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"La musica è sempre stata gratis"

Aperto da robland, 08 Maggio, 2020, 10:45 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

robland

Vi chiedo un parere su un concetto espresso in questa intervista, a partire dal minuto 9,30.

Secondo voi è un'affermazione azzardata? È storicamente inesatta? Risponde perfettamente al vero?

Le VERITÀ SCOMODE dell'Industria Musicale su SIAE, Spotify, Autori | Podcast con Reaperiani - YouTube

È una chiacchierata molto lunga e che ho seguito per intero, MA il concetto di cui parlo dura poco tempo. Qualche minuto. Poi si cambia tema. Quindi non vi prenderà molto tempo.

Vu-meter

Non ho seguito il video perchè lo trovo terribilmente noioso, ma secondo me la musica non è MAI stata gratis. Anzi, è stato l'esatto contrario !

La musica costava molto più nell'antichità, dove a potersi permettere uno o più musicisti (che era l'unico modo per poter ascoltare musica ) erano solo i ricchissimi (re et similia). Nel tempo, sono riusciti ad avercela anche i ricchi (classe aristocratica) e piano piano, anche le classi meno abbienti (nei teatri di categoria inferiore).
E se penso che un'operetta scritta per le classi meno abbienti è il Flauto Magico di Mozart, capisco che la qualità della musica non era inferiore perchè suonata in un teatro di minore importanza, anche se, temo, questo sia un caso isolato e di operette del genere non ne circolassero poi molte.

Nel corso degli ultimi secoli la musica ha avuto sempre maggiore diffusione e a costo zero ( si pensi alla radio). Quando ero ragazzino io i dischi si compravano senza doversi svenare (8.000 lire). Insomma, era già alla portata di tutti.

Per questi motivi penso che, secondo me, l'affermazione sia sbagliata.

Però, penso sia giusto. Quella che ascoltiamo oggi è un surrogato della musica. Perchè mai dovrei pagare per una cosa del genere ?
"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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Elliott

Concordo con Vu: noiosi anche quei soli 3 minuti.
Concordo con Vu: la musica non è mai stata gratis.
Non concordo con Vu: continui a pagarla volentieri


Personalmente pago volentieri il canone di Spotify per ascoltare anche musica nuova e, ce ne trovo decisamente tanta di buona qualità. Serve pazienza...serve capirne il meccanismo per una selezione efficace e serve che Spotify ti conosca per proporti quello che stai cercando. Serve tempo e pazienza e, faccio veramente fatica a capire come, una generazione che rimpiange il vinile...che punta il dito contro la musica liquida per il suo incentivo all'ascolto superficiale e sbrigativo non mostri - per prima - pazienza nell'approfondimento ed esplorazione di uno strumento che dta salvando comunque la musica.

Buc

Conosco Francesco e non sono del tutto d'accordo con lui.
Intendeva fare un discorso per assurdo cercando di fare capire che quello che stabilisce il costo della musica è di fatto il supporto su cui ne fruiamo.
La musica a mio avviso non è gratuita.. Nel mio piccolo a me pagano in royalties ed in ghostwriting quindi sarei ipocrita a dire il contrario ma quello che intendeva Francesco era che oggi se qualcuno vuole guadagnare con la musica prodotta (non live) deve avere strategie diverse rispetto al passato. Dice che oggi con Spotify c'è si meno guadagno ma.. C'è più prodotto fruibile. Ed io benedico questo perché se a 15 20 anni avessi potuto fruire di quello che ho oggi oggi probabilmente sarei un ascoltatore migliore e perche no un chitarrista migliore.
Boh... Io la penso un po' così.
Think jazzy, love bluesy and live rock !


Buc

Citazione di: Elliott il 09 Maggio, 2020, 08:49 AM
Concordo con Vu: noiosi anche quei soli 3 minuti.
Concordo con Vu: la musica non è mai stata gratis.
Non concordo con Vu: continui a pagarla volentieri


Personalmente pago volentieri il canone di Spotify per ascoltare anche musica nuova e, ce ne trovo decisamente tanta di buona qualità. Serve pazienza...serve capirne il meccanismo per una selezione efficace e serve che Spotify ti conosca per proporti quello che stai cercando. Serve tempo e pazienza e, faccio veramente fatica a capire come, una generazione che rimpiange il vinile...che punta il dito contro la musica liquida per il suo incentivo all'ascolto superficiale e sbrigativo non mostri - per prima - pazienza nell'approfondimento ed esplorazione di uno strumento che dta salvando comunque la musica.
Considera anche che Spotify è un ottimo tool per chiunque voglia produrre. Chi non ha la fortuna di avere una casa discografica alle spalle su Spotify può produrre a prezzi bassissimi.. Quindi sono d'accordissimo con te sul fatto che in un certo qual modo sta salvando la musica in senso artistico.
Think jazzy, love bluesy and live rock !


Max Maz

Siamo il paese che probabilmente ha rappresentato l'arte per secoli ma ad un certo punto ci stato sufficiente vantarci del glorioso passato senza più minimamente pensare di trasmetterla e coltivarla alle successive generazioni.

Oggi l'arte è un prodotto di élite oppure uno svago per nullafacenti e quindi non ha valore.

Fico.    :altalena:
Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)


Grom68

O magari il problema è stato che costava troppo. Ai miei tempi comprare un LP era molto costoso. Pochi ragazzi potevano permetterselo. Ad un certo punto ci volevano 25 mila lire e passa. Che è tantissimo per i tempi. Risultato: uno comprava il disco e 10 lo copiavano con la "piastra" hifi, per chi l'ha avuta o per chi se la ricorda. Giravano tonnellate di cassette copiate. Un'intera generazione abituata a comprare poco e a copiare. Secondo me è finita così anche per l'eccesso di avidità delle major. Prima degli anni 80,quando è esplosa la mania dell'hifi, non era così. I dischi si vendevano.


Buc

Citazione di: Grom68 il 09 Maggio, 2020, 09:38 AM
O magari il problema è stato che costava troppo. Ai miei tempi comprare un LP era molto costoso. Pochi ragazzi potevano permetterselo. Ad un certo punto ci volevano 25 mila lire e passa. Che è tantissimo per i tempi. Risultato: uno comprava il disco e 10 lo copiavano con la "piastra" hifi, per chi l'ha avuta o per chi se la ricorda. Giravano tonnellate di cassette copiate. Un'intera generazione abituata a comprare poco e a copiare. Secondo me è finita così anche per l'eccesso di avidità delle major. Prima degli anni 80,quando è esplosa la mania dell'hifi, non era così. I dischi si vendevano.
Forse....Io ero fra quelli che copiava o è tanto. C'erano inegozi dove affittavano i cd qui a Milano. Sono d'accordo con te sul fatto che ad un certo punto è diventata troppo costosa come è diventato troppo costoso produrla.
Think jazzy, love bluesy and live rock !


Pasquino

È un discorso troppo generale. La musica è stata in parte gratuita, in parte no.
Es: prima del 900 nelle case coloniche dei braccianti della padana magari qualcuno la sera aveva uno strumento, e per passare il tempo lo suonava, canti popolari, per gli altri attorno. Non era pagato.
La domenica a messa la musica sacra, quando c'era, era ugualmente gratuita. Tra i raccoglitori del Mississippi il blues delle origini era gratis.
In Perù, quando 5 anni fa ci sono stato, i campesinos nei villaggi suonavano e nemmeno pensavano di dover essere pagati. Così in Irlanda, quando la sera nei pub ognuno portava uno strumento e si suonava tutti insieme.
A volte in alcuni circoli jazz capita ancora oggi che si improvvisino jams gratis, con chi si trova lì, per il solo piacere di suonare.
Poi c'è la musica colta, i Mozart e i Beethoven, ascoltati da una minoranza della popolazione, quella ricca, che giustamente li pagava profumatamente, e spesso offriva ai compositori vitto, alloggio e sussidio pur di tenerseli a casa e organizzare concerti (era un gran prestigio)

Poi l'industria musicale ha fatto sì che la musica popolare divenisse una fonte di guadagno, e ancora oggi, cambiando i supporti, il risultato non cambia. Gli intermediari e i distributori fanno il "costo" della musica, al musicista vanno sempre percentuali basse.

Ovviamente sto dimenticando molti settori in cui la musica è pagata oppure gratuita, ma per semplicità mi fermo qui
pensavo è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra. (Amico Fragile - F. De Andrè)

robland

Citazione di: Pasquino il 09 Maggio, 2020, 03:21 PM
È un discorso troppo generale. La musica è stata in parte gratuita, in parte no.
Es: prima del 900 nelle case coloniche dei braccianti della padana magari qualcuno la sera aveva uno strumento, e per passare il tempo lo suonava, canti popolari, per gli altri attorno. Non era pagato.
La domenica a messa la musica sacra, quando c'era, era ugualmente gratuita. Tra i raccoglitori del Mississippi il blues delle origini era gratis.
In Perù, quando 5 anni fa ci sono stato, i campesinos nei villaggi suonavano e nemmeno pensavano di dover essere pagati. Così in Irlanda, quando la sera nei pub ognuno portava uno strumento e si suonava tutti insieme.
A volte in alcuni circoli jazz capita ancora oggi che si improvvisino jams gratis, con chi si trova lì, per il solo piacere di suonare.
Poi c'è la musica colta, i Mozart e i Beethoven, ascoltati da una minoranza della popolazione, quella ricca, che giustamente li pagava profumatamente, e spesso offriva ai compositori vitto, alloggio e sussidio pur di tenerseli a casa e organizzare concerti (era un gran prestigio)

Poi l'industria musicale ha fatto sì che la musica popolare divenisse una fonte di guadagno, e ancora oggi, cambiando i supporti, il risultato non cambia. Gli intermediari e i distributori fanno il "costo" della musica, al musicista vanno sempre percentuali basse.

Ovviamente sto dimenticando molti settori in cui la musica è pagata oppure gratuita, ma per semplicità mi fermo qui

Più che andare ad analizzare tutti i singoli contesti - non ne usciremmo - in realtà il concetto è solo se l'artista della musica è sempre stato uno spiantato (scusatemi la sintesi e la brutalità, ma per brevità mi aiuta a rendere l'idea) oppure no.

Per me il discorso non si pone proprio fino a un certo momento storico: sarebbe come parlare dei libri prima dell'invenzione della stampa... Non c'era proprio un sistema per organizzarne una grande diffusione (infatti i monasteri avevano il quasi monopolio). Con l'invenzione della stampa, il discorso cambia e ci si può interrogare sulle differenze tra Balzac e Pennac a livello di soldi.
Per la musica, prima della nascita delle incisioni non c'era modo di diffondere, se in pochi teatri a beneficio di pochi (non erano mica tournée). Quindi c'era sia il genio che beneficiava del mecenate che quello che suonava nella locanda. Ed è ovvio che il numero degli spiantati fosse preponderante, ma assai assai.
Poi tutto cambia con l'industria discografica, fino alla caduta.
Molti sono portati a pensare che siamo tornati ai tempi pre incisioni: prima non si guadagnava perché mancava la tecnologia per diffondere. Oggi c'è, ce ne sono mille di tecnologie e quindi non si guadagna lo stesso (parlo in generale, al di là di tante eccezioni che straguadagnano). Siamo mica tornati al tempo in cui la maggioranza era fatta di spiantati, con pochissime e fortunatissime eccezioni? Questa la mia domanda per voi, alla quale l'intervistato risponde di sì.

Ho descritto un modello che 1) non so nemmeno se sia esatto storicamente e sul quale 2) nemmeno mi esprimo, pure se fosse esatto, perché non ne so abbastanza né mi tange poi tanto.

Moreno Viola

Ero curioso e ho guardato il video... una missione, ma ne ho approfittato per esercitarmi.

Si parla di prodotto musicale, che contrariamente alla musica non è mai stato gratis.

Da quando esiste un'industria musicale e l'indotto che genera, i dischi producono profitti che alimentavano una filiera che nel tempo si è fatta sempre più corta tagliando fuori parte della speculazione.

La tecnologia ha reso più facile, per chi ne sa cogliere l'opportunità, la promozione del proprio operato e per quanto mi riguarda in un'ottica prettamente artistica, ci vedo solo vantaggi nonostante continui a preferire l'oggetto fisico e sia disposto a pagarlo.

Ma sono disposto a pagare anche Spotify per l'opportunità di avere un'enorme discografia a disposizione e trovo che non sia così difficile per la mia generazione cresciuta con la cattiva ricezione delle trasmissioni radiofoniche o ascoltando cassette pluriregistrate, sopportare la "bassa" qualità del formato Vorbis a 320 Kbps.

Se parliamo di musica, personalmente credo che effettivamente non possa essere considerata in termini materiali, ma nel momento in cui diventa materia prima per la creazione di un prodotto diventa fisicamente tangibile anche quando non ho modo di toccarla come nel caso di un brano in mp3.

Il grande vantaggio che hanno le giovani generazioni di Artisti (ce ne sono e di molto bravi) è proprio che se prima per avere ricavi bassissimi era necessario muovere una macchina che produceva profitti enormi, oggi con uno studio casalingo e una buona conoscenza dei meccanismi della rete, puoi ottenere risultati che in passato potevi soltanto sognare.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


Vu-meter

Citazione di: robland il 09 Maggio, 2020, 03:40 PM

Più che andare ad analizzare tutti i singoli contesti - non ne usciremmo - in realtà il concetto è solo se l'artista della musica è sempre stato uno spiantato (scusatemi la sintesi e la brutalità, ma per brevità mi aiuta a rendere l'idea) oppure no.


Aspetta, questo è un altro discorso.
Il musicista, storicamente, è sempre stato un servo e dunque uno spiantato.
L'avvento della grande distribuzione della musica su scala mondiale ( ma già nazionale era tanto ) ha reso questi servitori "artisti" e li ha (spesso) arricchiti. Ma è un fenomeno che possiamo racchiudere agli ultimi 100 anni, direi.
"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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robland

Citazione di: Vu-meter il 10 Maggio, 2020, 12:54 PM
Citazione di: robland il 09 Maggio, 2020, 03:40 PM

Più che andare ad analizzare tutti i singoli contesti - non ne usciremmo - in realtà il concetto è solo se l'artista della musica è sempre stato uno spiantato (scusatemi la sintesi e la brutalità, ma per brevità mi aiuta a rendere l'idea) oppure no.


Aspetta, questo è un altro discorso.
Il musicista, storicamente, è sempre stato un servo e dunque uno spiantato.
L'avvento della grande distribuzione della musica su scala mondiale ( ma già nazionale era tanto ) ha reso questi servitori "artisti" e li ha (spesso) arricchiti. Ma è un fenomeno che possiamo racchiudere agli ultimi 100 anni, direi.

Ed è proprio quello che sostiene il tizio del video: tolta la breve finestra che va dal dopoguerra a qualche anno fa, per il resto si è tornati al gratis. Il che produce un effetto sul lato dell'offerta, con l'artista che è chiamato a inventarsi qualche espediente per estrarne un ricavato.
(Mettiamo un attimo da parte il lato della domanda del fruitore e di cosa è disposto a fare).
Secondo me, è tutto molto prematuro perchè è un fenomeno che ha ancora pochi anni di vita. Cosa produrrà davvero lo vedremo tra un decennio. Per adesso ci sono ancora le generazioni precedenti che creano rumore di fondo che distrae dalle nuove tendenze.


robland

Steve Lukather, conversando con Greg Koch: "If you're a musician right now, it's terrifying". E ovunque va oggi un musicista si sentirà dire: "I don't have money. I can't pay you". "It' just scary". E ti diranno: "But this is good for your exposure!".

robland

Questo è il video di un artista italiano che affronta il tema del supporto economico e dice la sua su cosa si fa e soprattutto cosa non si può fare senza soldi

No more music // the death of the record industry - YouTube

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