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Aperto da futech, 11 Settembre, 2015, 07:04 PM

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Max Maz

Con la pentatonica nel blues sopravvivi,  nel jazz vai alla deriva.

Ma credo che studiare sia fondamentale in ogni genere.
Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)


Vu-meter

Citazione di: nihao65 il 15 Settembre, 2015, 10:59 PM
Magari non mi sono espresso correttamente, ma ritengo piuttosto riduttivo dire che per fare jazz o il turnista serva un certa preparazione, mentre per fare rock/blues basti mettere su un cd, imparare gli accordi e suonare.

a parte questo non concordo nemmeno con:

Citazione di: Max Maz il 15 Settembre, 2015, 09:58 PM
Citazione di: Vu-meter il 15 Settembre, 2015, 09:35 PM
........ mentre nel mondo jazz le scale da affrontare sono decisamente di più...
Vu :)

Molto ma molto ma molto .  :maio:

non credo che sia una questione di "quante scale" conosci ma di come e quando le usi, e sicuramente nel jazz, ma anche in altri generi, se ne fa un uso diverso e certamente più difficile.

Nihao


Penso tu abbia ragione Nihao e penso che ci stiamo incartando solo su nomenclature... forse faremmo bene a dividere anzichè per generi per "gradi di preparazione" . In ogni genere esistono pezzi più o meno "ignoranti" , ad esempio c'è tutta una branca del rock che è molto tecnica e dove gli studi richiesti sono maggiori , avendo a disposizione un ventaglio di scelte più ampio ( penso ad esempio alle minori armoniche, minori melodiche, modi, ecc.. di un certo tipo di rock ) .

Mentre però alcuni generi hanno un parco più ampio di "brani ignoranti" che ti permettono di fare capolino  :hide: nel settore, il jazz part già di suo con un bagaglio di conoscenze più ampio. Fa rider epensare che "più ampio" alla fine siano le scale maggiori e le tetradi, ma in effetti, queste cose basilari spesso sono ignorate da chi suona rock a power chords e poco più ..


Vu :)
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AlbertoDP

Forse non sono stato chiaro, in effetti, nella mia affermazione iniziale. Io non sto sminuendo la preparazione di chi suona rock-blues rispetto a chi suona jazz (o classica, o quello che ci pare), né il metodo di studio. Né sto creando delle demarcazioni nette fra generi e musicisti, ovvio che esistono zone grigie in cui tutto si mescola. Ma soprattutto, non reputo il metodo di studio che ho suggerito a futech, fatto di "ascoltare e rifare" e (ogni tanto) studiare teoria, inferiore al seguire un metodo o studiarsi tutte le scale del mondo. I chitarristi che ho in mente (da Jimi Hendrix a Jimmy Page, da Keith Richards a Steve Ray Vaughan) hanno qualcosa che nessun metodo ti potrà mai dare e che potrai acquisire (se sei fortunato, altrimenti "imitare"), solo in quel modo: suoni, ascolti, ti fai un orecchio e vai. Questa, almeno è la mia opinione  ::)


Moreno Viola

Io quoto in pieno il punto di vista di Alberto e condivido anche la mancanza di complessi di inferiorità da amante del rock nei confronti di linguaggi più "colti", anzi credo che proprio questo tipo di complessi sia il maggiore responsabile della degenerazione di certe band nate con propositi lodevoli e poi finiti a dover dimostrare (a chi?) di essere dei musicisti seri, finendo invece per diventare parodie di se stessi.
Aggiungo solo che una persona con la quale confrontarsi, che può essere anche un amico che sa già suonare, può permettere a chi ha bisogno di metodo, di fare un grande passo avanti.
Nella mia esperienza mi ritengo fortunato, perchè il mio maestro, ha certamente messo ordine nella mia testa, ma spinge molto proprio sul riprodurre quello che si ascolta cercando di cogliere anche le sfumature.
L'uso di metodi può alle volte essere frustrante per chi non è ancora in grado di interpretarli nella maniera corretta e può far sembrare le cose più difficile di quanto non siano in realtà.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


Grix

Citazione di: marcellom il 15 Settembre, 2015, 12:49 PM
Io sono sempre stato strimpellatore e ho deciso tardi di avvicinarmi alla teoria.
Ho scelto la scuola civica di musica perché,  seppur con limiti di tempo,  era la soluzione meno costosa.
La vita si sa, poi travolge tutto e di quanto ho imparato in due anni resta poco... poi è stato il maestro a consigliarmi... di pensare principalmente a divertirmi. :)
Se sei deciso e costante,  prendi un maestro che ti segua,  ma ti consiglio di imparare la teoria se vuoi diventare indipendente..
Anche i libri più semplici, che non siano "impara a suonare a orecchio",  richiamano delle basi di teoria che bisogna necessariamente conoscere.
Io ho trovato favoloso il  Lewitt che usavo a scuola:
Modern Method for Guitar: Volumes 1, 2, 3 Complete: Amazon.it: William Leavitt: Libri in altre lingue
Ho finito in un anno il primo libro,. studiando. con costanza tutti i giorni.
Ti insegna a suonare le note della chitarra leggendo lo spartito.
Parte dall'insegnamento delle note sulle corde per seguire introducendo di tanto in tanto dei semplici brani con le note appena imparate. La difficoltà è crescente..
Io l'ho trovato straordinario... e ora i 3 volumi costano quanto il primo quando l'ho acquiststo io...
Se non è un incoraggiamento all'acquisto.
Piccola nota.
È indicato solo se sei veramente deciso ad imparare e se sarai costante...
Altrimenti risparmia i soldi... anche per gli altri metodi...
È  divertente anche tirare giù pezzi a orecchio...
Il tuo destino... è nelle tue mani [emoji38]

Io ho il primo e sono a metà libro, lo straconsiglio!!!!

nihao65

Citazione di: Vu-meter il 16 Settembre, 2015, 08:26 AM
Penso tu abbia ragione Nihao e penso che ci stiamo incartando solo su nomenclature... forse faremmo bene a dividere anzichè per generi per "gradi di preparazione" . In ogni genere esistono pezzi più o meno "ignoranti" , ad esempio c'è tutta una branca del rock che è molto tecnica e dove gli studi richiesti sono maggiori , avendo a disposizione un ventaglio di scelte più ampio ( penso ad esempio alle minori armoniche, minori melodiche, modi, ecc.. di un certo tipo di rock ) .

Mentre però alcuni generi hanno un parco più ampio di "brani ignoranti" che ti permettono di fare capolino  :hide: nel settore, il jazz part già di suo con un bagaglio di conoscenze più ampio. Fa rider epensare che "più ampio" alla fine siano le scale maggiori e le tetradi, ma in effetti, queste cose basilari spesso sono ignorate da chi suona rock a power chords e poco più ..
Vu :)


Ecco, intendevo questo

Nihao

futech

AlbertoDP ha centrato il mio obiettivo. Non voglio assolutamente mettermi a studiare musica e chitarra seriamente, non suono e suonerò in una band amatoriale e non. Dopo più di 20 anni è tornata la voglia di strimpellare un po', mi sono tolto lo sfizio di avere una chitarra modello Les Paul (anche se una economica Harley Benton che per le mie capacità e pretese è più che sufficiente) che suonicchio con il Vox Amplug2 in cuffia.
Quando avevo 16 anni ed avevo la mia piccola band suonavamo tutti ad orecchio e per emulazione (internet non era diffuso e quindi ricavavamo tutto veramente solo ascoltando)
Quello che vorrei fare ora è ritagliarmi quell'oretta la sera quando la bimba è andata a dormire e suonare la musica che mi piace ascoltare ma allo stesso tempo capire anche un pochino in più cosa sto facendo e su cosa si basa. Quindi la mia ricerca è qualcosa che allo stesso tempo mi fa imparare giusto un po' di teoria e soprattutto divertire.
Il metodo Lizard si avvicina molto a quello che sto cercando, ed anche il nuovo volume di Begotti "improvvisa da zero" dal video di presentazione sembra molto interessante. Ho potuto visionare il primo volume di chitarra solista di Varini e già quello per esempio ha una impostazione troppo 'noiosa'


Qual


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