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DVMark Little40L34

Aperto da feverdreamx, 26 Aprile, 2012, 06:45 AM

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feverdreamx

ATCS (Advanced Tube Control System)
La ricerca degli ultimi anni era protesa nei confronti di un ampli che digerisse i pedali come voglio io (bada bene: non "mangia i pedali bene" ma "mangia i pedali come dico io", questo perchè imho i pedali li mangiano grossomodo tutti ma magari ne parleremo altrove ed approfondiremo ;D ) senza dover rinunciare ad un pulito degno di nota.
Sono infine approdato all'italico DVmark, nello specifico testata Little40L34.
Giusto per spenderci sopra due parole e fare una panoramica di pregi e difetti. L'ampli è, di base, piuttosto semplice: una monocanale con master volume
abbiamo quindi Gain, Bassi, Medi, Alti, Master e Presence per 40w di potenza "massima".
Osservandolo con + attenzione abbiamo: un selettore in ingresso 0/-6db (non solo utile per il passaggio da una chitarra all'altra, specie se con p.u. attivi, quanto per l'utilizzo casalingo...anche se, imho, sarebbe stato meglio aggiungere anche un filtro per evitare la perdita di frequenze che fa notare il fatto che l'abbassamento venga attuato in via passiva!); un boost (attivabile solo da footswitch) che credo sia fet o mosfet (così mi pare ad orecchio almeno) che vedo comodo soprattutto se si utilizza la testa in saturazione dove l'incremento è minore nel volume e maggiore in saturazione, in caso contrario funge solo sul volume (avrei preferito una valvola dedicata e magari anche un potenziometro); ed in fine un potenziometro denominato CPC alias Continuous Power Control, e qui un capitolo a se: un controllo che permette di gestire la potenza della testata da 40w in classe AB ad 1w in classe A (in maniera continua appunto) quando in pentodo e da 15w in classe AB fino a 0,5w in classe A in triodo. Sul retro un selettore per le modalità Triodo/Pentodo (mai stato un amante del funzionamento in Triodo di nessun ampli!); un selettore per due livelli di Bias, uno + freddo ed uno + caldo (la differenza si sente ovviamente poco e sale man mano che si sale col master ma c'è! quantomeno si allunga la vita delle valvole nell'utilizzo in casa.) ed ancora, una porta di tipo eterneth per l' "ATCS" (Advanced Tube Control System...aggeggio che permette di analizzare lo stato di usura delle valvole ed altro...); in fine, oltre alle tre uscite cabinet (4/8/16 ohm), un "loop effetti" seriale (preamp in/powier out).
Fin qui ci siamo soffermati sulle caratteristiche "oggettive" dell'ampli in questione.

My 2 cents: sulle peculiarità dell'ampli in questione:
se si pensasse al CPC quale un comune potenziometro atto al variare la potenza dell'ampli: nulla ci sarebbe di strano ne di "nuovo"!
il CPD diventa un punto cruciale quando si punta invece alla ricerca di uno specifico suono! sia esso legato a specifiche "storico/vintage" quanto "personalizzabili/versatili"!
Tanti ampli (e soprattutto pedali, viste le mode degli ultimi anni...) impostano la loro ragion d'essere sul ricalcare sonorità  "tradizionali", i suoni di ampli "storici" che (per quanto si cerchi di dimostrare il contrario) hanno fatto la storia del suono della chitarra e ne hanno sancito dei dogmi!
La DVmark Little40L34 (e qui è d'obbligo il minuscolo: IMHO) riesce nello scopo di cui sopra, ma in una chiave di lettura diversa!
Tanti ampli possono ricalcare "per filo e per segno" le specifiche di ampli "mitologici", ma mancherà sempre qualcosa! Ebbene, un certo "qualcosa" rimarrà cmq "mancato" con la little40!
Il "momento" nel quale la Little40 vince è (ed ancora IMHO) proprio quello nel quale dimostra la sua capacità di ricreare le caratteristiche che + noi chitarristi siamo abituati a percepire sotto le nostre dita prima che con il nostro orecchio! Parlo di compressione, risposta al tocco, dinamica di ogni singola frequenza, variazione di saturazione in base al tocco (il tutto fortemente legato al personale settaggio della testata),velocità/morbidezza nell'attacco, acidità piuttosto che sferragliamento etc...
Qui si apre un capitolo a parte!
A differenza di altri ampli (almeno, a differenza di quanto i maggiori produttori di ampli mi hanno insegnato a credere!), la sezione eq di questi ampli DVMark (ho anche una Galileo, 15w che credo metterò in vendita per una tre canali dello stesso marchio!) FUNZIONA ALLA GRANDE!!!!!
Così come la Blackstar considera l'ISF (Infinite Shape Feature) quale una parte integrante della sezione eq, così io considero il CPC parte integrante della "scultura" del suono della Little40! (parlo dei Blackstar perchè so "cadere in piedi" tra queste pagine!)

Ho un pedale Blackstar (HTdual), ne ho avuti altri ed ho avuto ampli della stessa serie (HT).Mi permetto quindi di parlare per cognizione di causa (assumendomi dunque la responsabilità di tutto quanto scrivo di mio pugno): ne per sentito dire, ne per video, ne per puro partito preso (faccio queste puntualizzazioni perchè conscio, o quantomeno convinto che esistono persone che agiscono in contraddizione ai principi di cui sopra!)
L'ISF di casa Blackstar agisce su una delle caratteristiche degli "ampli storici" (il voicing) , il CPC di DVMark scavalca questo concetto, forse addirittura se ne infischia!
E' vero, se ci si impone di pensare a tre nomi tra tutti quelli che hanno scritto la storia dell'amplificazione per chitarra, non si può fare a meno di nominare tre marchi leggendari: Fender, Marshall e Vox! In casa Blackstar si è raggiunto un traguardo non da poco: rilevare le caratteristiche "timbriche" dei tre classici ed il posizionarle in una corsa lineare (quale quella, appunto, di un potenziometro)!
Alla DVMark probabilmente non si sono posti l'obbiettivo di emulare suoni storici (e lo dico anche per conoscenza diretta di persone "intere" al progetto)
sta di fatto che il CPC si rivela quale un'arma incredibile tra le mani di chi vuole trovare il giusto bilanciamento tra voicings storici!
Dopo mesi di smanettamento devo ammettere che il CPC (che reputo piuttosto inutile se valutato per il solo depotenziamento) FUNZIONA!!!
Grazie alla sezione eq molto funzionale, non sarà difficile ricavare sonorità marshallose piuttosto che voxish, etc... Infatti, quando si pensa al timbro si pensa per lo + alla mera equalizzazione. Il problema dei chitarristi però, non è nelle orecchie ma sotto le dita.
Mi prendo la responsabilità in questo: dico che DVMark, col suo CPC, sopperisce a questa mancanza! L'eq potrà anche essere identica! ma se sotto le dita non si avrà lo stesso tipo di reattivià per la quale quel determinato ampli è famoso... ... ...
Impiantare il pre di un AC30 sul finale di un JC120 non restituirà mai le sensazioni de dell'uno ne dell'altro!

E' davvero difficile descrivere il comportamento di questo ampli a seconda del variare del controllo CPC, vi dico solo:
provate a settare una Little40L34, a 40w, per un suono Plexish, suonate e dite la vostra. Settate poi una eq Voxish, sempre a 40w! Dite ancora la vostra. Lasciate il vostro settaggio Voxish inalterato e tirate il CPC fino ai 15w in classe A. Riformulate il vostro verdetto.

Non so come andare oltre per spiegare le sensazioni che questa testata può restituire!
Inoltre... ... ...mangia i pedali nel modo che piace a me quindi.... XD
Gear:
FatStrat: 2010 USstandard HSS (DiMarzio,Suhr) Hipshot trem,LockingTuners
VintageStrat: 1988 MIJ Fender (I-spira, custom wiring)
SuperStrat: Pac821 neck HSH & floyd
LesPaul: Gibson 1998 DC (custom bridge, 57&57plus with SDtripleshot)
DVMark Little40L34 on MesaBoogie 1X12 (C90) e tanta pedalanza

Vu-meter

Bellissima analisi, approfondita, specifica ed ottimamente spiegata.
:bravo2: :bravo2: :bravo2: :bravo2:

Ho pensato che meritasse di essere in un topic apposito anzichè all' interno di un topic "ludico" , visto che affronta argomenti ai quali noi tutti teniamo molto e ci presenta un ottimo prodotto che non molti conoscono .

Grazie davvero Fever per questa bella disamina . Al momento cerco di sistemare io il post, ma ti chiedo una cosa per il fututo : un pò più di leggibilità ( maiuscole, punti , ecc. ) , senza variare i contenuti di spessore che fino ad oggi ci hai proposto ! :thanks:


:abbraccio:

Vu :)

:thanks:
"Chi è lento all'ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città." Proverbi 16:32
"La lingua mite può rompere un osso." Proverbi 25:15



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Tiziano66

Citazione di: feverdreamx il 26 Aprile, 2012, 06:45 AM
ATCS (Advanced Tube Control System)
La ricerca degli ultimi anni era protesa nei confronti di un ampli che digerisse i pedali come voglio io (bada bene: non "mangia i pedali bene" ma "mangia i pedali come dico io", questo perchè imho i pedali li mangiano grossomodo tutti ma magari ne parleremo altrove ed approfondiremo ;D ) senza dover rinunciare ad un pulito degno di nota.
Sono infine approdato all'italico DVmark, nello specifico testata Little40L34.
Giusto per spenderci sopra due parole e fare una panoramica di pregi e difetti. L'ampli è, di base, piuttosto semplice: una monocanale con master volume
abbiamo quindi Gain, Bassi, Medi, Alti, Master e Presence per 40w di potenza "massima".
Osservandolo con + attenzione abbiamo: un selettore in ingresso 0/-6db (non solo utile per il passaggio da una chitarra all'altra, specie se con p.u. attivi, quanto per l'utilizzo casalingo...anche se, imho, sarebbe stato meglio aggiungere anche un filtro per evitare la perdita di frequenze che fa notare il fatto che l'abbassamento venga attuato in via passiva!); un boost (attivabile solo da footswitch) che credo sia fet o mosfet (così mi pare ad orecchio almeno) che vedo comodo soprattutto se si utilizza la testa in saturazione dove l'incremento è minore nel volume e maggiore in saturazione, in caso contrario funge solo sul volume (avrei preferito una valvola dedicata e magari anche un potenziometro); ed in fine un potenziometro denominato CPC alias Continuous Power Control, e qui un capitolo a se: un controllo che permette di gestire la potenza della testata da 40w in classe AB ad 1w in classe A (in maniera continua appunto) quando in pentodo e da 15w in classe AB fino a 0,5w in classe A in triodo. Sul retro un selettore per le modalità Triodo/Pentodo (mai stato un amante del funzionamento in Triodo di nessun ampli!); un selettore per due livelli di Bias, uno + freddo ed uno + caldo (la differenza si sente ovviamente poco e sale man mano che si sale col master ma c'è! quantomeno si allunga la vita delle valvole nell'utilizzo in casa.) ed ancora, una porta di tipo eterneth per l' "ATCS" (Advanced Tube Control System...aggeggio che permette di analizzare lo stato di usura delle valvole ed altro...); in fine, oltre alle tre uscite cabinet (4/8/16 ohm), un "loop effetti" seriale (preamp in/powier out).
Fin qui ci siamo soffermati sulle caratteristiche "oggettive" dell'ampli in questione.

My 2 cents: sulle peculiarità dell'ampli in questione:
se si pensasse al CPC quale un comune potenziometro atto al variare la potenza dell'ampli: nulla ci sarebbe di strano ne di "nuovo"!
il CPD diventa un punto cruciale quando si punta invece alla ricerca di uno specifico suono! sia esso legato a specifiche "storico/vintage" quanto "personalizzabili/versatili"!
Tanti ampli (e soprattutto pedali, viste le mode degli ultimi anni...) impostano la loro ragion d'essere sul ricalcare sonorità  "tradizionali", i suoni di ampli "storici" che (per quanto si cerchi di dimostrare il contrario) hanno fatto la storia del suono della chitarra e ne hanno sancito dei dogmi!
La DVmark Little40L34 (e qui è d'obbligo il minuscolo: IMHO) riesce nello scopo di cui sopra, ma in una chiave di lettura diversa!
Tanti ampli possono ricalcare "per filo e per segno" le specifiche di ampli "mitologici", ma mancherà sempre qualcosa! Ebbene, un certo "qualcosa" rimarrà cmq "mancato" con la little40!
Il "momento" nel quale la Little40 vince è (ed ancora IMHO) proprio quello nel quale dimostra la sua capacità di ricreare le caratteristiche che + noi chitarristi siamo abituati a percepire sotto le nostre dita prima che con il nostro orecchio! Parlo di compressione, risposta al tocco, dinamica di ogni singola frequenza, variazione di saturazione in base al tocco (il tutto fortemente legato al personale settaggio della testata),velocità/morbidezza nell'attacco, acidità piuttosto che sferragliamento etc...
Qui si apre un capitolo a parte!
A differenza di altri ampli (almeno, a differenza di quanto i maggiori produttori di ampli mi hanno insegnato a credere!), la sezione eq di questi ampli DVMark (ho anche una Galileo, 15w che credo metterò in vendita per una tre canali dello stesso marchio!) FUNZIONA ALLA GRANDE!!!!!
Così come la Blackstar considera l'ISF (Infinite Shape Feature) quale una parte integrante della sezione eq, così io considero il CPC parte integrante della "scultura" del suono della Little40! (parlo dei Blackstar perchè so "cadere in piedi" tra queste pagine!)

Ho un pedale Blackstar (HTdual), ne ho avuti altri ed ho avuto ampli della stessa serie (HT).Mi permetto quindi di parlare per cognizione di causa (assumendomi dunque la responsabilità di tutto quanto scrivo di mio pugno): ne per sentito dire, ne per video, ne per puro partito preso (faccio queste puntualizzazioni perchè conscio, o quantomeno convinto che esistono persone che agiscono in contraddizione ai principi di cui sopra!)
L'ISF di casa Blackstar agisce su una delle caratteristiche degli "ampli storici" (il voicing) , il CPC di DVMark scavalca questo concetto, forse addirittura se ne infischia!
E' vero, se ci si impone di pensare a tre nomi tra tutti quelli che hanno scritto la storia dell'amplificazione per chitarra, non si può fare a meno di nominare tre marchi leggendari: Fender, Marshall e Vox! In casa Blackstar si è raggiunto un traguardo non da poco: rilevare le caratteristiche "timbriche" dei tre classici ed il posizionarle in una corsa lineare (quale quella, appunto, di un potenziometro)!
Alla DVMark probabilmente non si sono posti l'obbiettivo di emulare suoni storici (e lo dico anche per conoscenza diretta di persone "intere" al progetto)
sta di fatto che il CPC si rivela quale un'arma incredibile tra le mani di chi vuole trovare il giusto bilanciamento tra voicings storici!
Dopo mesi di smanettamento devo ammettere che il CPC (che reputo piuttosto inutile se valutato per il solo depotenziamento) FUNZIONA!!!
Grazie alla sezione eq molto funzionale, non sarà difficile ricavare sonorità marshallose piuttosto che voxish, etc... Infatti, quando si pensa al timbro si pensa per lo + alla mera equalizzazione. Il problema dei chitarristi però, non è nelle orecchie ma sotto le dita.
Mi prendo la responsabilità in questo: dico che DVMark, col suo CPC, sopperisce a questa mancanza! L'eq potrà anche essere identica! ma se sotto le dita non si avrà lo stesso tipo di reattivià per la quale quel determinato ampli è famoso... ... ...
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E' davvero difficile descrivere il comportamento di questo ampli a seconda del variare del controllo CPC, vi dico solo:
provate a settare una Little40L34, a 40w, per un suono Plexish, suonate e dite la vostra. Settate poi una eq Voxish, sempre a 40w! Dite ancora la vostra. Lasciate il vostro settaggio Voxish inalterato e tirate il CPC fino ai 15w in classe A. Riformulate il vostro verdetto.

Non so come andare oltre per spiegare le sensazioni che questa testata può restituire!
Inoltre... ... ...mangia i pedali nel modo che piace a me quindi.... XD
Ottima recensione di un prodotto che ho potuto provare durante un clinic di Frank Gambale.
Non voglio aggiungere altro alla più che esauriente recensione sulla DVMark, ma tengo a puntualizzare brevemente il discorso ISF di casa Blackstar (sono posessore del HT Club 40 e del HT-Drive, questi senza ISF).
Il controllo ISF è un circuito passivo in combinazione dei controlli di equalizzazione dell'ampli. Il controllo consente di scegliere un'impostazione del tono dell'amplificatore: da medioso americano con bassi compressi e definiti, e medi più aggressivi ad un timbro più marshalloso, più naturale e meno sipnto.
Il controllo ISF a variazione continua interagisce sempre con l'equalizzazione impostata, restituendo infinite sfumature di tono.
Dunque non parlerei proprio di una simulazione tipo Fender, Marshall o Vox, ma di un carattere ben preciso sviluppato dagli ex-ingegneri della Marshall che hanno fondato la Blackstar.

4Roses :hey_hey:

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