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Hobbysmo in musica

Aperto da Ombra/luce, 29 Dicembre, 2022, 08:56 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Ombra/luce

Prendendo spunto da un interessante post di Robland, vorrei chiedere un pò a tutti, cos'è per voi l'hobbismo in musica? Qual'è o qualii sono le strade, secondo le vostre vedute, che un hobbista sarebbe consono che prendesse se lo scopo è migliorarsi con lo strumento, tenendo conto che non deve farlo per pagarsi la pagnotta e per suo diletto e piacere nei momenti di libertà, sempre che questo sia lo scopo? Non uso termini imperativi apposta perchè l'hobbismo non ha e non deve avere dogmi e preconcetti.
Io parlo di migliorarsi nel suonare, un hobbysta si può pure comprare la chitarra per giocarci a baseball, ma parlo proprio del migliorarsi nel suonare al fine di trarne piacere personale, soprattutto se si mira a raggiungere certi traguardi che richiedono dei percorsi.
Mi raccomando, questo è un topic di vedute personali che possono, perchè no, essere uno spunto di riflessione un pò per tutti, spero non si infiammi, ci sta vederla diversamente, non calpestarsi l'un l'altro!

Più avanti dirò la mia, intanto lascio la palla a chi vuole.
Ut queant laxis

Ombra/luce

Io parto, cercando di essere breve, nel raccontare una mia esperienza diretta.
Per 5 anni della mia vita sono stato un grande appassionato, amatore autodidatta, di grafica. Impararai a usare software vari e barcamenarmi con tante cosette legate alla grafica, a 20 anni feci dei corsi, il primo corso durò un anno, stampa tipografica, serigrafia e progettazione visiva, quel che imparai in quell'anno demolì completamente quei cinque anni passati a barcamenarmi alla meglio possibile pensando di fare bene. Dopo quell'anno di corso, tutto quel che imparai in quei cinque anni di percorso alla "ndo cojo cojo tanto qualcosa imparo comunque", lo buttai letteralmente nel bidone dell'immondizia, perchè quel bagaglio era pieno di lacune, mi sembrò molto più costruttivo quello imparato studiando materie step-by-step, senza saltare di palo in frasca.

Dopo quella esperienza, ogni cosa che richiede un percorso che ho trattato, anche amatorialmente, l'ho sempre cercata di seguire provando ad allinearmi ad un percorso consolidato, costruito da centinaia di migliaia di persone, se non milioni, prima di me, anno dopo anno, decennio dopo decennio, secolo dopo secolo. Io da amatore, non posso pensare che adesso arrivo io e, seppur non seguendo certe linee guida già ampiamente consolidate, io possa diventare bravo senza avere un fottio di lacune, posso farlo, accettando che avrò lacune, ma se io cerco di averne il meno possibile, tenendo conto che sono un amatore, una linea mi tocca seguirla, perchè non ho la bacchetta magica.

La differenza, tra una cosa che voglio fare per lavoro e una cosa che relego nel mio tempo libero, per la mia personale concezione, sta nell'essere consapevole, che per quanto riguarda l'hobby, a una certa dovrò fermarmi, però dannazione, al punto in cui mi fermerò, voglio arrivarci che gestisco al meglio possibile quel bagaglio acquisito. Voglio poter prendere un brano di livello medio e suonarlo bene, per bene intendo in maniera decentemente simile all'originale, senza doverci stare anni e sentirmi incapacitato con la consapevolezza che mi mancano degli step prima.

Se io voglio suonare un blues, sono pazzo del blues, ma non mi esercito sulle cose che decretano questo stile, sia teoricamente che a livello di fraseggio ed espressione e anche di tecnica che mi permette di fraseggiare ed esprimermi , io onestamente mi sento irrealizzato e infelice e io voglio sentirmi felice e realizzato quindi che debbo fare? Devo impratichirmi con quegli argomenti che mi permettano di poter suonare un blues a livelli a me soddisfacenti, che non vuol dire diventare il nuovo re del blues o far parlare di sè, vuol dire essere appagato da quel che le mie mani fanno, tenendo conto che sono un appasionato di musica e che quindi c'ho pure un orecchio da ascoltatore sviluppato al punto da essere molto critico con me stesso e rendermi conto quando sono molto lontano da quel che ascolto e che vorrei riprodurre.

Il mio essere hobbysta equivale a fare le cose al meglio che si può, seguendo anche linee di apprendimento consolidate da migliaia di altre persone prima di me, maestri compresi, al fine di arrivare a un livello tale che io possa camminare con i miei piedi e gestire, bene, cose di un livello che reputo sia il punto minimo per sentirmi appagato dal mio hobby, perchè purtroppo uno strumento musicale, porta alla consapevolezza, che agli inizi è difficile e serve mettercisi d'impegno per arrivare a divertirsi come si vorrebbe, quando prendi la chitarra in mano la prima volta, ci siamo passati tutti, e provi a imparare la tua prima cosa, ti trovi con un badile nei denti, capisci che devi farti un percorso a prescindere, che tu sia amatore o meno, prima di impratichirti al punto da prendere la chitarra e divertirti come vorresti, come, secondo la tua personale visione di traguardo accettabile, ti richiede. Sta tutto a dove vogliamo arrivare nel nostro percorso di hobbysti, più vogliamo e più la posta in gioco si alza e il percoso da fare s'infittisce. Se ci basta imparare a suonare cose, senza riprodurle al meglio, basta avvicinarci un pò e siamo contenti comunque servirà un percorso, se vogliamo suonare l'assolo difficile come la versione studio, non ci sono tanti fronzoli, tocca mettercisi, poi dipende dal nostro grado di severità nei nostri confronti, se siamo severi e ci rendiamo conto che siamo lontani dall'allinearci al nostro intento e non ci basta, allora ci dobbiamo armare di pazienza in modo che arriviamo a poterlo fare perchè qui non è una cosa che ti svegli un giorno e sei improvvisamente capace, ci devi arrivare pian piano gradino dopo gradino, se punti a suonare il quindicesimo gradino al meglio, non è che ci arrivi facendo un salto dal primo, tocca, purtroppo, farsi i gradini che ci stanno prima, si possono saltare due o tre gradini, non 15, se l'intento è di allinearsi alla versione originale.
Ut queant laxis


Donatello Nahi

Ammazza...eri partito scrivendo :"Parto io,cercando di essere breve..."  :sarcastic:

Non..so,dico qualcosa io ..un pó a ruota libera...capisco quello che hai scritto,perché in un certo senso,ed in situazioni diverse mi ci sono ritrovato pure io...cioé il fatto di porsi degli obiettivi e perseguirli quasi in modo ossessivo...oggi peró la penso in modo un pó diverso,ed in particolare credo che se la musica deve essere un hobby,lo scopo principale sia quello di occupare il tempo libero divertendosi...e se da un lato la chitarra é un oggetto pericoloso,nel senso che per arrivare a dominarlo ci vuole un lavoro enorme dietro...dall'altro ti puó dare la possibilitá di divertirti suonando dei power chords su di una base
Poi é anche vero che le cose sono soggettive,ed a volte mi accorgo che quando miglioro ,provo piacere...quando vedo che non miglioro provo frustrazione...ma poi vado a fare una passeggiata e mi passa :laughing:

Ombra/luce

Citazione di: Donatello Nahi il 30 Dicembre, 2022, 12:11 AMAmmazza...eri partito scrivendo :"Parto io,cercando di essere breve..."  :sarcastic:

Non..so,dico qualcosa io ..un pó a ruota libera...capisco quello che hai scritto,perché in un certo senso,ed in situazioni diverse mi ci sono ritrovato pure io...cioé il fatto di porsi degli obiettivi e perseguirli quasi in modo ossessivo...oggi peró la penso in modo un pó diverso,ed in particolare credo che se la musica deve essere un hobby,lo scopo principale sia quello di occupare il tempo libero divertendosi...e se da un lato la chitarra é un oggetto pericoloso,nel senso che per arrivare a dominarlo ci vuole un lavoro enorme dietro...dall'altro ti puó dare la possibilitá di divertirti suonando dei power chords su di una base
Poi é anche vero che le cose sono soggettive,ed a volte mi accorgo che quando miglioro ,provo piacere...quando vedo che non miglioro provo frustrazione...ma poi vado a fare una passeggiata e mi passa :laughing:
D'accordissimo, il problema si pone su "cosa serve per divertirsi". Cosa ci diverte? Quello è l'inghippo, perchè se il mio metro di giudizio su cosa mi serve per divertirmi diventa suonare bene gli assoli di Van Halen diventa un bel problema.. :D Se il mio metro di giudizio mi fa comprendere che per divertirmi davvero io debba scalare a mani nude delle pareti difficili, il problema è arrivarci a poterlo fare.. in questo caso si creano delle scelte, o comprendo che forse è un passetto forse più lungo della gamba e mi dò dei traguardi più fattibili rispetto alla priorità che decido di dare alla disciplina o mi ci metto d'impegno, con tutti i sudori del caso, perchè per fare certe cose te devi esercità sodo, detta in romanesco, non ci sono purtroppo scorciatoie, a meno di non accettare che le fai con dei limiti, se ti vanno bene quei limiti benissimo, il problema è se non ti vanno bene.. il mio limite è che desidero, vedo gente molto più brava di me e desidero farlo pure io, solo che mi si spiattella in faccia che devo mettermici sodo, però io devo sentirmi contento, se mi fa contento migliorare su certe cose devo accettare che devo mettermici d'impegno il possibile. Sono 5 settimane che sto impiantanato su un passaggio per pianoforte, lo tratto tutti i giorni 5 volte a settimana, rispetto all'inizio sono molto più agile ma l'indice di errore è ancora alto, quindi non assimilato, si deve continuare.. queste sono scelte, però i casi sono due, o salto perchè non ci voglio stare tanto sopra o ci provoe ci metto rigore (o ci provo facendolo male, ma non dà divertimento avere la sensazione di fare male una cosa che vorrei invece fare bene).

Ps: breve si fa per dire.. :D
Ut queant laxis

Vu-meter

La questione è tutta caratteriale: facciamo le cose in base al nostro carattere. Ognuno poi, dà un peso diverso al termine hobbie e ne consegue che ognuno si comporterà diversamente con lo strumento, la musica, ecc...

Io ero e resto affascinato dalla musica e dalle emozioni che mi trasmette ed è il motivo per cui ho iniziato e ancora continuo, a suonare e studiare.

Io per molti versi sono come te e mi riconosco in ciò che dici. È anche vero però che, sempre più spesso, ho bisogno di suonare per una questione "zen", ossia staccare da tutto a modi asceta. Chiudo gli occhi e vado, senza pensare a niente se non alle note e ai suoni e questo mi fa stare bene.

Cos'è l'hobbismo? Può essere tante cose diverse, dipende da come sei tu. A motivo del mio carattere, io devo sempre capire. Questo è il mio leitmotif da sempre: capire. Con la musica è stato lo stesso.
"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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Vu-meter

Aggiungo una considerazione: ho avuto l'opportunità (e anche il privilegio) di fare lezione a centinaia di persone, nel corso degli anni. Un 50% circa degli studenti erano persone che suonavano già e che volevano migliorarsi.. ma davvero, lo VOLEVANO ?
Dal mio punto di vista, no. Sarebbe più corretto dire che SENTIVANO IL BISOGNO di migliorarsi, ma non avevano poi l'intenzione di applicarsi.

Per fare un esempio: se una persona conosce già molti accordi e posizioni, una delle cose su cui si può migliorare è la quantità di estensioni (e quindi poi di rivolti, posizioni e quant'altro) che si può studiare. Normalmente, chi suona da un po' ma senza troppe pretese, "riduce" le voci degli accordi oppure si limita a prenderli nelle posizioni che conosce bene per poter "suonare subito", ma questo spesso non solo non corrisponde poi al suono del brano, ma soprattutto ti limita tantissimo nell'ear training e nella tua capacità di percepire nuove sfumature: un D-9 con la nona al canto ridotto a D-7 fatto col il barré è davvero un bel po' differente per sonorità. Se poi su quella nona al canto l'autore ci ha costruito il brano, magari spostandola e creando un'impronta evocativa, ecco che, attraverso la riduzione, la bellezza compositiva e sonora del brano, viene svilita.
Alcuni però (un buon 90% di quel 50% che diceva di volersi migliorare) quando studiavamo queste cose, la settimana dopo, al controllo di come procedeva, mi presentavano il brano con il D-7 con barré (è solo un esempio tra i tantissimi), mortificando il brano e avendo sostanzialmente buttato via i soldi della lezione precedente.

Qualcuno può pensare che sia una questione di tempo, ma non è così: se una persona vuole davvero migliorarsi e arriva a pagare delle lezioni per farlo perché si rende conto che gli serve uno sprone e qualcuno che lo segua individualmente, deve anche mettere in conto che dovrà fare "lo sforzo" di dedicare una parte del tempo in cui suona settimanalmente allo studio, altrimenti getta via i soldi, si frustra e peraltro poi, non si sa come ma .. la colpa è dell'insegnante, che casomai sostituisce, per poi fare le stesse cose con il prossimo e pensare di sé stesso : "non sono portato".

Tutto questo nasce da un fatto caratteriale, secondo me. Come già detto, chi riesce a migliorare sè stesso, ha disciplina, che riesce a mettere in campo perché spinto dalla curiosità e dalla voglia di capire/imparare. Poi c'è sempre la questione "metodo di studio" che è importante, ma ... non ha senso se le premesse sono quelle di cui sopra. Davanti a un "non farmi fare questa cosa che non sono capace", come dovrebbe reagire l'insegnante? ma scusa , te lo faccio fare proprio perché non sei capace !

Non so se sono riuscito a trasmettere il pensiero, spero di sì.
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Donatello Nahi

Sono d'accordo con tutto quello che hai scritto Vu...peró aggiungo...a quel punto, il buon insegnante non dovrebbe capire la psicologia e le esigenze dello studente e tentare di agire di conseguenza?...vabbé,lo so che non é facile...in ogni caso le responsabilitá credo siano reciproche..ma poi bisogna considerare pure che non tutto puó essere perfetto e se alla fine, con le lezioni si migliora anche un pó..tutto sommato puó andare bene


Vu-meter

Citazione di: Donatello Nahi il 30 Dicembre, 2022, 10:42 AMSono d'accordo con tutto quello che hai scritto Vu...peró aggiungo...a quel punto, il buon insegnante non dovrebbe capire la psicologia e le esigenze dello studente e tentare di agire di conseguenza?...vabbé,lo so che non é facile...in ogni caso le responsabilitá credo siano reciproche..


Attenzione, quello che sto per dire è esclusivamente per centrare il punto e NON per offendere o denigrare nessuno ..
Io ho vissuto per sei mesi accanto ad una persona malata di mente che mi suonava il campanello alle 3 di notte per dare della meretrice a mia moglie e del deficiente a me. Se avevo ospiti e lasciavo la porta aperta perchè ne stavo aspettando altri, si presentava dentro nudo. Avevamo acquistato il parcheggio ciascuno e lui parcheggiava nel mio (accanto al suo) e non voleva che io parcheggiassi nel suo perchè poteva sempre servirgli. Chiaro il soggetto ? Quando ho venduto casa mi sono sentito di essere onesto e di raccontare all'acquirente che avrebbe avuto dei problemi con il vicino. Mi sono sentito dire che le responsabilità sono sempre al 50% ciascuno.
Questo luogo comune è FALSO! PUO' essere, in alcuni casi che ci siano responsabilità da entrambe le parti, ma NON È una regola, assolutamente.


Se lo studente ha una predisposizione a scegliere la via rapida anziché impegnarsi, cosa può fare l'insegnante ? Gentilmente incoraggiarlo. Stop, non hai altri poteri. Non puoi capire gli sforzi che ho fatto decine e decine di volte (perchè io mi affeziono a chi studia con me e vorrei realmente aiutare e lasciare qualcosa che possa essere utile anche per il futuro) cercando di spiegare la differenza tra un insegnante e un tutorial su Youtube, ma .. li deludevo, perchè io volevo insegnargli e ai loro occhi non gli facilitavo la cosa. "Meglio un tutorial che mi dica dove mettere le mani, tu vuoi insegnarmi la tastiera! Tempo perso!"
Sono soggetti che non hanno capito cosa sia un insegnante.  Oppure sono abituati ad andare da dei NON insegnanti.
L'insegnante deve farli lavorare su ciò che non hai ancora acquisito. Ciò che hai acquisito è già lì!


Citazione di: Donatello Nahi il 30 Dicembre, 2022, 10:42 AM..ma poi bisogna considerare pure che non tutto puó essere perfetto e se alla fine, con le lezioni si migliora anche un pó..tutto sommato puó andare bene


Certo, se lo studente è contento può andare certamente bene, ma non si è sfruttato il tempo e i soldi che hai impegnato. L'insegnante deve avere un senso, altrimenti, sotto con i tutorial e via, che ci si diverte. :guitar:
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Ombra/luce

Però devo dire una cosa che ho notato, anche su me stesso, la perseveranza e l'impegno è una cosa che si forgia ed acquisisce anche con il tempo e l'esperienza. Quando a 16 anni più o meno feci i primi passi con la chitarra mi limitavo al giro di DO con accordi aperti e sono andato avanti così per anni, va beh che al periodo Youtube nemmeno esisteva, comprai il solito dizionario degli accordi e non lo lessi mai perchè mi scocciava capire come leggerli, non avevo nemmeno la voglia di leggere le spiegazioni del libro per riuscire a leggere correttamente gli accordi esposti e anche qualora ci provassi, alla prima diteggiatura difficile scappavo a gambe levate, mi sembrava solo impossibile e l'idea di mettermici la scartavo subito, magari anche per via che da ragazzino ero uno con molta poca predisposizione allo studio, si vedano anche i votacci che prendevo a scuola :D. La predisposizione allo studio è anche un'attitudine, se non la si ha e io non l'avevo, per niente, si può migliorare, ma se la si ha già di base è un aiuto considerevole, aiuto che io non avevo e da solo non avevo la capacità di autogestirmi in un percorso di crescita fruttuoso. Anche la perseveranza e l'impegno metodico sono cose che ci può essere il bisogno di apprendere da un maestro o comunque nel tempo di fronte a difficoltà che spiattellano in faccia che mancano dei tasselli da colmare, chi è agli inizi è smosso da tanta voglia di fare, ma anche ancora una non totale consapevolezza del percorso che deve farsi per poter fare quel che vorrebbe, magari ha bisogno di una guida che lo segua e lo metta nella condizione di non soffrire troppo, inoltre non c'è ancora un focus su cosa davvero vorrebbe, perchè in corso d'opera le carte cambiano, si acquisisce una maggior personalità musicale e si iniziano ad avere le idee più chiare su dove indirizzarsi.

Io l'esercitazione giornaliera, anche serrata, con gli anni l'ho serenamente abbracciata e accolta perchè la ritengo necessaria, tuttavia non posso dire di essere divertito a ripetere seicento milioni di volte la stessa cosa, a rompermi le dita o le braccia a furia di ripetere, magari ore, perchè mi incaponisco, giorni, settimane, dover trattare cose slegate dal suonare, di pura esercitazione, con la sensazione che è difficile e che attualmente mi viene male, come mi stressa mettermi su uno spartito a decifrare quel che leggo e trasporlo sullo strumento, dover isolare parti su parti, a volte anche dover fermare di netto il brano perchè mi spiattella mi mancano dei tasselli e quindi passare settimane, se non mesi, a cercare di formarmi su certe cose che mi permettano di gestire dei passaggi, dentro di me vorrei subito menar le mani e questa sensazione ce l'ho ancora, solo che, tante esperienze in 12 anni di piano e altri di chitarra mi hanno spiattellato in faccia che se voglio suonare certe cose io non posso non abbracciare l'idea che mi ci devo mettere sodo, altrimenti si sceglie qualcos'altro. E' come quando si va in palestra, si deve accettare che in quell'oretta ci si fa il mazzo, però appunto è destinato ad una miglioria che desideriamo, quando mi esercito, e parlo di esercitazione vera e propria, di tecnica finalizzata ad acquisire destrezza per in futuro gestire delle cose in quei momenti mi forzo a prenderla con rigore, però ho negli anni aquisito la consapevolezza che è necessario, perchè non nasciamo imparati, quindi stringo i denti e so che quello sforzo mi darà risultati e i risultati ci sono, inevitabilmente, perche quando gestisco un brano che tre anni fa mi sognavo o quando comprendo la struttura armonica di un brano che mi accingo a suonare e riesco a ricostruirlo da solo, mi sento estremamente soddisfatto e felice del mio hobby, però per arrivare a fare quelle cose, so che nel mezzo ci sta da lavorare. Negare che non serva, o è negare a sè stessi, o è accettare che ci saranno dei limiti, se si accetta questo va benissimo, però a me desiderare di fare qualcosa e non averne le possibilità mi fa sentire infelice, quindi devo sposare l'idea che mi farò il mazzo per gioirne in futuro, come quando ti fai il mazzo per costruirti la casa, lo fai sapendo che ci starai in pantofole comodo e in relax in futuro.

E' un bel problema, perchè se da un hobby ricerco relax e piacere, slegandomi dagli obblighi e la pesantezza della degli impegni prioritari della vita, purtroppo uno strumento musicale mi spiattella che il relax e piacere lo ottengo facendomi il mazzo durante la strada che mi porta appunto alla meta, quella del piacere e del relax, perchè la sensazione di non potercela fare a gestire quel che SO che mi darebbe piacere e relax non è una cosa piacevole, per niente, mi fa sentire irrealizzato nei miei intenti, quindi tra i due mali, ho preferito il peso di mettercisi con rigore, almeno quello mi dà risultati, pian piano ho svilupato attorno a questa cosa un'adattabiltà e anche un piacere, un pò raffazzonato, a volte forzato, nel farlo, così da non dover mandare giù il cucchiaio di sciroppo schifoso, per farlo andare giù più in facilità, parlando prettamente di tecnica adesso, per la teoria anche io sono smosso da morbosa voglia di capire e rispetto a Vu e anche altri attualmente ci sono tantissime cose che non so, in questi casi serve da farsi un pò un quadro generale, poi tutto viene facile, il complicato e per taluni noioso è il momento iniziale che vanno capite e gestite sullo strumento delle basi che permettono di proseguire, serve togliere il tappo insomma, quel tappo può essere pesante da gestire senza una guida e anch'esso richiede perseveranza. Per questo ho relegato l'hobby musicale in una via di mezzo, tra l'hobby e l'impegno serio, il relax e la comodità facile la ottengo da altre passioni, il computer, il divano, l'ascolto musicale, anche da una bella suonata di piacere rimanendo nella zona di comfort, che ci deve essere, perchè è la brace che ci porta avanti, però quando c'è da mettercisi la prendo con maggior rigore come se fosse un impegno importante, è un impegno importante, da non relegare ad hobby secondario di fuga dallo stress di tutti i giorni, lo strumento è una cosa che amo profondamente, perchè mai dovrei relegarlo a passioncina scanzonata di relax, è un vero e proprio impegno che mi sono dato, magari non prioritario per via che il lavoro e la famiglia vengono prima, ma dopo di queste cose, c'è l'impegno che ho preso con gli strumenti, non è che ragiono che mi faccio prima la bevutina con gli amici, la giocata sul pc, il divano e poi se ho tempo prendo la chitarra o vado sul piano, è l'impegno più importante e prioritario dopo gli obblighi di sopravvivenza e famiglia, non è che, ciò che è slegato dagli obblighi della vita, allora ha meno importanza, è la cosa più importante della mia vita al di fuori degli obblighi, voglio diventare un musicista, un musicista vero, che lo fa non per pagarsi la pagnotta, più per piacere personale, ma però voglio diventare un musicista comunque, per me non è prendere in mano la chitarra dal divano e passare in allegria la serata, stanco da lavoro, così da rilassare la mente, è lavorare e impegnarsi nei ritagli liberi per provare a diventare un musicista amatoriale.
Ut queant laxis

Simo72

Nel mio piccolo ho iniziato a provare a strimpellare una ventina di anni fa ma non sono mai riuscito ad entrare troppo nel mood. Mi ci sono anche divertito ma progredivo con difficoltà e forti insicurezze,
Mi ritrovo un po' in quel 50% che diceva Vu, solo che non davo la colpa all'insegnante ma a me, alla poca voglia, e al fatto che non mi sentivo "portato".
Da un paio d'anni ho deciso di riprendere, adesso ho meno tempo, famiglia, bambina, casa, lavoro ecc.. probabilmente avevo bisogno di una valvola di sfogo e invece di puntare più su quello che mi veniva meglio ( disegno, pittura, fotografia...) ho deciso in modo assolutamente privo di logica di tirare fuori la chitarra e riprovare... praticamente da capo!
Tirando le somme penso che proprio il fatto di non sentirmi portato sia la sfida che mi fa andare avanti, tuttora duro fatica, mi sento sempre insicuro però ogni piccolo passetto lo vivo come una grande conquista e bramo sempre un po' di tempo da potermi dedicare allo strumento.
Non è tutto rose e fiori e tante volte mi rendo conto di continuare a cascare nelle trappole di Vu, ma sono più consapevole e più determinato... a tratti mi ci tiro fuori!  :D
Questo mi da la spinta ad alzarmi ogni mattina a un quarto alle 6 per ritagliarmi la mia oretta di studio. Anche solo il fatto di farlo da due anni abbondanti lo considero una bella conquista.
Questo è il mio concetto di Hobby!! :laughing:

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