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Improvvisazione : un pò di "filosofia" e di punti fermi

Aperto da Vu-meter, 17 Ottobre, 2011, 05:10 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Vu-meter

Prendendo spunto da domande che si trovano comunemente in rete, fatte da molti di coloro che si apprestano da poco allo studio della musica e della chitarra, oppure sono già addentrati e vogliono avvicinarsi all'improvvisazione, volevo introdurre l'argomento " improvvisazione " ; in quanto spesso non è spiegato in modo semplice ed efficace; inoltre è uno di quegli argomenti davvero amati dai musicisti. Niente è più divertente che far parlare i nostri strumenti, improvvisando .



Le domande che trovo in giro e che mi vengono anche rivolte personalmente in genere sono qualcosa come: Come si improvvisa ? Cosa devo fare ? Quali scale posso coinvolgere ? Quali esercizi posso fare ? Come posso iniziare ad improvvisare ?


Incominciamo subito a definire il termine "improvvisazione", e cioè : la capacità di creare " al volo" qualcosa di musicale, qualcosa che non era stato previsto o scritto anticipatamente.

Per fare questo occorrono due requisiti fondamentali :

una buona conoscenza della tastiera ( della chitarra )
una discreta dose di musicalità

Avrete già notato che ho omesso "una buona conoscenza armonica e musicale"; perché?
L'ho volutamente omessa perchè quel tipo di conoscenza ci offre immensi ed inimmaginabili vantaggi ,ma non è obbligatoria. Se girate per New Orleans degli artisti di strada suonare divinamente, ma se vi avvicinate e gli chiedete quali scale hanno eseguito, non sapranno rispondervi.
Sto dicendo che la conoscenza della teoria musicale non serve ? Assolutamente no ! Sto solo dicendo che tale conoscenza è per il nostro vantaggio e che il 99,5% dei musicisti ne ha bisogno per improvvisare, ma non è strettamente correlata alle capacità stesse di improvvisazione.
Chi improvvisa in effetti non si mette a tavolino per decidere cosa suonerà, quali scale su quali accorsi , ecc.. altrimenti non staremmo più parlando di improvvisazione, ma di esecuzione di un qualcosa. L'improvvisazione invece nasce spontaneamente all'attimo.

Facciamo un esempio per capire meglio :
Se devo imparare una nuova lingua, mettiamo l'inglese, ho due possibilità :

partire senza sapere niente di quella lingua e andarmene in un paese di lingua anglofona ( Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, ecc.. ) per auto-obbligarmi ad imparare. Quando sarò là, sarò obbligato ad imparare, ascoltando e copiando ciò che sento intorno a me.
Studiare prima delle basi di quella lingua che mi aiutino poi quando mi trasferirò per perfezionare la mia dizione, l'accento, la precisione nell'orale e nello scritto.


Se opto per la prima scelta, la mia fatica sarà immensamente maggiore, avrò grandissime difficoltà ad articolare un discorso fatto bene e, a meno che non vada per frasi fatte già sentite, non sarò in grado di articolare una frase nuova ideata nella mia mente. Perché? Perché non ho studiato prima, non so coniugare i verbi, non so fare l'analisi logica né quella grammaticale di quella lingua, non so gestire i sostantivi, gli aggettivi e così via .. Ah !!! se avessi fatto prima un corso !!!


Ci sono persone che hanno uno spiccato talento per le lingue e tutto sommato, anche optando per la prima scelta citata sopra, se la caveranno egregiamente; ma la maggior parte di noi non è così e godrà di immensi benefici scegliendo la seconda opzione, arrivando a livelli che mai avrebbe potuto raggiungere se avesse perseguito il sogno della prima.

La stessa cosa vale per la musica. Anche in musica, è per nostro vantaggio scegliere di studiare anziché abbandonarci alla chimera di potercela fare senza alcuna base; però non è possibile affermare che sia obbligatorio.


In effetti quello che faremo quando improvviseremo però, è NON pensare alle regole . Allora a che serve conoscere tali regole ? Serve proprio a saper gestire l'improvvisazione.

Esempio : quando parlo, lo faccio fluentemente e senza troppi problemi. I miei pensieri vengono immediatamente convertiti in parole ed io ho la possibilità di dialogare piacevolmente e senza pensarci troppo su proprio perché ho studiato . Ho studiato come coniugare i verbi, come e dove mettere soggetto , complemento, come gestire gli aggettivi e così via . Non penso a questo mentre parlo, ma in effetti il mio cervello lo fa "in background" ( per usare un termine trendy ).
Devo poter fare la stessa cosa con la musica, se voglio essere padrone dell'improvvisazione. Devo poter "parlare" con il mio strumento senza pensarci troppo su, facendo scorrere le idee musicali che mi si formano in mente, in simultanea sulla chitarra. Per farlo, ho bisogno prima di studiare le regole, di poter fare un'analisi logica e grammaticale delle frasi musicali. E' vero che non ci penserò quando suonerò, ma è anche vero che questa è la base con cui posso iniziare a improvvisare e far parlare il mio strumento. Devo poter essere in grado di capire ciò che sto per fare un attimo prima di farlo, ma tutto questo... in background.

Così, è per nostro vantaggio se ci applichiamo nel tentativo di capire "i verbi, gli aggettivi, i sostantivi, ecc.." musicali perché saremo in grado di avere una gestione completa del linguaggio dell'improvvisazione.
Spero di essere riuscito a chiarire il punto .

Nelle prossime tappe vedremo come stendere alcune regole ed esercizi fondamentali che ci permetteranno di iniziare lo studio dell'improvvisazione.

Al momento, dopo aver affrontato la parte più "spinosa" della questione, passo ai saluti.


Vu :)
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Raffus

ho letto con molto interesse.

La difficoltà sta pure nell'applicare questi concetti seguendo la base, cosa affatto scontata  :mypleasure:
Citazione di: Vigilius il 30 Aprile, 2011, 09:17 PM

C'è il Raffus!!!!!!!!!!!

Ora inizierà il delirio pedali  :D





Vigilius

Concordo con l'esempio lingua=musica, per me è così, ma la situazione è pure più complicata e il Raffus ha identificato uno dei problemi non da poco.
Aggiungo che quando impariamo a parlare non sappiamo nulla di grammatica: un bambino non sa perché mette sogg. + verbo + predicato, ma lo fa perché 'neuronalmente' l'uomo è fatto così e se non lo impara in giovane età la psicologia evolutiva ha dimostrato che non lo farà mai più perché è un meccanismo che si impara una volta o non si impara più (tutti infatti sanno quanto sia difficile imparare una lingua quando non si è più giovani, ma attenti! La moderna pedagogia ha dimostrato pure che far imparare due lingue quando si è troppo piccoli può essere altrettanto dannoso).
Ma il discorso si allargherebbe troppo; io stesso dico cose simili in classe: non basta studiare a memoria il vocabolario per scrivere la Divina Commedia, purtroppo o, forse meglio, per fortuna.
C'è qualcosa di intrinsecamente creativo nella mente dell'uomo che in alcuni è talmente sviluppato da sopperire a carenza tecniche e ignoranza teorica.
Personalmente credo che noi europei viviamo in una perenne overdose culturale che ci impedisce di vivere e capire certe cose sino in fondo: ad esempio la presunta 'povertà' del blues. Suonano cinque note con tre dita, ma io non ci riuscirò mai perché sono troppo abituato a pensare tonale ed è un'abitudine che fa parte ormai proprio dei miei neuroni. Non penso per scale e armonie quando improvviso, ma 'escono' scale ed armonie perché il mio ascolto mi ha portato a riconoscere questi suoni come suoni 'giusti'.

Questo video fa ben vedere come l'ascolto di certi suoni, nel caso specifico la pentatonica, abbia condizionato i nostri neuroni in maniera determinante.



Onestamente quando improvviso lo faccio su due basi: una cosciente ed una non-cosciente.
Devo per forza conoscere la struttura armonica su cui lavorare altrimenti sono perduto, ma poi quando suono (forse sarebbe più giusto dire quando 'suonavo') cerco di esprimere sentimenti. Cioè quando faccio un solo non penso 'adesso metto una maggiore, poi una locria e poi una misolidia' (nomi detti a caso perché so teoricamente cosa sono, ma quando si tratta di applicarle non ci capisco una mazza), penso invece: 'Ora suono arrabbiato, ora segue un passaggio dolce, ora uno triste, ora riprendo a tirare' e così via.
Sarà sbagliato, ma mi appaga di più.

Questo è uno dei motivi per cui ho sempre ritenuto la musica anni '70 alquanto creativa e pur imparando i soli dei miei eroi non ho mai voluto farli identici: volevo sempre metterci qualcosa di mio, se non nelle note almeno nell'intenzione.

Discorso interessantissimo che spero avrà altre puntate.
Chitarre: Stratocaster (troppe!)
Amplificatori: un paio e tutti 'casinisti'!
Pedali ed effetti: troppi e spesso inutili!

Citazione di: luvi il 16 Ottobre, 2009, 06:35 PMIl problema è eleggere la strumentazione a "fine", anziché a "mezzo": questo è poco sano, perché l'unico elemento che si finisce per non migliorare siamo noi stessi.


Vu-meter

Credo che siamo perfettamente tutti sulla stessa linea . Alcuni concetti forse li ho spiegati male, ma concordo pienamente con te, Vigilius.

Citazione di: Vigilius il 17 Ottobre, 2011, 08:38 PM
Onestamente quando improvviso lo faccio su due basi: una cosciente ed una non-cosciente.
Devo per forza conoscere la struttura armonica su cui lavorare altrimenti sono perduto, ma poi quando suono (forse sarebbe più giusto dire quando 'suonavo') cerco di esprimere sentimenti. Cioè quando faccio un solo non penso 'adesso metto una maggiore, poi una locria e poi una misolidia' (nomi detti a caso perché so teoricamente cosa sono, ma quando si tratta di applicarle non ci capisco una mazza), penso invece: 'Ora suono arrabbiato, ora segue un passaggio dolce, ora uno triste, ora riprendo a tirare' e così via.
Sarà sbagliato, ma mi appaga di più.

Non è sbagliato, anzi, improvvisare è esattamente questo. Però è limitante; c'è tutta una zona d'ombra che se non hai mai esplorato, non raggiungerai mai di tuo. Se non ho mai sentito un salto di sesta, non mi verrà di cantarlo e dunque nemmeno di proporlo. Se invece ho cognizione di che sfumatura crea una scala Frigia , allora potrò, al momento opportuno tirarla fuori dal cilindro, perchè mi serviva proprio quella lì .
Se ho un vocabolario più forbito non significa che abbia cose più interessanti da dire,  ma solo che ho più possibilità di esprimere correttamente i miei pensieri. Potrei essere interessante anche avendo fatto la seconda elementare ? certo, ma se ho fatto qualche studio in più , a parità di creatività , sarò più libero di esprimermi e più gradevole da sentire. Insomma, tra Er Piotta e D'annunzio qualcosa ci passa ..  :laughing:


Anche Raffus ha centrato un punto squisisito, riuscire a fare tutto restando parte del contesto amalgamandosi per completare ..



Resta fermo che comunque avere maggiore cultura non significa avere cose più interessanti da dire, sia in musica che non. Quella è una cosa innata, ma che si può in parte anche coltivare.

Nei prossimi topic qualche aiuto per chi inizia da zero ad avvicinarsi all' improvvisazione.  :hi:

Vu
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Vigilius

Citazione di: Vu-meter il 17 Ottobre, 2011, 09:08 PM
...
Nei prossimi topic qualche aiuto per chi inizia da zero ad avvicinarsi all' improvvisazione.  :hi:

Vu

Lo seguirò con molto interesse; in effetti sempre più spesso sento di essere limitato, ma il tempo è veramente poco... avrei dovuto farlo quando ero più giovane, ma ero in giro a suonare che comunque rimane una grande palestra.
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Citazione di: luvi il 16 Ottobre, 2009, 06:35 PMIl problema è eleggere la strumentazione a "fine", anziché a "mezzo": questo è poco sano, perché l'unico elemento che si finisce per non migliorare siamo noi stessi.


Alepar

Io porto uno spunto molto più "terra terra" alla discussione, è scontato ma secondo me non troppo: sempre attraverso l'esempio della lingua, conoscenza della grammatica etc portano alla trasformazione automatica del pensiero in parola, ma poi la parola deve uscire dalla bocca e quindi articolare le parole con la corretta pronuncia etc...così anche nella chitarra, entri in sintonia con la base, il pensiero genera l'improvvisazione, la mente lo imprime in tempo reale sulla tastiera della chitarra e poi tocca alle mani che puntualmente mi tradiscono  :angry2: tante cose non sono in grado di farle pur essendo in grado di concepirle  :angry2: a questo punto che succede secondo me?...succede una cosa brutta: che se non miglioro anche la mera la tecnica "manuale" il mio pensiero si vizierà per sempre proprio perchè l'improvvisazione è un processo istantaneo e quindi mente e mani sono coinvolte nello stesso istante e la carenza di uno dei due aspetti determina l'adagiarsi dell'altro ad un livello cui anche il primo aspetto può arrivare...mi sono spiegato male?  :acci: spero di no...

esempio: a me non vengono gli sweep (e non ho voglia di impararli), all'inizio nascevano nella mia mente e non riuscivo a farli...col tempo non nascono più nemmeno nella mia mente...

Vigilius

Citazione di: Alepar il 09 Dicembre, 2011, 08:49 AM
...
esempio: a me non vengono gli sweep (e non ho voglia di impararli), all'inizio nascevano nella mia mente e non riuscivo a farli...col tempo non nascono più nemmeno nella mia mente...

Capisco cosa intendi dire, ma mica siamo dei professionisti che possono allenarsi tutti i giorni!!!!!!!!!

Alla fine è vero che finisco per pensare dentro le mie limitate possibilità, ma così imparo ad esprimermi meglio con poco e non è detto che sia un male, la semplicità paga spesso e volentieri in tutti i campi.

Per tornare al linguaggio con 4 parole (4 come le note del riff di Smoke on the water o l'inizio della quinta di Beethoven), un verbo e 3 sostantivi, si può fare una grande cosa. Non ci credi? Verbo stare e le parole autunno, alberi e foglie: risultato

Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie.


E non venitemi a dire che non è un capolavoro che vi banno tutti dal forum che non è mio.
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Citazione di: luvi il 16 Ottobre, 2009, 06:35 PMIl problema è eleggere la strumentazione a "fine", anziché a "mezzo": questo è poco sano, perché l'unico elemento che si finisce per non migliorare siamo noi stessi.



Vu-meter

Uhm .. è particolare l'affermazione di Alepar.

Penso che intendi dire che nella tua mente nasceva la necessità di fare degli sweep in quanto ti venivano in mente passaggi molto veloci , ma come fa a nascerti in mente, musicalmente parlando, una tecnica di questo tipo; la pura tecnica ? Non penso sia così .
IO ad esempio non sono certo uno che pratica losweep alla Gambale, ci mancherebbe, però il mio cervello lo aveva già elaborato decenni fa, senza che neanche sapessi cosa stessi facendo. Quando avevo ed ancora ho la necessità di passaggi veloci e la condizione me lo permette ( vicinanza delle corde ) , ecco che la mia destra sweeepa senza nemmeno che sia io a deciderlo o a chiederglielo.
Ma non è nata in me l'idea dello sweep, ma di quel passaggio veloce .

Tu intendevi dire la stessa cosa ?


Ciao

Vu :)
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Vu-meter

Citazione di: Vigilius il 09 Dicembre, 2011, 07:20 PM
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie.


E non venitemi a dire che non è un capolavoro che vi banno tutti dal forum che non è mio.


Moderatore subito !!!!  :laughing:

Amo quest'uomo ..  :abbraccio:
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david76

Come dice il buon Billy Gibbons dei ZZtop se non lo conoscete andatevi a fare una ricerca, anzi ascoltate il suo sound, la musica la si può esprimere anche con solo 3 note l'importante è azzeccarle al momento giusto, nel posto giusto ma sopratutto col tocco giusto.

Questo per indicare che l'improvvisazione è tutta una questione di animo e sensazione in primis, poi è evidente che se a fianco sai accostargli la tecnica con gusto allora sei allo zenith.

Ad ogni modo per improvvisare non basta solo il gusto ci vuole anche conoscenza e cognizione di causa di cosa sto facendo.

Facciamo una prova: vi do una sequenza di accordi e poi ditemi voi cosa ci mettereste come scala per improvvisare

Cmaj7 - C7 - Cm7 - Cm7/5b

Buon lavoro!!!!!!!!!!

:hi: alla prossima

david76

MaxPRS

La padronanza dello strumento è "l'essenza" di tutto. Un bambino impara a camminare quando è padrone dell'equilibrio, impara a parlare pur non sapendo la grammatica, ma ascoltando il cervello registra e parla quando diventa padrone del linguaggio, cosi è la musica, ascolti , impari, ti eserciti, ti eserciti, e ancora  esercizi fino al momento in cui ti senti padrone dello strumento e  l'improvvisazione parte da sola. Ciao
MaxGuitar

Vu-meter

Citazione di: MaxPRS il 11 Maggio, 2012, 07:45 PM
La padronanza dello strumento è "l'essenza" di tutto. Un bambino impara a camminare quando è padrone dell'equilibrio, impara a parlare pur non sapendo la grammatica, ma ascoltando il cervello registra e parla quando diventa padrone del linguaggio, cosi è la musica, ascolti , impari, ti eserciti, ti eserciti, e ancora  esercizi fino al momento in cui ti senti padrone dello strumento e  l'improvvisazione parte da sola. Ciao


Ciao Max, non so se quella da te citata sia la tua esperienza personale, però ho notato che non è così per tutti. L'improvvisazione non viene a tutti allo stesso modo.. ad alcuni scatta la voglia e la necessità di improvvisare conoscendo poco o nulla , altri anche se già con una buona padronanza, non riescono a farlo. Non sono fluenti, non hanno una continuità di linguaggio e sopratutto non vanno da nessuna parte .
Sembra che come per tutte le cose, ci sia chi è più o meno portato.
Però come per tutte le cose, sia chi è portato che no, può migliorarsi . L'improvvisazione è diventata una vera e propria materia della quale discutere e si possono fare esercizi per sviluppare la consapevolezza oppure la vena creativa...
Fermo restando la tua giustissima dichiarazione per cui occorre esercitarsi allo sfinimento ..  :ookk:

Vu :)
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Mosca

Ciao ragazzi,
so già che con questo intervento qualcuno storcerà il naso....
io faccio parte di quella (folta) schiera di coloro che hanno iniziato e (per la maggior parte) continuato a suonare imparando dai dischi, più che dai libri...e dei dischi non ho mai avuto la mania di "tirare giù uguale", di fare il delay uguale e tutte quelle cose lì (che poi non ne sono neanche capace).
Forse perchè avendo sempre avuto una facilità di approcio allo strumento e di scioltezza delle mani (più con la sinistra ...non parlatemi di pennata alternata alla Petrucci  :tapis_roulant: :tapis_roulant:!!).
Adesso poi, che di tempo ne ho proprio pochino...ho bisogno di attaccare il jack e via.
Ultimamente mi è tornata forte la voglia di "studiare". Ma come ho imparato a mie spese (anche economiche) devo divertirmi ed esprimermi .....altrimenti cosa suoniamo a fare!?
e devo dire che ...mi diverto.... ma che a volte sento la necessità, direi quasi una ragionevolezza, di sfidare le colonne d'ercole delle cose che "so" fare, e mettermi moooolto umilmente a studiare. Prima di tutto a cantare sempre mentre suono....appena lo fai con continuità ti accorgi che sei "scoordinato" tra cervello e dita....io penso un suono e penso che si trovi li sul manico..invece no...e così ti rendi conto che quando sei preso e tiri la stecca...beh...è proprio per quello scollamento mente/bocca/dita.
E' vero occorre "studiare"...ma dai...studiare-esercitarsi come must per essere padroni delle sei corde e di tutti i tasti e di tutti i rivolti che esistono....no no...no fa per me, e sinceramente, non me ne vogliate, mi sembra anche un pò arroccarsi a difesa del PROPRIO modo di suonare e di intendere la musica-lità.
Niente relativismo, certe cose sono oggettive (un do rimane un do per tutti), ma burdel (rectius ragazzi) c'è chi legge un libro e lo capisce subito a menadito (tipo il mio amico Marino dei tempi dell'università  :sbavv: :sbavv:) ma alla fine poi ha le dita che non suonano...e chi legge una frase venti volte ...non la impara...ma poi riesce a suonare forse meglio dell'altro   :blues!: :blues!:
Ciò non toglie che stimo davvero chi NE SA. Ma la padronanza dello strumento non è assolutamente l'essenza di tutto. :Hsleep:
il suono del "vicino" è sempre più bello!


Vu-meter

Uhm .. non sono d'accordo solo con l'ultima affermazione .

Personalmente credo che la padronanza dello strumento sia tutto . Credo che si possa fare a meno di una certa "alta cultura" della musica, ma non della padronanza dello strumento .

Basta girare per New Orleans per sentire gente che suona in maniera straordinaria senza avere bene idea di cosa fa , quindi se ti avvicini e gli chiedi : "mi fai un'analisi ritmico/armonica di quello che hai fatto ? " probabilmente ti corre dietro tentando di sputarti, perchè non conosce affatto la parte "dell'analisi logica e grammaticale" di ciò che gli viene spontaneo.... però gli viene in mente e riesce a rifarlo sul suo strumento .
Intendo essenzialmente questo con la padronanza dello strumento: fargli fare ciò che il tuo cervello crea , esattamente come l'ha creato .

Senza questa pratica non sarebbero esistiti temo gente come Hendrix, Beck, Page e molti altri. Non è che fossero dei chitarristi sublimi in senso tecnico o accademico, ma dimostravano proprio di conoscere lo strumento e di poterlo utilizzare  a loro vantaggio;  basta sentire "The Rain Song" di Page o le molte cose di Hendrix..


Questi sono discorsi lunghi e difficili .. spero di essere riuscito ad esprimere il mio personale punto di vista senza offendere ..  :abbraccio:

Nessun problema Mosca, siamo qui per dialogare e tutte le opinioni sono rispettabilissime e degne di attenzione .  :hug2:

Vu :)
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Mosca

Citazione di: Vu-meter il 24 Maggio, 2012, 06:48 PM
Uhm .. non sono d'accordo solo con l'ultima affermazione .

Personalmente credo che la padronanza dello strumento sia tutto . Credo che si possa fare a meno di una certa "alta cultura" della musica, ma non della padronanza dello strumento .


Intendo essenzialmente questo con la padronanza dello strumento: fargli fare ciò che il tuo cervello crea , esattamente come l'ha creato .


Vu :)

Ciao Vu, forse non mi sono spiegato, ma volevo dire esattamente questo.  ;D
il suono del "vicino" è sempre più bello!

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