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Grunge: esclusivamente un fenomeno commerciale?

Aperto da nineter, 24 Aprile, 2015, 08:32 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

robland

Non aggiungo commenti perché non l'ho ancora visto, ma considerato l'argomento direi che intanto lo metto qui. Può sempre interessare a qualcuno.

https://www.youtube.com/watch?v=/tfFjq-jX6Z8

robemazzoli

Non so a che punto della discussione intervengo, forse ripeterò cose già scritte ma, riprendendo il titolo del topic, posso affermare che non credo affatto che si sia trattato di un fenomeno esclusivamente commerciale.

Ognuno ricorda la propria giovinezza a modo suo e, spesso, attribuisce valore universale a ciò che è stato un vissuto poco più che particolare.

Dato questo come possibile filtro di lettura, parlando della mia esperienza personale, quando intorno al 1991-1994 si cominciò ad ascoltare il suono del cosiddetto grunge, che noi chiamavamo "alternative music", accadde qualcosa di molto potente: l'esistenza di un genere rock oriented (che mescolava hard rock, punk, new wawe, metal, folk e blues) che appartenesse alla "mia generazione".

Non era più il revival degli irripetibili anni 60 e 70, ai quali attingevo continuamente per soddisfare la mia passione smisurata per la musica, non erano gli Who, i Led Zeppelin, Pink Floyd, Hendrix, Cream, Stooges, Black Sabbath, Leonard Cohen, Tom Waits..etc etc..

Era musica NUOVA, che parlava il linguaggio denso di frustrazione, rabbia, dolore, gioia, energia, desiderio e sogno di cui avevamo bisogno per sentirci nel posto giusto, nella vita vera, non in quella degli altri più grandi.

A fianco di tale fenomeno totalmente statunitense, si ri-apriva la stagione della grande musica britannica (che poi divenne europea, con artisti belga, svedesi, finlandesi, francesi, spagnoli e persino italiani..).

La nostra ingenuità e il desiderio di appartenere ad un MOVIMENTO, che aveva corrispondenze indirette emergenti anche sul piano politico alla fine del secolo (ndr) ci sembrava che respirassimo all'unisono con i/le giovani di tutto il mondo.

Certo mi riferisco al mondo occidentale, e qui non possiamo non considerare la potenza del mercato, l'"espansionismo" culturale e l'egemonia esterofila che caratterizza la storia culturale italiana recente.

Ma la musica che uscì era spesso di grande spessore, dopo la "freddezza" degli anni '80 (che ci ha regalato artisti straordinari, ndr), il suo tecnicismo muscolare da un lato e le timbriche sinth(etiche) dall'altro, la nuova ondata di rock era una boccata d'aria fresca, sia nel suo stile depresso/malinconico americano che in quello più festaiolo/songwriter europeo.

Ecco, non ho visto i video e credo non li guarderò ma ci tenevo molto a dire la mia su di un tema che mi ha visto coinvolto in prima persona da ragazzo!
Grazie, ro
roberto

"Libertà l'ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato"


coccoslash

Citazione di: robemazzoli il 02 Aprile, 2021, 09:01 AM
Non so a che punto della discussione intervengo, forse ripeterò cose già scritte ma, riprendendo il titolo del topic, posso affermare che non credo affatto che si sia trattato di un fenomeno esclusivamente commerciale.

Ognuno ricorda la propria giovinezza a modo suo e, spesso, attribuisce valore universale a ciò che è stato un vissuto poco più che particolare.

Dato questo come possibile filtro di lettura, parlando della mia esperienza personale, quando intorno al 1991-1994 si cominciò ad ascoltare il suono del cosiddetto grunge, che noi chiamavamo "alternative music", accadde qualcosa di molto potente: l'esistenza di un genere rock oriented (che mescolava hard rock, punk, new wawe, metal, folk e blues) che appartenesse alla "mia generazione".

Non era più il revival degli irripetibili anni 60 e 70, ai quali attingevo continuamente per soddisfare la mia passione smisurata per la musica, non erano gli Who, i Led Zeppelin, Pink Floyd, Hendrix, Cream, Stooges, Black Sabbath, Leonard Cohen, Tom Waits..etc etc..

Era musica NUOVA, che parlava il linguaggio denso di frustrazione, rabbia, dolore, gioia, energia, desiderio e sogno di cui avevamo bisogno per sentirci nel posto giusto, nella vita vera, non in quella degli altri più grandi.

A fianco di tale fenomeno totalmente statunitense, si ri-apriva la stagione della grande musica britannica (che poi divenne europea, con artisti belga, svedesi, finlandesi, francesi, spagnoli e persino italiani..).

La nostra ingenuità e il desiderio di appartenere ad un MOVIMENTO, che aveva corrispondenze indirette emergenti anche sul piano politico alla fine del secolo (ndr) ci sembrava che respirassimo all'unisono con i/le giovani di tutto il mondo.

Certo mi riferisco al mondo occidentale, e qui non possiamo non considerare la potenza del mercato, l'"espansionismo" culturale e l'egemonia esterofila che caratterizza la storia culturale italiana recente.

Ma la musica che uscì era spesso di grande spessore, dopo la "freddezza" degli anni '80 (che ci ha regalato artisti straordinari, ndr), il suo tecnicismo muscolare da un lato e le timbriche sinth(etiche) dall'altro, la nuova ondata di rock era una boccata d'aria fresca, sia nel suo stile depresso/malinconico americano che in quello più festaiolo/songwriter europeo.

Ecco, non ho visto i video e credo non li guarderò ma ci tenevo molto a dire la mia su di un tema che mi ha visto coinvolto in prima persona da ragazzo!
Grazie, ro

Rob, non avrei saputo scriverlo meglio.
Condivido ogni tua parola!  :abbraccio: :bravo2: :bravo2: :bravo2: :bravo2:
"Si sapis, sis apis"

Moreno Viola

Citazione di: robemazzoli il 02 Aprile, 2021, 09:01 AM
... accadde qualcosa di molto potente: l'esistenza di un genere rock oriented (che mescolava hard rock, punk, new wawe, metal, folk e blues) che appartenesse alla "mia generazione".

Estraggo in particolare questo passaggio del tuo intervento, per dire che anche io condivido il tuo intervento e pur non avendo avuto una passione per il Grunge nel momento della sua massima popolarità, ho espresso un punto di vista similie al tuo nei miei interventi precedenti su questo stesso topic.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


robland

Citazione di: robemazzoli il 02 Aprile, 2021, 09:01 AM
Non so a che punto della discussione intervengo, forse ripeterò cose già scritte ma, riprendendo il titolo del topic, posso affermare che non credo affatto che si sia trattato di un fenomeno esclusivamente commerciale.

Ognuno ricorda la propria giovinezza a modo suo e, spesso, attribuisce valore universale a ciò che è stato un vissuto poco più che particolare.

Dato questo come possibile filtro di lettura, parlando della mia esperienza personale, quando intorno al 1991-1994 si cominciò ad ascoltare il suono del cosiddetto grunge, che noi chiamavamo "alternative music", accadde qualcosa di molto potente: l'esistenza di un genere rock oriented (che mescolava hard rock, punk, new wawe, metal, folk e blues) che appartenesse alla "mia generazione".

Non era più il revival degli irripetibili anni 60 e 70, ai quali attingevo continuamente per soddisfare la mia passione smisurata per la musica, non erano gli Who, i Led Zeppelin, Pink Floyd, Hendrix, Cream, Stooges, Black Sabbath, Leonard Cohen, Tom Waits..etc etc..

Era musica NUOVA, che parlava il linguaggio denso di frustrazione, rabbia, dolore, gioia, energia, desiderio e sogno di cui avevamo bisogno per sentirci nel posto giusto, nella vita vera, non in quella degli altri più grandi.

A fianco di tale fenomeno totalmente statunitense, si ri-apriva la stagione della grande musica britannica (che poi divenne europea, con artisti belga, svedesi, finlandesi, francesi, spagnoli e persino italiani..).

La nostra ingenuità e il desiderio di appartenere ad un MOVIMENTO, che aveva corrispondenze indirette emergenti anche sul piano politico alla fine del secolo (ndr) ci sembrava che respirassimo all'unisono con i/le giovani di tutto il mondo.

Certo mi riferisco al mondo occidentale, e qui non possiamo non considerare la potenza del mercato, l'"espansionismo" culturale e l'egemonia esterofila che caratterizza la storia culturale italiana recente.

Ma la musica che uscì era spesso di grande spessore, dopo la "freddezza" degli anni '80 (che ci ha regalato artisti straordinari, ndr), il suo tecnicismo muscolare da un lato e le timbriche sinth(etiche) dall'altro, la nuova ondata di rock era una boccata d'aria fresca, sia nel suo stile depresso/malinconico americano che in quello più festaiolo/songwriter europeo.

Ecco, non ho visto i video e credo non li guarderò ma ci tenevo molto a dire la mia su di un tema che mi ha visto coinvolto in prima persona da ragazzo!
Grazie, ro

Molto interessante confrontarmi con questo punto di vista. È vero che il grunge, per motivi anagrafici, si è palesato proprio in contemporanea alla mia adolescenza però questo non me lo ha reso più importante o sentito di altri generi e artisti venuti prima. E non perché non mi piacesse (anzi). Semplicemente, nel mio caso, la passione per certi generi e band me la sono costruita grosso modo da solo, in un ambiente piuttosto desertico dal punto di vista musicale. Il rock o il prog degli anni settanta per quanto mi riguarda non è stata la musica dei "padri", perché io di padri che abbiano ascoltato queste cose non ne ho mai incontrati. Quindi dal mio punto di vista tutto quello in cui mi sono imbattuto è stata la mia musica, persino quella degli anni sessanta. Non è che ascoltassi la radio o che vedessi tendenze particolari attorno a me. Quando sono arrivati i Pearl Jam Jam è stata una scoperta al pari dei Beatles, dei Radiohead, dei Led Zeppelin, di Hendrix ecc. Li ho fatti tutti miei allo stesso modo, me li sono personalizzati scegliendomi i brani migliori senza spesso sapere quali fossero quelli considerati tali dai più. Solo con l'arrivo di Internet ho inquadrato meglio la situazione. Il bello e il brutto di alcune riviste con cui sono cresciuto è che spesso ti presentavano una misconosciuta band metal dandoti l'idea che mezzo mondo li stesse ascoltando e osannando :laughing:
Vale anche per riviste serie tipo Guitar Club: leggevo l'intervista a Scofield e mi facevo l'idea che certa fusion (che non sapevo ancora cosa fosse e come suonasse) fosse davvero tanto affermata nel pubblico. Tutto sommato è stato divertente crearmi un mondo musicale personalizzato dove il grunge era al pari di tutto il resto.

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