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Roland Bolt 60 - storia di una rinascita

Aperto da luvi, 17 Novembre, 2018, 11:48 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

luvi

Sono appena finiti i lavori di restauro e modifica di un vecchio amplificatore Roland Bolt 60 rimediato a poco prezzo.
Come promesso sono qui a raccontarvi la storia di questa operazione a lieto fine, che ha riguardato uno di quei prodotti sconosciuti ai più, passati come una meteora a causa di inesperienza, strategie non particolamente oculate, mancanza di comprensione da parte del pubblico, sfortuna o chi più ne ha più ne metta. A causa di tutto ciò tanti prodotti come questo sono scomparsi assai presto e mai più tornati, pur avendo qualcosa di buono da dire.

- Un po' di storia...

All'inizio degli anni '70 la Roland Corporation era una giovane e rampante compagnia giapponese dall'ingannevole nome anglofono, scelto in realtà sull'elenco del telefono dal suo fondatore Ikutaro Kakehashi solo per l'unicità dell'iniziale R nell'industria musicale nipponica.
Risale al 1975 l'introduzione dei primi amplificatori per chitarra, i Jazz Chorus 120 destinati a diventare tra i modelli a stato solido di maggior successo e longevità che la storia della chitarra elettrica possa ricordare.

Nonostante ciò, nel 1979 il catalogo Roland si arricchì di una produzione diversa di amplificatori compatti, proposti sia in versione combo che come semplice testata, denominati "Bolt". La serie comprendeva i modelli da 30/60/100W e tutti condividevano l'ispirazione comune per la fortunata produzione della californiana Mesa Boogie con riferimento al modello Mark I.

Roland non aveva mai prodotto nulla che utilizzasse tubi termoionici e così, per non sbagliare, prese come stava il progetto del finale di potenza del Mark I (del resto a sua volta realizzato su schema Fender) realizzando un pre a stato solido e creando così un amplificatore ibrido, sulla linea dei contemporanei MusicMan RD. Non a caso il preamp è la sezione che contiene le ingenuità più clamorose, che hanno probabilmente decretato la scarsa diffusione della linea Bolt, nonché la sua precoce e definitiva scomparsa nel 1984.



- Il test iniziale

Alla prova dei fatti, sebbene lo shaping del tonestack sia sbilanciato verso la gamma acuta, cosa che rende la prestazione  con i controlli in posizione "flat" un po' tagliente, una volta regolati i toni (bassi, medi, acuti) in modo opportuno il canale clean in accoppiamento al finale valvolare ha una sonorità molto buona, in linea con i migliori puliti storici di casa Fender!
Il Bolt rende al meglio con i singlecoil e si addomestica in un batter d'occhio con gli humbuckers, fino a divenire altrettanto piacevole con le archtop da jazz.
Ha volume e soglia di suono pulito a stufo e grazie alla sonorità estesa ed equilibrata, risulta digerire perfettamente ogni tipo di effetto, dagli overdrive/distorsori fino agli effetti di modulazione e ritardo, che possono anche beneficiare di una sezione Send/Return con tre posizionamenti diversi di routing selezionabili: presenza non così scontata, specie negli anni '70.

Il passaggio alla modalità (o canale) Overdrive, che condivide con il clean i controlli di equalizzazione ma mette a disposizione due livelli di gain interagenti ed un master del tutto indipendenti, è però a dir poco... raggelante!
Così come la stessa operazione sul JC120 faceva pensare quasi ad un amplificatore guasto (!), anche in questo caso pare che nessuno in Roland si sia preso la briga di collegare una chitarra elettrica e di valutare la reazione emotiva del suo utilizzatore di fronte alla distorsione prodotta! Il suono è sgranato, sgraziato, acido e confuso, da evitare.

- Strategia

Dunque, si dirà, il tanto paventato clone del Mesa Mark I dov'è finito? Dov'è la distorsione calda e lirica che ne rappresentava il segno distintivo?
Anche se il Bolt60, come abbiamo visto, non è un vero e proprio "clone" del Mark I, il suono "giusto" è celato dietro un velo di ingenuità progettuale. Fino al 2016 era presente in rete un sito interamente dedicato a questi amplificatori, nel quale negli anni erano state raccolte documentazioni complete, impressioni, analisi, proposte di modifica ai circuiti e relativi schemi, che davano soluzione a tutte le mancanze descritte. Purtroppo questo sito è sparito senza lasciare traccia e senza che nessuno si sia preoccupato di trasferire per tempo il tanto materiale presente, andato integralmente perduto (e se qualcuno lo ha fatto non lo ha condiviso)!
L'unica via da percorrere resta dunque quella dell'analisi del circuito (fortunatamente ho a disposizione gli schemi elettrici completi, che sottopongo a chi ne sa più di me) nella speranza di trovare qualche soluzione immediata.



Analizzando la piccola sezione del preamp dedicata all'overdrive si evince che la distorsione viene creata sostanzialmente da componenti JFET, già presenti nei migliori pedali dell'epoca e che rappresentano una scelta appropriata. Ce ne sono due in particolare che fanno capo ai controlli di guadagno del canale overdrive e che creano la pessima distorsione appena descritta. Il primo pensiero corre ad un valore sbagliato della corrente in ingresso che li faccia funzionare scorrettamente, ma un rapido controllo con l'oscilloscopio mostra da entrambi una curva in uscita dalla simmetria praticamente perfetta, segno inequivocabile di calibrazione ottimale. Ad un controllo più approfondito appare invece come i problemi siano essenzialmente dovuti allo scarso filtraggio delle frequenze basse, che vanno a far slabbrare e sgranare la pasta del segnale distorto ed un altrettanto inadatto trattamento delle armoniche alte, che troppo presenti debordano rendendo zanzaroso, freddo e fastidioso il risultato in uscita.

Sopperire a questi difetti dal punto di vista elettronico equivale a parlare di pochi condensatori e resistenze! Un lavoro di analisi di un quarto d'ora e 30 minuti di prove con saldatore ed una manciata di componenti da pochi euro sono sufficienti a donare all'altrimenti inutilizzabile canale overdrive un feel molto "TS808 oriented", ben controllabile in dinamica e molto ricco di sfumature, messe a disposizione dai controlli di quadagno che interagiscono amabilmente tra di loro.

C'è un altro controllo, denominato Reverb, che risulta decisamente deludente all'utilizzo: sul retro dell'ampli si nota il piccolo "tank" metallico che contiene le molle, appeso allo chassis dell'amplificatore con delle sospensioni elastiche. L'elettronica di gestione è anche in questo caso poco felicemente concepita: il riverbero è scarso di entità e non si amalgama bene con il segnale della chitarra nemmeno con il controllo posto a fine corsa. Purtroppo non è possibile intervenire sull'architettura della struttura circuitale, ma un integrato operazionale JRC4558 (esatto, proprio quello del Tube screamer) si rivela deputato ad amplificare il segnale che va alle molle e possiede una resistenza in ingresso il cui valore può essere diminuito aumentando il guadagno del riverbero stesso... un paio di prove sono sufficienti ad ottenere oltre il doppio della quantità di riverbero iniziale: ci siamo, non proprio un Fender Twin a molla lunga, ma almeno un ambiente piacevole da aggiungere alle note, in mancanza di un buon effetto in pedalboard.

Una controllata alle valvole (attualmente due Sovtek 6L6WXT e una 12AT7) e alla corretta regolazione del bias (non modificabile al volo, ma non serve), una ripassata alla saldatura di  qualche connessione ballerina e ci siamo!

Rimedio in rete uno schema elettrico del pedale di commutazione del canale e dell'attivazione del riverbero, che manca ed è assai utile. E' semplicissimo e lo costruisco in poche ore, collocandolo in un classico contenitore Hammond per pedali e corredandolo di spie LED (originariamente non previste), utili per vedere al volo lo stato dei pulsanti.

- Nuovo look

Questo amplificatore è del 1980 e di vita ne ha vissuta in quantità. Dopo una completa revisione, pulizia e lubrificazione dei controlli, delle connessioni e delle valvole, dopo aver portato il funzionamento alla condizione ottimale ed aver modificato il possibile per farlo suonare al meglio, lo rimonto e lo guardo dar mostra di sé nel mobiletto dalla finitura rovinata e dimessa, con la  maniglia per il trasporto mezza rotta, il logo frontale mancante e un pannello in tessuto consunto e sbiadito che non è proprio un bel vedere.
Mosso da delirio di personalizzazione, ordino nuovi angolari cromati, logo Roland originale, lucido le viti consunte al tornio e rivernicio le borchie della maniglia, decidendo di portarlo ad un look del tutto nuovo... Realizzo nuovi pannelli in legno di chiusura fronte e retro (uno era rotto e consunto, l'altro mancava del tutto) e con la complicità di un tappezziere azzardo una trasformazione coraggiosa dal classico e serioso tolex nero originale ad uno sfavillante e gioioso color senape con elegante inserto frontale in tessuto color cenere a trama quadrettata... mi sento come uno di quei meccanici americani che ricavano hot road dai macinini degli anni '30: mancano solo le ruotone da corsa e poi siamo a posto!!






- Il traguardo

Ecco finalmente che il vecchio leone assurge a nuova vita e riapre gli occhi con una luce nello sguardo che non aveva nemmeno ai tempi del suo arrivo da nuovo nelle vetrine dei negozi!
La chitarra collegata al suo ingresso diffonde in ambiente un timbro trasparente, dinamico, ricco ed armonioso e graffia all'occorrenza con un overdrive intenso e cremoso che acquista feel man mano che si "tira" il finale a valvole, grazie a quell'effetto di lieve compressione progressiva che solo i tubi termoionici sanno regalare in maniera tanto musicale.

Un preamp solid state e un finale a valvole, il meglio di due mondi concentrato in un unico progetto, sia pure trascurato in alcuni aspetti fondamentali e per questo rimasto sconosciuto ai più, ma che contiene in sé tutte le potenzialità necessarie a farne con poche modifiche uno strumento affidabile e piacevole tanto per il divertimento quanto per un'attività professionale!

Per i sample audio ho usato uno dei miei cloni Strato pre-CBS, in questo caso la '62, ion diretta nell'ingresso frontale del Bolt60.
Le registrazioni sono state fatte con la testata collegata ad una cassa 1x12 con speaker WGS65, registrando con microfono condensatore frontale (Roytek BK100) e dinamico posteriore (Shure SM57) in diretta nella scheda audio (Tascam 1880) su Cubase. Non ho trattato il suono in alcun modo (a parte i normali aggiustamenti per una registrazione da microfoni...): tutto quel che sentite viene esclusivamente da amplificatore + chitarra.

Buon ascolto!





Non sempre la realtà dei fatti è affascinante, ma cercare di ignorarla è poco saggio.

Vu-meter

A parte che quelle mani creino una profonda ingiustizia (  :laughing: :laughing: :laughing: ) e una deviata sensazione della qualità degli strumenti usati, devo dire che sto sbavando dal lato destro.  :sbavv: :sbavv: :sbavv:

Bellissimo, caldissimo, spettacolare sia nelle forme che nel suond. La "manipolazione" del canale overdrive ha dato un risultato straordinario.

:bravo2: :bravo2: :bravo2: :bravo2: :bravo2: :bravo2: :bravo2:

Galattico.  :bravo2:


Unica domanda : cosa vuol dire  "suono pulito a stufo" ?
"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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futech



Qual

luvi

Citazione di: Vu-meter il 17 Novembre, 2018, 12:13 PM
A parte che quelle mani creino una profonda ingiustizia (  :laughing: :laughing: :laughing: ) e una deviata sensazione della qualità degli strumenti usati, devo dire che sto sbavando dal lato destro.  :sbavv: :sbavv: :sbavv:

Bellissimo, caldissimo, spettacolare sia nelle forme che nel suond. La "manipolazione" del canale overdrive ha dato un risultato straordinario.

:bravo2: :bravo2: :bravo2: :bravo2: :bravo2: :bravo2: :bravo2:

Galattico.  :bravo2:

:thanks: :thanks: :thanks:

Citazione di: Vu-meter il 17 Novembre, 2018, 12:13 PM
Unica domanda : cosa vuol dire  "suono pulito a stufo" ?

Semplicemente che ha molta "headroom", cioè puoi alzare il canale clean fino a volumi molto alti senza che vi sia alcuna traccia di distorsione udibile (compressione delle valvole finali a parte, ma quella è sempre bella da sentire...).  ::)
Non sempre la realtà dei fatti è affascinante, ma cercare di ignorarla è poco saggio.

Vu-meter

"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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zap

Provato ad ascoltare da smart ma ci riprovo dopo da pc.
Sembra comunque un bel suono aperto e trasparentissimo,secondo me per i puliti è il massimo.

Max Maz

Ancora oggi non capisco cosa siano esattamente la virtù e l'errore (FdA)



Moreno Viola

Bellissimo!

Non ho sentito come suonava ma certamente ora lo fa alla grande e esteticamente il tuo restyling lo ha trasformato.

P.S. Ne approfitto per riportare all'attenzione un vecchio topic su un oggettino che giace abbandonato in cantina ma forse meriterebbe più attenzione.
Chi semina vento, raccoglie tempesta.


m4ssi

woooow! complimenti per la pazienza ed il lavoro fatto!! hai una gran passione, oltre a grandi competenze!
io faccio fatica a cambiare le corde alla chitarra :lol:

Suono clean davvero bellissimo!!! anche le altre due demo sono davvero notevoli! merito anche delle tue manine :fan:
Music Man Addicted

Elliott


luvi

Citazione di: m4ssi il 17 Novembre, 2018, 09:25 PM
Suono clean davvero bellissimo!!! anche le altre due demo sono davvero notevoli! merito anche delle tue manine :fan:

Come sempre dico, grazie mille, ma l'amplificatore suona così di suo: io ho solo cercato di farvelo sentire nel modo più realistico che posso!  :hey_hey:
Non sempre la realtà dei fatti è affascinante, ma cercare di ignorarla è poco saggio.

luvi

Citazione di: Moreno Viola il 17 Novembre, 2018, 06:02 PM
Bellissimo!

Non ho sentito come suonava ma certamente ora lo fa alla grande e esteticamente il tuo restyling lo ha trasformato.

In effetti nel marasma generale del lavoro non ho pensato di fare dei sample del "prima", da confrontare con il "dopo"... peccato!  :-[

Il pulito l'ho solo scaldato ed ulteriormente "fenderizzato" spostando un poco i tagli di frequenza dei controlli di tono.
L'overdrive originale non ho avuto invece lo stomaco di suonarlo che per pochi secondi... era davvero imbarazzante! Immagina un fuzz slabbratissimo e con poco gain e che suona proprio... male su tutto lo spettro (e tieni conto che mi fanno già accaponare la pelle i fuzz che suonano "bene" :lol: :lol: :lol:)!!
Non sempre la realtà dei fatti è affascinante, ma cercare di ignorarla è poco saggio.

PaoloF

Straordinario lavoro di recupero e valorizzazione!
Il risultato finale è molto molto gradevole a livello estetico, e decisamente gustoso a livello sonoro!

Complimenti! Solo applausi!  :bravo2: :bravo2: :bravo2:


nihao65

 :sbavv:
Cavolo che bel lavoro che hai fatto, complimenti. Il suono poi è stupendo però qui la tua mano gioca un ruolo importante

Bedrock

Per il lavoro fatto mi tolgo il cappello, che dire se non che hai mani capaci e grandi competenze :)

Il suono è eccellente, ma di te non mi fido, faresti suonare bene qualsiasi cosa  :D

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