io: pubblicazioni nessuna delle quali spicca perché dietro c'è il nulla, se non un anonimo tizio che col fai-da-te ha messo il suo lavoro online.
Parlavo di induzione perché noi invece siamo stati il risultato di un bombardamento mediatico musicale senza precedenti e senza nulla di paragonabile oggi.

Se vai per strada e chiedi a un adulto se pensa che Bowie sia un grande artista, ti dirà sì senza dubbio, senza nemmeno conoscere più di due suoi brani. Perché è l'opinione che si è imposta tramite un bombardamento del suo nome e della sua immagine. Chiudilo dentro una stanzetta, fagli pubblicare l'album d'esordio e vedi che fine fa il suo talento... perso, completamente sprecato. Nessuno che vada ad investirci su. Quando invece è stato destinatario di campagne pubblicitarie di fior di milioni di sterline, comprese gigantografie della sua immagine al centro di Londra e la distribuzione dei suoi album in ogni negozietto di cassette, vinili e cd di ogni angolo del mondo.

Il caso più eclatante? Appetite for destruction: oggi è il più celebre disco d'esordio nella storia della musica popolare. Ma all'uscita sembrava destinato ad essere un flop, non se lo calcolava nessuno. Poi un sacco di pressioni della casa discografica affinché passasse su MTV, e lì la sua qualità intrinseca con brani davvero memorabili riff pazzeschi e assoli in abbondanza e la produzione perfetta di Clinck ha potuto incontrare l'ascolto di centinaia di milioni di persone.

Ancora oggi tantissimi della mia generazione ricordano il nome Héroes del silencio, band rock spagnola che appunto tantissimi conoscono senza manco averla ascoltata: la pubblicità in TV era tantissima. Sì, ai miei tempi la pubblicità dell'uscita degli album della case discografiche più danarose passava in TV. Così come la EMI fece con OK Computer dei Radiohead, col sottofondo di Karma Police. Gli Héroes del silencio non erano nessuno, infatti solo scomparsi, però ce li hanno infilati nella testa e ci rimangono dopo quattro decenni.

Questa è l'origine dell'induzione. Poi io lo dico a te che lo dici a tuo fratello ecc. Tuo fratello non crederà a me ma accenderà la radio e troverà conferma, o nella rivista, o perché la band viene in tour o perché glielo dice un altro amico.
Così nasce, a mio parere, la rilevanza sociale di un'arte, il contesto culturale e la visibilità mediatica. Noi abbiamo vissuto quell'epoca che ci ha incastonato la musica dentro rendendoci appassionati.
Oggi tuo nipote vive in una landa musicale desolata perché il rubinetto dell'acqua ha visto il suo flusso drasticamente ridursi appena Napster ha reso possibile la condivisione gratuita e la legge ha detto che andava bene così.

elzeviro

Citazione di: Vu-meter il 04 Ottobre, 2025, 08:04 AMnon voglio rientrare in quel personaggio di vecchio nostalgico che impreca contro le novità o i cambiamenti. Non mi sento così. Tuttavia.. temo sia proprio così, almeno sul fronte musicale. :old:
But then I remind myself I don't want to end up as an angry old man snarling at the world from his porch, so I smile and shrug it off. 🙂

Vu-meter

Citazione di: elzeviro il 04 Ottobre, 2025, 03:04 PMBut then I remind myself I don't want to end up as an angry old man snarling at the world from his porch, so I smile and shrug it off. 🙂


Sono i versi di un brano?
"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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elzeviro

in effetti sarebbe una bella idea,
no, l'altro giorno sul Forum Delcamp Inglese si parlava piú o meno della stessa cosa, e mi era piaciuta questa risposta di un utente.
sono molto d'accordo con te comunque su questo argomento